Don Bosco - Catechismo cattolico sulle rivoluzioni
Al lettore
I tempi difficili, in cui viviamo, le calunnie, con cui i nemici della luce si adoperano per
coprir la verità, persuadono la necessità di un catechismo, in cui si esponga la dottrina cattolica
sulle rivoluzioni. La qual cosa certamente servirà di norma al cattolico, se mai tali tristi casi
avvenissero, e servirà pure a far comprender a tutti gli uomini di senno, che il cattolicismo non
deve, e non ha mai promosse, né promuoverà giammai le rivoluzioni.
La ragione fondamentale, per cui il cattolicismo non verrà mai a favorire le rivoluzioni,
consiste in ciò, che tutti i cattolici sono vincolati ad un'autorità certa, che è la Chiesa, e questa
Chiesa, appoggiata alle Sacre Scritture, dice a lutti i fedeli: ubbidite alle legittime autorità; chi
resiste all'autorità, resiste a Dio, da cui ogni autorità dipende. E poiché i fedeli devono
uniformarsi a questa sentenza, ne segue che niun buon cattolico sarà partigiano delle rivoluzioni.
È appunto per questo motivo che un dotto pretestante d'oggidì, considerando l'uniformità di
dottrina nella Chiesa Cattolica, giunse a dire: La sola Chiesa Cattolica è la scuola del rispetto
(Guizot). Al contrario il protestantismo lasciando libero {3 [245]} ciascuno d'interpretare la
Bibbia come vuole, in esso l'uomo non ha più alcona autorità che la propria ragione. Il
protestante, se vuole essere conseguente a se stesso, deve dire: L'UNICA MIA AUTORITÀ È
LA MIA RAGIONE.
Quindi via ogni dipendenza religiosa, via ogni convenzione sociale, via ogni ordine, ogni
legge, via ogni autorità: la mia ragione e non altro: la sola forza mi farà ubbidire1. Che anzi: se
venisse a capriccio di uno o più protestanti di fare una congiura, di uccidere un loro superiore,
fosse lo stesso sovrano, potrebbero farlo, purché loro sembri cosa buona. (V. Letture Catt., fasc.
12.)
Noi intanto, mentre raccomandiamo ai cattolici di leggere attentamente questo
catechismo, e di praticarne le massime ivi contenute, vorremmo altresì che servisse a far aprire
gli occhi a tanti miseri sconsigliati, i quali o per malizia o per ignoranza si fanno promotori di
una setta, il protestantismo, la quale, proponendo all'uomo di credere quel che vuole, e di fare
quel che crede2, apre uno spaventoso abisso alla società, e fa lecito ogni disordine, ogni misfatto.
Ce ne scampi Iddio. {4 [246]} {5 [247]} {6 [248]}
1Annales Catholiques de Genève, dècem. 1853.
2Gli Inglesi definiscono il protestantismo: un atto con cui ciascuno crede quel che vuole, e professa quel che crede.
(V. Vatson presso Milner, Cont. Rel., p. 5.)
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