Don Bosco - Il Galantuomo pel 1855
uomini hanno le loro passioni, e non si può pretendere, che tutti quelli che si confessano, abbiano
subito ad essere perfetti. Certamente che uno, anche confessandosi bene, non diventa
impeccabile: il Sacramento non cangia la nostra natura, ma dà forza bastante per mantenersi in
grazia. Nei maligni però regna pur troppo un certo astio contro coloro che fanno una vita
cristiana. Nulla si lascia passar loro; per piccolo che sia un {114 [28]} difetto, in cui cadono, se
ne fa un gran caso, e non si finisce più dì gettar loro in faccia la confessione. Ma le censure
medesime, che si fanno sul loro conto, dimostrano, che il confessarsi e il rimanere frattanto
sempre cattivi, è una cosa strana, e quindi non tanto comune. Per ordinario, chi sta più lontano
dai tribunali di penitenza, sono i disonesti, gli ubbriaconi, gli usurai, i libertini, e tutti quelli che
vogliono vivere a loro capriccio, cioè secondo le loro passioni. Niuno tralascia di confessarsi per
divenir migliore, bensì molti si determinano di confessarsi per tralasciare le cattive loro
costumanze, e divenir buoni. Chi vuol cangiar vita davvero, comincia sempre dal purgarsi la
propria coscienza colla confessione. Questa è una cosa di esperienza.
Ton. Io non aveva mai fatto queste riflessioni, e le trovo giustissime; ma per quanto
riguarda il mio particolare, non conchiudono niente affatto. Che bisogno avrei io di confessarmi,
e che cosa andrei a dire al confessore? Non {115 [29]} faccio torto a nessuno o rubando o
parlandone male ... qualche umana fragilità, già s'intende, ma di queste non si può far senza.
Perchè mai disturbare i confessori per tali bagattelle?
Batt. 0 mio caro, e lo star più di un anno senza confessarti, il trasgredire per giunta il
precetto pasquale, non è già forse un grave peccato? Quelle colpe poi, che tu chiami umane
fragilità, non sarebbero forse mortali? Tu dunque hai già anche troppa materia per confessarti.
Che se ti mettessi di proposito a fare un diligente esame intorno ai Comandamenti divini ed a
quelli della Chiesa, e intorno ai tuoi principali doveri, quante altre mancanze balzerebbero fuori.
Credimi, se ti trovi nell'agitazione all'appressarsi di un qualche grave pericolo, non è per nulla,
ma è effetto di un segreto rimorso. Vorresti forse illuderti da te stesso? Se ti trovassi proprio in
punto di morte, diresti anche allora, che hai nulla a rimproverarti? Metti un po' la mano sulla tua
coscienza ... {116 [30]}
Ton. È vero, è vero, ma facendo come tu mi dici, temo di mettermi in un imbroglio, da
cui non mi possa più trarre così facilmente. Esami, piagnistei, andirivieni, malinconie, penitenze
gravosissime ed umilianti ... Parliamo d'altro per ora ... sono abbastanza tristo senza cacciarmi in
maggiori impicci.
Batt. Ma non vedi, che ti vai fabbricando montagne di nebbia? I Sacramenti sono fatti per
gli uomini, e quindi le disposizioni necessarie per riceverli non oltrepassano l'umana possibilità.
Ti dico dì più, che l'esperienza ti farà conoscere assai facile ciò che ora ti pare insuperabile.
L'esame? Basta che sia diligente, come sei solito a fare, quando vuoi aggiustare i conti coi tuoi
creditori, ovvero intraprendi qualche altro affare d'importanza. Il dolore? Basta un po' di
considerazione del torto che si fa a Dio col trasgredire i suoi comandi; dei castighi che egli ci ha
minacciati, ed altri siffatti motivi che ci sono suggeriti o dal catechismo, o da qualche libro
divoto. Il proponimonto? {117 [31]} Eh! già s'intende, bisogna che sia efficace e sincero; ma chi
conosce d'aver fatto un passo pericoloso, troverà poi forse tanta difficoltà a concepire il
proposito di non più mettersi a siffatto cimento? Del resto, chi ti ha detto, che dobbiamo far tutto
da noi soli? Non c’entra forse per nulla Iddio? Anzi egli stesso ci previene, e noi pregandolo di
cuore saremo da lui mirabilmente aiutati colla sua grazia. In quanto poi ai piagnistei, ti dirò che
non sono necessarii, e quand'anche tu non versassi una lagrima, non importerebbe, purché
piangesse il cuore. Gli andirivieni, o non li avrai a fare, o ne farai ben pochi, qualora il
confessore possa persuadersi, che vuoi far bene i tuoi affari. Le penitenze in ultimo, che ti darà il
confessore, saranno sempre più leggiere della penitenza che fai già inutilmente pel continuo
rimorso, che ti rode le viscere. Se temi qualche po' di penitenza, che il confessore ti vorrà
imporre, ché sarebbe poi il bruciar nell'inferno per sempre? {118 [32]}
Ton. E dàlli, sempre con quell'inferno ...
Batt. Se ti confessi bene, l'inferno non sarà più aperto per te, ma invece potrai alzare gli
occhi al cielo e dire nel tuo cuore: il paradiso è nuovamente mio. Qual consolazione!
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8/9