Don Bosco - Il pontificato di San Sisto II e le glorie di San Lorenzo martire
Capo I. Singolare prerogativa del papato - Patria, stadio di s Sisto -
Incontra s. Lorenzo - Viene eletto Pontefice.
Fra le cose che recano maraviglia a chi considera la dignità del sommo Pontefice avvi
certamente quella che qualunque cristiano può divenir Papa. La nostra santa cattolica religione si
estende a tutti i paesi del mondo, e come arca di salute riceve nel suo seno tutti quelli che
vogliono rifugiarsi in essa. Ma questa Chiesa è una madre pietosa che riceve ogni cristiano come
suo figlio, e li considera tutti come teneri oggetti di materno affetto, comandando di riguardarci
tutti come fratelli nel cospetto della religione. Così ogni cristiano può quindi intraprendere la
carriera degli studi, abbracciare lo stato ecclesiastico, divenire {3 [271]} pretti, vescovo,
cardinale ed anche papa, ed a tata dignità possono tutti pervenire, qualunque ne sia la condizione
ed il paese della terra ove eglino ebbero i loro natali.
Non è adunque la gerarchia della Chiesa una delle più belle e popolari istituzioni, anche
considerata sotto all'aspetto politico? Non dovrà essere da noi grandemente amata e venerata una
dignità che è la più sublime sopra la terra, la più grande presso Dio, a cui noi tutti possiamo
pervenire, qualora siano tali i disegni di Dio? Nè queste sono semplici congetture, ma coso di
fatto. Abbiamo già veduto e lo vedremo ognor più nella vita de' sommi Pontefici, che poveri
pescatori, contadini, guardiani di armenti, e semplici operai, nati in paesi assai lontani da Roma,
pure chiamati da Dio acquistarono scienza e virtù necessaria e pervennero alla dignità di
supremo gerarca della Chiesa. La vita di s. Sisto II, di cui imprenderemo a raccontare le azioni,
somministra chiara prova di quanto diciamo.
Egli era nato in Atene, celebre città della Grecia. I suoi parenti erano gentili, ed egli pure
fu educato nel culto degli Dei. Giunto all'età capace, fecesi filosofo, {4 [272]} cioè si pose a
studiare con grande ardore tutte quelle scienze, che sembravano più atte a fargli conoscere la
vera religione. Se non che quanto più meditava le scienze profane, tanto più le trovava mancanti
delle basi necessarie per giungere alla verità. Dio dispose che egli conversasse con cristiani, e si
ponesse a studiare la loro religione. Questo studio congiunto colla grazia del Signore appagò
interamente il suo cuore, e rinunziando alla superstizione degli Dei, ricevette il battesimo, e
divenne fervoroso cristiano. A fine di erudirsi vie maggiormente nella cristiana religione, andò a
Roma, e per mettersi al ripiro dai grandi pericoli che s'incontrano nelle grandi città, entrò ne'
canonici regolari; cioè entrò in una specie di seminario, dove i genitori solevano mettere i loro
figliuoli per farli progredire nella scienza e nella pietà, lungi dai pericoli del mondo.
I suoi grandi progressi nella dottrina e nella virtù lo resero celebre fra tutto il clero di
Roma, e dopo aver percorso i vari gradi della milizia sacerdotale, fu da santo Stefano innalzato
alla dignità di arcidiacono, che corrisponde alla dignità di cardinale arcidiacono, che si può
considerare come la prima dignità dopo il Papa. {5 [273]}
Alcuni scrittori raccontano che s. Sisto fu inviato ad assistere un concilio a nome del
Papa in Toledo, città di Spagna. Mentre ritornava da quel concilio, passò per una città detta
allora Cesaraugusta, ed oggidì Saragozza, ove si trattenne qualche tempo con s. Valerio vescovo
di quella diocesi. Egli udì molto a parlare delle virtù e dello zelo esercitati da un giovane
ecclesiastico. S. Sisto ne fu rapito, e volle vederlo, e considerando il gran bene che il giovane
ministro avrebbe potuto fare nella capitale della cristianità, lo risolse a venir secolui a Roma.
Questo ecclesiastico è s. Lorenzo martire, di cui noi avremo in breve molte cose a raccontare.
(Boll. 10 ag.)
La prudenza, l'erudizione, lo zelo, il coraggio, la carità di s. Sisto erano universalmente
conosciute, e quando s. Stefano fu coronato del martirio, si radunarono i sacri ministri, che noi
chiamiamo i cardinali della Chiesa Romana, e con unanimi applausi elessero s. Sisto a
successore del martirizzato Pontefice.
Questo fatto compievasi l'anno 200 il 24 agosto in giorno di sabato, dopo che la Santa
Sede era stata vacante 22 giorni. (Giacomo in Sisto II.) {6 [274]}
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