Don_Bosco-Una_preziosa_parola_ai_figli_ed_alle_figlie


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Don Bosco - Una preziosa parola ai figli ed alle figlie
UNA PREZIOSA PAROLA AI FIGLI ED ALLE FIGLIE.
TORINO
TIP. DELL'ORATORIO DI S. FRANC. DI SALES.
1862. {1 [437]} {2 [438]}
UNA PREZIOSA PAROLA AI FIGLI ED ALLE FIGLIE OSSIA BREVI ED UTILI LEZIONI
CHE POSSONO SERVIRE AD OGNI CLASSE DI PERSONE MA DIRETTE
SPECIALMENTE AI FIGLI ED ALLE FIGLIE1.
[è premesso alle opere dubbie]
INDEX
Ricordo I......................................................................................................................................2
Ricordo II.....................................................................................................................................2
Ricordo III....................................................................................................................................2
Ricordo IV...................................................................................................................................3
Ricordo V.....................................................................................................................................3
Ricordo VI...................................................................................................................................4
Ricordo VII..................................................................................................................................4
Ricordo VIII.................................................................................................................................4
Ricordo IX...................................................................................................................................5
Ricordo X.....................................................................................................................................5
Esempio.......................................................................................................................................5
1Quanto si dirà a' figli, a' quali si indirizza in modo speciale la parola, s'intenderà pur detto alle figlie di qualunque
condizione.
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Venite, filli, audite me:
Timorem Domini docebo vos.
Psal. 33.
Figliuoli, credete a me, che v'amo e vi parlo con un cuor proprio di padre. Io vi amo,
perciò vi raccomando caldamente d'imprimere ben bene nella vostra memoria i seguenti ricordi, i
{3 [439]} quali, se sono necessari sempre, lo sono assai più nei tempi che corrono così pericolosi
per voi.
Ricordo I.
Figliuoli, fuggite l'ozio, fuggite la pigrizia; slimate il tempo, perchè esso è troppo
prezioso. Spendetelo nel farvi del bene per il Paradiso, e così non vi troverete mai pentiti per
averlo speso male o inutilmente. Voi non sapete se verrete vecchi, epperciò se avrete ancora
tempo di procacciarvi delle buone opere per l'Eternità; e poi sta scritto; Adolescens iuxta viam
suam, etiam cum senuerit, non recedet ab ea. Questo vuol dire: che la strada che si è percorsa da
giovane, per l'ordinario si è quella che si percorre anche da vecchio. Beati pertanto quelli che
cominciano a portar per tempo il giogo del Signore ed a seguire i suoi Comandamenti! {4 [440]}
Ricordo II.
Figliuoli, abbiate tutta la premura d'assistere con vera divozione al sacrosanto Sacrifizio
della Messa. Assistetevi ogni qual volta i doveri del vostro stato ve lo permettono. Ricordatevi
che oltre i vostri bisogni, tante povere anime si trovano nel Purgatorio e forse anche dei vostri
parenti e benefattori. Esse soffrono dolori e pene indicibili e aspettano da voi con rassegnazione
ma con immenso desiderio qualche refrigerio, il quale loro si procura sopratutto coll'assistere
divotamente all'Incruento Sacrifizio della santa Messa. Non tralasciate mai le orazioni del
mattino e della sera. Non ditele solamente per costume, ma procurate di recitarle con tutta
l'attenzione e tutto il fervore possibile, schivando, per quanto si può, persone, luoghi e positure,
che eccitano sonno, noia o distrazione. Non dimenticate neppure di fare almeno una volta al
giorno, e, se potete, alla sera, l'esame di coscienza. {5 [441]} Uno dei motivi principali, per cui si
fa poco progresso nella via della salute anche dalle persone di buona volontà, è questo senza
dubbio, perchè non si fa bene l'esame di coscienza e non si discende abbastanza al particolare nei
proponimenti. Pertanto, dopo il sullodato esame, in luogo di stare soltanto sui propositi in
generale, di non voler più commettere peccati ..., si venga allo speciale, e si proponga, mercè la
divina grazia, di non più cadere in questo nè in quest'altro fallo, in quello nè in quel tal altro
difetto, e si fissi proprio il male da correggere, i mezzi da prendere, le occasioni da schivare per
questo fine. Senza di questo non so come si potrà andar avanti nella via della salute e della
propria santificazione. Imprimete adunque bene nella vostra memoria questo importantissimo
ricordo, e poichè si fatica tanto per il corpo materiale, che fra breve avrà da marcire in una fossa,
pascolo dei vermi, non vi rincresca di mettere almeno qualche studio per {6 [442]} salvare
l'anima spirituale ed immortale, che è il fine, per cui fummo da Dio creati e posti su questa terra.
