Don Bosco - La casa della fortuna
Carr. - L'ingordigia del danaro fu quella che mi spinse à questo eccesso. La madre loro
trovandosi vicina a morte mi chiamò al suo letto e disse: « Io muoio e lascio orfani due poveri
fanciulli. Appena io sia spirata, voi venderete le poche mie sostanze, pagherete le spese di mia
sepoltura, la pigione di casa, e le spese che occorrono pel trasporto de' miei figli fino a mio
fratello. Giunti colà voi consegnerete al medesimo quel danaro che ancora vi rimarrà». Io tutto
promisi, ma a metà strada cedetti all'ingorda brama dell'oro, e sotto allo specioso pretesto che
quei ragazzi non mi potevano pagare la spesa del viaggio, gettai a terra il piccolo baule, {53
[53]} e respinsi eglino stessi in mezzo alla via. Gridavano essi, e chiedendo pietà si
avvincolavano al scellerato mio braccio, ma io mi mostrai insensibile. Per distaccarmeli diedi
loro un urlone con due sferzate, di poi eccitati i cavalli continuai il cammino. Ora voi, Ernesto ed
Ottavio, mi perdonate questa crudeltà? Ve ne domando perdono per amor del cielo, per quel
cielo che sono indegno di rimirare.
Ott. ed Ern. - Si, sì, vi abbiamo già perdonato. Noi vi abbiamo anche dato dei dispiaceri,
e nel trasporto della collera vi abbiamo eziandio imprecato, e voi ci perdonerete anche, non è
vero?
Carr. - Miei cari, voi non avete bisogno di perdono, perchè non avete offeso alcuno. Io
si, io ho bisogno della vostra pietà.
Ott. - Ma come mai cadeste nelle mani degli assassini?
Carr. - La mia scelleratezza non poteva rimanere impunita. Aveva già percorso un tratto
di strada sempre {54 [54]} travagliato da crudele rimorso, e mi sembrava che terra, mare e cielo
gridassero vendetta contro di me. Quando in uno svolto di strada, in luogo solitario,
fiancheggiato da alberi fronzuti e da selva oscura, odo gridare: fermati, fermati o sei morto. A
quelle grida spaventato, do una forte sferzata per far levare il galoppo ai cavalli ; ma uno
sconosciuto corre, s'impadronisce delle briglie dei giumenti, e ne impedisce il corso. In
quell'istante dimenticando me stesso, mi lanciai contro costui e con due colpi di bastone lo gettai
stramazzone a terra. Quando ecco un'ardente fiamma mi abbaglia gli occhi, ed è lo sparo di una
pistola che passandomi rasente i capelli, mi portò via di capo il berrettino. Faccio allora uno
sforzo per fuggire, ma uno di dietro mi stringe al collo, un altro alle mani, mentre un terzo mi
immerge tre volte il coltello nel cuore dicendo: Ne hai abbastanza. In quel momento cado come
morto ai loro piedi; {55 [55]} eglino mi strascinano nel fosso della strada, mi prendono il denaro
con un vecchio orologio, di poi persuasi che io fossi morto, montano tutti sul carrettone, sferzano
con violenza i cavalli, ed a passo sforzato proseguono il cammino. Per mia somma ventura io
non era morto, giacché que' colpi di coltello colla punta andarono tutti a passare sopra questa
medaglia della S. Vergine che per mia grande fortuna portava in dosso. Sebbene pesto sulla
persona mi sentii ancora in forza da levarmi di terra, e mentre pensava a qual partito appigliarmi
odo spaventosamento gridare: O birbante, è ancor vivo ; ed in ciò dire mi si fa un altro colpo di
pistola, che soltanto mi feri leggermente questo braccio. Allora mi posi a correre senza sapere
dove andassi, e portato dal pericolo e dallo spavento corsi fin qui, e mi trovai...
Ott. - Vi siete trovato dove erano già Ottavio ed Ernesto. {56 [56]}
All. - Vi siete trovato alla casa di buona gente, alla casa della Fortuna.
Eust. - Questo fatto è spaventoso, e se voi siete ancora in vita, lo dovete proprio ad una
speciale be-nedizion del cielo.
Ern. - Alla medaglia della B. Vergine ch'egli portava in dosso.
Eust. - Io osservo che questa per voi e per tutti è una terribile lezione. Non
dimentichiamo mai esservi una Provvidenza la quale veglia sul destino degli uomini; e spesso
permette che cadano sopra l'uomo quei mali stessi che egli fa, o vorrebbe fare ad altri. Dovete
eziandio notare che il furto; la roba altrui non rendono mai felici coloro che la possedono.
Tuttavia non di rado avviene che la malvagità degli uomini si cangi in loro bene. Voi usaste
crudeltà a questi due ragazzi, ed il cielo vi ha punito, ma nel tempo stesso faceste la loro fortuna,
perciocchè cosi poterono trovare il loro avolo che essi cercavano, quell'avolo {57 [57]} che
cotanto desiderava di vederli.
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