Don Bosco - Una parola da amico all'esercito per Vittorio Marchale
Viva Maria Ausiliatrice!1
Mi faccio animo a publicare la seguente relazione di guarigione straordinaria, direi quasi
miracolosa, che io ottenni ad intercessione di Maria Ausiliatrice. Da nove mesi travagliato da un
malore che aveva aspetto di ossificazione cancrenosa, io giaceva in un letto consumato dal
morbo e da acuti dolori. Una parte del capo e la guancia sinistra era venuta preda del morbo
vorace. Medicine d'ogni genere, valenti medici in particolare ed in consulto erano stati da me
richiesti, ma tutto inutilmente. La cosa in cui i periti dell'arte si accordavano {63 [147]} era
questa: se il male veniva in suppurazione, locchè già si riconosceva inevitabile, sarei morto
istantaneamente, altrimenti avrei dovuto fra breve egualmente soccombere alla violenza del
male. Pertanto, in mezzo ai dolori ed alla tristezza, io vedeva la morte che a grandi passi mi si
andava ogni giorno avvicinando senza speranza di farle ritardare l'arrivo fatale.
In quel tempo per tratto di bontà il sacerdote D. Bosco venne a visitarmi, e dopo aver
intesa la narrazione della malattia mi disse che alcuni si erano raccomandati a MARIA
AUSILIATRICE ed ed avevano ottenuti non ordinarii favori, e mi suggerì di fare una novena a
questa Madre celeste; e se da Maria otterrà la guarigione, mi diceva, porterà poi qualche
oblazione per continuare i lavori della chiesa posta in costruzione in Valdocco, appunto sotto il
nome di Maria Ausiliatrice. Non avendo pin speranza nei mezzi umani, di buon grado mi
appigliai a quel soggerimento, e per nove giorni la mia famiglia, {64 [148]} amici ed io, per
quanto il male me lo permetteva, pregavamo all'uopo di disporre in mio pro' per intercessione
della B. V. la clemenza divina.
L'ultimo giorno della novena il prelodato sacerdote si compiacque di rinnovarmi la sua
visita sempre confortandomi nella speranza di Maria SS., e prima di lasciarmi dopo breve
preghiera mi die' la benedizione e mi soggiunse che al domani avrebbe celebrata la messa per
me.
All' indomani alle sette ed un quarto del mattino si cominciò la messa, da quanto mi
venne narrato, e noi pregavamo in famiglia, ed alle sette e mezzo mi sento un' esacerbazione del
male, e mentre lo spasimo mi faceva temere funeste conseguenze, mi accorgo che comincia una
violenta suppurazione. Il miglioramento comincia subito sensibile ed è perseverante. L'allegrezza
si spande per tutta la famiglia, ed in breve, potrei dire istantaneamente, mi trovai perfettamente
guarito da un malore che a detta dei medici era {65 [149]} incurabile e qualora anche si fosse
trovato metodo di cura, avrebbe richiesti mesi ed anni di dolorosa e difficile convalescenza.
Ora io non solamente sono perfettamente guarito, ma godo di ano stato di salute
tale che anche prima della mia malattia non godeva. Questo favore lo riconosco da Dio, ottenuto
dall'augusta sua Madre sotto il titolo di MARIA AUSILIATRICE.
La prima cosa che feci fu di ringraziare Iddio di un così segnalato favore, e tosto andai a
compiere la mia promessa con una oblazione per il novello tempio che maestoso si va elevando
in questa città nella regione di Valdocco.
Quale omaggio alla verità desidero che la presente relazione sia letta o publicata nel
modo che sembrerà tornare a maggior gloria di Dio e ad onore della Beata Vergine Maria.
Torino, il 29 marzo 1866.
MORELLI GIUSEPPE. {66 [150]} {67 [151]}
[…]
1 Non sappiamo per quali motivi si è voluto contestare l'autenticità di questa relazione, ma noi ti possiamo
assicurare, o lettore, che quanto pubblichiamo non è che la pura verità. È facciamo questa pubblicazione più
volentieri ancora per il desiderio che ci anima di far conoscere a tutti i divoti di Maria SS. quanto questa nostra
buona Madre celeste soccorre i suoi figli anche nelle cose temporali; e che non farà poi dal cielo per salvare l'anime
nostre?
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