Ricordo III.
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Figliuoli, voi già sapete che per vivere quieti, contenti, ed allegri, fa d'uopo prima di tutto
essere in grazia di Dio. Bisogna però convincerci per tempo che noi abbiamo dei potenti nemici,
i quali tentano continuamente di rapirci questo preziosissimo tesoro della grazia di Dio. Questi
sono il mondo, il demonio e noi stessi, cioè le nostre disordinate passioni. A questi ci è
necessario mover guerra assidua da volerlo a non volerlo. Ma come mai potremo riportar vittoria
colle nostre sole forze? Perciò, oltre le orazioni del mattino e della sera, vi raccomando di
pregare sovente anche lungo la giornata, massime con giaculatorie: vi raccomando di leggere,
quando potete, almeno alcune linee di qualche buon libro. Quando poi v'avviene d'esser {7
[443]} più gagliardamente tentati, deh! allora più che mai ricorrete subito a Dio ed ai Santi col
maggior fervore possibile. Dico subito, e voglio dire, tosto che v'accorgete della tentazione2.
Figliuoli cari, io non parlo qui dell'orazione mentale, ossia della meditazione, nè voglio darvi su
di ciò alcuna regola, rimettendo tutto nelle mani del vostro direttore spirituale, ma vi prego
caldamente di abbracciare per tempo la santa preghiera sì orale che mentale e di non distaccarvi
più da essa fino all'ultimo vostro respiro. I sacri libri ripetono soventi questa massima, ed i Santi
dicono francamente, che chi prega e prega bene si salva, come per l'opposto chi non prega o
prega male si danna. S. Alfonso Maria de' Liquori poi nelle sue Opere Spirituali ha questo
memorabilissimo detto: Si tenga per perduto quel giorno, in cui si lascia l'orazione mentale. {8
[444]}
Ricordo IV.
Figliuoli, imparate di buon'ora a negare la vostra volontà per fare quella dei vostri
genitori e degli altri vostri superiori a cui voi dovete portare speciale amore, rispetto ed
obbedienza in ogni cosa che non sia peccato. Sì, obbedite, ma prontamente, cioè senza smorfie,
ed esattamente, cioè con tutta puntualità. Se aveste a provare qualche ripugnanza nel vostro
cuore, superatela per amor di Dio, ed egli vi compenserà. Dovete ancora sapere, che quanto più
voi siete avanzati in età, tanto maggiore vi stringe l'obbligo di dar buon esempio agli altri.
Ricordatevi sopratutto degli esempi di tutte le virtù che ci ha lasciato Gesù Cristo nella sua vita
mortale, e delle maledizioni fulminate contro i figliuoli protervi e disubbidienti: Maledictus qui
non honorat patrem suum et matrem. Parentibus non obedientes, digni sunt morte. Cioè:
maledetto colui che non onora suo padre e sua madre. I figliuoli {9 [445]} che non obbediscono
ai loro genitori sono degni di morte.
Ricordo V.
Figliuoli, fuggite per carità, fuggite i cattivi compagni. Essi sono la rovina e la peste della
povera gioventù. Pessimi compagni sono per esempio, quelli che bestemmiano, che tengono
discorsi disonesti e scandalosi, che cantano canzoni licenziose, quelli che deridono le pratiche di
religione e parlano male dei preti e del Papa, quelli che stanno lontani dalle chiese, dai santi
Sacramenti, quelli che non santificano bene le feste, che non osservano i digiuni e le vigilie
comandate, che sono dati ai giuochi, alle osterie, ecc. Siccome non si può maneggiar la pece
senza imbrattarsi le mani, così non si può star co' cattivi senza partecipare o presto o tardi della
loro malizia. Se foste già caduti in questo fallo, per pietà ritirate tosto il piede, allontanatevi
presto, e se aveste {10 [446]} già contratto qualche cattivo abito, deh! confessatevi subito e
sradicatelo a qualunque costo co' mezzi che vi suggerirà il vostro confessore. Fuggite pure colla
massima sollecitudine tutte le altre occasioni pericolose come sono i balli, i teatri ed altri simili
2Vedi la nota al fine.
