Don Bosco - Eccellentissimo Consigliere di Stato
di giovanetti abbandonati: per tale fu proclamato nel Parlamento Nazionale e nel Senato del
Regno; e per tale in fine lo ebbero le persone dabbene e caritatevoli, che lo giovarono della loro
benevolenza e di copiosi sussidii, tanto che da piccoli principii potè crescere fino a ricoverare un
migliaio di persone, e fondare officine, laboratorii e scuole, dove i più utili ritrovati delle scienze
e delle arti sono comunicati ai figliuoli del popolo, e per essi riversati sulla civil Società.
In conferma di tutto questo viene il fatto che una innumerevole quantità di giovani, di cui
sarei pronto a declinare i nomi, usciti da questo Oratorio coprono oggidì nella Società ufficii più
o meno cospicui sia nei Licei e nelle Università; sia nell’Esercito e nelle pubbliche
Amministrazioni. E mi è grato poter affermare che nessuno di quelli, che si mostrarono docili
allievi di questo Istituto, ne uscì sfornito dei mezzi necessarii a guadagnarsi onorevolmente il
pane, come nessuno vi ha di mia saputa, che nelle sue relazioni e colla Società e col Governo
non si mostri uomo dabbene e buon cittadino; anzi vi hanno esempi di tali che in alcune gravi
contingenze spiegarono atti di vero eroismo.
Venendo alla seconda parte del medesimo Quesito primo, rispendo che lo scopo speciale,
che mi propongo nel mantenere le scuole in questo Oratorio si è di compiere un importante ramo
di educazione e soddisfare ai bisogni ed alle vocazioni molteplici e varie dei giovanetti in esso
ricoverati. Dei quali alcuni, inclinati per natura all’esercizio di certe arti e mestieri più nobili ed
elevati (tipografìa, calcografìa, fonderia, fotografia, stereotipia ecc. ) non {8 [44]} sarebbero in
grado di impararli bene ed esercitarti con frutto se non fossero un poco istruiti nel Latino, nel
Greco, nel Francese, nella Geografia e nell’Aritmetica ecc.
Altri mostrando un ingegno assai sveglio ed una speciale attitudine al culto delle scienze
si credette giovare grandemente alla Società coltivando questi eletti ingegni ed avviandoli alla
carriera delle scienze superiori. Di questi molli e cogli aiuti dell’Istituto o concorrendo ai posti
gratuiti del Collegio delle Provincie, o di altre benefiche istituzioni, poterono pigliare l’iscrizione
nelle Università muniti di tutti i titoli dalla legge richiesti e compiervi ì loro studi, ed ora fanno
buona prova o sulle cattedre o cogli scritti; e qui solo per brevità se ne tace il nome, potendosi
manifestare ad ogni richiesta della pubblica Autorità.
Sonvi poi altri non pochi di casato cospicuo ma caduti in bassa fortuna, i quali non
potendo per ragione di convenienza confondersi con quelli della prima categoria, vengono
avviati ad una carriera più confacente alla loro condizione. Per rispondere alle esigenze di queste
due ultime categorie di alunni si fu nella necessità di dare alle scuole dell’Oratorio la forma
d’insegnamento Ginnasiale. Questo scopo speciale, come si vede, non solo non contraria, ma
adempie vie più lo scopo generale di beneficenza, a cui mira questo Ospizio.
Risposta al 2° Quesito - I giovani dell’Oratorio addetti ad arti o mestieri od a lavori
diversi dell’Istituto sono in numero di 510. Quelli che frequentano le classi del Ginnasio, come
apparisce dalla nota già consegnata, al Sig. Provveditore sono circa 300. È forse superfluo il
notare che in questi numeri vi ha sempre una certa fluttuazione, essendovi quasi ogni settimana
dei giovani che per diversi motivi si allontanano dall’Istituto, ed altri che vi entrano.
Nell’autunno e nell’inverno per ragioni che è facile capire il numero dei ricoverati è maggiore,
mentre diminuisce nei tempi estivi.
Rispetto ai Chierici conviene avvertire due cose: 1° Che nell’Oratorio non c’è un corso
regolare di studi filosofici, ma a que' giovani che occupati nell’Uffizio di assistenti od in altri
lavori dentro l’Istituto, intendono consacrarsi allo stato Ecclesiastico, si dà, nel tempo e nel modo
che la condizione dell’Istituto permette, quell’insegnamento che è necessario a ben assistere nei
laboratorii, dormitomi ecc., a catechizzare i fanciulli, a fare scuole serali di letteratura e di
musica vocale ed istrumentale, ed a compiere altri somiglianti Uffizi necessarii all’Istituto e
richiesti dalla loro vocazione.
2° Che non tutti i Chierici, i quali dimorano presentemente nell’Oratorio o negli altri
Istituti fondati da D. Bosco, uscirono dalle scuole dell’Oratorio di Torino; ma i più furono allievi
di altri Collegi o Seminarii, i quali, desiderosi di associarsi a D. Bosco nelle varie opere di
Beneficenza che ha alle mani, vennero a sottoporsi all’ubbidienza di lui. Il che apparisce chiaro
dalla tavola seguente, colla quale si risponde al proposto Quesito.
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