CAPITOLO OTTAVO
IL POSTNOVIZIATO
8.1 NATURA E SCOPO
396.“La prima professione apre un periodo di vita consacrata durante il quale il confratello, sostenuto dalla comunità e da una guida spirituale, completa il processo di maturazione in vista della professione perpetua e sviluppa, come salesiano laico o aspirante al sacerdozio, i diversi aspetti della sua vocazione”1.
Come primo tempo di questo periodo della professione temporanea, il postnoviziato è “una fase di maturazione religiosa che continua l’esperienza formativa del noviziato”, evitando un brusco cambiamento di stile di vita e una caduta di tensione nella crescita vocazionale, “e prepara il tirocinio”2.
È un momento delicato e importante. Il confratello, vivendo con gioia e fedeltà gli impegni presi con la prima professione, si radica nella identità salesiana mediante l’interiorizzazione e l’approfondimento dei suoi diversi aspetti.
Le Costituzioni stabiliscono che egli sia aiutato ad “integrare progressivamente fede, cultura e vita” attraverso “l’approfondimento della vita di fede e dello spirito di Don Bosco e un’adeguata preparazione filosofica, pedagogica e catechistica in dialogo con la cultura”3.
397.In questa fase il confratello è chiamato a maturare:
– nell’identità personale, integrando la sua crescita umana con la sequela di Cristo;
– nella fede, mediante una progressiva comprensione di essa, soprattutto attraverso la riflessione e lo studio;
– nella vocazione salesiana, attraverso un’adeguata preparazione pedagogica e catechistica, teorica e pratica, centrata su Don Bosco educatore e sul Sistema Preventivo;
– nella competenza intellettuale-culturale-professionale, ricevendo una introduzione fondamentale nell’ambito della conoscenza dell’uomo, del mondo, e di Dio, attraverso le scienze filosofichee le scienze dell’educazione;
– nella progressiva partecipazione alla missione salesiana, prendendo parte ad alcune esperienze apostoliche significative e venendo in contatto con la realtà dei giovani e della società.
8.2 L’ESPERIENZA FORMATIVA
398.L’impegno assunto con la professione religiosa si traduce nel vivere autenticamente i valori della vocazione, nell’aderirvi quotidianamente, approfondendone la comprensione e scoprendo la loro unità e organicità.
Le dimensioni della formazione vengono integrate e armonizzate in una sintesi, ispirata dal principio unificatore del carisma salesiano.
Poiché salesiani chierici e laici partecipano dell’unica vocazione, la formazione del postnoviziato prevede “un curricolo di livello paritario”4, anche se può essere diverso il programma di studi, dato che i chierici devono ottemperare alle disposizioni della Chiesa in vista della preparazione al presbiterato.
8.2.1 La dimensione umana
399.Il postnoviziato è un tempo in cui il confratello cura nel concreto l’integrazione della sua personalità con gli elementi della vita consacrata salesiana.
Egli colloca il processo della sua maturazione personale nel flusso quotidiano di vita della comunità, integrando il senso di libertà e di responsabilità personale con il senso di appartenenza alla comunità e al progetto comune. Quindi coltiva la serenità d’animo, si presta per i servizi domestici, accetta tutti incondizionatamente e dà il suo contributo per l’animazione.
Nella comunità vive con regolarità nel compimento del proprio dovere, nell’impegno di studio, coltivando il senso della disciplina, la comunicazione, il dialogo e il confronto, la programmazione del proprio tempo, l’uso saggio dei mezzi di comunicazione sociale.
8.2.2 La dimensione spirituale
400.Il postnovizio, sostenuto dalla direzione spirituale, frequente e sistematica, mira ad approfondire la propria vocazione mediante l’esperienza vissuta, la riflessione e l’assimilazione dei valori salesiani.
Allo stesso tempo, cresce nella comprensione delle diverse espressioni della vocazione salesiana e della vocazione laicale.
Si impegna in una pratica personalizzata e convinta della preghiera, approfondendo e interiorizzando la metodologia imparata nel noviziato. Partecipa attivamente alle celebrazioni e ai ritmi di preghiera della comunità. Cura i tempi privilegiati di rinnovamento interiore: Avvento e Natale, Quaresima e Pasqua, ritiri mensili ed esercizi spirituali.
Coltiva la presenza di Dio nella vita ed esperienza giornaliera, sviluppando uno spirito di laboriosità e di fortezza attraverso l’ascesi del lavoro intellettuale serio e costante, del lavoro manuale eseguito con dedizione e sacrificio, dell’esercizio della missione umile e senza ricerca di comodità, e del servizio costante in comunità.