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spettacoli, come pure le conversazioni o famigliarità con persone di sesso diverso, fossero anche
le più pie e le più sante. Sta scritto: chi ama il pericolo, in quello perirà. Qui amat periculum,
peribit in illo. L’esperienza ha fatto in ogni tempo e tanto più fa a' dì nostri che si tocchi con
mano questa grande verità.
Ricordo VI.
Figliuoli cari, eleggetevi un pio, dotto e prudente confessore. Per questo fine pregate
molto Iddio, e quindi mettetevi sotto la sua direzione con ubbidirgli prontamente in tutti i buoni
suggerimenti che egli vi darà. Interrogatelo ne' vostri dubbi, e non fate {11 [447]} penitenze
straordinarie senza il suo consiglio. Onoratelo come il rappresentante di Gesù Cristo, e non
leggete mai nè gazzette, nè libri senza la sua espressa licenza. Questo è un ricordo di somma
importanza, ricordatevelo; perchè ai giorni nostri sotto i più bei titoli si spargono libri e fogli i
più cattivi. Non cangiato poi il vostro padre spirituale, se non per gravi motivi.
Ricordo VII.
Figliuoli cari, fate gran caso delle cose piccole. Schivate quanto potete anche i peccati
veniali avvertiti, come sarebbero quelle parole, quegli alti anche leggeri di superbia, di sdegno,
alcuni detti o modi non del tutto decenti, quelle piccole bugie e via via. E regola infallibile che
chi disprezza le cose piccole, a poco a poco cade nelle grandi. Qui spernit modica, paulatim
decidet. Anzi è questa appunto la rete ordinaria del demonio, di cominciar dapprima ad
allontanar le anime {12 [448]} dal bene, dalle buone pratiche di pietà e di divozione, quindi
indurle a tener in poco conto le cose piccole, i peccati veniali, per strascinarli infine, quasi senza
che se ne accorgano, in peccati mortali. Deh! guardatevi adunque, state bene all'erta, fate gran
caso delle cose piccole, se vi preme di salvar l'anima vostra, tanto più perchè il peccato veniale
offende Dio, ed è per conseguenza il sommo dei mali, dopo il peccato mortale.
Ricordo VIII.
Figliuoli cari, corriamo tempi cattivi. Si sentono ogni giorno massime e dottrine perverse,
perfino contrarie a quel che di più caro e più prezioso noi possiamo avere, voglio dire, contrarie
alla nostra santa fede. Si odono discorsi e nere calunnie contro i ministri del Signore, non
eccettuato il Vicario stesso di Gesù Cristo in terra, il sommo Pontefice; e ciò tutto, affinchè non
venendo più ascoltate colla {13 [449]} debita riverenza le verità da essi predicate, possano gli
empi con maggiore facilità e sicurezza rapirci il preziosissimo, l'inestimabile dono della fede.
Infame e veramente diabolica malizia ...! Perciò, abbiamo ora uno strettissimo bisogno
d'accostarci spesso e bene ai santi Sacramenti della Confessione e della Comunione per
corroborarci e stabilirci sempre di più nella virtù, per non rimaner ingannati, per non cader
vittima delle arti maligne de' nostri più fieri nemici, per liberarci in una parola dalla morte eterna.
Ecco perchè, o figliuoli carissimi, io vi raccomando quanto so e posso di frequentare i santi
Sacramenti, i divini Uffizi, d'ascoltare attentamente e più sovente che potete la parola di Dio con
vera umiltà e perseveranza. Deh! non vogliate esser nel numero di quegli orgogliosi, i quali non
vanno alle prediche, perchè si credono di saperne già abbastanza e di non averne più bisogno, e
per ciò stesso restano accecati e abbandonati da Dio, {14 [450]} il quale resiste a' superbi e dà la
sua grazia agli umili. Deus superbis resistit, humilibus autem dat gratiam. Se vi avvenisse talora
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di essere da costoro disprezzati e scherniti, tenetevelo pure per un grande onore, che tale è di
fatto. Tirate avanti senza tema alcuna; imperciocchè verrà tempo e forse non è lontano in cui
godrete e trionferete della loro confusione ed ignominia. Ride bene chi ride l'ultimo. Il vostro
coraggio e buon esempio sarà eziandio di forte stimolo per altri più deboli a mettersi per la
medesima via a gloria di Dio ed a vostro immenso vantaggio.
Ricordo IX.
