COMUNITÀ
SALESIANA
IN
PREGHIERA
ELLE DI CI
TORINO-LEUMANN
EDIZIONE EXTRA-COMMERCIALE
Proprietà riservata alla Elle Di Ci, Colle Don Bosco (Asti) (ME 0794-73)
PRESENTAZIONE
Carissimi Confratelli, attuando quanto è indicato dall'art. 54 dei « Regolamenti Generali », promulgati dal Capitolo Generale Speciale, vi presentiamo « Comunità salesiana in preghiera », la nuova guida per la nostra preghiera comunitaria.
Il lavoro, per incarico della conferenza delle 'spetto-rie Salesiane d'Italia, è stato realizzato da una apposita commissione di Confratelli e con l'aiuto del Centro Catechistico Salesiano di Torino-Leumann. Il progetto ha avuto tre redazioni, esaminate e discusse successivamente dalla CISI. L'ultima ebbe l'approvazione.
« Comunità salesiana in preghiera » rappresenta certamente una novità rispetto ai manuali per le pratiche di pietà che furono precedentemente in uso nelle Case Salesiane, ma sarà facile constatare come corrisponda, nella impostazione generale e nei singoli elementi, sia alle esigenze della liturgia rinnovata dal Concilio Vaticano II, sia agli orientamenti per la nostra vita di preghiera delineati dalle Costituzioni in riferimento alla Comunità Orante.
La nuova guida raccoglie, in forme variate, tutti i valori tradizionali della vita religiosa salesiana. Costituisce più che una raccolta di formule, una vera pedagogia della preghiera: offre una larga varietà di proposte e dà al tempo stesso spunti alla creatività personale e comunitaria: tutte le manifestazioni della nostra vita religiosa ed apostolica trovano qui la loro espressione adeguata ed autentica di preghiera.
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La nuova guida vuole essere una risposta all'accorato appello del Capitolo Generale Speciale (ACGS 523) e del Rettor Maggiore per il rinnovamento della nostra vita di preghiera.
La CISL, nel presentare il volume, ringrazia coloro che hanno collaborato alla redazione e si augura che i Con-f ratelli, sapendo comprendere lo spirito e la struttura della nuova guida, ne facciano strumento di spirituale rinascita.
Roma, Ognissanti 1973.
LA CONFERENZA DELLE ISPETTORIE SALESIANE D'ITALIA
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INTRODUZIONE
Per il Salesiano pregare non è un'imposizione, ma una esigenza; più che un dovere è una gioia, anche quando costa. Abbiamo la possibilità, la libertà, la fortuna, la dignità, la grazia di pregare.
Un dialogo gratuito d'amore
La preghiera cristiana è un dialogo gratuito d'amore del figlio con il Padre. È comunione con lui per opera dello Spirito Santo. Per questo si radica nell'evento pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione e nell'evento del nostro battesimo in cui siamo diventati figli di Dio.
Non si entra in preghiera se non siamo coscienti nella fede di essere figli di Dio e di essere circondati dalla presenza delle tre Persone divine. Allora si trovano subito gli atteggiamenti veri.
Senza silenzio non c'è preghiera
L'iniziativa è di Dio Padre. Egli ci invita alla preghiera, ci circonda con la sua presenza e ci parla. Se siamo coscienti della nostra identità di figli il dialogo comincia sempre da parte nostra nel silenzio: ascoltiamo con umile rispetto, con attenzione stupefatta, con gioia così entriamo in comunicazione con Dio. Di qui il primato della Parola di Dio. Solo dopo aver ascoltato, la nostra preghiera diventa risposta e impegno di vita.
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Preghiera « incarnata »
Perché Dio ci parla per salvare il mondo concreto. La sua parola vuole incarnarsi nell'oggi. Parla a noi così come siamo, inseriti nella storia e in quel punto preciso del suo disegno di salvezza. La nostra preghiera perciò, se vuol essere cristianamente vera, non potrà essere che una risposta circostanziata a quanto Dio ci dice, ci fa vedere, ci chiede qui, oggi: il mondo entra nel nostro dialogo e per noi Salesiani, i giovani con tutti i loro problemi. Così la nostra preghiera si trova al punto di convergenza di queste due realtà: la Parola di Dio sempre esigente, la storia degli uomini, la mia storia, con le sue debolezze e le sue invocazioni. Perciò la prima condizione della preghiera è una decisa volontà di silenzio e di ascolto; poi volontà di discernimento e di efficacia. Preghiamo per vivere tutta la nostra esistenza nella luce di Dio.
Ascolto, silenzio, risposta sono la struttura portante di ogni celebrazione di preghiera contenuta in questo libro. La comunità deve perciò disporsi a pregare nella calma e nella pace. La fretta è il tarlo della preghiera.
Momenti forti di preghiera esplicita
La preghiera è la sorgente perenne del nostro rinnovamento sia personale che comunitario. t vero che il Salesiano fa della sua vita e del suo lavoro apostolico una preghiera continua. Però non va dimenticato che « i momenti forti di preghiera esplicita in cui la fede, l'unità, la carità apostolica della comunità vengono espresse, nutrite e rinnovate, sono assolutamente necessari per ogni comunità: momenti di riunione nella preghiera della nostra « piccola Chiesa », espressione della grande « Comunità orante » che è la Chiesa universale.
La nostra Comunità fraterna e apostolica diventa e si costruisce vera comunità orante quando, in quanto
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Comunità: ha coscienza che tutti insieme rendiamo presente il Signore e siamo veramente partecipi di tale presenza;
percepisce la risposta comune all'amore di elezione da parte di Dio, che ci ha fatto fratelli;
stabilisce un dialogo vivo e sincero non con un Dio generico, ma col Dio « della nostra storia », che attende da noi un impegno comunitario nella missione spe-
. cifica che ci ha affidato: un dialogo di ricerca nella Fede, di collaborazione nella Speranza, di assoluta disponibilità nell'Amore-Carità;
cerca delle espressioni proprie del suo dialogo con il Signore. La dimensione comunitaria, d'altra parte, deve essere uno dei frutti più preziosi dell'ineffabile mistero dell'Inabitazione della Trinità nei nostri cuori » (ACGS 538, 539).
La fedeltà ai momenti forti di preghiera esplicita è, come ci ricorda don Bosco, la sorgente della carità e della gioia del Salesiano: « Fino a quando noi saremo zelanti nella osservanza delle pratiche di pietà, il nostro cuore sarà in buona armonia con tutti e vedremo il Salesiano allegro e contento della sua vocazione ».
I libri di preghiera
La preghiera è una realtà profondamente personale, intima ed insieme comunitaria.
Le formule non sono la preghiera, come uno spartito di una sinfonia non è la sinfonia. Eppure formule e libri sono strumenti necessari.
I libri di preghiera dei Salesiani sono i libri liturgici della Chiesa: il libro dell'ufficio divino, il messale e il lezionario.
Comunità Salesiana in preghiera »
Però, come ci ricorda il Concilio, la liturgia è, sì, il vertice e la sorgente della preghiera e della vita cri-
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stiana, però non la esaurisce (SC 12). Ogni individuo e ogni comunità particolare ha bisogno in alcuni momenti di esprimere più liberamente la propria identità, le proprie esigenze, i propri valori specifici, la propria storia. A questa istanza cerca di rispondere il presente libro.
Valori salesiani e preghiera
Il principio fondamentale che ha presieduto alla sua redazione è stato immettere nel circolo della nostra preghiera i valori della nostra vita religiosa e salesiana come sono stati espressi dal nostro Fondatore, dalla nostra tradizione, dal Capitolo Generale XX e dalle nuove Costituzioni.
Ci sia lecito fare un paragone. Come i documenti con-ciliari in cui la Chiesa aveva riespresso ed approfondito la propria fede perenne hanno plasmato con il loro linguaggio molti nuovi testi liturgici, così in certo modo si è voluto fare con i nostri documenti capitolari. Questo principio risulta particolarmente evidente in alcune parti del libro, ad esempio nella sezione « Don Bosco vuol vivere in noi », ma è presente ovunque.
Una pedagogia della preghiera
« La preghiera cristiana, dono di Dio, è anche frutto d'insegnamento (Le 11,1). L'unico Maestro di essa è lo Spirito Santo presente in noi, che dai profondo del cuore grida: Abbà, Padre.
Tuttavia è necessaria una pedagogia della preghiera, perché lo Spirito chiede a noi, uomini liberi, sforzo e collaborazione » (ACGS, 551).
Il libro è stato realizzato con questo intento e vorrebbe essere un mezzo di questa pedagogia. Non l'unico certamente, né i] più importante, ma, speriamo, utile.
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Una serie di proposte concrete
Le nuove Costituzioni ci hanno dato orientamenti, possibilità ed impegni precisi per la vita di preghiera.
Ora era necessario offrire delle attuazioni concrete.
Il libro raccoglie una serie di proposte per gli incontri di preghiera previsti dalle Costituzioni e Regolamenti, e per le occasioni più significative della vita delle nostre comunità.
Abbiamo detto « proposte », perché le comunità potranno sempre creare celebrazioni nuove e più rispondenti alle loro esigenze.
D'altra parte è ancora il Capitolo che ci dice:
« Siccome la preghiera cristiana, in quanto dialogo con un Dio che si dona gratuitamente, è un moto profondamente libero e frutto di una seria opzione personale, bisogna formare ad una giusta spontaneità e autenticità nella preghiera. Bisogna educare alla ricerca delle motivazioni che stimolano all'incontro e al dialogo individuale e comunitario con Dio, e ad una incessante flessibilità e creatività della ricerca di una preghiera comune e personale sempre viva e rinnovata.
Così si supera ogni pericolo di formalismo, di abitudinarietà e di passività nell'accettazione delle forme comuni e obbligatorie di preghiera. Queste saranno vissute e godute come frutto di una progressiva conquista personale » (ACGS, 55).
Una caratteristica del libro che emerge subito a prima vista è la varietà e l'abbondanza delle proposte. Ciò è stato voluto per offrire concrete possibilità di scelta, e insieme per dare una guida e uno stimolo nella realizzazione delle indicazioni capitolari ricordate sopra.
Non descriviamo la struttura e il contenuto del libro. Emergono chiaramente dall'indice. La giustificazione e le utilizzazioni delle singole parti si trovano nelle introduzioni ad ognuna di esse.
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Uno strumento nelle vostre mani
« Comunità Salesiana in preghiera » è uno strumento, e come ogni strumento è imperfetto e provvisorio. Può diventare anche pericoloso in quanto, se usato male, può favorire un neoformalismo, negazione della vera preghiera. Che sia usato bene dipende dalla responsabilità e dall'impegno di tutti. La preghiera è dono dello Spirito ed insieme una nostra conquista continua, una vittoria sull'abitudine e sulla stanchezza.
Ci auguriamo che il libro sia un contributo al rinnovamento della vita di preghiera nelle nostre comunità, che aiuti a pregare in modo tale che la vita intera diventi una preghiera. Perché la preghiera comincia quando è finita la preghiera.
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NEL MATTINO
LODIAMO IL SIGNORE
ALLA SERA
RENDIAMO GRAZIE
Quando prega, la comunità salesiana ravviva la coscienza della sua intima e vitale relazione con Dio e della sua missione di salvezza (Cost. 58),
Consacrata alla gloria di Dio, la comunità salesiana partecipa •assiduamente al movimento di preghiera con cui il popolo di Dio, con la Liturgia delle Ore, si unisce al Cristo nei suoi misteri per rivolgere al Padre azioni di grazie e suppliche.
Essa dà la preferenza a questa preghiera e la celebra con la dignità e il fervore che Don Bosco raccomandava ai suoi figli (Cost. 60).
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Al salesiano immerso nel inondo e nelle preoccupazioni della vita apostolica, incontrarsi con Dio nella libertà e spontaneità di figlio può talvolta riuscire difficile. Egli riceve allora l'aiuto per la sua maturazione dalla comunità, che organizza un conveniente ritmo di preghiera.
Ma, al di sopra di ogni norma, il bisogno interiore di Dio ci porta a vivere in Lui la liturgia della vita,,offrendo noi stessi nel quotidiano lavoro, « come ostie vive, sante e gradite a Dio » .(Cost. 67).
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NEL MATTINO
LODIAMO INSIEME IL SIGNORE
PREGHIERA DEL MATTINO
La comunità religiosa è comunità di culto. Realizza se stessa nell'incontro comune di preghiera. La prima espressione della comunità orante si ha all'inizio della giornata con Ia preghiera del mattino.
Questo colloquio tra Dio e la comunità si attua in tre
momenti:
la lode a Dio,
l'ascolto della Parola,
la preghiera di offerta delle azioni della giornata.
La struttura essenziale della preghiera del mattino può essere attuata in modi diversi per valore e importanza. La celebrazione delle Lodi mattutine secondo la Liturgia delle Ore. Questo è il modo più perfetto a cui la comunità religiosa deve tendere. « Come preghiera del mattino... non è un atto privato, ma appartiene a tutto il corpo della Chiesa, lo manifesta e lo implica » (IGLH 20). È un'azione liturgica vivamente raccomandata anche ai religiosi « esenti dall'obbligo della celebrazione comune » (IGLH 26). La ricchezza, varietà ed equilibrio dei suoi elementi ne fanno la preghiera-tipo che serve da riferimento a tutte le altre.
Altre formule di preghiera: sono le preghiere del mattino in uso nel popolo" cristiano ed altre formule. Queste, più conosciute come preghiere personali, pur essendo compiute « dai membri della Chiesa mediante Cristo nello Spirito Santo » (IGLH 9), fanno parte dei « pii esercizi del popolo cristiano », di cui tratta la Costituzione Liturgica al n. 13. « Tali esercizi, tenen-
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do conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra Liturgia, da essa traggano, in qualche modo, ispirazione » (SC 13).
La comunità salesiana si impegnerà a fondo per fare delle Lodi la propria preghiera comune del mattino e per creare tutte le condizioni necessarie ad una partecipazione attiva e consapevole. Una delle principali è certamente l'educazione di tutti a pregare con i salmi.
MEDITAZIONE
« La Parola di Dio, ascoltata con fede, è per noi fonte di vita spirituale, alimento della preghiera, luce per conoscere la volontà di Dio e forza per vivere in fedeltà la nostra vocazione.
La Comunità perciò, avendo quotidianamente tra le mani la Sacra Scrittura, accoglie la Parola, per farla fruttificare nella vita e annunziarla con zelo » (Cost 59). Ciò avviene, oltre che nelle celebrazioni liturgiche, nella fedele meditazione personale.
« Ciascuno ha bisogno di esprimere " nel segreto " il suo modo personale di essere figlio di Dio, e le sue preoccupazioni apostoliche.
Una forma essenziale di preghiera personale è per noi l'orazione mentale.
Essa nutre la nostra intimità con Cristo e con il Padre, salva dall'abitudine, ridestando l'amore, conserva il cuore libero e alimenta la nostra dedizione al prossimo. Per don Bosco è garanzia di gioia e perseveranza nella vocazione » (Cost 64).
Questo colloquio con Dio ha una sua autonomia e un suo significato rispetto ad altre forme di preghiera. La struttura ordinaria è la seguente: invocazione allo Spirito Santo, lettura e meditazione personale, preghiera di conclusione.
La mezz'ora di meditazione può essere sostituita:
dalla celebrazione in comune dell' « ufficio di lettura ». Ciò può essere particolarmente indicato in alcuni
16 periodi dell'anno liturgico, per aiutare la comunità a penetrarne e a viverne lo spirito.
Dopo le letture è conveniente lasciare uno spazio opportuno al silenzio e alla riflessione personale;
^da una celebrazione della Parola di Dio, specialmente in preparazione a feste liturgiche. Gli elementi della celebrazione (ascolto della Parola, risposta, preghiera) siano tra Loro ben armonizzati in modo da lasciare ampio spazio alla riflessione personale.
Alcune indicazioni pratiche
I Regolamenti ci dicono: « I soci celebreranno, possibilmente in comune, le Lodi come preghiera del mattino... Al loro posto potranno recitarsi, secondo l'opportunità, altre preghiere vocali. Tutti, sacerdoti e non sacerdoti, saranno fedeli alla celebrazione quotidiana dell'Eucaristia ».
« Ogni giorno i soci faranno in comune almeno mezz'ora di orazione mentale. Spetta alla comunità locale favorire la creatività delle forme e incoraggiare i confratelli nel loro impegno » (44 - 45).
Questi sono gli impegni di preghiera che ci danno le nostre Regole.
Quando la comunità fa di seguito le lodi, la meditazione e la concelebrazione nasce il problema di armonizzare questi atti. Da una parte è necessario rispettare l'indole e lo scopo proprio di ognuno, dall'altra l'unità della persona e della comunità esige che essi non siano giustapposti, ma ben armonizzati.
Ogni comunità cercherà di trovare il modo migliore.
Ecco alcune indicazioni pratiche:
^Unione di lodi e meditazione.
Quando si vuole unire meditazione e lodi, la riflessione personale può essere collocata dopo la lettura breve o allungata, eventualmente seguita da omelia ed avrà come oggetto la parola di Dio ascoltata. Il responsorio breve fa da raccordo tra il momento della riflessione e il Cantico di Zaccaria, cui seguono le intercessioni e l'offerta a Dio dell'intera giornata.
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Qui si vede chiaramente come il colloquio tra Dio e la comunità si attua nei tre momenti della lode, dell'ascolto e dell'offerta. In questo modo l'azione liturgica della comunità e il suo rapporto con la Chiesa universale vengono messi in primo piano.
Un'altra possibilità è quella di celebrare le lodi secondo il proprio ritmo liturgico. Terminate le lodi, la comunità continua la preghiera nella meditazione personale, prolungamento ed interiorizzazione della preghiera liturgica. In questo caso la comunità conclude l'incontro con la preghiera a Maria Ausiliatrice.
•Unione di messa e meditazione.
Innanzi tutto si dia rilievo ai momenti dove la riflessione per la preghiera personale sono già indicati dalla liturgia; poi, dopo l'omelia, si lasci uno spazio maggiore per la meditazione della Parola di Dio ascoltata. La meditazione può anche precedere la messa come preparazione personale o seguirla come prolungamento dell'azione liturgica.
In quest'ultimo caso non è necessario dire le preghiere di inizio della meditazione. Si conclude con la preghiera a Maria Ausiliatrice.
•Unione di lodi e messa.
Lodi e messa sono due atti liturgici di natura e struttura propria. Perciò, quantunque le indicazioni della Chiesa diano la possibilità e il modo di unirli, non sembra conveniente farlo abitualmente.
Contenuto della sezione
Il libro della preghiera del mattino è quello dell'ufficio divino. Qui riportiamo le preghiere tradizionali e le preghiere della meditazione.
Le preghiere del mattino sono organizzate e introdotte da brevi monizioni che ne tracciano il senso e la struttura. Non è necessario leggerle tutte le volte. Colui che guida può anche opportunamente variare le monizioni. La memoria della Vergine è collocata al termine, seguendo in ciò la tradizione della Chiesa.
18 1 DIO CI HA CREATO E REDENTO
I NEL MATTINO LODIAMO IL SUO AMORE
Preghiere del mattino
G Iniziamo la nostra giornata nel segno della croce che ci ricorda l'amore di Dio per noi,
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Durante l'anno
GL'angelo del Signore portò l'annuncio a Maria, T ed ella concepì per opera dello Spirito Santo. Ave, o Maria...
GEcco, io sono la serva del Signore, T si compia in me la tua parola. Ave, o Maria...
GIl Verbo di Dio si è fatto uomo, T e venne ad abitare in mezzo a noi. Ave, o Maria...
GPrega per noi, santa madre di Dio, T e saremo degni delle promesse di Cristo.
GPreghiamo...
Infondi in noi la tua grazia, o Signore:
per l'annuncio dell'angelo
abbiamo conosciuto l'incarnazione di Cristo,
tuo Figlio;
per la sua passione e morte
concedi a noi di giungere
alla gloria della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Nel tempo pasquale
GRegina del cielo, rallegrati, alleluia! T Cristo che hai portato nel grembo, alleluia!
•t risorto, come aveva promesso, alleluia! T Prega il Signore per noi, alleluia! 19
GRallegrati, Vergine Maria, alleluia! T Il Signore è davvero risorto, alleluia!
GPreghiamo...
O Dio,
con la risurrezione di Cristo, tuo Figlio,
hai ridato al mondo la gioia:
concedi a noi,
per l'intercessione della madre sua,
la Vergine Maria,
di giungere alla felicità senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Presentiamo a Dio la nostra vita perché sia una lode alla sua gloria,
GT Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, ora, e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
G In Gesù siamo figli di Dio. Insieme a lui rivolgiamoci al Padre dicendo:
GT Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
enon c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
G Adoriamo il Signore in spirito e verità e doniamo a lui noi stessi e le nostre azioni.
GT Ti adoro, mio Dio,
eti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano
econservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata: fa' che siano tutte
secondo la tua santa volontà
eper la maggior tua gloria.
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Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari.
Amen.
G Rinnoviamo l'offerta della nostra fede a Dio, fonte della nostra salvezza.
CT Mio Dìo, perché sei verità infallibile,
credo fermamente tutto quello che tu hai rivelato
e la santa Chiesa ci propone a credere.
Ed espressamente credo in te,
unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte,
Padre, Figlio e Spirito Santo.
E credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio,
incarnato e morto per noi,
il quale darà a ciascuno, secondo i meriti,
il premio o la pena eterna.
Conforme a questa fede voglio sempre vivere.
Signore, accresci la mia fede.
C Diciamo al Signore la nostra fiducia in lui e nella salvezza che, un giorno, per suo dono avrà compimento.
CT Mio Dio, spero dalla tua bontà,
per le tue promesse e per i meriti dí Gesù Cristo,
nostro Salvatore,
la vita eterna e le grazie necessarie
per meritarla con le buone opere,
che io debbo e voglio fare.
Signore, che io possa goderti in eterno.
Impegniamoci a vivere questa giornata nell'amore come esperienza di salvezza.
GT Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa,
perché sei bene infinito e nostra eterna felicità;
e per amar tuo amo il prossimo come me stesso,
e perdono le offese ricevute.
Signore, che io ti ami sempre più.
O La Vergine Maria, madre del Salvatore, sia per noi speranza di salvezza.
CT Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
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Santa Maria, madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
GL'angelo custode ci accompagni con la sua protezione per tutto il giorno.
GAngelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
G Maria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi!
GT Nel nome del Padre...
1) NELLA INTIMITÀ DEL DIALOGO L CON CRISTO E CON IL PADRE LO SPIRITO SANTO
OGNI GIORNO FA NUOVA LA NOSTRA VITA
Meditazione
1. PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO
GT Nei nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
G Vieni, o Spirito Creatore, T vieni e visita i fedeli
e riversa la tua grazia
nei cuori che hai creato.
Tu Paraclito, Consiglio, Dono altissimo di Dio, viva Fonte, Fuoco, Amore, Unzione della grazia.
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Sei lo Spirito settiforme, sei la destra di Dio Padre, sei colui che fu promesso, Parola al nostro labbro.
Dona luce ai nostri sensi e nei cuori infondi amore, dà vigore al nostro corpo, tu, forza di chi soffre.
Allontana l'avversario, dona presto la tua pace, la tua guida che previene ci liberi dal male.
Fa' conoscere Dio Padre e con Iui rivela il Figlio, fa' che in te crediamo sempre, o Spirito di Dio.
Gloria al Padre che è nei cieli, gloria al Figlio che è risorto, e allo Spirito, Consiglio, nei secoli per sempre.
Amen.
si può anche dire:
GVieni, Spirito Santo, riempi il cuore dei tuoi fedeli, accendi in essi il fuoco del tuo amore.
GManda il tuo Spirito e tutto è creato. T E rinnovi la faccia della terra.
GPreghiamo...
O Dio, che con iI dono dello Spirito Santo
guidi i credenti alla piena luce della verità,
donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza
e di godere sempre del suo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
oppure
GPreghiamo...
Lo Spirito che abita nei nostri cuori sia, o Padre, la voce della nostra preghiera: ci guidi nel dialogo con te
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a scoprire Ie ricchezze del tuo amore e trasformi con la sua grazia la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
2. LETTURA E MEDITAZIONE PERSONALE
3. CONCLUSIONE
G Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio T e la vivono ogni giorno!
G Rinnoviamo la nostra consacrazione al Signore e la nostra dedizione alla missione giovanile e chiediamo a Maria il dono della fedeltà:
GT Santissima e Immacolata Vergine Ausiliatrice
Madre della Chiesa,
ispiratrice e sostegno della nostra Congregazione,
noi ci poniamo sotto la tua protezione materna
e ti promettiamo di voler sempre operare,
fedeli alla vocazione salesiana,
alla maggior gloria di Dio
e alla salvezza dei mondo.
Ti preghiamo, fiduciosi nella tua intercessione,
per la Chiesa,
per la Congregazione e
la Famiglia Salesiana,
per i giovani, soprattutto i più poveri,
per tutti gli uomini che Cristo ha redenti.
Insegnaci, Tu che sei stata la Maestra di don Bosco,
ad imitare la sue virtù:
in particolare l'unione con Dio,
la sua vita casta, umile e povera,
l'amore al lavoro e alla temperanza,
la bontà e la donazione illimitata ai fratelli,
Ia sua fedeltà al Papa e ai Pastori della Chiesa.
Fa', o Maria Ausiliatrice,
che il nostro servizio al Signore
sia fedele e generoso fino alla morte,
e donaci di giungere alla gioia della piena comunione
nella Casa del Padre. Amen.
G Maria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi!
CT Nel nome del Padre... 24
NELLA SERA
INSIEME RENDIAMO GRAZIE AL SIGNORE
PREGHIERA DELLA SERA
La preghiera della sera costituisce l'ultimo momento cultuale comunitario della giornata.
Questo colloquio tra Dio e la comunità religiosa si
attua con:
l'azione di grazie,
l'ascolto della Parola di Dio,
la preghiera di domanda e di intercessione.
Lo schema precedente si verifica perfettamente nella celebrazione dei Vespri, la cui recita in comune è caldamente raccomandata dalla Istruzione generale sulla Liturgia delle Ore (n. 40) e dalle nostre Costituzioni (60) e Regolamenti (44).
Tuttavia la preghiera della sera, seguendo le circostanze, potrebbe essere fatta con formule « tradizionali » adatte al momento della giornata.
Spetta alla comunità proporre il momento più opportuno per una preghiera vespertina calma e fruttuosa. Tale momento non coincide necessariamente con la fine della giornata.
LETTURA SPIRITUALE
La nostra tradizione e i nuovi Regolamenti desiderano che si dedichi ogni giorno qualche tempo alla lettura spirituale. Le modalità sono lasciate ai Capitoli Ispettoriali (R 46).
Può essere questo il momento dedicato alla lettura delle lettere dei Superiori, di testi riguardanti la vita e lo
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spirito salesiano o altri argomenti di carattere spirituale. Questo incontro serale può essere, in alcune circostanze, impostato come dialogo su temi di vita religiosa ed ecclesiale.
Può essere anche un momento di studio comune sui principi di fondo pertinenti la comunità educativa o pastorale in cui i confratelli prendono coscienza dei problemi e avviano ricerche di soluzioni; tutto questo per ottenere l'unità delle menti e degli intenti così importanti per l'attività pastorale.
Qualunque sia però l'oggetto dell'incontro, questo deve essere aperto e concluso dalla preghiera comune.
Alcune Indicazioni pratiche
La lettura spirituale può essere inserita nella celebrazione del vespro. Ciò si può fare allungando la lettura biblica breve oppure leggendo qualche commento patristico o testi del Magistero, discorsi dei papa, lettere dei superiori che abbiano argomento spirituale_
In alcuni momenti del tempo liturgico, in preparazione a feste o in altre circostanze, si potrà fare una celebrazione della Parola di Dio.
Li Quando la comunità celebra l'Eucaristia, alla sera, può sostituire la lettura con l'omelia e può anche unire la concelebrazione e i vespri. Va però ricordato che non conviene abitualmente unire messa e vespro, perché sono due atti liturgici distinti e completi con una propria natura e struttura.
Alcune comunità per i loro impegni apostolici possono radunarsi per l'incontro serale di preghiera una sola volta. In tal caso si potrà celebrare il vespro (oppure le preghiere tradizionali) con la lettura spirituale e la « Buona notte » come conclusione.
Ei Altre comunità, invece, e ciò è da favorire, hanno la possibilità di due momenti. In tal caso prima di cena si può celebrare il vespro con la lettura spirituale, e dopo cena dire le preghiere tradizionali con la buona notte. Oppure prima di cena si può fare solo la lettura spirituale e dopo cena il vespro e la buona notte.
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Nelle celebrazioni di preghiera della sera, al vespro o alla lettura spirituale, trova normalmente posto la memoria dei confratelli defunti: nell'ultima intenzione delle « preces ».
Ad esempio: G Ricordiamo i nostri confratelli defunti L (legge i defunti del giorno)
G Intenzione di preghiera.
a L'ora di compieta è l'ultima preghiera del giorno che si dice prima del riposo notturno (IGLH 84), cioè prima di andare a letto. Ha carattere personale, quasi privato; quindi non può costituire la forma abituale delle preghiere della sera (cfr del resto Reg 44).
Contenuto della sezione
Riportiamo qui le preghiere tradizionali della sera e le preghiere per la lettura spirituale.
Le preghiere della sera sono organizzate e introdotte da brevi monizioni che ne indicano il senso. Non è necessario leggerle ogni volta.
La memoria della Vergine l'abbiamo collocata alla fine, seguendo in ciò la tradizione della Chiesa.
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i L'ASCOLTO COMUNE. DELLA PAROLA UNIFICA LE MENTI ED l CUORI
Lettura spirituale
1. PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
GVieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
GManda il tuo Spirito e tutto è creato. T E rinnovi la faccia della terra.
GPreghiamo...
O Dio, che con il dono dello Spirito Santo
guidi i credenti alla piena luce della verità,
donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza
e di godere sempre del tuo conforto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
2. LETTURA
3. ESAME DI COSCIENZA
4. CONCLUSIONE
GPreghiamo Dio, nostro Padre: il suo amore per noi ci dà la fiducia di essere esauditi.
GTu ci hai dato don Bosco come padre e maestro. T Concedi a noi di essere, come lui, i segni e i portatori del tuo amore ai giovani.
GRendi fecondo con la tua grazia
il nostro lavoro apostolico.
T Donaci di imitare lo zelo e la dolcezza della carità
di san Francesco di Sales.
GSuscita in molti giovani
una risposta generosa alla tua chiamata, T perché la nostra Congregazione
possa continuare la sua missione di salvezza.
28 Consola i nostri fratelli sofferenti, specialmente quelli che soffrono per la fede, T liberali da tutte Ie loro tribolazioni.
GRicordiamo i nostri fratelli defunti... T L'eterno riposo dona loro, o Signore,
risplenda ad essi la luce perpetua.
Riposino in pace.
Amen.
GO Signore,
che ci hai chiamato a seguirti più da vicino
e a collaborare con te alla salvezza dei giovani:
concedi a noi
di restare fedeli fino al termine della vita
alla nostra consacrazione e missione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi!
GT Nel nome del Padre...
l NELLA SERA
L RENDIAMO GRAZIE AL SIGNORE E INVOCHIAMO IL SUO PERDONO
Preghiere della sera
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
GOgni giorno è una nuova esperienza dell'amore fedele di Dio. A lui la nostra adorazione e il nostro ringraziamento.
GT Ti adoro, mio Dio,
e ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato,
fatto cristiano e conservato in questo giorno.
29
Perdonami il male oggi commesso, e se qualche bene ho compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari.
Amen.
G Ogni giorno è anche una nuova esperienza della nostra fragilità. Domandiamo perdono dei nostri peccati.
CT Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
emolto più perché ho offeso te, infinitamente buono
edegno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto
di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.
G Rinnovati e riconciliati dal pentimento diciamo con cuore di figli.
GT Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
enon c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
G il termine della giornata ci richiama il termine della vita. Professiamo la nostra fede nella quale vogliamo vivere e morire.
GT Io credo in Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore,
il quale fu concepito di Spirito Santo,
nacque da Maria Vergine,
patì sotto Ponzio Pilato,
30 fu crocifisso, morì e fu sepolto;
discese all'inferno;
il terzo giorno risuscitò da morte;
salì al cielo,
siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei Santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne,
la vita eterna.
Amen.
G Per rimanere fedeli al Signore fino alla morte, invochiamo l'aiuto di Maria.
GT Cara madre Vergine Maria, fa' che io salvi l'anima mia.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.
CT Gesù Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia. Gesù Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.
GPreghiamo con fiducia Dio nostro Padre che ascolta con bontà la preghiera dei suoi figli:
•Per il papa e per il nostro vescovo:
T il Signore li assista e li protegga per guidare il popolo di Dio.
C Per i superiori e i missionari:
T il Signore benedica il toro lavoro e ricompensi le loro fatiche.
•Per i nostri genitori, benefattori e per le persone
raccomandate alle nostre preghiere: T il Signore premi con la vita eterna quelli che ci fanno dei bene.
31
GPer i cooperatori e gli exallievi: T Dio li conservi nella sua grazia, fedeli agli insegnamenti di don Bosco.
GPer la nostra comunità:
T il Signore ci conservi nell'amore e nella pace sull'esempio della famiglia di Nazaret.
GO Dio, che in san Giovanni Bosco
hai dato alla tua Chiesa
un padre e un maestro dei giovani,
suscita anche in noi la stessa fiamma di carità
a servizio della tua gloria per la salvezza dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Guardiamo a Maria segno di sicura speranza e consolazione per tutti gli uomini, specialmente per quelli che soffrono.
T Salve, o Regina, madre di misericordia;
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù, dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi.
Emostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno.
Oclemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
G Maria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi!
GT Nel nome del Padre...
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TUTTO FACCIAMO
NEL NOME DEL SIGNORE
Contenuto della sezione
I grandi momenti dei nostro incontro esplicito e comune col Signore sono il mattino e la sera.
Però l'apostolo Paolo ci ammonisce: « Tutto quello che dite e fate, tutto sia nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui » (Col 3,17).
La nostra Regola ancora ci ricorda:
AI Salesiano immerso nel mondo e nelle preoccupazioni della vita apostolica, incontrarsi con Dio nella libertà e spontaneità di figlio può talvolta riuscire difficile. Egli riceve allora l'aiuto per la sua maturazione dalla comunità, che organizza un conveniente ritmo di preghiera. Ma, al di sopra di ogni norma, il bisogno interiore di Dio ci porta a vivere in Lui la liturgia della vita, offrendo noi stessi nel quotidiano lavoro, « come ostie vive, sante e gradite a Dio » (Cost 67).
Per far questo ci aiutano quei brevi colloqui col Signore, che sono le preghiere prima e dopo le varie azioni.
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1 BENEDICIAMO IL SIGNORE PER IL CIBO CHE CI DONA
La preghiera prima e dopo i pasti è il segno della dimensione religiosa e cristiana che ha il mangiare insieme. Benediciamo il Signore per il cibo, dono del suo amore, segno di unità e di comunione fraterna.
Il pasto comune è preludio e prolungamento dell'Eucaristia, prefigurazione del banchetto del regno dei cieli.
Il cibo che prendiamo è insieme dono di Dio e frutto del lavoro di tante persone, Noi siamo loro riconoscenti e preghiamo il Signore per loro.
Non è possibile sedersi oggi a tavola senza ricordare tutti coloro che non hanno il pane quotidiano. Ricordarsi di loro è prendere coscienza della nostra responsabilità e del nostro impegno per aiutarli. E pregare che Dio, con la potenza della sua grazia, apra il nostro cuore e il cuore di tutti all'amore.
Prima dei pasti
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
GT Padre nostro...
Lettura della Parola di Dio
G Ti benediciamo, o Dio, per questi doni che riceviamo dalla tua bontà.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
oppure
CT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Lettura della Parola di Dio
GT Da', o Signore,
la tua santa benedizione
a noi e al cibo che ora prenderemo per mantenerci nel tuo santo servizio. Amen.
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oppure
GRendiamo grazie al Signore, egli è buono. T Il suo amore è per sempre.
Lettura della Parola di Dio
GO Dio, nostro Padre,
noi ti lodiamo perché ci hai radunato
a questa mensa:
guidaci nella pace e nella gioia
al banchetto del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Dopo i pasti
GBenediciamo il Signore. T Rendiamo grazie a Dio.
GPer tutti i tuoi benefici,
ti rendiamo grazie, o Dio onnipotente, che vivi e regni nei secoli dei secoli. T Amen.
Oppure
GT Ti ringraziamo, o Signore, per il cibo che ci hai dato:
concedi a noi di servircene sempre in bene.
Amen.
2 PRIMA E DOPO LE AZIONI
Preghiera di inizio
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
GPreghiamo...
Con il tuo amore, o Dio,
ispira ed accompagna tutto ciò che facciamo,
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cosicché ogni nostra preghiera ed azione abbia in te inizio e compimento.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Preghiera di conclú s'ione
GPreghiamo...
Per tutti i tuoi benefici,
ti rendiamo grazie, o Dio onnipotente, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
g PRIMA E DOPO
ij UN INCONTRO COMUNITARIO
Preghiera di inizio
GT Nel nome del Padre...
GConserviamo l'unità dello spirito nel vincolo della pace (Ef 4,3).
GPreghiamo...
O Signore, Tu sei presente in mezzo a noi
che siamo radunati nel tuo nome:
donaci un cuore attento ed aperto,
umile e fiducioso,
perché nel dialogo fraterno
sappiamo crescere nella verità e nell'amore.
Tu che vivi e regni nei secoli.
Amen.
Preghiera di conclusione
GViviamo nella pace
e il Dio dell'amore e della pace sarà con noi (2 Cor 13,11).
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•Preghiamo...
Concedi, o Signore,
che ci manteniamo tutti d'accordo, alimentando lo stesso amore
preoccupati non del nostro interesse ma del bene dei fratelli
che ci hai donato.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
•Maria, aiuto dei cristiani.
T Prega per noi.
A PRIMA E DOPO
UNA PREDICA O UNA CONFERENZA
Preghiera di inizio
GT Nel nome del Padre...
GPreghiamo...
Purifica, o Signore, il nostro cuore
perché accogliamo con docilità
la tua Parola
per la salvezza della nostra vita (Giac 1,2».
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Preghiera di conclusione
GPreghiamo...
O Signore,
rendici operatori della Parola che abbiamo ascoltato, perché rimanendole fedeli troviamo la nostra felicità nel praticarla (Giac 1,25). Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
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GVeni, Sancte Spiritus, reple tuorum corda fidelium, et tui amoris in eis ignem accende.
GEmitte Spiritum tuum, et creabuntur. T Et renovabis faciem terrae.
GOremus.
Deus,
qui corda fidelium
Santi Spiritus illustratione docuisti: da nobis in eodem Spiritu recta sapere; et de eius semper consolatione gaudere. Per Christum Dominum nostrum.
T Amen.
PRIMA E DOPO UN INCONTRO DELLA COMUNITÀ EDUCATIVA
Preghiera d'inizio
GT Nei nome del Padre...
GPreghiamo...
O Signore, questo nostro incontro
sia animato e guidato dall'amore,
perché ricercando in tutto
il bene dei nostri ragazzi
sappiamo farli crescere
« onesti cittadini e buoni cristiani ».
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Preghiera di conclusione
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, fede e pazienza perché sappiamo vederti e incontrarti nei nostri giovani e concedi a loro di accogliere il messaggio di salvezza
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di cui ci hai fatto portatori. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
6 PRIMA E DOPO IL LAVORO Preghiera di inizio
GT Nel nome del Padre... •Preghiamo...
O Signore, guida e sorreggi il nostro lavoro perché ci renda più uomini e fratelli
continuando oggi la tua opera creatrice. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Preghiera di conclusione
GPreghiamo...
Accogli, o Signore,
la gioia e la fatica di questo lavoro;
e concedi che la nostra vita
trascorra sempre nell'operosa attesa del tuo Regno.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
1 PRIMA E DOPO LO STUDIO
Preghiera di inizio
GT Nel nome del Padre...
GPreghiamo...
O Signore, tu ci chiami
a ricercare con fatica la verità:
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purifica il nostro cuore
perché nello studio
non ricerchiamo noi stessi
ma la vera sapienza,
per poterla donare ai nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Preghiera di conclusione
G Preghiamo...
Ti presentiamo, o Signore, la fatica del nostro studio: fa' che la nostra vita sia sempre una ricerca di Te. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G Maria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
INVOCAZIONI
I maestri di spirito hanno sempre raccomandato di elevare il pensiero a Dio durante la giornata con brevi preghiere ed invocazioni. Ognuno attingendo alla Sacra Scrittura trova le parole che meglio esprimono i suoi sentimenti e le sue intenzioni. Qui riportiamo una serie di invocazioni prese dai Vangeli, dai salmi, dalla tradizione cristiana.
Signore, tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente (Mt 16,16).
Padre, non la mia, ma la tua volontà sia fatta (Lc 22,42).
Padre, siano una cosa sola (Gv 17,23).
Venga il tuo regno (Mt 6,10).
Manda, o Signore, operai nella tua messe (Mt 9,38). Signore, che io veda (Le 18,41). Padre, nelle tue mani consegno il mio Spirito (Lc 23,46). O Dio, abbi pietà di me peccatore (Le 18,13).
40
Liberami dal male, o Signore (Mt 6,13).
Salvami, Signore, sono perduto (Mt 8,25).
Signore, accresci la mia fede (Lc 17,5).
Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28).
Resta con noi, Signore (Lc 24,29).
Signore, com'è grande il tuo nome su tutta la terra (s 8).
Il tuo volto, Signore, io cerco (s 26).
Signore, mio Dio, in te mi rifugio (s 7).
Ti amo, Signore, mia forza (s 17).
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (s 21).
lo confido in te, Signore (s 30).
Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni (s 30).
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore (s 137). Mio Dio, sei tu la mia salvezza (s 24).
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore, nel tuo affetto cancella il mio peccato (s 50).
Pietà di me, Signore, pietà (s 122).
Dal profondo grido a te, o Signore. Ascolta la mia voce (s 129).
Signore, fammi vivere nella tua giustizia (s 142). Additami, Signore, le tue vie (s 24). Mio Dio e mio tutto.
Dolce cuor del mio Gesù, fa' che io t'ami sempre più. Dolce cuore di Maria, sii la salvezza dell'anima mia.
Ave, o Maria.
Madre mia, fiducia mia.
Gesù, Giuseppe e Maria, fate che io salvi l'anima mia.
Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia.
Gesù, Giuseppe e Maria,
spiri in pace con voi l'anima mia.
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LA VITA DI CRISTO
ILLUMINA E SALVA
LA NOSTRA VITA
L'anno liturgico, nel ripresentare ciclicamente il mistero di Cristo, ci chiama continuamente ad approfondire la nostra relazione con il Signore e ci inserisce come collaboratori in quel moto della storia che va verso la ricapitolazione di ogni
cosa in Cristo.
Esso scandisce il ritmo di vita cristiana delle nostre comunità, le quali, specialmente nei momenti forti, si rinnovano con l'ascolto della Parola e con la partecipazione ai misteri
celebrati. 44
LA VITA DI CRISTO ILLUMINA E SALVA
LA NOSTRA VITA
Contenuto della sezione
1. Una presentazione della spiritualità dei tempi liturgici, Avvento-Natale e Quaresima-Pasqua, divisa in due momenti. Prima sono descritti gli atteggiamenti fondamentali del cristiano e dopo si fa una attualizzazione specifica per la vita salesiana. t una presentazione molto sintetica, quasi una traccia che attende dí essere sviluppata dalla meditazione personale o comunitaria.
2. Alcuni schemi di preghiera centrati sopra salmi che esprimono la spiritualità del tempo liturgico: per l'Avvento-Natale: salmi 129, 84, 79, 97 per Quaresima-Pasqua: salmi 77, 50, 31, 21, 135, 117, 15.
3. Struttura:
^Dialogo di inizio che introduce il tema.
^Inno o altro canto « del tempo » come momento di contemplazione e di lode. Quando non è possibile cantarlo, si omette.
^Salmo concluso con una orazione. Il salmo è presentato e poi suddiviso con brevi sottotitoli tematici. La presentazione come pure i sottotitoli possono essere letti dalla guida. Oppure si può lasciare qualche istante di silenzio perché ognuno possa scorrerli personalmente.
^Invocazione allo Spirito Santo.
^Tempo per la lettura e meditazione.
Si potrà leggere a questo punto un testo della Scrittura o di altro libro; lettura seguita eventualmente da omelia. Oppure si potrà lasciare ampio spazio per una lettura e meditazione personale.
^Preghiera d'intercessione. Ce ne sono quattro per il tempo di Avvento, di Natale, di Quaresima, di Pasqua.
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Utilizzazione
Questi schemi di preghiera da una parte vogliono essere un piccolo mezzo di iniziazione a pregare i salmi, e dall'altra intendono dare ai momenti di preghiera comune o personale un clima in armonia al tempo litur-
gico.
I modi e i momenti di utilizzazione possono essere vari:
—inserire in questi schemi la meditazione oppure la lettura spirituale. Ci sembra che dovrebbe essere l'uso più comune e conforme alla struttura;
—come preghiera deI mattino e della sera, omettendo i numeri 4 e 5;
—nella adorazione eucaristica omettendo i nn. 2, 4, 5;
—in una conferenza od incontro comunitario, inserendo la conferenza al n. 5;
—nella messa: il salmo con la introduzione può servire da canto d'inizio;
—all'inizio dei tempi liturgici: si può inserire la lettura delle due introduzioni (pag. 47 ss. e pag. 61 ss.)
al n. 5.
Così la comunità ripensa insieme Ia spiritualità del tempo liturgico che sta per iniziare.
Modo di recita
Il salmo (n. 3 dello schema) può essere recitato suddiviso tra la guida e l'assemblea come è indicato, oppure può essere letto di seguito a cori alternati omettendo le brevi monizioni della guida.
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INCONTRO AL CRISTO CHE VIENE
Avvento-Natale
La triplice venuta del Signore
Celebriamo durante questo tempo la venuta nella carne di Gesù a Betlemme, la presenza del Signore nel mistero dei sacramenti e della vita cristiana e la venuta deI Re della gloria alla fine dei tempi. Quest'ultima manifestazione non sarà d'altronde che il termine di sviluppo delle due precedenti manifestazioni.
Qual è il significato di questa venuta deI Signore? Gesù viene... ma è necessario che sia atteso, affinché la sua venuta sia realmente celebrata nella gioia. Così all'iniziativa di Dio che ci manda il Figlio suo, deve corrispondere, da parte nostra, una disposizione di attesa e di accoglienza.
Atteggiamenti fondamentali
Povertà come bisogno di salvezza
Avvento è l'invito a riscoprire il senso dell'attesa, la nostra radicale impotenza a salvarci: la nostra povertà. La povertà è l'atteggiamento di colui che si conosce abbastanza per sapere che ha bisogno di uno più grande di lui e che accetta in anticipo tutta l'iniziativa di quest'Altro.
il rinunciare ad esser da soli gli interpreti della nostra esistenza, i risolutori ultimi dei nostri problemi.
Fede come accoglienza del Signore che viene
Poveri per accogliere il dono gratuito: la grazia. L'atteggiamento fondamentale di chi celebra questo periodo di Avvento-Natale è la « fede ».
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La fede ci fa accogliere nella nostra vita Dio che ci salva, l'Amore che redime e ci dona la capacità di « vedere » la presenza misteriosa del Signore nei sacramenti, nella testimonianza, nel fratello, nella trama degli avvenimenti quotidiani.
Senza questo « sguardo di fede » è impossibile celebrare la venuta attuale del Signore.
« Vedere » con fede per accogliere nella fiducia Dio che ci si fa incontro e ci invita a camminare con lui sulla strada della speranza.
Gioia come esperienza di salvezza
Il Signore che viene è « la risposta » al nostro bisogno di salvezza.
Una risposta che supera ogni aspettativa: la salvezza di tutto l'uomo inserito nella famiglia di Dio.
II mistero del Natale ci rivela così il volto di Dio: Dio è amore, si fa uomo come noi, si inserisce nella nostra storia, perché la nostra storia abbia un senso, anzi un compimento.
Nasce così la gioia. La gioia di essere salvati al di là dei nostri no, dei nostri fallimenti. La nostra salvezza e la nostra gioia è Dio con noi.
La gioia della speranza: l'attesa del compimento di quel sì che Dio ha già pronunciato mandando tra noi il Figlio e che apparirà in tutta la sua pienezza nell'ultimo giorno.
La missione come testimonianza
La ricchezza del dono ricevuto ci spinge a comunicarlo ai fratelli.
All'uomo d'oggi che cerca ansiosamente il significato di questo mondo, la Chiesa propone nell'Avvento-Natale un mondo nuovo che non si costruisce più come il precedente attorno all'uomo, ma attorno al Figlio di Dio. Senza negare, anzi dando più solido fondamento alle speranze umane, la Chiesa rende ragione nella vita dei credenti della speranza di cieli nuovi e terra nuova. Questa non estingue l'impegno per rendere la terra più abitabile, anzi lo moltiplica.
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Incarnando ogni giorno la vita divina nella realtà umana i credenti infatti testimoniano la presenza di Dio tra gli uomini come presenza d'amore liberatore.
L'Avvento-Natale per il Salesiano
Sull'esempio della Vergine Maria, che ha vissuto nella sua carne e nella fede il mistero dell'incarnazione, il Salesiano riscopre, purifica e approfondisce la sua « povertà » e la sua « fede ».
Vive la consacrazione religiosa come dono di fiducia totale nei Dio che viene: vive la castità come apertura all'Amore e come testimonianza del Regno che viene; ritrova nella povertà volontaria il distacco da questo mondo che passa e l'abbandono fiducioso in Dio salvatore; accetta l'obbedienza come « sì » incondizionato di fede per collaborare alla missione di salvezza.
Testimone con la vita e con la parola della venuta del Signore, sa risvegliare nei giovani a cui è mandato il bisogno e la speranza di salvezza.
Con loro ricerca i limiti degli ideali di successo, di ricchezza, di dominio proposti dalla società attuale, e li conduce al Cristo figlio di Dio, unico Liberatore dell'uomo.
Dal mistero dell'incarnazione trae forza e coraggio per vivere « incarnato » nel mondo dei giovani. Sa far sue le loro gioie, i loro dolori. Conosce i loro problemi e condivide fino in fondo la loro vita. Accoglie e suscita le loro proposte di novità, di progresso, di dinamismo, di iniziativa, stimolandoli nella costruzione di un uomo nuovo capace di amore e di gioia e aprendo il loro cuore alla speranza.
Vive nell'ottimismo e nella gioia la sua missione fra í giovani, senza rimpianti per il passato, proteso con Ioro nella costruzione di un futuro migliore.
Sa che al fondo di ogni sua fatica c'è il Signore che agisce con la sua forza.
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Non misura perciò soltanto dai risultati la validità del suo lavoro, aspettando con pazienza il tempo della messe.
Riconosce che ogni sua fatica, ogni sua attività altro non vuol essere che il preparare la strada al Signore che viene, nel servizio umile del servo inutile del Vangelo.
Riscopre infine in questo tempo il senso e il valore della devozione a Maria, Vergine Immacolata, Madre di Dio.
Valorizza gli elementi mariani di questo periodo ed evita inopportune sovrapposizioni fra tempo liturgico e devozione personale. -
Celebra l'Immacolata come festa di famiglia, perché costituisce come la « festa degli inizi »:
inizio anticipato in Maria dell'opera della redenzione che Cristo attuerà pienamente nella sua Pasqua; inizio dell'opera di don Bosco, quale collaboratore di Cristo tra i giovani.
Celebra la festa della Madre di Dio (1° Gennaio) con pietà filiale e ritrova nella vicenda di fede e d'amore di Maria la via e la guida del suo cammino.
Schemi di preghiera
Per il tempo di Avvento
1. Diciamo a Dio il nostro bisogno di salvezza e la nostra fiducia nel suo amore (s 129).
2. Non possiamo da noi sciogliere le nostre catene: la liberazione è dono di Dio (s 84).
3. Nonostante ogni apparenza contraria Dio non si dimentica di noi (s 79).
Per il tempo natalizio
4. Dio si è fatto uno di noi: è questa la sorgente della nostra gioia (s 97).
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1 DICIAMO A DIO
I IL NOSTRO BISOGNO DI SALVEZZA
E LA NOSTRA FIDUCIA
NEL SUO AMORE
I. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
GRisveglia la tua potenza, o Signore. T E vieni a salvarci!
GVolgiti a noi, abbi pietà di noi. T Riscatta il tuo popolo da tutte le sue angosce!
2. INNO
3. SALMO 129
La nostra vita ha bisogno di Dio, del suo perdono anzitutto.
Senza speranza nell'amore di Dio, il peccato, l'abisso della nostra vita, ci travolge e ci inghiotte.
L'attesa del perdono è riconoscere l'azione trascendente del Signore nella nostra esistenza: la nostra impossibilità a salvarci da soli.
Gper noi ritornare alle radici della nostra vita religiosa: l'amore fedele di Dio che perdona e rinnova.
GDall'abisso della nostra vita gridiamo a Dio.
T Dal profondo grido a te, o Signore,
ascolta Ia mia voce!
Le tue orecchie siano attente
alla voce della mia preghiera.
GI1 Signore è buono e ci perdona. T Se tu guardi le colpe, o Signore, chi resisterà?
Ma presso di te è il perdono perché tu sia temuto.
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GNoi abbiamo fiducia e speriamo la sua salvezza.
T Spero nel Signore, spera l'anima mia,
e aspetto sulla sua parola.
L'anima mia aspetta il Signore,
più che Ie sentinelle il mattino.
(Più che le sentinelle il mattino,
Israele attende il Signore).
GCon tutti gli uomini aspettiamo il suo amore.
T Sì, presso il Signore è l'amore, e grande è il riscatto: egli riscatta Israele da tutte le sue colpe.
GPreghiamo...
Ogni giorno, o Signore,
ridestandoci alla vita,
ci chiami alla speranza:
il tuo amore, che salva,
compia le nostre attese
e ci doni la gioia della salvezza.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GLo spirito conosce ogni cosa:
T egli scruta le profondità di Dio! (1 Cor 2,10).
GInfondi in noi, o Signore, il tuo Spirito di verità:
ci guidi nella preghiera
a scoprire la ricchezza del tuo amore
e ci dia la forza
per vivere Ia salvezza che sempre ci doni.
Tu che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
(si conclude:)
GBeati quelli che ascoltano la Parola di Dio T e la vivono ogni giorno!
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6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE
GIn questo giorno ti preghiamo, o Signore:
T apri il nostro cuore perché viviamo
la nostra consacrazione a te,
come testimonianza e collaborazione
al Regno che viene.
GDonaci di accogliere nella fede la tua Parola:
T aiutaci a viverla ogni giorno e a farne dono di salvezza ai nostri giovani.
GSignore della gloria,
tornerai alla fine dei tempi
perché possiamo essere sempre con te:
T custodisci la nostra volontà,
perché siamo sempre pronti
ad accoglierTi con gioia nei sacramenti e nei fratelli.
GCon Cristo nostro fratello invochiamo il Padre e diciamo insieme: T Padre nostro...
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
GT Nel nome del Padre...
0) NON POSSIAMO DA NOI
L SCIOGLIERE LE NOSTRE CATENE LA LIBERAZIONE E DONO DI DIO
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre e deI Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
GAiutaci, o Dio della salvezza, T per la gloria del tuo nome.
GIn te confidiamo, o Signore. T Liberaci e perdona i nostri errori, per amore dei tuo nome.
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2. INNO
3. SALMO 84
La nostra liberazione non viene da noi.
Èdono gratuito di Dio in Cristo: in lui abbiamo il perdono, la pace; in lui vediamo l'amore di Dio per noi.
La preghiera del Salmo 84 ci aiuta a prendere coscienza di questo nostro costitutivo bisogno di un Altro che ci faccia ritornare dall'esilio del peccato, che ci parli di pace, che ci doni la giustizia. Nella misura in cui riconosciamo e invochiamo l'aiuto di Dio, Egli è accanto a noi, portatore di salvezza, Dio-con-noi.
GLodiamo il Signore, nostro Liberatore.
T Hai favorito, Signore, la tua terra,
sono tornati i prigionieri di Giacobbe;
hai tolto dal tuo popolo la colpa,
e coperto ogni loro peccato;
hai ritirato tutto il tuo furore,
sei tornato dall'ardore dell'ira.
GChiediamo che continui in noi la sua opera di sal-
vezza.
T Fa' che torniamo, Dio della salvezza!
tronca la tua collera con noi!
Sarai per sempre adirato con noi?
estenderai nei secoli la tua ira?
Non sei tu che fai tornare la vita? non sarà lieto il tuo popolo in te? Fa' che vediamo, o Dio, il tuo amore! concedi a noi la tua salvezza!
GAscoltiamo il messaggio di Dio: pace e salvezza.
T Ascolterò la parola del Signore:
sì, Dio parla di pace,
al suo popolo, ai suoi fedeli,
a chi torna a lui con il cuore;
la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
la sua gloria abiterà la nostra terra.
Si incontrano amore e verità, si baciano pace e giustizia: verità germoglia dalla terra, giustizia si affaccia dal cielo.
54
E il Signore darà il bene, la nostra terra darà il suo frutto: giustizia camminerà davanti a lui e salvezza sulla via dei suoi passi.
GPreghiamo...
O Dio,
nostro liberatore,
fa' che oggi camminiamo nella giustizia
come portatori della tua salvezza.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GIl Padre vi manderà il Consolatore. T Egli ci insegnerà ogni cosa e ci ricorderà quanto Gesù ci ha detto (Gv 14,25).
GPreghiamo...
Donaci, o Padre, lo Spirito Santo:
perché siamo attenti uditori
della tua Parola di liberazione
nel dialogo umile e sincero della nostra preghiera.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag. 53)
NONOSTANTE
j OGNI APPARENZA CONTRARIA DIO NON SI DIMENTICA DI NOI
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...•
GRicorda il tuo affetto, o Signore: T il tuo amore che è da sempre!
GSalva il tuo popolo, o Signore: T benedici Ia tua eredità, guidaci e salvaci per sempre.
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2. INNO
3. SALMO 79
Capitano nella nostra vita, nella vita della Chiesa, giorni o periodi neri, in cui tutto va male, in cui pare che Dio ci abbia dimenticato. Lui che aveva iniziato così splendidamente l'opera della salvezza, ora... ci ha lasciato.
Sono questi i giorni dell'Avvento.
Il tempo della preghiera al Signore, Pastore della Chiesa e vera vite, perché « venga a salvezza » del suo popolo.
Il tempo di rivedere la nostra fedeltà, perché non siamo, come il popolo dell'antica alleanza, abbandonati da Dio.
GInvochiamo l'aiuto del Signore.
T Tu che pasci Israele, ascolta: tu che guidi Giuseppe come un gregge, tu che siedi sui cherubini, risplendi davanti a Efraim e Beniamino e Manasse; risveglia la tua potenza
e vieni a salvezza per noi.
Fa' che torniamo, Signore degli eserciti: illumina il tuo volto e saremo salvi.
GPortiamo al Signore il dolore del suo popolo biso-
gnoso di salvezza.
T Fino a quando il fumo della tua ira,
mentre il tuo popolo prega?
Li hai fatti mangiare pane di lacrime,
li hai fatti bere lacrime in abbondanza.
Ci esponi alla discordia degli abitanti,
e i nostri nemici si beffano di noi.
Fa' che torniamo, Signore degli eserciti:
illumina il tuo volto, e saremo salvi.
GII Signore ama il suo popolo e lo ha salvato.
T Hai divelto una vite dall'Egitto,
hai scacciato nazioni, e l'hai piantata;
hai fatto posto davanti a lei:
ha radicato le sue radici,
e ha riempito tutta la terra.
Dalla sua ombra sono coperte le montagne, dai suoi tralci i cedri divini.
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Manda le sue fronde sino al mare, sino al fiume i suoi virgulti.
GOra non è più così: Dio ci ha dimenticati?
T Perché hai abbattuto la sua cinta? La piluccano i passanti della via, la devasta il cinghiale della foresta, e la bestia del campo se ne pasce.
GInvochiamo il Signore: egli ritorni e ci dia la vita.
T Signore degli eserciti, ritorna:
guarda dai cieli e vedi
e visita questa vite:
il ceppo che ha piantato la tua destra
(il figlio che hai reso forte per te).
È bruciata nel fuoco, è recisa:
al rimprovero del tuo volto periranno.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio d'uomo che hai reso forte per te: e non ci allontaneremo da te, ci darai vita e grideremo il tuo nome. Fa' che torniamo, Signore degli eserciti: illumina il tuo volto e saremo salvi.
GPreghiamo...
O Padre, tu ci hai fatto tralci di Cristo, vera Vite:
concedi a noi di portare frutto abbondante,
per non essere recisi e gettati nel fuoco.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GL'amore di Dio è riversato nei nostri cuori, T per mezzo dello Spirito che ci è stato donato (Rom 5,5).
GPreghiamo...
La luce e la grazia del Consolatore
ci guidi, o Signore, nel colloquio con te:
riscopriremo allora la tua immutabile fedeltà
e rinnoveremo il nostro fragile amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag. 53)
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A . DIO SI t FATTO UNO DI NOI: if E QUESTA LA SORGENTE DELLA NOSTRA GIOIA
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
GCantate al Signore, benedite il suo nome.
T 11 suo amore è per sempre.
GRendiamo grazie al Signore. T E forte il suo amore per noi la verità del Signore è per sempre.
2. INNO
3. SALMO 97
La Gioia della nostra esistenza, la radice inconcussa del nostro ottimismo è Cristo, la manifestazione ultima e definitiva dell'amore di Dio che ci salva. E non solo noi, ma tutto il creato.
Rinnoviamo la nostra fede e la nostra gioia nel Signore.
G11 Signore ci ha donato la salvezza: cantiamo a lui.
T Cantate ad Signore un canto nuovo,
perché egli ha fatto prodigi:
gli ha dato la salvezza la sua destra,
il braccio della sua santità.
Il Signore manifestò la sua salvezza,
alle nazioni rivelò la sua giustizia:
egli ha ricordato il suo amore,
la sua verità per la casa d'Israele.
GLa nostra gioia è la gioia di tutta la terra. T I confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio.
O terra tutta, acclamate ai Signore, gridate, esultate, inneggiate!
Inneggiate al Signore con arpe, con arpe e con voci di strumenti, con trombe e con voce di corni, acclamate al Signore, nostro re!
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GDiamo voce alla gioia della creazione davanti a Dio
che viene a salvarci.
T Tuoni il mare e la sua pienezza,
il mondo e i suoi abitatori;
i fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne,'
dinanzi al volto del Signore che viene a giudicare la terra: nella giustizia egli giudica il mondo, nella rettitudine egli giudica i popoli.
GPreghiamo...
La tua venuta in mezzo a noi, Signore,
è la gioia della salvezza per l'universo:
concedi che la nostra vita,
rinnovata dai tuo amore,
manifesti a tutti
la tua presenza fra noi.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GAbbiamo ricevuto lo Spirito di figli adottivi, T nel quale gridiamo: Abba, Padre! (Rom 8,15).
GPreghiamo...
O Signore,
lo Spirito, che ci hai donato,
sia la voce della nostra preghiera,
ci riveli la nostra dignità di figli
e ci aiuti a tradurla nella nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE
GTi preghiamo, o Padre onnipotente: T donaci di trascorrere la nostra vita nella gioia della salvezza, che in Cristo ci hai donato.
GTu hai mandato il tuo unico Figlio nella nostra carne a liberarci dal peccato:
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T aiutaci a condividere fino in fondo la vita dei giovani per farne degli uomini nuovi, ad immagine di Cristo.
GTu ci hai chiamati a seguire tuo Figlio nella vita religiosa:
T donaci di essere servi fedeli e operai instancabili al tuo servizio.
GCon Cristo, nostro fratello, invochiamo il Padre e diciamo insieme: T Padre nostro...
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
GT Nel nome del Padre...
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INCONTRO AL CRISTO CHE MUORE E RISORGE
Quaresima-Pasqua
La dinamica della vita cristiana
Come il popolo ebreo celebrava il ricordo della liberazione dalla schiavitù e del Sinai, così la Chiesa, nuovo popolo di Dio, celebra nell'evento pasquale di Cristo l'intervento definitivo del Dio liberatore.
Si ripete così nella vita dei credenti l'evento della salvezza nel suo duplice inscindibile movimento di morte e di vita: morte aI peccato, al male e vita nuova nel Cristo risorto.
Quaresima e tempo pasquale sono così il nucleo originale dell'esperienza cristiana rivissuta ogni anno dalla Chiesa, nel faticoso e consolante cammino verso la casa del Padre.
Atteggiamenti fondamentali
La fede come scelta di Cristo
L'itinerario battesimale, che ha caratterizzato e che ancora segna il periodo quaresimale, è invito a ogni battezzato a riscoprire e ad approfondire la sua adesione a Cristo.
« Il centro vivo della fede è Gesù Cristo... Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue. In questa decisione fondamentale per Gesù Cristo è contenuta e compiuta ogni altra esigenza di conoscenza e di azione della fede » (RdC 57).
Il battesimo posto all'inizio della vita come dono assolutamente gratuito diventa impegno personale, scelta quotidiana di vita.
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Approfondire il proprio battesimo non vuoi dire soltanto organizzare la propria esistenza secondo una morale più elevata, ma significa soprattutto aderire e accogliere la persona di Cristo nella propria vita. L'itinerario dei 40 giorni ci ripropone una scelta di fedeltà tanto superiore all'esperienza di Israele nel deserto quanto definitiva e totale è la proposta di salvezza nel Cristo morto e risorto.
La mortificazione come liberazione
L'uomo nuovo nasce dalla morte dell'uomo vecchio.
Il morire con Cristo, il cristiano lo vive ogni giorno nella morte al peccato, al male, all'egoismo. Non si nasce uomini nuovi se non nella morte.
L'ascesi e la mortificazione non sono esercizi di virtuosismo, ma la strada ardua e coraggiosa di chi segue il Signore.
La quaresima ci invita a una scelta personale e comunitaria che ci renda testimoni davanti al mondo del cammino della croce e del valore supremo del Regno sul mondo terreno.
La povertà come solidarietà
Il cristiano nel periodo quaresimale, riscoprendo la profondità della sua vocazione con Cristo, ritrova anche purificata la relazione profonda che lo lega ai fratelli, soprattutto ai più poveri.
La solidarietà con i poveri e i sofferenti non nasce in concorrenza ai vasti movimenti di filantropia odierni, affonda invece la sua originalità nella conversione, nel rinnovamento, nel ritrovare Cristo morto e risorto al centro della propria esistenza.
Uno stile di risurrezione
Chiamato a vivere fin d'ora la vita deI Risorto, il cristiano vive la Pasqua camminando in novità di vita nella gioia.
Con uno stile di risurrezione la Chiesa si presenta agli uomini: riconosce come legittima ogni speranza e ogni desiderio di un futuro migliore, critica e stimola i rap-
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porti umani perché siano rinnovati nell'amore, vive la sua vita non chiusa in un passato intoccabile, ma protesa in avanti verso il compimento.
In un mondo fiducioso nel progresso, il cristiano è portatore della fonte della speranza.
In un mondo alla ricerca sfrenata dell'immediato, del piacere, il cristiano è testimone della gioia che nasce dalla morte.
In un mondo in cui il corpo è strumentalizzato, iI cristiano porta la speranza certa della risurrezione dei corpi.
La vita ecclesiale come esperienza del risorto
La vita nuova, l'esperienza del Risorto non è qualcosa di privato, di strettamente individuale. Il tempo di Pasqua ci ripropone questa verità ed esperienza fondamentale: è nella Chiesa che l'uomo trova il Signore risorto.