Impara ad integrare fede e cultura, spiritualità e visione critica, sperimentando concretamente come la pratica gioiosa della fede e dei consigli evangelici aiuti a sviluppare a fondo la sua umanità.
8.2.3 La dimensione intellettuale
401.La formazione intellettuale, vista nell’unità del processo formativo, è l’aspetto che caratterizza questa fase, con l’obiettivo di un’integrazione culturale e religiosa che risponda alle esigenze fondamentali dell’identità salesiana.
Perciò, di fronte alle domande della cultura odierna e della missione salesiana, il postnoviziato offre un programma originale che armonizza le discipline filosofiche con le scienze dell’uomo e dell’educazione in una sintesi aperta alle proposte della fede.
Nell’impostazione degli studi viene curata in modo speciale l’inculturazione nella prospettiva e nei contenuti, prestando particolare attenzione allo studio degli scritti, delle tradizioni, dell’antropologia, e della storia del popolo e scoprendo in esse autentici valori culturali come la religiosità, il senso di Dio, l’ospitalità, l’amore alla vita, e la solidarietà.
Attraverso questo cammino intellettuale il confratello acquista un quadro mentale chiaro e coerente con le sue scelte, che gli permette di avere una visione di vita personale, solida e aperta. Si abilita a un serio rapporto con la cultura, con il mondo giovanile, coi problemi educativi, con la visione cristiana. Coglie il gusto per un serio lavoro intellettuale, consolida il metodo di studio e acquista capacità di riflessione, oggettività nel giudizio e senso critico.
8.2.3.1 Gli studi
402.L’impostazione degli studi del postnoviziato – secondo il nostro diritto – prevede “un’adeguata preparazione filosofica, pedagogica e catechistica in dialogo con la cultura”5 e una “iniziazione teologica”6. “Si può anche incominciare o continuare la formazione tecnico-scientifica o professionale in vista di una qualificazione specifica”7.
8.2.3.1.1Le scienze filosofiche
403.Lo studio della filosofia deve condurre il salesiano ad una solida e coerente conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio8.
Essa è indispensabile per educare la capacità di giudizio nei confronti dei problemi più acuti, sia teoretici che esistenziali, della persona umana, per capire la cultura attuale e per avviare un dialogo con l’uomo contemporaneo in vista di un efficace annuncio del Vangelo.
Data dunque l’importanza di un serio e specifico approccio alla filosofia, non sembra conveniente optare per un ordinamento di studi che privilegi l’integrazione delle discipline filosofiche e teologiche.
Di grande aiuto per la comprensione della cultura è anche l’approfondimento del pensiero della letteratura universale e locale.
8.2.3.1.2 Le scienze dell’uomo e dell’educazione
404.Strettamente vincolate con la filosofia sono le scienze dell’uomo e le scienze dell’educazione (l’antropologia culturale, la psicologia, la pedagogia, la sociologia, la comunicazione sociale, ecc.) che favoriscono una migliore comprensione dell’uomo e dell’evoluzione della società. Nella loro specifica funzione esse offrono apporti indispensabili e prospettive caratterizzanti.
8.2.3.1.3 Il mistero cristiano e l’educazione della fede
405.La fede, che sta alla base della sintesi vitale a cui si intende educare durante questa fase, richiede di essere consolidata mediante l’approfondimento del mistero cristiano e della sua comunicazione nella catechesi.
Tali studi però non vanno identificati con il curricolo istituzionale di teologia, proprio della formazione specifica del presbitero. La loro impostazione è piuttosto di iniziazione sintetica e sapienziale, vincolata ad una visione positiva della storia della salvezza, indirizzata ad una abilitazione catechistica e preoccupata direttamente di irrobustire e illuminare la crescita personale nell’esperienza della fede.
8.2.3.1.4 Gli studi salesiani
406.In vista di una più matura conoscenza e assimilazione del carisma, durante il postnoviziato, gli studi cureranno l’aspetto specifico di pastorale e di pedagogia salesiana, tendendo a consolidare la visione educativa e il valore dell’assistenza.
Perciò, sono previsti corsi su Don Bosco educatore, utilizzando gli strumenti critici adeguati e sulla storia della Congregazione, lo studio sistematico del Sistema Preventivo e delle linee fondamentali della Pastorale Giovanile Salesiana. Si studieranno anche i tratti principali dei gruppi della Famiglia Salesiana presenti nella propria Ispettoria.