Figliuoli cari, sta scritto che la carità è la più sublime di tutte le virtù. Ma invano si
lusinga di amar Dio chi non ama il suo prossimo. Laonde imparate per tempo a perdonare di vero
cuore a chi vi offende. Se non lo meritano i vostri nemici, l'ha meritato e {15 [451]} lo merita
Gesù Cristo per loro. Egli ha pregato dalla Croce pe' suoi crocifissori, ed ha prescritto a noi di
amare i nostri nemici, e di pregare per chi ci calunnia e perseguita. Facciamolo per amor suo,
senz'ascoltare il nostro disordinato amor proprio, che ci vorrebbe tradire. Siate grati e
riconoscenti verso i vostri benefattori. Amate tutti, ma specialmente i poveri peccatori, che
raccomanderete spesso alla Divina misericordia, ed i miserabili a cui porgerete tutto quell’aiuto
che potrete associandovi pure per questo scopo a qualche pia opera, come quella della
Propagazione della Fede, quella della santa Infanzia secondo la vostra età e condizione, sempre
inteso però colla licenza de' vostri superiori. Tenete per certo che quanto di bene farete ai poveri,
lo farete a Gesù Cristo. Amen dico vobis: quamdiu fecistis uni ex fratribus meis minimis mihi
fecistis. {16 [452]}
Ricordo X.
Figliuoli carissimi in Gesù Cristo, siate sinceramente divoti di Maria Santissima.
Eleggetela per vostra madre, pregatela con fervore e perseveranza ad accettarvi per suo figlio.
Siccome fra tante preghiere le è specialmente gradito il Rosario, perciò, per quanto v'è possibile,
recitatene almeno la terza parte ogni giorno e divotamente. Invocatela massime nelle tentazioni e
negli altri vostri bisogni spirituali e temporali. Quoeramus gratiam, et per Mariam quoeramus, ci
dice S. Bernardo. Nihil enim nos Deus habere voluit quod per manus Mariae non transiret.
Cerchiamo grazie e cerchiamole da Maria. Imperocchè Iddio nulla volle farci avere, se non per
mano di Maria. Siate anche particolarmente divoti di S. Giuseppe sposo di Maria, special
protettore de' moribondi; siate divoti del vostro Angelo Custode, e de' santi di cui portate il nome
e protettori della vostra Diocesi e Parrocchia. Onorateli {17 [453]} con mortificazioni e
preghiere principalmente nelle loro novene, coll’accostarvi degnamente ai santi Sacramenti ne'
giorni delle loro feste, e quel che è più collo sforzarvi di seguire i loro esempi; nel che è proprio
riposta la sostanza della vera divozione.
Vi prego per ultimo di leggere frequentemente questi brevi ricordi, sebbene li sapeste già
a memoria, e dire un'Ave Maria per chi li ha scritti.
Io pregherò in modo speciale per tutti coloro che li leggeranno e che procureranno che
siano letti da altri, affinchè tutti possiamo un giorno goderne il frutto nella beata eternità, per il
quale unico fine vennero dettati e messi in luce. Così sia.
Esempio
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Fuga de' cattivi compagni.
Il beato Leonardo da Porto Maurizio ancor giovinetto era andato un {18 [454]} giorno
per alcuni affari co' suoi compagni alla città di Oneglia situata sulla riva del mare, distante da
Porto Maurizio poche miglia, quando per la spiaggia gli si fece incontro il capitano d'un vascello
carico di polvere, ancora in vicinanza di detta città; procurò quel capitano di cattivarsi la
benevolenza di quei semplici fanciulli, con regalar loro polvere e quantità di frutti, ma poi svelò
il fine pessimo che aveva, e realmente tentò di sedurre quegli innocenti. Sorpresi i poveri
fanciulli a sì impensato incontro, e come fuori di sè per trovarsi timidi agnelli alla presenza di
quel feroce lupo, in luogo dove non vi era fuor di Dio, da chi potessero sperar soccorso:
Leonardo, illuminato da Dio, conoscendo fin da quella età tenera, che ne' combattimenti della
castità il miglior mezzo per vincere e mantenersi puro è il fuggire, fatto cenno ai compagni, che
fuggissero, egli il primo, e gli altri seguendo il suo esempio si misero in fuga. Vedutosi deluso il
malvagio capitano del {19 [455]} suo iniquo attentato, tratta fuori la spada si mise a gran corsa
ad inseguirli, ma assistiti dalla Divina grazia, i fanciulli fuggendo con velocità, benchè l'uomo
perfido precipitosamente corresse lor dietro, non li potè raggiungere: sicchè quelli innocenti
senza aver ricevuto alcun danno arrivarono quasi privi di fiato pel violento fuggire nel borgo
della marina di Porto Maurizio, della qual grazia ricevuta di essere scampato egli, ed i compagni
dalle mani di quell'empio capitano, si portò subito il buon giovinetto in chiesa a ringraziare il
Signore, pregandolo a sempre custodirlo in modo che non mai avesse ad offenderlo.
