Don Bosco - Il Giubileo del 1875
delle indulgenze, affinché animati perciò alla vera penitenza, e purgati, pel Sacramento della
riconciliazione, dalle macchie dei peccati, avessero potuto più fiduciosi appressarsi al trono della
grazia, ed essere fatti degni che le loro preghiere venissero benignamente ricevute da Dio.
Questo poi, come altre volte, così specialmente pensammo doversi compiere da Noi in occasione
dell'Ecumenico Vaticano Concilio, affinchè l'opera gravissima, intrapresa per la utilità della
Chiesa universale, colle preghiere parimente di tutta la Chiesa venisse aiutata appresso
l'Altissimo; e quantunque rimanga sospesa, per le calamità dei tempi, la celebrazione dello stesso
Concilio, tuttavia facemmo noto e dichiarammo a bene del popolo fedele, che la Indulgenza da
conseguirsi in forma di Giubileo, promulgata in quella occasione, rimaneva, come rimane
tuttora, in tutta la sua forza, fermezza e vigore. Senonchè proseguendo ancora {8 [194]} il corso
di tristissimi tempi, ecco incominciar l'anno settantesimo quinto dopo il diciottesimo secolo
dell'èra cristiana, l'anno cioè che segna quel sacro spazio di tempo che la santa consuetudine dei
nostri maggiori e le ordinazioni dei Pontefici nostri predecessori consecrarono a celebrare la
solennità dell'universale Giubileo. Con quanto rispetto e religione sia stato praticato l'anno del
Giubileo, quando i tranquilli tempi della Chiesa permisero di celebrarlo con ogni solennità, lo
attestano gli antichi ed i recenti monumenti della storia; imperocchè esso fu sempre riguardato
come l'anno della salutare espiazione di tutto il popolo cristiano, come l'anno della redenzione e
della grazia, della remissione e della indulgenza, nel quale si concorreva da tutto il mondo in
quest'alma nostra città e Sede di Pietro, ed eccitati tutti i fedeli alle opere della pietà, si
offerivano a salute delle anime abbondantissimi aiuti di riconciliazione e di grazia. Qual pia {9
[195]} e santa solennità fu vista dallo stesso nostro secolo, quando cioè, decretato dalla felice
memoria di Papa Leone XII Predecessore Nostro, il Giubileo nell'anno 1825, con tanto fervore
del popolo cristiano fu ricevuto questo beneficio, che lo stesso Pontefice potè rallegrarsi di avere
visto, per tutto quell'anno, un non mai interrotto concorso di pellegrini in questa Città, e di
essersi in essa maravigliosamente manifestato lo splendore della religione, della pietà, della fede,
della carità e di tutte le virtù. Ed oh! fosse pur tale oggi la nostra condizione, e la condizione
delle cose sacre e civili, che ci permettesse di poter felicemente celebrare, secondo l'antico rito e
costume, che serbar solevano i nostri maggiori, quella solennità del massimo Giubileo,. che
ricorrendo nell'anno di questo secolo 1850, ci fu d'uopo di omettere per le luttuose circostanze
dei tempi. Ma quelle gravi cause che allora ci impedirono di intimare il Giubileo, anziché essere
oggi cessate, sonosi {10 [196]} invece, così permettendo Iddio, giornalmente accresciute.
Tuttavia rimirando noi tanti mali che affliggono la Chiesa, tanti sforzi de' suoi nemici diretti a
svellere dagli animi la fede di Cristo, a corrompere la sana dottrina e a propagare il veleno
dell'empietà, tanti scandali che si offrono dovunque ai veraci credenti, la corruttela dei costumi,
che spaziosamente si propaga, e la turpe manomissione dei diritti divini ed umani tanto
ampiamente diffusa, tanto feconda di rovine, e che tende a distruggere nell'animo degli uomini lo
stesso senso del retto; e considerando che in tanta colluvie di mali maggiormente dobbiamo noi
procurare, secondo l'Apostolico nostro dovere, che la fede, la religione e la pietà sia premunita e
si avvivi, che lo spirito della preghiera sia fomentato e si accresca, che i caduti siano eccitati alla
penitenza del cuore e alla emendazione dei costumi, che i peccati, i quali meritarono l'ira di Dio,
siano redenti con sante operazioni;{11 [197]} a conseguire i quali frutti è principalmente diretta
la celebrazione del massimo Giubileo; pensammo non dover noi permettere che in questa
occasione il popolo cristiano fosse privato di questo salutare beneficio, servata quella forma che
è permessa dalla condizione dei tempi, affinché così confortato nello spirito, più alacramente
cammini nelle vie della giustizia, e purgato dalle colpe più facilmente e più ubertosamente
conseguisca la divina propiziazione ed il perdono. Riceva dunque la universa militante Chiesa di
Cristo le nostre voci, colle quali intimiamo, annunciamo e promulghiamo per tutto intero il
prossimo anno 9875 l'universale e massimo Giubileo, per causa ed in riguardo del quale
sospendendo e dichiarando sospesa a beneplacito Nostro e di questa Sede Apostolica la
indulgenza di sopra memorata, concessa in forma di Giubileo per occasione del Vaticano
Concilio, apriamo in tutta la sua ampiezza quel celeste tesoro, che {12 [198]} formato dai meriti,
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