Don Bosco - Notizie storiche sul Convento e sul Santuario di Santa Maria delle Grazie presso Nizza Monferrato
{63 [415]} e l'opera non riuscì difficile. Alcuni municipii gli offersero le scuole elementari, altri
gli asili infantili, altri ospedali, tantochè ne conta una ventina di case, dove le Figlie di Maria
Ausiliatrice si adoperano con zelo a promuovere la gloria di Dio ed il bene del prossimo. E ben
sento il dovere di ringraziar Dio, che a quel sant'uomo venisse in mente di mandare le sacre
Figlie a lavorare in questa mia patria, ed a farci partecipi delle sue beneficenze. Io non dubito che
i Nicesi faran loro buona accoglienza, e saranno solleciti di mandar loro le figliuole, perchè siano
cristianamente educate, e con ogni loro potere si adopreranno a far fiorire il pio Istituto.
Ad alcuni de' miei lettori, e lettrici, al sentire che l'Oratorio di S. Francesco di Sales,
eretto in Torino, chiamasi Casa Madre, potrebbe nascere il desiderio di sapere il numero
degl’Istituti già fondati dal benemerito D. Bosco.
Non potendo dilungarmi, appagherò almeno in breve il loro giusto e pio desiderio,
servendomi all'uopo di quanto sta scritto nel Bollettino Salesiano (fascicolo di marzo 1878)
all'articolo: La festa del Dottore s. Francesco di Sales e la prima Conferenza dei Cooperatori in
Roma. {64 [416]} Era dunque il 29 gennaio ultimo scorso, festa patronale di tutti gl'Istituti
Salesiani; e D. Bosco, come Superiore dei medesimi, erasi appositamente portato in Roma per
assistere alla solennità e pronunciarvi un discorso analogo alla circostanza.
Imponente era l'udienza vuoi per il numero come per la qualità dei personaggi più illustri
o per nascita, o per dottrina, o per dignità, o per singolare pietà, sì ecclesiastici che laici. Eravi
presente la Pia Unione dei Cooperatori e Cooperatrici Salesiani; e ne cresceva la magnificenza
l'intervento di due Eminentissimi Porporati, cioè il Cardinale Raffaele Monaco La Valletta,
Vicario di Sua Santità, ed il Cardinale Enea Sbarretti, entrambi zelanti Cooperatori.
Nel conchiudere l'esordio l'egregio Oratore disse che per secondare lo scopo di quella
prima adunanza Egli non farebbe un discorso accademico, non una predica morale, ma un
racconto storico intorno all'origine e ai progressi dei Cooperatori Salesiani.
E qui, meglio delle mie parole, piacciavi sentire la parte più interessante che ce ne dà il
compilatore del succennato periodico.
“Dopo l'esordio, così egli scrive, Don {65 [417]} Bosco passò ad esporre i principii e le
prime opere dei Cooperatori e Cooperatrici Salesiane; accennò il rapido progresso ed i buoni
risultati di quest'Opera protetta e favorita dal Santo Padre Pio Nono, epperò benedetta da Dio1.
Narrò lo stato presente della Salesiana Congregazione; come vada estendendosi in tutte le parti
d'Italia non solo, ma in Francia, e, varcati i limiti dell'Europa, si propaghi ampiamente
nell’America del Sud, ove colla grazia di Dio consolantissimi sono i frutti già ottenuti. In un
punto specialmente l'oratore eccitò nel nobile uditorio la più grande emozione, e il più vivo
interessamento;.e fu quando annunziò che le Chiese e le Case Salesiane aperte sono già in
numero di sessanta, e che in tali Chiese, Collegi ed Ospizi ascendono a ben venti mila i giovani,
tra studenti ed artigiani, ritratti dalla via del male ed educati a virtù cristiane e civili.”
“Ove si accalorò la sua parola fu nel dimostrare lo scopo precipuo dei Cooperatori e
Cooperatrici, e nell’esortarli a {66 [418]} coadiuvare i Salesiani a far fronte e porre un argine
all'irreligione e al mal costume ognora crescenti, che nelle città e paesi travolgono all’eterna
ruina tanta povera ed inesperta gioventù. “Illustri Signori, diss'Egli, i protestanti, gl’increduli, i
settarii di ogni fatta nulla lasciano di intentato a danno dell'incauta gioventù, e come lupi
affamati si aggirano a far scempio degli agnelli di Cristo. Stampe, fotografie, scuole, asili,
collegi, sussidii, promesse, minaccie, calunnie, tutto mettono in opera a fine di pervertire le
tenere anime, strapparle dal seno » materno della Chiesa, adescarle, tirarle » a sè, e gettarle in
braccio a Satana. E quello che più addolora si è che maestri, istitutori, e persino certi genitori
prestano la mano a quest'opera di desolazione. Ora, a spettacolo così straziante ce ne staremo noi
indifferenti e freddi? Non sia mai, o anime cortesi; no, non si avveri che siano più accorti, più
animosi nel fare il male i figli delle tenebre, che non sieno nell’operare il bene i figli della luce.
Laonde ciascuno di noi si faccia guida, maestro, salvatore di fanciulli. Alle arti ingannatrici della
malignità contrapponiamo le industrie amorose della carità nostra: {67 [419]} stampe a stampe,
1 Pio IX era ancora in vita, ma 10 giorni dopo, il 7 febbraio, Roma, l'Italia e tutto il Mondo Cattolico ne piansero
amaramente, la perdita.
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