I Sacramenti sono la presenza del Cristo nel tempo: presenza di santità e di rinnovamento.
I pastori sono la guida del popolo rinato verso la pienezza. La carità è il segno innalzato nel mondo che il Signore non è più nella morte e che la nuova vita di amore è già fin d'ora possibile.
In una società sempre più socializzata il cristiano vive l'esperienza della Chiesa come esperienza di libertà e di amore: di salvezza.
Riscopre e purifica la sua appartenenza al popolo del Risorto e testimonia con un'azione ecclesiale la novità di vita ricevuta nella Pasqua.
La docilità allo Spirito, legge della vita cristiana
Nello sforzo per la costruzione dell'uomo nuovo il cristiano sa che solo « dall'alto », dallo Spirito viene per l'uomo la salvezza, la comunione, la pace.
Impegnato nella costruzione- del Regno di Dio, riconosce ed accoglie con docilità lo Spirito come il protagonista, la fonte e l'anima della Chiesa.
Nell'amore, ricevuto dallo Spirito, trova la legge fondamentale per un'esistenza libera e aperta a tutti, al di sopra delle leggi e delle tradizioni degli uomini.
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Ricerca nella comunione fraterna, al di là di ogni barriera e discriminazione, la verifica della propria fede nel Dio amore.
Al mondo moderno in ricerca di un nuovo progetto d'uomo il cristiano testimonia con la sua vita la presenza dell'uomo nuovo, guidato dallo Spirito, aperto alla comunione, in pace con Dio e con i fratelli.
La Quaresima-Pasqua per N Salesiano
Nella Pasqua del Signore, centro dell'anno liturgico, il Salesiano trova la sorgente e la mèta della propria esistenza.
Nella pasqua le nostre singole comunità nascono come comunità della nuova alleanza ed hanno pertanto in essa Ia fonte prima e insostituibile della loro vita secondo lo Spirito.
Chiamato a vivere nella propria carne il mistero pasquale, il Salesiano riscopre e vive più intensamente in questo tempo Ia morte e risurrezione di Gesù, a cui è stato assimilato nel sacramento del battesimo.
Nella povertà, nell'ascesi e nella mortificazione muore a questo mondo, rinnovando la sua scelta unica e definitiva della via di Cristo. Vive nella castità la vita rinnovata dalla risurrezione ed accetta la morte alla vita terrena (ad una famiglia propria, alla discendenza...) come dono di salvezza per i giovani.
Nell'obbedienza rinnova la vicenda pasquale del Signore, accogliendo incomprensioni e sofferenze, sull'esempio del Salvatore, obbediente fino alla croce. Riconosce nella sua vita consacrata l'opera della morte (a se stesso, al male, al peccato), perché nei giovani operi la vita.
Apre il suo cuore all'ascolto della Parola di Dio. L'accoglie con fede nella meditazione e nella vita. Nel dialogo intimo col suo Signore disseta Ie radici della propria esistenza.
Guida i giovani nel faticoso cammino della preghiera cristiana, sicuro che solo nel dialogo con Dio la fede dei suoi giovani potrà rimanere viva e crescere robusta.
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Ogni giorno si ritrova peccatore davanti a Dio, bisognoso del suo perdono.
Riconosce nella continua conversione un dinamismo fondamentale della sua vita. E nel sacramento della Penitenza trova il termine e l'autenticità del suo cammino di conversione e del vero rinnovamento della comunità.
Educa la coscienza dei giovani, aprendoli all'amore infinito di Dio e aI senso cristiano del peccato.
Sull'esempio di don Bosco, li guida al sacramento della penitenza, esperienza concreta dell'amore di Dio e del peccato dell'uomo e momento privilegiato di educazione cristiana.
Educatore della fede, guida i giovani alla vita della croce, su cui egli stesso cammina.
Li educa al sacrificio, alla mortificazione e all'ascesi, contestando l'ideale di vita facile e consumistico che il mondo propone.
Scopre nella sofferenza degli uomini il Signore che muore. Ha il cuore e la preghiera aperti alle necessità e ai dolori del mondo.
Educa i giovani alla solidarietà con i poveri e i bisognosi liberandoli dall'egoismo e rendendoli portatori di liberazione per i fratelli.
Uomo nuovo, rinato nella Risurrezione, vive nella gioia e nella speranza la sua esistenza.
Comprende le instabilità e gli scoraggiamenti dei suoi giovani e sa guidarli al Signore risorto, fondamento della gioia di vivere.
Con loro è aperto al futuro, uomo di risurrezione e di novità, evitando di chiudersi nel passato.
Chiamato a partecipare all'universale missione di salvezza, ama la Chiesa come sua Madre.
Da lei non si separerà mai perché solo in essa trova Cristo suo salvatore. Accetta con amore le sofferenze che potessero venirgli da lei e purifica se stesso da ogni male.
Ama il papa e partecipa alla vita della Chiesa locale. Educa i giovani alla vita ecclesiale, evitando di isolarli
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dalle loro parrocchie e sviluppando in loro il senso della appartenenza e il coraggio della testimonianza cristiana.
Nella comunità, che il Signore gli ha scelto, vive con gioia la sua vita di consacrazione nell'amore cordiale e sincero ai suoi fratelli.
Riconosce che i giovani scopriranno il Signore risorto non tanto per le sue parole, quanto per la testimonianza d'amore della vita sua e di quella della comunità.
Con gioia contempla in Maria il compimento della salvezza pasquale.
Con fiducia la invoca Madre e Aiuto nella sua vita e nella vita della Chiesa.
A Lei conduce i suoi giovani, perché con il suo aiuto possano crescere membri attivi e responsabili della Chiesa.
Con loro celebra «la festa di Maria Ausiliatrice,
come preludio della festa eterna del Cielo » (MB 17, 114).
Schemi di preghiera
Nel tempo di Quaresima
1. Il nostro Dio è un Dio fedele: continua ad amarci nonostante le nostre infedeltà (s 77).
2. Il nostro Dio è grande nel perdono: egli rinnova la nostra vita con il suo amore (s 50).
3. Il perdono di Dio è la nostra gioia (s 31).
Nell'imminenza della Pasqua
4. Cristo accetta con amore la sofferenza. In Lui la morte diventa la via alla vita (s 21: prima parte).
5. Cristo muore e risorge per noi. Il suo cammino è la nostra vita (s 21: seconda parte).
Nel tempo pasquale
6. Il nostro Dio ha fatto per noi cose grandi: esprimiamo la gioia di esser amati da Lui (s 135).
7. Cristo morto e risorto ci rivela l'amore di Dio per noi. È il fondamento sicuro della nostra vita (s 117).
8. Il nostro Dio è l'unico: chi Io sceglie ha la vita (s 73).
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IIL NOSTRO DIO
I È UN DIO FEDELE:
CONTINUA AD AMARCI
NONOSTANTE LE NOSTRE INFEDELTÀ
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
GSignore, per amore del tuo nome
cancella la nostra colpa.
T Tutto il giorno speriamo in te;
nel tuo amore ricordati di noi.
GTu, o Signore, tornerai a farci vivere: T e la nostra bocca canterà la tua giustizia.
2. INNO
3. SALMO 77
Fedeltà 6i Dio e infedeltà dell'uomo: il mistero di Israele che continua in noi.
L'amore di Dio nel nostro peccato si rivela gratuito e misericordioso.
La storia del popolo d'Israele è la nostra storia: un appello alla nostra continua conversione a quel Dio che ci ama anche quando siamo peccatori.
GLeggiamo la storia dei nostri padri
per non essere come loro.
T Quello che abbiamo sentito e conosciuto,
che i nostri padri ci hanno raccontato,
non lo nasconderemo ai loro figli,
lo racconteremo alla generazione che verrà:
Sorgano e raccontino ai figli e ripongano in Dio la fiducia; non dimentichino le imprese di Dio e osservino i suoi comandi.
Non siano come i loro padri, generazione perversa e ribelle, generazione che non ha stabile il cuore e non ha fermo Io spirito con Dio.
67
GDissero di no a Dio,
che per loro aveva fatto grandi prodigi, T non custodirono il patto di Dio
erifiutarono di camminare nella sua legge. Dimenticarono le sue imprese
ei prodigi che aveva fatto vedere: Ha aperto il mare e li ha fatti passare, ha fermato le acque come una diga: li ha guidati con una nube di giorno, tutta la notte con una luce di fuoco. Ha aperto le rocce del deserto, li ha fatti bere come dal grande oceano: ha fatto uscire corsi d'acqua dalla rupe, ha fatto scendere le acque come fiumi.
GMa Dio, nella loro infedeltà,
si manifesta « fedele ».
T Con tutto questo continuarono a peccare,
nei suoi prodigi non hanno creduto.
Ha posto fine ai loro giorni in un soffio,
eai loro anni con disgrazie improvvise.
Quando li puniva lo cercavano
eritornavano e si volgevano a Dio:
ricordavano che Dio è la loro roccia,
Dio, l'Altissimo, il redentore.
Lo lusingavano con la loro bocca,
gli mentivano con la loro lingua,
e il loro cuore non era stabile con lui,
nel loro patto non erano fermi.
Ma egli non li distruggeva:
pietoso cancellava la colpa.
Molte volte è tornato dall'ira
enon ha dato fuoco alla sua collera.
esi ricordò che erano carne, un soffio che va e non ritorna.
GPreghiamo...
Tu, o Dio,
in Cristo hai fatto con noi
il patto indistruttibile di alleanza:
convertici a te,
perché il nostro amore sia fedele.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
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4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GQuando verrà lo Spirito di verità, T vi introdurrà a tutta la verità (Gv 16,13).
GPreghiamo...
Donaci, Signore, lo Spirito che da te procede: ci guidi nella preghiera alla scoperta del tuo amore e della nostra infedeltà e rinnovi con la sua forza il nostro cuore.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE
GSignore, ti preghiamo:
T converti a te i nostri cuori,
perché Cristo soltanto sia il centro della nostra fede e della nostra vita.
GTu hai voluto che tuo Figlio
ci salvasse nella sofferenza e nella morte:
T aiutaci a portare ogni giorno
la nostra croce dietro di lui
per la salvezza dei giovani.
GNeI battesimo ci hai donato la salvezza e la tua amicizia:
T concedi che viviamo la nostra giornata nella gioia e nella fedeltà.
GCon Cristo, nostro fratello, invochiamo il Padre e diciamo insieme:
T Padre nostro...
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
GT Nel nome del Padre...
69
I IL NOSTRO DIO
L È GRANDE NEL PERDONO:
EGLI RINNOVA LA NOSTRA VITA CON IL SUO AMORE
i. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
GO Signore, in questo giorno, donaci aiuto. T Vieni in nostro soccorso.
GNon ricordarti dei nostri peccati.
T Presto ci venga incontro il tuo affetto perché siamo molto deboli.
2. INNO
3. SALMO 50
Il peccato è il rifiuto dell'amore.
Convertirsi, chiedere perdono è credere all'amore. Solo così Dio ci ridona la vita.
Il ritrovarci peccatori davanti a Dio è allora il nostro sacrificio, la nostra offerta.
È l'inizio di un cammino di liberazione per noi e per i fratelli; nel nostro perdono il Signore costruisce la sua Chiesa.
GDomandiamo al Signore il suo perdono.
T Pietà di me, o Dio, nel tuo amore:
nel tuo affetto cancella il mio peccato
e lavami da ogni mia colpa,
purificami da ogni mio errore.
GRiconosciamo davanti a lui il nostro peccato.
T il mio peccato, io lo riconosco;
il mio errore mi è sempre dinanzi:
contro te, contro te solo ho peccato;
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.
Così sei giusto nel tuo parlare
e limpido nel tuo giudicare;
ecco, malvagio sono nato,
peccatore mi ha concepito mia madre.
70 Domandiamo al Signore di purificare il nostro cuore: di donarci un cuore nuovo!
T Ecco, ti piace verità nell'intimo,
enel profondo mi insegni sapienza. Se mi purifichi con issopo, sono limpido; se mi lavi, sono più bianco della neve.
Fammi udire gioia e allegria: esulteranno le ossa che hai fiaccato; dai miei errori nascondi il tuo volto
ecancella tutte le mie colpe!
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito fermo; non cacciarmi lontano dal tuo volto, non mi togliere il tuo spirito di santità.
GPerdonati, annunceremo ai fratelli la via del perdono e offriremo come sacrificio il nostro cuore.
T Ritorni a me la tua gioia di salvezza, sorreggi in me uno spirito risoluto. Insegnerò ai peccatori le tue vie
egli erranti ritorneranno a te.
Liberami dal sangue, o Dio, mia salvezza,
ela mia lingua griderà la tua giustizia. Signore, aprirai le mie labbra, la mia bocca annuncerà la tua lode.
Le vittime non ti sono gradite: se ti offro un olocausto, non lo vuoi; la mia vittima è il mio spirito affranto: non disprezzi un cuore affranto e fiaccato.
GNel nostro perdono il Signore rinnovi la Chiesa.
T Nella tua bontà favorisci Sion, ricostruisci le mura di Gerusalemme:
egradirai vittime di giustizia,
eoffriranno vitelli sul tuo altare.
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, un cuore nuovo
e crea in noi uno spirito nuovo.
Poni nel nostro cuore la tua legge
perché diventiamo il tuo popolo fedele.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
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4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GI1 nostro corpo è tempio dello Spirito Santo. T Non contristiamo lo Spirito che abita in noi (1 Cor 6,19; Ef 4,30).
GPreghiamo...
Lo Spirito, che ci hai donato, o Signore,
sia la voce della nostra preghiera
e la forza della nostra vita,
perché possiamo camminare
nel tuo amore,
evitando la rovina del peccato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag. 69)
IL PERDONO DI DIO j È LA NOSTRA GIOIA
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
GLiberaci e perdona i nostri errori, T per amore del tuo nome, o Signore.
GTu sei buono e perdoni: T in te mi rifugio, o Signore, salva il tuo servo che confida in te.
2. INNO
3. SALMO 31
L'esperienza del peccato è l'esperienza più tragica dell'uomo: è la nostra distruzione.
Liberazione per noi, gioia per noi viene solo dalla conversione: prendere coscienza del male e proclamarlo al Signore, ed essere circondati dalla gioia della liberazione.
72
La gioia della nostra vita nasce dal perdono.
La misura della nostra conversione è in definitiva la misura della liberazione e della pace della nostra vita.
GLa gioia dell'uomo è il perdono di Dio. T Beato l'uomo al quale è tolto il peccato
ecoperto l'errore;
beato l'uomo al quale il Signore non imputa la colpa,
enel suo spirito non c'è frode.
GIl peccato è la nostra rovina.
T Tacevo e si consumavano le mie ossa,
ruggivo tutto il giorno.
Pesava di giorno e di notte
la tua mano su di me.
Tutto il mio vigore si guastava
in un calore d'estate.
GIl perdono è la risposta di Dio alla nostra miseria.
T Il mio errore te lo faccio conoscere,
non nascondo la mia colpa.
Ho detto: Confesserò al Signore
tutto il mio peccato.
E tu hai tolto la mia colpa,
hai perdonato il mio errore.
Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell'angoscia: se irrompono molte acque non lo toccheranno.
Tu sei riparo per me, mi preservi dalla stretta: mi circondi con grida di gioia per la mia liberazione.
GNon siamo indocili di fronte a Dio. T Ti istruisco e ti insegno la via da seguire,
ti consiglio e tengo il mio occhio su di te.[mulo:
Non siate senza intelligenza come il cavallo, come il il loro impeto si frena con il morso e la briglia [altrimenti non li puoi accostare].
GL'amore e la gioia sono per chi confida in Dio.
T Molti saranno i dolori per l'empio: chi confida nel Signore, l'amore lo circonda. Rallegratevi nel Signore, esultate, o giusti: tutti gli onesti, gridate di gioia.
73
C Preghiamo... O Dio,
ogni giorno
tu ci chiami alla conversione:
il nostro cuore sia umile e aperto
all'incontro coi tuo amore.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GNon abbiamo ricevuto uno spirito da schiavi T ma Io Spirito di figli adottivi (Rom 8,15).
GPreghiamo...
Liberaci, o Signore, con la potenza dello Spirito dalla schiavitù del peccato: lui guidi la nostra preghiera e la nostra vita
di figli adottivi.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE [pag. 69)
A CRISTO ACCETTA CON AMORE
9 LA SOFFERENZA. IN LUI LA MORTE
DIVENTA LA VIA ALLA VITA
1. DIALOGO D'INIZIO
GT In te mi rifugio, o Signore.
T Tu sei la mia rupe e la mia difesa.
GIn te confido, Dio di verità. T Nelle tue mani consegno il mio respiro, salvami nel tuo amore.
74
2. INNO
3. SALMO 21 (prima parte)
Il dolore e la morte ci seguono ogni giorno. E noi siamo sempre pronti ad allungare il passo, appena ci raggiungono.
Nella sofferenza veramente incontriamo a faccia a faccia il mistero della vita.
Il Signore ha scelto il dolore e la morte per rivelarci il suo amore, per donarci la salvezza: ha fatto dell'enigma la rivelazione, dell'assurdità l'amore.
Ha tradotto in vita le parole del Salmo 21.
Ha camminato davanti a noi. E noi abbiamo scelto di seguirlo.
G Nell'abbandono del dolore e della morte con Cristo « gridiamo » a Dio.
T Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato? [gita. Sono lontane dalla mia salvezza le parole del mio rugMio Dio, io chiamo nel giorno, e non rispondi; nella notte, e non trovo silenzio per me.
Eppure sei tu il Santo,
e siedi tra le lodi di Israele.
In te hanno confidato i nostri padri; confidarono, e tu li hai liberati. A te hanno gridato, e furono salvi; confidarono in te, non arrossirono.
G Affidiamo al Signore, che ci ha creati, la nostra
pena.
T Ma io, verme, non uomo,
vergogna d'uomo, disprezzato dal popolo:
chi mi vede si beffa di me,
storce il labbro, scrolla la testa:
Si è rivolto al Signore, lo liberi,
lo sollevi, perché gli è caro.
Sei tu che mi hai tratto dal grembo e affidato aI seno di mia madre; in te fui gettato dal ventre, dal grembo di mia madre sei il mio Dio: non stare lontano, l'angoscia è vicina, non c'è chi mi aiuta!
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GCon Cristo, condannato ingiustamente, apriamo a Dio l'amarezza del nostro cuore.
T Mi circondano tori numerosi, mi accerchiano i gagliardi di Basan, spalancano per me la loro bocca di leone che sbrana e che rugge.
Sono stato versato come l'acqua,
sono disgiunte tutte le mie ossa;
il mio cuore è ridotto come cera,
in mezzo alle mie viscere si strugge; è secca come un coccio la mia gola, la mia lingua si attacca alle mie fauci.
I cani mi hanno circondato, mi accerchia un'assemblea di malvagi; hanno scavato le mie mani, i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa.
Mi hai ridotto a polvere di morte e mi stanno a guardare soddisfatti: si dividono i miei indumenti, la mia tunica tirano a sorte.
GPreghiamo...
Concedi a noi, o Signore,
di seguire Cristo
che soffre e muore per noi,
perché la nostra vita
sia veramente
sacrificio di salvezza.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GNoi che abbiamo lo Spirito di Dio T a lui apparteniamo! (Rom 8,9).
GPreghiamo...
Lo Spirito che ci hai donato,
configuri, o Padre,
la nostra preghiera a quella di Cristo sofferente, e guidi i nostri passi
76
sul cammino del Calvario. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag. 69)
CRISTO MUORE
d E RISORGE PER NOI. IL SUO CAMMINO È LA NOSTRA VITA
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
GLiberami, o Signore, dalla mano dei nemici. T Aiutami, mio Dio. Salvami secondo il tuo amore.
GTi invoco, o Signore, salvami. T Canterò la tua forza perché mi hai liberato.
2. INNO
3. SALMO 21 (seconda parte)
Solo nel dono totale della nostra esistenza, nel dolore, la nostra vita realizza la scelta di Cristo.
La sequela del Signore è il cammino al Calvario: un cammino che si apre alla luce della Pasqua.
Donando fino in fondo, come Cristo, la nostra vita nell'amore, noi diventiamo per i fratelli i portatori della gioia della risurrezione e della salvezza.
GNel dono della nostra vita, come Cristo, chiediamo
a Dio la gioia della Pasqua.
T Tu non stare lontano, Signore!
mia forza, vieni presto in mio aiuto!
Libera l'anima mia dalla spada,
77
l'unica mia dalla zampa del cane. Salva me dalla bocca del leone, la mia miseria dalle corna dei bufali!
G Annunciamo a tu tti che il Signore ci ha salvati!
T Racconterò il tuo nome ai miei fratelli,
nell'adunanza dirò le tue lodi:
Lodate Dio, voi che lo temete,
glorificatelo, prole di Giacobbe,
riveritelo, prole d'Israele!
Egli non ha disprezzato
né sdegnato la miseria del misero;
a lui non ha nascosto il suo volto:
invocato da lui, lo ha ascoltato.
E tua la mia lode nella grande adunanza,
scioglierò i miei voti dinanzi a chi lo teme:
i poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quelli che lo cercano: Viva nei secoli il vostro cuore!
GTutti i popoli loderanno con noi Dio per il dono
della salvezza.
T Ricorderanno e torneranno al Signore
tutti i confini della terra;
si prostreranno davanti al suo volto
le stirpi di tutte le nazioni:
al Signore appartiene il regno,
il dominio sopra le nazioni.
Sì, dinanzi a lui si prostreranno
tutti i potenti della terra;
si curveranno davanti al suo volto
tutti quelli che scendono nella polvere.
GPreghiamo...
Accogli, o Padre, in questo giorno il dono della nostra vita
come offerta sacrificale e dolorosa,
perché tutti i nostri fratelli abbiano la gioia della salvezza.
(Per Cristo nostro Signore. T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GNoi viviamo dello Spirito.
T Camminiamo perciò secondo lo Spirito (Gai 5,25).
78 G Preghiamo...
Donaci, o Padre,
la luce e la forza del tuo Spirito:
nella preghiera ci faccia incontrare
il mistero della morte e della risurrezione di Gesù;
nella vita ci aiuti a camminare dietro di lui,
nostro salvatore
che vive e regna nei secoli.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag. 69)
e IL NOSTRO DIO
U HA FATTO PER NOI COSE GRANDI: ESPRIMIAMO LA GIOIA DI ESSERE AMATI DA LUI
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
GRendete grazie al Signore: egli è buono. T Il suo amore è per sempre.
GPopoli tutti lodate il Signore. T È forte il suo amore per noi, la verità del Signore è per sempre.
2. INNO
3. SALMO 135
La lode è la dimensione fondamentale della nostra vita cristiana e della nostra preghiera: la contemplazione dell'amore gratuito di Dio, che crea e salva.
Dio ama infinitamente le sue creature, le fa esistere, le libera dalla schiavitù e dona loro una patria.
79
La lode è la gioia di sentirci amati così, perché in Cristo Dio ha compiuto definitivamente per noi quello che nella creazione e nell'esodo aveva progettato.
G Rendiamo grazie per i doni della prima creazione, segno dell'amore di Dio per noi.
T Rendete grazie al Signore: egli è buono: eterno sarà il suo amore per noi. Rendete grazie al Dio degli dei: eterno sarà il suo amore per noi. Rendete grazie al Signore dei signori: eterno sarà il suo amore per noi.
Egli solo ha fatto prodigi:
eterno sarà il suo amore per noi. Ha fatto i cieli con sapienza: eterno sarà il suo amore per noi. Ha disteso sulle acque la terra: eterno sarà il suo amore per noi.
Egli ha fatto grandi luminari: eterno sarà il suo amore per noi. Il sole a dominio del giorno: eterno sarà il suo amore per noi. E la luna e le stelle della notte: eterno sarà il suo amore per noi.
G Rendiamo grazie per la nuova creazione: l'esodo e la terra promessa sono i capolavori di Dio per noi.
T Ha colpito nei primogeniti l'Egitto: eterno sarà il suo amore per noi. Di là ha fatto uscire Israele:
eterno sarà il suo amore per noi. Con mano forte, con braccio disteso: eterno sarà il suo amore per noi.
Ha diviso in due parti il mar Rosso: eterno sarà il suo amore per noi. Di là ha fatto passare Israele: eterno sarà il suo amore per noi. Ha travolto Faraone e la sua armata: eterno sarà il suo amore per noi.
Ha condotto il suo popolo nel deserto: eterno sarà il suo amore per noi. Ha colpito grandi sovrani:
eterno sarà il suo amore per noi.
80
Ha ucciso sovrani famosi:
eterno sarà il suo amore per noi.
Egli ha dato in eredità la loro terra: eterno sarà il suo amore per noi. Eredità al suo servo Israele: eterno sarà il suo amore per noi. Si è ricordato della nostra umiliazione: eterno sarà il suo amore per noi.
Ci ha strappato ai nostri oppressori: eterno sarà il suo amore per noi. A ogni vita dona il pane:
eterno sarà il suo amore per noi. Rendete grazie al Dio dei cieli: eterno sarà il suo amore per noi.
GPreghiamo...
O Dio,
nella creazione e nella redenzione
ci manifesti il tuo amore:
Ia nostra vita
traduca ai fratelli
l'amore che ci hai donato
gratuitamente.
(Per Cristo nostro Signore.
1' Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GLo Spirito attesta al nostro spirito T che siamo figli dí Dio (Rom 8,16).
GPreghiamo...
Effondi su di noi il tuo Spirito,
o Signore:
rinnovi i nostri cuori nel tuo amore
e li apra nella preghiera
alla gioia del ringraziamento.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
81
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE
GO Cristo risorto, noi ti preghiamo:
T aiutaci a vivere in novità di vita
testimoniando nell'amore la tua risurrezione.
GTu ci hai chiamati a servizio dei giovani:
T rendici capaci di farli incontrare con te nella vita ecclesiale e nei sacramenti.
GTu ci hai donato lo Spirito della vita:
T concedi a noi di vivere oggi docili alla sua voce.
GCon Cristo, nostro fratello, invochiamo il Padre e diciamo insieme:
T Padre nostro...
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
GT Nel nome del Padre...
l CRISTO MORTO E RISORTO
CI RIVELA L'AMORE DI DIO PER NOI.
t IL FONDAMENTO SICURO DELLA NOSTRA VITA
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
•Ti esalto, o Signore, perché mi hai salvato.
T Signore, mio Dio,
ti rendo grazie per sempre.
CrLa mia anima esulta nel Signore,
T e gioisce nella sua salvezza.
2. INNO
82
3. SALMO 117
La Pasqua è la legge della nostra vita: morire per risorgere. L'assoluta fiducia nella potenza dell'amore di Dio fino alla morte è la gioia della vita ritrovata per sempre. È questa la Pasqua del Signore: dalla sua morte nasce per noi la vita. È la potenza dell'amore di Dio, che è più forte della morte.
Come ha agito in Cristo, così ora opera in noi.
Non ci resta che lodare Dio, ringraziarlo, essere ammirati del suo amore per noi.
G Lodiamo il Signore perché è buono.
T Rendete grazie al Signore: egli è buono,
il suo amore è per sempre.
La casa di Israele lo dica:
Il suo amore è per sempre.
La casa di Aronne lo dica:
Il suo amore è per sempre.
Chi teme il Signore lo dica:
Il suo amore è per sempre.
G Il Signore è la salvezza della nostra vita contro ogni nemico.
T Dalla stretta ho gridato al Signore: mi ha esaudito e mi ha sciolto. Il Signore è con me, non ho timore: che cosa può farmi l'uomo?
Il Signore è con me, fra i miei amici: disprezzerò i miei nemici.
È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell'uomo.
E meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.
Mi hanno accerchiato tutte le nazioni:
nel nome di Dio li calpesto.
Mi hanno accerchiato e mi hanno circondato:
nel nome di Dio li calpesto.
(Mi hanno circondato come api):
Divamparono come fuoco di spini:
nel nome di Dio li calpesto.
Fui spinto con forza a cadere, ma il Signore mi ha aiutato.
83
Mia forza e mio inno è il Signore, e fu la mia salvezza.
Un grido di acclamazione e di salvezza
nelle tende dei giusti:
La sua destra opera potenza
la sua destra innalza.
(La sua destra opera potenza).
Io non morirò, ma vivrò: narrerò le sue opere.
Il Signore mi ha molto punito, ma non mi ha dato alla morte.
G Lodiamo il Signore perché ci ha salvati.
T Apritemi le porte della giustizia: entrerò, Io ringrazierò.
Questa è la porta del Signore:
i giusti vi entreranno.
Ti ringrazio perché mi hai esaudito e sei stato la mia salvezza.
La pietra che i costruttori hanno scartato
ora è pietra angolare:
questo è stato fatto dal Signore;
è un prodigio ai nostri occhi.
Questo è il giorno che il Signore ha fatto:
rallegriamoci, esultiamo.
Ti preghiamo, Signore, da' salvezza!
da' successo, o Signore!
Benedetto nel nome del Signore colui che viene!
Vi benediciamo dalla casa del Signore: egli è Dio, ci ha dato luce.
Ordinatevi con le fronde per la festa sino ai corni dell'altare.
Tu sei il mio Dio, e ti ringrazio: il mio Dio, e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, egli è buono: il suo amore è per sempre.
G Preghiamo...
Donaci, o Signore, di vivere questo giorno nella fedeltà al tuo amore per giungere con Cristo
84
alla risurrezione.
(Per Cristo nostro Signore. T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GLo Spirito di colui che risuscitò
Gesù da morte abita in noi!
T Colui che risuscitò Cristo Gesù da morte
vivificherà anche i nostri corpi
per mezzo del suo Spirito,
che abita in noi! (Rom 8,4).
GPreghiamo...
Lo Spirito che ci hai donato, o Signore,
ci guidi a realizzare
nella preghiera e nella vita il mistero pasquale di Cristo, che vive e regna nei secoli.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag 82)
O IL NOSTRO DIO E L'UNICO
U CHI LO SCEGLIE HA LA VITA
1. DIALOGO D'INIZIO
GT Nel nome del Padre...
•Benedetto il Signore.
T Ogni giorno è Dio che ci porta; è la nostra salvezza!
•II nostro Dio è un Dio che salva. T t il Signore che fa uscire dalla morte! 85
2. INNO
3. SALMO 15
La scelta incondizionata di Dio è il perché della nostra vita: abbiamo scelto fedeltà a Dio, non abbiamo altro bene fuori di Lui. E Dio ci è vicino con la promessa della vita, che è già fin d'ora in noi sorgente di gioia. Si rinnova così nella nostra esistenza la vicenda pasquale del Cristo: fedele al Padre fino alla morte, risorto Signore della vita.
GScegliamo Dio come « parte » della nostra vita. T Custodiscimi, o Dio, perché in te mi rifugio.
lo dico al Signore: Sei tu il mio Dio: non ho altro bene fuori di te.
Per i santi che sono sulla terra del Signore, come ha reso grande il mio affetto per loro!
Accrescono i loro affanni quelli che seguono altri dei, Non farò le loro libazioni di sangue, non porterò alle mie labbra i loro nomi.
Il Signore è la mia parte di beni e il mio calice: sei tu che tieni con forza la mia sorte.
Le funi caddero per me su una terra che mi piace: certo mi è gradita la mia eredità.
GLodiamo Dio che sta accanto a noi e ci guida alla
pienezza della vita.
T Benedico il Signore che mi ha dato consiglio:
anche nella notte mi ammonisce il mio cuore.
Tengo il Signore sempre dinanzi a me:
egli è alla mia destra, non vacillerò.
Perciò il mio cuore si rallegra e il mio intimo esulta: anche la mia carne rimane sicura,
perché non abbandonerai la mia anima agli inferi, non lascerai che il tuo fedele veda la corruzione.
Mi farai conoscere il sentiero della vita, la pienezza della gioia presso il tuo volto: ogni piacere alla tua destra, senza fine.
GPreghiamo...
Ogni mattino, o Signore, Tu ci ridesti alla vita: aiutaci ad essere fedeli a te
86 perché possiamo giungere, con Cristo, alla vita senza sera.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GSe seminiamo nello Spirito
T raccoglieremo dallo Spirito la vita eterna (Gai 6,8).
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, il tuo Spirito:
rinnovi nella preghiera
la nostra fedeltà a Cristo
e custodisca in noi
iI germe della vita futura.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI INTERCESSIONE (pag. 82)
87
IN DIALOGO CON DIO PADRE Durante l'anno
Oltre ai tempi che hanno proprie caratteristiche, come il tempo di Avvento-Natale e di Quaresima-Pasqua, ci sono le settimane « durante l'anno ». In esse si celebra il mistero di Cristo non sotto un aspetto particolare, ma piuttosto nella sua globalità.
In questa parte della sezione abbiamo radunato alcuni schemi che hanno come tema la preghiera.
Il significato della preghiera del mattino (lode e contemplazione di Dio) e della sera (azione di grazie e domanda di perdono) è svolto attraverso una sintesi di versetti dei salmi. Una breve introduzione lo mette a punto.
La utilizzazione può essere varia (vedi le indicazioni a pag. 46).
In particolare si prestano per introdurre meditazioni sulla preghiera.
88
'I IL PRIMO INCONTRO DEL MATTINO: I DIO PADRE
Mattino
1. Nel nome del Padre...
2. INNO
3. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Il Signore ci ha detto: « Chi non ama il fratello che vede, non può amare quel Dio che non vede ».
Durante la giornata il nostro rapporto col Signore lo viviamo nel servizio ai nostri fratelli.
Incontrare il Signore in modo esplicito nella preghiera è un atto di fede in lui, come Persona, distinta da ogni altro, libera, capace di amore e di donazione.
Ganche la garanzia e la verifica che le nostre relazioni col prossimo siano vissute nel suo amore.
GNel mattino, Ti prego, o Signore. T Ascolta la mia voce.
GNel mattino mi presento a Te.
T Guidami nella tua giustizia, o Signore, in questo giorno.
GO Dio, Tu sei il mio Dio, Ti cerco dall'aurora. T Ha sete di Te l'anima mia, terra arida e arsa, senz'acqua.
•Nel mattino fammi sentire il tuo amore:
a Te innalzo l'anima mia.
T Fammi conoscere la via da percorrere, perché confido in Te.
GPreghiamo...
O Dio, nostro Padre, ogni mattino,
il primo incontro sei Tu:
la tua presenza e la tua grazia
ci accompagni durante tutto il giorno.
(Per Cristo nostro Signore. -
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GLo Spirito stesso attesta al nostro spirito: T che siamo figli di Dio (Rom 8,16).
89
G Preghiamo...
Lo Spirito di figli
che in Cristo ci hai donato, Signore,
ispiri e diriga la nostra preghiera
perché nel dialogo possiamo incontrarti come Padre
e con la vita glorificarti come figli riconoscenti.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, rOMELIAL MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI CONCLUSIONE
GBeato chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica!
T Questi è iI buon terreno
in cui il seme porta molto frutto!
GCon la voce dello Spirito,
noi Ti rendiamo grazie, o Padre,
per la ricchezza infinita del tuo amore:
T in Cristo ci hai chiamato alla vita,
in lui ci hai redenti dal peccato
e ci hai donato di essere tuoi figli.
GRinati, come nuove creature,
T ci hai chiamato a seguire tuo Figlio, con una vita povera, casta e obbediente, nel servizio umile e generoso ai giovani, sull'esempio di don Bosco.
•Rinnova, o Padre, il nostro cuore
con la grazia dello Spirito:
T perché camminiamo nella fedeltà al tuo amore: nella ricerca e nella costruzione deI tuo Regno, nel dono generoso della nostra vita per la salvezza dei govani a cui ci mandi.
GTu, che sei la fonte della nostra vita,
T guidaci con la luce di Cristo,
alla gioia, che non conosce tramonto:
alla piena comunione con Te nel Regno glorioso.
Amen.
GMaria, aiuto dei cristiani. T Prega per noi.
GT Nel nome del Padre... 90
IL FIGLIO AMMIRA L LA GRANDEZZA
E LA BONTÀ DEL PADRE
Mattino
1. Nel nome del Padre...
2. INNO
3. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Quale immenso amore ci ha donato il Padre: siamo chiamati figli di Dio e Io siamo in realtà. Non è ancora apparso quel che saremo. Sappiamo che quando si manifesterà saremo simili a lui, perché lo vedremo quale egli è.
Pregare è prendere coscienza di questa realtà ed essere pieni di gioia di avere un padre grande e buono.
È contemplarlo.
GNel mattino, magnificate con me il Signore. T Esaltiamo insieme il suo nome.
GO Signore nostro Dio,
come è grande il tuo nome su tutta la terra. T Prima che nascesse la terra e il mondo, o Dio, sei da sempre e per sempre.
GSei vestito di maestà e di bellezza. T Come in un mantello sei avvolto nella luce.
GSei luminoso, magnifico. T E senza Fine la tua intelligenza.
GSei benigno e misericordioso, o Signore. T Giusto e grande nell'amore.
GVero in tutte le tue parole. T Amorevole in tutte le tue opere.
GCanteremo per sempre il tuo amore, Signore. T Tu ci metti nel cuore la gioia.
GPreghiamo... O Signore, non siamo orfani e soli in questo mondo.
91
Tu sei il nostro Padre
che non ci abbandona mai.
Accompagnaci col tuo amore in questo giorno.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GQuesta è la prova che siamo figli:
T Dio ha mandato Io Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, il quale grida « Abba, Padre » (Gal 4,6).
GPreghiamo...
Donaci, o Padre, lo Spirito d'amore:
renda Ia nostra preghiera
un colloquio di figli con te
e trasformi la nostra vita
in preghiera continua.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI CONCLUSIONE [pag. 90)
L'UOMO RE E SACERDOTE DEL CREATO AL MATTINO
SI FA VOCE DI OGNI CREATURA
Mattino
I. Nel nome del Padre...
2. INNO
3. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Dio ha fatto l'uomo re del creato e gli ha affidato la terra perché la dominasse.
Nell'esercizio della sua signoria sul mondo, l'uomo rico-
92
nosce nell'universo un segno della bontà e della potenza del Creatore.
Riacquista così uno sguardo libero, gratuito e contemplativo e abbandona una mentalità puramente utilitaristica.
La lode muta delle creature aspetta di farsi sulle nostre labbra parola viva per il Creatore.
GVenite a contemplare le opere del Signore:
è Lui che ha fatto cose stupende!
T I cieli raccontano la tua gloria, o Dio:
l'opera delle tue mani la annuncia il firmamento!
GTu conti il numero delle stelle: T le chiami tutte per nome.
GTu ci hai fatto, a te apparteniamo: T hai coronato l'uomo di gloria e di onore, l'hai fatto padrone dell'opera delle tue mani.
GCome sono grandi le tue opere, o Signore: T le hai fatte tutte con sapienza.
GAl mattino saziaci con il tuo amore T e grideremo di gioia tutto il giorno.
GPreghiamo...
O Dio, nostro creatore,
tu ci parli nello splendore della creazione:
concedi a noi di intendere la tua parola,
per entrare in comunione con te.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GNoi già possediamo le primizie dello Spirito Santo. T E con tutta la creazione aneliamo
alla manifestazione gloriosa dei figli di Dio
(Rom 8,21; 19).
G Preghiamo...
Lo Spirito, che ci hai donato, o Padre, come primizia della nuova creazione, faccia riecheggiare nella nostra preghiera l'ansiosa attesa di salvezza deI creato e ci aiuti ad essere per i fratelli
93
portatori di liberazione e d'amore. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI CONCLUSIONE (pag. 90)
A DIO È UN INVISIBILE AMICO
DESIDERIO DI VEDERE IL SUO VOLTO
Mattino
1. Nel nome del Padre...
2. INNO
3. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Dio è sempre con noi: la sua presenza riempie la nostra vita. Una presenza così discreta che può non essere avvertita, che può essere dimenticata. È facile vivere come se Dio non esistesse.
Pregare è rendere Dio, che è lontano dai nostri occhi, vicino al nostro cuore.
Nasce allora nel credente, che nella fede « vede » il suo Dio, il desiderio di contemplarlo faccia a faccia, per essere sempre con lui.
Non c'è preghiera senza questo desiderio.
GDio ci sia propizio e ci benedica in questo giorno. T E per noi illumini il suo volto.
GIllumina il tuo volto su di me. T Salvami nel tuo amore.
GIl tuo volto, Signore, io cerco. T Non nascondermi il tuo volto. Il mio aiuto sei tu.
GI tuoi occhi su di me, o Signore. T Su di me che aspetto il tuo amore.
GIl tuo amore è dinanzi ai miei occhi. T Camminerà nella tua verità.
94
•Preghiamo...
O Signore, tu sei un amico invisibile,
lontano dai nostri occhi,
ma vicino al nostro cuore:
ogni giorno la nostra preghiera
rinnovi in noi il desiderio
di contemplarti faccia a faccia.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GSolo lo Spirito conosce le cose di Dio.
T Noi abbiamo ricevuto lo Spirito che viene da Dio per conoscere i doni che Dio ci ha elargito (i Cor 2,11-12).
GPreghiamo...
Lo Spirito che viene da te,
Signore Dio nostro,
ci faccia scoprire nella preghiera
la tua invisibile vicinanza
e ci aiuti a vivere
sempre alla tua presenza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI CONCLUSIONE (pag. 90)
5 DIO È LA NOSTRA SICUREZZA Mattino
1. Nel nome del Padre...
2. INNO
3. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
L'uomo non è padrone della sua vita. Spontaneamente ricerca un fondamento sicuro su cui poggiare l'esistenza.
95
È facile affidarsi a false sicurezze, a idoli vani: il denaro, il successo, una persona...
Pregare è scoprire che l'unica nostra vera sicurezza è il Dio vivente, il suo amore gratuito.
Per questo la preghiera è sorgente di gioia.
GI1 Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?
T Il Signore è la fortezza della mia vita: di chi avrò paura?
GO Dio, tu sei in mezzo a noi. T Non vacilleremo.
GTutto il giorno speriamo in te,
Signore, per la tua bontà.
T Ricorda il tuo affetto per noi,
il tuo amore che è da sempre.
GAnche oggi prenditi cura di noi, o Signore, T come la pupilla dei tuoi occhi.
GPreghiamo...
O Signore, la nostra vita è nelle tue mani di Padre.
Tu sei la nostra sicurezza:
concedi a noi di non avere altro Dio fuori di te,
e di riporre solo in te la nostra speranza.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GII Signore è lo Spirito
T e dove è lo Spirito là c'è la libertà (2 Cor 3,17).
GPreghiamo...
Infondi in noi il tuo Spirito, o Signore,
perché dal dialogo con te
scaturisca la gioia e la pace
della nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA], MEDITAZIONE PERSONALE
6. PREGHIERA DI CONCLUSIONE (pag. 90)
96
6 LA GIOIA DI LODARE DIO Mattino
I. Ne! nome del Padre...
2. INNO
3. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
La gioia nasce dal « fare la verità », dall'essere in armonia con se stessi. L'uomo che contempla il suo Signore, ne ammira la grandezza e la bontà e lo ringrazia, « fa la verità » di se stesso, perché egli è creatura di Dio: riceve tutto da lui. Radicati nella verità del nostro essere, nell'amore gratuito di Dio, attingiamo dalla preghiera la gioia della nostra esistenza.
GO Dio, tu sei il nostro Dio. T Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il tuo nome, o Signore.
GAnima mia, loda il Signore. T Nella mia vita loderò il Signore, inneggerò al mio Dio finché esisto.
GL'amore del Signore è da sempre T e per sempre su quelli che lo temono.
OLodiamo il Signore, perché è bene inneggiare. T t dolce il nostro Dio e bella è la lode.
ONel mattino ci presentiamo a te. T Guidaci nella giustizia in questo giorno.
GPreghiamo...
O Signore, nostro Padre,
da te veniamo e a te andiamo:
concedi a noi
di vivere in dialogo con te,
e così saremo
nella verità e nella gioia.
(Per Cristo nostro Signore.
T Amen).
97
4. INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO
GNoi non sappiamo né cosa dobbiamo chiedere nel-
la preghiera né come conviene chiederlo: T ma lo Spirito in persona intercede per noi
con gemiti inesprimibili (Rom 8,26).
OPreghiamo...
Lo Spirito preghi, o Signore,
nella nostra preghiera:
apra il nostro cuore
a un dialogo profondo e sincero con te
e doni alla nostra vita
la gioia e la sicurezza di averti incontrato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. LETTURA, [OMELIA]. MEDITAZIONE PERSONALE 6, PREGHIERA DI CONCLUSIONE (pag. 90)
98
1 L'ULTIMO GRAZIE DELLA GIORNATA È PER IL SIGNORE
Sera
1. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Vivere è ricevere. Ogni giorno noi riceviamo tanti doni dai fratelli e a loro diciamo grazie. Alla sera prendiamo coscienza del « Donatore invisibile »: in ogni istante noi viviamo del suo amore. A lui diciamo l'ultimo grazie della giornata per tutti i doni di cui ci ha ricolmato.
GT Nel nome del Padre...
GNella sera rendiamo grazie al Signore: egli è buono. T H suo amore è per sempre!
GRendiamo grazie a te, o Dio. T Non dimentichiamo tutti i tuoi benefici.
GAnche oggi hai fatto per noi grandi cose. T Benediciamo il tuo nome per sempre.
GTi amiamo, o Signore, nostra forza. T Tu sei la nostra speranza e la nostra fiducia!
2. ESAME DI COSCIENZA E DOMANDA DI PERDONO
Davanti a Dio, nostro Padre, esaminiamo se la nostra giornata è stata degna deI suo amore. (pausa di silenzio)
GPietà di me, o Dio, nel tuo amore. T Nel tuo affetto cancella il mio peccato, lavami da ogni mia colpa,
purificami da ogni mio errore.
GCi hai custodito da ogni male nel giorno: T Veglia su di noi nella notte.
99
3. LETTURA DELLA REGOLA
Ascoltiamo la Regola, la via sicura che abbiamo scelto per seguire Cristo.
(Si legge un articolo dalla2', 3', 4' parte)
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
GTi rendiamo grazie, o Signore, perché ci hai chiamati al tuo servizio: T Donaci la grazia della fedeltà e della perseveranza.
GRicordati della nostra comunità. T La pace e la gioia regnino sempre tra noi.
GTu che hai risuscitato Gesù Cristo T dona ai nostri fratelli defunti la risurrezione e la vita.
C, Con Cristo, nostro fratello, invochiamo il Padre e diciamo insieme:
T Padre nostro...
5. SALUTO ALLA VERGINE
Invochiamo la protezione e l'aiuto di Maria, nostra Madre, dicendo (o cantando) l'Ave Maria (oppure la Salve Regina, o altra preghiera o lode a Maria).
NB. I nn. 3, 4, 5 si ripetono identici in tutti gli schemi seguenti.
100
RINGRAZIARE IL SIGNORE L E UNA FESTA
Sera
1. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Pregare è soprattutto ringraziare. Non la semplice riconoscenza, moto naturale e spontaneo dell'animo umano, ma l'azione di grazie che nasce dalla fede e vede le cose grandi che Dio ha fatto per noi soprattutto in Gesù.
L'uomo che rende grazie così è nella « verità »: gioisce dell'amore di Dio e vive a lode e gloria della sua grazia.
GT Nel nome del Padre...
GÈ bello rendere grazie al tuo nome, o Signore. T Inneggiare al tuo nome, o Altissimo.
GAnnunciare al mattino il tuo amore. T La tua verità nella notte profonda.
GCome potremo rendere grazie a te, o Signore,
per tutto quello che ci hai dato?
T Ti diciamo: o Signore, tu sei il nostro Dio,
non abbiamo altro bene fuori di te.
GDiamo gloria al tuo nome di santità. T Il nostro cuore si rallegra e il nostro intimo esulta.
2. ESAME DI COSCIENZA E DOMANDA DI PERDONO
GII mio peccato io lo riconosco, o Signore. T Il mio errore mi è sempre dinanzi:
contro te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.
GCi hai custodito da ogni male nel giorno. T Veglia su di noi nella notte.
3. LETTURA DELLA REGOLA
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
5. SALUTO ALLA VERGINE
101
IL NOSTRO DIO
d
È GRANDE NELL'AMORE:
EGLI PERDONA LE NOSTRE COLPE
Sera
1. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Ogni giorno è il « tempo propizio » per verificare nella trama delle azioni quotidiane la nostra fedeltà a Dio che ci ha chiamato a consacrare a lui la nostra vita
e a donarla ai giovani.
Molte volte siamo fedeli, ma per la nostra fragilità, ogni giorno accumuliamo molte infedeltà.
Ogni sera abbiamo bisogno di essere liberati dal male, di rinnovarci nell'amore di Dio che perdona.
GT Nel nome del Padre...
GO Signore, tu sei buono e perdoni. T Per chi grida a te sei grande nell'amore!
GTu non ci tratti secondo i nostri errori. T E non ci dai secondo le nostre colpe.
GCome l'oriente è lontano dall'occidente, T tu allontani i nostri peccati da noi.
GSono tanti i prodigi che hai fatto per noi. T Ti rendiamo grazie, o Signore Dio nostro.
2. ESAME DI COSCIENZA E DOMANDA DI PERDONO
GDai miei errori nascondi il tuo volto, o Signore.
T Cancella tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito fermo.
GCi hai custoditi da ogni male nel giorno. T Veglia su di noi nella notte.
3. LETTURA DELLA REGOLA
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
5. SALUTO ALLA VERGINE 102
if RIPENSARE ALL'AMORE DI DIO -E UNA GIOIA
Sera
1. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
È sera. Guardando alla giornata trascorsa, alla luce della fede, scopriamo nella vicenda dei piccoli avvenimenti quotidiani l'amore di Dio che ci ha accompagnato.
Questo ci riempie il cuore di gioia e ci apre a chiedere perdono per le nostre infedeltà.
GT Nel nome del Padre...
GO Dio, nella quiete della sera T ripensiamo al tuo amore.
GSignore, rispondimi: il tuo amore è bontà. T Volgiti a me nel tuo affetto.
GLa mia anima esulta in te, o Signore. T Gioisce nella tua salvezza.
GA te offriamo la nostra vita, o Signore. T Il sacrificio della giornata come preghiera della sera.
2. ESAME DI COSCIENZA E DOMANDA DI PERDONO
GIl mio errore, o Signore, te lo faccio conoscere.
T Non nascondo la mia colpa.
Ho detto: confesserò al Signore tutto il mio peccato.
E Tu hai tolto la mia colpa,
hai perdonato il mio errore.
GCi hai custoditi da ogni male nel giorno. T Veglia su di noi nella notte.
3. LETTURA DELLA REGOLA
4. INTERCESSIONE E PREGHIERA DEL SIGNORE
5. SALUTO ALLA VERGINE
103
5 DIO E UN AMICO FEDELE
Sera
1. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
Ogni giorno è una nuova esperienza della fedeltà di Dio.
Il suo amore non si smentisce. I segni sono tanti. Basta saperli leggere. Anche oggi il Signore ci ha dato il pane quotidiano. Ci ha donato suo Figlio nell'Eucaristia. Ci offre il suo perdono.
Noi siamo certi che il suo amore non ci verrà mai meno.
Per questo ci fidiamo totalmente di lui.
GT Nel nome del Padre...
GRendiamo grazie al Signore con tutto il cuore: T Eterno è il suo amore per noi!
GSi ricorda per sempre del suo patto, T parola data a mille generazioni.
GNon toglierà da noi il suo amore, T non smentirà la sua verità.
GNoi confidiamo in te, o Signore, T tu sei per noi un rifugio di generazione in generazione.
2. ESAME DI COSCIENZA E DOMANDA DI PERDONO
•O Dio di misericordia e di grazia,
T grande nell'amore e nella verità, volgiti a me e fammi grazia e liberami da ogni peccato.
GCi hai custodito da ogni male nel giorno. T Veglia su di noi nella notte.
3. LETTURA DELLA REGOLA
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
5. SALUTO ALLA VERGINE
104
C IL TERMINE DELLA GIORNATA
U CI RICHIAMA LA FINE DELLA VITA
Sera
1. PREGHIAMO CON LE PAROLE DEI SALMI
La morte non è la verità della vita, ma è una verità da non dimenticare. Altrimenti si vive nell'illusione.
Il pensiero della morte è familiare al cristiano: è un ammonimento alla vigilanza per essere pronti alla chiamata del Signore. Non è però sorgente di angoscia, perché in Cristo la morte è diventata una Pasqua, il passaggio da questo mondo al Padre: in lui ogni giorno è un passo in avanti nel cammino verso la Vita.
GT Nel nome del Padre...
GSignore, tu sai come siamo plasmati: T ricorda che noi siamo polvere.
GI nostri giorni li hai fatti di pochi palmi: T la nostra durata è un niente davanti a te.
GL'uomo, i suoi giorni come l'erba, fiorisce come il fiore del campo: T un soffio gli passa sopra e non è più.
GFacci conoscere il nostro limite T e sapremo come siamo fragili.
GSignore, sei tu la fortezza della nostra vita: T non avremo paura!
2. ESAME DI COSCIENZA E DOMANDA DI PERDONO
•Le mie colpe, o Signore, come un carico
pesano troppo per me.
T Non chiudere la tua misericordia con me, o Signore. Il tuo amore e la tua verità mi proteggano senza fine.
GCi hai custoditi da ogni male nel giorno. T Veglia su di noi nella notte.
3. LETTURA DELLA REGOLA
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
5. SALUTO ALLA VERGINE
105
FORMIAMO
UN SOLO CORPO
PARTECIPANDO
ALL'UNICO PANE
Qui è Ia celebrazione
dell'uno e dei molti,
qui è la scuola dell'amore superiore
degli uni per gli altri,
qui è la professione
della stima reciproca,
qui è l'alleanza
della collaborazione vicendevole,
qui è l'impegno
del servizio gratuito,
qui è la ragione
della tolleranza sapiente,
qui è il precetto
del mutuo perdono,
qui è la fonte del gaudio per l'altrui fortuna,
e del dolore per l'altrui sventura,
qui è lo stimolo
a preferire il dono da dare
a quello da ricevere,
qui è la sorgente
della vera amicizia,
qui è l'arte di governare servendo
e di obbedire volendo,
qui è la formazione
ai rapporti sinceri e cortesi fra gli uomini,
qui la difesa
della personalità rispettata e venerata,
qui l'armonia
degli spiriti liberi e docili,
qui la comunione delle anime,
qui la carità.
PAOLO VI
(Giovedì Santo 1964)
108
L'EUCARISTIA
È LA NOSTRA FESTA QUOTIDIANA
L'ascolto della Parola e la preghiera liturgica culminano nella celebrazione eucaristica, che è l'atto centrale di ogni comunità cristiana.
La comunità salesiana vi celebra in pienezza il mistero pasquale e comunica al Corpo di Cristo immolato, per ricostruirsi in lui come comunione fraterna.
L'Eucaristia è perciò celebrata come una festa quotidiana in una liturgia viva, nella quale ciascuno rinnova il suo impegno apostolico.
La con celebrazione ne mette in evidenza le ricchezze: esprime la triplice unità del sacrificio, del sacerdozio e della comunità, i cui membri sono tutti a servizio della stessa opera pastorale.
Nelle visite frequenti all'Eucaristia ogni Salesiano esprime il suo fervore e gusta il personale incontro con Cristo (Cost 61).
L'Eucaristia è il cuore della comunità
L'Eucaristia è l'atto centrale di ogni comunità cristiana, in quanto attua nell'oggi il mistero della Pasqua.
La comunità salesiana nella celebrazione incontra nella fede il suo salvatore, ne riceve la potenza rinnovatrice e viene costituita come testimone di salvezza in mezzo ai giovani.
Diviene così partecipe dell'unico piano di salvezza in Cristo.
Raccolta e santificata dall'amore gratuito del Padre, rende grazie incessantemente per i doni ricevuti. Radunata nell'amore dallo Spirito, ritrova all'altare il dono dell'unità e vi attinge un rinnovato impegno di comunione.
Nell'Eucaristia trova infine la sorgente della sua missione, punto di partenza della sua attività e punto di convergenza dei suoi problemi.
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La celebrazione dell'Eucaristia è per noi un'esigenza
La celebrazione dell'Eucaristia perciò non è per noi un obbligo imposto dai di fuori, ma nasce da una esigenza interiore.
L'esigenza più profonda del cuore umano è l'amore. L'uomo è il pellegrino della comunione. Perché la vita si salva solo nell'amore, nella comunione con Dio e con i fratelli.
Eppure ogni giorno ognuno di noi si accorge di non essere capace di amare, di donarsi fino in fondo al Signore, ai confratelli e ai giovani. Per questo il nostro cuore è inquieto e cerca il segno e la sorgente dell'Amore.
L'Eucaristia è il segno dell'amore assoluto di Dio per noi: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, l'Unigenito. Le parole di Cristo nella consacrazione sono parole di una donazione totale di sé. Ogni giorno Cristo ce Ie ripete nella messa e ci comunica il suo amore salvatore.
La certezza di essere amati fino a tal punto da Dio è per noi la sorgente della gioia di vivere, anticipazione e prefigurazione della gioia senza fine.
Partecipare all'Eucaristia, mangiare insieme lo stesso pane che è Cristo, è aprirsi per accogliere iI suo amore, e con lui ed in lui amare e ringraziare il Padre.
È esprimere con un segno efficace la nostra volontà di comunione e di donazione fino in fondo ai fratelli e ai giovani nella vita quotidiana sull'esempio suo.
È riconoscere ogni giorno di nuovo di non essere capaci di fare tutto questo con le sole nostre forze e perciò è attingere alla sorgente inesauribile e perenne dell'amore: il suo sacrificio.
Noi celebriamo l'Eucaristia « nell'oggi »
La celebrazione dell'Eucaristia è l'incontro del Signore risorto con la comunità salesiana che vive ogni giorno la sua consacrazione e la sua missione. Non è perciò la ripetizione meccanica di riti e di formule, ma il perenne e mutevole dialogo tra il Salvatore e Ia vita degli uomini.
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Trova così voce nell'Eucaristia il modo con cui la comunità vive la consacrazione religiosa con i suoi problemi, le sue tensioni, i suoi impegni, in un continuo dialogo col mondo.
« In comunione con tutta la Chiesa... » essa celebra la cena del Signore nell'apertura a tutte le vicende umane verificando l'azione apostolica e lo stile della sua presenza nel mondo dei giovani, partecipando ai problemi della Chiesa locale ed universale, condividendo le gioie e i dolori di tutta l'umanità.
Celebrando ogni giorno la « memoria della Pasqua », ogni comunità realizza nella sua vita quotidiana l'evento della nostra liberazione.
Noi amiamo concelebrare
La nostra volontà di comunione, sempre ricevuta in dono e sempre ricercata con impegno al di là degli egoismi e delle quotidiane difficoltà, trova la sua espressione nella concelebrazione.
Essa « esprime la triplice unità del sacrificio, del sacerdozio e della comunità, i cui membri sono tutti al servizio della stessa opera pastorale » (Cast 61).
La concelebrazione non può quindi ridursi a un adempimento formale o a un comodo mezzo per « sistemare » rapidamente le messe quotidiane.
Quando i confratelli sacerdoti hanno impegni di servizio in comunità diverse in cui presiedono l'Eucaristia, è bene trovare qualche occasione (un ritiro, una festa infrasettimanale) per concelebrare, mettendo in primo piano lo spirito di festa e di famiglia.
Quando poi, in particolari solennità o per incontri di preghiera e di studio, la comunità si riunisce attorno all'altare, i confratelli, che per diversi motivi hanno già celebrato, è bene che concelebrino secondo la possibilità offerta dalla Chiesa (ACGS 64 [1972] 561-563). L'inevitabile sacrificio di mentalità e di abitudini care richiede, secondo le indicazioni del Concilio, ad ogni confratello una conversione sincera nella prospettiva di obbedienza alla Chiesa e di costruzione della comunità. Si tenga presente che il rispetto della libertà individuale
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di celebrare per proprio conto non significa l'accettazione di abusi ideologici o pratici: il rifiuto per principio della concelebrazione, la celebrazione contemporanea a quella della comunità nella stessa chiesa, l'assolvimento rapido della messa a qualunque ora, completamente soli.
Noi prendiamo sul serio la celebrazione dell'Eucaristia
La « riuscita » della celebrazione è frutto dell'impegno serio di ogni confratello. Ognuno di noi è responsabile dell'Eucaristia.
Per questo vi si prepara convenientemente; le cose importanti non si improvvisano.
La lettura previa e l'attenta meditazione personale dei testi biblici e liturgici aiutano la comunità a scoprire e a tradurre in vita la ricchezza dei misteri che celebra. La preparazione accurata del luogo e delle cose, una scelta meditata dei canti favorisce il raccoglimento durante la celebrazione, facilita la preghiera e aiuta a vincere l'usura del quotidiano.
Oltre all'impegno e alla preparazione personale, è necessario che in ogni comunità vi sia un animatore più direttamente responsabile della celebrazione.
La verità dei gesti e delle parole
Gesti e parole esprimono il modo di essere della comunità, i valori in cui crede, i suoi rapporti interni, il suo dinamismo apostolico. L'accoglienza vicendevole, la riflessione comune sulla parola di Dio, la proposta di intenzioni di preghiera, il saluto di pace... sono gesti significativi del nostro impegno di fare comunità.
Ogni comunità che vive Ia sua liturgia tende spontaneamente alla creazione di nuovi gesti che significhino la realtà che sta sperimentando.
Questo deriva dai bisogno che l'uomo ha di esprimersi non solo attraverso i Concetti o le parole, ma attraverso tutta la persona, corpo compreso. Particolare importanza, come mezzo espressivo, acquistano anche il canto e la musica.
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L'ambiente scelto condiziona lo stile della celebrazione. Deve favorire l'intimità e non la dispersione, la familiarità e non lo stile convenzionale, evitando però di cadere nella banalità.
Ritmo di celebrazione
La centralità dell'Eucaristia comporta la decisione comune di svolgere la celebrazione in modo calmo, non formalistico: dedicando, ad esempio, il tempo necessario all'ascolto e alla meditazione della parola di Dio (tempo prolungato di silenzio, omelia), alla preghiera dei fedeli, aI ringraziamento dopo la comunione.
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RITO DELLA MESSA
RITI DI INTRODUZIONE
L'assemblea eucaristica è la concreta espressione della Chiesa di Cristo. Accogliendoci a vicenda, cantando e pregando insieme, esprimiamo la gioia di ritrovarci e di sentirci uniti nella fede e nella carità di Cristo Signore.
CANTO D'INIZIOin piedi
Mentre l'assemblea si forma e il sacerdote entra, si esegue normalmente un canto adatto al tempo o alla festa.
SALUTO
S Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spinte Santo.
A Amen.
Il sacerdote saluta con una delle seguenti formule:
S La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. A E con il tuo spirito.
S La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo, sia con tutti voi. A E con il tuo spirito.
S il Signore sia con voi. A E con il tuo spirito.
ATTO PENITENZIALE
Il primo atteggiamento dell'uomo dinanzi a Dio è quello di riconoscere la propria « povertà » spirituale e le proprie colpe, e di chiedere a lui, Padre di tutti, perdono e salvezza. Dopo una breve presentazione della celebrazione del giorno, il sacerdote invita i fedeli al pentimento:
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S Fratelli, per celebrare degnamente i santi misteri, riconosciamo i nostri peccati.
Breve pausa per la riflessione personale.
Il sacerdote sceglie una delle formule seguenti:
A Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre vergine Maria, gli Angeli, i Santi e voi, fratelli, di pregare per me il Signore Dio nostro.
S Pietà di noi, Signore.
A Contro di te abbiamo peccato.
S Mostraci, Signore, la tua misericordia. A E donaci la tua salvezza.
S Signore, mandato dal Padre a salvare i contriti di cuore, abbi pietà di noi.
A Signore, pietà.
S Cristo, che sei venuto a chiamare i peccatori, abbi pietà di noi.
A Cristo, pietà.
S Signore, che intercedi per noi presso il Padre, abbi pietà di noi.
A Signore, pietà.
Segue l'assoluzione del sacerdote:
S Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. A Amen.
Se non sono state già dette o cantate per l'atto penitenziale, seguono le invocazioni:
S Signore, pietà. A Signore, pietà.
SCristo, pietà.
A Cristo, pietà.
S Signore, pietà. A Signore, pietà.
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Nelle solennità e nelle feste si dice l'inno di lode.
A Gloria a Dio nell'alto dei cieli
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo,
ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie
per la tua gloria immensa,
Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente.
Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo,
Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio da Padre,
tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi;
tu che togli i peccati del mondo,
accogli la nostra supplica;
tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi.
Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore,
tu solo l'Altissimo,
Gesù Cristo, con lo Spirito Santo
nella gloria di Dio Padre. Amen.
Gloria in excelsis Deo.
Et in terra pax hominibus bonae voluntatis. - Laudamus te. - Benedicimus te. - Adoramus te. - Glorificamus te. - Gratias agimus tibi propter magnam gloriam tuam. - Domine, Deus, Rex caelestis, Deus
•Pater omnipotens. - Domine Fili unigenite, jesu Christe. Domine Deus, Agnus Dei, Filius Patris. Qui tollis peccata mundi, miserere nobis. - Qui tollis peccata mundi, suscipe deprecationem nostram. - Qui sedes ad dexteram Patris, miserere nobis. - Quoniam tu solus Sanctus. - Tu solus Dominus. - Tu solus Altissimus: lesu Christe, cum Santo Spiritu, in gloria Dei Patris. - Amen.
COLLETTA
5 Preghiamo.
Tutti stanno per qualche momento in silenzio, per prendere coscienza di essere alla presenza di Dio e per poter formulare nel proprio cuore la preghiera personale. 11 celebrante raccoglie le intenzioni di tutti e le esprime con la Orazione (Colletta) del giorno.
5per tutti i secoli dei secoli.
A Amen.
116 LITURGIA DELLA PAROLA
Prima del pane eucaristica Dio ci dona il pane della sua parola, nutrimento indispensabile per la nostra vita di figli di Dio e di amici di Cristo. L'iniziativa del dialogo è sempre di Dio. La sua parola, inserendosi negli avvenimenti della nostra storia, ci obbliga a prendere posizione con la risposta della fede.
La domenica e nelle solennità ci sono di solito tre letture.
PRIMA LETTURAseduti
È presa di solito dai libri storici e profetici della Bibbia; annuncia la salvezza che sarà realizzata pienamente in Gesù Cristo. Al termine, il lettore dice:
L Parola di Dio.
A Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
Un solista, lettore o cantore, esegue il salmo - che è come una meditazione sulla parola ascoltata. Tutti rispondono con un ritornello, cantato o detto.
SECONDA LETTURA
Ppresa di solito dalle lettere degli apostoli, che presentano alla comunità il mistero di Cristo ed esortano a viverlo. Al termine, il lettore dice:
LParola di Dio.
A Rendiamo grazie a Dio.
ACCLAMAZIONE AL VANGELOin piedi
Si canta di solito alleluia (che vuoi dire: Lodate Dio) o un altro grido di gioia e di lode a Cristo, Parola vivente di Dio.
VANGELO
Èil punto culminante della Liturgia della Parola. Il diacono (o il sacerdote) si reca solennemente all'ambone, e saluta:
S Il Signore sia con voi. A E con il tuo spirito. S Dal vangelo secondo... A Gloria a te, o Signore.
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Al termine della lettura, acclamiamo insieme:
S Parola del Signore. A Lode a te, o Cristo.
OMELIAseduti
La parola di Dio, sempre attuale, viene interpretata secondo le situazioni e le necessità dell'assemblea: l'omelia è, insieme, annuncio, testimonianza, insegnamento, proposta di impegno.
PROFESSIONE DI FEDEin piedi
Si dice la domenica e nelle principali solennità.
