Don Bosco - Apparizione della Beata Vergine sulla montagna di La Salette
medici attuali dell'Ospizio di cui l'uno la conosce da 20 anni e 1'altro da 18, espressamente
attestano.
Molti di Carignano lo sanno ed han dichiarato, che la conoscevano e la visitavano,
massime per motivo dei lavori in cui è valente assai, come sa pure molto bene leggere e scrivere.
La buona Vittoria saputo della progettata visita all'insigne nostro Santuario, supplicò
caldamente di esservi pure condotta per chiedere la grazia della guarigione alla Madonna in cui
da {40 [440]} lungo tempo aveva riposto una singolare fiducia. L'Amministrazione in vista del
gran desiderio della medesima e conoscendone la vivissima fede e pietà, glie lo concedeva.
Partirono da Carignano alle due antimeridiane del 27 luglio 1869 in numero di oltre 80 persone,
tra cui il M. Rev. Rettore dell'Ospizio e quattro Suore di carità, dette Figlie di s. Vincenzo, alle
quali è affidato il regime interno del pio stabilimento. Verso le ore dieci del mattino stesso già
erano a Biella, donde non guari dopo si avviarono alla volta d'Oropa parte a piedi e parte in
vettura, tra cui la Vittoria. La quale con amabile e pia ingenuità nella relazione, che ne scrisse
poi, racconta, come lungo quel viaggio di quando in quando si rivolgesse con confidenza alla
Madre delle misericordie, supplicandola di volerle fare quella grazia, e per questo ancora si
astenesse dal guardar alcun paese od altra curiosità, e ad ogni immagine della Vergine che per
via incontrava, le rivolgesse al medesino le più ferventi preghiere. {41 [441]}
Al Santuario quella sera nulla avvenne di notevole, se non il racconto fatto dal Sacerdote
Collegiale cui spettava di predicare, come suol farsi ogni giorno nell'estate. Egli prese appunto a
parlare delle grazie singolarissime ottenutesi per intercessione di Maria SS. di Oropa e fra molti
altri ricorda specialmente il fatto di quel fanciullo da quattro anni, incapace di camminare, e
portato dalla madre sua in quella stessa Basilica, dove a suggerimento di lei avendo proferto
quelle parole: Vergine Santissima, vi prego di farmi guarire, sull'istante guarì.
Cominciò egli tosto a camminare per la chiesa con universale maraviglia; il quale
racconto fece sovra la povera Vittoria sì profonda impressione, e le inspirò tanta confidenza, da
tenersi già sicura di conseguire essa pure la desiderata grazia. Onde quella sera e la seguente
mattina non cessava mai di ripetere quella preghiera medesima.
Il mattino del mercoledì, 28 luglio, quasi tutta la Comunità accostossi alla s. Comunione,
e vi fu portata anche {42 [442]} la Vittoria, e quindi dopo la refezione recaronsi alla visita delle
Cappelle in gruppi distinti: nell'ultimo, insieme colla madre superiora suor Luigia Chiattone,
eravi la nostra giovane con alcune caritatevoli compagne che se la trasmettevano a vicenda.
Lesse ella medesima quasi tutte le considerazioni e preghiere apposite, supplicando in ciascuna
delle cappelle, come essa racconta, la Santissima Vergine di ottenermi dal suo e mio Gesù la
grazia di guarire.
Verso le 2 1/2 pomeridiane del giorno stesso, la comunità si raccolse nella chiesa pel
canto delle Litanie. Vittoria fu seduta nel banco prossimo all'altare di s. Filippo, rimpetto alla
cappella della Madonna. Ecco il momento, disse allora a Maria, nel quale mi farete questa
grazia; tutti pregano per me, fate conoscere a tutti la grande vostra potenza e misericordia; non
avete da dir altro a Gesù che un voglio, e subito è fatto, e andava ripetendo: Vergine Santissima,
fatemi guarire, fatemi guarire, con altre simili invocazioni. {43 [443]} Cantate le Litanie, una
delle compagne per nome Domenica Brusa, avvicinatasi a lei, Vittoria, le disse, vieni, ora ti
porto dentro nella cappella, ma non voglio più portarti via. Giuntevi, essa volle esser posta a
terra, ove potè stare inginocchiata a gran stupore delle compagne. Rivoltasi quindi alla superiora,
signora madre, le disse, guardi Vittoria è in ginocchio, che le era prima del tutto impossibile. Qui
essa a'piedi dell'altare rinnova le sue fervide preghiere, e votasi a Maria, promettendole, se
guarisce, e i superiori il permettano, di tornare un altro anno al Santuario con una guernitura di
propria mano per l'altare di Lei. La superiora intenerita in vederla così ginocchioni, le si pone
accanto e le dice all'orecchio, Vittoria, prega, Vittoria abbi fede... E poco stante, alzati Vittoria,
alzati... Ed ella; non so se posso. La madre l'aiuta, e già Vittoria è in piedi; e quella insistendo,
Vittoria coraggio, cammina, cammina... essa, giunte le mani, fissa un istante la Statua della
Vergine, quindi {44 [444]} rivolta alla superiora, la Madonna mi ha ottenuta la grazia, afferma
con sicurezza, e porgendole la madre un dito della sua sinistra mano, essa il prese e si fa per
www.donboscosanto.eu
10/21