Don Bosco - Il Galantuomo pel 1880
Prefazione. Dialogo tra il Galantuomo e il suo Editore.
Editore. Ma, signor Galantuomo, siamo già ai Santi, e tutti i vostri amici vi aspettano a
occhi aperti per leggervi. Tutti mi scrivono, gli amici piemontesi, liguri, sardi, lombardi,
veneziani, dell'Emilia, romagnoli, toscani, marchigiani, romani, napoletani, siciliani, corsi,
maltesi, dalmati, tirolesi, svizzeri, nizzardi, argentini, insomma quanti intendono il vostro
linguaggio v'attendono a braccia aperte. Presto, presto; lasciate quelle storie che avete li davanti,
e mettetevi all'opera.
Galantuomo. Storie?! Altro che storie! guarda, guarda quante miserie: su {3 [63]} questo
arruffato tavolino, vedi, c'è rappresentata la miseria d'una gran parto d'Italia; qui un poveretto, il
quale ini scrive che dopo d'aver consumato il suo piccolo patrimonio per compiere il corso
tecnico, ora non trova impiego: li una lista d'un commerciante che si raccomanda pel saldo,
accompagnandola con una lunga lamentazione sulla crisi commerciale; sotto questa lista una
lettera di una signora che piange sui cattivi obietti della lettura di un pessimo romanzo sul suo
figliuolino; più sotto, una lettera rozzamente scritta, ma che cava le lacrime, di un povero
operaio, a cui o morta la moglie, e si trova con sette tra figliuoli e figliuole, il cui primogenito ha
solo 14 anni, e con otto lire in tasca e la soffitta da pagare! Leggila, leggila, che nella sua
rozzezza è un capolavoro d'eloquenza popolare. Per me, t'assicuro che fra quante lettere che
lessi, poche mi commossero come questa. Come sa bene dipingere i suoi dolori, i fastidi pei suoi
piccolini, {4 [64]} il loro letticciuolo di paglia, lo scarso pan nero, la minestra fredda, la soffitta
affumicata, la deficienza del lavoro..... Dimmi tu, se mi dà il cuore di scrivere per dare alle
stampe, mentre c'è tanto da fare per rispondere a tanti bisogni?!
Edit. Va tutto bene questo, ma e gli amici?
Gal. E gli amici sapranno compatirmi.
Edit. Il busillis si è che avete anche nemici, ed essi rideranno se voi non uscite a far
vedere che siete ancor vivo.
Gal. Nemici! O che! ho io anche dei nemici?!
Edit. E quanti?
Gal. Sogni tu. Il Galantuomo non ebbe mai nemici.
Edit. Non ha nemici, non ha nemici? sentite, sentite; anzi leggete che cosa si stampa
contro di voi.
Gal. Non ho tempo, non ho tempo per vedere queste cose. Vedremo poi di là, quaggiù c'è
troppo da fere, più d'importanza che non udire le chiacchiere di chi {5 [65]} sparla del
Galantuomo. Vedi là il Modello dei galantuomini? Esso, calunniato, insultato, crocifisso,
esclama: Padre, perdonali, noti sanno ciò che si fanno, e col merito infinito delle sue sofferenze
rimediò alle miserie dell'intero mondo. Noi dobbiamo imitarlo, almeno quanto possiamo.
Edit. Eppure son affari di sommo rilievo...
Gal. Lascia un po' stare. Te' , scrivi a questo povero operaio, digli così: che i tre figli che
passano i dieci anni, li mandi qui da me, che glieli alleverò dando loro un mestiere; che gli altri
tre, dai due ai dieci anni, li raccomanderò a persone di mia conoscenza; cho per la bambina poi la
raccomanderò ad una buona signora divota di Maria Ausiliatrice, a cui è morto il suo bimbo di
questi giorni; e quanto a lui poi, se vuol venire a giornate da me, lavorando del suo mestiere di
muratore, io ho appunto bisogno di fabbricare pei miei figli. {6 [66]} Edit. Ma io... perdere il
tempo a scrivere lettere... io, che... Ho bisogno insomma di soddisfare alle domande, ai desideri,
ai bisogni...
Gal. Ma io, ma io... C'è egli bisogno più urgente di soccorrere i più bisognosi? Presto
detto, mio caro, scrivere, stampare e diffondere parole di filantropia, di soccorrere l'umanità,
rialzarla, redimerla. Tutte cose queste che si possono dire con la massima facilità; ma che prò ne
avranno i lettori e specialmente i bisognosi di consolazioni o di pane di queste frasi
inconcludenti? Altro è il mettere in vista ciò che altri deve fare; ed altro è fare.
www.donboscosanto.eu
2/7