A Credo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra,
di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e per la nostra salvezza
discese dal cielo,
eper opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture,
è salito al cielo, siede alla destra del Padre.
E di nuovo verrà, nella gloria,
per giudicare i vivi e i morti,
eil suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
eprocede dal Padre e dal Figlio.
Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,
eha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti
ela vita del mondo che verrà. Amen.
118
Credo in unum Deum.
Patrem omnipotentem, factorem caeli et terrae, visibilium omnium et invisibilium. Et in unum Do-minuti). Jesum Christum, Filium Dei unigenitum. Et ex Patre natum ante omnia saecula. - Deum de Deo, lumen de lumine, Deum verum de Deo vero. - Geniturn, non factum, consubstantialem Patri: per quem omnia fatta sunt. - Qui propter nos homines et propter nostrani salutem descendit de caelis. Et incarnatus est de Spiritu Sancto ex Maria Virgine: et homo factus est. - Crucifixus etiam pro no-bis: sub Pontio Pilato passus et sepultus est. - Et resurrexit tertia die, secundum Scripturas. - Et ascendit in caelum: sedet ad dexteram Patris. - Et iterum venturus est cum gloria iudicare vivos et mortuos: cuius regni non erit finis. - Et in Spiritum Sanctum, Dominum et vivificantem: qui ex Patre Filioque procedit. - Qui cum Patre et Filio simul adoratur et conglorificatur: qui locutus est per Prophetas. - Et unam, sanctam, catholicam et apostoIicam Ecclesiam. - Confiteor unum Baptisma in remissionem peccatorum. - Et expecto resurrectionem mortuorum. - Et vitam venturi saeculi. - Amen.
PREGHIERA DEI FEDELI
Preghiamo perché il Regno di Dio si realizzi nella nostra comunità, cellula della Chiesa universale; preghiamo per la pace e la giustizia tra gli uomini; preghiamo per i « poveri », in cui si rivela il volto di Cristo sofferente; preghiamo per coloro che guidano la Chiesa di Dio pellegrinante sulla terra verso il suo compimento. Il cuore del cristiano batte all'unisono con quello di Gesù, salvatore di tutti.
Dopo l'invito del celebrante, vengono proposte diverse intenzioni di preghiera. Si risponde con l'invocazione:
A Ascoltaci, Signore.
o con altra invocazione proposta dal lettore, o pregando in silenzio.
Il sacerdote conclude con un'orazione, a cui si risponde: A Amen.
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LITURGIA EUCARISTICA
Ciò che la Parola ha annunciato e cominciato a operare in noi, si completa nel segno sacramentale del pasto sacro, divenendo vita della nostra vita.
Gesù Cristo si rende realmente presente in mezzo a noi per associare il Popolo di Dio al suo rendimento di grazie, che un giorno ha realizzato nel sacrificio della croce. Il sacrificio di Gesù diviene così il sacrificio di tutta la Chiesa e quindi di ciascuno di noi.
Ritroviamo i gesti di Gesù nell'ultima Cena:
Prese il pane e il vino - Preparazione dei doni
Rese grazie - Preghiera eucaristica
(Lo spezzò) e lo diede - Riti di comunione
PREPARAZIONE DEI DONIseduti
Si presentano all'altare il pane e il vino per la cena del Signore. Su di essi il sacerdote pronuncerà la preghiera di ringraziamento, e diventeranno per noi il corpo e sangue di Gesù risorto. Questi semplici doni sono, insieme, il segno della nostra offerta a Dio e del suo Dono a noi in Cristo. È questo lo « scambio » di cui parlano tante orazioni del messale.
Le altre offerte che si fanno a questo punto della messa (ceri, fiori e, abitualmente, denaro) sono riservate al servizio della chiesa e alla carità verso i fratelli più poveri.
S Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna.
A Benedetto nei secoli il Signore.
Mentre versa nel calice vino e acqua, il sacerdote dice sottovoce:
S L'acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.
S Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della vite e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza.
A Benedetto nei secoli il Signore.
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S Umili e pentiti accoglici, o Signore: ti sia gradito il nostro sacrificio che oggi si compie dinanzi a te. Lavami, Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato.
S Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio
sia gradito a Dio, Padre onnipotente.
A Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio
a lode e gloria del suo nome,
per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.
ORAZIONE SULLE OFFERTE
Il sacerdote conclude la preparazione del sacrificio con la orazione sopra le offerte, a cui si risponde:
A Amen.
PREGHIERA EUCARISTICA
« Eucaristia » significa ringraziamento: è insieme un atteggiameuto e un gesto preciso ed essenziale per la messa. Non è soltanto una preghiera recitata, ma una vera « azione » — cioè un complesso di parole e gesti significativi ed efficaci — nella quale il sacerdote, impersonando Cristo, svolge un ruolo insostituibile, e i fedeli intervengono ascoltando, rispondendo, acclamando, unendosi spiritualmente al sacrificio.
Gli elementi principali della preghiera eucaristica sono:
^l'azione di grazie è la lode a Dio per tutta l'opera della salvezza;
^l'invocazione allo Spirito Santo perché consacri il pane
^il vino e riunisca in un solo corpo tutti i partecipanti;
^la narrazione dell'ultima cena in cui Gesù istituì il suo sacrificio pasquale;
^il memoriale e l'offerta in cui la Chiesa presenta al Padre Gesù, ostia immacolata, e se stessa in unione con lui;
^l'intercessione per tutti i membri della Chiesa;
^la dossologia o conclusione di lode al Padre, per Cristo, nello Spirito, conclusa dall'Amen dell'assemblea.
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AZIONE DI GRAZIE (PREFAZIO)in piedi
S Il Signore sia con voi. A E con il tuo spirito.
S In alto i nostri cuori. A Sono rivolti al Signore.
SRendiamo grazie al Signore, nostro Dio. A È cosa buona e giusta.
In fine si conclude con l'acclamazione:
A Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.
Il sacerdote sceglie una delle quattro seguenti preghiere:
I - PREGHIERA EUCARISTICA
OCANONE ROMANO
Preghiera per la Chiesa
Padre clementissimo, noi ti supplichiamo e ti chiediamo per Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, di accettare questi doni, di benedire queste offerte, questo santo e immacolato sacrificio.
Noi te l'offriamo anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell'unità e la governi su tutta la terra, con il tuo servo il nostro Papa..., il nostro Vescovo... e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli.
Per i fedeli
Ricordati, Signore, dei tuoi fedeli... Ricordati di tutti i presenti, dei quali conosci la fede e la devozione: per loro ti offriamo e anch'essi ti offrono questo sacrificio di lode, e innalzano la preghiera a te, Dio eterno, vivo
evero, per ottenere a sé e ai loro cari redenzione, sicurezza di vita e salute.
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Ricordo dei santi
In comunione con tutta la Chiesa, ricordiamo e veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre vergine Maria, Madre deI nostro Dio e Signore Gesù Cristo, san Giuseppe, suo sposo, i santi apostoli e martiri: Pietro e Paolo, Andrea... e tutti i santi; per i loro meriti e le loro preghiere donaci sempre aiuto e protezione.
Intenzione del sacrificio
Accetta con benevolenza, o Signore, l'offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti.
Invocazione dello Spirito per la consacrazione
Santifica, o Dio, questa offerta con la potenza della tua benedizione, e degnati di accettarla a nostro favore, in sacrificio spirituale e perfetto, perché diventi per noi il corpo e il sangue del tuo amatissimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.
Racconto della Cena
La vigilia della sua passione, egli prese il pane nelle sue mani sante e venerabili, e alzando gli occhi al cielo a te Dio Padre suo onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO t IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.
Dopo la cena, allo stesso modo, prese questo glorioso calice nelle sue mani sante e venerabili, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO t IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.
123
Acclamazione dell'Assemblea (una formula a scelta) Mistero della fede.
Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta.
Ogni volta che mangiamo di questo pane
ebeviamo a questo calice
annunziamo la tua morte, Signore, nell'attesa della tua venuta.
Tu ci hai redenti con la tua croce
ela tua risurrezione:
salvaci, o salvatore del mondo.
Offerta della Chiesa
In questo sacrificio, o Padre, noi tuoi ministri e il tuo popolo santo celebriamo il memoriale della beata passione, della risurrezione dei morti e della gloriosa ascensione al cielo del Cristo tuo Figlio e nostro Signore; e offriamo alla tua maestà divina, tra i doni che ci hai dato, la vittima pura, santa e immacolata, pane santo della vita eterna e calice dell'eterna salvezza.
Invocazione dello Spirito per la comunione
Volgi sulla nostra offerta il tuo sguardo sereno e benigno, come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto, il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede, e l'oblazione pura e santa di Melchisedech, tuo sommo sacerdote.
Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa' che questa offerta, per le mani deI tuo angelo santo, sia portata sull'altare del cielo davanti alla tua maestà divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del corpo e sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo.
Per i defunti
Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace. Dona loro, Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace.
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Per i ministri
Anche a noi, tuoi ministri, peccatori, ma fiduciosi nella tua infinita misericordia, concedi, o Signore, di aver parte nella comunità dei tuoi santi apostoli e martiri: Giovanni, Stefano, Mattia, Barnaba... e tutti i santi: ammettici a godere della loro sorte beata non per i nostri meriti, ma per la ricchezza del tuo perdono.
Per Cristo nostro Signore tu, o Dio, crei e santifichi sempre, fai vivere, benedici e doni al mondo ogni bene.
Conclusione
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
A Amen.
La Messa continua a pag. 133.
II • PREGHIERA EUCARISTICA
Azione di grazie ( prefazio)
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre santo, per Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figlio. Per mezzo di lui, tua Parola vivente, hai creato tutte le cose, e lo hai mandato a noi salvatore e redentore, fatto uomo per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria.
Per compiere la tua volontà e acquistarti un popolo santo, egli stese le braccia sulla croce, morendo distrusse la morte e proclamò Ia risurrezione.
Per questo mistero di salvezza, uniti agli Angeli e ai Santi, cantiamo a una sola voce la tua gloria:
A Santo, Santo, Santo... (Vedi pag. 122). Invocazione dello Spirito per la consacrazione
Padre veramente santo, fonte di ogni santità, santifica questi doni con l'effusione del tuo Spirito, perché diventino per noi il corpo e il sangue di Gesù Cristo nostro Signore.
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Racconto della Cena
Egli, offrendosi liberamente alla sua passione, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, Io diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO t. IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.
Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO t IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.
Acclamazione dell'Assemblea Mistero della fede (Vedi pag. 124).
Offerta della Chiesa
Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio, ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza, e ti rendiamo grazie per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale.
Invocazione dello Spirito per la comunione
Ti preghiamo umilmente: per Ia comunione Ed corpo e al sangue di Cristo lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.
Preghiera per la Chiesa, il papa e il vescovo
Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra: rendila perfetta nell'amore in unione con il nostro Papa..., il nostro Vescovo..., e tutto l'ordine sacerdotale.
Per i defunti
Nelle messe per i defunti si-può aggiungere:
Ricordati del nostro fratello (della nostra sorella) N., che (oggi) hai chiamato(a) a te da questa vita: e come
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per il Battesimo l'hai unito(a) alla morte di Cristo, tuo Figlio, così rendilo(a) partecipe della sua risurrezione.
Ricordati dei nostri fratelli, che si sono addormentati nella speranza della risurrezione, e di tutti i defunti che si affidano alla tua clemenza: ammettili a godere la luce del tuo volto.
Per i presenti
Di noi tutti abbi misericordia: donaci di aver parte alla vita eterna, insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e tutti i santi, che in ogni tempo ti furono graditi: e in Gesù Cristo tuo Figlio canteremo la tua gloria.
Conclusione
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
A Amen.
La Messa continua a pag. 133.
III - PREGHIERA EUCARISTICA
Padre veramente santo, a te la lode da ogni creatura. Per mezzo di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l'universo, e continui a radunare intorno a te un popolo, che da un confine all'altro della terra offra al tuo nome il sacrificio perfetto.
Invocazione dello Spirito per la consacrazione
Ora ti preghiamo umilmente: manda il tuo Spirito a santificare i doni che ti offriamo, perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, che ci ha comandato di celebrare questi misteri.
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Racconto della Cena
Nella notte in cui fu tradito, egli prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.
Dopo la cena, allo stesso modo, prese il calice, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.
Acclamazione dell'Assemblea Mistero della fede (Vedi pag. 124).
Offerta della Chiesa
Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell'attesa della sua venuta ti offriamo, Padre in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo.
Invocazione dello Spirito per la comunione
Guarda con amore e riconosci nell'offerta della tua Chiesa, la vittima immolata per la nostra redenzione: e a noi, che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santa perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito.
Preghiera per i presenti
Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito, perché possiamo ottenere il regno promesso insieme con i tuoi eletti: con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio, con i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri, (san...) e tutti i santi, nostri intercessori presso di te.
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Per la Chiesa e per il mondo
Per questo sacrificio di riconciliazione dona, Padre, pace e salvezza al mondo intero. Conferma nella fede e nell'amore la tua Chiesa pellegrina sulla terra: il tuo servo e nostro Papa..., il nostro Vescovo..., il collegio episcopale, tutto il clero e il popolo che tu hai redento. Ascolta la preghiera di questa famiglia, che hai convocato alla tua presenza. Ricongiungi a te, Padre misericordioso, tutti i tuoi figli ovunque dispersi.
Per i defunti
Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere per sempre della tua gloria, in Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale tu, o Dio, doni al mondo ogni bene.
Nelle messe per i defunti, questa preghiera può sostituire la precedente:
Ricordati del nostro fratello (della nostra sorella) N., che (oggi) hai chiamato(a) a te da questa vita: e come per il Battesimo l'hai unito(a) alla morte di Cristo, tuo Figlio, così rendilo(a) partecipe della sua risurrezione, quando farà sorgere i morti dalla terra e trasformerà il nostro corpo mortale a immagine del suo corpo glorioso.
Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere della tua gloria quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode, in Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale doni al mondo ogni bene.
Conclusione
Per Cristo, coli Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
A Amen.
La Messa continua a pag. 133.
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IV - PREGHIERA EUCARISTICA
Azione di grazie a Dio creatore (prefazio)
È veramente giusto renderti grazie, è bello cantare la tua gloria, Padre santo, unico Dio vivo e vero: prima del tempo e in eterno tu sei, nel tuo regno di luce infinita.
Tu solo sei buono e fonte della vita, e hai dato origine all'universo, per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori della tua luce. Schiere innumerevoli di angeli stanno davanti a te per servirti, contemplano la gloria del tuo volto, e giorno e notte cantano la tua lode. Insieme con loro anche noi, fatti voce di ogni creatura, esultanti cantiamo:
A Santo, Santo, Santo... (Vedi pag. 122) .
Lode a Dio per ciò che ha fatto per noi nella storia della salvezza
Noi ti lodiamo, Padre santo, per la tua grandezza: tu hai fatto ogni cosa con sapienza e amore, a tua immagine hai formato l'uomo, alle sue mani operose hai affidato l'universo perché nell'obbedienza a te, suo creatore, esercitasse il dominio su tutto il creato.
E quando, per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai abbandonato in potere della morte, ma nella tua misericordia a tutti sei venuto incontro, perché coloro che ti cercano ti possano trovare. Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza, e per mezzo dei profeti hai insegnato a sperare nella salvezza.
Padre santo, hai tanto amato il mondo da mandare a noi, nella pienezza dei tempi, il tuo unico Figlio come salvatore. Egli si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo ed è nato dalla Vergine Maria; ha condiviso in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Ai poveri annunziò il vangelo di salvezza, la libertà ai prigionieri, agli afflitti la gioia. Per attuare il tuo disegno di redenzione si consegnò volontariamente alla morte, e risorgendo distrusse la morte e rinnovò la vita.
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E perché non viviamo più per noi stessi ma per lui che è morto e risorto per noi, ha mandato, o Padre, lo Spirito Santo, primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione.
Invocazione dello Spirito per la consacrazione
Ora ti preghiamo, Padre: lo Spirito Santo santifichi questi doni perché diventino il corpo e il sangue di Gesù Cristo. nostro Signore, nella celebrazione di questo grande mistero, che ci ha lasciato in segno di eterna alleanza.
Racconto della Cena
Egli, venuta l'ora d'essere glorificato da te, Padre santo, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine; e mentre cenava con loro, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI: QUESTO È IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.
Allo stesso modo, prese il calice del vino e rese grazie, lo diede ai suoi discepoli, e disse:
PRENDETE, E BEVETENE TUTTI: QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA, VERSATO PER VOI E PER TUTTI IN REMISSIONE DEI PECCATI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME.
Acclamazione dell'Assemblea Mistero della fede (Vedi pag. 124).
Offerta della Chiesa
In questo memoriale della nostra redenzione celebriamo, Padre, la morte di Cristo, la sua discesa agli inferi, proclamiamo la sua risurrezione e ascensione al cielo, dove siede alla tua destra, e, in attesa alla sua venuta nella gloria, ti offriamo il suo corpo e il suo sangue, sacrificio a te gradito, per la salvezza del mondo.
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Invocazione dello Spirito per la comunione
Guarda con amore, o Dio, la vittima che tu stesso hai preparato per la tua Chiesa; e a tutti coloro che mangeranno di quest'unico pane e berranno di quest'unico calice, concedi che, riuniti in un solo corpo dallo Spirito Santo, diventino offerta viva in Cristo, a lode della tua gloria.
Preghiera per tutta la Chiesa
Ora, Padre, ricordati di tutti quelli per i quali noi ti offriamo questo sacrificio: del tuo servo e nostro Papa..., del nostro Vescovo..., del collegio episcopale, di tutto il clero e di coloro che si uniscono alla nostra offerta, dei presenti e del tuo popolo e di tutti gli uomini che ti cercano con cuore sincero.
Per i defunti
Ricordati anche dei nostri fratelli che sono morti nella pace del tuo Cristo, e di tutti i defunti, dei quali tu solo hai conosciuto la fede.
Per i presenti
Padre misericordioso, concedi a noi, tuoi figli, di ottenere con la beata Maria Vergine e Madre di Dio, con gli apostoli e i santi, l'eredità eterna del tuo regno, dove con tutte le creature, liberate dalla corruzione del peccato e della morte, canteremo la tua gloria, in Cristo nostro Signore, per mezzo del quale doni al mondo ogni bene.
CONCLUSIONE
Per Cristo, con Cristo e in Cristo, a te, Dio Padre onnipotente, nell'unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
A Amen. 132
RITI DI COMUNIONE
La messa è il banchetto pasquale del Signore morto e risorto. Noi vi partecipiamo con la fede e con la carità, e sacramentalmente con la comunione. Fare la comunione è il modo normale di realizzare l'incontro di salvezza con Cristo, di partecipare pienamente alla sua morte e alla sua vita. E poiché mangiamo insieme alla tavola del Signore, è giusto che ci perdoniamo ed esprimiamo con il saluto di pace il nostro amore di fratelli.
PADRE NOSTRO
S Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:
A Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
erimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
enon ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Pater noster, qui es in caelis: sanctificetur nomen tuum: adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie: et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris: et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo.
S Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.
A Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.
RITO DELLA PACE
Il gesto di pace ricorda quanto sia importante la riconciliazione nella carità, prima che la comunione compia l'intima unità fraterna tra coloro che si nutrono dell'unico Pane.
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Si può fare in molti modi: con l'abbraccio o la stretta di mano, con un cenno del capo o un sorriso; l'importante è che sia « vero », dettato dal sentimento profondo che in Cristo non ci sono differenze di razza o di sesso o di condizione o di età, ma solo dei compagni di strada uniti dalla stessa speranza.
S Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: « Vi lascio la pace, vi do la mia pace », non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
A Amen.
S La pace del Signore sia sempre con voi. A E con il tuo spirito.
S Scambiatevi un segno di pace.
Tutti si scambiano un segno di amore e di pace.
FRAZIONE DEL PANE
Mentre il sacerdote spezza l'ostia, si canta o si dice:
A Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.
Puoi seguire in silenzio la preghiera del sacerdote.
S Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio vivo, che per volontà del Padre e con l'opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo, liberami da ogni colpa e da ogni male, fa' che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te.
Il sacerdote presenta poi l'ostia ai fedeli:
S Beati gli invitati alla Cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
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A O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.
Mentre il sacerdote e i fedeli si comunicano, si esegue il canto di comunione: l'accordo delle voci esprime l'unione spirituale di coloro che si comunicano, manifesta la gioia del cuore e rende più fraterna la processione con cui si va a ricevere il Corpo di Cristo.
Porgendo l'ostia ai fedeli che si comunicano, il sacerdote dice:
S Il Corpo di Cristo. Chi si comunica risponde: F Amen.
In determinate circostanze, i fedeli siano invitati a comunicarsi bevendo al calice. In questo modo si realizza meglio il comando di Gesù: « Prendete... mangiate; Prendete... bevete ». Presentando il calice (che si prende in mano) il sacerdote dice:
S Il sangue di Cristo. F Amen.
Dopo la comunione, in silenzio, ognuno prega e ringrazia Cristo a cui si è comunicato, oppure tutta l'assemblea canta un salmo o un canto di lode.
ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE
Il sacerdote chiede per tutti i frutti del mistero celebrato. Alla sua orazione si risponde:
A Amen.
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RITI DI CONCLUSIONE
Si possono dare a questo punto gli avvisi che interessano la comunità.
Seguono la benedizione del sacerdote e il congedo.
5 11 Signore sia con voi. A E con il tuo spirito.
S Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. A Amen.
S La messa è finita: andate in pace. A Rendiamo grazie a Dio.
La famiglia di Dio si separa: ognuno ritorna alla propria casa e alle proprie occupazioni. Ma per tutti rimane l'impegno di conservare nella vita quotidiana ciò che hanno ricevuto nella celebrazione dell'Eucaristia con la fede e il sacramento, di animare il mondo con lo spirito cristiano, facendosi testimoni di Cristo in mezzo ai propri fratelli.
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CRISTO È SEMPRE CON NOI NEL SEGNO DEL PANE
Adorazione eucaristica
La comunità salesiana, che ha celebrato la Cena del Signore, si raduna alcune volte per la preghiera e l'adorazione, manifestando così la propria fede e il proprio amore a Cristo sempre presente fra noi nel Pane eucaristico.
Come ci richiama 1' « Eucharisticum Mysterium »:
« I fedeli, poi, quando venerano Cristo presente nel Sacramento, ricordino che questa presenza deriva dal Sacrificio e tende alla comunione, sacramentale e spirituale insieme.
La pietà, dunque, che spinge i fedeli a prostrarsi presso la santa Eucaristia, li attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo Corpo. Trattenendosi presso Cristo Signore, essi godono della sua intima familiarità e dinanzi a lui aprono il loro cuore per loro stessi e per tutti i loro cari e pregano per la pace e la salvezza del mondo. Offrendo tutta la loro vita con Cristo al Padre nello Spirito Santo, attingono da quel mirabile scambio un aumento di fede, di speranza e di carità. Alimentano quindi così le giuste disposizioni, per celebrare, con la devozione conveniente, il memoriale del Signore e ricevere frequentemente quel pane che ci è dato dal Padre » (n. 50).
« Durante l'esposizione, si disponga tutto perché i fedeli, intenti alla preghiera, si dedichino unicamente a Cristo Signore » (n. 62).
Le esposizioni brevi del sacramento devono essere ordinate in modo tale che prima della benedizione sia riservato un tempo conveniente alle letture della Parola di Dio, ai canti, alle preghiere e all'adorazione silenziosa di una certa durata.
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Struttura della celebrazione
1. CANTO D'INIZIO
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO E PREGHIERA DEI FEDELI
(si sceglie uno dei temi alle pagine seguenti)
3. INNO
Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò. Nuovo patto, nuovo rito nella fede si compì. Al mistero è fondamento la Parola di Gesù.
Gloria al Padre onnipotente, Gloria al Figlio Redentor. Lode grande, sommo onore all'eterna carità.
Gloria immensa, eterno amore alla santa Trinità.
Amen.
S Ci hai dato, Signore, il pane disceso dal cielo.
T Che porta in sé ogni dolcezza.
S Preghiamo...
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa' che adoriamo con viva fede
il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
4. BENEDIZIONE EUCARISTICA
5. ACCLAMAZIONI
(Recita alternata delle invocazioni)
Dio sia benedetto.
Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
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Benedetto il nome di Gesù. Benedetto il suo sacratissimo cuore.
Benedetto il suo preziosissimo sangue.[altare.
Benedetto Gesù nel santissimo sacramento dell' Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima. Benedetta la sua santa e immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre. Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
oppure:
Ra. Gloria a te, Agnello immolato: a te potenza e onore nei secoli.
A colui che ci ama,
che ci ha liberato dai peccati nel suo sangue
e ci ha costituiti regno e sacerdoti di Dio,
suo Padre; a lui gloria e potenza nei secoli. Rit.
L'agnello che è stato ucciso
è degno di ricevere potenza
e ricchezza e sapienza e forza
e onore e gloria e benedizione. Rit.
La salvezza è nel nostro Dio che siede sul trono, la salvezza è nell'agnello. Rallegriamoci, esultiamo, diamogli gloria. Rit.
6. CANTO FINALE
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iL'EUCARISTIA: MISTERO DELLA FEDE
Il mistero della salvezza, preparato nella storia del popolo di Dio, viene rivelato ed attuato pienamente in Cristo.
Nel segno del pane Cristo si fa incontro a noi, per donarci la comunione con Dio, la vita nuova al di là deI-
•la morte.
Con la fede noi « vediamo » il Signore realmente presente nel pane eucaristico e accogliamo nella nostra vita il dono della salvezza.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Con fede ascoltiamo la parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dal vangelo secondo Giovanni:
« In verita, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue> non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno ».
Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: « Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo? » (Gv 6,53-60).
Disse allora Gesù ai Dodici: « Forse anche voi volete andarvene? ». Gli rispose Simon Pietro: « Signore, da
140 chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio » (Gv 6,67-69).
Meditazione personale
PREGHIERA DEI FEDELI
G Per la Chiesa:
perché offra a tutti gli uomini il dono della salvezza. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
G Per i giovani:
perché incontrino nell'Eucaristia
il Dio Salvatore, presente nella storia. Preghiamo.
G Per la nostra comunità:
perché, nutrendosi del pane eucaristico,
sia ai giovani proposta viva di salvezza. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Dio, nostro Padre, che ci salvi in Cristo: aumenta la nostra fede, perché possiamo accogliere nel pane eucaristico e nella vita
il dono della salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
L'EUCARISTIA: MEMORIALE DEL SIGNORE
Gesù che muore e risorge è la nostra salvezza. L'Eucaristia è l'incontro di noi, oggi viventi, delle nostre sofferenze e delle nostre gioie, con l'evento della salvezza, col Signore morto e risorto.
È ricevere così il pegno dell'incontro definitivo, quando il Signore tornerà e ci introdurrà nella gioia del regno del Padre.
141
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
GCon fede ascoltiamo la Parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dal vangelo secondo Matteo:
Ora mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: « Prendete e mangiate; questo è il mio corpo ». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, Io diede loro, dicendo: « Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio » (Mt 26,26-29).
Meditazione personale
PREGHIERA DEI FEDELI
GPer la Chiesa:
celebri la memoria del Signore
nella vigile attesa del suo ritorno. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
GPer i giovani:
nell'incontro col pane eucaristico
scoprano Cristo, significato del loro presente e del loro futuro. Preghiamo.
GPer la nostra comunità: celebri l'Eucaristia come culmine e fonte della sua vita. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Dio,
che nel pane e nel vino
ci hai donato il memoriale
della morte e risurrezione di Gesù:
concedi a noi che ogni giorno della nostra vita
sia una nuova esperienza alla salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
142
3 L'EUCARISTIA: BANCHETTO DI SALVEZZA
Il pane spezzato è il corpo di Cristo dato per gli uomini. Cristo che ama il Padre e gli uomini è la salvezza dell'umanità. E per l'uomo non c'è salvezza che nell'amore. Per questo il segno della salvezza è il Convito: lo stare insieme, il volersi bene, l'essere in comunione, lo spezzare il pane.
Cristo, umile servitore che lava i piedi agli apostoli, ci rivela che solo nel servizio e nell'amore ci si ritrova fratelli attorno alla mensa della salvezza.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Con fede ascoltiamo la Parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dal vangelo secondo Giovanni:
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto (Gv 13,1-5).
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e -disse Loro: « Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità,
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in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande dí chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica » (Gv 13,12-17).
Meditazione personale
PREGHIERA DEI FEDELI
GPer la Chiesa:
nutrita dell'Eucaristia, sia in mezzo al mondo segno di comunione e di amore. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
GPer i giovani:
scoprano nel servizio dei poveri
la chiamata di Dio al banchetto della salvezza. Preghiamo.
GPer la nostra comunità: nel rispetto e nell'amore fraterno attui la comunione con Cristo. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Dio,
ogni giorno ci chiami a spezzare insieme il pane della salvezza.
Ti preghiamo: tutta la nostra esistenza sia comunione con gli altri e con te nell'amore e nel servizio.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
4 L'EUCARISTIA: ALLEANZA
La morte di Cristo è iI nuovo patto: il sì definitivo di Dio all'uomo e finalmente il sì indefettibile di un Uoirto all'amore di Dio.
L'Eucaristia è il banchetto dell'alleanza, della fedeltà. Attua per noi la fedeltà di Dio e suscita in noi una risposta fedele sull'esempio e con la voce di Cristo.
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ASCOLTO DELLA PAROLA Di DIO
G Con fede ascoltiamo la parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dalla lettera agli Ebrei:
Cristo venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, cioè non appartenente a questa creazione, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue entrò una volta per sempre nel santuario, procurandoci così una redenzione eterna (Ebr 9,11-12).
Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa (Ebr 9,15).
Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso (Ebr 9,24-26).
Meditazione personale
PREGHIERA DEI FEDELI
GPer la Chiesa:
annunci con la vita agli uomini d'oggi l'amore fedele di Dio in Cristo. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
GPer i giovani: scoprano nell'Eucaristia la fonte di un amore vero e fedele. Preghiamo.
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G Per la nostra comunità:
testimoni nella fedeltà ai mondo dei giovani l'amore salvifico del Padre. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Dio, nostro Padre,
in Cristo ci hai donato l'alleanza nuova e definitiva:
concedi alla nostra vita la fedeltà del tuo amore
nei servizio dei giovani.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
L'EUCARISTIA:
d PROMESSA DI RISURREZIONE
La salvezza è un cammino: Cristo risorto è la mèta e il viatico.
Mangiare del Signore morto e risorto è incamminarsi sulla via della risurrezione: aprirsi alla speranza, guardare con ottimismo e fiducia al mondo e alla storia. Ogni nostra profonda speranza non sarà smentita, perché già ora abbiamo nel Pane il pegno del compimento.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Con fede ascoltiamo la parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dal vangelo secondo Giovanni:
Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non Io respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi
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ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno » (Gv 6,35-40).
Meditazione personale
PREGHIERA DEI FEDELI
GPer la Chiesa:
nutrita dell'Eucaristia,
testimoni agli uomini la novità della risurrezione.
Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
GPer i giovani:
attingano al pane eucaristico
il coraggio della speranza che non delude. Preghiamo.
GPer la nostra comunità: sia comunità di risurrezione in una vita d'amore e di gioia. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Dio, in Cristo tu ci chiami alla risurrezione: il Pane della vita
trasformi e rinnovi fin d'ora la nostra esistenza. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
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IL CUORE APERTO DI CRISTO SEGNO DEL SUO AMORE PER IL PADRE E PER NOI
Il ricordo vivo dell'amore di Cristo per noi ha trovato un'espressione nella devozione al suo cuore. Dal cuore trafitto di Gesù e dal suo sangue prezioso viene a noi la riconciliazione con Dio e la salvezza.
La croce non è l'espiazione che l'umanità offre a un Dio sdegnato per l'offesa, ma è l'espressione della radicalità dell'amore di Dio per l'uomo, un amore che prende per primo l'iniziativa e che si abbandona senza riserve all'umiliazione pur di redimerlo.
Il cuore squarciato di Cristo perciò è insieme il segno dell'amore infinito del Padre per gli uomini, della profondità del nostro peccato e dell'amore dell'uomo Gesù per il Padre e per i fratelli.
Questo amore, verso il Padre è adorazione, verso i fratelli è dono di salvezza.
Il primo atto, perciò, dell'uomo che vuole riconciliarsi con Dio è accogliere con animo grato la sua azione salvifica, che giunge a noi attraverso i sacramenti, specialmente l'Eucaristia e la penitenza, per vivere poi, come ha fatto Gesù, donando la vita per gli altri. Meditare sul cuore aperto di Cristo ha senso unicamente se ci si decide ad « aprire » all'amore il nostro cuore « chiuso » dall'egoismo.
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1IL CUORE TRAFITTO DI CRISTO I È IL SEGNO DELLA SALVEZZA
Un uomo, condannato e crocifisso, muore alle porte di Gerusalemme. Quel morto, dice Giovanni, è la salvezza dell'umanità, il compimento dell'antica economia. E il vero agnello pasquale, immolato senza che gli sia spezzato alcun osso, come diceva la legge; col cuore trafitto, come era in uso nel rituale giudaico. Per questo la sua morte è un appello alla nostra fede: « perché voi crediate » che il Crocifisso, e lui solo, è colui che ci salva nel dono d'amore di sé al Padre e ai fratelli.
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Con fede ascoltiamo la parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dal vangelo secondo Giovanni:
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e Ia sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura' Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19,31-37).
Meditazione personale
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PREGHIERA DE! FEDELI
GPer la Chiesa:
annunci con coraggio agli uomini d'oggi la croce di Cristo, fonte di salvezza. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
GPer i giovani:
attingano dal cuore di Cristo
la forza di un amore forte e generoso. Preghiamo.
GPer la nostra comunità: sia nel mondo testimone dell'amore redentore di Cristo. Preghiamo.
5 Preghiamo...
O Dio, nostro Padre,
tu ci hai donato Gesù,
come agnello immolato per la nostra salvezza:
concedi che la nostra vita
sia sempre degna del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
IL CUORE TRAFITTO DI CRISTO
L à IL SEGNO
DELL'AMORE DEL PADRE PER NOI
Il cuore squarciato di Cristo ci rivela il volto di Dio. Dio è il Padre, colui che ci ama e dona l'unigenito per la nostra salvezza.
La nostra esistenza, avvolta dall'amore eterno del Padre, deve solo aprirsi alla luce, lasciarsi giudicare dalla verità dell'amore.
Dobbiamo soltanto « accogliere » l'amore reso visibile nel Figlio crocifisso, dobbiamo solo « credere » per avere la vita eterna.
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ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
GCon fede ascoltiamo la parola di Dio.
T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dal vangelo secondo Giovanni:
Gesù diceva: « Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio » (Gv 3,14-21).
Meditazione personale
•
PREGHIERA DEI FEDELI
GPer la Chiesa:
sia nel mondo comunità d'amore,
testimone della carità del Padre. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
GPer i giovani:
trovino nell'amore del Padre
il senso e la forza della loro vita. Preghiamo.
GPer la nostra comunità: con la sua vita riveli ai giovani l'immensa bontà e misericordia di Dio. Preghiamo.
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S Preghiamo...
Con la voce dello Spirito,
noi ti rendiamo grazie, o Padre,
per la ricchezza del tuo amore:
aiutaci perché Ia nostra vita sia,
come quella di Cristo,
testimonianza ai fratelli della tua bontà.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
g IL CUORE TRAFITTO DI CRISTO
d È L'UNICA SORGENTE
DELL'AMORE TRA GLI UOMINI
L'amore fra gli uomini, fra di noi è possibile solo se nasce da Dio. Da noi stessi non siamo capaci di amare. Nel sacrificio della croce, Cristo ci ama con lo stesso amore che ha ricevuto dal Padre e diventa la sorgente
di un rapporto nuovo fra di noi.
Il comandamento nuovo è possibile e comprensibile solo alla luce del crocifisso.
Soltanto a partire dalla sua morte per noi ci è possibile esser suoi amici: « donando la nostra vita per i fratelli ».
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Con fede ascoltiamo la parola di Dio. T Parla, o Signore: il tuo servo ti ascolta! Tu solo hai parole di vita eterna!
Dai vangelo secondo Giovanni:
Dice Gesù: « Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete
i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come
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io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande dì questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando » (Gv 15,9-14).
Meditazione personale
PREGHIERA DEI FEDELI
G Per la Chiesa:
testimoni con la sua vita
la novità dell'amore cristiano. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
G Per i giovani:
Moro cuore si apra all'amore di Cristo per crescere puro e generoso. Preghiamo.
Per la nostra comunità:
nell'obbedienza aI comandamento del Signore cresca nell'amore fraterno. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Signore,
tu ci hai chiamato tuoi amici:
donaci lo Spirito d'amore,
che ci renda capaci
di amare il prossimo come tu ci hai amato.
Tu che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
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IN COMUNIONE CON CRISTO PANE E PAROLA DI VITA
Contenuto della sezione
La presenza reale permanente di Cristo nell'Eucaristia è stata per secoli fonte di vita e santità nella Chiesa. Don Bosco ci ha raccomandato vivamente la visita e l'adorazione a Gesù in sacramento come sorgente di grazia. Anche la regola ci ricorda: « Nelle visite frequenti alla Eucaristia ogni Salesiano esprime il suo fervore e gusta il personale incontro con Cristo » (Cost 61).
Nel silenzio dell'adorazione, nel colloquio personale col Signore, a noi vicino nei segno del pane eucaristico, Ia ricchezza del mistero celebrato nella messa viene approfondita, penetrata e adagio adagio assimilata nella vita. Nella preghiera adorante la nostra esistenza si apre con tutta la sua ampiezza alta luce e all'amore del Signore.
Così il nostro cuore si dispone e si prepara a una nuova celebrazione dell'Eucaristia.
Questi incontri personali col Signore nella. pace e nel silenzio della nostra cappella hanno anche particolare valore per la nostra vita apostolica. Noi molte volte « viviamo di corsa ». La nostra attività ci proietta fuori di noi stessi, ci assorbe, ci svuota. Abbiamo bisogno di momenti in cui ritrovare noi stessi « davanti al Signore » per salvare la nostra unità interiore e il senso di quello che facciamo.
Fare ciò alla « presenza » di Cristo è di grande significato. La solitudine più facilmente non diventerà auto-contemplazione ma confronto con l'Altro.
Ogni Salesiano troverà il ritmo e il tempo e la durata di questi incontri col Signore. Mentre adoriamo nel
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silenzio Cristo presente nel segno deI pane è bene anche ascoltare la sua parola che ci chiama a vivere come lui.
Il Vangelo è il libro della adorazione.
Qui come aiuto proponiamo una serie di testi biblici che sono sembrati particolarmente significativi per la nostra vita. Li abbiamo strutturati in modo tale che possano servire sia alle persone che alla comunità, Ognuno ha un titolo che lo attualizza in rapporto alla nostra consacrazione e alla nostra missione.
11 testo biblico è stato liberamente « adattato » e organizzato in strofe per renderne più facile la proclamazione o la recita, sia corale che personale. Alcuni testi poi, sono anche cantabili sulla melodia dei salmi di Gelinau; per questo le vocali su cui cade l'accento ritmico sono segnate in neretto. Una preghiera conclusiva riprende e sintetizza il tema della lettura.
Utilizzazione
—nella meditazione e nella preghiera personale davanti a Cristo presente nella Eucaristia;
—come ringraziamento dopo la Comunione, specialmente quando la comunità è piccola e non può fare un canto;
—come adorazione eucaristica comunitaria. In questo caso il testo scelto sarà inserito nello schema indicato a pag. 138.
La esecuzione comunitaria può essere fatta in modo vario: a cori alternati, in forma responsoriale con un ritornello adatto.
Può anche essere proclamato da uno solo.
Dopo la lettura o la proclamazione ci sia sempre qualche momento di meditazione e preghiera personale. La traccia riportata vuol essere solo uno spunto.
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l LA NOSTRA GIOIA NASCE
i DALL'UNIONE CON CRISTO. VERA VITE E DALLA DONAZIONE DI NOI STESSI SUL SUO ESEMPIO
G « Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie, e ogni tralcio che porta frutto, Io pota perché porti più frutto. Io sono la vite, voi i tralci ».
1 Ti rendiamo grazie, o Signore, perché ci hai purificato con la parola che ci hai annunciato. Vogliamo rimanere inseriti in te perché tu rimanga in noi.
2 Crediamo che solo rimanendo inseriti in te possiamo portare molto frutto,
perché senza di te non possiamo far nulla.
3 Ti rendiamo grazie, perché ci hai amato comunicando a noi l'amore infinito con cui il Padre ti ama.
4 Vogliamo rispondere al tuo amore con la nostra fedeltà. Ti preghiamo con fiducia: la tua gioia sia in noi, perché solo così la nostra gioia sarà vera e perfetta.
5 Aiutaci, ti preghiamo, a vivere il tuo comandamento esigente di amarci gli uni gli altri come tu ci hai amato:
amore più grande non c'è di chi dà la vita per gli amici. E tu l'hai data a noi.
156 6 Sentiamo la gioia di essere tuoi amici. E ti preghiamo:
la tua amicizia ci impegni a fare quello che hai fatto tu (Gv 15).
Meditazione personale
La comunione sacramentale ci unisce come tralci vivi a Cristo. Perciò siamo impegnati a vivere come lui. L'amore che si dona senza riserve, la gioia visibile che deriva dalla donazione di sé libera e gratuita, il senso della piccolezza che sa di non poter far nulla senza di lui e apre il cuore alla preghiera umile e costante sono valori evangelici, di cui noi Salesiani abbiamo particolarmente bisogno per la nostra missione con i giovani.
G Preghiamo...
O Signore, concedi a noi
di vivere profondamente uniti a Cristo per condurre a lui i nostri giovani.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
ZABBIAMO BISOGNO L DELLA CERTEZZA DI ESSERE AMATI PER VIVERE E PER DARE LA VITA
G Dio è con noi,
chi sarà contro di noi?
Colui che non risparmiò
nemmeno il proprio Figlio,
ma lo sacrificò per tutti noi,
come non potrà donarci con lui
tutto il resto?
T Certamente né la morte, né la vita,
né il presente, né il futuro,
né alcun'altra creatura
ci potranno separare dall'amore di Dio
che ci giunge nel Cristo Gesù nostro Signore.
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G Chi muoverà accusa
contro di noi eletti di Dio?
Dio, che giustifica?
Chi ci condannerà?
Cristo che è morto?
Cristo che è risorto?
Cristo, che è alla destra di Dio
e intercede a nostro favore?
Chi potrà strapparci
dall'amore di Cristo?
Quale tribolazione, angustia, persecuzione?
Su tutte queste cose trionfiamo appieno
grazie a colui che ci ha amati.
T Certamente né la morte, né la vita,
né il presente, né il futuro,
né alcun'altra creatura
ci potranno separare dall'amore di Dio
che ci giunge nel Cristo Gesù, nostro Signore (Rom 8).
Meditazione personale
Gesù è il Dio con noi. Non siamo soli, egli ha voluto condividere fino in fondo la nostra vita.
Il suo è un amore fedele. Il segno che lo rivela è la sua morte.
Egli è con noi col suo sacrificio nell'Eucaristia. Queste certezze devono animare la nostra vita di religiosi e di educatori. Tutti abbiamo bisogno della certezza di essere amati per vivere. Specialmente i giovani. È necessario che essi non solo « siano amati, ma che sentano di essere amati » (don Bosco).
La certezza che Dio ci ama, che egli è con noi nel nostro lavoro apostolico, che ama infinitamente i nostri giovani, che niente potrà strapparli all'amore di Cristo, dà fiducia, aiuta a vincere lo scoraggiamento negli insuccessi, moltiplica lo slancio nella donazione gratuita e disinteressata di chi sa amare, come Dio, nonostante tutto.
S Preghiamo...
O Signore, Dio con noi,
la certezza assoluta di essere amati da te
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ci spinge ad essere i segni e i portatori del tuo amore ai giovani
in modo che essi sapendo di essere amati credano al tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
NOI ABBIAMO SCELTO GESÙ CRISTO d LUI SOLO È IL SIGNORE DELLA NOSTRA VITA
1Tutti quei valori
che per noi erano guadagno, li abbiamo stimati una perdita, per amor tuo, o Cristo Gesù.
2 Consideriamo tutto una perdita di fronte al sommo valore che è la piena comunione con te, o Cristo Gesù, Signore nostro.
3Per te noi lasciamo tutto,
tutto stimiamo un nulla,
per poterti guadagnare, o Cristo, ed essere uniti con te.
4 In te, noi siamo dotati non di una nostra giustizia ma della giustizia di Dio, che è fondata sulla fede.
5 Cosi conosceremo te,
e la forza della tua risurrezione: uniti alle tue sofferenze
speriamo di risorgere con te.
6 Non abbiamo raggiunto il traguardo: proseguiamo la corsa per afferrarlo, anche noi siamo stati afferrati da te, o Cristo Gesù.
7 Dimenticato ciò che è dietro a noi e protesi verso ciò che sta avanti,
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corriamo alla mèta, al premio a cui Dio ci chiama, in te.
8La nostra patria è nei cieli:
di là ti attendiamo Salvatore: tu renderai il nostro corpo di miseria
simile al tuo corpo di gloria (Pii 3,7-14.20-21).
Meditazione personale
Noi non ci siamo votati ad un ideale astratto, ma a una persona viva. Cristo è il centro di gravitazione, il senso ultimo e la mèta della nostra vita. Gesù è il nostro Dio. Noi lo abbiamo seguito lasciando tutto per lui. Siamo consacrati a lui.
La fedeltà alla nostra scelta non è facile, non ha il suo fondamento in noi stessi, ma in lui, vivo per noi oggi nella Eucaristia. Senza di lui si ricade nell'idolatria di noi stessi, delle cose, delle persone.
« Con un'unica chiamata Cristo ci invita a seguirlo nella sua opera salvifica e nel genere di vita verginale e povera che scelse per sé. E noi, con un'unica risposta di amore, con la grazia dello Spirito e sull'esempio degli apostoli, accettiamo di lasciare ogni cosa per meglio lavorare con lui per il Regno. Unica quindi è anche la nostra consacrazione di Salesiani: inseparabilmente apostolica e religiosa.
Dentro questa ricca unità appaiono le affinità profonde tra la nostra attività di apostoli e i nostri impegni di religiosi » (Cost 68).
S Preghiamo...
O Signore Gesù,
che ci hai chiamati a seguirti,
concedi a noi
di restarti fedeli,
di essere protesi in avanti
e di non riprenderci
ciò che abbiamo lasciato
fino al giorno in cui
ti verremo incontro per-essere sempre con te
che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen.
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4 NOI MORIAMO CON CRISTO A NOI STESSI PER RISORGERE CON LUI ALL'AMORE
1Tutti noi battezzati in Gesù Cristo,
nella sua morte fummo battezzati, siamo stati sepolti con Cristo per risorgere insieme con lui.
2 Come Cristo risorto da morte, vivremo anche noi nuova vita: uniti con lui nella morte lo saremo nella sua risurrezione.
3 L'uomo vecchio con lui fu crocifisso perché distrutto fosse il corpo del peccato e del peccato non fossimo più schiavi: chi in lui è morto, è liberato dal peccato.
4 Se noi siamo morti con Cristo, vivremo pure con lui; più non morrà il Cristo risorto, non ha la morte dominio su di lui.
5 Chi è morto nel Cristo Signore,
al peccato è morto per sempre;
noi viviamo nel Cristo Signore,
la nostra vita è ormai per Iddio (Rom 6).
Meditazione personale
Tutta la nostra vita religiosa è un rapporto con Cristo. È radicata nei sacramenti. Questi ci configurano a Cristo nell'essere. Con la professione religiosa noi ci impegniamo ad essere a lui conformi nella vita.
« Con la consacrazione religiosa, intendiamo vivere la grazia battesimale con maggior pienezza e profondità, nella ricerca di un amore perfetto di Dio e degli uomini. La professione pubblica dei consigli evangelici con le sue rinunce e i suoi frutti ci permette una partecipazione più stretta alla Pasqua di Cristo, al suo annientamento e alla sua vita nello Spirito; ci impegna pure in un modo di vita che si fonda interamente sui valori del Vangelo. Questa forma di esistenza è nella
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Chiesa e nel mondo un annuncio del Regno di Dio; e per i suoi membri, essa è liberatrice: abbracciati volontariamente, i consigli aiutano non poco alla purificazione del cuore e alla libertà spirituale e tengono continuamente acceso il fervore della carità » (Cost 69).
S Preghiamo...
O Signore,
che nel battesimo
ci hai configurato a Cristo:
concedi a noi
di vivere con i nostri voti
il mistero della sua morte e risurrezione,
morendo ogni giorno a noi stessi e al peccato
per risorgere nell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
UOMINI NUOVI COME GESÙ
CI RINNOVIAMO CONTINUAMENTE PER PORTARE Al GIOVANI
LA NOVITÀ DEL VANGELO
1 Siamo risorti con Cristo, cerchiamo le cose del cielo, dove Cristo è alla destra di Dio: pensiamo alle cose del cielo, e non a quelle della terra.
2 Siamo morti in Cristo,
ed ora la nostra vita
è nascosta con lui in Dio.
Quando Cristo vita nostra apparirà,
con lui appariremo nella gloria.
3 Facciamo morire in noi il peccato impurità, cattivi desideri, e ogni idolatria delle cose.
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Deponiamo collera, sdegno e cattiveria, le maldicenze e ogni discorso cattivo. Non mentiamo più gli uni gli altri.
4 Spogliàti dell'uomo vecchio con tutte le sue azioni, ci siamo rivestiti dell'uomo nuovo che si rinnova continuamente, per giungere alla piena conoscenza ad immagine del suo Creatore.
5 Nell'uomo nuovo non c'è più distinzione
di greco o giudeo, di schiavo o libero
ma tutto e in tutti è Cristo.
6 Rivestiamoci, come amati di Dio, di tenera compassione e di bontà, di umiltà, di mitezza e pazienza, accettandoci e perdonandoci l'un l'altro.
Come Cristo ci ha perdonati, così facciamo anche noi.
7 Rivestiamoci soprattutto della carità che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo Signore, alla quale siamo stati chiamati nell'unità di un medesimo Corpo, regni sovrana nei cuori.
8 Viva in noi la parola di Cristo, in tutta la sua ricchezza, ed ogni nostra azione e parola sia fatta nel nome di lui (Col 3).
Meditazione personale
Gesù è l'uomo nuovo, totalmente aperto a Dio e ai fratelli. Il religioso con i voti vuoi vivere la novità di vita portata da Gesù per essere come lui un uomo nuovo. Per noi Salesiani, che siamo mandati ai giovani, essere uomini nuovi che si rinnovano è di particolare urgenza.
I giovani hanno bisogno di vedere che nuovi rapporti fra gli uomini non basati sull'arrivismo, sulle discriminazioni dell'avere, sulla violenza, ma fondati sull'a-
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more sono possibili; che la fede in Dio rende più uomini. I giovani ci chiedono di essere uomini nuovi come Gesù. Lui nella Eucaristia è nel mondo la sorgente della novità dell'amore,
S Preghiamo...
O Dio nostro Padre,
amore sempre nuovo e innovatore,
concedi a noi
di essere una comunità di uomini nuovi
che, attingendo all'Eucaristia,
portano la novità
della vera libertà e dell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
e SE, NONOSTANTE TUTTO, LI SIAMO OTTIMISTI
È PERCHÈ CRISTO t RISORTO
GIl Signore è davvero risorto, primizia di quelli che son morti. Morti in Adamo, risorgeremo in Cristo.
T Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Opeccato, dov'è il tuo trionfo? Il Cristo vi ha vinti per sempre.
GNoi saremo tutti trasformati al suono dell'ultima tromba, quando i morti risorgeranno a nuova vita.
T Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Opeccato, dov'è il tuo trionfo? Il Cristo vi ha vinti per sempre.
GPerciò siamo fermi, incrollabili, lavoriamo per Cristo Signore: la nostra vita in lui non è vana.
T Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Opeccato, dov'è il tuo trionfo?
Il Cristo vi ha vinti per sempre (1 Cor 15) .
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Meditazione personale
La nostra consacrazione e la nostra missione poggiano su Cristo risorto. Senza una grande speranza non possiamo essere né religiosi né educatori. I giovani infatti oggi più che mai hanno fame di una speranza non vana. Tutte le speranze umane senza Cristo sono soltanto illusioni.
Gesù risorto ci dice che la nostra vita non è destinata allo scacco e al nulla finale, ma alla pienezza e alla riuscita. Ci dice che il peccato è vinto alla radice. È vero che ancora dilaga nel mondo, ma solo momentaneamente. Noi sappiamo che in Cristo la lotta contro il male sarà certamente vittoriosa. Per questo continuiamo a lottare e nonostante gli insuccessi, siamo ottimisti. Un ottimismo che riposa non su di noi, ma su Cristo. Le nostre comunità devono essere comunità di speranza.
S Preghiamo...
O Signore,
tu sei il Dio dei vivi e non dei morti,
concedi, ti preghiamo,
di vedere tutto nella luce della risurrezione
sicché la nostra vita di consacrati e di apostoli
sia animata dalla speranza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
7 CRISTO EUCARISTICO
I È IL PANE DELLA SPERANZA
A LUI NOI CONDUCIAMO I GIOVANI
Rit. Signore, tu sei il pane diséeso dal cielo, il pane della vita.
1Io sono il pane disceso dal cielo:
il pane della vita.
Chi mangia di me ha la vita, la vita eterna.
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2 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
3 Veramente la mia carne è cibo, il mio sangue bevanda: chi ne mangia dimora in me ed io in lui.
4Com'ío vivo per il Padre vivente
che a voi mi ha mandato, cosi chi si nutre di me per me vivrà sempre.
51 vostri padri han mangiato la manna
e sono morti,
ma chi mangerà questo pane vivrà in eterno (Gv 6,51.54-59).
Meditazione personale
Tutta la vita di don Bosco fu tesa a condurre i giovani al Cristo eucaristico. Essi hanno bisogno di vita e di speranza. A noi spetta condurli all'incontro con Cristo, unico, vero pane di vita.
Gesù è il pane della vita e della speranza perché è amore che si dona. La vita, infatti, affonda le radici nell'amore.
Cristo si dona a noi nell'Eucaristia perché anche noi diventiamo pane di vita per i nostri giovani.
S Preghiamo...
O Signore,
solo tu sei
ìl pane della speranza e della vita
concedi a noi che, nutriti di te,
diventiamo pane di vita e di speranza
per i nostri giovani.
Tu che sei Dio
e vivi e regni nei secoli dei secoli.
T Amen. 166
OL'ULTIMO DESIDERIO
U E L'ULTIMA PREGHIERA DI GESÙ:
« PADRE, SIANO UNA COSA SOLA », È PER NOI UN• IMPEGNO -
Cristo prega per sé
IPadre, è giunta l'ora:
glorifica il Figlio tuo
perché il Figlio glorifichi te:
gli hai dato potere sugli uomini,
per donare la vita eterna
a coloro che gli hai dato.
2 Questa è la vita eterna: conoscano te, l'unico vero Dio,
e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
3Io ti ho glorificato sulla terra,
ho compiuto l'opera che mi hai affidato.
4 Ora, o Padre, glorificami tu, con Ia gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
5 Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato traendoli dal mondo. Erano tuoi e tu li hai dati a me: ed essi hanno osservato la tua parola.
6 Essi ora sanno
che tutte le cose che mi hai dato
vengono da te,
perché tutte le cose che hai dato a me
io le ho date a loro.
7 Essi le hanno accolte
hanno riconosciuto che io vengo da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato.
167
Cristo prega per, i discepoli
8 Per loro io prego; non prego per il mondo,
ma per quelli che tu mi hai dato
perché sono tuoi.
9 Tutte le mie cose sono tue e le tue sono mie
e io sono glorificato in Loro.
10 Io non sono più nei mondo;
essi, invece, sono nel mondo
mentre io ritorno a te.
Padre santo, conserva nel tuo nome
coloro che mi hai dato
perché siano una cosa sola come noi.
11 Quando ero con loro, io conservavo nel tuo nome
coloro che mi hai dato li ho custoditi; e nessuno di loro è andato perduto tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
12 Ma ora io vengo a te
e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
13 Ho dato Ioro la tua parola, e il mondo li ha odiati:
perché essi non sono del mondo come io non sono del mondo.
14 Non chiedo che li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno: essi non sono del mondo come io non sono del mondo.
15 Consacrali nella verità: la tua parola è verità.
16 Come tu mi hai mandato nel mondo anch'io Ii ho mandati nel mondo. Per loro io consacro me stesso: siano anch'essi consacrati nella verità.
168
Cristo prega per coloro che crederanno in lui
17 Non prego solo per questi,
ma anche per quelli che crederanno in me per mezzo della loro parola:
18 tutti siano una cosa sola,
come tu, Padre, sei in me ed io in te: siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda
che mi hai mandato.
19 La gloria che tu hai dato a me io l'ho data a loro
perché siano come noi, una cosa sola.
20 io in loro e tu in ine:
perché, siano perfetti nell'unità, e il mondo sappia che mi hai mandato, e li hai amati come hai amato me.
21 Padre, quelli che mi hai dato, voglio che siano anch'essi con me a vedere la gloria che mi hai dato, perché mi hai amato dall'eternità.
22 Padre giusto,
il mondo non ti ha conosciuto,
ma io ti ho conosciuto,
e questi hanno creduto
che tu mi hai mandato.
23 Ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere:
perché l'amore con cui rni hai amato sia in essi, ed io pure in loro (Gv 17).
Meditazione personale
Cristo è morto per « radunare i figli dispersi » in unità. Questo è lo scopo dell'Eucaristia: fare di tutti gli uomini una comunione con Dio e fra loro.
La preghiera di Gesù è per noi un impegno a realizzarla nella nostra vita consacrata, ed è anche la mèta della nostra missione apostolica. Come per i primi cristiani che erano « un cuor solo ed un'anima sola ».
169
Noi ripetiamo al Padre, con Cristo e in Cristo, questa preghiera per affrettarne la realizzazione fra noi, nella Chiesa e nel mondo.
S Preghiamo...
O Signore,
Dio dell'unità e della pace,
concedi a noi
di diventare
un cuor solo e un'anima sola
e di fare dei giovani che ci affidi una vera Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
9 IL CRISTO EUCARISTICO SEGNO E SORGENTE DELLA NOSTRA COMUNIONE
1 Il calice che noi benediciamo è comunione col sangue di Cristo; il pane che noi spezziamo è comunione col corpo di Cristo.
2 Poiché uno solo è il pane, noi che siamo molti
formiamo un solo corpo, partecipando all'unico pane.
3 Come in un solo corpo vi sono molte membra, e queste non adempiono tutte la stessa funzione,
4 così anche noi, benché molti, formiamo un corpo solo in Cristo; e siamo, ciascuno per la sua parte, membra gli uni degli altri.
170
5 Quando c'è un membro che soffre, gli altri soffrono con lui, e se un membro è nella gioia, gli altri gioiscono con lui.
6 II Cristo non può essere diviso, non possiamo tollerare tra noi lo scandalo delle scissioni: ma dobbiamo essere concordi.
7 Se c'è consolazione ín Cristo e conforto nella carità, se c'è comunione nello spirito e tenerezza di compassione, questo è il colmo della gioia.
8 Perciò manteniamoci tutti d'accordo, alimentando lo stesso amore,
perfettamente unanimi
e concordi nel sentire.
(1 Cor 10; Rom 12; 1 Cor 12; FU 2).
Meditazione personale
La comunione fraterna che ci porta a condividere tutto non nasce soltanto da un atto di volontà umana, ma dalla comunione eucaristica. Questa è il segno e la sorgente della unione fra noi e con Dio. Celebrare l'Eucaristia senza l'impegno di costruire con pazienza una vera comunità è un segno vuoto. D'altra parte ogni celebrazione dell'Eucaristia testimonia che la comunione che ricerchiamo non ha la sorgente solo in noi stessi, ma prima di tutto in Cristo.
S Preghiamo...
O Signore,
che ogni giorno ci chiami alla tua mensa,
concedi, ti preghiamo,
che la celebrazione dell'Eucaristia
sia il segno vero
della nostra volontà di comunione
9 la sorgente
d'una unione sempre più profonda fra noi e con te. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
171
1OCD Rtj NS oT OL i EH AA NDcAHTEC) NP0E IR NOI LA SUA VITA
DOBBIAMO DARE LA NOSTRA PER I GIOVANI
1 Questo è il nuovo messaggio che noi abbiamo ascoltato subito fin da principio: amarci gli uni gli altri.
2Noi, amando i fratelli,
sappiamo di essere passati dalla morte alla vita: solo chi ama è vivo.
3Se non amiamo il fratello,
noi Io facciamo morire, e non è in noi la vita eterna.
Se non amiamo, siamo nella morte.
4 Noi abbiamo conosciuto l'amore: Cristo ha dato la vita per noi. Anche noi dobbiamo dare la vita per ogni nostro fratello.
5 Se noi abbiamo dei beni, e vediamo il fratello nel bisogno, e rifiutiamo di avere pietà: come sarà in noi l'amore di Dio?
6 Non amiamo soltanto a parole e solo con la lingua ma con i fatti e in verità: solo così saremo nella verità.
7 Questo è il suo comandamento:
che noi crediamo nel nome
del Figlio suo, Gesù Cristo,
e che ci amiamo gli uni gli altri (1 Gv 3,4).
Meditazione personale
Il Cristo eucaristico è segno e sorgente della nostra dedizione apostolica. La carità pastorale che spinge il Salesiano a sacrificare se stesso perché i giovani abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza si radica nel sacrificio di Cristo.
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Ci può essere un impegno apostolico, non autentico perché fondato su motivazioni puramente umane o sull'affermazione di sé.
Il Salesiano che fa così non ha in sé la vita, come dice Giovanni, e non la comunica ai giovani. Questi cresceranno a tutti i livelli, in proporzione della nostra donazione senza riserve.
Siccome il Salesiano sa che ciò è impossibile all'uomo, ogni giorno va all'Eucaristia per avere la forza di fare quello che ha fatto Gesù: dare la vita per gli altri.
S Preghiamo...
O Signore,
che ogni giorno nell'Eucaristia
ci dai il segno del tuo amore assoluto,
concedi a noi di imparare da te
a dare la nostra vita
perché i nostri giovani
abbiano la vita vera
e l'abbiano in abbondanza.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
ATTO DI FEDE
IN OGNI ISTANTE
NOI RISPONDIAMO « SÌ » A DIO CHE CI CHIAMA
I La fede è fondamento di ciò che speriamo, e prova di ciò che non si vede.
2 Per la fede noi conosciamo che l'universo fu formato dalla Parola di Dio.
3 Così che non da cose visibili è derivato ciò che si vede.
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4 Per la fede, Abele
offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino.
5 Per la fede, Abramo
obbedì alla chiamata divina,
per recarsi in un paese
da ricevere in eredità
e partì senza sapere dove andava.
6 Per la fede, Sara
ricevette la forza di concepire nonostante la sua età avanzata, perché ritenne fedele
colui che aveva promesso.
7 Perciò da una sola persona, ormai prossima a morire, discese una posterità numerosa come le stelle del cielo, come la sabbia del mare.
Per la fede, Abramo, messo alla prova,
non esitò a sacrificare Isacco.
9 E offriva l'unico suo figlio del quale era stato detto:
« In Isacco ti sarà data una discendenza ».
10 Egli era convinto che Dio può anche risuscitare i morti, perciò lo riebbe come figura.
1 Per la fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto dai suoi genitori: essi videro che il bimbo era grazioso e non temettero l'ordine deI re.
I 2 Per la fede, Mosè, fattosi grande, ricusò di imparentarsi col faraone.
13 Preferì essere maltrattato col popolo di Dio,
anziché avere, dal peccato, un temporaneo godimento.
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14 Stimò gli oltraggi del Cristo
ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto: aveva lo sguardo fisso alla ricompensa.
15 Per fede, abbandonò l'Egitto senza temere lo sdegno del re; e perseverò, come se vedesse Dio, l'invisibile (Ebr 11).
Meditazione personale
La fede non è soltanto un'adesione ad una serie di verità, ma soprattutto l'adesione piena di fiducia alla persona di Dio, verità totale ed amore assoluto, che ci interpella. La fede è risposta pronta, obbedienza incondizionata alla chiamata di Dio che sconvolge i nostri piani, disponibilità a lasciare tutto per lui, a sacrificare anche ciò che abbiamo di più caro (Abramo).
Credere è ritenere l'impossibile possibile sulla parola di Dio (Sara e Maria). Credere è rispondere all'appello di Dio che chiama a liberare il popolo schiavo condividendone la sofferenza e lottando per liberarlo (Mosè). Dio durante tutta la storia ha cercato dei collaboratori al suo piano di salvezza. Ha chiamato anche noi. Abbiamo risposto di sì. La nostra vita consacrata o è un atto di fede oppure è un non senso. Meditando sulla storia della fede dei nostri padri, preghiamo perché possiamo rimanere fedeli a Dio fino alla fine.
S Preghiamo...
O Dio,
infinitamente fedele e misericordioso,
per mezzo dei nostri padri, nella fede,
hai iniziato il tuo disegno di salvezza
che hai compiuto in Cristo.
Concedi a noi
il dono di una fede operosa
che ci inserisca come collaboratori
nel tuo disegno di salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
1 Amen.
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ATTO DI SPERANZA L'ATTESA DI CIELI NUOVI E MONDI NUOVI
MOLTIPLICA IL NOSTRO IMPEGNO PER FARE TUTTO NUOVO
1La nostra tribolazione,
momentanea e di lieve peso, ci procura immensurabile peso di gloria eterna:
2 noi non miriamo alle cose visibili, ma alle invisibili.
3 Le cose invisibili sono eterne le cose visibili sono effimere.
4 Noi sappiamo:
se Ia nostra dimora terrena, la tenda del nostro corpo, viene distrutta,
abbiamo nei cieli una casa:
5 essa è opera di Dio, abitazione eterna
non costruita da mano d'uomo.
6 Perciò noi ora gemiamo nella tenda del corpo, desiderosi di rivestirci della nostra dimora celeste.
7 Dio ci ha fatti per questo
e ci ha dato il pegno dello Spirito.
8 Facciamoci sempre coraggio, sapendo che siamo esuli,
lontani dal Signore,
mentre dimoriamo in questo corpo:
9 ora camminiamo nella fede e non nella visione.
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10 Pieni di tale fiducia,
preferiamo lasciare questo corpo per andare ad abitare presso il Signore.
I I Sforziamoci di essere degni del suo amore sia che rimaniamo in questo corpo, sia che dobbiamo uscirne.
12 Tutti compariremo
davanti al tribunale di Cristo,
per ricevere la ricompensa
di ciò che avremo fatto
di bene o di male (2 Cor 4 e 5).
Meditazione personale
Cristo è la nostra speranza.
La nostra speranza è una persona.
Lo sguardo fisso su di lui ci aiuterà a dare alle cose e agli avvenimenti la giusta proporzione.
Così le speranze terrene non estingueranno la speranza teologale. 11 nostro padre, don Bosco, ha unito in se medesimo il desiderio appassionato e l'attesa del paradiso, per essere sempre col Signore, ad un intensissimo lavoro sociale ed apostolico in questo mondo.
In lui era proprio la speranza teologale la sorgente del suo impegno nella società e nella Chiesa. Preghiamo perché sia così anche per noi.
S Preghiamo...
O Dio della speranza,
ricolmaci di ogni gioia e pace nella fede,
affinché la nostra speranza
addirittura trabocchi
per virtù dello Spirito Santo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
177
Meditazione personale
Dio è amore. Dio ha l'iniziativa. È lui che ci ama per primo, nonostante il nostro rifiuto. Il suo amore per noi è grazia.