Accanto agli studi è indispensabile anche la riflessione sull’esperienza salesiana personale, ispettoriale e della Congregazione.
8.2.3.2 Altri studi
407.“Durante gli anni della formazione iniziale gli studi siano strutturati in modo da rendere possibile, dove le condizioni lo permettono, il conseguimento di titoli di studio con valore legale”9, dicono i nostri Regolamenti.
In non poche Ispettorie il programma di studi del postnoviziato, opportunamente integrato e prolungato, gode di riconoscimento ufficiale e porta al conseguimento di titoli accademici ufficialmente riconosciuti. È un passo positivo, quando si può unire la fedeltà agli scopi formativi e alla impostazione della formazione intellettuale salesiana con una preparazione professionale riconosciuta.
Bisogna però salvaguardare in ogni caso l’originalità salesiana degli studi di questa fase.
Il far coincidere anche parzialmente il programma comune di studi del postnoviziato con l’impegno per altri studi domanda attenta valutazione e rispetto delle esigenze formative.
8.2.3.3 Il curricolo dei salesiani coadiutori
408.Gli studi del postnoviziato tengono presenti le caratteristiche proprie della vocazione del salesiano coadiutore10.
Data l’importanza della filosofia per la formazione alla vita religiosa e per la preparazione di un educatore dei giovani, anche il salesiano coadiutore ne affronta lo studio nella forma e misura più confacente alla sua specifica vocazione.
Il programma di studi include anche la preparazione pedagogica, gli elementi pastorali e catechistici e un’educazione sociale-politica che tiene primariamente conto dell’insegnamento sociale della Chiesa e prepara per una specifica azione educativa nel mondo.
Perciò occorre che a livello ispettoriale, oppure inter-ispettoriale, ci sia per i coadiutori un “curriculum formativo serio, ma flessibile e adattabile sia alla natura propria dei diversi compiti, sia alle [loro] possibilità concrete ”11.
409.Senza compromettere il fondamentale valore della formazione filosofica, pedagogica, pastorale e sociale di base, durante il postnoviziato il salesiano coadiutore può iniziare o continuare altri studi di natura tecnico-scientifica o professionale.
Bisogna fare il possibile perché gli studi assicurino una competenza almeno pari a quella di un laico che esercita nella società civile la medesima professione.
Per quei confratelli coadiutori per cui si prevedono studi civili fuori dalle strutture salesiane, le Ispettorie garantiscano solide condizioni di accompagnamento e di verifica formativa e la realizzazione della formazione di base di cui sopra.
8.2.4 La dimensione educativo-pastorale
410.Il salesiano acquista gli atteggiamenti richiesti dalla sua vocazione di educatore-pastore, anzitutto attraverso il progressivo sforzo di integrazione tra fede e vita, tra fede e cultura.
Lo studio, la riflessione comunitaria e la direzione spirituale lo abilitano a una lettura cristiana della storia e della cultura, a una visione intelligente degli avvenimenti della Chiesa e del mondo, dei contenuti e linguaggi giovanili e della comunicazione sociale.
Egli si educa così al “senso apostolico” come anima dell’attività quotidiana, coltivando la conoscenza e la comprensione del mondo dei giovani.
Vive il suo impegno nello studio come amore ai giovani, il cui servizio richiede competenza e professionalità.
411.S’impegna anche in attività educativo-pastorali opportunamente programmate e verificate, fatte per quanto possibile in gruppo nell’ambito delle opere salesiane, o anche in esperienze di lavoro missionario, allo scopo di:
– acquisire sensibilità educativa e mentalità pastorale, attraverso la riflessione, i contatti personali e lo studio degli orientamenti della Congregazione;
– fare esperienza della missione salesiana mediante esperienze concrete di servizio educativo-pastorale collocate nel contesto del PEPS e nell’ambito di partecipazione alla comunità educativa;
– esercitarsi nell’animazione giovanile e soprattutto nell’assistenza salesiana;
– imparare a lavorare in équipe, riconoscendo i diversi ruoli e rispettandoli con senso di corresponsabilità;
– abituarsi all’accompagnamento e alla verifica pastorale;
– approfondire la conoscenza e il contatto con la vita pastorale dell’Ispettoria.
8.3 ALCUNE CONDIZIONI FORMATIVE
8.3.1 L’ambiente
412.Il postnoviziato ha bisogno di un ambiente che sia esplicitamente formativo e salesianamente valido, capace di rispecchiare i valori e gli atteggiamenti che i confratelli in formazione sono chiamati ad assimilare.
