Tutte le Ispettorie Mandano e Ricevono!
Uno sguardo rapido alla lista dei membri della 140º spedizione missionaria
salesiana mostra che la maggior parte dei missionari provengono da paesi che
una volta erano considerate «terre di missione». Un venezuelano viene inviato in
Medio Oriente, mentre due vietnamiti vengono inviati in Venezuela, un cubano
viene inviato in Argentina, mentre un confratello spagnolo viene inviato in Cuba,
uno slovacco, viene inviato in Kenya, mentre due keniani sono inviati in Sudan e
in Papua Nuova Guinea. Non è una sorpresa se uno si meraviglia e chiede se
non sarebbe meglio, e forse pastoralmente più efficace, se questi Salesiani
fossero rimasti nelle loro proprie Ispettorie dove c'è già una carenza di
personale?
Come risposta, sarebbe utile ricordare che nella Chiesa primitiva, Gerusalemme
era il centro della cristianità, mentre i popoli circostanti erano i «gentili». Ma poi il
centro gradualmente viene spostato verso l'Europa cristiana, mentre il resto del
mondo, «le nazioni pagane», erano considerate l'oggetto della missione. In questo modo, l'attività missionaria fu un movimento unidirezionale verso
i «paesi di missione». Inoltre, sarebbe utile ricordare che, durante il Vaticano II i Padri conciliari hanno faticato per togliere l'idea che la missione è
una attività riservata ad un gruppo speciale nella Chiesa. È per questo che nella Lumen Gentium la Chiesa vede se stessa come il popolo
pellegrinante di Dio destinata a tutti gli angoli della terra (Lumen Gentium 9-17). La fonte e il fondamento della sua missione è la Trinità che ha
inviato il Figlio per salvare l'umanità dal peccato. Gesù Cristo, a sua volta, ha dato il mandato a tutta la Chiesa (Ad Gentes 5) di annunciare la
Parola e di stabilire la Chiesa tra i popoli che non hanno ancora sentito il Vangelo (Ad Gentes 6). Siccome Cristo è «la luce di tutte le genti» (Lumen
Gentium, 1) la sua Chiesa è, quindi, sacramento universale di salvezza. È in questa luce che noi comprendiamo l'affermazione del Concilio che «la
Chiesa pellegrinante è missionaria per sua stessa natura» (Ad Gentes, 2). È anche importante notare che già il Concilio Vaticano II ha utilizzato il
termine missione parlando di quelle chiese «fondate da tempo», ma «che sono in un certo stato di regressione o di debolezza» (Ad Gentes, 19).
Giovanni Paolo II ha insistito che il concetto di comunione sta «al centro dell’auto-comprensione della Chiesa». Missione e comunione sono, quindi,
essenziali per la nostra corretta comprensione del mistero della Chiesa. Allora, risulta chiaro che ogni Chiesa locale, anche quelle di recente
fondazione, in quanto membra di una comunione di Chiese, è responsabile nell'inviare missionari ad aiutare un'altra Chiesa locale in una varietà di
bisogni. In questa luce la missione non è più solo un movimento verso «le terre di missione». Si tratta, ora, di un movimento multi-direzionale,
perché la missione si svolge ovunque un cristiano attraversa una frontiera umana per rispondere ad un bisogno. Allo stesso modo, ogni ispettoria
Salesiana, ricca o povera di personale o di risorse, è co-responsabile nelle iniziative missionarie di tutta la Congregazione salesiana. Tutte le
ispettorie, perciò, mandano e ricevono! È per questo che i missionari di oggi provengono da e anche sono inviati in Africa, Asia, America ed Europa.
Forse questo è un qualcosa che noi salesiani stiamo appena cominciando a vedere, ma, in realtà, è già una cosa che succede da tempo in molte
diocesi e congregazioni religiose. Non è forse che alcune Ispettorie o confratelli preferiscono essere solo «ricevitori» o semplicemente «mittente» e
non nel mandare e ricevere allo stesso tempo? Eppure, questo è ciò che significa realmente essere un membro della Chiesa missionaria, che è una
Chiesa di comunione!
In realtà quando mandiamo e riceviamo ci arricchiamo vicendevolmente. Una Chiesa locale o Ispettoria multiculturale è in grado di guardare oltre le
proprie preoccupazioni e comprendere meglio le esigenze dei migranti, dei rifugiati, degli emarginati, nonché promuovere efficacemente il dialogo e
le relazioni interculturali necessari nella nostra società globalizzata e multiculturale di oggi. L'inculturazione è certamente indispensabile, ma se le
nostre comunità diventano mono-culturale, questa porta anche il rischio di ridurre una Ispettoria o una Chiesa locale ad una enclave etnica incapace
di vedere oltre i confini del proprio mondo culturale. Perciò, un certo grado di internazionalità tra i confratelli di ogni comunità arricchisce tutta
l’Ispettoria. Questo, a sua volta, facilita effettivamente l'inculturazione, perché la gente locale ha una prospettiva della propria cultura che gli stranieri
non hanno, ma gli stranieri potrebbero offrire anche prospettive della cultura non percepite dalla gente del posto. Questo movimento multi-
direzionale dei missionari salesiani, allora, arricchisce tutta la Congregazione. È alla luce di questa prospettiva che inviamo come missionari solo i
migliore confratelli, perché il sacrificio di preziose risorse umane dalla parte di una Ispettoria, in ultima analisi, arricchisce tutta la Congregazione.
Alfred Maravilla, SDB
Ricordi ai Missionari (11 Novembre 1875)
1. Cercate anime, ma non danari né onori, né dignità.
5. Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la
benevolenza degli uomini.
9. Fuggite l’ozio e le quistioni. Gran sobrietà nei cibi, nelle bevande e nel riposo.
18. Per coltivare la vocazione ecclca insinuate 1º amore alla castità, 2º orrore al vizio opposto, 3º separazione dai discoli, 4º
comunione frequente, 5º carità con segni di amorevolezza e benevolenza speciale.
20. Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo - Amen.
(per il testo integrale vedi: http://sdl.sdb.org/gsdl/cgi-bin/library?a=p&p=home&l=it&nl=1)
intenzione missionaria salesiana novembre 2009
«Perché i Salesiani che vivono nei paesi di maggioranza musulmana possano suscitare con loro
testimonianza di vita molte nuove e sante vocazioni alla vita consacrata salesiana »
Ringraziamo il Signore specialmente per le prime vocazione salesiane dell’Indonesia, Pakistan, Sudan e
Azerbajdzan ed altre regioni a maggioranza musulmana che accolgono il dono della vocazione salesiana.
Cresciuti nella fede e nella vocazione nelle Chiese di diaspora possono essere i migliori apostoli tra i giovani di
questi ambienti anche come missionari ad gentes – ad extra.
per l'intenzione generale e missionaria del Papa vedi www.sdb.org
per i suggerimenti e contributi: cagliero11@gmail.com