Don Bosco – Angelina o degli apennini
Finalmente la nostra Orfanella doveva ella pure abbandonare l'esiglio del mondo per
volare a quella patria celeste che era stato l'oggetto costante del suo cuore e di ogni suo pensiero.
La vita cristiana in ogni tempo tenuta, l'eroico distacco dalle comodità e dalle grandezze della
terra, la pratica costante della pietà, le facevano considerare la morte come un termine sospirato
di cessare dalle pene per entrare al possesso della vera felicità. Sebbene fosse in età di oltre a
settant'anni tuttavia godeva sanità, floridezza invidiabile alla stessa gioventù, sicchè ella avrebbe
forse ancora protratti non poco i suoi giorni, se un doloroso avvenimento non avesse contribuito
a troncarli. Eravamo al principio di questo secolo: gli avvenimenti politici avevano sconvolto
l'Europa intera; e la cattolica religione ne aveva sofferto assai. Le chiese spogliate o {64 [234]}
profanate, i conventi soppressi, i monaci dispersi, le monache cacciate dai chiostri, preti, vescovi
e cardinali perseguitati ed esigliati, lo stesso Sommo Pontefice, Pio VII, deposto dal suo trono,
condotto prigioniero di paese in paese, sono i fatti che ci danno una debole idea dei mali che
opprimevano il mondo l'anno 1810, quando appunto avvenne la morte di Angelina.
Un mattino la nosra Orfanella si recò per tempo in chiesa, fece la sua Confessione e
Comunione con insolito e più fervoroso ringraziamento. Di poi andò a casa e si pose a lavorare
secondo il solito. Ma al mezzo dì il maggiore dei figli di Pietro entra in casa agitato e turbato.
Angelina, le disse, una grande sciagura incoglie il mondo tutto: chi sa che sarà di noi!
- Che? rispose Angelina con tremola voce.
- Il nostro sommo pontefice, il regnante Pio VII, il capo della cristianità, il successore di
S. Pietro, il vicario di G. C. da Savona è stato condotto in Francia, e Dio voglia che {65 [235]}
mentre io parlo egli non sia già morto! - Gran Dio, esclamò Angelina, salvate il vostro
rappresentante sopra la terra. Voi siete sdegnato pei peccati degli uomini, deh! ricevete la povera
vita mia in espiazione di tanta iniquità, ma salvate il capo della Chiesa. – Ciò detto, ella cadde
svenuta e si abbandonò sopra di una sedia. Venne tosto portata a letto, e in fretta si chiamò il
paroco pei conforti della religione. Quando egli giunse, Angelina pareva estinta, ma dopo alcuni
istanti si riebbe alquanto, e aperti gli occhi: Sig. prevosto, disse a stento, aiutatemi... Datemi
l'Olio santo, datemi il crocifisso. Come l'ebbe tra mano: Mio Gesù, disse con parole appena
intelligibili, voi siete nato, vissuto nella povertà, e siete morto nudo in croce. Ho lasciato ogni
cosa per voi ed ora nelle vostre mani raccomando l'anima mia. Baciando quindi il crocifisso fece
un dolce sorriso e in quell'atto l'anima sua volava in seno al Creatore. Così terminava i suoi
giorni l'Orfanella degli Apennini. Ella avrebbe venduto il fatto {66 [236]} suo e datolo in
limosina, come dice il Salvatore; ma giudicò meglio di mettere in pratica l'altro consiglio che
diede pure il nostro Salvatore ad un giovane che prima di porsi alla sua sequela voleva recarsi a
dar sepoltura al defunto suo padre. Lascia, egli disse, che i morti seppelliscano i morti, tu vieni e
seguimi.
Ella fu sempre grandemente contenta del sacrifizio che aveva fatto, abbandonando le
agiatezze del mondo. Se io fossi rimasta in casa, lasciò scritto nelle sue memorie, per vendere le
sostanze che mi spettavano, i miei parenti avrebbero certamente messo incaglio a'miei disegni.
D'altronde il piacere di amministrare cose temporali, le lodi esagerate che suole tributare il
mondo a chi fa qualche opera clamorosa, avrebbero anche potuto farmi cangiar disegno o almeno
diminuitone il merito di assai. - Ho pensato di troncare ogni difficoltà, non badando più a nulla di
quanto era nel mondo e così lasciare che i morti seppellissero i morti. {67 [237]}
Il più bel giorno di mia vita, diceva altrove, fu quello in cui fuggii dalla casa paterna; fu
un atto grave che non consiglio ad altri, ma per me fu il principio della felicità, e posso dire che
d'allora in poi io vissi come in un vero paradiso terrestre. Se i ricchi gustassero la consolazione
che si prova nell'abbandonare le cose del mondo, o nel darle ai poveri per amor di Dio,
certamente i loro cuori non sarebbero più attacccati ai beni della terra. - Sembra che Dio abbia
gradito il sacrifizio che Angelina faceva della sua vita; giacchè poco dopo il Romano Pontefice,
fatto libero di se stesso, partiva da Fontainebleau e ritornava pacificamente sul suo trono a Roma.
Qui, dissemi fra le altre cose infine il paroco, sta sepolta la salma della nostra Orfanella.
Alcune sue allieve o compagne, che vivono ancora, vengono spesso con altre pie giovanette a
pregare presso la tomba di lei; e nel paese è viva e cara la rimembranza di lei, come se testè
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