Don Bosco - Germano l'ebanista o gli efetti di un buon consiglio
Appendice
Ricordi
1. Procurate di vincere quella illusione, che a tutti i giovanetti suol fare la vostra età, di pensar
sempre cioè: che avete ancora da campar molto. Questo è troppo incerto, miei cari figlioli,
quando invece è certo e sicuro che dovete morire, e che, se morite male, siete perduti per sempre.
Siate dunque più solleciti di prepararvi alla morte col tenervi in grazia di Dio, che di qualunque
altra cosa.
2. Se fate qualche poco di bene, il demonio e la vostra accidia vi diranno che è troppo e forse il
mondo vi taccierà di bigottismo e di scrupolosità; ma voi pensate che in morte vi parrà troppo
poco e troppo mal fatto, e vedrete allora come foste ingannati. Sforzatevi di conoscerlo ora.
3. Una delle cose, cui dovrebbero sempre pensare e studiare i giovinetti, si è la {76 [306]}
elezione dello stato. Per loro disgrazia vi pensano poco, e perciò la più parte la sbagliano, si
fanno infelici in vita, e si mettono a gran rischio di essere infelici per tutta la eternità. Voi
pensateci molto, e pregate sempre perchè Dio vi illumini e non la sbaglierete.
4. Due cose vi sono che non si combattono e non si vincono mai troppo, la nostra carne e gli
umani rispetti. Beati voi se vi assueferete a combatterli ed a vincerli nella tenera età!
5. Un poco di ricreazione non sarebbe cattiva, ma è difficile farne la scelta e poi moderarsi. Fale
dunque così: le vostre ricreazioni e tutti i vostri divertimenti fateli sempre approvare dal vostro
confessore, ed anche di questi non ve ne saziate mai; e quando ve ne asterrete per vincervi,
sappiate che avete fatto una gran vincita e un bel guadagno.
6. Fintantochè non andiate volentieri a confessarvi ed a comunicarvi, e finchè non vi piacciano i
libri divoti e i divoti compagni, non crediate di avere ancora una sincera divozione.
7. Quel giovinetto, che non è ancora capace a sopportare una ingiuria senza farne {77 [307]}
vendetta, e che non sa tollerare le riprensioni, anche ingiuste, de' suoi superiori, massime de' suoi
genitori, è ancora troppo indietro nella virtù.
8. Ogni veleno è meno fatale alla gioventù dei libri cattivi. A' giorni nostri sono tanto più da
temersi, quanto sono più frequenti o più mascherati di religione. Se vi è cara la fede, se vi è cara
l'anima, non ne leggete, se prima non vi sono approvati dal confessore o da altre persone di
conosciuta dottrina e di distinta pietà; ma distinta e conosciuta, capitelo bene.
9. Finchè non temete e non schivate le cattive compagnie, non solo dovete credervi in pericolo e
grande; ma temete di esser cattivi voi pure.
10. Gli amici ed i compagni sceglieteli sempre fra i buoni ben conosciuti, e tra questi i migliori;
ed anche nei migliori imitate il buono e l'ottimo, e schivatene i difetti, perchè tutti ne abbiamo.
11. Nel vostro fare non siate ostinati, ma nemmeno siate incostanti. Ho sempre veduto che gli
incostanti, che facilmente variano risoluzione senza gravi motivi che li determinino, fanno
cattiva riuscita in tutto. {78 [308]}
12. Una delle più grandi pazzie d'un cristiano si è quella di aspettar sempre a mettersi sulla buona
strada, dicendo poi, poi, quasi fosse sicuro del tempo avvenire e come se poco importasse il farlo
presto e mettersi in sicuro. Siate dunque voi saggi ed ordinatevi subito come se foste certi che
poi non lo farete più. Confessarvi ogni quindici giorni al più tardi; un poco di meditazione e di
lezione spirituale tutti i giorni; l'esame della coscienza tutte le sere; la visita al Santissimo
Sacramento e alla Madonna; la congregazione; la protesta della buona morte; ma soprattutto una
grande, una tenera, verace e costante devozione a Maria Santissima. Oh! se sapeste che importa
mai questa devozione, non la cambiereste con tutto l'oro del mondo! Abbiatela, e spero che direte
un giorno: Venerunt omnia mihi bona pariter cum illa.
Approvato dalla Revisione Ecclesiastica. {79 [309]}
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