È perché siamo amati così da Dio, che noi possiamo amare i fratelli. L'amore che riceviamo, lo comunichiamo. Ciò che ci rende fratelli è l'amore di Dio Padre che cí avvolge. Noi amiamo Dio amando i fratelli. Lo amiamo, lo conosciamo, lo riveliamo: solo una comunità d'amore è rivelazione del Dio amore.
Dio non si trova al termine di una pura ricerca intellettuale, ma in fondo ad un impegno di amore.
S Preghiamo...
O Signore,
che ci hai amati per primo
quando eravamo peccatori,
concedi a noi
di amare i confratelli e i giovani
perché tu li ami
e come tu li ami.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
179
13 ATTO DI CARITÀ NOI COMUNICHIAMO Al FRATELLI L'AMORE COL QUALE DIO CI AMA
1 Amiamoci perché l'amore è da Dio; e chi ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
2 L'immenso amore del Padre così si è manifestato:
mandò l'unigenito nel mondo, perché vivessimo per mezzo di lui.
3 In questo sta l'amore: non noi amammo Dio
ma egli amò noi e mandò il Figlio
ad espiare i nostri peccati.
Se così Dio amò noi,
noi pure dobbiamo amarci l'un l'altro.
4 Dio nessuno l'ha visto: se ci amiamo, Dio abita in noi; e in noi il suo amore è giunto alla perfezione.
5 Noi abbiamo la certezza
che abitiamo in Dio
e che Dio abita in noi,
perché ci ha donato il suo Spirito.
6 Noi abbiamo conosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi: Dio è amore e chi rimane nell'amore rimane in Dio e Dio in lui.
7 Noi possiamo amare Dio,
perché lui per primo ci ha amati. E questo è il suo comandamento: chi ama Dio, ami anche il fratello.
8 Se uno dice: io amo Dio
e non ama il fratello, è un bugiardo.
Chi non ama il fratello che vede
non può amare Dio che non vede (1 Gv 4).
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INVOCAZIONI A CRISTO
Eccomi, o mio amato e buon Gesù
Eccomi, o mio amato e buon Gesù,
che alla santissima tua presenza prostrato,
ti prego col fervore più vivo
a stampare nel mio cuore sentimenti di fede,
di speranza, di carità,
di dolore dei miei peccati
e di proponimento di non più offenderti,
mentre io con tutto l'amore
e con tutta la compassione
vado considerando le tue cinque piaghe,
meditando ciò che disse di te, o Gesù mio,
il santo profeta Davide:
« Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi,
hanno contato tutte Ie mie ossa ».
Anima di Cristo, santificami
Anima di Cristo, santificami.
Corpo di Cristo, salvami.
Sangue di Cristo, inebriami.
Acqua del costato di Cristo, lavami.
Passione di Cristo, confortami.
O buon Gesù, ascoltami.
Nascondimi dentro le tue piaghe.
Non permettere che io mi separi da te.
Difendimi dal nemico maligno.
Nell'ora della mia morte chiamami.
E fa' che io venga a te
per lodarti con i tuoi Santi
nei secoli dei secoli. Amen.
180
MORIAMO
CON CRISTO
AL PECCATO
PERON RISORGERE
C LUI
ALL'AMORE
La comunità salesiana deve essere in atteggiamento di continua conversione a causa delle naturali debolezze dei suoi membri. Ricostruisce perciò quotidianamente la comunione fraterna con la vigilanza, la correzione, il pentimento ed anche con l'espiazione generosa che « completa quel che manca alle sofferenze di Cristo ».
Questa volontà di purificazione si attua soprattutto nel sacramento della penitenza, preparato dall'esame di coscienza quotidiano (Cost 62).
182
MORIAMO CON CRISTO AL PECCATO
PER RISORGERE CON LUI ALL'AMORE
Conversione e perdono
« Se diciamo di non avere peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi » (1 Gv 1,8).
La nostra comunione con Dio e con i fratelli quaggiù non è un felice possesso perché è continuamente insidiata dal peccato.
Questo è sempre rottura o affievolimento della comunione col Signore e col prossimo.
Dobbiamo riconoscere che la radice ultima delle inquietudini e dei disagi che molte volte proviamo in comunità è il peccato, l'egoismo, la mancanza di fede, di speranza, di amore.
Una comunità di amore quaggiù è sempre una comunità di conversione e di riconciliazione con Dio e con i fratelli.
Ma se siamo capaci di peccato, non siamo però capaci da soli di conversione. Abbiamo bisogno che Dio operi in noi la conversione e il perdono.
Quello che possiamo fare è aprirci ed accogliere l'amore misericordioso di Dio, che ci è donato nel sacramento della penitenza.
Questo sacramento, ben ricevuto, rinnova il Salesiano nell'intimo, gli dà un cuore nuovo ed uno spirito nuovo capace di amare, lo apre alla comunione con Dio, lo spinge a donarsi ai fratelli e ai giovani nella concretezza della vita.
È perciò la vera sorgente del rinnovamento delle persone e della comunità.
Per noi Salesiani è anche un atto di fedeltà allo spirito del nostro Fondatore, che fece del sacramento della penitenza uno dei perni dell'educazione cristiana dei giovani e della sua spiritualità.
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Contenuto della sezione
1. Quattro celebrazioni penitenziali comunitarie. Con esse sottolineiamo l'aspetto comunitario e l'essenzialità della Parola di Dio per la conversione. Possono essere collegate al sacramento della penitenza oppure utilizzate come celebrazioni di conversione.
2. Il discorso della montagna.
In esso Matteo ha raccolto le linee essenziali e le novità dell'insegnamento morale di Gesù. t la nuova legge dei cristiano.
L un testo così fondamentale che ogni cristiano, e specialmente il religioso, deve continuamente confrontarsi con esso.
3. Le tracce di riflessione in vista della conversione. Le scelte fondamentali non si vivono in se stesse, in astratto, ma dentro situazioni ed azioni concrete. Noi viviamo il cristianesimo nella forma specifica della vita religiosa.
Perciò come dobbiamo verificare continuamente i nostri orientamenti di fondo, così dobbiamo anche vedere come questi si incarnano e si specificano nelle nostre azioni concrete di religiosi, apostoli dei giovani.
4. Una breve presentazione del significato della revisione di vita.
Utilizzazione
Le celebrazioni penitenziali sono particolarmente indicate per i ritiri più lunghi e per gli esercizi spirituali. Sono dei modelli. Le varie comunità potranno crearne altri più immediati ed aderenti alla loro situazione.
Nei ritiri normali si può scegliere anche una sola parte di una celebrazione.
Quando manca il saluto del celebrante e c'è solo l'indicazione, prima della monizione iniziale se ne faccia uno libero o prendendolo dal rito della Messa.
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CELEBRAZIONI PENITENZIALI
Momenti essenziali di una celebrazione penitenziale La presa di coscienza del nostro peccato, la nostra volontà di purificazione, il desiderio di ritorno a Dio e di riconciliazione con i fratelli, che Dio stesso ha posto nel nostro cuore, fanno sì che ci apriamo all'azione di Dio nel sacramento della penitenza.
Questo sacramento è sempre un atto personale e insieme comunitario. I due aspetti non vanno mai dimenticati quando ci si accosta al sacramento sia in modo privato, sia durante una celebrazione penitenziale.
Come la messa, anche la celebrazione della penitenza comprende due momenti: la liturgia della parola e la liturgia del sacramento.
1. Il primo atto della comunità è aprire con assoluta docilità il proprio animo per ascoltare il Padre che parla ai suoi figli.
La Parola di Dio è l'elemento essenziale nella conversione, ne è il fattore energetico: essa ne è l'inizio e la compie per mezzo dello Spirito. t già nel suo annuncio, accolto nella fede, che avviene la conversione.
2. I figli di Dio e i fratelli che alla luce della sua parola si sono scoperti peccatori, rispondono al Padre manifestandogli la riconoscenza per il suo amore senza limiti, il proprio pentimento, il desiderio di essere perdonati e di perdonare i fratelli, e di accogliere il loro perdono.
3. Il Padre ci accoglie personalmente e manda a noi il suo Spirito, dono di Cristo vincitore della morte e del peccato, e con la sua parola efficace, creatrice, dona ai suoi figli pentiti un cuore e uno spirito nuovo.
4. La gioia del perdoné ricevuto da Dio e dai fratelli si fa eucaristia, ringraziamento che raggiungerà la sua pienezza nella cena del Signore, banchetto gioioso dei figli perdonati.
Questa sequenza di atti e di momenti è conveniente sia osservata nella preparazione al sacramento della penitenza quando ci si accosta ad esso privatamente, e quando si costruiscono celebrazioni penitenziali.
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l IL PADRE CI INVITA ALLA CONVERSIONE i RITORNIAMO A LUI
Ricevere con frequenza il sacramento della Penitenza, secondo le indicazioni della Chiesa, mentre ci unisce più intimamente a Dio, accresce la fraternità e purifica le nostre intenzioni apostoliche (Cost 62) .
1. RITI DI INTRODUZIONE CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
S Grazia e pace a voi, da parte di Dio nostro Padre e del Signore Gesù Cristo, il quale si sacrificò per i nostri peccati, per strapparci a ciò che c'è di male nel mondo presente, secondo la volontà di Dio,
Padre nostro, a cui sia gloria per tutti i secoli.
T Amen.
S Preghiamo...
O Dio,
che manifesti il tuo amore onnipotente soprattutto nel sacramento del perdono: manda a noi il tuo Spirito di verità,
perché possiamo riconoscere i nostri peccati, e così, perdonati e con cuore nuovo,
sappiamo perdonare i nostri fratelli. Riconciliati fra noi e con te
ti glorificheremo con un sol cuore ed una voce sola, attorno alla tua mensa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO PRIMA LETTURA
Il Padre ci invita alla conversione.
Dal profeta Isaia:-
Lavatevi, purificatevi,
togliete il male dalle vostre azioni,
186
dalla mia vista
cessate di fare il male.
Imparate a fare il bene;
ricercate la giustizia,
soccorrete l'oppresso,
rendete giustizia all'orfano,
difendete la causa della vedova.
« Su, venite e discutiamo »
dice il Signore.
Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,
diventeranno bianchi come neve.
Se fossero rossi come porpora,
diventeranno come lana (li 1,16-18).
RESPONSORIO
Il Padre ci manifesta la sua volontà di perdono.
G Spargerò su di voi acque pure
e sarete mondati da ogni vostro peccato.
Vi purificherò da tutti i vostri idoli,
vi darò un cuore nuovo ed uno spirito nuovo
(Ez 36,25-26a).
T Come è grande il tuo amore per noi, o Signore!
G Toglierò dal vostro corpo il cuore di sasso
e vi darò un cuore di carne.
Porrò in voi il mio Spirito
e farò sì che seguiate la mia parola
e la mettiate in pratica (Ez 36,26-27).
T Come è grande il tuo amore per noi, o Signore!
SECONDA LETTURA
Confrontiamo la nostra vita con la parola di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini:
Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile.
187
Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istrui-
ti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli tini degli altri. Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione.
Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro — che è roba da idolàtri avrà parte al regno di Cristo e di Dio.
Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira di Dio sopra coloro che gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel
188 Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. Per questo sta scritto: « Svégliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà ».
Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. Non siate perciò inconsiderati, ma sappiate comprendere la volontà di Dio. E non ubriacatevi di vino, il quale porta alla sfrenatezza, ma siate ricolmi dello Spirito, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore, rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo (E/ 4,17-32; 5,1-20).
SALMO DI MEDITAZIONE
Manifestiamo al Padre il desiderio di essere perdonati.
Rit. Spero nel Signore e aspetto sulla sua parola.
l Dal profondo grido a te, o Signore: ascolta la mia voce!
Le tue orecchie siano attente alla voce della mia preghiera.
2 Se tu guardi le colpe, o Signore, chi resisterà?
Ma presso di te è il perdono perché tu sia temuto.
3 Spero nel Signore, spera l'anima mia, e aspetto sulla sua parola.
189
L'anima mia aspetta il Signore, più che le sentinelle il mattino.
4 Sì, presso il Signore è l'amore, e grande è il riscatto: egli riscatta Israele da tutte le sue colpe.
5Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo: a chi era, è, e sarà
nei secoli il Signore (Sal 129).
TERZA LETTURA
11 Padre in Cristo ci dona il suo perdono. Dal vangelo secondo Luca:
Un giorno Gesù disse: « Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano
i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre Io vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al
190
dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: t tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. 11 padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato iI vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato » (Lc 15,11-32).
SALMO DI MEDITAZIONE
Invochiamo il perdono del Padre.
Rit. Purificami, o Signore: sarò più bianco della neve.
1 Pietà di me, o Dio, nel tuo amore: nel tuo affetto cancella il mio peccato e lavami da ogni mia colpa, purificami da ogni mio errore.
2 II mio peccato, io Io riconosco;
il mio errore mi è sempre dinanzi:
contro te, contro te solo ho peccato;
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.
3 Ecco ti piace verità nell'intimo, e nel profondo mi insegni sapienza. Se mi purifichi con issopo, sono limpido; se mi lavi, sono più bianco della neve.
191
4 Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito fermo;
non cacciarmi lontano dal tuo volto,
non mí togliere il tuo spirito di santità (Sal 50).
[omelia]
3. CONFESSIONE
S Coscienti della nostra ingratitudine, confessiamo a Dio i nostri peccati, domandandogli la grazia di restargli fedeli per sempre.
T Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli,
che ho molto peccato
in pensieri, parole, opere e omissioni,
per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa.
E supplico la beata sempre vergine Maria,
gli angeli, i santi e voi, fratelli,
di pregare per me il Signore Dio nostro.
S Dio onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni
i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.
T Amen.
S II Signore onnipotente e misericordioso vi conceda l'indulgenza, l'assoluzione e il perdono dei vostri peccati.
T Amen.
S Il Signore sia nel vostro cuore e nelle vostre parole perché sappiate ben confessare i vostri peccati, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
Ora ognuno può accedere presso i sacerdoti per la confessione dei propri peccati.
Durante questo tempo ognuno accompagna i fratelli con la preghiera. Se questa celebrazione è usata come incontro di conversione, a questo punto si lascia un momento di silenzio e preghiera personale per continuare poi col rendimento di grazie.
192 4. RENDIMENTO DI GRAZIE
Rendiamo grazie al Signore per il perdono che ci ha donato.
S Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
S In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
S Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
T È cosa buona e giusta.
S È veramente cosa buona e giusta,
e fonte di salvezza,
rendere grazie a te,
Padre santo, Dio onnipotente e misericordioso. Nella pienezza dei tempi hai inviato Gesù, tuo eterno figlio, che compì la sua missione
secondo un amore più grande delle nostre attese,
e diede inizio alla nuova creazione
risorgendo dalla morte.
Alla Chiesa peregrinante nel tempo
hai affidato il segno del tuo perdono
perché ognuno di noi,
incontrandosi nella morte di Gesù,
risorgesse in lui a nuova vita.
Così ogni epoca della nostra storia
e ogni momento della nostra vita
reca il sigillo del tuo perdono e del tuo amore.
Perciò, o Padre, noi ti preghiamo:
ammetti questi tuoi figli,
che hai rigenerato nel sacramento,
alla Cena del Signore,
banchetto dei figli perdonati.
Nutriti del Corpo e del Sangue del tuo Figlio
possano giungere, un giorno,
al banchetto nella patria celeste.
Ed ora nell'attesa del tuo Regno,
figli rinnovati nell'amore del Padre,
con le parole del tuo Figlio Gesù
ti preghiamo:
T Padre nostro...
CANTO FINALE
193
ri CRISTO,
L L'UOMO PER GLI ALTRI E PER DIO
È LA REGOLA VIVENTE DELLA NOSTRA VITA
Dio ci chiama a vivere in comunità, affidandoci dei fratelli da amare. Uniti dal vincolo della carità fraterna e dai voti semplici, formiamo un cuore solo ed un'anima sola per amare e servire Dio e per aiutarci gli uni gli altri.
La vita religiosa favorisce grandemente questa comunione: la castità ci rende disponibili per amarci come fratelli nello Spirito; la povertà ci'collega in un reciproco dare e ricevere; l'obbedienza ci anima insieme nella ricerca e nella realizzazione della volontà di Dio.
A sua volta la vita comune ci aiuta ad essere fedeli alla nostra professione religiosa (Cost 51).
1. RITI DI INTRODUZIONE
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
S Fratelli, accogliete la Parola, non come parola umana, ma quale è in realtà, come Parola di Dio, che esercita la, sua potenza in coloro che « credono ». Fatevi esecutori della Parola e non soltanto uditori che imbrogliano se stessi (1 Tess 2,13; Giac 1,22).
S Preghiamo...
O Signore, concedi a noi di lasciarci giudicare
dalla luce penetrante della tua Parola,
perché si faccia in noi la verità
e la tua Parola sia viva ed operante in noi
in tutta la sua ricchezza.-
Per Cristo nostro Signore.
T Amen. 194
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
G Noi realizziamo noi stessi, « ci salviamo » come uomini, come cristiani e religiosi soltanto se viviamo in comunione con Dio e col prossimo.
Cristo, l'uomo per Dio e per gli altri, è il nostro modello.
A) Gesù vive in comunione col Padre PRIMA LETTURA
Per vivere in comunione col Padre, è necessario fare la sua volontà: dare la vita per i fratelli.
Dal vangelo secondo Giovanni:
« Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma Io risusciti nell'ultimo giorno. Questa è infatti la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno » (Gv 6,37-39).
Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio » (Gv 10,17-18).
« Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che lo Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite » (Gv 8,27-29).
Meditazione personale
Mi impegno a ricercare e a fare la volontà del Padre per essere in comunione con lui? In ogni circostanza ho il « criterio » per sapere se sono e se faccio la sua volontà: sacrificarsi per gli altri? Ho coscienza di es-
195
sere « mandato dal Padre » e mandato per questo? Mi lascio « innalzare » come Cristo? Solo quando « ci avranno levato in alto » potremo essere conosciuti come cristiani.
SECONDA LETTURA
Per vivere in comunione col Padre, è necessario essere in comunione di pensiero con Lui.
Dai vangelo secondo Giovanni:
Gesù disse: « La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Chi vuoi fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia » (Gv 7,16-18).
« Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me, e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato » (Gv 7,28-29).
Meditazione personale
Cerco di conoscere il Padre « ascoltandolo »? Il luogo privilegiato in cui egli ci manifesta il suo pensiero è la Bibbia. La medito « continuamente »? (DV 25).
La « dottrina » che annunciamo è nostra oppure del Padre che ci ha mandati? Predichiamo « noi stessi » oppure Cristo? Noi siamo come degli interpreti: « dobbiamo parlare ascoltando ». Siamo in comunicazione continua con Dio, per « tradurre » la sua parola ai giovani? Oppure l'abbiamo interrotta e cerchiamo la nostra gloria?
TERZA LETTURA
Per vivere in comunione col Padre è necessario dare « tempo » sufficiente al dialogo con lui nella preghiera.
Dal vangelo secondo Marco:
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riu-
196 nita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demoni; ma non permetteva ai demoni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando era ancora buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava (Mc 1, 32-35).
Meditazione personale
Dedico tempo per restare solo col Padre? Coltivo oltre la preghiera liturgica la preghiera personale? Come uso il tempo libero, poco o molto che sia? Solo per la distensione? Forse il tempo che dedichiamo a spettacoli insignificanti non sarebbe meglio dedicarlo qualche volta a stare col Padre come Gesù?
B) Gesù vive in comunione con gli uomini PRIMA LETTURA
Gesù si pone completamente a servizio dell'uomo per l'annuncio del Regno e la sua liberazione.
Dal vangelo secondo Marco:
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: « Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo » (Mc 1,14-15).
Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi (Mc 1,21-22).
Meditazione personale
Sono « attento » alle persone dei giovani e dei confratelli per « vederne » le esigenze? Sono disponibile al servizio disinteressato? Ho la coscienza di dover evangelizzare? Mi preparo con impegno alla predicazione? Accetto volentieri quando sono richiesto? Mi tengo aggiornato per rendere « accessibile » e « credibile » il messaggio agli uomini d'oggi?
Cerco di vivere quello che predico?
197
Gesù ci libera dal peccato perché diventiamo anche noi liberatori. La mia presenza in mezzo ai giovani è « liberatrice »?
SECONDA LETTURA
Gesù si « identifica » con i fratelli; egli ritiene come fatto a sé quello che si fa al prossimo.
Dal vangelo secondo Matteo:
Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà Ioro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me (Mt 25,37-40).
Meditazione personale
Sento quello che capita ai miei confratelli e giovani come se fosse capitato a me?
Ho una forte capacità di « partecipazione e di identificazione? Oppure mi isolo? ». Vedo ed accolgo il Signore nei confratelli e nei giovani?
TERZA LETTURA
Gesù vive in un profondo rapporto di amicizia con i suoi discepoli.
Dal vangelo secondo Giovanni:
Non vi chiamo più servi perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga (Gv 15,15-16).
Meditazione personale-
Mi impegno per realizzare fra i confratelli e fra i giovani un vero clima di amicizia, di apertura, di fiducia
198 reciproca, una amicizia che abbia come centro comune Gesù?
Cerco di imitare Gesù nel mio rapporto educativo? La sua pazienza con i discepoli?
La sua fermezza nel dire la verità?
[omelia]
3. RENDIMENTO DI GRAZIE E CONFESSIONE
S I1 Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
S In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
S Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
T E cosa buona e giusta.
S E veramente giusto renderti grazie,
Padre della misericordia:
tu non hai voluto salvarci e santificarci
individualmente e senza alcun legame tra noi,
ma hai voluto che la salvezza e la santificazione
si realizzassero nella comunione degli uomini
con te e fra loro.
In Cristo tuo figlio hai attuato la salvezza:
lui, figlio tuo e fratello nostro,
visse in perfetta comunione
con te e con gli uomini.
In lui ti possiamo conoscere
perché, trattandoci da amici,
ci hai rivelato i segreti inaccessibili della vita divina.
In lui siamo chiamati all'amore fraterno
fino a formare una cosa sola.
E poiché qui in terra
continuamente pecchiamo
contro il tuo disegno di amore,
in lui di nuovo operi la nostra riconciliazione
nel sacramento del perdono.
Per questo con cuore pentito ma pieno di fiducia
diciamo:
T Confesso a Dio onnipotente...
199
S Il Signore sia nel vostro cuore e sulle vostre labbra perché sappiate ben confessare i vostri peccati. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
S Stendi su di noi la tua misericordia, o Signore, affinché per mezzo della nostra mano sia diffusa in essi la grazia dello Spirito Santo.
E Dio Onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.
T Amen.
CANTO (Sal_ 50)
A questo punto i confratelli si accostano personalmente al sacramento della penitenza.
Finite le confessioni si conclude:
S La forza viva della Parola di Dio ci ha chiamati a penitenza; per l'opera della Chiesa abbiamo ricevuto nel sacramento il suo perdono. Ci proponiamo ora di manifestare davanti a Dio e alla Chiesa la sincerità della nostra conversione con...
Il sacerdote indica la penitenza.
S Preghiamo ora il Padre di farci rimanere nel suo amore per portare frutti nella Chiesa.
G O Padre, oggi ci hai fatto trovare nella tua Chiesa la ricchezza del tuo perdono.
T Fortificaci perché anche noi sappiamo perdonare i nostri fratelli.
S Tu ci hai accolti con pazienza ed amore.
T Donaci un cuore grande come il tuo per accogliere ogni nostro fratello.
S Tu ci ami con un amore fedele.
T Donaci il tuo Spirito
perché possiamo camminare nella fedeltà.
S Ora che siamo nella casa del Padre rivolgiamo a lui la nostra parola con una sola voce, quella del Figlio suo:
T Padre nostro...
CANTO FINALE 200
di FACCIAMO DELLA NOSTRA COMUNITÀ d UNA COMUNIONE DI PERSONE
La comunità accoglie il confratello con cuore aperto, lo accetta com'è, ne favorisce la maturazione. Gli offre la possibilità di esplicare le sue doti di natura e di grazia; gli assicura le ore di preghiera, di lavoro, di silenzio. Provvede a ciò che gli occorre e lo sostiene nei momenti di difficoltà, di fatica, di malattia.
Da parte sua il confratello si sente impegnato a costruire la comunità in cui vive. Ringrazia Dio di essere circondato da confratelli che lo incoraggiano e lo aiutano. Corregge quanto scopre in sé di anticomunitario e dà il suo personale contributo di fede e di amore in una famiglia alla quale don Bosco era solito promettere « pane, lavoro e paradiso » (Cost 52).
1. RITI DI INTRODUZIONE
CANTO DI MIMO
SALUTO DEL CELEBRANTE
S Fratelli carissimi, la nostra comunità è, come la Chiesa, umana e divina. Oggi alla luce della Parola di Dio vogliamo meditare sui requisiti umani della nostra vita comunitaria, perché regni fra noi « un clima di affetto reale, un'amicizia veramente fraterna fatta di calore umano e di delicatezza soprannaturale » e confrontare la nostra vita con la Parola di Dio.
S Preghiamo...
O Dio,
« viva è la tua parola ed efficace,
più tagliente di una spada a doppio taglio,
penetrante fino alla divisione
dell'anima e dello spirito,
capace di discernere i sentimenti e i pensieri
del cuore »:
concedi a noi
201
di lasciarci penetrare e giudicare da essa, e così « purificheremo le nostre anime nell'obbedienza alla verità, per un amore fraterno, senza finzioni ». Per Cristo nostro Signore (Ebr 4,12; 1 Pt 1,22).
T Amen.
•
2. ASCOLTO DELLA PAROLA PRIMA LETTURA
Presentiamo due possibilità di scelta.
La prima (A) è una serie di versetti tratti dalle lettere degli apostoli. Dopo la lettura ad alta voce di un versetto si farà qualche istante di silenzio in cui ognuno fa l'esame di coscienza. La preghiera che segue è data come spunto per la preghiera personale. Non è necessario che sia recitata coralmente.
La seconda (B) è un brano tratto dalla introduzione di don Bosco alle Regole.
Al Dalle Lettere degli Apostoli
Essere giusti
Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto (Rom 13,7).
O Signore, aiutaci a vivere
tutti i nostri rapporti con i confratelli e i giovani animati da un profondo senso
di giustizia e di onestà.
Essere liberi
Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri (Gal 5,13).
O Signore,
la nostra libertà
sia quella dei figli di Dio,
che è sempre unita a un vivo senso di responsabilità,
di rispetto e di amore verso gli altri,
e non è mai ricerca egoistica di sé.
202 Accettare l'autorità
Non c'è autorità se non da Dio... Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza (Rom 13,1-5).
O Signore, concedi a noi
di non vedere nell'autorità un limite,
ma un aiuto,
di obbedire senza servilismo,
ma con fede, intelligenza e responsabilità.
Collaborare
Ciascuno viva secondo Ia grazia ricevuta mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio (1 Pt 4,10).
O Signore,
i talenti che ci hai dato
non sono un privilegio per noi,
ma devono diventare un servizio per gli altri.
Donaci, tì preghiamo,
una forte capacità di collaborare
e un vivo senso della corresponsabilità.
Stimare
Amatevi a vicenda di amore fraterno, ritenete gli altri più degni di onore (Rom 12,10).
O Signore, concedi a noi
quello sguardo buono
che sa vedere in ogni fratello
soprattutto il bene,
ciò che unisce e non ciò che divide.
Condividere
Siate lieti con chi è nella gioia, tristi con chi piange (Rom 12,15).
O Signore, concedi a noi
di essere davvero capaci
di vivere insieme,
di saper condividere,
di capire che non è possibile
essere felici da soli.
203
Abbassarsi
Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; uon aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili (Rom 12,16).
O Signore,
dacci il coraggio di amare
nelle piccole occasioni quotidiane,
nelle cose da poco,
perché forse le grandi
non verranno mai.
Accettare
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio (Rom 15,7).
O Signore,
aiutaci ad accettare gli altri
così come sono,
a non pretendere che siano essi a cambiare,
ma piuttosto che cerchiamo
di cambiare noi per primi.
Essere sensibile ai bisogni altrui
Siate solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità (Rom 12,13).
O Signore, ti preghiamo:
almeno qualche volta il bisogno degli altri sia più pungente alla nostra carne che il nostro stesso bisogno.
Non cercare il proprio interesse
Non guardate al vostro interesse personale, ma piuttosto pensi ciascuno a quello degli altri (Fil 2,4).
O Signore,
facci conoscere la gioia
di vedere contento chi ci è vicino,
perché gli abbiamo ceduto
il posto più comodo,
la parte più ambita.
204 Perdonare
Rivestitevi di tenera compassione, di bontà, sopportandovi e perdonandovi l'un l'altro (Col 3,12).
O Signore,
donaci un cuore grande
che sa dimenticare le offese ricevute,
riconoscere i propri torti
e prendere per primo l'iniziativa
nel chiedere perdono.
Amare per primi
In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1 Gv 4,10).
O Signore,
ti ringraziamo di averci amato
quando eravamo peccatori;
concedi a noi di saper amare per primi,
di abbattere per primi
i muri della diffidenza e del risentimento.
Amare tutti
Il Signore vi conceda la pienezza della carità scambievole e verso tutti... (1 Tess 3,12).
O Signore, non permettere mai
che confondiamo l'amore teologale
con le sue contraffazioni,
in modo speciale con quella forma di egoismo
a cui condanniamo noi stessi
quando ammettiamo in noi
amori privilegiati.
Esser sinceri e disinteressati
La carità non abbia finzioni, fuggite con orrore il male, attaccatevi al bene (Rom 12,9).
O Signore,
fa' che i nostri rapporti col prossimo siano sempre improntati a sincerità,
205
e che non facciamo del bene prefiggendoci un tornaconto e aspettando iI contraccambio.
Aiutare
Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo (Gal 6,2).
O Signore, soltanto con la tua grazia
riusciremo a portare i pesi dei nostri fratelli, a colmare la loro solitudine e ad accettare il loro aiuto.
Rendere bene per male
Benedite chi vi perseguita, benedite invece di maledire; non lasciatevi vincere dal male, ma trionfate col bene sul male (Rom 12,14.21).
O Signore, donaci la forza di amare
quelli che non ci amano
o che ci fanno soffrire
e così saremo degni figli del Padre celeste
che fa' sorgere iI suo sole sui buoni e sui cattivi.
Correggere e accettare le correzioni
Qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete Io Spirito correggetelo con dolcezza (Gal 6,1).
O Signore, concedi a noi
il coraggio e la dolcezza necessari alla reciproca correzione fraterna.
Essere sorgente d'unità e di pace
Conservate l'unità dello spirito nel vincolo della pace: siete un corpo solo e uno spirito solo (Ef 4,3-4).
O Signore, infondi in noi il tuo amore, così faremo una cosa sola tra noi e con te, e saremo immagini viventi della Trinità. (Continua a pag. 210).
206
B) Dagli scritti di San Giovanni Bosco
Il testo di don Bosco lo abbiamo suddiviso in parti con un titolo ognuna. Il lettore dopo ogni brano farà una breve pausa di silenzio. Anche se il linguaggio risente del tempo, la parola di don Bosco è perennemente attuale e piena di sapienza pratica.
Senza l'amore del prossimo, l'amore di Dio è un'illusione
Non si può amare Dio senza amare il prossimo. Lo stesso precetto, che c'impone l'amore verso Dio, c'impone anche l'amore verso il nostro simile. Leggiamo infatti nella prima lettera di san Giovanni Evangelista queste parole: Questo comandamento ci è stato dato da Dio, che chi ama Dio, amí anche il proprio fratello. E nel luogo stesso il medesimo Apostolo ci avverte esser bugiardo chi dice d'amar Dio e poi odia suo fratello: Se uno dirà: Io amo Dio, e odierà suo fratello, egli è un bugiardo.
La gioia di vivere insieme ha un prezzo: pago la mia parte?
Quando in una Comunità regna questo amor fraterno, e tutti i soci si amano vicendevolmente, ed ognun gode del bene dell'altro, come se fosse un bene proprio, allora quella Casa diventa un Paradiso, e si prova la giustezza di queste parole del profeta Davide: Oh quanto buona, e dolce cosa ella è che i fratelli siano insieme uniti. Ma appena vi domini l'amor proprio e vi siano rotture o dissapori tra soci, quella casa diventa presto come l'inferno. Molto si compiace il Signore di veder abitare nella sua Casa i fratelli in unum, cioè uniti in una sola volontà di servire a Dio e di aiutarsi con carità gli uni gli altri. Questa è la lode che dà san Luca agli antichi cristiani, cioè che tutti s'amavano così da sembrare che avessero un solo cuore ed un'anima sola.
Le mie parole nella Comunità sono per la comunione o per la divisione?
La cosa che molto nuoce nelle Comunità religiose è la mormorazione, direttamente contraria alla carità. Il sus-
207
surrone imbratterà l'anima sua e sarà odiato da Dio e dagli uomini. Al contrario come edifica un religioso, che dice bene del suo prossimo, e a suo tempo sa scusarne i difetti! Procurate voi pertanto di schivare ogni parola che sa di mormorazione, specialmente verso i vostri compagni e più ancora verso i vostri Superiori. È anche mormorazione e peggio l'interpretar male le azioni virtuose, o dirle fatte con mala intenzione.
Sono un uomo di pace o seminatore di discordia?
Guardatevi ancora dal riferire al compagno quello che altri di male ha detto di lui, poiché alle volte ne nascono disturbi e rancori tali che durano per mesi ed anni. Oh che conto hanno da rendere a Dio i mormoratori nelle Comunità! Chi semina discordie viene in odio ed abbominazione a Dio. Se voi udite cosa contro qualche persona, praticate ciò che dice lo Spirito Santo: Hai udita una parola contro del prossimo tuo? Lasciala morire in te.
Guardatevi dal pungere qualche fratello, ancorché lo facciate per burla. Burle che dispiacciono al prossimo, o lo offendono, sono contrarie alla carità. Piacerebbe a voi l'essere derisi e posti in canzone avanti agli altri, come voí ponete quel vostro fratello?
Procurate anche di fuggire le contese. Alle volte per bagatelle da niente sorgono certi contrasti, dai quali poi si passa a diverbi e ad ingiurie, che rompono l'unione ed offendono la carità in modo altamente deplorabile.
Amare il fratello è accettarlo incondizionatamente
Di più, se amate la carità, procurate di essere affabili e mansueti con ogni genere di persone. La mansuetudine è virtù molto diletta da Gesù Cristo: Imparate da me, Egli disse, che sono mansueto. Nel parlare e nel trattare usate dolcezza non solo coi Superiori, ma con tutti, e massimamente con coloro che per il passato vi hanno offeso, o che al presente vi mirano di mal occhio. La carità sopporta tuttò; ond'è che non avrà mai vera carità chi non vuole tollerare i difetti altrui. Su questa terra non v'è uomo, per virtuoso che sia, il
208 quale non abbia i suoi difetti. Se egli adunque vuole che gli altri sopportino i suoi, cominci a sopportare quelli degli altri, e così adempia la legge di Gesù Cristo, come scrive San Paolo: Portate gli uni i pesi degli altri, e così adempirete la legge di Cristo.
L'amore è paziente
Veniamo alla pratica. Anzitutto frenate l'ira, tanto facile ad accendersi in certe occasioni di contrasto; e guardatevi dal dir parole spiacenti, e più dall'usare modi alteri ed aspri, poiché alle volte più dispiacciono i modi rozzi, che non le stesse parole ingiuriose.
Un cuore grande per perdonare e dimenticare le offese...
Quando poi accadesse che il fratello che vi ha offeso venisse a cercarvi perdono, badate bene dal riceverlo con cera brusca o di rispondere con parole mozze; dimostrategli anzi belle maniere, affetto e benevolenza.
... pronto nel domandare perdono e nel riconciliarsi
Se avvenisse all'incontro che voi aveste offeso altri, subito cercate di placarlo e di togliere dal suo cuore ogni rancore verso di voi. E, secondo l'avviso di san Paolo, non tramonti il sole senza che di buon cuore voi abbiate perdonato qualunque risentimento, e vi siate riconciliati col fratello. Anzi fatelo tosto che potete, sforzandovi di vincere la ripugnanza, che sentite nell'anima.
L'amore vero si nutre di fatti, non di belle parole
Non contentatevi di amare i vostri compagni colle parole; ma aiutateli con ogni sorta di servizi quanto potete, come raccomanda san Giovanni, l'Apostolo della carità: Non amiamo in parole e colla lingua, ma coll'opera e con verità.
Sono disponibile ai fratelli?
È carità ancora l'accondiscendere alle oneste domande; ma il miglior atto di carità è l'aver zelo del bene spirituale del prossimo. Quando vi si presenta l'occasione di far del bene, non dite mai: questo non è uffizio mio, non me ne voglio immischiare; poiché questa è la ri-
209
sposta di Caino, il quale ebbe la sfrontatezza di rispondere al Signore dicendo: Sono io forse il guardiano del mio fratello? Ciascuno è obbligato, potendo, a salvare il prossimo dalla rovina. Dio stesso comandò che ognuno debba aver cura del suo simile. Cercate pertanto di aiutare tutti, per quanto potete, colle parole e colle opere, e specialmente ancora colle orazioni.
In ogni fratello il volto di Cristo
t di grande stimolo alla carità il mirare Gesù Cristo nella persona del prossimo, e di riflettere che il Divin Salvatore ritiene come fatto a se stesso il bene fatto ad un nostro simile, secondo queste sue parole: In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatta a me.
Da tutto ciò che si è detto ben vedete quanto è necessaria e quanto è bella la virtù della carità! Praticatela adunque e ne avrete copiose benedizioni dal cielo.
SECONDA LETTURA
Dal vangelo secondo Luca:
« Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a noi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il
210
Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con Ia misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio » (Lc 6,27-38).
[ornelial
3. CONFESSIONE
S E ora, con cuore pentito e pieno di fiducia domandiamo perdono al Padre dei nostri peccati, che ci ha fatto conoscere con la luce penetrante della sua Parola e diciamo:
T Confesso a Dio onnipotente...
S Il Signore sia nel vostro cuore e sulle vostre labbra perché sappiate ben confessare i vostri peccati. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
S Stendi su di noi la tua misericordia,
o Signore, affinché per mezzo della nostra mano
sia diffusa in essi la grazia dello Spirito Santo.
Dio onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni
i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.
T Amen.
S Il Signore onnipotente e misericordioso vi conceda l'indulgenza, l'assoluziOne e il perdono dei vostri peccati.
T Amen.
A questo punto i confratelli possono accostarsi al sacramento della penitenza.
La preghiera vicendevole sarà il segno della sollecitudine fraterna.
Al termine delle confessioni:
4. RENDIMENTO DI GRAZIE
Rendiamo grazie al Signore per il perdono che ci ha donato.
S il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
211
S In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
S Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
T È cosa buona e giusta.
S È veramente giusto, renderti grazie,
o Padre, grande nell'amore:
come i cieli sono alti sopra la terra
è forte il tuo amore misericordioso su di noi:
come l'oriente è lontano dall'occidente
tu allontani i nostri peccati da noi.
Già per mezzo dei profeti avevi promesso:
spargerò su di voi acque pure
e sarete mondati da ogni vostro peccato,
vi purificherò da tutti i vostri idoli,
vi darò un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
E nella pienezza.dei tempi, nella tua fedeltà,
hai mandato il tuo Figlio unigenito nel mondo
per realizzare le tue promesse.
Egli, vinto il peccato e la morte,
nello splendore della sua risurrezione
ha effuso il suo Spirito sugli apostoli dicendo:
« Ricevete lo Spirito Santo:
a chi rimetterete i peccati saranno rimessi
e a chi li riterrete saranno ritenuti ».
Così, nel suo amore per i peccatori,
amore che aveva dimostrato
in tutta la sua vita terrena,
istituì il mirabile sacramento del perdono
e della gioia,
affinché, perdonati, con cuore nuovo
sapessimo perdonare i nostri fratelli
e così, riconciliati fra noi e con te,
potessimo glorificarti con gioia
attorno alla tua mensa.
S Ricordati, o Padre, della tua Chiesa.
T Sia una comunità pienamente umana nella giustizia e nell'amore, per essere segno credibile nel mondo della vita divina di cui è portatrice.
212
S Di noi tutti abbi misericordia.
T Aiutaci a costruire con pazienza e coraggio
una vera comunità
di persone libere e responsabili,
per metterci insieme
a servizio umile e disinteressato dei giovani.
5 Rinnovati nell'amore fraterno dal perdono di Dio diciamo insieme con gioia: T Padre nostro...
CANTO FINALE
IL NOSTRO AMORE FRATERNO E PASTORALE
SEGNO DI UN AMORE PIÙ GRANDE
Vivere e lavorare insieme è per noi Salesiani un'esigenza fondamentale ed una via sicura per realizzare la nostra vocazione.
Per questo ci riuniamo in comunità, nelle quali ci amiamo fra noi fino a condividere tutto in spirito di famiglia e costruiamo casi la vera comunione delle persone.
Nella comunità si riflette il mistero della Trinità; in essa troviamo una risposta alle aspirazioni più profonde del cuore umano e si manifesta in noi quanto annunciamo agli altri (Cost 50).
1. RITI DI INTRODUZIONE
CANTO DI INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
S Fratelli, la nostra esperienza ci dice che non è facile realizzare una vera comunione di persone libere e responsabili che si conoscono e si amano in Cristo, che sanno collaborare volentieri.
213
Soltanto la forza dello Spirito potrà fare questo miracolo. La Parola di Dio ci rivelerà le motivazioni profonde, le sorgenti autentiche del nostro « essere insieme ».
S Preghiamo...
O Dio, uno e trino,
mistero luminoso che tutto illumina
concedi, ti preghiamo,
che la nostra comunità,
alla luce della tua Parola,
prenda coscienza della propria identità profonda,
e attraverso la conversione
si rinnovi interiormente nella carità,
perché siano visibili in essa
i frutti dello Spirito:
la bontà, la pace e la gioia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
A) « Siamo insieme n per « rivelare » ai nostri giovani il volto del Dio vivente: Padre, Figlio, Spirito Santo
G Noi non siamo insieme propriamente per guadagnare o lavorare od istruire: Dio Padre ci ha « radunati » in Cristo per fare di noi una comunità di amore unita per la forza dello Spirito Santo, perché Io riveliamo al mondo, in particolare ai giovani. Solo una comunità di amore è immagine vivente del Dio-Amore.
Dal vangelo secondo Giovanni:
« Padre, come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me ed io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che
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tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me » (Gv 17,18-23).
Meditazione personale
La prima lettura di Giovanni ci dà il commento alla preghiera di Gesù. Dio nessuno l'ha mai visto: non è visibile « in sé ». Se ci amiamo, Dio abita in noi, è « presente » nella nostra comunità. Molti dei nostri giovani provengono da un mondo secolarizzato, da un ambiente in cui Dio è « assente ». Non potranno cavarlo nei libri o nelle nostre dimostrazioni, ma unicamente se sarà « vivo » e « presente » nella nostra comunità di amore. Lo « vedranno » in noi.
RESPONSORIO
GAmiamoci perché l'amore è da Dio
e chi ama è generato da Dio e conosce Dio.
Chi non ama, non ha conosciuto Dio
perché Dio è amore.
T Dio nessuno l'ha mai visto:
se ci amiamo, Dio abita in noi
e il suo amore in noi è perfetto.
GSe qualcuno dice: io amo Dio,
e non ama il proprio fratello è bugiardo:
chi non ama il fratello che vede,
non può amare quel Dio che non vede.
T Dio nessuno l'ha mai visto:
se ci amiamo, Dio abita in noi
e il suo amore in noi è perfetto.
B) « Siamo insieme per « rivelare che il regno di Dio che aspettiamo è già presente in questo mondo
GLa comunione di amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo si espande: il Padre crea l'universo e l'uomo in Cristo, manda il Figlio e lo Spirito all'umanità « dispersa » dal peccato per « ra-
215
chinarla » (Gv 11,52) in una grande comunità di amore e di gioia (Gv 15).
I membri della nostra comunità, realizzazione e segno del progetto del Padre, vivono uniti a Cristo come tralci alla vite, per portare molto frutto a servizio dei giovani.
Dal vangelo secondo Giovanni:
Io sono la vera vite e il Padre mio è l'agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto egli lo recide. Ma quello che porta frutto lo pota perché fruttifichi di più.
Voi siete già mondi per la mia parola che vi ho annunziato. Rimanete in me ed io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come iI tralcio e si secca e poi li raccolgono, li gettano nel fuoco e li bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete ciò che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore (Gv 15,1-9).
Meditazione personale
San Paolo ci indica le esigenze morali della nostra vita in Cristo, ci dà le linee della costruzione di una comunità che sia inizio del Regno di Dio.
I nostri giovani vengono da un mondo profondamente diviso, dominato dal criterio dell'utile e del piacere, dalla concorrenza, dalla lotta e dall'egoismo.
Molte volte sperimentano la « divisione » proprio nella famiglia. Come potranno « credere all'amore »? al regno di Dio? Crederanno se « vedranno ». La nostra comunità dovrà « dire con la vita » che « il regno di Dio è qui ed è giustizia, pace e gioia nello Spirito » (Me 1,15 e Rom 14,17).
216
RESPONSORIO
GSiamo risorti con Cristo,
cerchiamo le cose del cielo,
e non quelle della terra.
Facciamo morire in noi il peccato:
impurità, cattivi desideri e ogni idolatria delle cose.
Deponiamo collera, sdegno e cattiveria,
maldicenze e ogni discorso cattivo.
Non mentiamo più gli uni agli altri.
T II regno di Dio è qui ed è giustizia, pace e gioia
nello Spirito Santo.
GRivestiamoci, come amati di Dio, di tenera compassione e di bontà, di umiltà, di mitezza e pazienza, accettandoci e perdonandoci l'un l'altro. Come Cristo ci ha perdonati,
così facciamo anche noi. T II regno di Dio è qui ed è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo.
CI Siamo insieme n per vivere il mistero pasquale di Cristo nella vita e nei Sacramenti
GLa nostra comunità religiosa sarà comunità di amore che rivela ai giovani il Dio-Amore e il regno di Dio, solamente se in essa si vivrà il mistero pasquale di Cristo: solamente se ognuno sarà disposto a dare la vita per gli altri, confratelli e giovani, come Cristo.
Dal vangelo secondo Luca:
Quando fu l'ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: « Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più finché essa non si compia nel regno di Dio ». E preso un calice, rese grazie e disse: « Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio ».
217
Poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: « Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in ricordo di me ». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: « Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi ».
« Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito! ». Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò.
Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: « I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve » (Lc 22,14-27).
Meditazione personale
Le parole della consacrazione rendono presente Cristo nell'atto della suprema donazione e sono la norma di vita del cristiano. Dobbiamo amarci come lui ci ha amato, e lui ci ha amato fino a dare la vita per noi. Dunque anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. La messa senza una comunità di amore è un rito vuoto.
RESPONSORIO
G H calice che noi benediciamo è comunione col sangue di Cristo. Il pane che noi spezziamo è comunione col corpo di Cristo. Poiché uno solo è il pane, noi che siamo molti
formiamo un corpo solo
partecipando dell'unico pane.
T Cristo ha dato per noi la sua vita: anche noi doniamola ai fratelli.
218 G Ogni volta che mangiamo questo pane
e beviamo questo calice,
annunciamo la morte del Signore
fino a quando egli verrà.
Chi mangerà il pane
e berrà il calice del Signore indegnamente
sarà colpevole verso il corpo
e il sangue del Signore.
T Cristo ha dato per noi la sua vita:
anche noi doniamola ai fratelli.
[omelia]
3. CONFESSIONE
S Con cuore pentito e pieno di fiducia domandiamo perdono dei nostri peccati al Signore che ce li ha fatti conoscere con la luce penetrante della sua Parola, dicendo:
T Confesso a Dio onnipotente...
SII Signore sia nel vostro cuore e sulle vostre labbra,
perché sappiate ben confessare i vostri peccati. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
S Stendi su di noi la tua misericordia, o Signore, affinché per mezzo della nostra mano sia diffusa in essi la grazia dello Spirito Santo.
Dio onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.
T Amen.
S I1 Signore onnipotente e misericordioso vi conceda l'indulgenza, l'assoluzione e il perdono dei vostri peccati.
T Amen.
La comunità continua nel silenzio la preghiera e l'esame di coscienza, mentre coloro che desiderano si accostano al sacramento della penitenza. Al termine ci si raduna per l'azione di grazie.
219
4. RENDIMENTO DI GRAZIE
Rendiamo grazie al Signore per il perdono che ci ha donato.
S Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
S In alto i nostri cuori.
T Sono rivolti al Signore.
S Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.
T È cosa buona e giusta.
S t veramente giusto rendere grazie
a te, Padre santo:
tu hai voluto « radunarci » in Cristo
per opera del tuo Spirito
per fare di noi « una cosa sola »
a tua immagine e somiglianza.
E noi siamo divenuti la tua famiglia,
comunità di fede operosa,
di perseverante speranza
e di amore sacrificato.
Tu ci « hai mandato » ai giovani;
perché ci mettessimo a loro servizio,
e donassimo loro la nostra vita
per rivelare ad essi il tuo volto
ed introdurli nel tuo Regno,
già « presente » in mezzo a noi
eppure « sempre atteso ».
E poiché per la nostra fragilità
noi pecchiamo
e non realizziamo mai perfettamente
il tuo disegno di amore,
tu hai costituito il mirabile sacramento
della conversione e della riconciliazione,
del perdono e della gioia,
vero dialogo di salvezza.
Tu, Padre misericordioso,
ci perdoni continuamente
con infinito amore
perché, perdonati,
220
« con cuore nuovo »
sappiamo perdonare i nostri fratelli
e così riconciliati fra noi e con te
possiamo « glorificarti
con un sol cuore ed una voce sola »
attorno alla tua mensa.
T Grazie, Signore,
rendiamo grazie a te che regni nei secoli eterni!
S Con cuore di figli, pieni di gioia per il perdono ricevuto, diciamo insieme:
T Padre nostro...
CANTO FINALE
221
A CONFRONTO COL VANGELO
II discorso della montagna annuncio di salvezza e nuova legge del cristiano
Solo Gesù è il salvatore dell'uomo. Nessun altro e niente altro. L'uomo non si salva con le sue forze. Non c'è nessuna osservanza per quanto perfetta della legge che possa salvarlo. Solo la morte di Gesù, in quanto atto di amore assoluto a Dio e agli uomini, è la risurrezione e la salvezza dell'uomo. La salvezza è un dono da accogliere.
La morte e la risurrezione di Gesù sono l'ora « zero » della esperienza umana, perché con essa l'esistenza cambia segno, viene trasformato alla radice il rapporto dell'uomo con Dio e di conseguenza il rapporto degli uomini tra loro e con le cose.
Ora colui che riceve tale annuncio deve compiere l'atto supremo: il sì o il no. La fede o l'incredulità. L'accettazione o il rifiuto.
L'accettazione comporta una « vita nuova », conforme all'evento. Ci deve essere corrispondenza tra la natura di ciò che Dio ha fatto e la natura di ciò che l'uomo deve fare: il cristiano deve amare di un amore gratuito ed universale, perché Dio in Cristo ci ha amati così.
La stessa capacità di amare ci è data dal fatto che prima siamo oggetto di amore. Perché siamo amati noi possiamo amare.
Il principio della vita morale del cristiano, l'amore gratuito ed universale o carità non può essere compreso al di fuori dell'annuncio della morte e risurrezione di Cristo.
Per il cristiano, dunque, la morale non è autonoma, non si giustifica da sé, ma trova il suo fondamento nella risposta all'annuncio nella fede.
Le esigenze morali di una vita conforme al Vangelo sono espresse in una serie di detti del Signore che Matteo ha radunato nel discorso della montagna. Essi
222
restano il testo più stimolante per l'esame di coscienza di ogni cristiano.
T detti morali del Signore sono illustrazioni drammatiche che ci presentano ed illuminano, nei suoi diversi aspetti, una unica e coerente visione della vita: la concezione su Dio, l'uomo e il mondo, che è alla base del comportamento morale del cristiano.
Dobbiamo leggerli innanzi tutto come il giudizio di Dio su di noi: avvertiamo subito che essi esigono da noi un cambiamento radicale; non ci è richiesto di comportarsi diversamente in questo o in quel particolare settore, ma di riorientare la profondità della persona dalle sorgenti stesse dell'agire. Ogni precetto particolare mette in questione tutta la vita.
Tutti vogliono inculcare la forza incondizionata delle esigenze divine. Di fronte ad essi non possiamo compiacerci di noi stessi; essi ci spingono a misurare quanto sia distante ciò che di meglio possiamo fare da quanto Dio ci domanda. Sono la vera norma « oggettiva » su cui misurarci. Per questo sono l'appello ad una continua conversione.
I precetti del Signore, mentre operano un giudizio su di noi mettono anche a nudo la necessità di perdono. E siccome questi precetti non sono mai separati né separabili dalla « buona novella », essi continuamente ci spingono ad affidarci alla inesauribile misericordia di Dio, che al cristiano giunge in concreto nel sacramento del perdono.
A questo punto questi precetti acquistano un nuovo aspetto: diventano le « indicazioni di marcia » nel cammino che dobbiamo percorrere.
La morale di Gesù è una morale aperta, dinamica, che spinge l'uomo a superarsi continuamente, a non compiacersi di se stesso ma a percorrere la via dell'amore.
La nostra missione alla luce delle beatitudini
La situazione del mondo oggi mette il Salesiano di fronte a non pochi interrogativi: Cosa deve fare oggi il Salesiano? Come organizzare la propria vita? Come
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deve oggi inserirsi nel Inondo pur non essendo del mondo? (Gv 17,1548). A chi donare il proprio servizio? Come donarlo?
Fedele ai messaggio evangelico il CGS ha dato una sola risposta: « Nello spirito delle beatitudini evangeliche! » (ACGS n. 67ss), Le beatitudini infatti non solo indicano lo spirito con cui il Salesiano si inserisce nel mondo, ma anche segnalano i destinatari preferenziali delle nostre opere.
Costoro sono i poveri e gli oppressi (Mt 5,3-4) che non possono per « la situazione di ingiustizia che impedisce l'equilibrio della società e la realizzazione di una totale liberazione » scoprire in loro l'immagine di Dio. Essi sono gli assetati di giustizia (5,6). Ebbene il Salesiano, fedele annunciatore dell'incarnazione, non porterà loro un aiuto dall'esterno ma come il Figlio di Dio si incarnerà in questo mondo (ACGS n. 289) portando come il Cristo le conseguenze di una società ingiusta. Adottando uno stile di vita povera (ACGS n. 75), ponendo alcuni segni profetici, partecipando cioè della vita stessa dei poveri (ACGS n. 76).
Utilizzazione
Il testo di Matteo può essere usato in vari modi e contesti. Se ne potrà scegliere qualche parte da leggere nelle celebrazioni precedenti al posto dei vangeli ivi contenuti.
Nella proclamazione del Vangelo, dopo ogni parte, il lettore lascerà qualche istante di silenzio per il confronto personale con la parola di Dio.
IL DISCORSO DELLA MONTAGNA t. CANTO
2. DIALOGO DI INIZIO
G La tua parola, o Signore, è lampada al mio piede e
luce alla mia strada.-
T Allontana da me la via della menzogna, dammi per grazia la tua legge.
224
G Preghiamo...
O Signore,
la tua parola di verità
mette in luce la menzogna della nostra vita:
la tua proposta d'amore che perdona
apra il nostro cuore alla speranza
per incamminarci nella via della fedeltà
al tuo Vangelo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Dal vangelo secondo Matteo:
Noi crediamo, sull'esempio e sulla parola di Gesù, alla verità delle beatitudini e ci impegniamo a vivere la novità del Vangelo
« Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli dí Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
In un mondo dominato dal peccato vivere, come Gesù, le beatitudini è impossibile senza soffrire
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
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Se perdiamo la nostra identità cristiana diventiamo inutili
Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Se viviamo le beatitudini come Gesù diventiamo la luce del mondo
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Gesù è il compimento della legge: chi lo segue vive la nuova giustizia
Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Beati gli operatori di pace: la volontà di comunione fa prendere l'iniziativa della riconciliazione
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.- Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
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Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo!
Beati i puri di cuore: per vivere la purezza è necessaria una decisione radicale di eliminare con sacrificio ciò che vi si oppone
Avete inteso che fu detto: Non commettere adulterio; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna.
Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Beati i leali: limpidezza e sincerità con Dio e con i fratelli
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.
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Beati i miti: la forza di non rendere male per male ma di vincere il male col bene
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuoi chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
Beati i misericordiosi: amare tutti incondizionatamente, anche chi non ci ama, come fa Dio
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Alieni da ogni ipocrisia: nel nostro servizio ai poveri...
Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
... nella preghiera personale
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli an-
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golf delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
... nel perdono fraterno.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
... nel digiuno.
E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.
Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Beati i poveri: scegliamo la povertà per scegliere Dio_
Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove làdri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore.
La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio
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è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!
Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.
... per riporre in lui la nostra fiducia ed essere disponibili per il servizio del Regno
Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.
Autocritica e conversione personale come condizione della correzione fraterna
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete da Dio giudicati; e con la misura con la quale misurate sarete da Dio misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel
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tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Una preghiera fiduciosa e perseverante
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi ,al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.
Senza rinuncia e vigilanza non c'è fedeltà al Vangelo
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
Le azioni rivelano chi siamo
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
Non basta dire o ascoltare la Parola: bisogna vii,erla
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre
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mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande ».
4. CONCLUSIONE
GLa tua misericordia è grande, o Signore. T Secondo i tuoi giudizi fammi vivere.
GInsegnami la via dei tuoi decreti. T Signore la osserverò fino alla fine.
GPreghiamo...
O Signore,
che hai illuminato l'anima nostra con la luce della tua Parola viva: concedi a noi
di viverla giorno per giorno
attingendo alla forza del tuo amore che perdona e rinnova.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
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TRACCE DI RIFLESSIONE E DI ESAME SOPRA GLI IMPEGNI DELLA NOSTRA VITA RELIGIOSA SECONDO LA REGOLA
Le tracce seguenti si possono usare sia in modo comunitario che personale. Il clima di dialogo con Dio in cui devono essere inserite richiede che si inizi e si termini con la preghiera.
Offriamo questo schema:
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, ascoltiamo la Parola del Signore:
« Se uno viene a me e non mi preferisce a suo padre, alla madre ai fratelli e alle sorelle e alla sua stessa vita, non può essere mio discepolo.
Chi non porta la sua croce e mi segue non può essere mio discepolo. Chi non rinuncia a tutte le sue sostanze non può essere mio discepolo » (Lc 14,25-27.33).
G Preghiamo...
Signore Gesù,
noi ti abbiamo seguito:
manda a noi il tuo Spirito
perché possiamo verificare
la nostra fedeltà alla tua chiamata
e rinnovare il nostro impegno
per una vita sempre più conforme a te,
al tuo Vangelo.
Tu che vivi e regni nei secoli
dei secoli.
T Amen.
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3. LETTURA ED ESAME DI COSCIENZA
4. CONCLUSIONE
GPietà di noi, Signore! T Contro di te abbiamo peccato.
GSignore che ci hai chiamato ad amarti con cuore indiviso, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà.
•Cristo che ci hai chiamato
a condividere la tua povertà, abbi pietà di noi. T Cristo, pietà.
GSignore che ci hai chiamato a seguirti nell'obbedienza al Padre, abbi pietà di noi.
T Signore, pietà.
GPreghiamo...
O Signore,
tu vuoi che diventiamo
sempre più conformi a Cristo tuo figlio:
donaci la forza
per correggere ciò che ci allontana da lui
e tradurre in pratica
gli impegni che abbiamo preso.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO DI CONCLUSIONE
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1 LA REGOLA,
I VIA SICURA PER VIVERE IL VANGELO
I. La mia vita:
un dinamismo di conversione a un più grande amore
Siate perfetti come il vostro Padre Celeste è perfetto » (Mt 5,48).
« Con la consacrazione religiosa intendiamo vivere la grazia battesimale con maggior pienezza e profondità, nella ricerca di un amore perfetto di Dio e degli uomini » (Cost 69).
Sono vissuto io con la coscienza delle esigenze spirituali della mia vocazione di cristiano, di religioso e di apostolo, situato nella storia e votato al Regno?
« Per noi discepoli del Signore, la legge è una via che conduce all'Amore. La nostra Regola vivente è Gesù Cristo Salvatore »...
Il libro delle Costituzioni ci viene dato « per realizzare la pienezza della carità » e « assicurare l'autenticità della via evangelica che abbiamo scelta » (Cost Proemio).
Mi sono veramente messo in questa prospettiva per leggere, meditare e praticare la « Regola di vita » salesiana?
« Voi vivete già in modo da piacere a Dio. Ma progredite ancora perché la volontà di Dio è la vostra santità » (1 Tess 4,1-3).
« La comunità salesiana deve essere in atteggiamento di continua conversione... La qualità della nostra vita religiosa e l'efficacia del nostro apostolato dipendono dallo sforzo costante di rinnovamento » (Cost 62 e 118).
Qual è stato il frutto dell'ultimo ritiro? In seguito, ho io fatto un reale sforzo per conoscere la volontà del Padre, per conservare la grazia di Cristo, per rispondere agli appelli concreti del suo Spirito? Che ne è stato delle risoluzioni che avevo prese per meglio amare e meglio servire?
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« La costanza non ti manca, ma io ho contro di te che tu hai perduto iI tuo amore di un tempo. Orsù, pentiti e riprendi la condotta di prima (Apoc 2,3-4). « Difficoltà e tentazioni sono occasioni per purificarci... per fortificarci...; e un invito ad usare con umiltà i mezzi di difesa contro la nostra debolezza (Cost 119).
Se sono caduto nella routine o in una certa mediocrità, a che cosa devo attribuirlo? Vita dissipata? Ostacolo maggiore non eliminato? Scarsa preghiera? Punti di sforzo scelti male? o non mantenuti? Perché?
« Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua » (Lc 9,23). « La professione pubblica dei consigli evangelici... ci permette una partecipazione più stretta alla Pasqua di Cristo » (Cost 69).
Non ho io forse ceduto alla tendenza naturale di « liberarmi dalla croce » un po' alla volta? Come si concretizza nelle mie giornate la mia partecipazione concreta alla morte di Cristo, condizione per vivere della sua nuova vita e per servire il suo Regno?
« Preparata dall'esame quotidiano di coscienza, la confessione sacramentale frequente è un sostegno preziosissimo per l'indispensabile conversione del cuore e l'amore del Padre delle misericordie » (P0 18b). « La nostra volontà di purificazione si attua soprattutto nel sacramento della penitenza » (Cost 62).
Sono ricorso a questo grande sacramento con fede, coraggio e lealtà? Ho fatto con serietà e regolarmente anche l'esame personale?
« La grazia di Dio e i miei fratelli Salesiani mi assistano e mi aiutino ogni giorno ad essere fedele » (Cost 74).
Delle incertezze sulla mia vocazione potrebbero presentarsi: allora prego io di più? Cerco e accetto l'aiuto dei miei fratelli? (Cost 120).
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li. La mia vita di servizio apostolico [cost. I parte, cc. 1-6]
Zelo apostolico salesiano
« Il centro dello spirito salesiano è la carità pastorale, caratterizzata dal dinamismo giovanile... t uno slancio apostolico che ci fa cercare le anime e servire solo Dio » (Cost 40).
« Il lavoro apostolico è la nostra mistica... e la nostra ascetica » (Cost 42).
Che ne è del mio spirito salesiano? La mia vita è dominata dal desiderio del Regno? « Dono » veramente il mio tempo e la mia forza alla missione provvidenziale che mi è stata affidata? Senza perdita di tempo né ricerca di comodità?
« Dobbiamo considerarci come dei servitori di Cristo e dispensatori dei misteri di Dio... Guai a me se non evangelizzo! » (1 Cor 4,1; 9,10). « L'attività evangelizzatrice e catechistica è la dimensione fondamentale della nostra missione » (Cost 20).
Rispetto la gerarchia dei miei diversi impegni? Sono sempre disponibile per la catechesi? Se sono sacerdote, sono disponibile per la predicazione e per i sacramenti, specialmente per la confessione? (Cost 20-22).
« Lo Spirito Santo sollecita la Chiesa ad aprire nuove vie per guidare il mondo d'oggi » (P0 22 b). « Il salesiano deve essere attento ai segni dei tempi... (avere lo) spirito di coraggio e di creatività apostolica » (Cost 43). Ho la preoccupazione di conservare e di perfezionare le mie competenze educative e pastorali? Mi preoccupo di « verificare la mia azione, seguire il movimento della vita e riadattarmivi » per rispondere alle « urgenze del momento e del luogo »? (Cost 43).
Relazioni con i giovani e con gli adulti
Per l'apostolato « di grande utilità risultano quelle virtù che giustamente sono molto apprezzate nella società umana, come ad esempio la bontà, la sincerità, la fermezza d'animo e la costanza, la continua cura per la giustizia, la delicatezza e tutte le' altre virtù raccomandate da S. Paolo in Fil 4,8 » (P0 3; cfr. OT 11a).
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Che cosa faccio per sviluppare in me queste virtù che mi permettono di essere più vicino agli uomini miei fratelli?
« Don Bosco si è sentito mandato di preferenza alla gioventù povera, abbandonata, pericolante. Con vera priorità ci rivolgiamo ai giovani poveri » (Cost 10). Lascio da parte ogni parzialità per amare e servire coloro presso i quali il Signore mi invia? Dò piuttosto la preferenza ai meno favoriti, ai meno naturalmente simpatici?
« Atteggiamento di fondo: la simpatia e la volontà di contatto con i giovani e con il popolo » (Cost 16). « Fare il primo passo e accogliere sempre con bontà, rispetto e pazienza » (Cost 45).
Educo io secondo il vero spirito e il metodo di don Bosco, assicurando l'assistenza attiva, ricercando il contatto personale, risvegliando a poco a poco alle responsabilità? Come pratico l'accoglienza, l'amorevolezza con delicatezza, lo spirito di famiglia, l'ottimismo salesiano, la gioia? (cfr. Cost 25, 45-47)
Che cosa faccio per meglio conoscere don Bosco e il suo spirito?
« Noi lavoriamo per la promozione integrale di tutti... miriamo alla loro progressiva somiglianza con Cristo, l'Uomo perfetto... contribuiamo (anche) alla loro promozione collettiva » (Cost 17-19).
Ho la preoccupazione di una educazione umana e cristiana completa, che liberi « da ogni servitù »? (Cost 25). Cosa faccio per collaborare con quanti costruiscono una società più degna dell'uomo? Attraverso le mie attività di educatore e di pastore come mi dimostro io sempre, con il rispetto e la pazienza necessari, vero « educatore della fede »? (Cost 20-23,36).
Zelo comunitario ed ecclesiale
« È lo spirito che dà agli uni di essere apostoli, ad altri di essere pastori o dottori organizzando cosa i santi per l'opera deI ministero in vista della costruzione del Corpo di Cristo » (Ef 4,12).
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« La missione è affidata in primo luogo alla comunità... coesione e corresponsabilità permettono di realizzare gli obiettivi pastorali » (Cost 34).
Lavoro in spirito di gruppo, praticando la solidarietà e la collaborazione, superando ogni gelosia e rivalità?
« Tra i diversi Istituti religiosi, come tra questi e il Clero diocesano, bisogna incoraggiare le strutture di collaborazione e di stretto coordinamento » (Vat. II, CD 35e).
« La nostra missione si compie all'interno e al servizio delle chiese locali. Ci inseriamo... nella pastorale di insieme » (Cost 33).
Partecipo, secondo le esigenze del mio ministero, alla vita della parrocchia e della diocesi? Sono preoccupato delle direttive episcopali? Collaboro lealmente con i genitori, i collaboratori laici, il clero locale, gli altri educatori?
