Don Bosco - Il Galantuomo pel 1870
Il Galantuomo a’ suoi lettori ed amici
L’aveva già detto tante volte che il mondo era ammalato e che avrebbe avuto bisogno di
un buon medico per guarire. Malattie nei poveri che vogliono ad ogni modo diventare ricchi,
malattie ne'ricchi che stanchi di tanta fortuna invidiano la sorte dei poveri, e fanno tutto il
possibile per diventare tali; malattie negli scolari che ne vogliono sapere più dei loro maestri, e
che perciò mancano dalla scuola, e lasciano che i libri studino da sè; malattie anche ne'maestri
che non sanno più come frenare la gioventù appena è arrivata ai 12 {3 [245]} anni; malattie in
alto, malattie in basso; malattie dappertutto. Quasi quasi vorrei dire che dove si sta meglio è
negli ospedali. Con tanti mali era dunque necessario che i medici si dessero una parola di
convegno per trovare il modo di guarire tutto il mondo, ridotto quasi agli estremi. Ed ecco il gran
medico delle anime, il glorioso Papa Pio IX, dolente sui mali gravissimi, onde è afflitta la misera
umanità, bandisce un gran consiglio, invitando tutti i vescovi della religione cattolica a
raccogliersi in Roma e cercare un rimedio adattato. Sarà pure un grande spettacolo veder tanti e
tanti Pastori, animati tutti da un medesimo sentimento, venire a Roma, come gli apostoli si
radunarono a Gerusalemme agli inviti di s. Pietro, ed invocare il Padre dei lumi, e ridonare altra
vita al mondo. Giorni felici sorgeranno a sollievo nostro e de'nostri figli. Vecchio io come sono,
vorrei correre alla nuova Gerusalemme a ringraziare il fortunato Pontefice della grande e pietosa
idea, {4 [246]} e ringraziare pure i vescovi suoi fratelli che ubbidienti partirono al suo cenno. Ve
ne sono di quelli che han dovuto viaggiare per tre mesi continui, e per istrade faticosissime, ma
come l'arabo nel gran deserto ha sempre l'occhio rivolto all'Oreb, e lo saluta con trasporto di
gioia come lo vede da lungi, così essi non pensando che a Roma, non volendo che Roma,
sopportarono con gioia gli strappazzi de'mari e de'vapori, e gli incomodi de'lontani trasporti; e
come il viaggiatore, se arriva finalmente alla meta de suoi desideri,
... obblia
La noia e il mal della passata via,
così i vescovi carichi di anni si condussero all'eterna città. Che Iddio li consoli, li conforti nelle
loro imprese, e li benedica nelle sante loro brame. Vorrei avere quindici anni di meno, e poi
anch'io mi porterei a Roma a unirmi co'supremi pastori del popolo cristiano per implorargli da
Dio sanità temporale e spirituale. Non potendo venire di corpo, verrò certamente {5 [247]} di
spirito, e pregherò assai e farò pregare perchè il tutto succeda a maggior gloria di Dio, al trionfo
della sua Chiesa, e alla salute delle anime.
Intanto noi poveri infermi, che viviamo in questo grande ospitale che per superbia
chiamasi mondo, e che siamo caduti in tanto abisso da non più poterci sanare, ringraziamo Iddio
di tal benefìzio, e facciamo fermo proponimento di voler prendere, anche prima che si proponga,
quel rimedio che ci verrà imposto. È lo Spirito Santo che lo inspirerà, e dalla sua mente non
potrà uscire che santo, utile, e prodigioso rimedio. E così anche in questi giorni, noi tuttora
viventi, vedremo il mondo intiero, meravigliare delle grandi guarigioni della Chiesa, ed
applaudire palma a palma al suo trionfo. Termino augurando buon viaggio agli Augusti che
recherannosi a Roma, felice dimora in essa, e glorioso ritorno alle loro sedi. Voi, miei cari lettori,
pregate Dio per il medesimo uopo, e speriamo con certezza che saremo esauditi. {6 [248]}
Indice
IL GALANTUOMO A'SUOI LETTORI ED AMICI
Calendario per l'anno 1870
Efficacia del rito cattolico su una dama protestante
Il sogno dell'innocente (poesia)
Due Re nella capanna di un povero
La Religione è delle anime grandi
pag. 3
7
21
27
29
32
www.donboscosanto.eu
2/3