Non scambierò mai la gioia che sperimento nell’annunciare Cristo!
S ono nato al nord della Slovacchia vicino la frontiera con la Polonia in una famiglia mol-
to religiosa. Da giovane ero molto sportivo e mi piaceva molto la pesistica. Ero il
campione del mio Paese! Facevo parte di un gruppo di campioni del mio Paese. Un
giorno un amico, che faceva parte anche di questo gruppo, mi presentò un uomo, un
professore di matematica e fisica del liceo che non poteva lavorare pubblicamente come
docente perché era perseguito per la sua fede da parte dell’allora regime comunista che
governava il Paese.
Viveva nella città dove io frequentavo il liceo. Andavo a trovarlo spesso. Lo chiamavamo
“padrino”. Ci incontravamo e leggevamo la Bibbia, ci insegnava come fare le meditazioni, ci
parlava della sua vita, del suo lavoro, del senso della vita, di Dio. Ci invitava presso alcuni
rifugi in montagna per esercizi spirituali, ritiri e passeggiate, ma non si era mai presentato
come un sacerdote o salesiano. Il professore mi ha aiutato molto a scoprire la mia vocazione
cristiana, salesiana, sacerdotale e missionaria.
Una volta ha invitato un missionario dalll’Ecuador - D.
Jan Sutka - suo compagno nel liceo salesiano prima del
comunismo. Non avevo mai incontrato un missionario. Per la prima volta ho senti-
to parlare del popolo Shuar e della sua cultura. Questo incontro ha segnato l’ini-
zio della mia vocazione missionaria!
Dopo il liceo ho cominciato gli studi in veterinaria all'Università, ma ave-
vo problemi con lo studio perché praticavo molto la pesistica. Fortunatamente
partecipavo agli incontri di un gruppo di studenti universitari il cui leader era un
salesiano cooperatore. Tramite lui ho conosciuto i Salesiani Cooperatori e special-
mente i Salesiani. Nella loro casa andavo per le preghiere, le meditazioni, le confessioni, lo studio delle vite dei santi,
di filosofia, di teología, e per fare apostolato con i ragazzi.
Dopo gli studi e un anno di servizio militare ho lavorato come veterinario e presso un ufficio postale. Ma poi,
nel 1988, ho deciso di diventare salesiano seguendo tutte le tappe della formazione nel mio Paese. Dopo l’ordinazione
sono stato incaricato dell’Oratorio e poi cappellano nella parrocchia salesiana di Bratislava.
Sono missionario in Ecuador dal 2005. Nei primi 4 anni lavoravo nella periferia della zona amazonica ecuadoria-
na. Adesso mi trovo a Taisha. La nostra comunità è composta da 3 salesiani e un volontario laico e ci prendiamo cura di
32 comunità Shuar. La zona affidata a me è nella foresta ecuatoriana dove non ci sono ne strade né sentieri ma molti
fiumi e la foresta. Si viaggia solo con la motobarca, con il cavallo o a piedi. Ogni settimana devo preparare la
motobarca, la benzina, il bagaglio e tutto ciò che occorre per il lavoro pastorale. La vita è dura ma non scambierò mai
la gioia che sperimento nel mio cuore nel condividere Cristo con il popolo Shuar!
D.Anton Odrobiňák
slovacco, misionario in Ecuador
Testimonianza di santità missionaria salesiana
Il Servo di Dio Don Andrea Majcen (1904-1909), missionario in Cina e nel
Vietnam, così pregava facendosi il segno della croce con l’acqua benedetta:
“Svestimi, Signore, dell’uomo vecchio e rivestimi dell’uomo nuovo, creato
nella giustizia e santità”. Ha pregato così come novizio, come sacerdote,
come missionario, quando ha festeggiato la messa d’oro.
Intenzione Missionaria Salesiana
Per la cura pastorale delle famiglie in Interamerica
Perché le Ispettorie abbiano il coraggio di lanciare nuove iniziative per raggiungere
soprattutto i giovani che provengono dalle famiglie disgregate e disfunzionali.
Ci sono tanti giovani nei Paesi della regione Interamerica che provengono da famiglie disgre-
gate e disfunzionali. Si tratta di un fenomeno che accade troppo spesso sia nei Paesi più po-
veri che in quelli più ricchi come il Canada e gli Stati Uniti. Ci sono migliaia di giovani non
accompagnati, alcuni nemmeno adolescenti, dal Centro America che viaggiano da soli per
attraversare il Messico e tentano di attraversare il difficile e pericoloso confine verso gli
Stati Uniti. Questi giovani poveri e abbandonati sono una chiamata profetica e straziante per ogni salesiano e Ispettoria
nella Regione a lanciare nuove iniziative a loro favore.