« La Chiesa cammina con tutta l'umanità e condivide Ia sorte terrestre del mondo: essa è come il fermento e l'anima della società umana » (Vat. II, GS 40 b).
« La nostra vocazione religiosa apostolica ci situa nel cuore della Chiesa e ci pone interamente al servizio della sua missione... (Essa) richiede che siamo intimamente solidali con la storia del mondo alle sue speranze e alle sue angosce » (Cost 6-7).
Sono io il fratello di tutti í miei fratelli uomini, preoccupato e informato dei maggiori problemi del nostro tempo? Sensibile ai suoi valori? (cfr. Cost 47). Sono preoccupato e informato degli avvenimenti della vita della Chiesa, soprattutto del suo compito missionario? Comunico il senso e l'amore della Chiesa e della sua unità? (Cost 24 e 44).
III. La mia vita fraterna e religiosa (Cost c. 7 e 111 parte, cc. 9-12)
Vita fraterna
« Vivere e lavorare insieme è per noi esigenza fondamentale e via sicura ». « Dio ci chiama a vivere in Comunità affidandoci dei fratelli da amare » (Cost 50-51; cfr. 58).
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Mi sento io profondamente come membro di una comunità di cui bisogna rispettare le dimensioni naturali e soprannaturali? Mi sento responsabile dei miei fratelli e della costruzione della comunità? Partecipo fedelmente e attivamente alle diverse riunioni comunitarie?
« Abbiate un cuore pieno di tenerezza, di umiltà, pazienza... perdonatevi... i rapporti di amicizia investono la vostra vita intera » (Cost 53).
Mi comporto da fratello e amico con ciascuno dei miei Confratelli? Carità interiore: rifuggo da ogni giudizio duro, da ogni sentimento negativo? In parole: mi astengo da ogni maldicenza? Negli atti: sopportazione, perdono, aiuto, scambi, buon umore...?
« Il salesiano vive la realtà della Congregazione nella Comunità ispettoriale » (Cost 57).
Che cosa faccio per esprimere i miei legami alla mia Ispettoria? per contribuire alla sua unità e al compimento del suo compito nella Chiesa? E per sviluppare in me e nella mia comunità il senso della nostra appartenenza alla Congregazione intera? E per contribuire all'unione e all'animazione apostolica di tutta la Famiglia Salesiana?
Vita di castità per meglio esprimere l'amicizia
« La forma di esistenza religiosa... è liberatrice: abbracciati volontariamente, i consigli evangelici aiutano non poco alla purificazione del cuore e alla libertà spirituale... (rendono) sollecita la nostra carità pastorale » (Cost 69 e 71).
La contestazione attuale sui voti in certi ambienti è per me occasione di approfondire il senso della mia consacrazione al Signore, per una missione più efficace? La mia « professione » (Cost 73-74) è per me realtà quotidianamente rinnovata?
Con la castità si sceglie « un modo intensamente evangelico di amare Dio e i fratelli » (Cost 75).
Ho io coscienza dell'importanza di questo impegno nella visuale dello spirito salesiano e in una veduta di fede eminentemente positiva: più casto per amare più lar-
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gamente e più profondamente? (Cost 76-78). Le mie eventuali relazioni con il mondo femminile sono contrassegnate da delicatezza e da vero spirito apostolico?
« Voi siete risuscitati con Cristo e destinati alla gloria... Mortificate dunque le vostre membra terrestri » (Col 3,1.5).
Accetto lealmente la doppia legge di vigilanza e di mortificazione che esige la castità vigorosa del cuore e dei sensi? In caso di difficoltà, prendo i mezzi per essere vittorioso: confidenza col confessore, preghiera più intensa, ascesi più opportuna? (Cost 79).
Vita di povertà per poter tutto scambiare
Col voto di povertà si sceglie un modo « intensamente evangelico » di usare il denaro e i beni terrestri (Cost 81).
Pongo io questo impegno nella sua vera prospettiva di fede: imitazione del Cristo povero, disponibilità verso i poveri e mezzo per una generosa e fraterna comunione di beni: di beni, ma anche di « energie, talenti, esperienze »? (Cost 84).
« Ciascuno di noi... accetta di dipendere dalla Comunità e dal Superiore nell'uso dei beni temporali... Condividiamo fraternamente tutto ciò che abbiamo » (Cost 83-84).
Sono fedele agli impegni concretamente presi: consegna dei miei beni e del danaro, prudenza e controllo nelle spese?
« Il salesiano sa che il permesso ricevuto non lo dispensa dall'essere povero in realtà e nello spirito » (Cost 83).
Pratico lo spirito di povertà: rifiuto delle comodità, lavoro sodo per guadagnarmi il pane, economia, partecipazione alle preoccupazioni dei poveri, preoccupazione di testimonianza? (Cost 85-89).
Vita di obbedienza per meglio servire
« Con la professione di obbedienza noi riviviamo nella Chiesa l'obbedienza di Cristo nell'adempimento del di-
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segno di salvezza dei Padre... e prendiamo i superiori
ele comunità come quotidiani interpreti della volontà di Dio (Casi 91).
Anche qui, pongo i miei impegni in una prospettiva di fede, superando le vedute e i ragionamenti puramente umani? (cfr. Cost 95 e 97-98).
« Il superiore rappresenta Cristo che unisce i suoi nel servizio del Padre... Orienta, guida, incoraggia... e quando occorre prende le decisioni opportune » (Cost 54 e 93-94).
Se sono superiore mi preoccupa di suscitare la corresponsabilità? Governo con un gran desiderio di fare la volontà di Dio e non la mia, e sempre con grande rispetto e carità?
« Tutti i confratelli collaborano con una obbedienza schietta, pronta, eseguita con animo ilare e con umiltà... con spirito libero e cosciente della propria responsabilità » (Cost 93 e 95).
Mi sforzo di realizzare queste caratteristiche dell'obbedienza salesiana? Faccio veramente del colloquio col mio superiore « un momento privilegiato del dialogo »? (Cost 97).
IV. La mia vita interiore: comunione col Cristo
ecol Padre nello Spirito
Vita teologale e « liturgia della vita »
« La mia vita presente nella carne la vivo nella fede al Figlio di Dio che mi ha amato » (Gal 2,20).
Accetto che la fede presente comporti ancora delle luci
edelle ombre? « Educatore della fede », cerco anzitutto di acquistare « la scienza più eminente » di Cristo e del Padre, di vivere alla loro sovrana presenza? (Cost 21
e70). Che posto ha nella mia vita l'ascolto della loro parola? (Cost 59). Mi sforzo di guardare nella luce della loro presenza invisibile le persone, le cose, gli avvenimenti?
eIl salesiano non si lascia scoraggiare dalle difficoltà perché ha piena fiducia nella provvidenza del Padre che lo ha mandato (Cost 47).
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Ho veramente mantenuto una confidenza illimitata in Dio mio Padre e in Cristo Salvatore e Signore? Soprattutto nelle prove e negli insuccessi? Ho riposto la mia fiducia in Dia più ancora che nei miei sforzi? Ho risposto al pessimismo del mondo con una invincibile speranza cristiana?
« Per me vivere è Cristo » (Fil 1,21). « La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio » (Col 3,2).
La mía vita è veramente polarizzata dall'amore e dal servizio del Cristo e di suo Padre? La mia debolezza mi la forse accettare nella mia vita taluni compromessi che bloccano il fervore dell'amore e la permanenza del dialogo cordiale con Lui, nello Spirito Santo? (Cost 48).
« Noi non predichiamo noi stessi, ma il Cristo Signore » (2 Cor 4,5). « Qualunque cosa voi diciate o facciate, sia sempre nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo suo a Dio Padre » (Col 3,17).
Ho io appreso ad essere « come Don Bosco contemplativo nell'azione » (Cost 48), a rifiutare di cercare il mio vantaggio e la mia soddisfazione nei miei impegni apostolici, per realizzare la « purezza del cuore », la rettitudine di intenzione e, in tal modo, « la liturgia della vita alla sola gloria del Padre? (Cost 67 e 70).
Vita liturgica e sacramentale
« La Chiesa spiega tutto il mistero di Cristo nel ciclo dell'anno mettendo i fedeli in contatto con Lui » (Vat. Il, SC 102 e 108).
Come .partecipo allo spirito e alle celebrazioni dei periodi dell'anno liturgico? Quale vantaggio spirituale ho tratto dalla celebrazione delle feste? In quale spirito vivo la domenica?
« La comunità... con la liturgia delle Ore si unisce al Cristo.., per rivolgere al Padre azione di grazie e suppliche » (Cost 60).
Quale ruolo ha nella mia vita la preghiera dell'Ufficio divino? Sono attivamente fedele alla sua celebrazione
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comunitaria o privata? E alle altre riunioni liturgiche? e non liturgiche?
« La celebrazione eucaristica è l'atto centrale di ogni comunità cristiana » (Cost 61) e la pratica più santa del cristiano, poiché « la santa Eucaristia contiene tutto il tesoro spirituale della Chiesa, cioè il Cristo stesso, nostra Pasqua e pane vivo » (Vat. II, PO 5b).
Ho io partecipato (oppure ho celebrato) la Messa con fede? Come l'incontro tra la vita del Cristo « già offerta» e la mia vita « ancora da offrire »? Qual è il frutto delle mie comunioni?
Vita di preghiera personale
« Una forma essenziale di preghiera personale è per noi l'orazione mentale » (Cost 64).
Che cosa significa nella mia vita attuale questa orazione quotidiana? Quali mezzi adottare perché essa abbia maggior efficacia nelle mie giornate?
« Quando preghi, ritirati nella tua camera, chiudi la porta e prega tuo Padre che è là, nel segreto » (Mt 6,6).
Ho riservato nella mia vita delle zone di silenzio? (Cost 52). Ho pregato personalmente? Ho visitato volentieri il Signore nel santo Sacramento? Ho contemplato volentieri il mistero del suo Cuore trafitto? Ho pregato di più nelle ore di prova? Accetto che la preghiera sia qualche volta difficile e arida, invito ad un amore più gratuito?
« Figlio,. ecco tua Madre. A partire da quell'ora il discepolo prese Maria con sé » (Gv 29,27).
Ho dato a Maria il suo- posto nella mia vita di apostolo salesiano? La contemplo e la prego volentieri col rosario? Prego don Bosco e i nostri santi Patroni? (Cost 8 e 49).
Conclusione
« Essere, con stile salesiano, i segni e i portatori dell'amore di Dio ai giovani, specialmente ai più poveri » (Cost 2). « Ai giovani tentati dall'ateismo... la nostra
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vita... più che le parole » sarà testimonianza a Dio e a Cristo Salvatore (Cost 72). Domanda fondamentale: vivo io il mio ministero in modo tale da rendere testimonianza veramente a Colui che mi ha chiamato al suo incomparabile servizio?
l) DIO È CARITÀ
L E CI CHIAMA ALLA PERFEZIONE DELLA CARITÀ
I. VOCAZIONE ALLA SANTITÀ
Essere cristiani significa essere inseriti nel mistero della morte-risurrezione di Gesù. Tale incorporazione in Cristo e nella Chiesa si realizza mediante la fede e il battesimo. La vocazione cristiana fa di me un testimone di Cristo: devo rendere Cristo presente nel mondo di oggi con tutte le mie parole e azioni e con tutta la mia vita.
Un dono ed un impegno
Ho coscienza che il mio inserimento in Cristo è un dono da sviluppare con un impegno sempre rinnovato di fedeltà alla grazia? e con una sempre più perfetta partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa? Sono convinto di essere chiamato alla santità secondo il comando del Signore: « Siate dunque perfetti come è perfetto il vostro Padre celeste » (Mt 5,48) e secondo il detto di san Paolo: « La volontà di Dio è questa: che vi santifichiate » (1 Tess 4,3)?
Morire ogni giorno con Cristo...
Sono convinto che la vita religiosa mi mette nella condizione migliore perché la grazia battesimale, che è morte in Cristo ai peccato e risurrezione con lui a una
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vita nuova, abbia il suo pieno sviluppo? Sono realmente persuaso che tutto questo esige da me un continuo sforzo di rinnovamento? una continua conversione? Sono disposto ad assolvere alla mia missione di testimone attraverso un quotidiano morire e risorgere?... morire sempre più al peccato, che è tradimento dell'amore a Cristo e ai fratelli? alle connivenze che il peccato trova dentro di me? all'egoismo e alla sensualità? al conformismo e al compromesso che spengono sul nascere lo slancio della mia grazia battesimale e della mia vocazione religiosa?
... per risorgere con lui
Sono disposto a risorgere tutti i giorni a una vita nuova fatta di totale donazione a Cristo nel servizio degli altri, di completa docilità allo Spirito che Cristo mi ha inviato per santificarmi, di consapevolezza della mia responsabilità nella crescita del Corpo Mistico? Sono cosciente che per vivere, per corrispondere alla mia vocazione cristiana e religiosa ho assoluto bisogno dell'aiuto misericordioso di Dio? Lo chiedo al Signore Gesù, Maestro e modello divino di ogni perfezione? Invoco ogni giorno lo Spirito Santo, intimo animatore della mia santità? Ricorro con fiducia a Maria Santissima Immacolata, Ausiliatrice che attende con cuore di madre a formare Cristo in me?
Il. VITA DI FEDE, SPERANZA, CARITA
La santità si costruisce con fede viva che accende la speranza e opera per mezzo della carità.
Fede
La fede viva è la risposta fiduciosa dell'uomo alla Parola di Dio, è l'adesione vitale al suo disegno di salvezza nella storia e nella vita di ognuno.
Per me vivere è Cristo -
Mi limito a ciò che è visibile, ragionevole, senza scorgere la presenza e l'intervento di Dio nella mia vita?
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Posso dire che Gesù Cristo è entrato pienamente nella mia vita? che per me vivere è Cristo? che la mia vita non ha senso senza di lui? Lo considero veramente come fratello, come modello e maestro di vita? Cerco di conoscere e seguire il piano misericordioso che ha a mio riguardo? non seguo invece i miei piani e la mia volontà? Considero i confratelli, i giovani come fratelli di Cristo e templi viventi dello Spirito Santo? Vedo nei superiori i rappresentanti di Dio? coloro che mi manifestano la volontà del Padre? Giudico gli avvenimenti della mia vita, della Casa, della Congregazione, della Chiesa, del mondo, alla luce del Vangelo?
Posso dire di avere assimilato il modo di pensare, di agire e di volere di Gesù? I miei apprezzamenti e discorsi non rivelano invece una mentalità razionalista, mondana?
La fede si fa preghiera
La mia fede si trasforma in preghiera filiale e spontanea? Ho Io spirito della vera preghiera, che è anzitutto lode, adorazione, ringraziamento continuo, che ci fa vivere in una perenne azione di grazie? So pregare il Padre, in unione con il Figlio nello Spirito Santo? che cosa faccio per approfondire e alimentare la mia fede?
La fede nasce dall'ascolto
So ascoltare la Parola di Dio? Sono assiduo nella lettura riverente e religiosa della S. Scrittura? Alimento la mia pietà e la mia azione alle fonti della rivelazione? So partecipare con fede alla liturgia della Chiesa? Ho forse una concezione puramente esteriore dei sacramenti, esponendoli così all'inefficacia? Metto l'Eucaristia e Ie celebrazioni dell'anno liturgico al centro della mia vita spirituale?
Speranza
La fede viva accende in noi la speranza, la fiduciosa certezza, basata sulla promessa di Dio, della nostra piena riuscita in Cristo, col raggiungimento della salvezza e della felicità.
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Una vita protesa in avanti
Vivo sempre realmente proteso verso questa mia mèta definitiva? Cedo volontariamente alla tentazione di crearmi una vita comoda e di mendicare dalle comodità e gioie di questa vita quel pieno appagamento della mia sete di felicità che solo Dio può colmare? La certezza che tutti insieme risorgeremo e saremo pienamente felici con Cristo risorto, fa nascere in me la forza e il coraggio necessario per lavorare all'estensione del Regno, per sopportare le pene e difficoltà di questo terreno pellegrinare? Ho presente che la mia unione con Gesù Cristo converte iI mio lavoro e le mie sofferenze in fonte di salvezza e di felicità vera per me, per la Chiesa, per tutto il mondo?
Una attesa operosa
Posso dire di attendere la salvezza solo da Dio e di vivere nell'attesa del ritorno di Cristo, « speranza della gloria »? D'altra parte sono forse di coloro che si rifugiano nella speranza per evadere dall'impegno temporale ed eludere la propria responsabilità nella costruzione di un mondo più giusto e più umano? Nell'attesa della completa Redenzione mi sento solidale col destino di tutti gli uomini, miei fratelli?
Carità
Vivere nella carità è amare Dio e gli altri come Cristo ha amato il Padre ed ha amato noi, fino a dare la sua vita per la gloria del Padre e per la salvezza del mondo.
Dedizione totale sull'esempio di Gesù
Ho presente che come membro di quella Chiesa la cui legge e vincolo supremo è la carità, devo essere la continuazione visibile dell'amore di Cristo nel mondo? Sono disposto a dare e a sacrificare tutto per amore di Cristo e degli uomini? Ho la convinzione che tale amore non è solo un sentimento passeggero, ma che consiste nella unione costante della mia volontà con quella di Dio? Sono convinto che devo mettere tutte
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le doti ricevute e acquisite, al servizio di Dio e del prossimo?
Disponibilità, scambio, unità
Comunico ai fratelli con cordialità i beni che Dio mi ha dato? Credo e collaboro nella circolazione dei beni di ogni genere nei Corpo Mistico? Sono disponibile, stando al mio posto, col massimo di capacità e col massimo di apertura, per dare e per ricevere dagli altri? Credo che l'unità dei nostro essere nel Corpo Mistico esige pure un operare in unità? So veramente discutere senza spirito di autogiustificazione, in una prospettiva di verità in carità? Conosco e studio i metodi e le tecniche che rendono efficace la nostra azione a salvezza dei fratelli?
Perdono generoso e comprensione
So perdonare senza sottintesi e senza reminiscenze vendicative? Prego anche per chi mi è antipatico, per chi non mi comprende, mi ostacola, mi disprezza, mi fa del male? Sono cortese e amabile con loro? Li aiuto quando occorra? So dare e donarmi senza spettacolarità? con semplicità di cuore e di forme? So comprendere e adattarmi a tutti? Sono buono e generoso con tutti? Sono convinto che nella mia vita tutto deve essere fatto per amore? Sono convinto che l'egoismo è il più grave dei peccati? e che « chi non ama rimane nella morte »?
Amare tutti
Il mio amore effettivo e affettivo è veramente universale? so superare le barriere della famiglia, della patria, della Congregazione, per abbracciare gli uomini di ogni ceto, razza, condizione e paese? Posso dire di amare il Signore Gesù appassionatamente e totalmente? Concepisco la mia vita cristiana come lo sviluppo progressivo di una esaltante amicizia con Cristo? Nella osservanza dei miei doveri morali e religiosi, sono spinto da vero spirito filiale, o non piuttosto da timore servile o da freddo legalismo?
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III. VITA RELIGIOSA
La professione religiosa, come approfondimento dell'essere e delle esigenze dei battesimo, è una più intera consacrazione a Cristo nella sua Chiesa, un più radicale impegno a essere con lui perfetti adoratori del Padre, votati interamente a servizio degli uomini. La mia vita religiosa è quindi un meraviglioso e immeritato dono di Dio.
Vivo, nella gioia e nella riconoscenza, la mia consacrazione o sono piuttosto rassegnato ai voti emessi e convinto di essere stato io a dare qualcosa aI Signore? Riduco la mia fedeltà alla fuga del peccato grave? dimentico che i voti sono mezzi che mi aiutano ad esercitare più speditamente e in grado eroico le virtù cristiane che faranno di me un vero testimone di Cristo nel mondo?
Castità
Don Bosco ha posto la questione di fiducia sulla pratica della castità per la vita salesiana, consigliando di non entrare in Congregazione chi non avesse fondata speranza di poterla conservare, col divino aiuto, nei pensieri, nelle parole e nelle opere.
Coltivo la castità come mia caratteristica di Salesiano educatore?
Amore indiviso a Cristo
Sono convinto che le rinunce richieste dalla mia castità hanno senso solo come espressione di un amore indiviso a Cristo? alla Chiesa? Sono persuaso di avere rinunciato a un bene nobile in vista di un bene più prezioso nella prospettiva escatologica? Sono serenamente austero e amorosamente vigilante?
Posso dire di avere raggiunto una vera maturità affettiva, con la vittoria dell'amore oblativo sul mio egocentrismo?
Segno delle realtà future
Penso che la mia castità consacrata fa di me un testimone e segno vivente dell'efficacia della redenzione di
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Cristo? una anticipazione sulla terra di quella che sarà la perfezione definitiva dell'umanità risorta nella vita eterna? Ho presente che oggi molti non credono più alla castità dei religiosi e dei sacerdoti e interpretano male il più piccolo segno di debolezza?
Un impegno serio
So mantenere l'equilibrio tra la nostalgia e l'avversione verso i beni cui abbiamo rinunciato? Il mio atteggiamento è di decisa rottura con tutto quanto può fermare o frenare il mio slancio di donazione a Cristo? Sono coerente evitando le occasioni: letture, spettacoli, legami, corrispondenze ... contrari alla mia condizione di consacrato? Ricordo che il frequente incontro con Cristo nella preghiera liturgica e personale, la mortificazione, la sincerità col confessore, la devozione alla SS. Vergine sono i mezzi che assicurano la perseveranza e il progresso nella mia fedeltà al voto emesso?
Povertà
Don Bosco ammoniva: « La povertà, per praticarla, bisogna averla nel cuore ».
Essere Cristo povero oggi
Amo sinceramente la povertà, che fa di me la continuazione di Cristo povero? Ho presente che essa, coerentemente vissuta nel distacco affettivo ed effettivo dai beni terreni, mi unisce più profondamente a Dio? Sono convinto che con la professione di questa virtù mi sono impegnato a essere per il mondo e specialmente per i giovani, un segno vivo dell'amore ai beni celesti? un testimone che ricorda agli uomini che la felicità piena non si trova se non nell'adesione totale a Cristo?
Vittoria su ogni legalismo
Mi accontento forse di un'osservanza legalista e mini-mista del voto? Cerco di mascherare iI mio attaccamento ai beni terreni con permessi troppo indulgentemente concessi, o strappati o troppo facilmente presunti?
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Lavoro e povertà
Sono convinto che per me il lavoro, con cui guadagnare il pane ed evitare il comodismo della vita borghese, è uno dei mezzi concreti per vivere lo spirito della povertà? Cerco nei mezzi di apostolato una soddisfazione e una sicurezza umana?
Condividere la sorte dei poveri
So vedere nei poveri, nei sofferenti, negli oppressi il volto sofferente di Cristo? Che conclusioni ne deduco? Sono veramente colpito dallo scandalo dell'egoismo di tanti cristiani? Che faccio? Sono disposto a facilitare l'opera di continua revisione della nostra povertà collettiva di fronte agli uomini che ci giudicano? Sono sensibile alla situazione reale degli uomini che vivono e lavorano accanto alla mia casa religiosa?
Mi preoccupo eccessivamente del benessere della mia famiglia o di altre persone, a danno della Congregazione?
Negli abiti, nella mensa, nell'arredamento della camera, dell'ufficio, nell'uso dei mezzi di trasporto e di comunicazione, nei viaggi e negli svaghi, oltrepasso il limite della mia condizione di religioso?
Non posso dimenticare la grande massima di don Bosco: « Il decoro del religioso è la povertà ».
Obbedienza
la virtù che fa il religioso, è la più evidente manifestazione dello spirito religioso e il più sicuro controllo della santità.
Prolungamento della obbedienza di Cristo
Lavoro seriamente per fare della mia obbedienza un prOlungamento della obbedienza di Cristo? Sono con lui perfettamente docile alla volontà del Padre? Sono persuaso che questa obbedienza è fondata sulla fede e non su sentimenti di simpatia verso iI superiore o sulle motivazioni dei suoi ordini? Penso che la mia obbedienza è una espressione concreta del mio amore
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a Dio e di servizio alla comunità, alla Congregazione, alla Chiesa?
Obbedienza e corresponsabilità
Mi sento corresponsabile nel promuovere il bene della comunità? Evito il servilismo? Evito un atteggiamento di assenteismo o di evasione, di critica o di opposizione ad oltranza alla volontà del superiore, che è manifestazione concreta per me della volontà di Dio? Collaboro col superiore nella scoperta della volontà di Dio, punto di incontro delle nostre volontà? Cerco di obbedire non solo con la volontà, ma anche con la mente e con il cuore? Cerco quindi di ambientare e spiegarmi la mia obbedienza come procuro di illuminare la mia fede?
Obbedienza ed amore
Vedo l'autorità in quel clima di amore in cui Cristo la stabilì e la volle nella solenne investitura del primo Papa? Sono già riuscito a inserire la mia obbedienza nell'unitarietà della mia vita spirituale? Non sono sotto l'influsso di due correnti contrarie che non si armonizzano nel mio spirito? Sono aperto e sincero con i superiori? Il mio colloquio mensile è animato dalla fede?
IV. VITA SALESIANA
Sono contento della mia vocazione salesiana? Sono deciso di rimanere con don Bosco fino alla fine della vita? Lo conosco? Ho fiducia in lui e nell'opera provvidenziale da lui fondata? Mi considero felice di essere un suo umile figlio al servizio di tutti, specie dei giovani? Amo la Congregazione? Ho stima delle Costituzioni, dei Regolamenti, delle tradizioni di famiglia? Amo, studio ed imito don Bosco che Dio e la Chiesa mi hanno dato come padre?
Sono attaccato al vero spirito di don Bosco? So conservare le autentiche tradizioni salesiane, senza peraltro
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fissarmi nell'immobilismo rigido che uccide lo spirito? Amo la novità per la novità? Mi adagio forse nell'inerzia operativa, coi pretesto della fedeltà a don Bosco? Sono forse di quelli che, in nome della tradizione salesiana, sono esitanti nell'ubbidienza alla Chiesa?
La carità apostolica centro del nostro spirito
La carità apostolica è il centro della mia vita? Attingo alla sorgente di questa carità: Gesù Cristo, l'apostolo del Padre consumato dall'amore per Iui e per i fratelli, specialmente piccoli e poveri?
Mi sento veramente consacrato al bene della gioventù? Posso dire di amare appassionatamente i giovani, anche se il mio lavoro non è direttamente indirizzato a loro? Mi sento apostolo in tutte le mie occupazioni o mi contento di fare il professore, o l'impiegato, o...? Il mio atteggiamento nei confronti dei giovani, è improntato a ragione (senza autoritarismi e prepotenze), a religione (senza naturalismi) e ad amorevolezza (senza sdolcinature)? La salvezza della gioventù è veramente la mia norma d'azione? mi rifugio forse nel comodiamo, o nella freddezza di un regolamento?
Lavoro e temperanza
Devo convincermi che Ia mortificazione è di assoluta necessità al religioso per evitare il peccato e per progredire nella perfezione dell'amore. t l'attuazione della parola di Gesù: « Chi vuoi essere mio seguace, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua ». La mia prima mortificazione sarà quella che don Bosco ha lasciato come stemma della Congregazione: « Lavoro e Temperanza ».
Pratico una costante ed equilibrata ascesi dei sensi e dello spirito?
Accetto con amore le sofferenze e le rinunce connesse con la fedeltà alla propria consacrazione e missione apostolica?
Accetto in spirito di penitenza gli incomodi della vita comune, del dovere quotidiano e delle circostanze della vita? Sono troppo preoccupato della mia salute? Nelle
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malattie sono insofferente, troppo esigente, poco riconoscente a chi mi cura?
Amo il lavoro apostolico ed educativo? Spendo tutto me stesso per la salvezza totale dei giovani? oppure, sotto sotto nella mia attività ricerco me stesso e la mia gloria? Cerco di avere lo stesso orientamento di vita di don Bosco che disse: « Ho promesso a Dio che fin l'ultimo respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani »? Sono perciò generoso nella donazione di tutte le mie energie? Evito ugualmente l'ozio e la faciloneria che si rifugia nell'azione per sottrarsi allo sforzo di riflettere, di studiare, di migliorare?
Nel mio lavoro apostolico ho il senso del concreto? Sono attento ai segni dei tempi? Sono convinto che iI Signore mi chiama attraverso le urgenze del momento e del luogo? Ho perciò spirito di iniziativa, di coraggio, di creatività apostolica? Questo slancio apostolico è però animato da una vera saggezza pastorale ed equilibrio umano? Cado nella mania di cambiare per cambiare? Cado nel difetto opposto di un immobilismo che rifiuta ogni novità? Sono disposto a cambiare idee, ad ammettere nuove prospettive? oppure ho paura di affrontare problemi reali? Sento il dovere di essere aggiornato riguardo al mio lavoro educativo, sacerdotale, apostolico?
Nel mio lavoro apostolico ho spirito di collaborazione con i miei confratelli? Mi sento membro di una azione comunitaria? Metto tutte le mie energie a servizio del bene comune? So dialogare? So ascoltare gli altri con attenzione e simpatia? So accettare pareri diversi dal mio? Se sono costituito in autorità ho la preoccupazione di creare un clima di mutuo rispetto, di familiare intesa, di dialogo aperto e sincero?
Ho il cuore aperto, come don Bosco, a tutti i bisogni della Chiesa? Vedo nella Chiesa la comunione di tutte le forze che operano per la salvezza e il loro centro di unità e di animazione?
Ho per il successore di Pietro venerazione ed adesione speciale, per i vescovi sincera carità ed obbedienza? so collaborare con la chiesa locale?
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Amorevolezza e castità
Sono aperto e cordiale, pronto a fare il primo passo e ad accogliere sempre con bontà, rispetto e pazienza, soprattutto i giovani? Il mio amore è un affetto vero e personale come quello di un padre e di un amico? So creare corrispondenza di amicizia? La mia castità e il mio equilibrio sono tali da impedire ogni deviazione? Solo la castità salva l'amorevolezza ed apre il cuore ad una vera paternità spirituale come fu quella di don Bosco.
Spirito di famiglia
Do il mio contributo di impegno e di sacrificio per creare nella mia comunità un vero spirito di famiglia sia con i confratelli che con i giovani? Comincio io per primo a sforzarmi per realizzare un clima di mutua confidenza, di vera comunione in cui diventa facile e gioioso condividere tutto? Se sono superiore, è questa una delle mie principali preoccupazioni?
Ottimismo e gioia
Sono pieno di fiducia nella provvidenza di Dio Padre che mi ha mandato ai giovani? Verso di loro ho un atteggiamento ottimista? Credo nelle loro risorse naturali e soprannaturali, pur non ignorandone la debolezza? Ritengo tutto ciò che è buono, specie se è gradito ai giovani? Do loro testimonianza di una vita riuscita e piena di gioia? Una gioia che nasce dalla speranza e dalla docilità allo Spirito Santo?
Preghiera e vita
La mia preghiera è un dialogo semplice e pieno d'amore con Cristo e con il Padre? Rinnovo l'attenzione allo Spirito Santo presente nella mia vita?
La nostra Regola di vita ci impegna ad alcuni atti di preghiera comune e personale: vi sono fedele, non per una imposizione estrinseca ma per una intima esigenza e convinzione?
Celebro l'ufficio divino con amore? Con calma? Se sono sacerdote recito personalmente le parti non recitate
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in comune? Mi impegno a fondo per fare dell'ufficio divino una vera preghiera, un momenfo di incontro e di dialogo con Dio e non una semplice recita di formule?
L'Eucaristia è veramente il centro della mia vita? Posso dire di portare tutta la mia vita alla messa per fare poi della vita una messa? Do il mio apporto di impegno perché la celebrazione della Eucaristia sia per la mia comunità una liturgia viva ed una vera festa quotidiana?
Ricevo con frequenza il sacramento della penitenza per convertirmi sempre più all'amore di Dio e del prossimo? Sono fedele ai propositi che prendo? Ho un confessore a cui normalmente apro l'anima mia? Faccio con serietà l'esame di coscienza quotidiano in modo da conoscermi sempre meglio? Accetto volentieri le correzioni che mi vengono fatte?
Nel ritiro mensile metto da parte ogni occupazione estranea per dedicarmi più intensamente all'ascolto della Parola, alla preghiera, alla revisione della mia vita spirituale? Gli esercizi spirituali hanno ridato al mio spirito una profonda unità nel Signore Gesù?
Faccio con fedeltà la meditazione? t per me un momento di intimità con Cristo e con il Padre? un momento in cui ritrovo le motivazioni profonde delle mie scelte e in cui la mia vita ogni giorno si rinnova e vince l'abitudine? Esco dalla meditazione con un cuore più libero, con una volontà più decisa di dedizione al prossimo?
Sono fedele alla lettura spirituale? Ho una viva familiarità con la Parola di Dio contenuta nella Sacra Scrittura? Mi impegno in uno studio continuo ed aggiornato? La accolgo con fede per farla fruttificare nella mia vita e annunciarla con zelo?
Posso dire di amare davvero la Vergine Maria? Nutro per lei una devozione forte e filiale? So dare ad essa una apertura ecclesiale? La inserisco nel mistero di Cristo? La recita del rosario con la meditazione dei misteri mi aiuta a conformarmi a Gesù?
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I vari momenti di preghiera esplicita comune e personale mi aiutano a fare di tutta la mia vita una preghiera, una vera liturgia?
V. VITA SACERDOTALE
Ho l'anima piena del mio sacerdozio? Vivo l'esaltante certezza di essere strumento del Cristo quando battezzo, perdòno, consacro, offro, evangelizzo? 11 carattere esige da me una santità specificamente sacerdotale, cioè « eccelsa » (Pio XII). Posso dire sinceramente di riscontrarla in me, ovvero mi accontento di una condotta ordinaria, forse meschina?
Il sacerdote è l'uomo della Chiesa
Ho compreso che il mio sacerdozio mi unisce in modo speciale a Cristo Sacerdote e alla sua Chiesa? Vivo in spirito di totale disponibilità, di servizio per il bene dei giovani, dei fedeli, di quanti sono affidati al mio ministero sacerdotale? Mi presto, nei limiti stabiliti dall'ubbidienza, per Ie diverse forme di apostoIato parrocchiale, diocesano, ecclesiale? Sono l'uomo di tutti? « Sacerdos pro hominibus constituitur ». Penso che il sacerdote è sempre, per destinazione essenziale, un missionario e un apostolo?
Ho brillato al cospetto del mondo per l'irreprensibile condotta e l'esemplarità della vita? Ho forse dimenticato che l'efficacia del mio ministero dipende in gran parte dalla santità della mia vita e dalla forza del mio esempio? La mia presenza fa pensare a Cristo? È tale da suscitare nei giovani migliori il desiderio della vocazione?
Considero la Vergine come Madre del mio sacerdozio? La invoco nel confessionale come « Madre di misericordia », « Rifugio dei peccatori »? Amo parlare di Maria? Oriento le anime verso una solida devozione mariana? « Chi non è devoto di Maria non è buon sacerdote » (S. Alfonso).
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Il sacerdote è l'uomo di Dio
« Lo spirito di orazione dev'essere talmente incarnato nel sacerdote che sacerdote e preghiera dev'essere tutt'uno » (S. Giuseppe Cafasso). È cosi per me? Che conto faccio della raccomandazione della Costituzione Liturgica: « Si esortano nel Signore i Sacerdoti a fare in modo che nel recitare (l'ufficio divino) la mente corrisponda alla voce. A tale scopo si procurino una maggiore istruzione liturgica e biblica, specialmente riguarda ai Salmi » (art. 90)? Recito con fedeltà e impegno le parti dell'ufficio divino non celebrate in comune?
Il sacerdote e l'Eucaristia
La celebrazione della Eucaristia è il vertice e la sorgente della mia vita spirituale? Mi impegno a fare della mia vita un atto di amore a Dio e ai fratelli sull'esempio di Gesù? Come comunità ci impegniamo perché la concelebrazione sia fatta con calma, con momenti di silenzio, con vera partecipazione? Le cose importanti non si improvvisano, ma si preparano: mi preparo alla celebrazione della Eucaristia col raccoglimento, con la meditazione della Parola di Dio? Dopo la messa mi fermo un po' di tempo nel dialogo personale col Signore? Vivo la mia messa facendo della mia vita una offerta, una consacrazione, una comunione continua?
Ministro della riconciliazione
Il sacramento della penitenza è parte essenziale del mio ministero. Sono convinto che quando siedo in confessionale, strumento di salvezza di santità dì luce di gioia per le anime, rappresento veramente Gesù Cristo e la Chiesa? Ho acquistato la scienza morale, pastorale, ascetica sufficiente? Mi tengo aggiornato?
Mi impegno per educare i giovani ed i fedeli a questo sacramento? Ne metto in risalto l'aspetto comunitario ed ecclesiale oltre a quello personale? Utilizzo a questo scopo le celebrazioni penitenziali, specialmente nei ritiri e negli esercizi spirituali, seguendo sempre gli orientamenti e Ie norme della Chiesa?
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In confessione, nel fare domande, quando ciò è necessario, sono delicato e prudente? Nell'esercizio della paternità spirituale, specialmente se si tratta di donne, evito atteggiamenti, parole, sentimenti, che potrebbero essere male interpretati?
Il ministero della parola
Considero il « Ministerium Verbi » come un dovere imprescindibile del mio sacerdozio? uno dei principali servizi resi alla verità e alla luce? La mia predicazione prende ispirazione e corpo dalla preghiera e dalla meditazione assidua della parola di Dio? Che cosa predico? me stesso, la mia vanità, oppure il Vangelo, Gesù Cro-- cifisso? Predico in uno stile convenzionale, superato? Ripeto, senza preparazione e convinzione, cose già dette mille volte? Oppure la mia predicazione è convinta, efficace, penetrante? Sono di quelli che hanno paura di urtare la sensibilità dell'uomo moderno e non nominano né il peccato, né i Novissimi, né altre verità fondamentali della nostra Fede? Ho imparato, predicando agli altri, a rendere migliore me stesso?
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BREVE PRESENTAZIONE DELLA REVISIONE DI VITA
« La scoperta costante nella vita ordinaria del Cristo vivo e operante, rivelatore del senso profondo e ultimo del mondo e dell'uomo, frutto di una mentalità evangelica di fede, viene resa possibile in maniera tutta particolare grazie alla pratica della revisione di vita » (AC GS n. 540).
Un pericolo ed una esigenza
Un pericolo minaccia la vita cristiana e religiosa: la dissociazione tra fede e vita. Ora o la fede trasforma ed anima la vita, o la vita elimina la fede. Ed il cristiano, o il religioso, perde la propria identità.
t intrinseca alla fede l'esigenza di diventare vita vissuta, ed è intrinseca alla persona l'esigenza di unità. L'integrazione tra fede e vita è perciò un problema reale e continuo per ogni cristiano.
La revisione di vita è uno dei mezzi in vista dell'integrazione tra fede e vita, sia a livello personale che comunitario.
Non un esame di coscienza...
Nella storia della spiritualità la meditazione, le letture spirituali, i ritiri, gli esercizi, gli stessi sacramenti mirano tutti a questo scopo. La revisione di vita si inserisce in questo dinamismo con una fisionomia tutta propria. Non è un esame di coscienza, né una meditazione. Potrebbe essere così definita: è un modo di pensare i misteri della propria fede e gli impegni specifici della vita religiosa in stretto rapporto con le situazioni della propria esistenza quotidiana.
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Per avvenimento o situazione di vita si intende un fatto in cui ci si trova coinvolti, o come testimoni o come protagonisti, nel quale si è costretti a situarsi, a prendere posizione, a formulare un giudizio, a decidersi a scegliere un comportamento; in una parola, le situazioni impegnative, quelle che sfidano l'uomo a darsi una risposta.
... ma una lettura di fede dei fatti...
La revisione, in fondo, vuol essere una lettura di fede dei fatti concreti della vita con i suoi protagonisti visibili e invisibili, lettura fatta con un piccolo gruppo, attraverso il dialogo fraterno con un certo metodo.
Si parte dai fatti nella loro visibilità concreta per giungere ad un secondo sguardo per scoprire il mistero in essi contenuto. Perché ogni realtà umana è come composta di due parti tra loro « compenetrate » (GS 40): una parte esperienzale, cioè conosciuta con i sensi e la ragione; l'altra « rivelata » dalla fede (sostanzialmente Dio creatore e redentore, protagonista in noi e con noi nella nostra storia).
.._ in vista di una mentalità di fede e dell'impegno
Revisionare la situazione di vita significa vedere la parte esperienzale alla luce e in vivo rapporto con la parola rivelata, nella consapevolezza che essa sola dà il senso vero e vitale a tutto l'insieme.
Perciò nella revisione vi sono tre momenti fondamentali e successivi legati ad un denominatore comune: il passaggio dal concreto visibile al concreto invisibile.
Vedere il concreto visibile (fatti, situazioni, persone, attività...).
Capire per « comprenderlo » fino in fondo, per non restare superficiale, ma « leggervi » dentro il concreto invisibile alla luce della Bibbia: Dio presente nel fatto, che crea la realtà, ha un piano per salvarla, opera in esso secondo questo piano, chiama il cristiano a collaborare.
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Collaborare per decidersi ad aderire alla realtà nuova e comportarsi di conseguenza nel « concreto vissuto »; a collaborare col protagonista invisibile della salvezza.
La Parola di Dio nella revisione di vita
Nel secondo momento, « capire », è essenziale l'uso della Parola di Dio. È però un uso specifico diverso da altri modi. Ad esempio, si può partire dalla Parola di Dio e poi cercare le situazioni in cui incarnarla. Qui invece il punto di partenza è la situazione concreta, un fatto particolare e la parola di Dio è usata come « rivelazione » del profondo di questo fatto.
Il modo pratico: un problema aperto
Da quanto abbiamo detto, la revisione di vita è un mezzo di conversione continua, in quanto tende a creare una mentalità di fede al livello personale e comunitario. Resta aperto il discorso sul modo pratico e sulle condizioni concrete di possibilità della revisione. Una di queste è l'esistenza di una comunità affiatata, in cui i rapporti siano improntati a sincerità ed apertura.
Non è necessario che sia una comunità di « amiconi », ma un gruppo di persone decise a fare della fede e dei propri impegni religiosi l'anima della vita, persone che condividono fino in fondo questo progetto e che perciò sono decise ad usare qualunque mezzo.
Non è qui possibile discutere il metodo .pratico. Una comunità che volesse « partire » cercherà la via cominciando a studiare ciò che è stato scritto sull'argomento, cercando chi ha già fatto esperienza e soprattutto impegnandosi a fondo.
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DONIAMO
LA NOSTRA
VITA
ADIO
E AI GIOVANI
Con un'unica chiamata Cristo ci invita a seguirlo nella sua opera salvifica e nel genere di vita povera e verginale che scelse per sé. E noi, con una unica risposta di amore, con la grazia dello Spirito e sull'esempio degli apostoli, accettiamo di lasciare ogni cosa per meglio lavorare con lui per il Regno. Unica quindi è anche la nostra consacrazione di Salesiani: inseparabilmente apostolica e religiosa.
Dentro questa ricca unità appaiono le affinità profonde tra la nostra attività di apostoli e i nostri impegni religiosi (Cost 68).
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DONIAMO LA NOSTRA VITA A DIO E AI GIOVANI
Contenuto della sezione
Rinato figlio di Dio nel battesimo, il Salesiano vive con fede la sua consacrazione religiosa e la sua missione.
La sua donazione a Dio e ai giovani non nasce puramente da volontà umana ma dalla mozione dello Spirito Santo, a cui egli risponde liberamente e con generosità. Le 15 celebrazioni di questa sezione riprendono i temi fondamentali della nostra vita religiosa e della nostra missione apostolica.
1-2Presentano la consacrazione religiosa come radi-
cata nel battesimo, e l'esigenza di rinnovarla ogni giorno.
3-5Illustrano il significato dei voti in generale se-
guendo le indicazioni del Capitolo e della Lumen Gentium, i cui testi sono ripresi nelle preghiere.
6-8Presentano i tre voti religiosi, tenendo presenti
le nuove Costituzioni, agli articoli delle quali sono ispirate le preghiere conclusive.
9-12 Il discorso della missione in Mt 10,5-42 è la « magna charta » di ogni annunciatore del Vangelo. È suddiviso in quattro celebrazioni in cui sono presentate le condizioni, le conseguenze, la forza e la disposizione fondamentale della missione.
13-15 La missione specifica salesiana in alcuni suoi elementi essenziali è presentata attraverso tre testi delle Memorie Biografiche, a cui segue una preghiera ispirata alle nuove Costituzioni.
Struttura delle celebrazioni
Dialogo d'inizio,
ascolto della Parola, introdotta brevemente e seguita da una pausa di riflessione,
preghiera comune.
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All'inizio e alla fine si può fare un canto.
La preghiera comune riprende, per lo più, testi del Concilio e delle nostre Regole.
li significato di questa trascrizione in forma di preghiera è la consapevolezza che non possiamo tradurre in vita con le sole nostre forze gli impegni presi. Abbiamo bisogno di presentare a Dio la nostra vita e le nostre scelte perché la sua grazia ci aiuti a viverle.
La preghiera è stata suddivisa tra la guida e l'assemblea. Dove però si ritenesse opportuno, può essere proclamata da uno solo.
Rito della professione religiosa
Dopo le quindici celebrazioni sulla nostra consacrazione e missione, è posto il rito della professione religiosa (prima professione, professione perpetua e rinnovazione dei voti). Non abbiamo riportato tutto il rito ma soltanto le parti che riguardano i candidati.
Utilizzazioni
Queste celebrazioni possono essere usate:
durante i ritiri e gli esercizi spirituali: come apertura o conclusione di una predica o conferenza; come momento di riflessione e di preghiera durante l'adorazione eucaristica;
negli incontri di revisione di vita o di programmazione e revisione del lavoro apostolico;
nella meditazione personale.
Le preghiere comuni possono talvolta essere utilizzate a chiusura della lettura spirituale al posto di quelle già indicate.
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1 LA NOSTRA CONSACRAZIONE A DIO I NELLA VITA RELIGIOSA
SI RADICA NEL BATTESIMO
1. DIALOGO D'INIZIO
G Sei benedetto, o Padre, ricco di misericordia,
per l'immensa carità con cui ci hai amati. T A noi, morti per le nostre colpe,
hai ridonato la vita in Cristo!
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Nel battesimo noi moriamo con Cristo al peccato per risorgere con lui alla vita nuova di figli di Dio. Siamo inseriti nel corpo di lui, che è la Chiesa, come membri attivi e responsabili, destinati al culto spirituale del Padre e alla testimonianza.
La nostra vita religiosa si radica nel battesimo ed intende portare a pienezza i frutti della grazia battesimale (LO 44).
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani:
Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più le cose di questa vita!
Se dunque avete liti per cose di questo mondo, voi prendete a giudici gente senza autorità nella Chiesa? Lo dico per vostra vergogna! Cosicché non vi sarebbe proprio nessuna persona saggia tra di voi che possa far da arbitro tra fratello e fratello? No, anzi, un fratello viene chiamato in giudizio dal fratello e per di più davanti a infedeli! E dire che è già per voi una sconfitta avere liti vicendevoli! Perché non subire piuttosto l'ingiustizia? Perché non lasciarvi piuttosto privare di ciò che vi appartiene? Siete voi invece che commettete ingiustizia e rubate, e ciò ai fratelli! O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.
269
Gtali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!
« Tutto mi è lecito! ». Ma non tutto giova. « Tutto mi è lecito! ». Ma io non mi lascerò dominare da nulla.
« I cibi sono per il ventre e il ventre per i cibi! ». Ma Dio distruggerà questo e quelli; il corpo poi non è per l'impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza (Rom 6,3-14).
Meditazione personale
3. RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI
GRinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio? T Rinuncio.
GRinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato? T Rinuncio.
GRinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato? T Rinuncio.
GCredete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? T Credo.
GCredete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
T Credo.
GCredete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
T Credo.
GQuesta è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.
T Amen.
270
G Preghiamo...
Donaci, o Signore,
di camminare come tuoi figli
in novità di vita;
e resi simili a Cristo nella morte al peccato,
potremo partecipare alla gloria
della sua risurrezione.
Lui che vive e regna nei secoli.
T Amen.
UNA SCELTA
L FATTA UNA VOLTA PER SEMPRE EPPURE DA RINNOVARE OGNI GIORNO
1. DIALOGO D'INIZIO
G O Dio, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Il Salesiano accoglie come dono la chiamata del Signore e guidato dallo Spirito sceglie Dio come « parte » della sua vita. Ciò è impossibile agli uomini. È dono di Dio che il Salesiano accoglie con gratitudine, ripensa e approfondisce nella preghiera e vive con fedeltà nella vita.
Dal vangelo secondo Matteo:
Ed ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: « Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? ». Egli rispose: « Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed egli chiese: « Quali? ». Gesù rispose: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare iI falso, onora
971
il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso ». Il giovane gli disse: « Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? ». Gli disse Gesù: « Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi ». Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.
Gesù allora disse ai suoi discepoli: « In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve Io ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli ». A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: « Chi si potrà dunque salvare? ». E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: « Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile » (Mt 19,16-26).
Meditazione personale
3. RINNOVAZIONE DEI VOTI
T Dio Padre, che mi hai consacrato a te
nel giorno del battesimo,
in risposta all'amore del Signore Gesù, tuo Figlio,
che mi chiama a seguirlo più da vicino,
e condotto dallo Spirito Santo che è luce e forza,
io, in piena libertà, mi offro totalmente a te,
impegnandomi
a vivere in comunione di spirito e di azione
con i miei fratelli,
a donare tutte le mie forze
per quelli a cui mi hai mandato,
specialmente per i giovani più poveri,
e a collaborare in questo modo
alla missione della tua Chiesa.
Confidando in Maria ss. Ausiliatrice,
in san Francesco di Sales e in san Giovanni Bosco,
rinnovo il voto di essere casto, povero e obbediente,
secondo la via evangelica
tracciata nelle costituzioni salesiane.
La tua grazia e i miei fratelli salesiani
mi assistano in questo giorno
e mi aiutino ad essere fedele.
Amen.
272
G Preghiamo...
O Signore,
che ci hai chiamati
a donarci totalmente a te e ai fratelli
nella società salesiana:
donaci un cuore fedele
al patto di fede e d'amore
che nella professione religiosa
abbiamo stretto con te.
Tu che vivi e regni nei secoli. T Amen.
3 LA NOSTRA VITA CONSACRATA PORTA ALLA PIENEZZA DELL'AMORE L'UOMO NUOVO
NATO DALL'ACQUA E DALLO SPIRITO
1. DIALOGO D'INIZIO
G O Dio, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
La morte di Gesù è culto al Padre e salvezza per i fratelli perché è un atto di ubbidienza, di fedeltà assoluta
e di amore a Dio e all'uomo.
Noi con i voti vogliamo essere pienamente figli di Dio, così liberi da noi stessi da essere ubbidienti a lui fino al sacrificio. I voti sono vittoria sulla idolatria di se stessi e delle cose. Sono la morte dell'uomo vecchio e la risurrezione dell'uomo nuovo che ama il Padre sopra
ogni cosa e i fratelli come Gesù.
273
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani:
Non regni più il peccato nel vostro corpo mortale, si da sottomettervi ai suoi desideri; non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio, come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio (Rom 6,12-13).
Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale (Rom 12,1).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GTi preghiamo, o Signore,
T aiutaci ad amare e a vivere i consigli evangelici
della castità consacrata,
della povertà e dell'obbedienza come un dono divino.
GO Signore,
che nel battesimo ci hai consacrati al tuo servizio,
T concedi a noi
di donarci con i voti
totalmente a te
nel fervore della carità
e nella perfezione del culto divino.
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, la tua grazia per perseverare e sempre più eccellere nella vocazione a cui ci hai chiamati: così la tua Chiesa sarà sempre più santa, e sempre più perfetta si innalzerà la lode a te, o Dio, uno e trino,
che vivi e regni nei secoli.
T Amen. 274
A LA NOSTRA VITA CONSACRATA q È UN ATTO DI FEDE IN CRISTO RISORTO E UN SEGNO DI SPERANZA
PER IL MONDO
1. DIALOGO D'INIZIO
O Dio, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Solo una fede assoluta nella risurrezione può giustificare la scelta di essere il chicco di grano che muore. Oggi più che mai il mondo ha bisogno di testimoni che nella città terrestre siano il segno vivo della città futura, che portino nel cuore la certezza che la speranza teologale non è una illusione.
Dal libro dell'Apocalisse:
L'angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande
ealto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
Non vidi alcun tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello.
Le nazioni cammineranno alla sua luce
ei re della terra a Lei porteranno la loro magnificenza.
Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno,
perché non vi sarà più la notte.
E porteranno a lei
la gloria e l'onore delle nazioni.
Non entrerà in essa nulla d'impuro,
né chi commette abominio o falsità,
ma solo quelli che sono scritti
nel libro della vita dell'Agnello.
275
Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
Enon vi sarà più maledizione. Il trono di Dio e dei-l'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno iI suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli (Apoc 21,10-11.22-27; 22,1-5) .
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
non abbiamo qui città permanente, ma andiamo in cerca della futura. T Donaci la grazia dello Spirito Santo perché Ia nostra vita
manifesti a tutti i credenti
i beni celesti già presenti in questo mondo; testimoni la vita nuova ed eterna acquistata dalla redenzione di Cristo;
epreannunzi la futura risurrezione e la gloria del regno celeste.
GDonaci la forza dello Spirito Santo, T perché imitiamo fedelmente
erappresentiamo nella Chiesa
la forma di vita che Gesù Cristo abbracciò
quando venne nel mondo per fare la volontà del Padre.
GConcedi, o Signore,
T che la nostra vita
manifesti l'elevazione del regno di Dio
sopra tutte le cose della terra
e le sue esigenze supreme,
e dimostri a tutti gli uomini
la infinita potenza dello Spirito Santo,
operante nella Chiesa.
276 G Preghiamo...
Donaci, o Signore, la tua grazia
per perseverare e sempre più eccellere
nella vocazione a cui ci hai chiamati,
e così la tua Chiesa sarà sempre più santa;
e sempre più perfetta si innalzerà a te la lode,
o Dio, uno e trino,
che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
I CONSIGLI EVANGELICI
J VISSUTI IN PIENEZZA
SONO LA LIBERAZIONE DELLA PERSONA
E LA SUA REALIZZAZIONE NELL'AMORE
1. DIALOGO D'INIZIO
G O Dio, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di. te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
I voti quando sono vissuti in pienezza non sono alienazione della persona e del suo impegno nel mondo, ma vera liberazione.
Il voto di castità, povertà e obbedienza è una scelta di libertà. Il religioso è l'uomo libero per essere disponibile in modo totale al servizio di Dio e dei fratelli.
Noi Salesiani, sull'esempio di don Bosco, vogliamo evangelizzare ed umanizzare i nostri giovani.
Dal vangelo secondo Giovanni:
« Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si
277
salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato: ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome delrunigenito Figlio di Dio.
Eil giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio » (Gv 3,16-21).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Spirito Santo,
T aiutaci a « credere »
che la vita religiosa,
quantunque comporti la rinuncia a beni
molto apprezzabili,
non si oppone al vero progresso
della persona umana,
ma anzi lo favorisce.
GSignore,
T la pratica dei consigli evangelici
che abbiamo abbracciato
con libera risposta alla tua chiamata,
purifichi il nostro cuore
e la nostra libertà spirituale,
etenga continuamente acceso in noi il fervore della carità.
GO Signore, T non permettere mai che ci consideriamo estranei
oinutili alla città terrena.
Aiutaci a tener sempre presenti tutti gli uomini con la tenerezza di Cristo,
a collaborare spiritualmente con loro, perché la costruzione della città terrena sia sempre fondata su dite, e a te diretta, perché non avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando.
278
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, la tua grazia
per perseverare e sempre più eccellere
nella vocazione a cui ci hai chiamati,
e così la tua Chiesa sarà sempre più santa
e sempre più perfetta si innalzerà a te la lode,
oDio, uno e trino, che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
eSEGUIRE CRISTO
U NELLA CASTITÀ PERFETTA
È PER NOI UN DONO DI DIO
E UN IMPEGNO Dl DONAZIONE TOTALE
1. DIALOGO D'INIZIO
GO Dio, tu sei il nostro Dio. T Non abbiamo altro bene fuori di te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
La castità per il Regno è libertà per amare. È un alto valore umano che il cristiano sceglie in risposta ad una chiamata.
Èun dono in vista di un servizio. La castità è per la comunione con Dio e con i fratelli. È il sacrificio spirituale che riempie il cuore di gioia.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai_Corinzi:
Io vorrei vedervi senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato si preoccupa delle cose
279
del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso! Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo(come possa piacere al marito.'Questo Io dico per il vostro bene, non per gettarvi un laccio, ma per indirizzarvi a ciò che è degno e vi tiene uniti al Signore senza distrazioni (1 Cor 7,32-34).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore, noi crediamo:
T il celibato evangelico
per il regno di Dio
non è una nostra scelta,
ma un dono della tua grazia.
Con il tuo amore
aiutaci a vivere con pienezza la castità consacrata:
perché sia maturazione della nostra persona
ecrescita della capacità
di apertura e comunione con gli altri.
GTu ci chiami al celibato
per il servizio dei giovani.
T Ti preghiamo: la nostra risposta di fede
sia generosa e costante
eci renda portatori
del messaggio di purezza liberatrice.
GPreghiamo...
O Signore,
una vita evangelicamente casta
comporta sempre una sofferenza, una morte.
Concedi a noi di viverla
come partecipazione al mistero pasquale di Cristo,
affinché sia testimonianza
che l'uomo nuovo è possibile
e che la speranza non. è un'illusione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
280
7 NOI SEGUIAMO CRISTO POVERO PER ESSERE IN COMUNIONE TRA NOI E CON DIO
E PER DONARCI TOTALMENTE AL VANGELO
1. DIALOGO D'INIZIO
G O Dio, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Le cose sono ambigue: possono essere strumento di comunione o mezzo di divisione e di lotta fra gli uomini. Possono chiudere il cuore dell'uomo in un egoistico orizzonte terreno o aprirlo alla riconoscenza e alla fiducia nel Padre.
Con il voto di povertà il religioso pone Dio al centro della propria vita: l'invisibile al di sopra delle cose visibili, la comunione al posto del possesso, la fiducia nel Padre al di là di ogni preoccupazione terrena. Sceglie così gli umili e i poveri di questo mondo per condividere la loro sorte, usando i beni della terra per la comunione e il servizio.
Dal vangelo secondo Matteo:
Ed ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: « Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna? ». Egli rispose: « Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti ». Ed egli chiese: « Quali? ». Gesù rispose: « Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso ». Il giovane gli disse: « Ho sempre osservato tutte queste cose: che cosa mi manca ancora? ». Gli disse
281
Gesù: « Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi ».
Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.
Gesù allora disse ai suol discepoli: « In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli ». A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: « Chi si potrà dunque salvare? ». E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: « Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile » (Mt 19,16-26).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
ti abbiamo seguito nella povertà:
T concedi a noi,
di vivere questa scelta nella gioia
e di porre la nostra fiducia
nella Provvidenza,
perché la nostra povertà sia sempre
un atto di amore verso te
e verso il prossimo.
GTu che a Nazaret
hai lavorato nell'umiltà,
T insegnaci a vivere la povertà
con un lavoro assiduo e sacrificato
per condividere la sorte dei poveri
e per testimoniare agli uomini d'oggi
il senso umano e cristiano deI lavoro.
GPreghiamo...
O Signore,
concedi a noi di impegnarci continuamente
per essere una comunità povera
di figli tuoi e fratelli in Cristo
a completo servizio della gioventù povera.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
282
O NOI SEGUIAMO CRISTO OBBEDIENTE ti PER VOLERE COME LUI FINO IN FONDO QUELLO CHE VUOLE IL PADRE
1. DIALOGO D'INIZIO
G O Dio, tu sei il nostro Dio.
T Non abbiamo altro bene fuori di te.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
L'uomo obbediente è l'uomo libero da se stesso, alla ricerca della volontà di Dio, per fare della sua vita un servizio al Padre e ai fratelli.
Nella dinamica dell'obbedienza del Signore fino alla morte il religioso attinge il senso e la forza per essere obbediente nella generosa donazione di tutto se stesso al Padre, perché i fratelli siano salvi.
Solo l'amore può renderci religiosi liberi e obbedienti.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi:
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini: apparso in forma umana umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Per questo Dio lo ha esaltato e gli ha donato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre (Fil 2,5-11).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
G O Signore,
manda a noi il tuo Spirito di amore e di verità,
283
T guidaci a leggere, con l'aiuto delle Regole
dei superiori e della comunità,
i segni molteplici e complessi
della tua volontà,
e aiutaci a viverla pienamente nell'amore, ad imitazione di Cristo.
GDonaci la tua forza, o Signore,
T perché la nostra obbedienza sia sempre un atto di intelligenza, di libertà e di responsabilità, e insieme un atto di fede viva.
GTu che ci hai arricchito di doni personali,
T concedi a noi di accettare
che siano valutati e guidati nell'esercizio
dal superiore e dalla comunità;
e quando dovessimo sacrificare
desideri e progetti anche legittimi,
per il bene comune,
donaci la forza
di saperlo fare con fede e con gioia.
GPreghiamo...
O Signore,
aiutaci a credere e a vivere
la nostra obbedienza
come vera partecipazione alla morte di Cristo
per la risurrezione
nostra e dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
284
n LIBERI E POVERI
j PER ANNUNCIARE LA LIBERAZIONE E LA PACE DEL REGNO
1. DIALOGO D'INIZIO
G Rendiamo grazie a Cristo Gesù, Signore nostro.
T Egli ci ha stimati degni di fiducia chiamandoci ad annunciare il suo vangelo di salvezza.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
La missione del Salesiano fra i giovani continua nel tempo la missione della Chiesa.
Egli ritrova nelle parole di Cristo che manda i Dodici, la « magna charta » della sua vita apostolica: la povertà è una condizione essenziale per essere annunciatore del Regno, operatore di liberazione, portatore di pace in un mondo dominato dal male.
Dal vangelo secondo Matteo:
Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: « Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche degna persona, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella
285
casa u da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, neI giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città (Mt 10,5-15).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
che ci hai chiamati a partecipare alla missione della Chiesa,
T concedi che la nostra vita
sia proposta agli uomini, specialmente ai più giovani,
deI messaggio e della grazia di Cristo,
perché in loro cresca l'uomo nuovo,
Cristo Signore.
•Tu, che hai chiamato don Bosco ad annunciare la tua parola ai piccoli,
T rendici in ogni occasione educatori della fede:
dona a ognuno di noi zelo ardente e inventivo,
ele nostre comunità, con la loro vita povera, abbiamo capacità di annuncio
eforza di testimonianza.
GAiutaci con 1a tua grazia, perché sappiamo condurre i giovani alla persona di Gesù Cristo, il Signore risorto.
T La nostra scienza più eminente
sia conoscerlo,
la nostra gioia più profonda
rivelare a tutti
le insondabili ricchezze del suo mistero.
GPreghiamo...
O Signore, concedi a noi
di essere evangelizzatori di salvezza
fra i nostri giovani
nella povertà e nella gioia.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
286
10 ANNUNCIARE LA VERITÀ DEL VANGELO SENZA SOFFRIRE PERSECUZIONI È PRETENDERE L'IMPOSSIBILE
1. DIALOGO D'INIZIO
G Rendiamo grazie a Cristo Gesù, Signore nostro.
T Egli ci ha stimati degni di fiducia chiamandoci ad annunciare il suo vangelo di salvezza.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Nel suo lavoro apostolico il Salesiano non misura la validità e l'efficacia della missione col metro del successo.
Secondo la parola di Cristo, riconosce nella sofferenza e nella persecuzione l'autenticità della sua missione. In un mondo dominato dal male, solo così si realizza la vita del discepolo del Signore.
Dal vangelo secondo Matteo:
Dice Gesù: « Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza-a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Piglio dell'uomo.
287
^
Un discepolo non è da più deI maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo .essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!
Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato » (Mt 10,16-26).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
con un'unica chiamata ci inviti a seguirti
nella consacrazione al Padre
e nella tua opera salvifica:
T donaci il tuo Spirito,
perché con un'unica risposta d'amore
accettiamo di lasciare ogni cosa
per lavorare con te nella costruzione del Regno.
GSignore Gesù,
tu hai compiuto nella sofferenza
la tua missione di salvezza:
T dona al nostro cuore
forza e coraggio
perché siamo tuoi testimoni coraggiosi
nel mondo d'oggi
e sappiamo accettare con gioia
il dolore e la sofferenza
che il lavoro apostolico comporta.
GTu che hai compiuto la tua missione
nell'adesione perfetta alla volontà del Padre,
T mandaci lo Spirito d'amore
che ci introduca nell'intimità col Padre
e ci faccia attingere da una profonda vita interiore
forza nei momenti di difficoltà,
coraggio nel dolore e nella sofferenza.
GPreghiamo... Donaci, o Signore la tua forza,
288 perché, siamo nel mondo
testimoni coraggiosi della tua Parola.
Per Cristo nostro Signore. T Amen.
11 LA FORZA PER ANNUNCIARE IL VANGELO È LA CERTEZZA
CHE DIO È CON NOI COL SUO AMORE
1. DIALOGO D'INIZIO
G Rendiamo grazie a Cristo Gesù, Signore nostro.
T Egli ci ha stimati degni di fiducia chiamandoci ad annunciare il suo vangelo di salvezza.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Il Salesiano dona la sua vita con generosità ai giovani e testimonia con coraggio Cristo, attingendo dall'amore vigile e paterno di Dio la forza e la gioia della missione.
Ha consegnato la sua vita nelle mani del Padre, per questo può donarla ai giovani con generosità.
Dal vangelo secondo Matteo:
Dice Gesù: « Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo. ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!
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Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli » (Mt 10,27-33).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
che ci hai chiamati alla sequela di Cristo
neI servizio dei giovani,
T donaci un cuore grande
capace di donarsi fino in fondo
ai giovani poveri e abbandonati.
•Tu sei stato in mezzo a noi
il testimone dell'amore del Padre:
T concedi che la nostra vita
sia in mezzo ai giovani
segno efficace dell'amore che salva:
perché nel lavoro
di liberazione e di promozione dell'uomo
non ci dimentichiamo mai
di essere servi del Regno.
GTu sei vissuto fra noi
per attuare il disegno d'amore del Padre:
i concedi che il nostro servizio apostolico si radichi in una profonda fiducia nell'amore del Padre,
a cui abbiamo consegnato la vita per la salvezza dei giovani.
•Preghiamo...
O Signore,
con paterno affetto
tu proteggi e guidi la nostra vita:
concedi a noi
di essere fra i giovani
testimoni coraggiosi di Cristo.
Lui che vive e regna nei secoli.
T Amen.
290
DISPOSTI A TUTTO,
12
ANCHE A PERDERE LA VITA NELLA CERTEZZA
CHE SOLO PERDENDOLA, LA SI TROVA
1. DIALOGO D'INIZIO
G Rendiamo grazie a Cristo Gesù, Signore nostro.
T Egli ci ha stimati degni di fiducia chiamandoci ad annunciare il suo vangelo di salvezza.
2. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Il Salesiano riconosce nella legge della croce la dinamica fondamentale della sua missione fra i giovani. « Se il chicco di frumento non cade in terra e vi muore, resta solo » (Gv 12,24).
Nella fedeltà a Cristo crocifisso il Salesiano sarà di nuovo in mezzo ai giovani la presenza di colui che dona la salvezza.
Dal vangelo secondo Matteo:
Dice Gesù: « Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.
Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me acco-
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glie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico non perderà la sua ricompensa » (Mt 10,34-42).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
che sei morto per donarci la vita,
T donaci di morire a noi stessi
nel servizio apostolico:
di essere fra i giovani
educatori di libertà e d'amore,
senza far mai appello alle costrizioni,
ma attingendo sempre alle sorgenti vive
della ragione, dell'amore e del desiderio di te.
