Don Bosco - Il Galantuomo pel 1866
Il Galantuomo ai suoi lettori
Godo di potervi di nuovo salutare tutti, o cari miei lettori, tutti quanti ebbero l’ onore di
leggermi nell’ anno scorso. Credo che nessuno di essi sia morto; perchè qualora ci fosse stato
qualcuno dal Signore chiamato da questa vita all’ altra, io gli reciterei di cuore il riposo eterno
come per carissimo amico. Perchè già io voglio, come condizione necessaria, che i miei lettori
siano anche i miei amici. Se no, no. - E che cosa ci darai quest’ anno? - Ci farai di nuovo ridere
sulla storia di quel povero Michele? - Fu quella una felice idea, sai. - Già il mondo è cosi cattivo,
e fa venire tanta voglia di piangere, che è una vera benedizione del cielo quando possiamo alzare
gli occhi in quadro più ameno di quello che ci presenta questa miserabile terra. - Dunque grazie e
mille grazie per quello che ci regalasti {3 [471]} l’ anno scorso, ma e guest’ anno? - E quest’
anno io voglio divertirvi ma in altro modo. Storielle amene ne avrete, ma non tanto lepide come
le altre; varietas delectat, diceva un tempo la buona memoria del mio maestro di sesta. I
burlevoli casi di quel tale li riserberemo per tempi migliori. Imperocchè sebbene io faccia tutti i
miei sforzi per non impacciarmi in cose di quaggiù; e parlare di quello che i sapienti con aria
dottrinale chiamano Politica, tuttavia cosi di passaggio, senza volerlo, senza neppure pensarlo,
venni a sapere cose che mi fecero drizzare a dirittura sulla testa quei pochi e bianchi capelli che
mi restano ancora. Misericordia! che figura avreste veduto fare dal vostro Galantuomo, voi miei
cortesi lettori. Ed io non vorrei in mezzo a tante lacrime destare il riso con discapito della mia
onoratezza verso di voi e verso di altri che spero vorranno per l’ avvenire togliermi in mano e
scorrermi con qualche soddisfazione da capo a fondo. Io ho buona speranza che un altr’ anno,
ma ehi! non faccio già profezie sapete, quelle poche che ho voluto, in qualche occasione,
avventurarmi a fare mi costarono care e salate, e mi tolsero la voglia di farne delle altre. Si
credevano proprio quei tali che io fossi {4 [472]} qualche pezzo grosso. Poveretti! come
cambierebbero sentimento se mi avessero a vedere!
Io dunque ho buona speranza che un altr’ anno avendo tempi più belli avrò campo di
contarvene anche delle più belle. Vi piace questo patto? Siamo dunque intesi. Ma, e se il povero
Galantuomo non ci’ fosse più? Già è questo un dubbio che nacque anche in me, ma lo chiamava
come importuno. Però siccome, considerando: 1° Che io sono già molto vecchio;
Considerando: 2° Che anche senza avere tanti anni si può morire;
Considerando: 3° Che l’ anno è di 365 lunghi giorni, e che in questo frattempo possono
avvenire di molte cose, e molti possano passare a vita migliore;
Domando che il povero Galantuomo, anche posto che morisse, restasse ancora nella pia
memoria de' suoi umanissimi lettori, lo però credo ancora di scapolarmela per questa volta e di
vivere ancora di molti anni e così spero di tutti voi. Chi volesse poi altrimenti, resti pure servito.
Ho pensato quest’ anno di regalarvi a meditazione di ogni mese un precetto del decalogo.
Già è cosi strapazzato in generale, che non è fuor di proposito il ricordarlo {5 [473]} sovente per
non doverlo poi ricordare in un momento troppo critico e senza vantaggio.
Vi prego, o miei cari lettori, di farmi vedere a' molti, farmi leggere, farmi discorrere con
molti e molto; massime con quei tali che usano poco alla Chiesa, e che di comandamenti non
sanno che farne. Con quei tali, che voi meglio di me conoscete, e che gridandosi liberi, liberi,
sono poi miseri schiavi delle loro passioni.
Con costoro io vorrei trattenermi un poco, nella speranza di lasciare nella loro mente
qualche religioso pensiero.
Inoltre, ancora qualche coserella che non vi dispiacerà sicuramente. E voi, miei amici,
conservatevi sani ed allegri, non vogliate prendervela contro al povero Galantuomo se alcuna
volta vi riesce un po' noioso. Che volete, sono vecchio e brontolone, vedo che il mondo va male,
vorrei trattenerlo, e mi accorgo che mi mancano le forze. Eh sì, ci vuol altro che un povero
vecchio per trattenere tutta questa povera macchina. Ho però una buona dose di buona volontà se
bastasse! - State bene, e sempre allegri nel Signore, o miei caci lettori, ed a bel rivederci! {6
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