Don Bosco - Fatti contemporanei esposti in forma di dialogo
L. Lunedì quel mio compagno, invece di andare al lavoro, il passò nei divertimenti; sulla
sera egli era senza danaro; nè avendo più di che pagare quello che aveva mangiato all'osteria,
cercò di rubare un utensile al proprio padrone. Ma il meschino fu sorpreso, condotto in prigione,
{42 [92]} dove se ne starà chi sa fino a quando. Un altro compagno che era pure con noi, ne fece
tante, che fu cacciato di casa, e lunedì, non essendosi recato al lavoro, il padrone non l'ha più
voluto accettare. Ora egli è fuori di casa, privo di lavoro e di danaro, poverino! fra breve temo
che se ne vada a trovar l'altro compagno in prigione.
C. Caro Luigi, io mi sento sensibilmente commosso al considerare la serie dei pericoli
che hai incorso. Ma fàtti coraggio: ringraziamo il Signore che non ti sia avvenuto maggior male;
siamo ancora in tempo per aggiustar tutto.
L. Sarei già venuto altre volte per parlarle, ma io temeva di essere sgridato; ora però
veggo che mi vuole ancora bene, perciò prometto che non l'abbandonerò mai più.
C. Con queste parole tu mi dai grande consolazione. Dal tempo che non ti vidi più, io fui
sempre in pena per te; adesso che ti rivedo, e ti rivedo con queste buone disposizioni; ah! non
posso esprimerti il piacere ch'io provo; lodo il Cielo che in mezzo a si gravi pericoli non ti sia
accaduto maggior male. Altrimenti l'onore, la riputazione, la roba, {43 [93]} l'anima tua! Povero
Luigi, chi sa, dove avrebbero terminato i tuoi mali!
L. Signor Curato, io vorrei confessarmi: io mi sento tali rimorsi di coscienza, che non li
posso acquetare senza confessarmi.
C. Per ora, nè io ne tu abbiam'tempo: altronde non sei punto preparato. La tua
Confessione pero è quasi fatta. Dopo dimani è giorno festivo, vieni e aggiusterai a dovere tutte le
faccende dell'anima tua. Caro Luigi, in questo momento io provo il più gran piacere: Domenica
poi questo medesimo piacere l'avranno gli Angioli tutti del paradiso, i quali, secondo le parole
del Vangelo, faranno festa, perchè tu ritorni a metterti in grazia di Dio.
L. Lo prometto, signor Curato, e in questi due giorni che cosa dovrò fare?
C. Prega il Signor Iddio, acciocchè tu possa prepararti a fare una buona Confessione. Va
a casa, e di'a tua madre, che ha'parlato con me, e che continuerai a venirmi a vedere come prima.
Metti sopra il fuoco ogni libro, ogni giornale, ogni scritto che non ti paia buono; è meglio
che vadano essi sulle {44 [94]} fiamme che andare poi l'anima tua a bruciare eternamente
nell'inferno.
Non va più in quei luoghi, dove c'è pericolo d'incontrare alcuno di quei compagni: se
l'incontri per istrada, non fermarti: un saluto in fretta, e non di più. Qualora poi qualcheduno
volesse trattenersi a parlare, rispondi subito, che hai qualche affare di premura da eseguire, e va
tosto pe'fatti tuoi. Domenica poi ti darò gli avvisi necessari perchè non ti accadano più tali
disgrazie, e ti possa conservare nel santo timor di Dio. Oh, quanto sono contento che tu sii
ritornato! tu certo non comprendi la consolazione che io provo!
L. Signor Curato, egli è stato il padrone ciel mio cuore e dell'anima mia dieci anni. In
questo momento io lo faccio nuovamente padrone del mio cuore e dell'anima, ma per tutta la
vita, e spero di tramandar l'ultimo mio respiro tra le sue braccia.
Intanto domenica di buon mattino sarò qui per fare la mia Confessione.
C. Buon giorno, caro Luigi, ti attendo. Il Signore ti accompagni.
Luigi parte, e per istrada tra sè parla così: Dicano quel che vogliono dei preti, {45 [95]}
ma questo nostro Curato è un galantuomo; sono dieci anni che gli reco disturbo, ed egli mi ha
sempre voluto bene. Ora lo aveva abbandonato di mala grazia, ed egli stesso sa che più volte
aveva anche parlato male di lui; pure egli mi accoglie come se nulla fosse stato, e pare che mi
ami ancor più; questi sono i veri amici. Si conosce proprio, che egli desidera il bene dell'anima
mia; tutti questi giorni che io vissi lontano da lui, il mio cuore non ebbe più pace; e la
contentezza che provo in questo momento, vale più di tutti i piaceri goduti in questi sei mesi.
Domenica, domenica voglio trovarmi per tempo, voglio aprirgli il mio cuore, dirgli tutto, seguire
li suoi consigli e non abbandonarlo mai più.
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