GTu che sei stato buono e paziente con tutti quelli che accorrevano a te,
T donaci la forza dello Spirito perché imitiamo la tua pazienza nel dialogo educativo coi giovani, siamo loro vicini come fratelli, li aiutiamo a liberarsi da ogni servitù, e, rispettosi della loro libertà, sappiamo farli crescere nella fede.
GPreghiamo...
O Padre,
che ci hai consacrati al tuo servizio
nella sequela di Cristo casto, povero e obbediente:
concedi a noi di vivere in pienezza
la nostra consacrazione religiosa,
perché il sacrificio della nostra vita
sia fonte di salvezza per i nostri giovani.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
292
.13 LN,OUIRGSEENNTZIAA SENTIAMO
DELLA SALVEZZA
DEI GIOVANI
E ACCOGLIAMO MARIA
COME MAESTRA
1. DIALOGO D'INIZIO
C Ho promesso a Dio
che fin l'ultimo respiro
sarebbe stato per i miei giovani poveri (MB 18,258).
T Qui con voi mi trovo bene:
è proprio la mia vita stare con voi (MB 4,654).
2. ASCOLTO E RIFLESSIONE
Nel sogno di don Bosco a nove anni ritroviamo lo stile della presenza salesiana fra i giovani e l'importanza della Vergine Maria nella missione giovanile. È lei la guida misteriosa dell'infaticabile attività di don Bosco. Lei che nel sogno indica profeticamente la strada a Giovannino.
Chiamati a continuare oggi l'azione di don Bosco attingiamo dal sogno di Giovannino rinnovato impegno e umile pazienza nel nostro lavoro apostolico e filiale fiducia nella Vergine Ausiliatrice.
Dalle Memorie Biografiche:
All'età di nove anni circa ho fatto un sogno che mi rimase profondamente impresso per tutta la vita.
Nel sonno mi parve di essere vicino a casa, in un cortile assai spazioso, dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli che si trastullavano. Alcuni ridevano, altri giuocavano, non pochi bestemmiavano. All'udire quelle bestemmie mi sono subito slanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere. In quel momento apparve un Uomo venerando, in età virile, nobilmente vestito. Un manto bianco gli copriva tutta la persona; ma la sua faccia era così luminosa, che io non poteva rimirarla. Egli mi chiamò per nome, e mi ordinò
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di pormi alla testa di quei fanciulli, aggiungendo queste parole: « Non colle percosse, ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a far loro un'istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù ». Confuso e spaventato soggiunsi che io era un povero ed ignorante fanciullo, incapace di parlare di religione a quei giovanetti. In quel momento quei ragazzi cessando dalle risse, dagli schiamazzi e dalle bestemmie, si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Quasi senza sapere che mi dicessi: « Chi siete voi, soggiunsi, che mi comandate cosa impossibile? ».
« Appunto perché tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili coll'obbedienza e coll'acquisto della scienza ».
« Dove, con quali mezzi potrò acquistare la scienza? ». « Io ti darò la Maestra, sotto alla cui disciplina puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza ».
« Ma chi siete voi che parlate in questo modo? ».
« Io sono il Figlio di Colei che tua madre ti ammaestrò di salutare tre volte al giorno ».
« Mia madre mi dice di non associarmi con quelli che non conosco, senza suo permesso; perciò ditemi il vostro nome ».
« Il mio nome domandalo a mia madre ».
In quel momento vidi accanto a lui una Donna di maestoso aspetto, vestita di un manto che risplendeva da tutte parti, come se ogni punto di quello fosse una fulgidissima stella. Scorgendomi ognor più confuso nelle mie domande e risposte, mi accennò di avvicinarmi a Lei, che presomi con bontà per mano: « Guarda! », mi disse. Guardando mi accorsi che quei fanciulli erano tutti fuggiti, ed ín loro vece vidi una moltitudine di capretti, di cani, di gatti, di orsi e di parecchi altri animali. « Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare, continuò a dire quella Signora. Renditi umile, forte, robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo pei figli miei ».
Volsi allora Io sguardo, ed ecco, invece di animali fe-
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roti, apparvero altrettanti mansueti agnelli, che tutti saltellando correvano attorno belando, come per far festa a quell'Uomo e a quella Signora.
A quel punto, sempre nel sonno, mi misi a piangere, e pregai quella Donna a voler parlare in modo da capire, perciocché io non sapeva quale cosa si volesse significare. Allora Ella mi pose la mano sul capo dicendomi: « A suo tempo tutto comprenderai » (MB I, 123125).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
i giovani sono i primi a cui tu ci mandi.
T Aiutaci a capire, come don Bosco,
l'estrema importanza della nostra missione verso di loro.
GTu hai donato a don Bosco
di essere padre dei giovani poveri e abbandonati.
T Aiutaci a rimanere fedeli alla sua missione
dedicando la nostra vita e tutte le nostre energie
ai giovani, che, a causa della povertà,
non hanno normali possibilità di riuscita
e a tutti i giovani poveri
sul piano affettivo, morale e spirituale.
GO Vergine Ausiliatrice,
tu hai guidato e protetto don Bosco
perché donasse nell'amore
la sua vita per la salvezza dei giovani.
T Proteggi e sostieni
il nostro lavoro apostolico,
donaci pazienza e ottimismo
nel dialogo con i giovani,
aiutaci a guidarli a Cristo Signore
fonte della loro gioia e della loro speranza.
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, la forza del tuo Spirito
perché siamo oggi, come don Bosco,
amici ed educatori dei giovani poveri e abbandonati.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
295
14 LO STILE DELLA NOSTRA MISSIONE TRA I GIOVANI: L'AMICIZIA E LA PROMOZIONE UMANA
1. DIALOGO D'INIZIO
G Ho promesso a Dio
che fin l'ultimo respiro
sarebbe stato per i miei giovani poveri (MB 18,258).
T Qui con voi mi trovo bene:
è proprio la mia vita stare con voi (MB 4,654).
2. ASCOLTO E RIFLESSIONE
Nell'amore ai poveri, agli ultimi il Salesiano trova la specificità nella sua missione ai giovani.
Come don Bosco, offre gratuitamente ai giovani la sua amicizia e il suo aiuto. Pagando di persona dimostra loro il suo amore, perché crescano uomini completi e cristiani maturi.
Dalle Memorie Biografiche:
La franchezza di don Bosco nell'invitare i giovani aveva alcunché di straordinario. Don Garigliano compagno di don Bosco alle scuole di Chieri, ricordando con grande tenerezza quella sua antica amicizia, narrò a don Carlo Maria Viglietti nel 1889 fra altro il seguente episodio: Accompagnava un giorno don Bosco per Torino, quando, giunti innanzi alla chiesa della Trinità in via Dora-grossa, c'imbattemmo in un giovanotto, malvestito e arrogante nell'aspetto.
Don Bosco lo salutò amorevolmente, lo fermò e: « Chi sei tu? », gli disse.
« Chi sono io?... e Lei che cosa vuole da me? chi è Lei? », rispose il giovane.
« Io vedi, rispose don Bosco, sono un prete che voglio tanto bene ai giovani, e li raduno alla domenica in un beI luogo presso la Dora vicino al Rifugio, e poi dò loro delle cose buone, li diverto, ed essi mi portano
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molta affezione; io sono don Bosco. Ma adesso che io ti ho detto chi sono, ho diritto di sapere chi sei tu ». « Io sono un povero giovane disoccupato, senza padre e senza madre, e cerco d'impiegarmi ».
« Ebbene, guarda; io ti voglio aiutare... e come ti chiami? ».
« Io mi chiamo... », e disse il suo nome.
« Bene, ascolta: domenica ti aspetto con i miei figli... vieni, ti divertirai, poi io ti cercherò padrone... ti farò stare allegro ».
Il giovane fissò per qualche istante gli occhi in viso a don Bosco e gli disse bruscamente: « Non è vero! ». Don Bosco trasse allora di tasca una pezza da dieci soldi, Ia pose nelle mani del giovane e: « Sì... sì.... è vero; vieni e vedrai ».
Quegli guardò commosso la moneta e rispose: « Don Bosco... verrò... Se domenica manco, mi chiami: Busiard » (MB III, 41-42).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
G O Signore, tu ci hai chiamati
ad essere educatori.
T Donaci di vivere sempre con i giovani
e di collaborare con loro
perché crescano alla piena maturità umana.
C Tu hai donato a don Bosco
un cuore grande
perché fosse amico dei poveri e degli ultimi.
T Aiutaci a vivere come lui:
per donare ai giovani
il pane del corpo,
la competenza in una professione,
la cultura intellettuale,
e soprattutto per aiutarli
ad aprirsi alla verità
e a costruire la loro libertà.
C Preghiamo... O Signore,
donaci il tuo Spirito d'amore
297
perché sappiamo realizzare
la promozione umana integrale
dei nostri giovani,
ed essere segni e portatori
dell'amore liberatore di Cristo e della Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
15 LA META DELLA NOSTRA MISSIONE TRA I GIOVANI: FARLI INCONTRARE CON CRISTO
1. DIALOGO D'INIZIO
G Ho promesso a Dio
che fin l'ultimo respiro
sarebbe stato per i miei giovani poveri (MB 18,258).
1' Qui con voi mi trovo bene:
è proprio la mia vita stare con voi (MB 4,654).
2. ASCOLTO E FlIFLESSIONE
Nell'attività evangelizzatrice e catechistica il Salesiano vive la dimensione fondamentale della sua missione. Nel mondo attuale, tentato dall'ateismo, egli è come don Bosco anzitutto testimone del Signore e riconosce nell'annuncio esplicito del messaggio la forza liberatrice della vita dei giovani.
Dalle Memorie Biografiche:
Uno dei mezzi principali per accrescere il numero dei suoi ragazzi fu quello di andarli a cercare sulle piazze, nelle strade, lungo i viali. Incontrando qualche piccolo girovago, qualche scioperato che non aveva potuto trovar padrone, fermavali con molta amorevolezza e ben tosto li interrogava se sapevano farsi il segno della
298
santa Croce: se non sapevano, traendoli all'angolo della via o invitandoli a sedere su di una panchina del viale, con molta pazienza loro insegnavalo. Quando lo avevano bene appreso e avevano con Iui recitata un'Ave Maria, faceva loro qualche regalo, invitandoli ad intervenire all'Oratorio. Il giovane Rua Michele fu testimonio più volte di queste scenette edificanti che svolgevansi in pubblico, senza che don Bosco badasse alla gente che andava e veniva.
Passando innanzi alle officine nell'ora del riposo o della colazione non si peritava di avanzarsi dove scorgeva in crocchio molti dei giovani apprendisti, e dopo averli cordialmente salutati, domandava di qual paese fossero, come si chiamasse il loro parroco, se fossero ancor vivi i genitori, quanto tempo era che avessero incominciato ad apprendere quel mestiere. E così dopo essersi guadagnata la loro simpatia, loro domandava se ancor ricordassero ciò che avevano imparato ai catechismi uditi nella parrocchia, se nell'ultima Pasqua si fossero accostati ai Sacramenti, se recitassero mattino e sera le loro orazioni. Alle franche risposte dei giovani, don Bosco con eguale franchezza indicando la propria abitazione in Valdocco, loro manifestava il desiderio di voler essere loro amico, pel bene dell'anima. E quegli accettavano promettendo, e la seguente domenica don Bosco li vedeva intorno a sé e attenti alle sue istruzioni.
Se imbattevasi con qualche giovanotto di sua antica conoscenza, che da qualche mese non avesse più visto alla domenica non lasciava di chiedergli da quanto tempo non si fosse più confessato, se ascoltasse la Messa nei giorni festivi, se la sua condotta fosse sempre buona, e concludeva: « Vieni, mi farai sempre piacere e, potendolo, conduci con te i tuoi amici ».
Scorgendo un gruppo di monelli in mezzo ai prati, si fermava accennando che desiderava intrattenersi con loro. Essi accorrevano, ed egli chiedeva loro se fossero allegri e buoni, come passassero la giornata, ove abitassero, qual mestiere esercitassero i loro genitori, quali giuochi essi prediligessero; quindi passava a descrivere i sollazzi di ogni genere preparati nel suo cortile, e il
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tamburo, e la tromba, e la passeggiata e cento altre meraviglie. Aggiungeva che se fossero venuti da lui, avrebbero uditi dei bellissimi racconti e un po' di dottrina cristiana. Nel congedarli, se era il caso, donava loro alcuni soldi. Quei giovanetti rimanevano incantati e gridavano: « Domenica verremo anche noi! » (MB III, 38-39).
Meditazione personale
3. PREGHIERA COMUNE
GO Signore,
tu solo sei la salvezza dell'uomo. T Donaci lo Spirito Santo
perché sappiamo condurre a te
i giovani che ci hai affidato.
GTu nella Chiesa
ci chiami a servire i giovani.
T Concedi che il nostro servizio apostolico
li aiuti a crescere nella fede e nell'amore
perché diano il loro generoso apporto
alla crescita della Chiesa
e alla trasformazione cristiana del mondo.
GTu che nei segni sacramentali
sei per tutti fonte di salvezza.
T Aiutaci ad iniziare i giovani
a una partecipazione piena, convinta e attiva
alla vita liturgica,
perché nell'Eucaristia e nella Penitenza
attingano la forza e la gioia
della loro giovinezza.
GPreghiamo...
Rendici, o Signore,
lavoratori instancabili
per la salvezza dei nostri giovani,
e con l'esempio e l'aiuto di don Bosco
sapremo aiutarli
a crescere nella vita nuova
come tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
300
PRIMA PROFESSIONE
Rito
Il rito completo della professione religiosa con tutte le indicazioni ed i testi si trova nel relativo libro liturgico approvato. Qui riportiamo solo le parti specifiche dei candidati perché ne possano prendere conoscenza e farne oggetto di meditazione.
1. APPELLO O DOMANDA
Dopo il vangelo, tutti seggono, mentre i novizi stanno in piedi.
Se lo si ritiene opportuno, il Maestro dei novizi (o il diacono) chiama i singoli candidati per nome, ed essi rispondono: Presente, o in altro modo. Poi il superiore interroga i candidati con queste parole o con altre simili:
S Figli carissimi,
che cosa domandate a Dio e alla sua Chiesa?
R La misericordia di Dio
e la grazia di dedicarci totalmente a lui e al suo Regno, con la professione religiosa nella Società di san Francesco di Sales.
T Rendiamo grazie a Dio.
Invece di questa risposta, i candidati possono esprimere le loro intenzioni con altre formulazioni preparate da loro stessi.
Oppure, a scelta, invece dell'appello e della domanda del superiore, un novizio a nome di tutti si rivolge al superiore con queste parole o con altre simili:
Con l'aiuto di Dio, noi N. e N.
abbiamo imparato a conoscere la vostra regola
e abbiamo trascorso in fraternità con voi
il periodo della prova.
Ora chiediamo umilmente a te, padre,
di poterci consacrare a Dio e al suo Regno
301
con la professione religiosa
nella Società di san Francesco di Sales.
T Rendiamo grazie a Dio.
Se i novizi sono pochi, ognuno può manifestare con la domanda personale i motivi per cui ha scelto di professare nella società.
2. OMELIA
3. INTERROGAZIONI
Terminata l'omelia, il superiore si rivolge ai candidati (in piedi) con queste parole o con altre simili:
S Carissimi,
con il battesimo dall'acqua e dallo Spirito
voi siete già consacrati a Dio.
Volete ora rendere più profonda
questa consacrazione con la professione religiosa?
R Sì, lo voglio.
S Per seguire Cristo come ha fatto don Bosco, volete vivere in castità per il Regno dei cieli, abbracciare la povertà volontaria,
offrire a Dio il dono della vostra obbedienza?
R Sì, lo voglio.
S Volete d'ora in poi fare vita comune
con i fratelli che il Signore vi dà,
e insieme con loro spendere generosamente
la vostra vita
al servizio del popolo di Dio,
specialmente dei giovani e dei poveri?
R Sì, lo voglio.
S Durante il noviziato avete appreso lo spirito della nostra famiglia mediante Io studio e la pratica delle Costituzioni e Regolamenti della Società Salesiana. Siete disposti a praticare questa norma evangelica di vita sforzandovi di progredire di giorno in giorno?
R Sì, con la grazia di Dio. 302
S Colui che ha cominciato in voi quest'opera eccellente,
vi aiuti a portarla a compimento.
T Amen.
4. PREGHIERA PER I CANDIDATI
Il superiore invita l'assemblea alla preghiera con queste parole o con altre simili.
S Preghiamo il Signore
perché assista questi nostri fratelli
nel loro santo proposito (pausa di silenzio).
O Padre, guarda con benevolenza
questi nostri fratelli (N. e N.),
che oggi, davanti alla tua Chiesa,
vogliono consacrarsi a te
con la professione dei consigli evangelici
concedi che la loro vita
sia un continuo atto di amore per te
e un dono di salvezza per i giovani.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. PROFESSIONE
Due confratelli, ,in piedi accanto al superiore, fungono da testimoni. I novizi, a uno a uno, si presentano davanti al superiore e leggono la formula della professione. Se sono numerosi, possono leggere la formula tutti insieme: poi ognuno individualmente manifesta la sua volontà, dicendo: Io N.N. lo prometto.
Dio Padre,
che mi hai consacrato a te nel giorno del battesimo,
in risposta all'amore del Signore Gesù, tuo Figlio, che mi chiama a servirlo più da vicino, e condotto dallo Spirito Santo, che è luce e forza, io, N.N., in piena libertà, mi offro totalmente a te, impegnandomi a vivere nella Società Salesiana in comunione di spirito e di azione con i miei fratelli, a donare tutte le mie forze
per quelli a cui mi manderai,
303
specialmente per i giovani più poveri, e a collaborare in questo modo alla missione della tua Chiesa.
Per questo,
confidando in Maria SS. Ausiliatrice,
in san Francesco di Sales e in san Giovanni Bosco,
davanti a ... che fa le veci del Rettor Maggiore
della Società,
faccio voto per ... anni di essere casto,
povero e obbediente,
secondo Ia via evangelica
tracciata nelle Costituzioni salesiane.
La grazia di Dio e i miei fratelli salesiani mi assistano ogni giorno e mi aiutino ad essere fedele.
S A nome della Chiesa e della Società, ti accolgo come confratello, impegnato con voti temporanei, tra i Salesiani di don Bosco.
6. CONSEGNA DELLE COSTITUZIONI
II superiore consegna ad ognuno il libro delle Costituzioni o Regolamenti, dicendo:
S Ricevi la Regola della nostra Società.
Osservala fedelmente:
sarà per te fonte di luce,
di gioia anche nella croce,
e della pace di Cristo risorto.
R Amen.
Se i professi sono numerosi, il superiore dice una sola volta la formula per tutti, poi consegna a ciascuno il libro in silenzio. Intanto si può cantare il salmo 18 o 23 o 118, oppure un altro canto adatto.
7. PREGHIERA DEI FEDELI
Dopo la consegna della Costituzioni si fa la preghiera dei fedeli. Le intenzioni si possono desumere dal libro ufficiale oppure farne altre. Poi riprende la Messa.
Al momento della pace il superiore darà l'abbraccio ai neo-professi.
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PROFESSIONE PERPETUA Rito
1. APPELLO O DOMANDA
Dopo il vangelo, tutti seggono, mentre i candidati stanno in piedi.
Se lo si ritiene opportuno, il Maestro dei novizi (o il diacono) chiama i singoli candidati per nome, ed essi rispondono: Presente, o in altro modo. Poi il superiore interroga i candidati con queste parole o con altre simili:
S Carissimi,
che cosa chiedete a Dio e alla sua Chiesa?
R Di servire Dio per tutta la nostra vita nella società di san Francesco di Sales
per portare a pienezza la consacrazione battesimale.
T Rendiamo grazie a Dio.
Invece di questa risposta, i candidati possono esprimere le loro intenzioni con altre formulazioni preparate da loro stessi. Oppure, a scelta, invece dell'appello e della domanda del superiore, un candidato a nome di tutti si rivolge al superiore con queste parole o con altre simili:
Con l'aiuto di Dio, noi N.N.
abbiamo conosciuto nella vostra comunità
la vita a lui consacrata con i voti:
ora chiediamo umilmente a te, padre,
di poter fare la professione perpetua
nella Società di san Francesco di Sales
a lode di Dio e a servizio della Chiesa.
T Rendiamo grazie a Dio.
Se i candidati sono pochi, ognuno può manifestare con la sua domanda personale i motivi per cui ha scelto di professare per sempre nella Società.
2. OMELIA
305
3. INTERROGAZIONE
Terminata l'omelia, il superiore si rivolge ai candidati (in piedi) con queste parole, o con altre simili:
5 Carissimi, già da vari anni avete provato a vivere la consacrazione apostolica e religiosa propria della nostra Società.
Volete rendere perfetto il vostro dono, impegnando definitivamente la vostra vita?
R Sì, lo voglio, perché credo che l'amore fedele di Dio mi chiama per questa vita.
5 Cristo Signore e Maria sua madre hanno scelto per se stessi una vita di castità, di obbedienza e di povertà per il Regno dei cieli.
Volete anche voi, con la grazia di Dio, fare la stessa scelta per sempre?
R Sì, lo voglio, perché Dio sia il mio unico amore, il mio unico Maestro e il mio bene supremo.
5 Vivere e lavorare insieme è per noi Salesiani una esigenza fondamentale.
Volete vivere definitivamente nella comunione con
i vostri fratelli, con tutti i membri della Società Salesiana?
R Sì, lo voglio, per contribuire a rivelare al mondo che il disegno di Dio è di riunire tutti gli uomini nell'unità e nell'amore.
S Gli adolescenti e i giovani sono i primi e principali destinatari della nostra missione.
Volete spendere tutte le vostre forze per loro, specialmente per i più poveri?
R Sì, lo voglio, per essere segno e portatore dell'amore di Dio, che non vuol lasciar perire nessuno di loro.
S Benedetto sia Dio, -
per la grazia che manifesta in voi.
T Amen. 306
4. PREGHIERA LITANICA
La preghiera filoni= con l'invocazione dei santi la si desuma dal libro ufficiale.
5. PROFESSIONE
Due confratelli, in piedi accanto al superiore, fungono da testimoni. I candidati, a uno a uno, si presentano davanti al superiore e leggono la formula della professione, che avranno scritto di propria mano.
Dio Padre,
che mi hai consacrato a te nel giorno del battesimo,
in risposta all'amore del Signore Gesù, tuo Figlio, che mi chiama a servirlo più da vicino, e condotto dallo Spirito Santo, che è luce e forza,
io, N.N., in piena libertà, mi offro totalmente a te,
impegnandomi a vivere nella Società Salesiana
in comunione dí spirito e di azione con i miei fratelli,
a donare tutte le mie forze per quelli a cui mi manderai,
specialmente per i giovani più poveri,
e a collaborare ín questo modo
alla missione della tua Chiesa.
Per questo,
confidando in Maria SS. Ausiliatrice,
in san Francesco di Sales e in san Giovanni Bosco,
davanti a ... che fa le veci deI Rettor Maggiore
della Società,
faccio voto per sempre di essere casto,
povero e obbediente,
secondo la via evangelica
tracciata nelle Costituzioni salesiane.
La grazia di Dio e i miei fratelli Salesiani mi assistano ogni giorno e mi aiutino ad essere fedele.
II neo-professo va a deporre sull'altare il foglio con la formula di professione; sullo stesso altare, può anche firmare l'atto ufficiale dell'avvenuta professione. I professi e l'assemblea possono cantare un'antifona per esprimere la loro gioia, per es. dal salmo 26, 83, oppure il Magnificat o un altro canto di lode e riconoscenza.
307
5. SOLENNE BENEDIZIONE
E CONSACRAZIONE DEI NEOPROFESSI
I neo-professi si inginocchiano. Il superiore, con le braccia allargate, dice su di loro la preghiera di benedizione usando, a scelta, uno dei testi qui riportati.
Nella seconda preghiera, le espressioni poste tra parentesi si possono omettere.
Prima preghiera
O Dio, per tuo dono fiorisce la santità nella Chiesa:
a te la lode da ogni creatura.
Tu agli inizi del tempo
hai creato un mondo bello e sereno,
e quando fu sconvolto dal peccato di Adamo
hai fatto balenare la promessa
di un nuovo cielo e di una nuova terra.
All'uomo hai affidato il mondo
perché lo rendesse fecondo con il lavoro e, percorrendone le vie,
dirigesse i suoi passi alla città del cielo.
Ai tuoi figli che, mediante i sacramenti,
hai riunito nella Chiesa,
tu distribuisci una grande varietà di carismi,
perché alcuni ti servano nella santità del Matrimonio
o altri, rinunciando alle nozze per il Regno dei cieli,
siano pronti a mettere in comune con i fratelli
i loro beni,
e con una esemplare testimonianza di amore
diventino un cuore solo
e offrano un'immagine della comunità celeste.
Padre, ti preghiamo umilmente:
manda il tuo Spirito
su questi tuoi figli,
che hanno aderito con fede alla parola di Cristo.
Raffermali nel loro proposito
e modella la loro vita sul Vangelo.
Ravviva in essi la carità fraterna
e la sollecitudine per tutti gli uomini,
perché siano un chiaro segno
che tu sei l'unico vero Dio
e ami tutti gli uomini con amore infinito.
308
Sostengano con coraggio le prove della vita, ricevano fin d'ora il centuplo che hai promesso e poi la ricompensa senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Seconda preghiera
O Dio, principio e fonte di ogni santità,
hai tanto amato gli uomini da te creati
da renderli partecipi della tua vita divina;
e non valsero ad estinguere il tuo disegno di amore
il peccato di Adamo e tutte le altre colpe.
Già agli inizi della storia
ci hai dato in Abele
un esempio di vita irreprensibile;
dalla stirpe del popolo eletto,
nella tua provvidenza
hai suscitato attraverso i secoli
uomini giusti
e donne di eminenti virtù:
splende fra tutte la figlia di Sion,
la santa Vergine Maria:
con parto verginale, ella diede alla luce
il tuo Verbo fatto uomo per la salvezza del mondo,
Gesù Cristo nostro Signore.
Egli è apparso, o Padre,
come splendore della tua santità:
per arricchirci si fece povero,
prese l'aspetto di servo
per guidarci alla libertà.
Nel suo mistero pasquale
ha redento il mondo con immenso amore,
ha santificato la Chiesa
e le ha meritato da te, o Padre,
i doni dello Spirito Santo.
Con Ia voce interiore dello stesso Spirito, hai attratto innumerevoli figli
309
a seguire Gesù Signore,
perché, lasciando ogni cosa,
generosamente aderissero a te
con soavi vincoli d'amore
e si dedicassero al servizio di tutti i fratelli.
Guarda, o Padre, a questi tuoi figli
che hai chiamato secondo un misterioso disegno;
infondi in loro lo Spirito di santità,
perché possano adempiere con il tuo aiuto
ciò che per tuo dono ti promettono con gioia.
Contemplino sempre gli esempi del divino Maestro
e li traducano nella vita.
(Risplenda in essi, o Padre, una castità illibata, una povertà contenta,
un'obbedienza generosa. Ti piacciano per l'umiltà, ti servano con cuore docile, ti amino con ardente carità. Siano pazienti nelle prove, saldi nella fede,
lieti nella speranza,
operosi nell'amore].
La loro vita edifichi la Chiesa,
promuova la salvezza del mondo
e appaia come segno luminoso
dei beni futuri.
Sii tu, Padre santo, per questi figli
sostegno e guida;
e quando compariranno in giudizio
davanti al tuo Figlio
sii per loro la vera ricompensa;
ed essi si allieteranno di essere stati fedeli
alla loro consacrazione;
conformati nel tuo amore,
canteranno a te la lode perenne
nella comunione dei santi.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen. 310
ACCOGLIENZA DEI PROFESSI NELLA SOCIETA SALESIANA
S Carissimi,
a nome della Chiesa e della Società
siamo lieti di accogliervi come confratelli
impegnati con voti perpetui
tra i Salesiani di don Bosco.
D'ora in poi tutto sarà in comune tra noi.
l'abbraccio fraterno
sia segno di questa comunione di vita
in Cristo Gesù nostro Signore.
Il superiore e tutti gli altri confratelli (se è possibile) accolgono i neo-professi con l'abbraccio di pace. Questo sarà omesso nella Messa, prima della comunione. Intanto si canta il salmo 132 o un altro canto adatto. Poi i professi ritornano al loro posto e la Messa continua.
311
RINNOVAZIONE DEI VOTI Rito
1. PREGHIERA Dl INTERCESSIONE
Dopo il vangelo si tiene l'omelia, poi il superiore inviti l'assemblea alla preghiera con queste parole o con altra simili:
S Carissimi,
preghiamo Dio Padre,
dal quale proviene il dono della perseveranza,
per questi nostri fratelli
già consacrati nella nostra Società,
e che oggi rinnovano i loro voti davanti alla Chiesa.
S Padre santo, guarda questi nostri fratelli, che nel tuo misterioso disegno di amore hai chiamato a condurre la vita evangelica del religioso salesiano:
concedi loro di perseverare fedelmente nel cammino che hanno intrapreso con tanto fervore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
2. RINNOVAZIONE DEI VOTI
Due confratelli, in piedi accanto al superiore, fungono d testimoni. I confratelli, a uno a uno, si presentano davan al superiore e leggono la formula di professione. Se son numerosi, possono leggere la formula tutti insieme: m ognuno individualmente manifesta la sua volontà, dicendo Io, N.N., lo prometto.
Dio Padre,
che mi hai consacrato a te nel giorno del battesimo,
in risposta all'amore del Signore Gesù, tuo Figlio, che mi chiama a servirlo più da vicino, e condotto dallo Spirito Santo, che è luce e forza,
312 io, N.N., in piena libertà, mi offro totalmente a te,
impegnandomi a vivere nella Società Salesiana
in comunione di spirito e di azione con i miei fratelli,
a donare tutte le mie forze
per quelli a cui mi manderai,
specialmente per i giovani più poveri,
e a collaborare in questo modo
alla missione della tua Chiesa.
Per questo,
confidando in Maria SS. Ausiliatrice,
in san Francesco di Sales e in san Giovanni Bosco,
davanti a ... che fa le veci del Rettor Maggiore
della Società,
faccio voto per ... anni di essere casto,
povero e obbediente,
secondo la via evangelica
tracciata nelle Costituzioni salesiane.
La grazia di Dio e i miei fratelli salesiani mi assistano ogni giorno e mi aiutino ad essere fedele.
S A nome della Chiesa e della Società, ti accolgo come confratello, impegnato con voti temporanei, tra i Salesiani di don Bosco.
3. PREGHIERA DEI FEDELI
La preghiera dei fedeli può essere desunta dal libro ufficiale. Si possono anche fare nuove intenzioni.
Poi la Messa riprende e al momento della pace il superiore darà l'abbraccio ai professi.
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NEL SILENZIO
IL SIGNORE
PARLA
AL NOSTRO
CUORE
La nostra volontà di conversione si rinnova ogni mese nell'Esercizio della Buona Morte ed ogni anno negli Esercizi Spirituali.
Don Bosco vedeva in questi tempi di raccoglimento e di ripresa, « la parte fondamentale », e come la sintesi di tutta la nostra vita di preghiera.
Essi ridonano al nostro spirito profonda unità nel Signore Gesù. Per ogni Salesiano e per la comunità sono momenti privilegiati di ascolto della Parola di Dio; di discernimento della sua volontà e di purificazione del nostro cuore (Cost 63).
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ESERCIZI SPIRITUALI
Nel corso dei secoli lo Spirito ha suscitato diverse esperienze per l'approfondimento della fede, l'aumento della carità, l'impegno nel servizio di Dio e dei fratelli, la scoperta personale del Dio vivente e l'intimità con lui. Queste esperienze sono state concretate in forme e modelli particolari che si sono diffusi e tramandati dalla pietà cristiana, secondo accentuazioni dovute alla mentalità e alla cultura. Anche don Bosco se ne servì con profitto, adattando, adottando e diffondendo metodi e tecniche in uso al suo tempo, in corrispondenza alle esigenze e alle possibilità dei singoli e delle comunità. Le profonde mutazioni nella storia e nella Chiesa, oggi ci stimolano a ricercare e a riscoprire la identità di questi « momenti forti » della vita religiosa dei confratelli e delle nostre comunità, oltre a quelli dell'anno liturgico: il principio ispiratore è lo stesso. Per questo è opportuno che esercizi e ritiri siano convenientemente inseriti e collocati nei momenti più adatti dell'anno liturgico.
® Valori da cercare a tutti i costi:
un ascolto della parola di Dio più ampio e più intenso, in forma di letture, di omelia o di conferenza, favorito dal silenzio interiore ed esteriore, prolungato nella meditazione personale, in vista della conversione, cioè di una fede e di un amore più grande, di un cambiamento di mentalità e di atteggiamento, di una revisione della propria vita alla luce del Vangelo, dell'unità e della comunicazione tra i membri della stessa ispettoria (o casa), mediante l'approfondimento dello spirito salesiano, lo scambio di esperienze, la preghiera comune, la carità.
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^Perché questo cammino sia facilitato è bene che gli esercizi siano condotti da una équipe, possibilmente legata a un centro di spiritualità, che Ii programma in precedenza a livello ispettoriale; essa sia formata da un predicatore e da un animatore liturgico. Il primo annuncia la parola, il secondo anima la preghiera come risposta, perché il lavoro spirituale sia omogeneo e organico.
Gli esercizi non dipendono dal peso della parola del predicatore o dalla regia-creativa dell'animatore, ma dalla grazia di Dio e dall'impegno dei singoli: perciò il ruolo dell'équipe dev'essere discreto e dosato nella misura in cui la comunità dimostra maturità nel suo cammino.
^La varietà di situazioni e di esigenze nuove richiedono un pluralismo di forme, a seconda della fisionomia dei gruppi e delle persone, in una ricerca intelligente, sensibile e aperta, che, più dell'uniformità, ha di mira i valori da raggiungere e da salvare.
La forma più comune ha tre momenti di predicazione, seguiti da tempi sufficientemente lunghi per la meditazione personale, la recita comune di alcune parti dell'ufficio divino e la concelebrazione con l'omelia.
Il silenzio è interrotto dopo pranzo e dopo cena in vista della conversazione e della comunicazione fraterna. Analoga a questa forma è quella con cui i confratelli osservano il silenzio per tutta la giornata. t bene che ogni ispettoria offra questa possibilità a coloro che lo desiderano.
Gli esercizi spirituali sono un momento forte della vita della comunità ispettoriale e delle singole case, per cui è bene che i confratelli partecipino normalmente ai corsi che si tengono in ispettoria. Però in particolari circostanze è possibile, col consenso dell'ispettore, per gli individui e le comunità partecipare ad altre forme di esercizi spirituali anche presso altri istituti religiosi e centri di spiritualità.
^L'orario sarà in ogni caso semplice, discreto, funzionale, studiato e concordato volta per volta, in relazione
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ai modelli scelti, alla maturità delle persone, ai valori da salvaguardare comunque; non è detto che esso debba essere uguale ogni giorno, ma deve rispettare il cammino di conversione.
Per l'ascolto e la preghiera personale ci vuole silenzio o tempi sufficientemente lunghi. Per questo, nel compilare l'orario degli esercizi non ci si deve preoccupare tanto di riempire e di frazionare, ma piuttosto di incidere forte, lasciando la parte principale al protagonista vero: lo Spirito Santo.
Le celebrazioni comunitarie hanno il culmine nell'Eucaristia concelebrata: dalla sua collocazione dipende la organizzazione della giornata.
Lodi e Vespro sono l'espressione della preghiera comunitaria: non vanno aggiunti e sovrapposti alla messa o all'adorazione eucaristica, piuttosto siano armonizzati con la predicazione.
Particolare importanza ha la celebrazione comunitaria della penitenza: compiuta nei primi giorni, essa è segno dell'impegno comune di conversione. In seguito i singoli potranno aprirsi a un padre spirituale per orientarsi o consigliarsi o ricevere aiuto.
La lettura in comune della Regola può essere fatta in modo autonomo o in forma di revisione, in un incontro spirituale.
I pii esercizi sono affidati alla devozione personale. Particolare significato acquista la rinnovazione comuni-
taria dei voti.
^La sezione presenta una celebrazione introduttiva, e
una celebrazione di chiusura, che talvolta potrà anche essere utilizzata come Liturgia della Parola nell'Eucari-
stia dell'ultimo giorno degli esercizi.
^Rilettura di tutto il libro in funzione degli esercizi
spirituali. Tutto il libro è un buon sussidio per la riflessione e la preghiera personale. Qui però diamo solo alcune indicazioni per l'uso comunitario.
La sezione 3: « Formiamo un solo corpo partecipando all'unico pane » (pagg. 107-180) offre celebrazioni per l'adorazione eucaristica.
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I testi biblici alle pagine 156-179 possono essere anche usati come canto o lettura di ringraziamento dopo la comunione, scelti in consonanza con il tema del giorno, oppure come introduzione o conclusione di una predica o conferenza.
La sezione 4: « Moriamo con Cristo al peccato per risorgere con lui all'amore » (pagg. 181-264) dà varie possibilità di scelta per la celebrazione penitenziale e l'esame di coscienza.
La sezione 5: « Doniamo la nostra vita a Dio e ai giovani » (pagg. 265-314) tratta in forma di brevi celebrazioni alcuni temi classici degli esercizi.
Le preghiere conclusive poi di queste celebrazioni si ispirano alle Costituzioni riprendendo concetti e linguaggio. Si potrà perciò inquadrare in queste celebrazioni prediche o conferenze.
La sezione 7: « Momenti della nostra vita che si fanno preghiera » (pagg. 337-416) è utile negli esercizi la meditazione sulla Passione del Signore fatta nella via Crucis e sul Vangelo di Marco (pagg. 371 ss.).
La sezione 8: « Abbiamo la gioia di avere una Madre che ci ama » (pagg. 417-482). Negli esercizi è tradizionale la meditazione sul mistero di Maria. La sezione offre la possibilità di scegliere una tra le celebrazioni oppure una parte di esse ad esempio l'azione di, grazie.
La sezione 9: « Don Bosco vuol vivere in noi » (pagg. 483-524) che tratta dello Spirito Salesiano può essere un punto di riferimento per le conferenze o per la preghiera.
La sezione 11: « Quando un fratello torna alla Casa del Padre » (pagg. 556-580) dà spunti per la meditazione sulla morte. I riti che accompagnano la Morte del cristiano infatti sono ricchi di elementi per leggere alla luce della fede l'evento.
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NEL DESERTO PARLERÒ AL TUO CUORE Celebrazione di apertura degli esercizi
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
S Fratelli, questi giorni hanno un grande valore umano. Abbiamo bisogno di fermarci, per ritrovare noi stessi nel silenzio e nella pace, per approfondire e chiarire le motivazioni profonde della nostra vita. Ma soprattutto abbiamo bisogno di incontrare Dio, di ascoltarlo, di lasciarci penetrare e guidare dalla sua Parola per poi viverla con coerenza e fedeltà. Per questo invochiamo insieme la luce e la forza dello Spirito Santo.
T Veni, creator Spiritus...
S Donaci, o Signore, lo Spirito che ci guidi ad incontrarti nella pace e nel silenzio, perché la nostra vita
sia rinnovata in profondità dal tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA Prima lettura
Facciamo di questi giorni l'esperienza del deserto per riscoprire il legame d'amore che unisce la nostra vita a Dio, per ritrovare e rinnovare la nostra fedeltà sponsale con Dio.
Dal Libro di Osea:
Ecco, attirerò a me la figlia di Sion
la condurrò nel deserto
e parlerò al suo cuore.
Le renderò le sue vigne
e trasformerò la valle di Acòr
in porta di speranza,
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Là canterà
come nei giorni della sua giovinezza,
come quando uscì
dal paese d'Egitto.
E avverrà in quel giorno
— oracolo del Signore —
mi chiamerai: Marito mio,
e non mi chiamerai più: Mio padrone.
Le toglierò dalla bocca
i nomi dei Baal,
che non saranno più ricordati.
In quel tempo
arco e spada e guerra
eliminerò dal paese;
e li farò riposare tranquilli.
Ti farò mia sposa per sempre,
ti farò mia sposa
nella giustizia e nel diritto,
nella benevolenza e nell'amore,
ti fidanzerò con me nella fedeltà
e tu conoscerai il Signore.
E avverrà in quel giorno
— oracolo del Signore —
io risponderò al cielo
ed esso risponderà alla terra;
la terra risponderà con il grano,
il vino nuovo e l'olio
e questi risponderanno a Izreèl.
Io li seminerò di nuovo per me nel paese
e amerò Non-amata;
e a Non-mio-popolo dirò: Popolo mio,
ed egli mi dirà: Mio Dio (Os 2,16-25).
Meditazione personale
Salmo di meditazione
Diciamo al Signore il nostro desiderio della sua Parola e chiediamo il dono di meditare, capire e vivere nella sua legge.
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Rit. Signore fammi vivere nella tua giustizia.
Insegnami la via dei tuoi decreti: Signore, la osserverò sino alla fine. Fammi capire, e osserverò la tua legge: la custodirò con tutto il cuore.
Spingi i miei occhi oltre le vane visioni, fammi vivere nella tua via.
Mantieni al tuo servo la tua promessa, che è per quelli che ti temono.
Spingi via la vergogna che mi atterrisce:
i tuoi giudizi sono buoni.
Ecco io desidero i tuoi ordini:
nella tua giustizia fammi vivere (Sal 118,33-40).
Seconda lettura
La salvezza è un dono gratuito: la Parola di salvezza è il dono di Cristo per la liberazione della nostra vita. È il nostro atteggiamento di ascolto, di meditazione e di perseveranza la misura, e spesso il limite, della vitalità della Parola in noi.
Dal vangelo secondo Luca:
Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: « Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto ». Detto questo, esclamò: « Chi ha orecchi per intendere, intenda! ».
I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: « A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché " vedendo non vedano e udendo non intendano ". Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola dí Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro
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che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza (Lc 8,4-15).
[omelia]
4. PREGHIERA DEI FEDELI
S Presentiamo al Padre la nostra preghiera. Lui che ha donato al mondo Cristo, Parola di vita,
disponga i nostri cuori all'ascolto e alla meditazione.
GPerché il Signore allontani da noi il tentatore e la sua Parola produca in noi la fede nella salvezza. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
GPerché sappiamo accogliere con gioia e radicare nel nostro cuore la Parola
per non venir meno nel tempo della prova. Preghiamo.
GPerché nel cammino della nostra vita non lasciamo che le preoccupazioni, le ricchezze e i piaceri
soffochino in noi la Parola. Preghiamo.
GPerché sappiamo ascoltare la Parola con cuore buono é sincero, custodirla e portare frutto con la nostra perseveranza. Preghiamo.
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S Ed ora insieme preghiamo:
T O Spirito Santo,
illumina le nostre anime
perché prendano coscienza
del rapporto misterioso e chiarissimo
che esiste tra noi e Cristo
da cui veniamo, per cui viviamo,
a cui andiamo.
Ti preghiamo, nessun'altra luce,
in questi giorni sia librata su noi
che non sia Cristo, luce del mondo.
Nessun'altra verità
interessi gli animi nostri,
che non siano le parole del Signore,
unico nostro maestro.
Nessun'altra aspirazione ci guidi,
se non il desiderio di essere
a lui assolutamente fedeli.
A Cristo, nostro principio,
nostra via e nostra guida,
nostra speranza e nostro termine,
onore e gloria nei secoli.
Amen.
5. CANTO DI CONCLUSIONE
SIATE ESECUTORI DELLA PAROLA E NON SOLTANTO UDITORI
Celebrazione di chiusura degli esercizi
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
S Fratelli, fatevi esecutori della Parola e non soltanto uditori imbrogliando voi stessi.
Accogliete dunque la Parola che avete udito con cuore buono e sincero, custoditela e portate frutto con la vostra perseveranza! (Giac 1,22; Lc 8,15).
325
Preghiamo...
O Signore,
in questi giorni hai parlato al nostro cuore,
ci hai rivelato Ia tua verità
e ci hai rinnovato nel tuo amore:
concedi a noi
di vivere nella gioia e nella fedeltà
la Parola che abbiamo ascoltato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA Prima lettura
La parola che abbiamo ascoltato è messaggio di vita. Con la forza dello Spirito Santo dobbiamo tradurla nella nostra esistenza.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi:
Camminate dunque nel Signore Gesù Cristo, come lo avete ricevuto, ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie.
Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per l'incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.
Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria (Col 2,6-7.12-14; 3,1-4).
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Salmo di meditazione
Con le parole del salmo 118 diciamo al Signore la nostra adesione alla sua parola:
Fammi capire la via dei tuoi ordini: mediterò nei tuoi prodigi.
Allontana da me Ia vita della menzogna, dammi per grazia la tua legge.
Ho scelto la via della tua verità, ho preferito i tuoi giudizi.
Ho aderito alle tue sentenze: o Signore, non farmi arrossire.
Corro la via dei tuoi comandi poiché tu allarghi il mio cuore.
Insegnami la via dei tuoi decreti: Signore, la osserverò sino alla fine.
Fammi capire, e osserverò la tua legge: la custodirò con tutto il cuore.
Avviami sulla strada dei tuoi comandi poiché questa mi è cara (Sal 118,27.29-35).
Seconda lettura
Chi si incammina dietro al Signore, sceglie la via della croce. Donando la sua vita sul Calvario Cristo ci salva. Nel dono generoso della nostra vita al Padre saremo per i giovani portatori di salvezza.
Dal vangelo secondo Luca:
« Il Figlio dell'uomo, disse Gesù, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno ».
Poi, a tutti, diceva: « Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me
327
e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9,22-26).
[omelia]
4. RINNOVAZIONE DEI VOTI
S Rinnoviamo la nostra dedizione totale a Cristo e ai fratelli nella Società Salesiana.
La nostra scelta sia adesione d'amore dei discepoli all'amore del Signore che ci chiama:
T Dio Padre, che mi hai consacrato a te
nel giorno del battesimo,
in risposta all'amore del Signore Gesù, tuo Figlio,
che mi chiama a seguirlo più da vicino,
e condotto dallo Spirito Santo che è luce e forza,
io, in piena libertà, mi offro totalmente a te,
impegnandomi a vivere
in comunione di spirito e di azione con i miei fratelli,
a donare tutte le mie forze
per quelli a cui mi hai mandato,
specialmente per i giovani più poveri,
ea collaborare in questo modo
alla missione della tua Chiesa.
Confidando in Maria ss. Ausiliatrice,
in san Francesco di Sales e in san Giovanni Bosco,
rinnovo il voto di essere casto, povero e ubbidiente,
secondo la via evangelica
tracciata nelle costituzioni salesiane.
La tua grazia e i miei fratelli salesiani
mi assistano in questo giorno
emi aiutino ad essere fedele. Amen.
5. PREGHIERA DEI FEDELI
S Con Spirito di figli, rinnovati nella fede e nell'amore, presentiamo al Padre le nostre intenzioni di preghiera.
G Per la santa Chiesa di Dio: sia nel mondo
segno di risurrezione e d'amore. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
328
GPer gli uomini del nostro tempo: accolgano il messaggio di salvezza nell'umiltà e nella gioia. Preghiamo.
GPer i predicatori e coloro che ci hanno guidato
in questi esercizi:
la Parola che ci hanno annunciato
produca in noi ed in loro molto frutto. Preghiamo.
GPer i giovani:
nell'incontro con Cristo
trovino fondamento e speranza per la loro vita. Preghiamo.
GPer i Salesiani:
rinnovati nella fedeltà a don Bosco
siano portatori di salvezza per i giovani d'oggi. Preghiamo.
GPer i nostri fratelli defunti: ricevano nella casa del Padre il premio del servo buono e fedele. Preghiamo.
GPer i nostri fratelli che sono consacrati al Signore: nella perseveranza vivano ogni giorno iI dono fatto a Dio e ai giovani. Preghiamo.
S Preghiamo...
O Dio, nostro Padre,
sorgente della nostra vita,
concedi a noi
per l'intercessione di don Bosco
quanto con fede ti abbiamo domandato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
6. CANTO DI RINGRAZIAMENTO
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RITIRI MENSILI E TRIMESTRALI
Contentalo della sezione
« Ogni mese la comunità destinerà almeno tre ore all'Esercizio della Buona Morte, e ogni tre mesi, convenientemente preparata, una giornata completa al Ritiro Spirituale » (Cast 49).
Queste giornate di incontro dovrebbero essere modellate sulla struttura di base degli esercizi, anche se ridotta: ascolto della Parola, impegno di conversione, costruzione della comunità.
Per questo è bene che vi sia una predica, una conferenza o una celebrazione della Parola di Dio con omelia, un sufficiente spazio di silenzio per la riflessione, l'esame di coscienza e il sacramento della penitenza.
La preghiera delle Ore e la celebrazione dell'Eucaristia, sacramento del sacrificio di Gesù e della comunione fraterna, costituiscono due avvenimenti da separare attentamente come vertice del ritiro.
I ritiri, specie trimestrali, sono momenti di verifica e di conversione, non solo per gli individui, ma anche per le comunità.
Tutto il libro offre elementi utili per i ritiri. In particolare la sezione 3 (pagg. 107-180) serve per l'Adorazione eucaristica, la sezione 4 (pagg. 181-264) per le celebrazioni penitenziali e le tracce di esame di coscienza, la sezione 5 (pagg. 265-314) per i temi di conferenze, la sezione 11 (pagg. 556-580) per la meditazione sulla morte. Altre indicazioni si trovano nella introduzione agli esercizi spirituali (pagg: 317-320).
In questa parte del libro si trovano solo due schemi di preghiera per concludere i ritiri.
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1 LA NOSTRA VITA
COME QUELLA DI GESÙ
È UN CAMMINO VERSO IL PADRE
Chiediamo al Padre che la nostra vita trascorra in un'attesa vigilante e che la nostra morte sia, come quella di Cristo, un passaggio da questo mondo a lui.
S O Dio, nostro Padre,
che ci hai donato in Cristo
la speranza che vince la morte,
concedi che la nostra vita
sia un servizio fedele e vigilante,
nella sobrietà, nella preghiera
e nella perseveranza,
perché siamo pronti ad accogliere
il Signore Gesù quando tornerà
per introdurci nella tua casa.
Tu che hai accolto
il sacrificio del Calvario
per la salvezza del mondo,
concedi che la nostra morte
sia una Pasqua:
il compimento di una vita
donata nell'amore,
l'abbandono fiducioso e doloroso dei figli
nelle tue braccia di Padre,
nell'attesa della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
G A Cristo che ci ha chiamato chiediamo la grazia
di camminare come suoi discepoli (cfr. Le 9,23-27).
G O Signore,
tu ci hai chiamati alla tua sequela; T donaci la forza di rinnegare noi stessi per seguirti.
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GO Signore,
tu nel dolore della croce hai redento il mondo;
T aiutaci a camminare ogni giorno dietro di te, con la nostra croce.
GO Signore,
tu hai donato la tua vita per noi;
T insegnaci a perdere la nostra vita per causa tua.
GO Signore,
tu ci hai donato una nuova vita;
T aiutaci a non perdere noi stessi
nell'attaccamento ai beni di questo mondo.
GO Signore,
tu hai testimoniato fino alla morte la verità;
T donaci di non vergognarci mai di te di fronte agli uomini
per essere degni di sedere con te al banchetto del cielo.
GInvochiamo lo Spirito, pegno di risurrezione, perché guidi nell'amore e nella pace la nostra vita di risorti.
SSpirito della vita,
dono del Signore risorto,
aiutaci con la tua grazia
a camminare in novità di vita
nella carità e nella verità.
Insegnaci ad essere
costruttori di unità e di pace,
capaci di donare, come Cristo,
la nostra vita,
per la salvezza del mondo.
. Aiutaci a morire ogni giorno a noi stessi
per vivere come figli di Dio,
testimoni di risurrezione
nella gioia e nella speranza.
T Amen. 332
11) LA MORTE
L IN CRISTO DIVENTA UNA PASQUA
GT Nel nome del Padre...
G11 Signore è mia luce e mia salvezza. T Il Signore è la fortezza della mia vita, mio rifugio di età in età.
GInsegnaci, o Signore, a contare i nostri giorni. T E verremo a un cuore di sapienza.
GL'uomo, i suoi giorni come l'erba,
fiorisce come fiore del campo.
T Ma l'amore del Signore è da sempre
e per sempre su quelli che lo temono.
•O Dio, nostro Padre,
che nella Pasqua di Cristo
hai fatto della morte
il passaggio alla vita:
apri alla speranza i nostri cuori
e conservali vigili nell'attesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
11 peccato e la morte
G« Per opera di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e attraverso il peccato la morte; così la morte passò su tutti gli uomini, perché tutti peccarono... » (Rom 5,12).
GPadre onnipotente,
tu ci chiami alla vita e all'amore:
T concedi che la morte, frutto del nostro peccato, sia passaggio fiducioso alla tua casa.
GSignore Gesù,
tu hai voluto morire in croce
perché la nostra morte non fosse senza speranza: T insegnaci ad accogliere il mistero della morte nell'obbedienza alla volontà del Padre.
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C Spirito d'amore,
che hai guidato Gesù
a donare Ia vita per noi:
T concedi che la nostra morte
sia in Cristo dono di salvezza per il mondo.
L'obbedienza e la vita
L« Come per la colpa di uno solo ricadde su tutti gli uomini una condanna, così per l'opera di giustizia di uno solo perviene a tutti gli uomini la giustificazione che dà vita.
Per Ia disobbedienza di un sol uomo gli altri furono costituiti peccatori, per l'obbedienza di uno solo gli altri sono costituiti giusti » (Rom 5,18-19).
GO Padre buono,
noi ti rendiamo grazie:
T non ci hai abbandonato in potere della morte ma in Cristo ci hai chiamato a nuova vita.
GSignore Gesù,
obbediente fino alla morte:
T donaci di camminare nelle tue orme nell'obbedienza e nell'amore.
GSpirito della vita
che abiti in noi,
T aiutaci a portare frutti di giustizia
per la vita eterna.
L'attesa operosa della pienezza
L« Già adesso siamo figli di Dio, e ancora non è manifesto quello che saremo. Sappiamo che quando si manifesterà, saremo simili a lui, perché lo vedremo qual è » (1 Gv 3,2).
GPadre,
tu ci chiami alla gioia deI banchetto eterno:
T donaci di conservare splendente
l'abito della tua grazia che nel battesimo ci hai donato.
GCristo Signore,
che ritornerai alla fine-dei tempi,
T concedi che sappiamo fare buon uso dei talenti che ci hai donato.
334
G Spirito Santo,
pegno della nostra risurrezione:
T aiutaci a vivere nella vigilanza e nella preghiera,
come servi fedeli,
per essere pronti ad accogliere il Signore.
Preghiera alla Vergine
G Vergine Maria,
porta del cielo,
assunta con il tuo corpo
nella gloria del tuo Figlio Gesù,
prega per noi adesso e nell'ora della nostra morte.
Tu che sei segno certo della nostra speranza,
aiutaci a percorrere nella fedeltà
il nostro cammino,
perché possiamo giungere
alla gioia perfetta nella casa deI Padre.
T Amen.
335
MOMENTI
DELLA
NOSTRA VIT
CHE
DIVENTANO
12EGHIERA
Convocata dalla Parola di Dio, la comunità apostolica salesiana vive incentrata su questa Parola; da essa si lascia illuminare, guidare e interpellare costantemente.
Da quando la Parola di Dio si è fatta Uomo, la Parola autentica di Dio è sempre una Parola incarnata e storica, che ci rivela continuamente il mistero di Dio e del suo amore per noi, il suo piano di salvezza, le promesse divine del suo Regno, che noi, aiutati dal Cristo risorto, dobbiamo convertire in realtà. Specialmente attraverso la lettura frequente della Sacra Scrittura, come pure attraverso i segni dei tempi, la Parola di Dio ci rivela quello che Dio vuole da noi, chiamandoci a renderlo presente nella storia umana. E quindi una Parola concreta, che interroga la nostra comunità e ognuno di noi personalmente sull'hic et nunc della nostra esistenza; una Parola « viva ed efficace », « incessantemente operante », una Parola che esige necessariamente una risposta che si rifletta nella vita personale e comunitaria (ACGS n. 540).
338
MOMENTI DELLA NOSTRA VITA
CHE SI FANNO PREGHIERA
Contenuto della sezione
La liturgia è il vertice e la fonte della vita della Chiesa, però non la esaurisce (SC 10).
Così pure la vita spirituale dei cristiani non si esaurisce nella partecipazione alla sola liturgia (SC 12).
II cristiano è chiamato alla preghiera personale, è chiamato anche a vivere e a presentare al Padre nella preghiera le molteplici situazioni della sua vita e della vita del mondo.
I pii esercizi rispondono in gran parte a queste esigenze. « Bisogna però che tali esercizi, tenendo conto dei tempi liturgici, siano ordinati, in modo tale da essere in armonia con la sacra liturgia, da essa traggano in qualche modo ispirazione e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano » (SC 13).
Questa sezione raccoglie alcune celebrazioni ispirate a questi principi.
La comunità troverà qui una proposta per i principali momenti dell'anno, propri della tradizione cristiana e salesiana.
Le celebrazioni sono diversamente strutturate: di alcune si da soltanto una traccia con l'indicazione delle letture, altre sono complete.
La sezione risponde all'esigenza di avere qualcosa di preparato per queste varie circostanze e a cui ispirarsi liberamente per costruire celebrazioni più adatte alle esigenze della propria comunità.
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'l MARIA IMMACOLATA LA FESTA DEGLI INIZI
Nella vita e nell'azione educativa e pastorale di don Bosco, Maria Immacolata ha avuto un posto eccezionale.
Nelle nostre case la celebrazione di questo mistero della Vergine è sempre stata preparata con grande partecipazione. Dobbiamo impegnarci ad aiutare i giovani a cogliere il significato essenziale di Maria Immacolata per la loro vita cristiana. Non solo. Questa festa è per noi una occasione ricorrente per riscoprire il rapporto che ha il mistero dell'Immacolata con la nostra consacrazione e missione tra i giovani.
Dalla sezione dedicata alla Madonna si potranno scegliere alcune celebrazioni più adatte.
In particolare indichiamo:
Maria Immacolata: tutto è grazia, a pag. 420.
Maria Immacolata: gli inizi della missione di don Bosco, a pag. 293.
I)QUANDO LE PROMESSE MESSIANICHE SI COMPIRONO IN CRISTO L'ADEMPIMENTO SUPERÒ L'ATTESA
Preparazione al Natale
La preparazione al Natale del Signore ci è offerta dalla liturgia, sia dalle letture della Messa che dall'Ufficio Divino.
Ogni comunità metterà perciò una particolare cura per interiorizzare ciò che la Chiesa le offre.
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Qui presentiamo una linea complementare in una serie di celebrazioni.
Al peccato dell'uomo Dio risponde con la promessa del Salvatore. Questa promessa di Dio libera e gratuita ha alimentato la speranza di un popolo chiamato a custodirla e a viverla.
In questo popolo, nella sua lunga e travagliata esperienza storica, soprattutto attraverso i profeti si va delineando la figura del Messia, come risposta alle esigenze più profonde dell'uomo.
Nelle celebrazioni sono riprese le grandi profezie dell'Antico Testamento e se ne vede l'adempimento nel Nuovo.
Un adempimento che trascende le attese, e che sconvolge il modo con cui l'uomo aveva pensato di realizzarlo.
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, gioite nel Signore! di nuovo ve lo dico: gioite! Il Signore è vicino! (F11 4,4-5). T Benedetto nei secoli il Signore.
G Preghiamo...
O Dio, nostro Padre,
nella storia del popolo di Israele
hai preparato e promesso la salvezza
per tutti gli uomini:
concedi a noi
di accogliere nella gioia e nella fede
il salvatore del mondo,
Cristo Signore,
che vive e regna nei secoli.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO 16 dic.: Il Messia liberatore
Prima lettura: Gen 3,9-15
La storia dell'uomo nasce dal peccato e dalla promessa della salvezza.
341
Seconda lettura: Le 2,1-14
Cristo, liberandoci dal peccato e dalla morte, realizza per tutti gli uomini la promessa della Genesi.
17 dic.: Il Messia, re universale Prima lettura: Gen 49,2; 8-10
Il messia sarà re glorioso; a lui tutti i popoli obbediranno, profetizza Giacobbe.
Seconda lettura: Mt 28,16-20
Cristo Signore ha ricevuto ogni potere dal Padre e nell'evangelo salva tutti i popoli.
18 die.: Il Messia profeta
Prima lettura: Deut 18,15-19
Come Mosè, il Messia sarà « profeta » e darà compimento al profetismo.
Seconda lettura: Mt 5,17-20
Cristo è la Parola definitiva di Dio, la pienezza della legge.
19 dic.: Il Messia, re davidieo, « Figlio di Dio »
Prima lettura: 2 Sam 7,1-17
Il regno di David non cesserà, avrà una discendenza gloriosa e perenne.
Seconda lettura: Mt 21,1-10
Cristo è il re di cui aveva profetizzato Natan, il « Figlio di Dio che dona al popolo pace e giustizia ».
20 dic.: Il Messia figlio della Vergine
Prima lettura: Is 7,10-14
Un intervento prodigioso di Dio salverà la dinastia davidica, annuncia Isaia.
Seconda lettura: Mt 1,18-25
Cristo è il figlio della vergine Maria, l'Emmanuele, iI Dio con noi, che ci salva.
21 dic.: Il Messia unto di Spirito Santo
Prima lettura: Is 11,1-9 -
La pienezza dei doni messianici, i doni dello Spirito, caratterizzerà i tempi del Messia.
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Seconda lettura: Lc 4,14-21
Cristo, ripieno di Spirito Santo, annuncia ai poveri la salvezza e la liberazione.
22 die.: Il Messia, servo sofferente
Prima lettura: Is 53,2-5; 11-12
Nella sofferenza il Messia libererà il suo popolo dai peccati.
Seconda lettura: Mc 8,27-33
Cristo, morendo e risorgendo, manifesta la sua messianicità e ci libera dal male.
23 die.: Il Messia pastore del suo popolo
Prima lettura: Ez 34,22-31
Dio si prenderà cura del suo popolo, come un pastore del suo gregge.
Seconda lettura: Gv 10,11-18
Cristo è il buon pastore; col dono della sua vita ci dona la vita.
24 dic.: Il Messia sacerdote
Prima lettura: Mal 3,1-4
Il Messia verrà, purificherà il suo popolo e renderà pura e gradita l'offerta del tempio.
Seconda lettura: Mt 21,12-16
Cristo purifica il tempio ed inizia il nuovo e definitivo culto « in spirito e verità ».
Dopo la prima lettura si reciti un salmo (ad es. il 129). Dopo la seconda lettura: omelia e/o una breve pausa di riflessione.
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
G Con tutti gli uomini, bisognosi di salvezza, invochiamo il Padre perché mandi a noi il Salvatore.
G Per la Chiesa:
attenda con vigilanza
e accolga con fede il dono della salvezza. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
343
GPer tutti gli uomini:
nell'incontro col Signore che viene appaghino la loro sete di amore. Preghiamo.
GPer i giovani: il Salvatore del mondo sia fonte e forza della loro speranza. Preghiamo.
GPer la nostra comunità: il Signore che viene ci doni fraternità e pace. Preghiamo.
GPreghiamo...
Ascolta, o Signore, la nostra voce
che invoca da Te la salvezza:
donaci il Salvatore
che ci liberi dal male
e ci doni la tua amicizia.
Lui che è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.
T Amen.
5. CANTO FINALE
IL TEMPO
d È IL « MOMENTO PROPIZIO »
IN CUI COSTRUIAMO
IL NOSTRO FUTURO ETERNO Celebrazione per la fine dell'anno
La nostra vita è scandita dai tempo. Un altro anno è passato col suo peso di gioie e dolori, ricco di avvenimenti, di lavoro, di responsabilità.
Come credenti vediamo il tempo come un dono di Dio, come « momento propizio » in cui giochiamo e costruiamo nella libertà il futuro eterno.
Dando uno sguardo all'anno passato due sentimenti pervadono l'animo nostro: il pentimento e il ringraziamento.
344
I. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GLa grazia sia con tutti quelli che amano il Signore nostro Gesù Cristo nell'incorruttibilità! T Benedetto nei secoli il Signore.
GPreghiamo...
Al termine di questo anno
ci siamo radunati, o Padre, alla tua presenza: la tua parola ci guidi al rendimento di grazie e alla conversione. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Prima lettura: 1 Gv 1,8 - 2,6.
Alla luce della Parola di Dio riflettiamo sull'anno passato per scoprire le nostre infedeltà e aprirci all'amore misericordioso di Dio.
Salmo di meditazione: Sal 50. Seconda lettura: Lc 1,46-55.
Un anno che si chiude è dono gratuito d'amore e di salvezza. L'atteggiamento del cristiano è, come quello di Maria, la gioia del rendimento di grazie.
Dopo la seconda lettura: omelia e/o una breve pausa di riflessione.
4. RENDIMENTO DI GRAZIE
Con tutta la Chiesa rendiamo grazie a Dio con il nostro canto:
T Ti celebriamo, Dio... (canto n. 000).
GO Padre, che esaudisci sempre la voce dei tuoi figli, ricevi il nostro umile ringraziamento, e concedi a noi di lavorare con rinnovata fiducia all'edificazione del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
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i LA PACE
È DONO DI DIO IN CRISTO
CHE DIVENTA IMPEGNO DELL'UOMO
Celebrazione per la pace all'inizio dell'anno
11 problema della pace è uno dei più gravi ed angosciosi deI nostro tempo. Si parla molto di pace, eppure la violenza domina ancora sul mondo sotto varie forme. La pace è problema politico. Ma non solo, essa deve sbocciare nelle coscienze. t l'uomo che va liberato nell'intimo dalla violenza e dalla aggressività.
Come educatori dobbiamo sentire la responsabilità di formare uomini veri « costruttori di pace » secondo lo spirito del Vangelo.
La pace è sì un impegno dell'uomo, ma anche un dono dello Spirito. Noi lo invochiamo nella preghiera.
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. T E con il tuo spirito.
G Preghiamo...
O Signore,
concedi a noi,
di essere uomini di pace,
di riconciliazione
e di speranza
sull'esempio di Cristo, tuo Figlio,
che vive e regna con te
nei secoli dei secoli.
T Amen.
346
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Prima lettura: Is 2,2-5 oppure Ef 2,4-7; 14-18.
La pace è il dono degli ultimi tempi. 11 Messia sarà il principe della pace.
Salmo di meditazione: Sal 121. Seconda lettura: Lc 2,6-14.
Cristo, l'Emmanuele, riconciliandosi con il Padre, è la fonte della pace fra gli uomini.
Dopo la seconda lettura: omelia e/o una breve pausa di riflessione.
Canto.
4. INTERCESSIONI
G Signore, Dio di pace,
che hai creato gli uomini,
oggetto della tua benevolenza,
per essere i familiari della tua gloria,
T noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie;
perché ci hai inviato Gesù,
tuo Figlio amatissimo,
hai fatto di lui,
nel mistero della sua Pasqua,
l'artefice di ogni salvezza,
la sorgente di ogni pace,
il legame di ogni fraternità.
G Noi ti rendiamo grazie per i desideri, gli sforzi, le realizzazioni
che il tuo Spirito di pace ha suscitato nel nostro tempo, per sostituire l'odio con l'amore, la diffidenza con la comprensione, l'indifferenza con la solidarietà.
T Apri ancor più i nostri spiriti
ed i nostri cuori
alle esigenze concrete dell'amore
di tutti i nostri fratelli,
affinché possiamo essere sempre più
dei costruttori di pace.
