Don Bosco - Il Giubileo
propagare la Cattolica fede e dottrina; nel che sta riposta principalmente la felicità dei popoli;
affinchè liberi Principi e popoli da tutti i mali onde sono afflitti, e li consoli d'ogni vera
prosperità; accordi ai traviati i doni della sua celeste grazia, per cui dalla strada di perdizione
ritornino su quella della verità e della giustizia, e con sincerità di cuore si convertano e Dio. E
benché in questa nostra alma città abbiamo comandato che fossero fatte preghiere per implorare
la divina misericordia, tuttavia, seguendo le gloriose pedale de'nostri Antecessori, stabilimmo di
ricorrere altresì alle preghiere vostre e di tutta la Chiesa.
Pertanto, V. F., vi scriviamo queste lettere, colle quali chiediamo alla vostra esimia e
specchiala pietà, che per le cause dette eccitiate con ogni sollecitudine ed ardore i fedeli affidati
alla vostra cura, {7 [485]} che, deponendo il peso de'peccati per mezzo della vera penitenza, si
sforzino di placare con preghiere, digiuni, limosine ed altre opere di pietà lo sdegno del Signore
irritato da'misfatti degli uomini.
Esponete ai fedeli, come ve l'ispireranno la fervente vostra pietà e saggezza, quanto sono
abbondanti le misericordie di Dio per tutti quelli che lo invocano; qual forza ha la preghiera, se
noi chiudiamo ogni accesso al nemico della nostra salute per andare invece a Dio. La preghiera,
per dirlo con S. Grisostomo, «è la fonte, la radice, la madre di innumerevoli beni; il potere della
preghiera spegne le fiamme, mette un freno al furore dei leoni, sospende le guerre, fa cessare le
battaglie, calma le tempeste, mette i demoni in fuga, apre le porle del cielo, spezza i legami della
morte, caccia le malattie, allontana le disgrazie, rassoda le città crollanti; flagelli del cielo,
tentativi degli uomini, non vi ha alcun male che resista alla preghiera»1. Molto poi desideriamo,
o Venerabili Fratelli, {8 [486]} che, mentre s'indirizzeranno preghiere ferventi al Padre delle
misericordie per le cause più sopra enunciate, voi non cessiate, secondo il voto delle nostre
Lettere Encicliche del 2 febbraio 1849, in data di Gaeta, d'implorare di conserva con tutti i fedeli,
con suppliche e voti ardenti più che mai, la bontà di questo stesso Padre, affinchè si degni di
illuminare la nostra anima colla luce del suo Santo Spirito, e noi possiamo recare al più presto
sulla Concezione della Santissima Madre di Dio, l'immacolata Vergine Maria, una decisione che
ridondi alla maggior gloria di Dio e di questa stessa Vergine, nostra Madre diletta.
Acciocché però i fedeli alle vostre cure affidati rechino in queste preghiere un fervore più
ardente, e ne raccolgane frutto più abbondante, noi abbiam voluto aprire i tesori celesti, di cui
l'Altissimo ci ha confidato la dispensa, e farne loro larghezza. Il perchè, appoggiati sulla
misericordia di Dio Onnipotente e sull'autorità de'suoi Santi Apostoli Pietro e Paolo, in virtù
della potenza di legare e disciogliere, che il Signore ci ha concessa, malgrado la nostra indegnità,
noi accordiamo colle presenti a tutti e a {9 [487]} ciascuno dei fedeli delle vostre Diocesi
dell'uno e dell'altro sesso, che in uno spazio di tre mesi, che ciascuno di voi dovrà stabilire
anticipatamente, e a partire da quel giorno avranno esaminato i loro peccati con umiltà, li
avranno confessati con una detestazione sincera, e, purificati dall'assoluzione sacramentale,
avranno ricevuto con rispetto il Sacramento dell'Eucaristia e visitato divotamente tre chiese da
voi designate, o una di esse a tre riprese differenti, pregandovi divotamente per qualche tempo
secondo la nostra intenzione per l'esaltazione e prosperità della nostra Santa Madre la Chiesa e
della Sede Apostolica, per l'estirpazione dell'eresia, per la pace e concordia dei Principi cristiani,
per la pace e unità di tutto il popolo cristiano, e che di più, nello stesso intervallo, avranno
digiunato una volta, e fatto qualche elemosina ai poveri secondo la loro divozione; noi
accordiamo loro un'Indulgenza in forma di Giubileo, che potranno applicare a mo'di suffragio
alle anime del Purgatorio. Volendo agevolare l'acquisto di questa Indulgenza alle religiose e ad
altre persone, che vivono in chiostro perpetuo, come a tutti quelli {10 [488]} che sono ditenuti in
carcere, o sono impediti da qualche infermita del corpo od altro qualsiasi, di fare alcuna delle
enunciate opere, noi facciamo facoltà ai Confessori, perchè possano cangiarle in altre opere di
pietà, o prolungarle in altro tempo vicino, con facoltà eziandio di dispensare dalla Comunione i
fanciulli, che non furono ancora ammessi alla prima Comunione.
Pertanto vi concediamo la facoltà, che in questa occasione, e per lo spazio già detto di tre
mesi solamente, possiate accordare per la nostra autorità Apostolica tutte quelle stessissime
1S. Joan, Chrysost. Homil, 15 De in comprehensibili, Dei natura contra Anomenos.
www.donboscosanto.eu
3/18