Don Bosco - Vita infelice di un novello apostata
continuando voi sulla strada della perdizione sino alla morte, forse che essi andranno poi a
liberarvi dall'inferno? E poi non sapete, che chi arrossisce di comparir cristiano, e confessar Gesù
Cristo avanti gli uomini, sarà da lui rigettato, e arrossirà di riconoscerlo dinanzi al suo celeste
Padre? Eh! che le dicerie del mondo guasto e corrotto sono uno spauracchio da non farne caso
più che dei latrati di un cane, il quale, stanco di abbaiare, tace. Lasciate dunque, che chiunque
vuol dileggiarvi, vi dileggi finché vuole, che poi alla finfine cesserà, pensando {38 [218]} per
altra parte, che chi è perseguitato per la giustizia, è veramente felice e beato, al dir del Vangelo, e
che prima di tutti, e più di tutti fu perseguitato lo stesso Gesù C.
Ap. Ditemi ora ciò, che pensate del giuramento, cui mi obbligarono i ministri protestanti
nell'atto, che mi ricevettero nella lor setta. Forsechè esso non è obbligatorio in coscienza? tanto
più, che ne ricevetti un pegno? E se è così, come posso io mai violarlo senza mancar ad un si
grave atto religioso?
Am. Tenete per fermo, o mio caro, essere massima inconcussa presso i Teologi moralisti,
che il giuramento non può mai essere un vincolo d'iniquità, onde è, che non obbliga, quando
porta all'offesa di Dio. Ora, come può tenere il giuramento di non più rientrare nella vera
religione Cattolica? Fareste dunque male, assai male, se voleste osservarlo. Quanto al pegno, che
ne riceveste, se vi siete obbligato a restituirlo, in caso che abiuraste la setta, in cui vi ascriveste,
restituitelo, se potete senza incorrere danni gravi; altrimenti, essendo un prezzo d'iniquità, io vi
consiglierei ad impiegarlo in opere pie a pro dei poveri. Avete ancor altro? {39 [219]}
Ap. Mi resterebbe la difficoltà delle penitenze, a cui forse la Chiesa mi assoggetterebbe
per l'affronto e grave ingiuria, che le recai abbandonandola; massimamente se queste dovessero
farsi in pubblico; oh! allora che vergogna per me, ove lo sapessero, e mi vedessero gli stessi miei
compagni, che sto per lasciar per sempre!
Am. Eh! non temete, poiché la Chiesa è una madre benignissima, la quale, se punisce,
come è giusto, la diserzione de'suoi figli, lo fa sempre con tutta quella moderazione, che ne
suggeriscono le circostanze. Quindi il prelato, che avrà la consolazione di ricevere la vostra
abiura, e darvi l'assoluzione delle vostre colpe non vi prescriverà cose, che vi apportino eccessiva
confusione, e ciò che v'imporrà, sarà priucipalmente diretto a riparare lo scandalo, di cui foste
sgraziatamente cagione. E non è ciò più che giusto, e conveniente?
Ap. In appresso non potrò più né frequentare i protestanti, né leggere i loro scritti, e libri?
Am. Anzi fin d'ora dovete protestare di tenervi lontano mai sempre da tali compagnie, e
letture, altrimenti quella buona {40 [220]} volontà, che concepiste per grazia di Dio di
ravvedervi, svanirà, e voi sarete da principio.
Ap. Per ora è impossibile, poiché, come ben sapete, io sono aggiustato da garzone in quel
negozio mercantile, in cui vari vi sono che professano la setta dei Valdesi, e questo
aggiustamento è ancora durevole per un anno intiero, dopo il quale appunto intendo di
ritirarmene, e recarmi altrove, ove non siano tali compagnie, ed allora potrò liberamente
rinunziare a tutto, e pensare a me ...
Am. E per questi terreni motivi volete voi differire la vostra conversione a Dio?
Ap. E che cosa dovrò dunque faro, se è dapprima necessario allontanarsi dai pericoli?
Am. Se non potete assolutamente subito disimpegnarvi da quell'impiego; pazienza: ma
quello che dovete praticare senza indugio si è, che tosto eseguiate il proponimento di ritornare
alla Cattolica Chiesa, e poi trattenetevi quanto meno potete in quelle occasioni, e Dio vi aiuterà.
Io però vi consiglierei di dar un taglio a tutto ciò a qualunque costo per assicurarvi di non
ricadere.
Ap. È presto detto il dar un taglio a {41 [221]} tutto; ma ahi! quanto dee riuscire
doloroso! V'assicuro, che non avendo mai ancora confidato questa mia determinazione a nessun
altro, che a voi, mi fa tremare al solo pensar di dovermi presentare a mio zio per significargliela,
avendomi esso sgridato tanto, quando intese la mia diserzione. Per altra parte dove troverò
nuovamente un impiego così lucroso, come quello, che or dovrei abbandonare?
Am. Lo stesso vostro signor zio, che è un ecclesiastico stimato ed amato da tutti, dopo
d'avervi ascoltato colla solita sua bontà, e d'essersi secovoi rallegrato vivamente della vostra
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