8.3.1.1 La comunità formatrice
La comunità formatrice del postnoviziato accoglie il confratello e lo inserisce in una rete di relazioni fraterne, permeate da rispetto e fiducia. È sempre una comunità omogenea e specifica, ordinariamente distinta dalle comunità di confratelli che si trovano in altre fasi di formazione.
È auspicabile che salesiani che si preparano al sacerdozio e salesiani coadiutori facciano vita comune nella stessa comunità formatrice, dove vedono valorizzate le due forme dell'unica vocazione salesiana12, curando le sottolineature specifiche.
413.La comunità del postnoviziato offre un clima propizio allo sviluppo della libertà responsabile, un ambiente e uno stile pedagogico che aiutano ad assumere e personalizzare la disciplina. Lo spirito che regna è di zelo ed entusiasmo per la missione salesiana e si basa più sulle motivazioni di fede e di amore per Cristo che su fattori esterni.
I tempi di preghiera e di riflessione comunitaria portano a guardare la realtà con capacità critica, a vederla nella luce di Dio e ad impegnarsi nella sua trasformazione.
La costruzione della comunità viene affidata alla partecipazione e corresponsabilità di tutti i suoi membri e si estende a tutti gli aspetti della sua vita e azione.
“Formatori e confratelli in formazione, pur nella diversità dei ruoli, danno vita a un clima di corresponsabilità e attuano con chiarezza le mete formative”13.
414.La comunità formatrice può avere un proprio centro di studi, come nel caso dello studentato, o può anche frequentare un centro studi esterno, salesiano o non salesiano.
Il delicato processo di sintesi culturale e religiosa di questa fase richiede l’accurata organizzazione o scelta di un centro di studi che programmi contenuti atti allo sviluppo vocazionale. Per questo sono da privilegiare i centri di studio salesiani, spesso a livello inter-ispettoriale,14 che si pongono come obiettivo di meglio sottolineare il rapporto tra filosofia e scienze dell’educazione e di integrare questi contenuti con quelli tipicamente salesiani in vista dell’unità vocazionale15.
Diverse ragioni, come le esigenze di una particolare situazione ecclesiale, l’esiguo numero di confratelli, la scarsità di formatori o altre difficoltà – come la lontananza di un centro salesiano – possono consigliare l’opzione per un centro studi non salesiano.
Permane però l’impegno di assicurare il tempo, i programmi, gli insegnanti e i formatori che curino gli aspetti essenziali e originali di questa fase, come, per esempio, l’integrazione e il completamento degli studi dal punto di vista salesiano: le scienze dell’educazione, la pedagogia, la catechetica, le discipline salesiane.
8.3.1.2 Il collegamento con altre comunità
415.In una visione unitaria di tutto il processo formativo ispettoriale, i formatori coltivano il collegamento tra il postnoviziato, il noviziato e il tirocinio. Essi operano in corresponsabilità, assicurando la continuità dell’esperienza, pur nella peculiarità delle diverse sottolineature formative.
La comunità formatrice locale favorisce l’integrazione attiva dei confratelli “con la comunità ispettoriale, anch’essa formatrice”16.
Il collegamento con la Chiesa locale e l’inserimento nel contesto culturale mantengono la formazione in contatto vivo con la realtà e le sue molteplici istanze.
8.3.2 I formatori
416.I formatori sono chiamati ad essere uomini spirituali, di profondo senso salesiano, capaci di dialogo perché competenti e informati sui problemi che i confratelli studiano.
La delicatezza e l’importanza di questa fase richiedono dall’Ispettoria uno sforzo assiduo per integrare l’équipe con confratelli culturalmente aperti e qualificati, specialmente per la direzione spirituale, l’insegnamento, l’organizzazione della vita comunitaria, il lavoro pastorale, l’animazione liturgica e musicale dei tempi di preghiera.
Si ritiene particolarmente importante la presenza di salesiani coadiutori nell'équipe del postnoviziato, “non soltanto con compiti di formazione culturale tecnica, ma soprattutto con impegni di formazione alla vita religiosa e salesiana”17.
417.Il Direttore continua l’azione del maestro di noviziato. Con sapienza e saggezza egli anima l’ambiente e il cammino della comunità, segue e aiuta i postnovizi particolarmente attraverso l’accompagnamento personale e il colloquio,18 la direzione spirituale di coscienza e le conferenze periodiche. Favorisce in ciascuno la consapevolezza vocazionale, la partecipazione e la responsabilità formativa.
Attraverso periodiche verifiche, comunitarie e personali, i formatori valutano, stimolano e orientano il processo formativo.
