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Titolo n otiziario
Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana
Pubblicazione del Dicastero per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane
C arissimi
Salesiani
ed amici della
missione salesiana,
in quasi tutte le
case di formazione
che ho visitato, ho
ricevuto questa do-
manda: “è possibi-
le un impegno mis-
sionario tempora-
neo - limitato nel
tempo?”. Mentre l’invio dei sacerdoti
diocesani fidei donum a partire da Pio
XII (1957) presuppone una convenzione
temporanea, nella tradizione salesiana
un impegno missionario temporaneo è
previsto solo in casi eccezionali, come
quando: (1) un ispettore vuole facilitare
il discernimento di un confratello, in-
viandolo per 1-2 anni nelle missioni per
verificare la sua vocazione missionaria;
(2) un confratello d’età avanzata vor-
rebbe partire per tutta la vita, però non
è sicuro di se stesso; (3) c’é un bisogno
di compiti specifici ed urgenti nelle mis-
sioni (campo di formazione o docenza,
opere specifiche che necessitano uno
specialista, etc). In questi casi si firma
una convenzione tra i due Ispettori
(Regolamenti 151).
Mentre il volontariato missionario è un
impegno per alcuni anni, la vocazione
missionaria esplicita è un dono di sé ad
gentes - ad exteros - ad vitam. Per
essere un missionario salesiano - educa-
tore e pastore in un’altra cultura ci vuo-
le, senz’altro, un impegno per tutta la
vita, perché il cammino d'inculturazione
non si conclude in pochi anni; è un im-
pegno per tutta la vita.
Preghiamo per i nuovi missionari duran-
te il corso di preparazione, dal 4 set-
tembre, in vista della 144ma spedizione
missionaria salesiana il prossimo 29 Set-
tembre!
D. Václav Klement, SDB
Consigliere per le Missioni
Con gente semplice ho imparato
a vedere come Dio agisce nella nostra realtà.
L e presentazioni durante il Corso per Nuovi Missionari a Roma e
Piemonte, con le tematiche legate alla cultura, mi avevano cre-
ato il giusto atteggiamento verso altre culture e nuove realtà.
Così quando sono arrivato in Guatemala, mi sono messo in ascolto,
perché è molto facile giudicare, con i criteri che ci portiamo dietro,
cercando di vedere l’opera che Dio aveva compiuto in questa parte del
mondo. Così ho imparato a dare uno sguardo della fede che sa guarda-
re oltre il dato meramente empirico ma che si apre alle potenzialità
immense inscritte in quella realtà. Con apertura, parlando con molta
gente, stando a contatto con la loro realtà, ho iniziato a crescere
come sacerdote e come salesiano.
Mi successe di parlare con un ragazzo di 15 anni che andava a scuola e
che, per questo, stava bene economicamente. Le cose che mi disse
furono delle vere docce fredde: “In Europa sprecate soldi per cose su-
perflue quando noi con quei soldi potremmo studiare. Io sono fortuna-
to perché a casa ho cibo e qualcuno che pensa a me, ma non potrò stu-
diare informatica all'università perché a casa non abbiamo abbastanza
soldi.” Ha poi continuato: “... Ho sentito che da voi il mais lo date agli
animali; invece, da noi è l'alimento principale, nonché unico e per
molti è anche una fortuna averlo nei tre pasti quotidiani... Qui molti
ragazzi muoiono di fame e preferiscono morire che vivere così! ... Dite
che in Europa c’è la crisi. Ma non è forse che in realtà voi avete troppo
ed ora che vi tocca ridimensionare i consumi vi sembra una cosa incre-
dibile?”
Ma qui ho conosciuto anche gente che, nonostante la situazione diffi-
cile, sa costruire un mondo migliore. Mi colpì una signora che prese in
casa sua un bambino che i genitori avevano abbandonato e lo sta cre-
scendo proprio come fosse suo figlio. Mi disse: “Mio marito mi ha ab-
bandonato undici anni fa con due figli. Non ho idea di dove sia o di co-
sa stia facendo. Ho provato cosa significhi essere rifiutato da chi ti do-
vrebbe amare, e quando la vicina di casa mi ha chiesto di occuparmi di
lui, perché stavano partendo per gli Stati Uniti e non potevano portar-
selo con se, non ho dubitato nemmeno un istante.” È un esempio di
una donna che sa condividere nonostante non abbia molto, e che non
ha chiuso il cuore all’amore nonostante le ferite ricevute.
Grazie al Corso per Nuovi Missionari ho saputo lasciarmi meravigliare
da quello che avevo attorno, e cosi
ho imparato a vedere con gli occhi
della fede che Dio agisce in questa
cultura e realtà. Sono davvero feli-
ce del dono di Dio che mi ha fatto
capire quanto sia importante il no-
stro ministero e quanto sia grande il
dono che Lui mi ha fatto chiaman-
domi ad essere missionario!
D. Giampiero De Nardi
italiano, missionario in Guatemala