Don Bosco - Biografie. Confratelli chiamati da Dio alla vita eterna nell'anno 1880
Fornito di sufficiente ingegno e di molto buona volontà di imparare faceva grande
profitto nella scuola che frequentava in paese, benchè con suo grande dispiacere abbia dovuto
presto lasciare quella occupazione per andare coi fratelli a coltivare la campagna. Col crescere
negli anni il nostro Antonio andò ognor crescendo nel timor di Dio, nella pietà, nella modestia,
nell’esercizio della preghiera, nella divozione a Gesù Sacramentato, a Maria SS., a S. Giuseppe,
all’Angelo Custode ed alle anime del Purgatorio, nella frequenza alla chiesa ed ai SS.
Sacramenti, e in tutte quelle opere che dimostrano un’anima timorata del Signore. Fu sua delizia,
appena se ne trovò in grado, il fare la dottrina ai ragazzi, il servire la Messa, la Benedizione, e in
generale prestavasi ad ogni cosa che riguardasse il culto divino. In queste pratiche durò fino ai 26
anni in Ciglione sua patria nè solo nei giorni festivi praticava la chiesa, ma anche sempre nei
giorni feriali.
Siccome lo zelantissimo Parroco aveva introdotto parecchie divozioni speciali, come il
mese di Maria, del Sacro Cuore di Gesù e simili, il nostro Giuliano tuttochè
occupato da mane a sera nei faticosi lavori di campagna si mostrava in questi esercizi quotidiani
assiduo e fervoroso. In tutto l’anno ogni mattina, alzatosi per tempo, prima d’andare a lavorare in
campagna si portava in chiesa a recitare le sue orazioni ed assistere alla s. Messa: alla sera poi
tornato a casa dai lavori, se era tempo del Rosario o della Benedizione, mentre i fratelli e gli altri
giornalieri andavano a cenare egli recavasi tosto in chiesa, che se gli rimaneva qualche po' di
tempo, ritiravasi {11 [15]} prima in camera a cambiarsi la giubba e le scarpe perchè sporche di
polvere e di fango, e a lavarsi le mani e la faccia. Osservandogli talora la madre che questa sua
cura e pulitezza non era necessaria perchè l’oscurità della sera impediva alla gente di osservare le
maechie dell’abito, egli rispondeva con sentimento: Oh cara madre! se all’oscuro le persone non
possono vederle, le vede ben il nostro buon Dio! Era ancora amantissimo della mortificazione e
Dio solo sa quanto l’abbia praticata nascostamente.
Qui accenneremo solo alla sua esattezza nell’os-servare il digiuno ecclesiastico anche
quando attendeva tutto il giorno ai lavori gravi di campagna. In detti giorni quando si portava la
merenda, se a lavorare non vi erano che i suoi fratelli, egli al tempo che gli altri merendavano si
ritirava da parte senza mangiare nulla; e qualora coi fratelli ci fossero stati altri giornalieri
prendeva anche esso un po' di cibo, ma alla sera non cenava più. Amava la ritiratezza ed il
silenzio, eppero quando si trovava in compagnia di altri stava ascoltando quanto dicevano, ma
d’ordinario parlava poco. Nelle ore che aveva libere dalle occupazioni della campagna, se non
era in chiesa, il che avveniva il più delle volte, era in sua camera a leggere buoni libri od a fare
qualche lavoro per casa. Nelle lunghe sere d’inverno, passato qualche po' di tempo cogli altri
soleva ritirarsi nella sua camera a leggere buoni libri od a pregare, attestando la madre che gli si
vedeva a lungo il lume acceso ed in camera non teneva altro che alcuni libri di pietà. Questo suo
amore alla penitenza ed alla ritiratezza non lo rendeva per niente malinconico in se stesso o
rozzo cogli altri; anzi egli era costantemente allegre e talvolta venendo in casa sua alcuni buoni
compagni {12 [16]} a veglia giuocava con essi, si mostrava allegro quando dicevano cose da
ridere ed egli stesso sapeva trovare motti e facezie da tenere allegra la brigata; ma passata una
mezz’ora o tutt’al più un’ora, chiestone permesso si ritirava secondo il solito nella sua camera.
Le notizie fin qui riportate tutte furono somministrate dalla madre e confermate
dall’unanime attestazione dei fratelli. Altre notizie avute da un suo intrinseco amico d’infanzia
sul conto di quest’anima bella ci confermano pienamente quanto abbiamo fin qui detto facendo
soprappiù risaltare il suo abborrimento per le cattive compagnie, che fuggiva anche quando
alcuna gli se ne presentasse nella sua stessa casa, e impegno grandissimo nell’evitare la
conversazione con persone di sesso diverso, per cui assicura non averlo mai veduto parlare con
una di queste. Aggiunge poi che i pochi discorsi che teneva con taluno de' suoi compagni si
raggiravano sempre su cose indifferenti o di divozione. Se fosse ancor tra i viventi il Rev. signor
D. Mariscotti, che fu parroco per trent’anni a Ciglione, oh! quanti lodevoli atti potrebbe narrarci
del caro Giuliano, poichè quando parlava di lui andava come fuori di sè per la gioia d’aver avuto
un parrocchiano sì virtuoso ed esemplare.
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