I docenti in questa fase hanno un grande influsso. Essi sono chiamati ad offrire un quadro di riferimento solido e convincente, a sviluppare la conoscenza “sapienziale”, la formazione dello spirito critico nella lettura della realtà e la capacità di sintesi.
È importante valorizzare il contributo dei laici e dei membri della Famiglia Salesiana per la formazione dei postnovizi. Si faccia in modo che il loro apporto sia qualificato.
8.3.3 LA COLLABORAZIONE INTER-ISPETTORIALE
418.La delicatezza e l’importanza di questa fase e la sua originalità richiedono un insieme di condizioni che non sempre possono essere assicurate da ogni singola Ispettoria, sia per quel che si riferisce alla comunità che per quel che riguarda il centro studi.
In alcune situazioni è necessario che le Ispettorie, specialmente se dello stesso ambiente culturale, collaborino per dare vita a strutture formative e accademiche inter-ispettoriali19.
ORIENTAMENTI E NORME PER LA PRASSI
419.“Subito dopo il noviziato, tutti i confratelli devono continuare, almeno per un biennio, la loro formazione in comunità formatrici”20.
420.I postnovizi siano riuniti in una comunità omogenea e specifica, distinta da comunità di confratelli che si trovano in fasi diverse di formazione. Abbiano una guida spirituale21, che ordinariamente è il Direttore stesso22.
421. È auspicabile che durante il postnoviziato i confratelli che si preparano al sacerdozio e i confratelli coadiutori facciano vita comune nella stessa comunità formatrice, dove vedono valorizzate le due forme dell’unica vocazione salesiana.
422.Durante questa fase non si affidino ai confratelli in formazione compiti che ne distolgano l'impegno e ostacolino il raggiungimento degli obiettivi23.
423.Il nucleo di discipline umanistico-filosofiche, vincolate con le scienze dell’educazione in vista di una capacità pedagogica è, dal punto di vista intellettuale, l'elemento essenziale, originale e prioritario di questa fase.
Assicurati lo svolgimento e l'assimilazione di questo nucleo e le altre condizioni formative, “si può anche incominciare o continuare la formazione tecnico-scientifica o professionale, in vista di una qualificazione specifica”24.
424.L’Ispettore con il suo Consiglio, attraverso la Commissione ispettoriale per la formazione, programmi con particolare cura i diversi elementi del curricolo formativo del salesiano coadiutore, inserendoli nel Progetto ispettoriale di formazione.
425.Il salesiano coadiutore può accompagnare la preparazione filosofica, pedagogica e catechistica con gli studi tecnico-professionali o pastorali25.
426.La peculiare impostazione della formazione intellettuale e il delicato processo di “sintesi culturale religiosa” di questo periodo richiedono l’accurata scelta di un centro di studi con una programmazione atta allo sviluppo vocazionale. Si privilegino i centri salesiani di studio, anche a livello inter-ispettoriale26.
Se si dovesse scegliere un centro studi non salesiano, si privilegi quello che meglio vincola la filosofia con le scienze dell'uomo e la comunità assicuri le altre condizioni richieste.
427. Gli studi siano strutturati in modo da rendere possibile il loro riconoscimento ufficiale e il conseguimento di titoli di studio con valore legale27, “dove le condizioni lo permettono”28 e ciò risulti compatibile con le esigenze formative della fase. In caso di reale incompatibilità, anche se si trattasse di qualificare giovani confratelli in vista delle loro prestazioni nel tirocinio, si deve dare la precedenza assoluta alle esigenze dell’esperienza formativa e agli studi propri del postnoviziato29.
1 C 113
2 Cfr C 114
3 C 114
4 C 106
5 C 114
6 R 95
7 Ibid
8 Cfr RFIS 71
9 R 83
10 Cfr Il Salesiano Coadiutore, pag. 197-202
11 CG21 301
12 Cfr CG21 303
13 C 103
14 Cfr CG21 283
15 Cfr CG21 247
16 CG21 245b
17 Cfr CG21 305
18 Cfr R 79
19 Cfr ACS 276, pag. 83-84
20 R 95; cfr can. 659 § 1
21 Cfr C 113
22 Cfr R 78
23 Cfr can. 660 § 2
24 R 95
25 Cfr CG21 303
26 Cfr CG21 283; cfr precedenti n. 168, 170, 178
27 Cfr PC 18; CG21 440
28 R 83
29 Cfr CG21 440. Riguardo ad altri studi durante questa fase, cfr precedenti n. 182-183