347
GRicordati, Padre di misericordia,
di tutti quelli che sono in pena,
soffrono e muoiono
nel parto di un mondo più fraterno.
T Che per gli uomini di ogni razza
e di ogni lingua
venga il tuo regno di giustizia,
di pace e d'amore.
E che la terra sia ripiena della tua gloria!
Amen.(Paolo VI)
GO Dio, che chiami tuoi figli gli operatori di pace,
fa' che noi, tuoi fedeli,
lavoriamo senza mai stancarci
per promuovere quella giustizia
che sola può garantire
la pace autentica e duratura.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
oppure:
GPresentiamo con fiducia al Padre le nostre intenzioni di preghiera per mezzo di. Cristo e invochiamo per tutti gli uomini il dono della pace.
GPerché gli uomini di governo
siano gli architetti e i costruttori della pace, preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
GPerché le prodigiose energie della terra e le invenzioni magnifiche della scienza non siano impiegate in strumenti di morte, ma in strumenti dí vita,
per la nuova era dell'umanità, preghiamo.
GPerché la fratellanza fra i popoli
li renda capaci di lavorare gli uni per gli altri, preghiamo.
GPerché almeno parte delle economie,
che si possono realizzare
con la riduzione degli armamenti,
sia devoluta per risolvere il problema della fame,
per vincere l'analfabetismo e diffondere la cultura,
348 per dare a tutti gli uomini
una adeguata e moderna assistenza sanitaria, preghiamo.
Preghiamo...
Ascolta, o Signore, la nostra preghiera:
estingui in noi l'odio e la violenza,
guidaci nelle vie della giustizia
e dona ai nostri giorni la tua pace.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
ig PADRE, SIANO UNA COSA SOLA J COME NOI
Celebrazioni per l'unità dei cristiani
« Padre, siano una cosa sola, come noi siamo uno », fu l'ultima preghiera di Gesù prima di passare da questo mondo al Padre. Egli, come dice Giovanni, muore « per raccogliere in unità i figli di Dio, dispersi » (Gv 11,52).
Lungo i secoli più volte i cristiani hanno contraddetto la volontà di Gesù lacerando l'unità visibile della sua Chiesa. Ciò è uno scandalo per il mondo e un ostacolo alla credibilità dell'annuncio del Vangelo ad ogni creatura.
Lo Spirito Santo in questi ultimi anni ha suscitato in tutte le confessioni cristiane un movimento verso l'unità. Come religiosi ed educatori dobbiamo sentire vivo il problema ecumenico per farlo sentire anche ai giovani. Come ci ha ricordato il Concilio, il cammino dei cristiani verso l'unità dipende:
da una presa di coscienza delle separazioni, dalla sofferenza che provocano in noi,
349
dal rispetto dell'uno per l'altro,
dalla conoscenza, dalla stima e dall'amore dei valori cristiani in cui vive la propria Chiesa,
dal rinnovarsi di ogni Chiesa e di ognuno di noi, in un autentico impegno nella fede e nella santità.
da attività comuni al servizio degli altri, soprattutto dalla nostra unanime incessante preghiera.
1. CANTO DI INIZIO (n. 45)
•
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GLa grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre, comunicato ai vostri cuori dallo Spirito Santo, siano con tutti voi.
T Amen.
3. ATTO PENITENZIALE
GInnanzi al Signore nostro Gesù Cristo, esprimiamo il nostro pentimento e confessiamo i nostri peccati contro l'unità della Chiesa e dei Cristiani.
Guardaci, Signore, umiliàti innanzi a te:
noi abbiamo introdotto la divisione nella tua opera di unità. Ti supplichiamo:
T Signore, pietà.
GNella nostra professione della verità, siamo stati a volte duri ed esclusivi. Ti supplichiamo:
Abbiamo dimenticato la trave
che è nel nostro occhio,
per cercare solo la pagliuzza nell'occhio dei fratelli. Ti supplichiamo:
Abbiamo ignorato i nostri fratelli,
e li abbiamo disprezzati;
molte volte abbiamo voluto solo trionfare su di loro. Ti supplichiamo:
Nei tuoi figli noi abbiamo tracciato frontiere di razza e di nazioni, di culture e di classi. Ti supplichiamo:
350
Con le nostre divisioni abbiamo posto un ostacolo alla testimonianza dell'amore e all'espansione del Vangelo. Ti supplichiamo:
GDio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati
e ci conduca alla vita eterna.
T Amen.
GO Dio onnipotente ed eterno,
che riunisci i dispersi
e li custodisci nell'unità,
guarda benigno al gregge del tuo Figlio,
perché coloro che sono stati consacrati
da un solo Battesimo
siano raccolti nel vincolo dell'amore
e della vera fede.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
4. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Primo giorno: 11 progetto del Padre: riunire tutti in Cristo.
Prima lettura: Ef 3,1-10
Dio è amore. Egli crea per realizzare con gli uomini una comunione d'amore per mezzo di Gesù.
Seconda lettura: Gv 11,49-52
Il peccato si oppone al progetto di Dio, rompe la comunione e l'unità. La missione di Gesù è di « radunare i figli dispersi » dal peccato.
Secondo giorno: Lo scandalo delle divisioni.
Prima lettura: Cor 1,10-17
Le divisioni fra i cristiani sono un grave scandalo perché contrarie all'intenzione di Gesù, alla natura della Chiesa che dovrebbe essere nel mondo segno di unità.
Seconda lettura: Mc 9,33-37
Lo spirito di opposizione e di competizione è operante in noi. Gesù c'invita a vincerlo scegliendo l'ultimo posto per servire, come ha fatto lui.
351
Terzo giorno: L'unità è un dono: la preghiera per l'unità.
Prima lettura: 1 Tess 5,12-25
L'unità nella Chiesa è frutto dell'impegno di ogni cristiano, che deve essere disposto a qualunque sacrificio per conservarla, ma è insieme un dono che viene da Dio.
Seconda lettura: Gv 16,23-33
Se l'unità è un dono di Dio, dobbiamo chiederlo con fiducia e perseveranza; egli lo concederà alla sua Chiesa.
Quarto giorno: Riconciliazione e perdono.
Prima lettura: Col 3,12-17
L'unione dei cristiani si realizzerà soltanto se essi avranno un cuore grande nel perdono e nella volontà di pace e di comunione.
Seconda lettura: Mt 18,19-22
Ogni volta che perdoniamo un fratello, noi lavoriamo per realizzare l'unità dei cristiani.
Quinto giorno: Unità nell'amore.
Prima lettura: Fil 2,1-5 (Ef 4,1-6)
L'amore gratuito ed universale, sull'esempio di Cristo, è la forza che spinge a ricercare sempre ciò che unisce e non ciò che divide.
Seconda lettura: Gv 15,9-14
L'unione nasce dal sacrificio, dal dono di sé. Se i cristiani di tutte le confessioni si impegneranno ad imitare il loro maestro in ciò, si troveranno uniti quasi senza accorgersene. Ogni atto d'amore è un passo verso l'unità.
Sesto giorno: Unità nella verità.
Prima lettura: Gal 1,6-10
Il Vangelo è uno. L'unità dei cristiani non può essere solo al livello operativo. Non c'è unità senza verità.
Seconda lettura: Gv 8,25-32
La parola di Gesù è la parola di Dio; Gesù è la verità. La fede, l'adesione incondizionata alla sua persona e alla sua parola fa dei cristiani una cosa sola.
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Settimo giorno: L'Eucaristia segno di unità.
Prima lettura: 1 Cor 10,16-17
L'unità voluta da Gesù per la sua Chiesa è una unità visibile e non solo interiore. Il grande segno è l'Eucaristia.
Seconda lettura: Le 22,14-20
L'Eucaristia, memoriale della morte del Signore, è anche la sorgente continua dell'unità.
Ottavo giorno: Unità della Chiesa, speranza del mondo.
Prima lettura: i Cor 12,12-26
La Chiesa è un corpo. La molteplicità dei membri e dei carismi è una ricchezza per la crescita e l'unità dei corpo. La Chiesà rende servizio al mondo quando è se stessa.
Seconda lettura: Gv 17,29-33
Se i discepoli di Cristo esaudiranno la sua ultima preghiera e formeranno una cosa sola, saranno un appello vivente alla fede, per tutti gli uomini.
Fra le due letture si potrà cantare o leggere un salmo (nn. 9, 11, 13, 14).
Dopo la seconda lettura: omelia el o una breve pausa di riflessione.
5. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
G Con la voce di Cristo, con tutti i credenti chiediamo al Padre il dono dell'unità e della pace.
Per tutti coloro che credono in Cristo: purificati dal peccato e dalle divisioni
rinnovino la loro fede e il loro amore. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
G Per i nostri fratelli separati:
nell'adesione sempre più profonda al Signore
ritrovino la strada dell'unità visibile
nella Chiesa di Cristo. Preghiamo.
Per la Chiesa cattolica:
rinnovata dal soffio dello Spirito
sia per tutti i credenti l'accogliente casa dell'unità. Preghiamo.
353
Per noi qui riuniti in preghiera: perché nella vita siamo
costruttori di unità e di amore. Preghiamo.
oppure:
GLo Spirito Santo che ci unisce in un'unica speranza e ci mette sulle labbra la stessa preghiera, porti al Padre la nostra supplica per l'unità cristiana:
T Riunisci i cristiani nell'amore e nella verità.
GSignore, non permettere che ci abituiamo alle nostre divisioni; preservaci dal considerare come normale ciò che è uno scandalo per il mondo e una offesa al tuo amore. Preghiamo.
Liberaci, Signore, dalle nostre piccolezze, dai nostri rancori, dai nostri pregiudizi; insegnaci a riconoscere i doni della tua grazia in tutti quelli che ti invocano con cuore puro e sincero. Preghiamo.
Rendi più profonda la nostra fedeltà alla tua Parola; non permettere che siamo deviati dalle idee che noi ci siamo costruiti, camminando per vie che non sono le tue vie. Preghiamo.
oppure:
GRendiamo grazie a Dio nostro Padre per il dono dell'unità e della pace. T Gloria a te nei secoli.
GSii benedetto tu, Dio nostro Padre; con il sangue prezioso del tuo Figlio e la sua risurrezione dai morti, tu hai riconciliato a te tutte le cose; nell'unità tu raccogli i tuoi figli dispersi.
Per mezzo del tuo Spirito Santo diffuso su di noi, mediante il bagno di rigenerazione, tu fai di tutti i credenti un solo corpo, per nutrirli di uno stesso pane.
Ti rendiamo grazie, o Dio nostro Padre, per il movimento ecumenico, per quelli che soffrono, pregano, lavorano per l'unità dei tuoi figli.
Ti rendiamo grazie per questo giorno e per questa ora, nella quale tu ci raccogli da ogni parte della
354 terra per lodarti, per pentirci, per attendere nella speranza l'unità visibile dei cristiani.
Conclusione delle intercessioni
G Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, preghiamo il Padre celeste perché, per la sua bontà possiamo pregarlo un giorno nell'Unità visibile della Chiesa, dicendo:
T Padre nostro...
G Liberaci, Signore, da tutti i mali
che hanno prodotto le divisioni nella tua Chiesa;
preservaci oggi da ogni colpa,
contro il tuo disegno di unità;
donaci intelligenza e forza per unirci alla tua opera
nel raccogliere da tutta la terra i tuoi figli
e renderli testimoni del tuo amore
e della tua bontà paterna.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
6. CANTO FINALE
CLA VIA DELLA CROCE
U È LA VIA DELLA SALVEZZA
Nella quaresima è tradizionale la meditazione della passione del Signore. Anche se il sentimento è importante, la meditazione non deve ridursi però a sentimentalismo. Questa infatti non ha tanto per oggetto i fatti (la condanna, la flagellazione, la crocifissione...), ma il loro significato salvifico.
La passione e la morte di Gesù sono « compimento » delle promesse divine di salvezza, sono « rivelazione » dell'amore di Dio Padre per gli uomini e dell'amore di Cristo per il Padre e per i fratelli.
Verso il Padre la passione e la morte sono un atto infinito di adorazione, di fedeltà, di obbedienza; verso di noi sono dono di grazia, salvezza.
355
Cristo crocifisso ci rivela anche chi è l'uomo: è uomo veramente solo chi « dà la vita » per Dio e per gli altri.
La vita si realizza nell'amore.
La meditazione sulla passione e morte di Gesù deve essere perciò azione di grazie per quello che Dio ha fatto per noi, e impegno per donare la vita sull'esempio di Gesù.
Presentiamo due modelli di meditazione sulla passione di Gesù.
Il primo è la Via Crucis così strutturata:
la lettura richiama i fatti della passione e morte di Cristo;
il versetto « Cristo ha dato per noi la sua vita, anche noi doniamola ai fratelli », desunto dalla prima lettera di Giovanni (1 Gv 3,13) ci ricorda l'impegno a fare nella vita quello che ha fatto Gesù;
la preghiera conclusiva riprende i testi di san Paolo e dà il significato salvifico dei fatti.
La seconda forma di meditazione è sulla passione secondo Marco.
La Via Crucis, che ha plasmato la pietà popolare per secoli, e che ha un suo significato e valore, introduce elementi non riscontrabili nei Vangeli.
Qui proponiamo una meditazione sulla passione del tutto aderente al Vangelo.
Per questo abbiamo suddiviso il testo di Marco in 10 momenti, seguiti da una breve traccia di riflessione e da una preghiera.
La passione del Signore non si conclude nella morte ma nella risurrezione, perciò tutte e due le meditazioni sono concluse col richiamo alla risurrezione.
Nella vita cristiana la meditazione sulla passione e morte di Gesù è di importanza fondamentale. Per questo quando è svolta in comune deve lasciare tempo alla riflessione.
Piuttosto si riducano i momenti, ma si svolga con calma.
356 È MORTO PER NOI
Via Crucis
CANTO D'INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
GFratelli, disponiamo i nostri cuori alla contemplazione della passione e della morte del nostro Salvatore. La sua morte ci rivela quanto Dio ci ama, ed insieme ci manifesta la profondità del nostro peccato. Al pentimento deve unirsi la gratitudine e l'impegno di una vita vissuta nell'amore.
GNoi ti adoriamo e ti benediciamo, o Cristo: T perché con la tua croce hai redento il mondo.
GPreghiamo...
O Signore,
concedi a noi
che meditiamo la passione e la morte
di Cristo, tuo Figlio,
di imitare nella vita il suo amore
e la sua donazione a te e ai fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
(Casa del Padre, n. 81)
1. GESÙ CONDANNATO A MORTE
Pilato condusse fuori Gesù e lo presentò ai giudei dicendo: « Ecco il vostro re! ». Gli gridarono: « Croci-
357
figgilo! Crocifiggilo ». Disse loro Pilato: « Dovrò io crocifiggere il vostro Re? ». Risposero i grandi sacerdoti: « Non abbiamo altro re che Cesare ».
Vedendo che il tumulto cresceva, Pilato prese dell'acqua e si lavò le mani di fronte al popolo dicendo: « Io sono innocente del sangue di questo giusto. Pensateci voi ».
Tutto il popolo rispose: « 11 suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli! ».
Allora glielo consegnò perché fosse crocifisso.
Meditazione personale
Cristo per nostro amore assume su di sé il nostro peccato per vincerlo con la sua passione e morte.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Signore, che nella carne di Cristo
hai condannato il peccato:
liberaci, con la tua grazia
da ogni male.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Condannato sei per noi, o Figlio di Dio; mite ed innocente, tu morirai.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
2. GESÙ t CARICATO DELLA CROCE
Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli riunirono intorno tutta la coorte. Lo spogliarono e lo vestirono di manto scarlatto; poi, intrecciata una corona di spine, gliela conficcarono sul capo e gli posero una -canna nella destra. E inginocchiandosi davanti lo schernivano dicendo: « Salve, o re dei Giudei! ».
358 E sputandogli addosso, gli prendevano Ia canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo schernito, gli tolsero il manto e gli rimisero le vesti. Poi gli caricarono sulle spalle la croce e lo condussero via per essere crocifisso.
Meditazione personale
La croce di Cristo è la rivelazione dell'amore infinito del Padre per noi.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Padre,
che hai tanto amato il mondo
da dare il tuo unico Figlio:
concedi a noi di rispondere al tuo amore
amandoti sopra ogni cosa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Questa pena preparata per noi peccatori, questo grande peso tu porterai.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
3. GESÙ CADE SOTTO LA CROCE
Presero Gesù che, portando Ia sua croce, uscì dalla città per andare verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Golgota.
Meditazione personale
Cristo, l'uomo giusto, con le sue sofferenze ci riconduce a Dio per donarci una vita nuova nella giustizia e nella santità della verità.
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GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Signore,
Cristo tuo figlio ha sofferto
da giusto ed è morto per gli ingiusti:
concedi a noi
di vivere da ora in poi
nella giustizia e nella santità della verità.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Come un debole mortale vacilli, Signore, come un peccatore tu cederai.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
4. GESÙ INCONTRA SUA MADRE
Sulla strada del Calvario Gesù incontra Maria. Si avvera la profezia del vecchio Simeone: « Ecco, questo bambino è posto a rovina e a risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione. E una spada trapasserà la tua anima, così si sveleranno i pensieri segreti di molti cuori ».
Meditazione personale
Maria conserva fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, soffrendo profondamente col suo unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
G O Signore,
Maria la Madre di Gesù
si è associata con animo materno
360
al sacrificio di lui:
concedi a noi
di accoglierla come madre. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Se qualcuno chiederà: dov'è Maria? cerchi sul Calvario, la troverà.
OMaria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
5. GESÙ E AIUTATO DAL CIRENEO
Mentre lo conducevano a crocifiggere, i soldati requisirono un certo Simone di Cirene, che ritornava dai campi, e lo caricarono della croce perché la portasse dietro a Gesù.
Meditazione personale
Il cristiano è uno che segue Gesù nel cammino della croce.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Dio nostro Padre,
concedi a noi
di essere discepoli fedeli del tuo figlio portando dietro di lui la nostra croce. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Chi la croce accoglierà come te, Maria, Cristo Redentore lo salverà.
OMaria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
361
6. LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESÙ
« Noi l'abbiamo visto. Non aveva più bellezza, era disprezzato come iI più miserevole degli uomini. Ecco l'uomo dei dolori: l'abbiamo creduto un lebbroso umiliato e percosso da Dio » (Isaia).
Meditazione personale
Nel volto sfigurato di Cristo si esprime tutto il suo amore gratuito per i fratelli, per renderci di nuovo « immagine » di Dio.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Padre,
che ci hai creato a tua immagine,
concedi a noi che il volto del tuo Figlio
risplenda sul nostro volto. Per Cristo nostro Signore. T Amen.
Il suo volto insanguinato, oscuro di pena, presto nella gloria risplenderà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
7. GESÙ CADE PER LA SECONDA VOLTA
« Veramente egli ha preso su di sé i nostri dolori, si è addossato le nostre sofferenze. È stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato dalle nostre iniquità.
Il nostro castigo si abbatté su di lui. Per le sue piaghe siamo stati guariti. Il Signore ha fatto ricadere sopra di lui l'iniquità di noi tutti » (Isaia).
Meditazione personale
La morte di Gesù ci rivela il valore di ogni uomo. Ogni uomo è « un fratello per il quale Cristo è morto ».
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
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GO Signore,
che ci hai riscattati non a prezzo d'oro e d'argento
ma col Sangue prezioso di Cristo:
concedi a noi
di vedere in ogni uomo
un fratello per il quale Cristo è morto.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Ora cade sulla strada, il Re della gloria: presto nel suo cielo risalirà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
8. GESÙ INCONTRA LE PIE DONNE
Tra la gran folla lo seguivano anche delle donne che si picchiavano il petto e facevano lamento su di lui. Volgendosi verso di loro, Gesù disse: « Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me; piangete piuttosto su voi stesse e sui vostri figli, perché verranno dei giorni terribili.
Meditazione personale
La morte di Gesù è una morte « vicaria »: muore per noi e al nostro posto.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Dio nostro Padre,
Cristo tuo Figlio è morto per noi:
concedi a noi
di non vivere più per noi stessi
ma per lui
che vive e regna con te nei secoli dei secoli.
T Amen.
Se qualcuno piangerà con te, Maria, Cristo tormentato conforterà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
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9. GESÙ CADE LA TERZA VOLTA
« Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte » (Isaia).
Meditazione personale
La morte di Gesù ci ha riconciliati con Dio e fra noi.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Padre,
che ci hai riconciliato
nel corpo di Cristo:
in virtù della sua morte
concedi a noi
di vivere irreprensibili e senza macchia
davanti a te.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Se il tuo Spirito abbandona la carne mortale, chi di noi, Signore, resisterà?
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
10. GESÙ È SPOGLIATO E AMAREGGIATO
Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che tradotto significa « luogo del cranio ». E gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
I soldati intanto presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascuno, e la tunica. La tunica era senza cuciture, tessuta da capo a fondo. Dissero perciò: « Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca ».
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Meditazione personale
Con la sua passione e morte Cristo si acquista un popolo: la Chiesa.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Padre,
Cristo tuo figlio
ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei:
concedi a noi
di amarla e di impegnarci
a superare le divisioni
per giungere alla unità visibile.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Tu donavi all'assetato un'acqua di vita: egli amaro fiele ti preparò.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
11. GESÙ à INCHIODATO ALLA CROCE
Era l'ora terza quando lo crocifissero. L'iscrizione della condanna diceva così: « Il re dei Giudei ». Con lui
crocifissero due ladroni, uno alla destra e uno alla si-,
nistra. E si adempì la Scrittura che dice: « Fu annoverato tra i delinquenti ».
I passanti lo insultavano scrollando il capo e dicendo: « Tu che distruggi il tempio di Dio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso e discendi dalla croce ». E anche quelli che erano crocifissi con lui lo oltraggiavano.
Meditazione personale
La passione di Gesù è un atto di fedeltà assoluta e di obbedienza perfetta al Padre ed insieme un atto di fe-
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deltà alla condizione umana, una testimonianza alla verità.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Padre,
Cristo tuo Figlio ha annientato se stesso
facendosi obbediente fino alla morte:
concedi a noi
di vivere nella fedeltà
e nella obbedienza il tuo volere.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Tu versavi tenerezza nel cuore dell'uomo: egli con i chiodi ti trapassò.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
12. GESÙ MUORE IN CROCE
Dall'ora sesta fino all'ora nona il buio si stese su tutta la terra. Presso la croce di Gesù stavano sua madre, la sorella di sua madre, e Maria di Magdala.
Vedendo sua Madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, Gesù disse a sua madre: « Donna, ecco tuo figlio ». Poi al discepolo: « Ecco tua madre ». E affinché si adempisse la Scrittura disse: « Ho sete ». C'era là un vaso pieno di aceto. Essi allora, inzuppata una spugna e infilatala in cima a una canna gliela accostarono alla bocca. E Gesù disse con un forte grido: « Padre, nelle tue mani affido il mio spirito ».
E chinato il capo, spirò (pausa).
Meditazione personale
Gesù che muore in Croce ci rivela chi è Dio e chi siamo noi. Dio è amore e noi ci realizziamo solo nell'amore fedele che si dona al Padre e ai fratelli.
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GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Dio nostro Padre,
tu in Gesù ti sei rivelato
come Amore che si dona:
concedi a noi di rimanere nell'amore
perché tu rimanga in noi e noi in te.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Da quell'albero fatale è venuta la morte: questa santa croce ci salverà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
13. GESÙ É DEPOSTO DALLA CROCE
Giudei, dato che era la vigilia di Pasqua, chiesero a Pilato che venissero spezzate le gambe ai crocifissi e portati via i cadaveri. Vennero dunque i soldati. Giunti a Gesù, vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco e subito ne uscì sangue e acqua.
Dopo di ciò Giuseppe di Arimatea domandò a Pilato di portare via il corpo di Gesù. E Pilato diede il permesso. Andò dunque e depose il corpo di Gesù.
Meditazione personale
La morte di Gesù è la vittoria definitiva sulla morte e suI peccato. t la sorgente perenne della vita.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Dio nostro Padre,
Cristo tuo figlio
col suo atto di obbedienza fino alla morte
ha distrutto la morte e il peccato:
concedi a noi
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di attingere a quella perenne sorgente
della vita e dell'amore, che sono i sacramenti. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Quel tuo Figlio che nutrivi d'amore infinito, morto per amore ritorna a te.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
14. GESÙ E SEPOLTO
Vennero dunque a portare via il corpo di Gesù. Venne anche Nicodemo portando una miscela di aloe e di mirra, circa cento libbre. Giuseppe prese il corpo di Gesù e lo avvolse in un lenzuolo candido insieme agli aromi, e lo depose in un sepolcro nuovo tagliato nella roccia. Poi rotolò una grande pietra all'imboccatura del sepolcro e se ne andò. Era la vigilia di Pasqua e già cominciava la luminaria del sabato.
Meditazione personale
Nel battesimo noi siamo sepolti con Cristo per risorgere insieme con Lui.
GCristo ha dato per noi la sua vita. T Anche noi doniamola ai nostri fratelli.
GO Signore,
che nel battesimo ci hai uniti a Cristo tuo figlio, concedi a noi di morire per sempre ai peccato per risorgere all'amore con lui
che vive e regna nei secoli.
T Amen.
Chi in quest'ora veglierà con te, Maria, presto col tuo Figlio risorgerà.
O Maria, madre dei dolori, prega per noi il tuo Gesù.
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CONCLUSIONE
GAdoriamo la tua croce, Signore,
T e lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione! Poiché solo dalla croce
è entrata la gioia in tutto il mondo.
G11 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GO Padre,
il tuo unico Figlio con la sua morte
ha distrutto la nostra morte,
con la sua risurrezione ha rinnovato la nostra vita:
concedi a noi di vivere
come figli obbedienti alla tua volontà
nell'attesa della gioia del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
CANTO FINALE
Stabat Mater
I Stabat Mater dolorosa iuxta crucem lacrimosa, dum pendebat Filius.
2 Cuius animam gementem, contristatam et dolentem pertransivit gladius.
3 0 quam tristis et afflicta fuit illa benedicta Mater Unigeniti!
4 Quae maerebat et dolebat, pia Mater, dum videbat Nati poenas incliti.
5 Quis est homo, qui non fieret, Matrem Christi si videret in tanto supplicio?
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6 Quis non posset contristari, Christi Matrem contemplati dolentem cum Filio?
7 Pro peccatis suae gentis vidit lesum in tormentis et flagellis subditum.
8 Vidit suum dulcem Naturn moriendo desolatum, dum emisit spiritum.
9 Eia, Mater, fons amoris, me sentire vim doloris fac, ut tecum lugeam.
10 Fac ut ardeat cor meum in amando Christum Deum, ut sibi complaceam.
11 Sancta Mater, istud agas, Crucifixi fige plagas cordi meo valide.
12 Tui Nati vulnerati, tam dignati pro me patì, poenas mecum divide.
13 Fac me tecum pie fiere, Crucifixo condolere, donec ego vixero.
14 Iuxta crucem tecum stare et me tibi sociare in planctu desidero.
15 Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria.
Amen.
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PASSIONE E RISURREZIONE DI CRISTO SECONDO MARCO
Celebrazione di meditazione
CANTO D'INIZIO
SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, disponiamo i nostri cuori alla contemplazione della passione del nostro Salvatore. La sua morte ci rivela quanto Dio ci ama e ci manifesta la profondità del nostro peccato. Alla gratitudine per quanto il Signore ha fatto per noi si unisca il pentimento per i nostri peccati e l'impegno di una vita vissuta nell'amore.
P reghi amo ...
O Signore, concedi a noi
che meditiamo la passione, la morte e risurrezione
del nostro Salvatore,
di imitare nella vita di ogni giorno
il suo amore a te e ai fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
1. II Getsemani: l'ora di Dio è l'ora della tentazione
Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: « Sedetevi qui, mentre io prego ». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: « La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate ». Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. E diceva: « Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu ». Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: « Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma
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la carne è debole ». Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne la terza volta e disse loro: « Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino » (Mc 14,32-42).
Meditazione personale
L'ora è il momento in cui il Padre ha stabilito di compiere la salvezza. Ma il suo inizio invece di provocare la gioia e il coraggio, vede la tentazione.
Gesù cade in preda all'angoscia e all'avvilimento: è a terra. Egli chiede l'allontanamento del compito messia-fico; però nella preghiera giunge ad uniformare la sua volontà a quella del Padre. Accanto a lui l'indifferenza, l'incomprensione e la distrazione dei discepoli. Chi superbamente si sente al sicuro, non ha bisogno di pregare. Non basta dirsi pronti alla morte. Bisogna vedere in Gesù il Messia che realizza il piano di Dio.
Preghiamo...
GAllontana da noi la tentazione di rimandare ad un altro momento il compimento del tuo amore. T Padre, sia fatta la tua volontà.
GAllontana da noi la tentazione di credere di poter compiere la tua ora senza sofferenza. T Padre, sia fatta la tua volontà.
GAllontana da noi la tentazione di averti ormai capito e quindi di non dover più pregare. T Padre, sia fatta la tua volontà.
2. Gesù è arrestato:
la decisione di Cristo e il tradimento dei discepoli
E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: « Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona
372 scorta ». Allora gli si accostò dicendo: « Rabbi » e lo baciò. Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio. Allora Gesù disse loro: « Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture! ». Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono. Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo (Mc 14, 43-52).
Meditazione personale
Gesù, superata la tentazione, con sicurezza intraprende la strada che lo condurrà alla croce. Fra i discepoli c'è chi lo tradisce e chi lo abbandona.
L'amore di Dio non conosce logica umana; non trova solo indifferenza, ma una opposizione completa. Nonostante tutto lui continua ad amare; il suo piano non muta.
Preghiamo...
GO Signore, donaci la forza di comprendere il tuo amore infinito. T Per non tradirti e non abbandonarti.
GO Signore, donaci la forza di accettare la tua liberazione, e di riconoscere la schiavitù nella quale siamo immersi.
T Per non tradirti e non abbandonarti.
GO Signore, donaci la forza di non chiuderci al tuo amore che ci salva. T Per non tradirti e non abbandonarti.
3. Gesù interrogato davanti al Sinedrio: Gesù confessa la propria identità
Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il
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cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: « Noi lo abbiamo udito mentre diceva: lo distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani di uomo ». Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: « Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te? ». Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote Io interrogò dicendogli: « Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ». Gesù rispose: « Io Io sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo ».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: « Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare? ». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: « Indovina ». I servi intanto lo percuotevano (Mc 14,53-65).
Meditazione personale
Gesù rivela la sua innocenza nella falsità dell'accusa, la sua divinità nello scandalo di una bestemmia. Nella sua massima debolezza, nel suo massimo insuccesso, egli può dire: « Io sono il Messia », cioè colui che instaura il Regno e ristabilisce l'alleanza tra Dio e gli uomini. Questo è certo: il futuro è dell'amore. Il potere costruito da mani d'uomo è intrinsecamente sconfitto e debellato dalla libertà dell'amore. Cristo è colui che l'ha rivelato. Lui è quello che ha in tutto il primato e siede alla destra di Dio.
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Preghiamo...
GSignore, illumina i nostri cuori perché riconosciamo in te il rivelatore di un nuovo modo di amare. T Signore, noi crediamo che tu sei il Cristo,
il Figlio di Dio benedetto.
GSignore, illumina i nostri cuori perché non abbiano paura di intraprendere nell'amore la strada che ti ha condotto alla croce.
T Signore, noi crediamo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio benedetto.
GSignore, illumina i nostri cuori perché non temano la condanna e il disprezzo per aver amato gratuitamente.
T Signore, noi crediamo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio benedetto.
4. La negazione di Pietro: il discepolo » sconfessa » il maestro
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: « Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù ». Ma egli negò: « Non so e non capisco quello che vuoi dire ». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: « Costui è di quelli ». Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: « Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo ». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: « Non conosco quell'uomo che voi dite ». Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: « Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte ». E scoppiò in pianto (Mc 14,66-72).
Meditazione personale
Gesù nella passione rivela chi è. E Pietro, il discepolo, che pur lo conosce e l'ha seguito, sconfessa la rivelazione che di sé fa Cristo.
Ogni discepolo, come Pietro, è interpellato.
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Credere è riconoscere che in lui inerme, indifeso e legato agisce Dio e si compie la salvezza, che colui che il Sinedrio tiene prigioniero è il Figlio di Dio.
La realtà vera sta al di là di ciò che si vede.
Ètroppo difficile riconoscere in lui la potenza di Dio. Il tradimento è la naturale conseguenza del comportamento nel Getsemani. Non hanno pregato e sono caduti in tentazione. Non rimane che piangere.
Preghiamo...
GSignore, perdona la nostra paura di testimoniarti. T Signore, pietà!
GSignore, perdona i nostri slanci inconsistenti di fedeltà. T Signore, pietà!
GSignore, perdona il nostro timore di seguirti sulla via della croce. T Signore, pietà!
5. Interrogatorio davanti a Pilato: Gesti è il Messia, il re dei Giudei
Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato. Allora Pilato prese a interrogarlo: « Sei tu il re dei Giudei? ». Ed egli rispose: « Tu lo dici ». I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. Pilato lo interrogò di nuovo: « Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano! ». Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato.
Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nei tumulto avevano commesso un omicidio. La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva. Allora Pilato rispose loro: « Volete che vi rilasci il re dei Giudei? ». Sapeva infatti che í sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. Pilato replicò: « Che farò dunque di quello che
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voi chiamate il re dei Giudei? ». Ed essi di nuovo gridarono: « Crocifiggilo! ». Ma Pilato diceva loro: « Che male ha fatto? ». Allora essi gridarono più forte: « Crocifiggilo! ». E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nei pretorio, e convocarono tutta la coorte. Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sui capo. Cominciarono poi a salutarlo: « Salve, re dei Giudei! ». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui (Mc 15,1-19).
Meditazione personale
La passione del Signore si rivela sempre più assurda e paradossale. I fatti lasciano sbigottiti, sembrano contraddire le sue affermazioni di essere il Figlio dell'uomo che giudicherà il mondo e il re dei Giudei. Lo si può solo riconoscere alla luce della fede, nella sicurezza della risurrezione. Se ci domandiamo allora perché doveva patire questa umiliazione, l'unica risposta è la piena libertà del suo amore e il rifiuto universale di lui come messia e re dei Giudei, rifiuto che emerge dal confronto con Barabba e nella derisione dei soldati.
Preghiamo...
GO Cristo, concedici di fare parte del tuo regno d'amore.
T Tu sei il nostro re e l'unico Signore della nostra vita.
GO Cristo, concedici di comprendere la libertà del tuo amore che accetta l'incomprensione e l'apparente insuccesso.
T Tu sei il nostro re e l'unico Signore della nostra vita.
GO Cristo, concedici di credere alla morte come via necessaria per partecipare alla tua regalità. T Tu sei il nostro re e l'unico Signore della nostra vita.
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6. Gesù è condotto al Golgota per essere crocifisso: morire in piena coscienza e libertà
Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese (Mc 15,20-23).
Meditazione personale
La morte di Cristo è la triste realtà che si vede, è la conclusione dei fatti che si stanno svolgendo. Ora Gesù sale per essere crocifisso sul Golgota.
Se è vero che ciò avviene, è anche vero ciò che di questi fatti. è stato detto: la salvezza e la liberazione per molti. Gesù si. rifiuta di bere, vuole mantenere la sua coscienza e libertà. Ha accettato di bere il calice fino in fondo, così come il Padre glielo ha offerto. La sua coscienza e la sua libertà incidono sugli eventi e sulla storia: è questo l' « avvenimento » della storia.
Preghiamo...
GSignore, aiutaci ad accettare le conseguenze della nostra fede. T Nella libertà e nell'amore.
GSignore, aiutaci a compiere in noi la liberazione predichiamo agli altri. T Nella libertà e nell'amore.
GSignore, aiutaci a seguirti in silenzio sulla via che porta alla croce. T Nella libertà e nell'amore.
7. Gesù crocifisso viene insultato: o incapace a salvare se stesso
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
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Erano Ie nove del mattino quando lo crocifissero: E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.
I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: « Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce! ». Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: « Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo ». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano (Mc 15,24-32).
Meditazione personale
Èl'ora in cui si offre il sacrificio del mattino quando lo crocifiggono perché egli è la nuova offerta del nuovo giorno che vede la salvezza. Tutto si adempie secondo la volontà di Dio e secondo le Scritture. Lo scandalo della croce appare chiaro. Gesù appare di fronte agli uomini incapace di salvare se stesso. Le rivelazioni di Gesù presso il Sinedrio ricevono una secca smentita. I testimoni avevano ragione. Certamente Gesù non è il Figlio dell'uomo se non può salvare se stesso. Siamo di fronte al fallimento concreto e completo. Eppure questa è l'ora di Dio.
Preghiamo...
GSe abbiamo avuto paura della sofferenza e della croce. T Cristo, perdonaci.
GSe non ti abbiamo riconosciuto in coloro che soffrivano. T Cristo, perdonaci.
GSe non abbiamo creduto al valore del sacrificio che ci redime. T Cristo, perdonaci.
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8. Gesù muore in croce:
il momento della morte è il momento della rivelazione
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre dei pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lama sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: « Ecco, chiama Elia! ». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: « Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce ». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
II velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: « Veramente quest'uomo era Figlio di Dio! ».
C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Salome, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme (Mc 15,33-41).
Meditazione personale
L'ultima preghiera, unita a quella del Getsemani, riassume tutta la Passione di Gesù nell'intero suo svolgimento. Gesù dal Getsemani fino al suo spirare in croce è apparso come colui che da solo non ce la faceva ad arrivare al compimento della sua missione, come colui che ha avuto continuamente bisogno dell'aiuto del Padre che tutto può (14,36). Egli è apparso nell'assoluta impotenza, e segno di essa .è il suo spirare, il suo morire. Ora, il morire non può umanamente essere considerato una manifestazione divina. Esso è l'antitesi di Dio.
Ebbene solo colui che in quest'atto, che è segno di impotenza agli occhi degli uomini, riconosce il rivelarsi della sapienza e potenza- di Dio (cfr. 1 Cor 1,18.24) e riconosce che Gesù proprio in questo si dimostra Figlio di Dio, cioè totalmente unito all'agire salvifico del Pa-
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dre, costui è veramente credente, perché solo costui si incontra realmente con Gesù nella profondità del suo mistero.
Con la morte di Cristo si compie la salvezza voluta da Dio. È l'ora del giudizio, è l'ora del riconoscimento, è l'ora della rivelazione. Cristo muore. È la vittoria. L'antico tempio, l'antica dimora, Te antiche promesse, l'antico popolo rovina, si sgretola, perisce.
La morte svela il Cristo. Termina l'incomprensione. A vederlo morire « in quel modo » il centurione, un pagano, riconosce: « Veramente quest'uotho era Figlio di Dio! ». La morte è la luce sul Cristo. La sua morte è per tutti.
Preghiamo...
GPerché fino all'ultimo respiro hai pregato il Padre. T Noi crediamo che tu sei veramente il Figlio di Dio.
GPerché sei rimasto fedele al Padre e al suo disegno di salvezza fino alla morte. T Noi crediamo che tu sei veramente il Figlio di Dio.
GPerché sei morto per amore verso il Padre e verso dí noi. T Noi crediamo che tu sei veramente il Figlio di Dio.
9. Gesù è sepolto: testimoni della morte
Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, io interrogò se fosse morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto (Mc 15,42-47).
381
Meditazione personale .
Gesù è « veramente » morto. Marco presenta tre testimoni: Pilato, Giuseppe d'Arimatea, il centurione. Pilato vuole accertarsi.
Le donne osservano dove egli veniva posto. Tutto è veramente « compiuto ».
Preghiamo...
GPerché sei morto per noi. T Ti rendiamo grazie, o Signore.
GPerché con la tua morte ci hai liberati. T Ti rendiamo grazie, o Signore.
GPerché con la tua morte ci hai dato la speranza. T Ti rendiamo grazie, o Signore.
GPerché con la tua morte ci hai svelato il senso della vita. T Ti rendiamo grazie, o Signore.
10. Gesù risorge da morte: testimoni della risurrezione
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù. Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole. Esse dicevano tra loro: « Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro? ». Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande. Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: « Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. t risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto »: Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento. E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura (Mc 16,1-8).
382
Meditazione personale
Cristo è « veramente » risorto da morte. Tre donne sono i testimoni. Tutta la narrazione ha un tono di estrema concretezza.
L'annuncio della tomba vuota e della risurrezione è dato alle donne dal messaggero divino. Al messaggio si acompagna un incarico: « Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro... ». Ad ogni credente tocca continuare quest'annuncio nel mondo intero sino alla fine dei tempi.
Preghiamo...
GPerché non ci venga mai meno la fede nella tua risurrezione. T Ascoltaci, o Signore.
GPerché abbiamo il coraggio di annunciare al mondo con la vita la tua risurrezione. T Ascoltaci, o Signore.
GPerché conduciamo una vita da risorti nell'amore e nella dedizione. T Ascoltaci, o Signore.
CONCLUSIONE
GNoi ti adoriamo e ti benediciamo o Cristo. T Perché con la tua croce hai redento il mondo.
GPreghiamo...
O Signore,
ti rendiamo grazie
per l'amore che ci hai dimostrato
nella passione, morte e risurrezione del tuo Figlio,
e ti preghiamo:
concedi a noi di soffrire con lui
per essere con lui glorificati.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
CANTO FINALE
383
7 CONVERTIRSI AL PADRE PER DIVENTARE FRATELLI
La Quaresima è tempo di conversione a Dio, di un più fedele ascolto della Parola, di meditazione della Passione del Signore, di interiorizzazione del significato dei sacramenti, di ascesi. Oltre a questi valori, come Salesiani, siamo impegnati a educare i nostri giovani alla solidarietà umana soprattutto verso i poveri e gli ultimi, ad allargare i loro orizzonti al di là dei loro piccoli problemi.
Per questo in Quaresima nelle nostre case si moltiplicano attività di tipo caritativo.
Tutto però deve avvenire in una prospettiva cristiana. t perciò bene che la comunità rifletta insieme davanti a Dio e nella preghiera apra il cuore ai grandi problemi del mondo.
Sarà utile leggere le pagine 45-65 degli Atti del CGS, in cui si parla dell'impegno dei Salesiani nella giustizia nel mondo.
E certo che i rapporti fra le persone e fra i popoli sono spesso dominati dalla legge del più forte. Ci sono popoli ricchi che diventano sempre più ricchi e popoli poveri che diventano sempre più poveri in una connessione causale.
Un interrogativo serio ed angoscioso.
Come fare giustizia?
Occorrono soluzioni strutturali, politiche. Ma queste, quantunque necessarie, non sono sufficienti senza la conversione delle coscienze. Occorre una grande opera educativa per far uomini nuovi. t qui la nostra missione.
Noi crediamo fermamente che senza l'azione dello Spirito l'uomo nuovo e il mondo nuovo nella giustizia e nella pace non nascerà mai.
Proponiamo qui due celebrazioni.
La prima sui grandi problemi dell'umanità, organizzata con testi della Gaudium et spes.
La seconda più specificamente sulla giustizia, con testi della Sacra Scrittura.
384
LA NOSTRA VITA E LA NOSTRA PREGHIERA HANNO LE DIMENSIONI DEL MONDO
1. CANTO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
S Fratelli, Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito. Noi siamo nel mondo senza essere deI mondo, ma come lui e con lui siamo nel mondo per essere la luce del mondo, il sale della terra, il lievito nella pasta. In questa celebrazione, alla luce della parola della Chiesa, riflettiamo sul nostro modo di presenza nel mondo.
Preghiamo...
O Padre,
che hai mandato il tuo Figlio nel mondo non per condannarlo ma per salvarlo, concedi a noi di non chiuderci in noi stessi e dona al nostro cuore
le dimensioni del suo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DELLA CHIESA Prima lettura
Come Chiesa siamo intimamente uniti e solidali con l'intera famiglia umana.
Il Salesiano condivide le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce del mondo ma soprattutto dei giovani: la loro situazione critica nella società del benessere, e quella tragica dei giovani degli ambienti e paesi più poveri. Fa sue tutte le loro speranze per creare un mondo più giusto. Le parole del Concilio diventano un grande principio della nostra attività pastorale.
Dalla Costituzione « Gaudium et spes »:
Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che
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soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini, i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò essa si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.
Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni degli sforzi suoi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie, il mondo che i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall'amore del Creatore, mondo certamente posto sotto la schiavitù del peccato, ma dal Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del Maligno, liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento (GS nn. 1-2).
Meditazione personale e/o canto
Seconda lettura
Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova luce il mistero dell'uomo.
Il Salesiano mentre si impegna nella promozione umana e collettiva dei giovani, mentre è sensibile ed aperto a tutti i problemi del mondo, non dimentica che « la loro esistenza trova in Cristo e nel Vangelo il senso supremo » (Cost 21) per aiutarli a crescere uomini nuovi.
Dalla Costituzione « Gaudium et spes »:
In realtà solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era figura di quello futuro e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del Suo Amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione. Nessuna meraviglia, quindi, che
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tutte le verità su esposte in Lui trovino la loro sorgente e tocchino il loro vertice.
Egli è « l'immagine dell'invisibile Iddio » (Col 1,15). Egli è l'uomo perfetto, che ha restituito ai figli d'Adamo la somiglianza con Dio, resa deforme già subito agli inizi a causa del peccato. Poiché in Lui la natura umana è stata assunta, senza per questo venire annientata per ciò stesso essa è stata anche per conto di noi innalzata a una dignità sublime. Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con mente d'uomo, ha agito con volontà d'uomo, ha amato con cuore di uomo. Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato.
Agnello innocente, col suo sangue sparso liberamente ci ha meritato la vita, e in Lui Dio ci ha riconciliati con se stesso e tra noi e ci ha strappati dalla schiavitù di Satana e del peccato; così che ognuno di noi può dire con l'Apostolo: il Figlio di Dio « ha amato me e ha sacrificato se stesso per me » (Gal 2,20). Soffrendo per noi non solo ci ha dato l'esempio perché seguiamo le sue orme, ma ci ha anche aperta la strada, percorrendo la quale la vita e la morte vengono santificate e acquistano nuovo significato.
Il cristiano, poi, reso conforme all'immagine del Figlio che è il Primogenito tra molti fratelli, riceve « le primizie dello Spirito » (Rom 8,23), per cui diventa capace di adempiere la legge nuova dell'amore. In virtù di questo Spirito, che è il « pegno della eredità » (Ef 1, 14), tutto l'uomo viene interiormente rifatto, fino al traguardo della « redenzione del corpo » (Rom 8,23): « Se in voi dimora lo Spirito di Colui che risuscitò Gesù da morte, Egli che ha risuscitato Gesù Cristo da morte darà vita anche ai vostri corpi mortali, a motivo del suo Spirito che abita in voi » (Rom 8,11). Il cristiano certamente è assillato dalla necessità e dal dovere di combattere contro il male attraverso molte tribolazioni, e di subire la morte; ma associato al mistero pasquale,
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come si assimila alla morte di Cristo, così anche andrà incontro alla risurrezione confortato dalla speranza.
E ciò non vale solamente per i cristiani ma anche per tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente Ia grazia. Cristo, infatti, è morto per tutti e la 'vocazione ultima dell'uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito Santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pisquale.
Tale e così grande è il mistero dell'uomo, che chiaro si rivela agli occhi dei credenti, attraverso la Rivelazione cristiana. Per Cristo e in Cristo riceve luce quell'enigma del dolore e della morte, che al di fuori del suo Vangelo ci opprime. Con Ia sua morte. Egli ha distrutto la morte, con la sua risurrezione a noi ha fatto dono della vita, perché anche noi diventando figli col Figlio possiamo pregare esclamando nello Spirito: Abbà, Padre (GS n. 22).
Meditazione personale e/o canto
Terza lettura
L'attesa di cieli nuovi e terra nuova moltiplica il nostro impegno nel mondo.
Nello spirito delle beatitudini, i Salesiani si impegnano in una azione intensamente educativa, verso i giovani e verso gli adulti responsabili della liberazione dei poveri, che testimoni e promuova la giustizia nel mondo » (cfr ACGS nn. 67-77). 11 Concilio ci dà le giuste dimensioni e il significato di questo nostro impegno nel mondo.
Dalla Costituzione « Gaudium et spes »:
Ignoriamo il tempo in cui avranno fine la terra e l'umanità, e non sappiamo il modo con cui sarà trasformato l'universo. Passa certamente l'aspetto di questo mondo, deformato dal peccato. Sappiamo, però, dalla rivelazione che Dio prepara una nuova abitazione e una terra nuova, in cui abita la giustizia, e la cui felicità sazierà sovrabbondantemente tutti i desideri di pace
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che salgono nel cuore degli uomini. Allora, vinta la morte, i figli di Dio saranno risuscitati in Cristo, e ciò che fu seminato nella debolezza e corruzione rivestirà l'incorruzione; e restando la carità con i suoi frutti, sarà liberata dalla schiavitù della vanità tutta quella realtà, che Dio ha creato appunto per l'uomo.
Certo, siamo avvertiti che niente giova all'uomo se guadagna il mondo intero ma perde se stesso. Tuttavia l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra presente, dove cresce quel corpo dell'umanità nuova che già riesce ad offrire una certa prefigurazione che adombra il mondo nuovo. Pertanto, benché si debba accuratamente distinguere il progresso terreno dallo sviluppo del Regno di Dio, tuttavia, nella misura in cui può contribuire a meglio ordinare l'umana società, tale progresso è di grande importanza per il regno di Dio.
Ed infatti, i beni, quali la dignità dell'uomo, la fraternità e la libertà, e cioè tutti i buoni frutti della natura e della nostra operosità, dopo che li avremo diffusi sulla terra nello Spirito del Signore e secondo il suo precetto, li ritroveremo poi di nuovo, ma purificati da ogni macchia, ma illuminati e trasfigurati, allorquando il Cristo rimetterà al Padre « il regno eterno ed universale: che è regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace ». Qui sulla terra il Regno è già presente, in mistero; ma con la venuta del Signore, giungerà a perfezione (GS n. 39).
Omelia
4. PREGHIERA COMUNE
G Chiediamo al Signore,
che doni al nostro amore un'apertura universale, perché le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, specialmente dei poveri, e di tutti coloro che soffrono
siano le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di noi, discepoli di Cristo,
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e perché non ci sia nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel nostro cuore. (si scelgano alcune intenzioni)
G Perché il potere politico sia veramente a servizio della giustizia, curi il bene di tutti i cittadini e non solo di alcuni, preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
G Perché le persone non siano valutate da quello che hanno, che producono o che consumano, ma per quello che sono, preghiamo.
Perché ogni uomo sia trattato da uomo e nessuno subisca più discriminazioni a causa della razza, del sesso, della religione, dell'ignoranza, della povertà, della posizione sociale, della regione di provenienza, preghiamo.
Perché la scienza e tutto il progresso tecnologico siano veramente usati per la crescita di tutti gli uomini e di tutto l'uomo e non per la distruzione e la morte, preghiamo.
Perché il problema demografico trovi una soluzione che rispetti la dignità della persona e la legge di Dio, preghiamo.
Perché le nostre città si sviluppino in modo tale da essere una dimora degna dell'uomo, preghiamo.
Perché tutti sentano la responsabilità verso la natura, e l'ambiente non sia inquinato, preghiamo.
Perché si creino condizioni per eliminare o ridurre la emigrazione forzata e gli emigranti trovino accoglienza, lavoro e una casa dignitosa, preghiamo.
Perché siano create tutte le condizioni per favorire l'unità della famiglia, preghiamo.
Perché il rapporta uomo-donna si realizzi nel riconoscimento della uguale dignità e della originalità di ciascuno, preghiamo.
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Perché fra giovani e adulti ci sia un'accettazione reciproca e uno scambio di valori, preghiamo.
Perché i giovani siano così amati e accolti che non sentano la tentazione di evadere nella droga, preghiamo.
Perché tutti sentiamo l'impegno a curare le membra più deboli della società: bambini abbandonati, spastici, minorati, malati e anziani, e a non emarginarli, preghiamo.
Perché si crei in tutti una vera coscienza planetaria e sia vinta ogni forma di nazionalismo, preghiamo.
G O Signore,
tu ci inviti ad assumerci pienamente
la responsabilità della nostra crescita umana
e sociale.
Eppure sentiamo che i problemi e le aspirazioni
sono più grandi di noi
e che questa nostra terra non sarà mai
il regno della felicità totale
e della piena realizzazione di tutto l'uomo
e di tutti gli uomini.
Ti preghiamo
di essere presente con la tua grazia
nel nostro impegno,
perché ogni progresso sia un passo
verso il tuo Regno,
che però resterà sempre più avanti
dei nostri passi più avanzati.
Per questo attendiamo e speriamo da te
il compimento dei nostri sforzi
quando farai cieli nuovi e terra nuova,
in cui abiterà la giustizia,
la pace, l'amore e la gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
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IL CAMMINO DELLA LIBERAZIONE: DALL'INGIUSTIZIA ALL'AMORE
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Il Signore che abbatte i potenti dai troni e innalza gli umili, sia sempre con voi! T E con il tuo spirito.
G Preghiamo...
O Dio, Padre di tutti gli uomini,
che ami la giustizia e il diritto,
a noi che meditiamo la tua Parola
dona la forza e il coraggio
di lasciarci giudicare dalla sua luce
e di trasformare la nostra vita.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO Prima lettura: 1 Re 21,1.29
Quando il più forte opprime il debole, Dio non tace. Mandai suoi profeti per denunciare con coraggio la situazione di ingiustizia e per salvare la vita del povero. La nostra voce sia nel mondo d'oggi la voce di Elia, una voce che si fa impegno concreto di liberazione e di salvezza.
Salmo di meditazione
Beato chi ha l'aiuto del Signore, chi aspetta il Dio di Giacobbe: egli ha fatto i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi.
Custodisce la verità per sempre e rende giustizia agli oppressi; egli dà il pane agli affamati: il Signore scioglie i prigionieri.
392
Il Signore apre gli occhi ai ciechi, il Signore raddrizza chi è piegato, il Signore ama i giusti,
il Signore custodisce gli stranieri.
Mantiene l'orfano e la vedova e sovverte la via degli empi. Il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, nei secoli.
Seconda lettura; Le 4,14-21
Gesù è « il profeta ». Egli viene ad annunciare e a portare a compimento la liberazione degli oppressi. Una liberazione totale che va alle radici del male, che è vera salvezza dell'uomo, perché lo introduce nella comunione filiale con Dio.
Noi, come Gesù, mentre ci impegniamo per la liberazione umana dei giovani, miriamo alla loro « salvezza eterna », a farne dei figli del Padre.
4. PREGHIERA COMUNE
G Preghiamo il Signore perché nei mondo possa essere raggiunta la pienezza del vero sviluppo che è il passaggio per ciascun e per tutti da condizioni meno umane a condizioni più umane.
T Ascoltaci, o Signore.
G Perché possano essere colmate le carenze materiali di coloro che sono privati del minimo vitale e le carenze morali di coloro che sono mutilati dall'egoismo, preghiamo.
Perché siano riformate le strutture oppressive, che provengono dagli abusi del possesso o del potere, dallo sfruttamento dei lavoratori e dalla ingiustizia degli scambi, preghiamo.
Perché tutti gli uomini possano essere affrancati dalla miseria, trovare con più sicurezza la loro sussistenza, la salute, una occupazione stabile, preghiamo.
393
Perché tutti gli uomini possano godere di una maggiore istruzione, una partecipazione più piena alla responsabilità, al di fuori di ogni oppressione, al riparo da situazioni che offendono la loro dignità di uomini, preghiamo.
Perché ogni uomo possa fare, conoscere, avere di più per essere dí più, preghiamo.
Perché sia accresciuta la considerazione della dignità degli altri, ci si orienti verso lo spirito di povertà, la cooperazione al bene comune, la volontà di pace, preghiamo.
Perché ogni uomo riconosca i valori più alti, si apra a Dio, per accogliere il dono della fede e vivere in comunione con lui e con tutti gli uomini, preghiamo.
G O Dio, nostro Padre,
crea in tutti una volontà efficace
perché ognuno
secondo il proprio grado di responsabilità
e di potere,
usi i mezzi necessari
per giungere al pieno sviluppo
di tutti gli uomini
e di tutto l'uomo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Preghiera ispirata ai nn. 6.20.21 della « Populorum progressio ».
oppure:
GT Signore,
insegnaci a non amare noi stessi, a non amare soltanto i nostri cari, a non amare soltanto quelli che ci amano. Insegnaci a pensare agli altri ad amare anzitutto quelli che nessuno ama. Concedici la grazia di capire che ad ogni istante, mentre noi viviamo una vita troppo felice, protetta da te,
ci sono milioni di esseri umani,
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che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,
che muoiono di fame
senza aver meritato di morire di fame,
che muoiono di freddo
senza aver meritato di morire di freddo.
Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.
E non permettere più, o Signore,
che noi viviamo felici da soli.
Facci sentire l'angoscia della miseria universale,
e liberaci dal nostro egoismo.
(Raul Follerau)
G Signore, che nella tua benevolenza
provvedi alle necessità di tutte le creature,
fa' che noi tuoi fedeli dimostriamo realmente
il nostro amore per i fratelli che soffrono la fame,
perché, liberati dal bisogno,
possano servirti nella libertà e nella pace.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
O LO SPIRITO
U È LA VITA DELLE NOSTRE COMUNITA Preparazione alla Pentecoste
Le nostre comunità sono « Chiesa ». Non nascono da volontà di uomo, ma da Dio. Senza l'azione dello Spirito saranno un aggregato in cui ognuno va per la sua strada, uno stare insieme determinato dalla coincidenza di interessi, mai coesistenza pacifica.
Solo nello Spirito potremo realizzare la nostra identità di essere comunità di culto, perché unicamente in lui la preghiera è viva e non parola vuota e morta.
Lo Spirito di Dio manterrà le nostre comunità aperte allo slancio apostolico e al servizio dei poveri e piene
395
di vita, ricche di autenticità, capaci di rinnovamento continuo, fedeli a Cristo, alla Chiesa, a don Bosco.
La Pentecoste è il momento per approfondire il nostro rapporto con lo Spirito Santo, di verificare il nostro inserimento nella Chiesa, la nostra disponibilità al servizio ecclesiale, di invocarlo con più costanza e fiducia perché ci ricolmi dei suoi doni.
1. CANTO DI INIZIO (Veni Creator Spiritus)
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
G Preghiamo...
O Dio, che nella Pentecoste
hai dato prodigiosamente inizio alla tua Chiesa:
effondi il tuo Spirito nei nostri cuori,
e rinnovati nel tuo amore
vivremo nella verità e nell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO Primo giorno lo Spirito creatore
Prima lettura: Gen 1,1-2; 2,5-9.
È lo Spirito la fonte della vita.
Noi la riceviamo in dono. Come dono d'amore. La potenza dell'amore di Dío opera per noi le meraviglie della creazione e si manifesta soprattutto nella vita dell'uomo.
Seconda lettura: Lc 1,26-37.
È ancora lo Spirito che compie la nuova creazione e ci dona in Maria Gesù, il Salvatore.
Nella prima creazione lo Spirito opera tutto dal nulla, nella nuova creazione egli suscita in Maria ed in noi l'umile risposta di accettazione.
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Secondo giorno: lo Spirito di Cristo
Prima lettura: Rom 8,9-11.
È lo Spirito di Dio che guida il Messia nella sua missione di salvezza, lo dirige nel suo cammino tra gli uomini ed opera i segni prodigiosi.
Seconda lettura: Gv 1,29-34.
Il Messia è I' « Unto » di Spirito Santo. Egli salva comunicando il dono dello Spirito: il dono gratuito dell'Amore. Soltanto chi possiede lo Spirito di Cristo « appartiene a lui », è salvato: liberato dalla morte e destinato alla risurrezione.
Terzo giorno: lo Spirito di figli
Prima lettura: Gal 4,1-7.
Lo Spirito ci introduce nella famiglia di Dio.
Soltanto lui può appagare, in modo straordinario, la nostra sete di Dio, renderci vicino ed amico il volto di Dio, donarci la sicurezza di una vita amata da un Amore eterno; aprirci il cuore alla preghiera.
Seconda lettura: Mt 6,9-15.
Nello Spirito noi siamo « figli »: la nostra vita è sottratta al fluire distruttore del tempo e inserita in Dio. La nuova dignità, che lo Spirito ci dona, sopravanza ogni desiderio umano di grandezza e di realizzazione e ci introduce alla gioia dell'Amore. Possiamo chiamare con verità Dio, Padre.
Quarto giorno: Io Spirito di risurrezione
Prima lettura: Rom 8,18-23.
La nostra vita corre alla morte. E non siamo capaci di fermarla, travolti come siamo dal male, dal peccato, dall'egoismo. È lo Spirito, dono del Risorto, la fonte in noi di una vita di risurrezione.
Seconda lettura: Lc 24,36-49.
Lo Spirito ci riconcilia con il Padre e i fratelli, rinnovando la nostra esistenza.
È lui il pegno certo per noi e per tutto il creato della liberazione finale.
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Quinto giorno: Io Spirito di verità
Prima lettura: I Gv 1,5-10; 2,1-2.
Abbiamo bisogno di verità per vivere, di sapere da dove veniamo e dove andiamo. Col peccato la soffochiamo. Il peccato è cecità, è menzogna. Il Cristo è la Verità: ci manifesta l'amore di Dio e ci rivela il nostro peccato.
Seconda lettura: Gv 14,15-17; 16,12-15.
Lo Spirito continua e compie l'opera del Messia: ci introduce nella « Verità », ci aiuta a penetrare e a vivere Ia parola di Cristo, contesta continuamente le nostre complicità col male e ci dona la forza di esser suoi testimoni.
Sesto giorno: lo Spirito di testimonianza
Prima lettura: Atti 5,26-33.
Lo Spirito, che opera in noi la salvezza, suscita in noi il bisogno di parlare, di annunciare agli altri il dono ricevuto. La missione non è frutto del nostro impegno, ma dono gratuito dello Spirito.
Seconda lettura: Gv 15,26 - 16,4.
Lo Spirito dona fedeltà alla nostra adesione a Cristo, anche nelle tribolazioni e nel dolore.
Elui la « Parola al nostro labbro », che rende credibile ed efficace il nostro apostolato.
Llui la guida della Chiesa, la garanzia del suo cammino faticoso e costante nella verità.
Settimo giorno: lo Spirito di santità
Prima lettura: Gal 5,16-25.
La giustizia e la santità non sono aI termine di un faticoso cammino di conquista dell'uomo, ma sono il dono dello Spirito, i « frutti » dello Spirito. t lo Spirito di Gesù che ci aiuta a scoprire e a vivere la nuova legge della Montagna, purificando i nostri cuori e donandoci la sua forza.
Seconda lettura: Mt 5,38-48.
tlo Spirito la fonte della santità nella Chiesa, fonte perenne di giovinezza e di gioia. Nella docilità allo Spirito l'uomo abbandona le opere della carne e sviluppa la sua appartenenza a Cristo crocifisso.
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Ottavo giorno: Io Spirito della Chiesa
Prima lettura: Atti 2,1-4; 14-24.
Nata nel mistero della Pentecoste, la Chiesa vive e cresce nello Spirito.
Egli è lo Spirito creatore, che edifica il corpo di Cristo; è il dono messianico per eccellenza, che fa entrare l'uomo in un nuovo e definitivo rapporto con Dio e lo conforma a Cristo; conserva ed alimenta la comunione di salvezza tra gli uomini.
Seconda lettura: Gv 20,19-23.
Lo Spirito è il dono ottenuto ed inviato a noi da Gesù Cristo. Ne continua e completa la missione, animando e guidando la Chiesa e il mondo nel cammino verso l'ultimo compimento.
È lui che spinge la Chiesa a svilupparsi, a rinnovarsi, ad aggiornarsi, a capire i tempi, ad evangelizzare il mondo; è lui che ne conserva la struttura organica e ne vivifica le istituzioni; è lui che viene comunicato nei sacramenti, per mezzo dei quali santifica il popolo di Dio.
Egli è principio di unità e di interiorità; distribuendo alla Chiesa doni e carismi, vi suscita vocazioni ed opere che l'autorità non estingue, ma discerne, giudica e coordina.
Per mezzo di lui, la viva voce deI Vangelo risuona nella Chiesa e nel mondo.
Nono giorno: lo Spirito di unità
Prima lettura: 1 Cor 12,4-11.
Nella molteplicità dei ministeri, nella diversità dei carismi, nella pluralità delle situazioni non è lo sforzo di potere dell'uomo ma la forza d'amore dello Spirito che riunisce nell'unità la Chiesa, dando compimento alla preghiera di Cristo.
Seconda lettura: Gv 17,20-26.
Solo Dio può vincere la forza disgregatrice del male. Lui che è Amore ci ha donato lo Spirito perché fossimo raccolti nell'unità.
399
Dopo la prima lettura si reciti o canti un salmo di meditazione (Sal 103) oppure la sequenza del giorno della Pentecoste.
Dopo la seconda lettura: omelia el o una breve pausa di riflessione.
Canto
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
GCon la voce dello Spirito che prega in noi presentiamo al. Padre le nostre intenzioni di preghiera:
Sulla Chiesa diffusa su tutta la terra: perché sia rinnovata nell'amore e nella missione, preghiamo. T Manda il tuo Spirito, o Signore.
GSul mondo, che attende la liberazione dal peccato: perché i cuori degli uomini si aprano al dialogo e all'amore, preghiamo.
Sui giovani, che aprono gli occhi fiduciosi sulla vita: perché crescano cristiani adulti e testimoni coraggiosi del Vangelo, preghiamo.
Sulla nostra comunità: perché cresca nell'amore e sia testimone di Dio fra i giovani, preghiamo.
GAbbiamo ricevuto lo Spirito di figli adottivi, lui ci fa esclamare (Rom 8,15): T Padre nostro...
GPreghiamo...
O Dio, nostro Padre,
rinnova con la potenza del tuo Spirito
l'universo:
e dona alla tua Chiesa
di crescere come comunità di salvezza e d'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
oppure:
S. PROFESSIONE DI FEDE
T Io credo
che il Figlio Gesù Cristo, compiuta l'opera
400
che il Padre gli aveva affidato sulla terra, inviò lo Spirito Santo
per santificare continuamente la sua Chiesa,
ei credenti avessero così,
per Lui,
accesso al Padre,
in un solo Spirito.
Spirito che dà la vita,
sorgente di acqua zampillante per la vita eterna.•
Credo che per Lui il Padre
ridà la vita agli uomini,
morti per il peccato,
finché un giorno risusciterà in Cristo
i loro corpi mortali.
Credo che lo Spirito dimora nella Chiesa
enei cuori dei fedeli come in un tempio
e in essi prega e rende testimonianza
della loro adozione filiale.
E Lui che guida la Chiesa
verso tutta intera la verità,
la unifica, nella comunione e nel ministero,
la istruisce e dirige con doni diversi,
gerarchici e carismatici,
ela abbellisce con i suoi frutti:
l'amore, la gioia, la pace.
Credo che, con la forza del Vangelo,
Egli fa ringiovanire la Chiesa,
la rinnova continuamente
e la conduce alla perfetta unione con Cristo.
Poiché Io Spirito e la Chiesa
dicono al Signore Gesù:
Vieni.
Così credo
che la Chiesa universale
è un popolo adunato
nella unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
6. CANTO FINALE
401
n LA FESTA DI MARIA AUSILIATRICE j PRELUDIO DELLA FESTA ETERNA CHE CELEBREREMO IN PARADISO
Mese di maggio - Maria Ausiliatrice
Nel tempo d'Avvento la Chiesa medita sul mistero di Maria, umile serva del Signore, obbediente alla Parola. A Natale loda la sua divina Maternità.
