Don Bosco - Una famiglia di martiri
di Caselette e di altri circostanti paesi che loro giammai non ricorse invano, sia quando il cielo di
bronzo pareva volesse negare la pioggia alle inaridite campagne, sia quando rotte le cataratta
stava sospirando la benefica serenità e calore. Oh è bello allora il vederlo salire
processionalmente al sacro Monte, prostrato dinanzi al venerato altare, pregare, supplicare ... ed
ottenere!
E poi che cosa vogliono indicare tanti altri dipinti, nei quali sono rappresentati ora uno
che precipita dall'alto di un fenile, ora un altro dal tetto di una casa, ora un terzo dalla cornice di
una chiesa? E qui costui che scampa dalla rovina di {80 [136]} un antico muro che gli precipita
addosso, e questi che sepolto sotto una enorme frana di terra n'esce con salva la vita in tanto
rischio? E quell'altro che rovesciato il carro si strascina carpone da sotto la catasta delle
ammonticchiate legna che gli pesano sopra? E quello che nell'istante di precipitare dal ponte in
un torrente, è salvato per ispeciale favore dall'imminente pericolo? E poi là sulla montagna quel
cacciatore a cui lo schioppo s'infiamma colla bocca al petto; e quello a cui la pistola scoppia
improvvisa fra le mani e per ultimo quel misero, che già travolto dalla corrente delle acque,
l'unica sua speranza ripone nella elevata cappella, che dalla montagna gl'inspira fiducia, e gli
promette salvezza? Coloro, che appesero questi votivi ricordi, sono altrettanti divoti, i quali
riconobbero la loro salvezza dalla protezione dei Patroni di questo Santuario.
Uno ve n'ha fra tutti, che per la gravezza del pericolo che rappresenta dà argomento ad
ammirare la grandezza del visibile ottenuto favore. Sono due minatori che nel basso di un
profondo pozzo lavorano a scavare il duro masso colle apprestate polveri. Rinchiusi fra quelle
mura di {81 [137]} macigno, vicini l'uno all'altro, non possono muovere addietro un passo, non
possono allontanarsi di un dito dal tremendo inevitabile scoppio che li minaccia entrambi. Nel
bel mezzo di essi si è improvvisamente infiammata la mina. Lo scoppio è immenso, micidiale,
tremendo. Il fuoco si sprigiona repentino dal sasso, ed insieme col fuoco una grandine di pietre e
di frantumi è scagliata all'intorno. Non v'è scampo pei miseri sepolti, e se ad annichilarli non
basta la terribile mitraglia che si solleva da sotto ai loro piedi, un secondo pericolo non meno
gravo, tuttora li minaccia. Le pietre scagliate all'insù dalle accese polveri ripiombano gravi e
micidiali sulle loro persone. Non vi è riparo, ne' mezzo a salute ... E pure sono salvi ed illesi:
nulla hanno sofferto; si trovano non solo vivi, ma quasi senza graffiatura in mezzo a tante
cagioni di morte! Estratti da quel profondo è un interrogarli, un domandare, che fu? che non fu?
Come mai salvi fra tanta rovina? ... Dessi non lo sanno. In tanto frangente non hanno nemmeno
avuto il tempo di ricorrere a Dio, nè il pensiero di stringersi al seno la medaglia di Maria SS. che
hanno appesa al {82 [138]} collo. La maraviglia è al colmo, ed è tanto più grande, in quanto che
a miracolo così evidente non si trova spiegazione di sorta, ed ognuno sente in cuore, che se Iddio
si è degnato di accordare ai due meschini un tanto favore si è perchè vi deve esser di mezzo
l'intercessione di qualche possente Patrono. Lo stupore si cangia in ringraziamento alla SS.
Vergine Maria, ed a s. Abaco, quando il proprietario del pozzo udito il caso portentoso è in grado
di annunziare che egli riconosce la salvezza dei due lavorieri dalla valida protezione di Maria SS.
e di s. Abaco, ai quali nel cominciarsi del pericoloso lavoro aveva raccomandato e l'opera ed i
lavoranti.
Così Iddio si piace di onorare la memoria dei suoi santi, e questi fatti per chi ha fede sono
abbastanza eloquenti. Non è dato all'uomo di leggere negli imperscrutabili disegni di Dio, ma
quando Egli si degna di manifestarsi così chiaramente è segno indubitabile che Egli vuole vedere
in particolar modo venerati quei santi che lo hanno servito mentre erano mortali sopra la terra.
Felice quel popolo che sa aprire gli occhi alla luce, e secondando i disegni di {83 [139]}
Dio, si fa strumento a viemeglio onorare, e propagare la gloria de' suoi santi; e della loro potente
intercessione si fa scudo non tanto contro le terrene disgrazie, quanto più specialmente contro le
eterne. Iddio per altro non ha solo parlato colle tante grazie di cui si è fatto cenno. Egli ha di più
parlato colla bocca del suo rappresentante in terra il sommo Romano Pontefice. La divozione a
questi santi, l'onorarli particolarmente nel piccolo Santuario di Caseletto, non solo è approvato
dal vicario di Gesù Cristo, ma è altresì arricchito di speciali spirituali favori. Giova finire queste
memorie col testo del Breve, con cui S. S. Papa Pio IX si degnò di accordare una indulgenza
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