Giovanetti, se mai per disgrazia si accostasse a voi alcuno di questi ministri del diavolo,
che pur sono tanti al mondo, e vi incitasse a mal fare, a commettere qualche peccato, fuggite,
fuggite, se starete anche solo ad udirlo, oimè la vostra innocenza sarà facilmente macchiata, e
perduta. Fuggite per carità i cattivi compagni. {20 [456]}
Avviso. Siano grandemente solleciti i parenti, e chi fa le loro veci, di mandare i loro figli
e le loro figlie a scuola da buoni, pii e virtuosi maestri e maestre, affinchè possano imparare per
tempo i doveri del proprio stato, possano imparare buone massime e studiare la dottrina cristiana.
Invigilino poi insieme ai maestri, affinchè i loro figli adempiscano esattamente a' loro doveri,
come i figli sono dal canto loro in obbligo di studiare e d'essere rispettosi ed obbedienti ai
rispettivi superiori. Crescono i pericoli, aumentiamo noi i nostri sforzi. Guai a quei genitori che
non si curano di dare una buona istruzione a' loro figli! Un gran conto dovranno rendere al
tribunal di Dio, perchè come l'ozio è il padre, così l'ignoranza è la madre di molti vizi. - Leggano
essi pure lo precedenti lezioni e potranno imparare alcun poco per se stessi, onde adempiere ai
loro doveri e per poter educare cristianamente la loro figliuolanza, siccome hanno strettissima
obbligazione di fare, per il qual fine non basta certamente darle buona istruzione, richiedendosi
ancora vigilanza, correzione e sopratutto buon esempio. Ecco al proposito l'aurea sentenza del
massimo dei dottori S. Gerolamo, la quale i genitori tutti dovrebbero scolpir ben bene nella
mente e nel cuore. Mementote vos magis exemplo docere filios quam voce. Ricordatevi, o
genitori, d'insegnare più coll'esempio che colle parole. Lo {21 [457]} stesso dir si deve de'
padroni verso i loro dipendenti.
NOTA. La giaculatoria: Gesù mio, misericordia, recitata con cuor contrito, ha cento
giorni d'Indulgenza anche applicabile alle benedette anime del purgatorio.
Sisto V con sua Bolla Redituri 11 luglio 1587 concede pure cento, giorni d'indulgenza
per ogni volta che salutandosi l'un l'altro si dirà divotamente: Sia lodato Gesù Cristo, e si
risponderà: Sempre sia lodato. - Bellissima pratica che si trova in certi paesi, e da raccomandarsi
ovunque, massime per opera dei parroci e degli altri sacerdoti, dei maestri e delle maestre, ora
specialmente che il Nome Santissimo di Gesù Cristo viene così spesso dagli eretici ed anche dai
cattivi cristiani profanato con orribili bestemmie.
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Pio PP. IX, felicemente regnante, nel giorno 11 agosto dell'anno 1851, alle preghiere del
P. Procurator Generale dei Chierici Regolari Somaschi, ha largito l’Indulgenza di cinquanta
giorni per ogni volta ed in perpetuo a tutti i fedeli, che reciteranno, almeno col cuor contrito, la
seguente giaculatoria (in qualunque idioma, purchè la {22 [458]} versione sia fedele).
Dulcissime Jesu, ne sis mihi Judex, sed Salvator. Dolcissimo Gesù, non siatemi Giudice, ma
Salvatore.
Breve, affettuosa ed acconcia in ispecie ai tempi nostri, è la seguente preghiera tratta
dall'Uffizio proprio della B. Vergine Maria di Oropa.
«O Regina potens, propius res aspice nostras,
«Dicaris populi vita salusque tui.
«O gran Regina, a noi ti volgi pia:
«Vita e salvezza del tuo popol sia.»
VIVA GESÙ! VIVA MARIA!
Se potete regalate di questi libretti con raccomandazione di leggerli attentamente. Iddio vi
benedirà e compenserà largamente. I parenti e superiori li facciano leggere spesso a' loro figli e
subalterni, epperciò ne conservino in casa almeno una copia.
Con approvazione Ecclesiastica. {23 [459]}
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