Nel tempo pasquale la venera come Madre della Chiesa e Aiuto del popolo cristiano.
Il popolo cristiano, per lunga tradizione, ha dedicato a Maria il mese di maggio.
Anche noi con i nostri giovani, ricordiamo in questo tempo la Vergine Ausiliatrice, evitando però di estraniarci dalla spiritualità del tempo di Pasqua.
Ci prepariamo spiritualmente alla festa dell'Ausiliatrice e la celebriamo come anticipo della festa del Paradiso.
A Lei portiamo i nostri giovani, perché sperimentino nella loro crescita la dolcezza e l'aiuto di Maria. Le celebrazioni della sezione mariana ci aiutano a vivere i vari aspetti della devozione a Maria: la contemplazione, l'imitazione, la domanda di aiuto e di protezione.
In particolare, nella preparazione alla festa dell'Ausiliatrice, ricordiamo le celebrazioni:
Maria, aiuto del popolo di Dio, preannunciata in figura nell'A.T. (cfr. pag. 448).
Maria è per noi Madre della grazia e segno di speranza (cfr. pag. 452).
La nostra Congregazione è protetta da Maria Ausiliatrice (cfr, pag. 457).
402
10 OGNI SALESIANO È MISSIONARIO
Celebrazione di preghiera per le missioni
« La nostra società ravvisa nel lavoro missionario un lineamento essenziale dei suo volto. Tutti i Salesiani, anche quelli che non si dedicano al lavoro specifico delle missioni, collaborano secondo la loro possibilità alla venuta del Regno universale di Cristo » (Cost 15). « L'azione missionaria è opera di paziente evangelizzazione e fondazione della Chiesa in un gruppo umano, e include tutti gli impegni educativi e pastorali dei Salesiani.
In questo lavoro la nostra particolare attenzione va rivolta all'amore per i poveri e i sofferenti, alla formazione dei giovani e alla cura delle vocazioni: cosi il missionario si inserisce nel popolo da evangelizzare, sull'esempio del Figlio di Dio che si è fatto in tutto simile ai suoi fratelli » (Cost 24).
1. CANTO Di INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Grazia e pace a voi da Dio Padre nostro e dal Signore nostro Gesù Cristo che sacrificò se stesso per i nostri peccati (Gai 1,3-4a).
T Amen.
G Preghiamo...
Concedi,. o Signore, alla tua Chiesa
di essere sacramento universale di salvezza
e di portare a tutti gli uomini
l'annuncio del Vangelo,
nell'obbedienza al mandato di Cristo.
Lui che vive e regna nei secoli.
T Amen.
403
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
1. Schema
Ogni uomo attende Cristo, senza distinzione di nazioni o di cultura. La Chiesa, ogni credente, obbediente al comando del Risorto, è mandata nei mondo portatrice di salvezza.
Prima lettura: Atti 10,34-48. Salmo di meditazione: Sal 66. Seconda lettura: Mt 28,16-20.
2. Schema
Don Bosco ebbe un cuore missionario. Così volle la sua Famiglia. Anche oggi l'ideale e l'attività missionaria rinnoveranno e faranno rifiorire la Congregazione.
Prima lettura: ACGS pag. 300s. nn. 470-471. Pausa di riflessione elo canto.
Seconda lettura: ACGS pag. 304s. nn. 476-477.
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
G Insieme
preghiamo il Padre perché
a tutti gli uomini giunga il messaggio della salvezza.
Per la Chiesa:
ogni cristiano senta la responsabilità
di essere evangelizzatore e testimone di Cristo.
Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
G Per i missionari:
rivolgano una particolare attenzione ai poveri, ai giovani,
alla cura delle vocazioni
e si inseriscano nei popoli che evangelizzano sull'esempio di Gesù. Preghiamo.
Per coloro che norr credono in Cristo: vivano nella ricerca della verità
aperti alla luce del Vangelo. Preghiamo.
404
Per i giovani:
nell'impegno per i fratelli più poveri sappiano anche scoprire la grandezza della missione cristiana. Preghiamo.
Per i Salesiani:
operino il rinnovamento
riscoprendo e vivendo la loro vocazione missionaria. Preghiamo.
G Come Cristo ci ha insegnato invochiamo la venuta del Regno e diciamo insieme: T Padre nostro...
G O Signore,
manda ancora alla tua Chiesa
il tuo Spirito di verità e di amore,
dono della Pasqua di Cristo,
perché essa sia tutta missionaria
e ogni credente mantenga vivo Io slancio
di portare nei mondo la novità di Cristo.
Lui che è Dio e vive e regna nei secoli.
T Amen.
5. CANTO FINALE
11 QUALSIASI FATICA t POCO I QUANDO SI TRATTA DELLA CHIESA E DEL PAPATO
Celebrazione di preghiera per il Papa
Come Salesiani vediamo nella Chiesa, popolo di Dio, la comunione di tutte le forze che operano per la salvezza, il loro centro di unità e di animazione.
In particolare dobbiamo avere per il successore di Pietro venerazione e adesione speciale...
405
Collaboriamo sempre con la preoccupazione che il Corpo di Cristo cresca: «Qualunque fatica è poco quando si tratta della Chiesa e del papato » (don Bosco) (Cast 44).
Don Bosco ha vissuto profondamente la sua vita e la sua missione nella Chiesa del suo tempo.
Nella « devozione al Papa » ha espresso il suo amore alla Chiesa, la sua obbedienza al successore di Pietro, il senso vivo dell'unità del popolo di Dio nella verità. Chiamato da Cristo a confermare i fratelli nella fede, stabilito come roccia e custode dell'unità, il Successore di Pietro- guida come Pastore universale il popolo di Dio. Il Salesiano, fedele a don Bosco, nutre sincero amore per lui, accoglie con prontezza le sue parole e per lui prega il Signore.
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GLa grazia e la pace di Dio sia con voi nella Chiesa. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
Donaci, o Signore, di vivere con gioia
la nostra vita cristiana nella Chiesa:
conferma con la tua grazia
il nostro Papa...
e dona a noi un cuore docile e obbediente.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO E RIFLESSIONE Prima lettura
La Chiesa è una comunione. Lo stile di rapporto è l'amicizia e la partecipazione, l'affetto. -
Don Bosco amava il -Papa, ed educava a questo amore i giovani. 11 gesto di partecipazione alla sofferenza di Pio IX è rivelatore di questo stile di rapporto.
406
Dalle Memorie Biografiche:
Don Bosco era tutto per il Papa; sovente parlava di lui
eper lui faceva pregare, che a Gaeta sentiva grandissimo dolore per gli eccessi della rivoluzione nei suoi stati. Il Santo Padre... aveva in questo mentre ricevuta la povera, ma affettuosa e giovanile offerta dell'Oratorio di Valdocco, che non solo eragli tornata di sommo gradimento, ma ne conservò memoria finché visse.
Persone che raccolsero le sue impressioni riferirono la cosa con queste parole:
«L'offerta di trentatré lire fatta da giovanetti e le espressioni semplici e sincere che l'accompagnavano commossero il tenero cuore di Pio IX. Prese egli la somma e lo scritto che le andava unito, ne fece egli stesso un pacco, vi scrisse sopra la provenienza e disse che voleva farne un uso particolare. Quindi diede ordine a S. E. il Cardinale Antonelli di scrivere una lettera al Nunzio di Torino, onde venisse partecipata agli offerenti la pontificia soddisfazione » (MB IV, 82-83).
Meditazione personale elo canto
Seconda lettura
11 servizio del Papa nella Chiesa di Cristo è essenziale. Don Bosco ha fatto della fedeltà al successore di Pietro una caratteristica della sua Congregazione. Le sue parole, anche se rivelano un linguaggio di un altro contesto culturale, sono nella sostanza un appello sempre vivo per noi.
Dalle Memorie Biografiche:
Gesù disse a san Pietro: Tu sei Pietro e sopra questa pietra fonderò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non la vinceranno mai, perché io sarò coi Pastori di essa tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli.
Questo disse a S. Pietro e ai suoi successori, i Romani Pontefici, e a nessun altro.
Chi vi dice queste cose diverse da quanto vi dico, non credetelo: egli vi inganna.
407
Siate intimamente persuasi di queste grandi verità: dove c'è il successore di S. Pietro, là c'è la vera Chiesa di Gesù Cristo.
Niuno trovasi nella vera Religione, se non è cattolico; niuno è cattolico senza il Papa (dal proemio di « Avvisi ai Cattolici »).
Approvate quanto il Papa approva; e condannate quelle cose che il Papa condanna... Guardiamoci dall'essere di quelli che, avendo spesa la loro vita in tutt'altro studio che in materia ecclesiastica, si fanno lecito di censurare detti o fatti dell'autorità della Chiesa... (da « Il Cristiano guidato alla virtù... »).
Amiamoli (ei diceva) i Romani Pontefici, e non facciamo distinzione del tempo e del luogo in cui parlano; quando ci danno un consiglio e più ancora quando ci manifestano un desiderio, questo sia per noi un comando (da un discorso ai giovani dell'oratorio) (MB IV, 226; III, 380; V, 573).
Meditazione personale e/o omelia
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
G Al Padre, che ci ha radunati nella Chiesa come popolo di salvati, presentiamo per Cristo la nostra preghiera:
Per la santa Chiesa di Dio:
purificata e rinnovata dallo Spirito
cresca nell'unità e nella pace. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
G Per il papa...:
lo Spirito lo aiuti e lo diriga
neI guidare il popolo di Dio. Preghiamo.
Per i credenti:
trovino nel successore di Pietro
la conferma della fede e il custode dell'unità. Preghiamo.
Per la nostra comunità: sull'esempio di don Bosco
rispetti ed ami il Romano Pontefice. Preghiamo.
408
G Con tutta la Chiesa innalziamo al Padre la nostra preghiera e diciamo insieme: T Padre nostro...
G O Dio, che hai scelto...
come Vescovo di Roma
e Pastore della Chiesa universale:
donagli forza e coraggio
nella guida del popolo di Dio,
assistilo nelle difficoltà
e proteggilo dal male.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
17 OGNI GIORNO VIVERE INSIEME NELL'AMORE E UNA FESTA:
UNA VOLTA ALL'ANNO LA CELEBRIAMO
Celebrazione per la festa della comunità
La vita salesiana è una vita di comunità.
Viviamo insieme, lavoriamo insieme, preghiamo insieme. Un giorno all'anno celebriamo in modo esplicito il nostro « essere insieme ». Questo può avere un momento di verifica in una celebrazione penitenziale, ed in una riflessione sopra le indicazioni del capitolo XX.
Il momento più opportuno per la festa alla comunità è il tempo di Pasqua e di Pentecoste. La Chiesa. è la comunità nel Risorto, radunata dallo Spirito per la missione. E le nostre comunità devono diventare sempre più « Chiesa ».
409
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GDio, che ci ha chiamati ad essere in comunione con il suo Figlio Gesù, ci doni la sua pace e la sua grazia.
T Benedetto nei secoli il Signore.
GPreghiamo...
O Signore,
la tua Parola ci ha radunato
in questa comunità:
donaci lo Spirito
perché viviamo nella comunione
la salvezza e la missione
che ci hai donato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO E MEDITAZIONE
Si potranno scegliere tre brani dagli Atti del Capitolo Generale Speciale XX; nn. 483-503; oppure tre letture opportune dalla Sacra Scrittura.
Meditazione personale
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
GDio ci ha chiamati a vivere in comunità affidandoci dei fratelli da amare.
Preghiamolo perché la nostra vita sia sincera e profonda comunione con lui e con i fratelli.
(si scelgono alcune intenzioni).
GPerché la nostra comunità
accolga con amore ogni fratello e Io aiuti a crescere uomo libero e generoso
nel servizio di Dio e dei fratelli, preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
410
G Perché la nostra comunità
contribuisca alla maturazione dei confratelli ed accetti di camminare con loro
nella via del rinnovamento e della crescita, preghiamo.
Perché nelle nostre comunità regni un'amicizia autentica fatta di calore umano e di delicatezza soprannaturale, in cui ognuno sia amato come un fratello per cui il Signore è morto, preghiamo.
Perché la nostra comunità si ritrovi con gioia ed impegno
nella preghiera, nel dialogo, nel lavoro e negli incontri fraterni, preghiamo.
Perché la nostra comunità
riscopra nella fede i motivi soprannaturali che la uniscono, preghiamo.
Perché vivendo nell'amore
realizziamo nella nostra comunità la famiglia dei discepoli del Signore, preghiamo.
Perché viviamo
formando un cuor solo e un'anima sola nell'ascolto della Parola, nell'Eucaristia, nella comunione dei beni
e nella carità verso i giovani, preghiamo.
Perché la nostra comunità
sia testimonianza ai cristiani dei beni futuri con una vita casta, povera e obbediente, preghiamo.
Perché sappiamo amarci e ritrovare nel perdono
il vincolo d'amore che ci unisce, preghiamo.
Perché la castità vissuta
sia una reale libertà e disponibilità per amarci come fratelli, preghiamo.
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Perché la povertà
sia segno e verifica dell'amore fraterno che fa mettere tutto in comune in uno scambio reciproco, preghiamo.
Perché l'obbedienza
unifichi la nostra volontà
nella ricerca e nella realizzazione della volontà di Dio, preghiamo.
GFratelli, riuniti nell'unità del vincolo dello Spirito, con Cristo rivolgiamoci al Padre e diciamo insieme: T Padre nostro...
GO Signore, che ci hai chiamati alla vita salesiana, aiutaci a condividere tutto in spirito di famiglia, a costruire una vera comunità di persone, perché con la nostra vita d'amore
siamo nella Chiesa testimonianza vivente della Trinità.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
13 PREGATE IL SIGNORE DELLA MESSE PERCHÉ MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE
Celebrazione di preghiera per le vocazioni
L'amore alla propria famiglia spirituale, in cui viviamo, di cui condividiamo i valori e la missione, fa sentire vivo il problema della sua continuità nel tempo. Questo nella docilità alla volontà del Signore.
Noi crediamo che attraverso il carisma di don Bosco, Dio vuole ancora salvare i giovani.
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Le vocazioni sono dono gratuito di Dio, che chiama quando vuole e chi vuole. Sono un mistero di libertà, perché alla chiamata di Dio l'uomo deve rispondere liberamente. Ma il Signore ci ha detto di pregare perché egli mandi operai nella sua messe.
Gpoi una comunità religiosamente autentica, in cui sono visibili i segni dello Spirito: la carità, la pace, la gioia, e apostolicamente viva, inserita in modo vitale nella storia, ha forza di attrazione come le primitive comunità cristiane. La nascita delle vocazioni e la loro perseveranza perciò dipendono anche dalla nostra responsabilità, dalla testimonianza sia personale che comunitaria.
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GFratelli, siamo qui per pregare il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe, ma anche per prendere coscienza della nostra responsabilità. Iniziamo con un atto di pentimento.
GSignore, non sempre abbiamo pregato con fede e perseveranza per le vocazioni. T Signore pietà.
GCristo, non sempre la nostra vita è stata per i giovani un segnó e un appello. T Cristo pietà.
GSignore, nella nostra comunità non sono sempre stati visibili i segni dello Spirito: la carità, la pace, la gioia.
T Signore pietà.
•O Dio,
che nel tuo disegno d'amore
hai deciso di chiamare gli uomini
a collaborare con te alla salvezza,
disponi i nostri cuori,
all'ascolto della tua parola
e alla conversione.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
413
3. ASCOLTO DELLA PAROLA Prima lettura: Atti 2,42-47
Eil Signore che chiama, ma egli agisce normalmente attraverso gli uomini. La testimonianza della primitiva comunità cristiana aveva una forza di attrazione. Anche le nostre comunità, se saranno vere comunità di amore, saranno un appello.
Seconda lettura: Mt 9,9-13.35-38.10,1
Il Signore chiama nella libertà e fa appello alla libertà dell'uomo. Matteo, il peccatore, risponde e segue il Signore. Egli è venuto per salvare i peccatori, per liberare l'uomo dal peccato e da ogni male.
Le esigenze sono tante e gli uomini da salvare sono senza numero; per questo ha bisogno di collaboratori.
Meditazione personale e lo omelia
4. PREGHIERA DEI FEDELI
GFratelli, il Signore ci ha rivolto il suo appello, ora gli rispondiamo con una preghiera piena di fede.
Per la Chiesa, perché continui a chiamare gli uomini al servizio del regno, come il suo Signore e Maestro. Preghiamo. T Ascoltaci, o Signore.
GPer le famiglie cristiane, perché vivano profondamente i valori evangelici ed educhino i figli in modo tale da renderli disponibili alla chiamata di Dio. Preghiamo.
Per coloro che si preparano al sacerdozio o alla vita religiosa:
abbiano la generosità e la costanza di condurre a termine.
con la grazia dello Spirito la via intrapresa. Preghiamo.
414
Per i giovani, perché sentano l'urgenza di collaborare alla salvezza totale dell'uomo specialmente dei loro coetanei poveri e abbandonati e rispondano con generosità all'appello di Dio. Preghiamo.
Per la nostra comunità, regni in essa
la gioia del servizio di Dio e del regno. Preghiamo.
G O Signore,
tu chiami chi vuoi e quando vuoi:
manda alla tua Chiesa
e alla nostra Congregazione
operai numerosi e zelanti
e suscita in loro
una risposta libera, gioiosa e fedele.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
oppure:
G O Gesù, divino Pastore delle anime,
che hai chiamato gli apostoli
per farne pescatori degli uomini,
attrai ancora a te
aníme ardenti e generose di giovani,
per renderli tuoi seguaci e tuoi ministri;
rendili partecipi
della tua sete di universale redenzione,
per la quale rinnovi ogni giorno il tuo sacrificio.
Tu, o Signore,
sempre vivo a intercedere per noi,
dischiudi gli orizzonti del mondo intero,
ove il muto supplicare di tanti fratelli
chiede luce di verità e calore di amore;
affinché rispondendo alla tua chiamata
prolunghino quaggiù la tua missione,
edifichino il tuo corpo mistico, che è la Chiesa,
e siano sale della terra, e luce del mondo.
(Paolo VI)
T Amen.
415
ABBIAMO
LA GIOIA
DI AVERE
CON NOI
UNA MADRE
CHE CI AMA
Maria, Madre di Dio, occupa un posto singolare nella storia della salvezza e nella costruzione della Chiesa. Crediamo con don Bosco che Essa è stata la Fondatrice ed è la guida della nostra famiglia.
Noi nutriamo per Lei devozione filiale e forte. Maria Immacolata ci educa alla pienezza della consacrazione, Ausiliatrice dei cristiani c'infonde coraggio nel servizio del popolo di Dio. La comunità celebra con fervore le feste mariane e stimola ognuno ad una imitazione convinta e personale (Cost 65).
418
RENDIAMO GRAZIE AL PADRE PER LE MERAVIGLIE
CHE HA COMPIUTO IN MARIA
Contenuto della sezione
Il primo atteggiamento di fronte a Maria è la contemplazione gratuita e piena di gioia e il ringraziamento al Padre, che in Lei ha compiuto le meraviglie del suo amore.
Maria chiude l'antica alleanza ed apre la nuova. Per comprenderla e per « situarci » di fronte a lei, è necessario « vederla » nella storia della salvezza, con uno sguardo insieme retrospettivo e prospettico: speranza, termine e pienezza dell'antico popolo di Dio; profezia, figura e modello del nuovo popolo di Dio.
Così Maria è presentata nella « Lumen Gentium », così vogliono proporla queste celebrazioni della Parola. Dopo il canto d'inizio ed il saluto del celebrante, in cui si presenta il tema, la celebrazione della Parola con le due letture focalizza un aspetto del mistero di Maria interpretando le pagine dei Vangeli alla luce dei testi dell'Antico Testamento.
Dall' « ascolto » e dalla contemplazione delle meraviglie operate da Dio in Maria, nasce un'azione di grazie, che « prega » lo stesso mistero e che termina col canto deI « Magnificat ».
Infine le preghiere di intercessione sviluppano il rapporto tra Maria e la Chiesa:
419
MARIA IMMACOLATA:
I TUTTO È GRAZIA
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, andiamo con fiducia alla Vergine Maria.
Ella è la « piena di grazia »,
la madre di Dio e madre nostra.
Rendiamo grazie al Padre
per i doni di cui l'ha colmata.
Preghiamo...
A noi che siamo radunati
per contemplare il mistero di Maria,
concedi, o Signore,
la gioia del rendimento di grazie
e l'impegno di vivere come lei.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. PRIMA LETTURA
In Cristo, pieno di grazia e di verità, Dio padre ama tutti gli uomini.
Maria è colei che più di ogni altra creatura ha attinto alla pienezza della grazia di Gesù: è la prima redenta, l'Immacolata.
L'azione di grazie che Paolo rivolge a Dio, sulle labbra di Maria risuona in tutta la sua verità.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini:
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione deI mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di
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Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza (Ef 1,3-8).
4. CANTO DI MEDITAZIONE
G Manifestiamo al Signore la nostra riconoscenza per le meraviglie che ha operato in Maria, nella sua concezione immacolata e in noi nel battesimo.
5. SECONDA LETTURA
La pienezza di grazia che Maria riceve non è un privilegio per sé, ma un dono per tutti gli uomini.
Per questo Maria è il segno certo e vivente dell'amore salvatore di Dio, è strumento privilegiato nella attuazione del piano di salvezza.
Dal vangelo secondo Luca:
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: « Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te ». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: « Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla Luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine ».
Allora Maria disse all'angelo: « Come è possibile? Non conosco uomo ». Le rispose l'angelo: « Lo Spirito San-
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to scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra, la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ». Allora Maria disse: « Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ». E l'angelo partì da lei (Le 1, 26-38).
Omelia e/o meditazione personale
6. AZIONE DI GRAZIE
GII Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie al Signore nostro Dio. T E cosa buona e giusta.
GÈ veramente cosa buona e giusta
che noi ti rendiamo grazie, Padre santo.
Nella tua totale libertà,
con una scelta puramente gratuita,
hai predestinato Maria
a diventare madre del Salvatore.
Non la scegliesti per la sua santità,
ma fu la tua scelta
che la rese santa, piena di grazia
fin dalla concezione,
attingendo a quella pienezza di grazia
che è in Cristo, tuo figlio prediletto.
In lei, perciò, si manifesta
la grandezza infinita del tuo amore;
e in lei risplende il vero volto dell'umanità redenta.
Per questo mistero di grazia,
insieme a lei esultanti cantiamo:
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
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7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GPadre, fonte di ogni grazia, ricordati della tua Chiesa.
T Essa è come Maria
« piena di grazia »,
santa e immacolata,
senza macchia e senza ruga,
ma, diversamente da lei,
è anche peccatrice.
Ti preghiamo: riconoscendo il suo peccato,
non tralasci mai
di purificarsi e di rinnovarsi.
GRicordati di tutti i giovani:
T scoprano in Maria il vero volto della donna, e invochino il suo aiuto per vincere il male.
GAnche di noi abbi misericordia:
T la grazia ricevuta in dono nel battesimo,
possa crescere in noi
con la nostra collaborazione
fino alla pienezza
della grazia di Cristo.
GI1 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
Padre di misericordia,
tu hai predestinato e colmato di grazia
la Vergine Maria,
perché diventasse la madre del tuo unico figlio:
arricchisci noi delle tue benedizioni
in Cristo tuo figlio prediletto,
che vive e regna nei secoli.
T Amen.
a. CANTO FINALE
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IL Si DI MARIA:
L LA FEDE È TUTTO
1. CANTO Di INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli,
nell'annunciazione Maria ci appare come colei che Dio ha colmato di grazia, ma anche come la prima credente della nuova alleanza.
Rendiamo grazie al Padre per l'appello rivolto a Maria e per la sua risposta nella fede.
Preghiamo... (pag. 420).
3. PRIMA LETTURA
La storia della salvezza è la storia di Dio che chiede fiducia all'uomo, e lo chiama a collaborare al suo piano.
Dall'atto di fede di Abramo, nasce il popolo nell'antica alleanza. Dall'atto di fede di Maria nasce il nuovo popolo di Dio.
Dalla lettera agli Ebrei:
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
424
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio, del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo (Ebr 11, 8-12.17-19).
4. CANTO DI MEDITAZIONE
GLa storia della fede iniziata con Abramo e continuata dalle grandi figure dell'antica alleanza, trova il suo compimento e la sua pienezza in Maria, la « beata credente », madre dei credenti della nuova alleanza.
5. SECONDA LETTURA
Maria è il « sì » all'impossibile.
Il suo atto di fede è offerta di sé, obbedienza umile e completa, fiducia totale a Dio che la chiama a collaborare alla salvezza dell'uomo.
Le 1,26-38: vedi pag. 418.
Omelia e/o meditazione personale
6. AZIONE DI GRAZIE
GII Signore sía con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie al Signore nostro Dio. T È cosa buona e giusta.
GÈ veramente giusto, o eterno Padre,
renderti grazie:
con libero ed arcano disegno di sapienza e bontà,
hai creato l'universo,
hai chiamato gli uomini
425
a partecipare della tua natura divina.
Caduti in Adamo, non li hai abbandonati,
ma hai iniziato il tuo disegno di salvezza
« chiamando » un uomo, Abramo,
che sperando contro ogni speranza « credette ».
II suo atto di fede
lo rese padre di tutti i credenti,
e dette inizio al popolo dell'antica alleanza.
Lungo i secoli, o Padre,
hai sempre continuato questo dialogo di amore
creando cuori umili e disponibili alla tua chiamata
e suscitando in essi la risposta di fede.
Infine, nella pienezza dei tempi,
inviasti un angelo, tuo messaggero, a Maria,
la vergine povera che nella sua umiltà
tutto attende da te suo creatore.
Nella fede accolse in sé la tua Parola
e divenne la Madre del tuo Figlio
e di tutti i credenti,
l'inizio della nuova alleanza e deI nuovo popolo.
Per questo, pieni di gioia,
esultiamo per la fede che tu hai suscitato in Maria
e con lei magnifichiamo senza fine il tuo nome
cantando:
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GRicordati, Padre, della tua Chiesa: T come Maria accolga in sé la tua Parola,
per comunicarla al mondo con fedeltà,
anche a costo di sofferenze e persecuzioni.
GRicordati ancora dí tutti coloro che non credono
e che inconsapevolmente
ti cercano con cuore sincero.
T Cristo, luce vera che illumina ogni uomo,
ricolmi della sua grazia i loro cuori
perché possano credere ed avere la vita.
GGuarda con amore la nostra comunità: T sia veramente una piccola Chiesa, in continuo ascolto della tua Parola,
426 per accoglierla in una fede operosa, in una speranza perseverante e in una carità che si sacrifica.
GII Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
O Dio, nostro maestro,
tu hai concesso a Maria
la grazia di una fede pura,
che le fece accogliere la tua parola
con una fiducia
di serva obbediente e consacrata;
rendici servitori fedeli
pieni di fede nelle tue promesse.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
R. CANTO FINALE
9 IN CAMMINO
d PER PORTARE L'ANNUNCIO
DI SALVEZZA.
IL SERVIZIO VERIFICA DELLA FEDE
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GGrazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Qui riuniti dalla sua Parola, siamo invitati a contemplare la Vergine Maria che si reca da Elisabetta, per comunicare la buona novella della salvezza. Per questo mistero diamo lode e gloria al Signore. Preghiamo... ( pag. 420).
427
3. PRIMA LETTURA
La parola di Dio, operatrice di salvezza, viene affidata ai messaggeri. Maria realizza per prima la profezia di Isaia.
Dal libro del profeta Isaia:
Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: « Regna il tuo Dio ». Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata. Voi dunque partirete con gioia, sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani (Is 52,7; 55,10-12).
4. CANTO DI MEDITAZIONE
G Maria annuncia la gioia e la pace ad Elisabetta e in lei al mondo intero.
5. SECONDA LETTURA
Il racconto della visitazione pone Maria al primo posto fra gli annunciatori del vangelo.
Essa è la regina degli apostoli. Elisabetta, e con lei la Chiesa, riconosce in Maria la madre di Dio.
Dal vangelo secondo Luca:
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò in grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e
428
benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore » (Lc 1,39-45).
Omelia e/o meditazione personale
6. AZIONE DI GRAZIE
GI1 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie aI Signore nostro Dio.
Tcosa buona e giusta.
GL veramente cosa buona e giusta
rendere grazie a te, Padre santo.
Tu hai voluto che Maria fosse la prima messaggera
della lieta notizia dell'incarnazione
e dell'inizio della nostra redenzione.
Essa nuova arca della alleanza
porta in sé il Figlio di Dio fatto uomo.
Entrando nella casa di Zaccaria
con la sua parola di saluto
dona la salvezza al precursore,
che si risveglia alla gioia messianica;
ricolma di Spirito Santo Elisabetta
che riconosce in lei la madre del Signore.
Per questo, Padre santo,
anche noi ripieni di gioia
insieme con Maria
cantiamo la tua gloria e il tuo amore.
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19) .
7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GPadre giusto e santo, ricordati della tua Chiesa.
T Essa come Maria porta in sé la Parola di Dio. Visiti fraternamente il mondo per donargli con la dolcezza della sua carità la gioia della liberazione.
429
GRicordati ancora di tutti gli uomini:
T accolgano la parola della Chiesa
come parola di Dio
e siano ricolmi di gioia come lo fu il precursore.
GAnche di noi abbi misericordia,
T donaci lo Spirito Santo
perché possiamo portare ai giovani
l'annuncio della salvezza,
e metterci generosamente al loro servizio.
GI1 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
Dio di amore,
tu hai fatto della vergine Maria
la tua madre umana
benedetta fra Ie donne per tutte le generazioni;
rinnova in noi la fede in te,
vero Dio e vero uomo,
e il ringraziamento
per tutte le meraviglie dell'incarnazione.
Tu che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
8. CANTO FINALE
A MARIA OFFRE IL FIGLIO A DIO: AL SIGNORE SI DA TUTTO
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GFratelli, sia lode al Padre onnipotente, che nell'offerta di Maria, Madre del Servo sofferente, ha costituito il Figlio come primogenito degli uomini, salvatore della Chiesa, suo popolo.
A lui innalziamo il nostro « grazie ».
Preghiamo... (pag. 420).
430
3. PRIMA LETTURA
Il riscatto e la consacrazione dei primogeniti rendevano attuale nel popolo di Dio la liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Così il primogenito in una famiglia ebrea era il segno vivente della salvezza e della libertà avuta in dono.
Dal libro dell'Esodo:
Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese del Cananeo, come ha giurato a te e ai tuoi padri, e te lo avrà dato in possesso, tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del bestiame, se di sesso maschile, appartiene al Signore. Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di bestiame minuto; se non lo riscatti, gli spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi figli. Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che significa ciò?, tu gli risponderai: Con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto, dalla condizione servile. Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nel paese d'Egitto, i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo frutto del seno materno, se di sesso maschile, e riscatto ogni primogenito dei miei figli. Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto (Es 13,11-16).
4. CANTO DI MEDITAZIONE
G Maria « adempie » la legge. Tutte le precedenti offerte, ripetute per secoli, tendevano a questa « offerta ». Nella presentazione di Gesù al tempio sono impegnati tutta la fede e l'amore di Maria.
Qui inizia il suo mistero di sofferenza.
5. SECONDA LETTURA
Nella presentazione Gesù è posto in stato di offerta, di vittima, segno e memoriale della liberazione passata che egli condurrà al suo compimento nel sacrificio del-
431
la croce. Simeone fa comprendere alla Vergine che suo Figlio è il Servo sofferente, profetizzato da Isaia. La spada di Maria è la croce del Cristo piantata nel suo cuore di madre.
Dal vangelo secondo Luca:
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro aI Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, Io prese tra le braccia e benedisse Dio:
« Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto Ia tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele ».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: « Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima » (Lc 2,22-35).
Omelia e/o meditazione personale
6. AZIONE DI GRAZIE
GII Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
432
GRendiamo grazie al Signore nostro Dio. T È cosa buona e giusta.
GTi rendiamo grazie,
Padre onnipotente e creatore!
Tu hai disposto che Gesù Cristo,
agnello perfetto ed eterno
immolato sulla croce
fosse offerto come vittima innocente
fin dall'inizio della vita
per le mani della Vergine Maria
nella presentazione al tempio.
Egli, vero primogenito dell'umanità,
con la sua Pasqua ci ha liberati dal peccato,
e ha lasciato il suo corpo
alla Chiesa madre.
E lei, sull'esempio di Maria,
continua ad offrirlo ogni giorno
come sacramento pasquale di salvezza
in rendimento di grazie e intercessione.
Ed ora insieme a Maria,
per Ia salvezza che ci hai portato,
eleviamo il nostro canto.
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GPadre Onnipotente, ricordati della Chiesa,
T annunci con apostolico coraggio Gesù, segno di contraddizione, perché il cuore degli uomini si apra alla salvezza.
GRicordati del mondo intero,
soprattutto di coloro che sono
nelle sofferenze per le guerre,
le malattie, l'odio, Ie avversità della vita.
T Sappiano accettarle sull'esempio di Maria come « compimento nella loro carne » a ciò che manca ai dolori di Cristo.
433
GRicordati di noi
qui presenti:
T la tua Parola viva ed efficace
penetri in noi,
purifichi con la sua forza
il nostro cuore
eci renda generosi
ad accogliere la sofferenza della croce per la salvezza del mondo.
Gll Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
Signore Dio,
che hai posto Gesù,
tuo Servo sofferente,
a segno di contraddizione,
concedi a noi
di custodire, sull'esempio di Maria, la tua Parola,
fino alla rivelazione finale
del tuo amore che salva.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
8. CANTO FINALE
C MARIA
d MADRE DELLA COMUNITÀ NUOVA: CREDERE PER GENERARE ALLA FEDE
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GFratelli carissimi, la nostra meditazione ci porta oggi a considerare il racconto delle nozze di Cana
ein esso a scoprire la nuova vocazione di Maria. Con Iei rendiamo grazie al Padre, e a Gesù Cristo, suo Figlio.
Preghiamo... (pag. 420).
434
3. PRIMA LETTURA
Maria a Cana è colei che crede nel Figlio e comunica la propria fede e obbedienza ai discepoli. Ogni annunciatore del Vangelo continuerà nella Chiesa questa funzione spirituale propria di Maria. Paolo ai Tessalonicesi dice con quale amore paterno e materno l'apostolo deve amare coloro che egli genera alla fede con l'annuncio della Parola.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi:
Voi stessi infatti, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata vana. Ma dopo avere prima sofferto e subito oltraggi a Filippi, come ben sapete, abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna; ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo, così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio. Voi siete testimoni, e Dio stesso è testimone, come è stato santo, giusto, irreprensibile il nostro comportamento verso di voi credenti; e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria (1 Tess 2,1-12).
435
4. CANTO DI MEDITAZIONE
G Invochiamo la madre di Gesù, perché ci ottenga la .fede e l'amore necessari ad un vero apostolo.
5. SECONDA LETTURA
A Cana nasce un rapporto nuovo fra i discepoli: ciò che fa di loro una comunità è la comune fede in Gesù. E Maria, che li aveva invitati a credere in lui, è la madre di questa nuova comunità di fede.
Dal vangelo secondo Giovanni:
Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea
ec'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: « Non hanno più vino ». E Gesù rispose: « Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora ». La madre dice ai servi: « Fate quello che vi dirà ».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: « Riempite d'acqua le giare »; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: « Ora attingete
eportatene al maestro di tavola ». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: « Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono ». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui (Gv 2,1-11).
Omelia e/o meditazione personale
6. AZIONE DI GRAZIE
G II Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
436
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie al Signore nostro Dio. T È cosa buona e giusta.
GÈ veramente cosa buona e giusta
che noi sempre e dovunque ti rendiamo grazie
Dio onnipotente ed eterno.
Tu hai inviato il tuo Figlio unigenito sulla terra.
Egli, nato dalla Vergine Maria,
si manifestò agli uomini come il Messia
da te promesso
con molti segni,
per raccogliere attorno a sé
la comunità di coloro che sono uniti
non dalla carne e dal sangue
ma dalla fede comune in lui.
E a questa nuova comunità, a Cana,
tu hai dato come Madre spirituale, Maria,
perché con la sua fede nel Figlio
fosse nel tempo per i discepoli
un invito a credere in lui.
Con lei e con la Chiesa,
comunità dei credenti sparsa su tutta la terra,
cantiamo la tua gloria.
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GPadre, fonte di ogni grazia ricordati della tua Chiesa.
T Essa sia fedele al suo compito di Madre dei credenti,
e guardando a Maria estenda la tua famiglia su tutta la terra.
GGuarda con amore tutti i tuoi sacerdoti.
T « Credano » alla missione che Dio ha loro affidato,
predichino il Vangelo non per piacere agli uomini, ma a Dio che scruta i cuori.
Accettino con amore tutte le sofferenze,
437
necessarie per generare alla fede coloro ai quali tu li mandi
per farne un popolo a te gradito.
GRicordati di questa nostra comunità. T Nata dalla fede nella tua Parola,
sia testimone autentica
per la diffusione del tuo regno.
G11 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
O Dio di bontà,
tu hai voluto che Maria,
madre umana di Cristo, tuo Figlio,
divenisse madre spirituale
della nuova comunità dei credenti:
concedi a noi
di essere figli suoi
nella fede e nell'amore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
8. CANTO FINALE
e MARIA,
U TESTIMONE DELLA MORTE DI CRISTO, NE ACCOGLIE LO SPIRITO:
LA MORTE È LA SORGENTE DELLA VITA
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
GFratelli, Cristo, morendo sulla croce, ha voluto effondere su Maria, simbolo della Chiesa, il suo Spirito, che abita in noi e ci fa gridare incessan-
438
temente: « Abbà-Padre! ». Contempliamo questo mistero di vita e di morte e rendiamo grazie al Padre.
Preghiamo... (pag. 420).
3. PRIMA LETTURA
Il tema della sorgente e dell'acqua viva, caratterizza, nell'Antico Testamento, i tempi messianici: è simbolo del dono dello Spirito che rigenera il popolo di Dio. La splendida descrizione degli effetti del torrente di acqua che scaturisce dal tempio, simboleggia gli effetti che produrrà il dono dello Spirito nella Chiesa.
Dai libro del profeta Ezechiele:
Così dice il Signore:
« Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi iI cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio Spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi.
Mi condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare.
Era un fiume che non potevo attraversare. Allora egli mi disse: « Hai visto, figlio dell'uomo? ». Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; voltandomi vidi che sulla sponda del fiume vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall'altra. Mi disse: « Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giungono, risanano. Sulle rive vi saranno pescatori: da Engaddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di reti.
439
Lungo il fiume, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina » (Ez 36,25-27; 47,1-2 passim).
4. CANTO DI MEDITAZIONE
G Dal corpo trafitto di Cristo, vero tempio, esce il torrente della grazia che purifica, che risana e che porta la vita.
Noi eravamo presenti sotto l'albero della croce in Maria e Giovanni.
5. SECONDA LETTURA
L'apostolo Giovanni ci aiuta a scoprire il ruolo di Maria nell'ora della croce. E lì che avviene la nuova creazione, che si compie la redenzione e che inizia il primo atto della Pentecoste. Dal suo costato come dal fianco del tempio, sgorga l'acqua che dà la vita nuova.
Dal vangelo secondo Giovanni:
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: « Donna, ecco il tuo figlio! ». Poi disse al discepolo: « Ecco la tua madre! ». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: « Ho sete ». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: « Tutto è compiuto! ». E, chinato il capo, spirò.
440
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua (Gv 19,25-34).
Omelia e/o meditazione personale
G. AZIONE DI GRAZIE
GIl Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie al Signore nostro Dio. T E cosa buona e giusta.
GE bene rendere grazie a te,
Padre santo,
per il mistero di salvezza
nascosto nei secoli
ed ora rivelato in Gesù Cristo, figlio del tuo amore.
Dalla sua morte
è nato il popolo della nuova alleanza.
Lui crocifisso
ha donato Io Spirito alla Chiesa,
e dal suo fianco trafitto sono sgorgati
l'acqua e il sangue,
segni del Battesimo e dell'Eucaristia.
Con tutta la Chiesa e con Maria
celebriamo le meraviglie
che tu hai operato per noi nel mistero pasquale
e cantiamo:
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
441
7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GPadre, ricordati della tua Chiesa
T nata nel dolore della croce. Animata dallo Spirito, sia per tutti gli uomini madre della gioia e della salvezza.
GRicordati di tutte le madri
che come Maria hanno visto morire il figlio ucciso dall'odio, dalla guerra o dalla fame.
T 11 loro dolore sia per l'umanità sorgente di riconciliazione e di pace.
GRicordati di tutti coloro che pensano che Dio è morto.
T Possano incontrarlo risorto e vivo nella Chiesa,
comunità di fede, d'amore e di speranza.
GRicordati di noi qui presenti rinati dall'acqua e dallo Spirito.
T Come il discepolo prediletto, anche noi accogliamo Maria, madre della nostra vita.
GIl Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
Dio, nostro Padre,
tu hai fatto di Maria
la figura della Chiesa
e l'hai donata al discepolo fedele
come madre spirituale;
concedi a noi di accogliere
la Chiesa come nostra madre
e di gioire nella famiglia spirituale
che ci hai donato.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
8. CANTO FINALE 442
7 MARIA GRANDE SEGNO NEL CIELO: i LA SPERANZA
NON È UNA ILLUSIONE
1. CANTO Di INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, apriamo il nostro animo alla Parola di Dio che ci manifesta la grandezza di Maria, Madre del Messia e della Chiesa. A lui innalziamo il nostro inno di ringraziamento.
Preghiamo... (pag. 420).
3. PRIMA LETTURA
La salvezza nasce dalla promessa di Dio fatta all'uomo dopo il peccato, nella Genesi e si compie nella visione gloriosa dell'Apocalisse. Il segno della salvezza è la donna.
Dal libro della Genesi:
Il Signore disse all'uomo: « Poiché hai ascoltato la vo-
ce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti
avevo comandato: Non ne devi mangiare,
maledetto sia il suolo per causa tua!
Con dolore ne trarrai il cibo
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi produrrà per te
e mangerai l'erba campestre.
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai! ».
L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre
di tutti i viventi.
Allora il Signore Dio disse al serpente:
« Poiché tu hai fatto questo,
sii tu maledetto più di tutto iI bestiame
e più di tutte Ie bestie selvatiche;
sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai
443
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia tra te e la donna,
tra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno ».
Alla donna disse:
« Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze,
con dolore partorirai figli.
Verso tuo marito sarà il tuo istinto,
ma egli ti dominerà » (Gen 3,17,20; 14-16).
4. CANTO DI MEDITAZIONE
G Salutiamo in Maria il compimento della promessa di vittoria fatta ad Eva, la donna madre dei viventi, la cui discendenza « calpesterà il serpente ».
5. SECONDA LETTURA
La donna dell'Apocalisse, grande segno nel cielo, appare come la realizzazione della speranza messianica intravista nella Genesi. Gli elementi comuni ai due testi sono evidenti: la donna, la sua discendenza, il serpente, il combattimento che li oppone l'uno all'altro, la vittoria dolorosa della donna, il suo parto e la sua maternità di vita.
Dal libro dell'Apocalisse:
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva
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preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta
Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro iI drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli.
Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dai serpente. Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.
Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù (Apoc 12,1-7; 13-17).
Omelia e/o meditazione personale
6. AZIONE DI GRAZIE
GII Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie al Signore nostro Dio. T t cosa buona e giusta.
GPadre Santo,
ti siano rese grazie senza fine.
Noi ti lodiamo per averci dato
un segno certo di salvezza in Maria.
Glorificata nel corpo e nell'anima,
è immagine e inizio della tua Chiesa
che dovrà avere il compimento nell'età futura.
Tu la fai brillare dinanzi a noi,
445
peregrinante popolo di Dio,
quale segno di sicura speranza e di consolazione fino a che non verrà il giorno del Signore, quando canteremo senza fine la tua gloria. Intanto con tutta la Chiesa, con Maria, ti rendiamo grazie e magnifichiamo la tua gloria cantando:
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
7. PREGHIERE DI INTERCESSIONE
GPadre, ricordati della tua Chiesa.
T Dalla virtù del Signore risorto
trovi la forza per vincere con pazienza e amore le sue interne ed esterne difficoltà e afflizioni e per svelare al mondo con fedeltà, il mistero di lui.
GRicordati ancora di tutti coloro che perseguitano la
tua Chiesa.
T L'amore dei cristiani,
segno dell'amore di Cristo tuo Figlio,
li conduca a te.
GAnche di noi abbi misericordia.
T Di fronte alle potenze del male,
non cediamo rifugiandoci nel compromesso,
ma sappiamo accettare la sofferenza
per la redenzione del mondo.
G11 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GPreghiamo...
Dio della vittoria,
tu hai rivelato in una visione
al tuo discepolo Giovanni
il trionfo ultimo della tua Chiesa:
concedi a noi, di guardare nel cielo
Maria e tutti i testimoni vittoriosi
per trovare coraggio e forza
nei combattimenti di questo mondo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
8. CANTO FINALE 446
MARIA AUSILIATRICE È PER NOI MADRE E MAESTRA
Contenuto della sezione
I nomi con cui invochiamo la Vergine specificano la ricchezza del suo mistero e della sua funzione nel popolo di Dio.
Don Bosco ha venerato particolarmente Maria sotto il titolo di Ausiliatrice, e ne ha diffuso la devozione nel popolo cristiano. Alla iniziativa di lei ha attribuito la fondazione della Congregazione.
Nel 1884, concludendo la lettera da Roma ai Salesiani, diceva: « La festa di Maria Ausiliatrice deve essere il preludio della festa eterna che dobbiamo celebrare tutti insieme un giorno in paradiso » (MB XVII, 114).
Questa parte della sezione Mariana, è costituita da tre celebrazioni:
la prima inserisce il titolo di Ausiliatrice nell'Antico Testamento collegandolo alle figure di Giuditta e di Ester;
la seconda presenta iI senso teologico dell'Ausiliatrice ricavandolo dai testi della Lumen Gentium;
nella terza, infine, attraverso il sogno del pergolato e Ie ultime parole di Don Bosco morente, è presentato il rapporto della nostra Congregazione con Maria Ausiliatrice.
Si potranno anche usare le celebrazioni:
« Maria, madre della comunità nuova »
« Maria, testimone della morte di Cristo ne accoglie lo
Spirito »
« Maria, un grande segno nel cielo ».
447
l MARIA, AIUTO DEL POPOLO DI DIO, I PREANNUNCIATA IN FIGURA NELL'ANTICO TESTAMENTO
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, nelle grandi figure dell'Antico Testamento la Chiesa ha sempre letto la profezia di coloro che nel Nuovo hanno realizzato la salvezza.
In Giuditta ed Ester la Chiesa vede una profezia della Vergine Maria, aiuto del popolo cristiano: da lei infatti è venuta a noi la salvezza dal nemico; da lei, assunta in cielo, si innalza la preghiera per la Chiesa che vive nei pericoli del mondo.
Preghiamo...
O Signore,
che ci hai donato Maria
come Madre ed Ausiliatrice,
concedi a noi, per sua intercessione,
di vivere con pienezza
una vita di figli.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO Prima lettura
Come Giuditta, così la Vergine Maria ci libera dai « nemici », ci dona Cristo, la nostra salvezza.
Dal libro di Giuditta:
Giuditta gridò di lontano al corpo di guardia delle porte: « Aprite, aprite subito la porta: è con noi Dio, il nostro Dio, per esercitare ancora Ia sua forza in Israele e la sua potenza contro i nemici, come ha dimostrato oggi ». Non appena gli uomini della sua città sentirono la sua voce, corsero giù in fretta alla porta della città e chiamarono gli anziani. Corsero tutti, pic-
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coli e grandi, perché non s'aspettavano il suo arrivo; aprirono dunque la porta, le accolsero dentro e, acceso il fuoco per far chiaro, si fecero loro attorno. Giuditta disse loro a gran voce: « Lodate Dio, lodatelo; lodate Dio, perché non ha distolto la sua misericordia dalla casa d'Israele, ma ha colpito i nostri nemici in questa notte per mano mia ». Estrasse allora la testa dalla bisaccia e la mise in mostra dicendo loro: « Ecco la testa di Oloferne, comandante supremo dell'esercito assiro; ecco le cortine sotto le quali giaceva ubriaco; Dio l'ha colpito per mano di donna. Viva dunque il Signore, che mi ha protetto nella mia impresa, perché costui si è lasciato ingannare dal mio volto a sua rovina, ma non ha potuto compiere alcun male con me a mia contaminazione e vergogna ».
Tutto il popolo rimase incantato oltre ogni dire e tutti si chinarono ad adorare Dio, esclamando in coro: « Benedetto sei tu, nostro Dio, che hai annientato in questo giorno i nemici del tuo popolo ». Ozia a sua volta le disse: « Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte Ie donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. Davvero il coraggio che hai avuto non cadrà dal cuore degli uomini, che ricorderanno la potenza di Dio sempre. Dio faccia riuscire questa impresa a tua perenne esaltazione, ricolmandoti di beni, in riconoscimento della prontezza con cui hai esposto la vita di fronte all'umiliazione della nostra stirpe, e hai sollevato il nostro abbattimento, comportandoti rettamente davanti al nostro Dio » E tutto il popolo esclamò: « Amen! Amen! » (Giud 13,11-20).
Salme responscriale
Rit. Il Signore li ha fermati con la mano di una donna.
L'Assiro è venuto dai monti del nord, è venuto nelle miriadi delle sue forze: la moltitudine ostruiva i torrenti, la cavalleria copriva le alture. Rit.
449
Prometteva di bruciare i miei paesi e uccidere i miei giovani con la spada e abbandonare come preda i miei fanciulli, e prendere prigioniere le mie vergini. Rit.
Il Signore li ha fermati con la mano di una donna.
Il loro principe non fu vinto dai giovani,
non fu colpito da figli di titani,
non fu abbattuto da alti giganti:
ma Giuditta, la figlia di Merari,
lo ha sciolto con la bellezza del suo volto. Rit.
Seconda lettura
Come Ester, Maria in Cristo intercede sempre da Dio la salvezza per il popolo in pericolo.
Dai libro di Ester:
Anche la regina Ester cercò rifugio presso il Signore, presa da un'angoscia mortale e disse: « Mio Signore, nostro re, tu sei l'unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso se non te, perché un grande pericolo mi sovrasta.
Io ho sentito fin dalla mia nascita, in seno alla mia famiglia, che tu, Signore, hai scelto Israele da tutte le nazioni e i: nostri padri da tutti i loro antenati come tua eterna eredità, e hai fatto loro secondo quanto avevi promesso. Ora abbiamo peccato contro di te e ci hai messi nelle mani dei nostri nemici, per aver noi dato gloria ai loro dèi. Tu sei giusto, Signore!
Ma ora non si sono accontentati dell'amarezza della nostra schiavitù, hanno anche posto le mani sulle mani dei loro idoli, giurando di abolire l'oracolo della tua bocca, di sterminare la tua eredità, di chiudere la bocca di quelli che ti lodano e spegnere la gloria del tuo tempio e il tuo altare, di aprire invece la bocca delle nazioni a lodare gli idoli vani e a proclamare per sempre la propria ammirazione per un re di carne.
Non consegnare, Signore, il tuo scettro a dei che neppure esistono. Non abbiano a ridere della nostra caduta; ma volgi contro di loro questi loro progetti e
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colpisci con un castigo esemplare il primo dei nostri persecutori.
Ricordati, Signore; manifestati nel giorno della nostra afflizione e a me dà coraggio, o re degli dèi e signore di ogni autorità.
Quanto a noi, salvaci con la tua mano e vieni in mio aiuto, perché sono sola e non ho altri che te, Signore! Dio, che su tutti eserciti la forza, ascolta la voce dei disperati e liberaci dalla mano dei malvagi; libera me dalla mia angoscia! » (Est 4,17k-17r.17t.17z).
Omelia el o meditazione personale
4. CANTO
T L'anima mia magnifica il Signore... (n. 19).
5. PREGHIERA DEI FEDELI
GFratelli, la Vergine Maria prega con noi.
Presentiamo con fiducia al Padre Ie nostre intenzioni di preghiera.
Per la Chiesa:
come Maria accolga nella fede
e doni agli uomini Cristo,
la salvezza da ogni nemico. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
GPer il mondo:
per intercessione della Vergine, ritrovi pace e tranquillità. Preghiamo.
Per i giovani:
la preghiera di Maria ottenga a loro
di crescere come uomini completi
e come cristiani maturi. Preghiamo.
Per la nostra comunità:
nella fiducia e nella preghiera alla Vergine,
cresca nell'amore e nella dedizione apostolica.
Preghiamo.
GAscolta, o Signore, la nostra voce:
451
con noi prega la Vergine, tua Madre,
che ci hai donato
come modello e Ausiliatrice.
Tu che vivi e regni nei secoli.
T Amen.
6. CANTO FINALE
MARIA E PER NOI
L MADRE DELLA GRAZIA E SEGNO DI SPERANZA
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, Cristo morendo sulla croce ha donato a noi, pellegrini verso la patria celeste, Maria come madre amorosa. Risorto da morte, l'ha donata a noi come modello della Chiesa e segno certo della nostra speranza.
Nella parola della Lumen Gentium ritroviamo la dottrina conciliare sulla Vergine Maria e sul suo amore materno verso di noi.
Preghiamo...
O Dio,
che nella Vergine Maria
ha donato al popolo cristiano
aiuto e speranza nel suo cammino
verso di te,
donaci, per l'intercessione
di colei che ci hai dato come madre,
di vivere nella fede e nella gioia
la nostra vita cristiana.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
452
3. ASCOLTO E RIFLESSIONE Prima lettura
Nella vita di Cristo, ed ora nella gloria di lui risorto, Maria è nostra madre e ci ottiene da Dio i doni della salvezza.
Dalla Lumen Gentium:
Maria e Cristo unico mediatore
Uno solo è il nostro Mediatore secondo le parole dell'Apostolo: « Non vi è che un solo Dio, uno solo anche è il Mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso quale riscatto » (i Tim 2,5-6). La funzione materna di Maria verso gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Poiché ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini, non nasce da una necessità, ma daI beneplacito di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla mediazione di Lui, da essa assolutamente dipende e attinge tutta la sua efficacia; non impedisce minimamente l'immediato contatto dei credenti con Cristo, anzi lo facilita.
Cooperazione alla redenzione
La beata Vergine, insieme con l'incarnazione del Verbo divino predestinata fino dall'eternità quale Madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra I'alma madre del divino Redentore, compagna generosa del tutto eccezionale, e umile ancella del Signore. Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo fu per noi madre nell'ordine della grazia.
Funzione salvifica subordinata
E questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedel-
453
mente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto Ia croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti, assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice. Il che però va inteso in modo, che nulla detragga o aggiunga alla dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore.
Nessuna creatura infatti può mai essere paragonata col Verbo incarnato e Redentore; ma come il sacerdozio. di Cristo è in vari modi partecipato e dai sacri ministri e dal popolo fedele, e come l'unica bontà di Dio è realmente diffusa ín vari modi nelle creature, così anche l'unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un'unica fonte.
E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta e raccomanda all'amore dei fedeli, perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore (LG 60-62).
Meditazione personale elo canto
Seconda lettura
Glorificata nello splendore della risurrezione, Maria è modello e speranza per la Chiesa e per ogni cristiano.
Dalla Lumen Gentium:
Maria Vergine e Madre, modello della Chiesa
La beata Vergine, per il dono e ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio Redentore, e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa: la Madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava sant'Ambrogio, nell'ordine
454
cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti, nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata Vergine Maria è andata innanzi, presentandosi in modo eminente e singolare, quale vergine e quale madre. Poiché per la sua fede ed obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio di Dio, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo, quale Eva novella credendo non all'antico serpente, ma, senza alcuna esitazione, al messaggero di Dio. Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (Rom 8,29), cioè tra i fedeli, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre.
La Chiesa vergine e madre
Orbene, la Chiesa, la quale contempla l'arcana santità di Lei e ne imita la carità e adempie fedelmente la volontà di Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà, diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figlioli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo Sposo, e ad imitazione della madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo, conserva verginalmente integra la fede, solida la speranza, sincera la carità.
La virtù di Maria che la Chiesa deve imitare
Mentre la Chiesa ha già raggiunte; nella beatissima Vergine la perfezione, con la quale è senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5,27), i fedeli si sforzano ancora di crescere nella santità debellando il peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta Ia comunità degli eletti. La Chiesa pensando a Lei con pietà filiale e contemplandola alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nell'altissimo mistero dell'incarnazione e si va ognor più conformando col suo Sposo. Maria infatti, la quale, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire
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eriverbera i massimi dati della fede, mentre viene predicata e onorata chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all'amore del Padre. A sua volta la Chiesa, mentre persegue la gloria di Cristo, diventa più simile alla sua eccelsa Figura, progredendo continuamente nella fede, speranza e carità e in ogni cosa cercando e seguendo la divina volontà. Onde anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a Colei, che generò Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo
enato dalla Vergine per nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell'amore materno, del quale devono essere animati tutti quelli, che nella missione apostolica della Chiesa cooperano alla rigenerazione degli uomini (LG 63-65).
Meditazione personale e/o omelia
4. PREGHIERA
GNoi crediamo, o Vergine Maria:
T fin dall'eternità, insieme all'incarnazione,
tu sei stata predestinata quale madre di Dio.
In questa terra fosti l'alma madre del Redentore,
compagna generosa e sua umile ancella.
Tu hai cooperato in modo singolare
con l'obbedienza, la fede,
la speranza e l'ardente carità
all'opera del Salvatore:
restaurare la vita divina delle anime.
GO Vergine, noi ti ringraziamo:
T tu in cielo, dove vivi nella gloria della risurrezione,
continui la tua missione di salvezza,
ci ottieni le grazie della salvezza
con la tua molteplice intercessione.
Con cura materna ti prendi cura di noi,
fratelli del tuo Figlio,
peregrinanti in mezzo a pericoli ed affanni,
fino a che non saremo condotti alla patria beata.
GO Maria,
T con gioia ti riconosciamo
nostra madre nell'ordine della salvezza.
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G O Dio, che nella Vergine Maria,
hai concesso al tuo Figlio
una compagna generosa del tutto eccezionale
nell'opera della redenzione,
concedi a noi
di portare con generosità e consapevolezza
il peso e la gioia della salvezza di tutti gli uomini.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. CANTO FINALE
o LA NOSTRA CONGREGAZIONE
d
È PROTETTA DA MARIA AUSILIATRICE
1. CANTO Dl INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, con verità possiamo affermare che Maria Ausiliatrice è all'origine della nostra Congregazione. È la madre di ogni Salesiano, di ogni nostra comunità.
Ascolteremo e mediteremo la parola di don Bosco, agli inizi della sua missione e alla fine della vita.
Preghiamo...
O Signore,
ti rendiamo grazie perché ci hai dato
Maria Ausiliatrice come madre e maestra.
Concedi a noi di essere
suoi figli docili e fedeli
sull'esempio di san Giovanni Bosco.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
457
3. ASCOLTO E RIFLESSIONE Prima lettura
Abbiamo la sicurezza che Maria Vergine ha voluto la nostra Congregazione.
Dalle Memorie Biografiche: (III, 32-35). Meditazione personale e/o canto
Seconda lettura
La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice.
Dalle Memorie Biografiche: (XVIII, 531). Meditazione personale e/o omelia
4. PREGHIERA ALLA VERGINE
G Fratelli, noi crediamo con tutta la Chiesa che Maria occupa nella storia della salvezza un posto singolare come pure nella edificazione del corpo di Cristo.
E crediamo con don Bosco che è stata la fondatrice e la guida della nostra famiglia.
A lei rivolgiamoci con fiducia.
Perché sappiamo accettare con amore le sofferenze che sono legate al servizio apostolico che rendiamo ai giovani, preghiamo.
T Ausiliatrice, prega per noi!
G Perché non ci lasciamo scoraggiare dagli insuccessi e restiamo fedeli alla vocazione, preghiamo.
Perché la carità pastorale sia l'anima della nostra vita, preghiamo.
Perché guardando a te, Immacolata, viviamo in pienezza la nostra consacrazione, preghiamo.
Perché avendo il cuore pieno d'amore forte e filiale per te, sappiamo infonderlo nei giovani, preghiamo.
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G O Maria, nostra madre e Ausiliatrice, ti preghiamo:
come hai guidato e assistito don Bosco, continua oggi e sempre
la tua protezione su ciascuno di noi su ogni nostra comunità,
su tutta la Congregazione.
T Amen.
oppure:
GT Santissima e immacolata vergine Maria, noi guardiamo a te, umile serva del Signore,
econ te ringraziamo il Padre
che in noi ha operato le meraviglie del suo amore. Rinnoviamo il nostro « sì » al suo progetto di salvezza per il quale ci ha consacrato con la vocazione salesiana come segni e portatori del suo amore ai giovani, specialmente i più poveri.
Insegnaci a vivere, fedeli allo Spirito Santo,
esull'esempio di san Giovanni Bosco,
una vita semplice e povera, di lavoro e temperanza,
nell'affetto e nel dialogo fraterno,
nella dedizione e nella preghiera.
Prega per noi, Ausiliatrice della Chiesa:
tu che hai camminato nella fede e nella carità
evivi nella gloria del tuo Figlio,
fa' che il nostro servizio sia fedele e generoso,
eci sia donata la gioia della piena comunione nella casa del Padre. Amen.
459
CON MARIA
CONTEMPLIAMO IL MISTERO DI CRISTO PER CONFORMARCI A LUI
Il Rosario
Cristiano è chi ha scelto Cristo e lo segue. In questa decisione fondamentale per Gesù Cristo è contenuta e compiuta ogni altra esigenza di conoscenza ed azione di fede (RdC 57).
Per il cristiano l'uomo non trova il senso definitivo e totale della propria vita in se stesso, ma nel rapporto con la persona di Gesù.
Nei sacramenti egli è configurato a Cristo, per vivere come lui. > perciò necessario che il cristiano mediti continuamente i misteri della vita di Gesù.
La Chiesa glieli propone uno ad uno durante l'anno liturgico. Ma oltre a ciò è spiritualmente efficace meditarli « insieme » in modo unitario.
D'altra parte nessuno più di lei ha mai imitato il Salvatore, nessuno fu mai più conforme a lui della sua Madre che nella Chiesa santa occupa, dopo Cristo, il posto più alto e più vicino a noi.
II rosario è un mezzo semplice per tenere presente al proprio spirito il mistero di Gesù e di Maria perché siano luce sulla nostra vita e la rendano conforme ad essi.
La meditazione dei misteri viene svolta sulla trama della ripetizione vocale dell'Ave Maria. In questo modo pregano le labbra e il cuore, e tutto l'uomo entra in comunione con Dio. Recitare il rosario è inserirsi in una grande corrente di preghiera, in un immenso coro di generazioni e generazioni di cristiani e di santi che l'hanno amato e praticato. Non ultimo papa Giovanni
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che ogni giorno, fino al termine della vita, lo recitò intero.
Utilizzazione
Individualmente, o in piccolo gruppo, la preghiera deI Rosario non presenta molte difficoltà, e può essere fatta in situazioni molto varie.
In comunità, questa preghiera viene necessariamente ad assumere il carattere di celebrazione.
La celebrazione comprende fondamentalmente:
1. l'enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola di Dio;
2. un tempo di riflessione personale sulla traccia proposta oppure una breve omelia;
3. una risposta, cioè la preghiera vocale comunitaria.
Si può cantare la dossologia (Gloria) o strofe di un canto all'inizio e alla fine o tra le varie decine.
Ciò può eventualmente comportare là riduzione del numero di decine in vista di una migliore qualità del gesto comune.
Una celebrazione di questo tipo, armonizzata con l'anno liturgico, viene ad assumere una fisionomia propria e una sua autonomia. Per cui, quando si sceglie di celebrare insieme il Rosario, esso non deve diventare un'introduzione o un'appendice ad altre celebrazioni. I 15 « misteri » tradizionali possono essere sostituiti con altri momenti della vita deI Signore, seguendo una formulazione anche più vicina al Vangelo, e con una scelta ispirata alle circostanze in cui si prega.
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1 L'ANNUNCIO GIOIOSO
I E L'INIZIO DELLA SALVEZZA Misteri gaudiosi
L'uomo non si salva da solo. L'iniziativa è di Dio. Ma è anche vero che Dio non salva da solo l'uomo. Vuole la sua collaborazione.
Dio ci salva facendosi uno di noí in una donna: Maria. Gesù, suo figlio, è il Figlio di Dio. Gesù è il Salvatore.
I misteri gaudiosi sono l'annuncio gioioso e l'inizio della salvezza. Il mistero centrale è quello dell'incarnazione. La figura dominante è Maria. Essa accoglie in sé il Verbo di Dio col suo « sì » libero e responsabile; annuncia l'avvenimento e porta la grazia ad Elisabetta e a Giovanni; dà alla luce Gesù, lo offre aI Padre, ne avverte tutto il mistero ritrovandolo nel tempio.
1° MISTERO: L'annunciazione dell'angelo a Maria Vergine
1 Ascolto della Parola di Dio: Lc 1,26-38.
2 Meditazione personale
Maria risponde liberamente « sì » a Dio che la chiama a collaborare alla salvezza dell'uomo. Dio per entrare nel mondo ha voluto aver bisogno del libero consenso di una creatura.
La storia della salvezza continua. La proposta di Dio incrocia Ia nostra vita. Attende il nostro sì. La Vergine Maria ci è davanti come modello e come aiuto perché la nostra vita sia un sì incondizionato al piano della salvezza.
3 Ave, Maria...
2° MISTERO: La visita di Maria Vergine a santa Elisabetta
1 Ascolto della Parola di Dio: Le 1,39-45.
2 Meditazione personale
Gesù oramai è presente nel mondo ed è affidato ad una creatura, Maria. Che effetto fa avere Gesù con sé? Chi
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davvero lo possiede come Maria, non resiste, deve farlo conoscere, donarlo ad altri.
Ogni dono ricevuto dai Signore deve essere comunicato agli altri. Ogni consacrazione misura la sua validità e la sua autenticità nella missione e nel servizio.
3 Ave, Maria...
3° MISTERO: La nascita di Gesù Cristo nella grotta di Betlemme
1 Ascolto della Parola di Dio: Le 2,1-7.
2 Meditazione personale
Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo. Maria, madre di Gesù, è madre di Dio. Essa lo ha accolto nella fede e ce lo ha donato perché anche noi crediamo in lui.
La nostra vita e il nostro apostolato sono chiamati a rendere presente il mistero del Natale fra i giovani. Maria che dona al mondo il Salvatore resta il modello della nostra vita.
3 Ave, Maria...
4° MISTERO: La presentazione di Gesù al tempio
1 Ascolto della Parola di Dio: Le 2,22-34s.
2 Meditazione personale
Maria presenta a Dio il Figlio, glielo offre. Gesù è il primogenito, immolato: col suo sangue porterà la nuova e definitiva liberazione.
Per questo la spada della croce trapasserà l'anima di Maria.
La nostra vita, offerta con Cristo al Padre per la salvezza dei fratelli, trova nel sacrificio eucaristico autenticità, forza e compimento.
Il dolore che ci accompagna è, come per Maria, sigillo di fedeltà.
3 Ave, Maria...
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5° MISTERO: Il ritrovamento di Gesù fra i dottori ne! tempio
1 Ascolto della Parola di Dio: Lc 2,41-52.
2 Meditazione personale
Anche per Maria Gesù resta un mistero.
Egli nel tempio comincia a rivelare la sua identità e la sua missione. Una rivelazione che rimane misteriosa. Anche per noi, il Cristo che abbiamo scelto come « parte » della nostra vita, rimane spesso un mistero: come Maria lo accettiamo nella fede e nella continua meditazione.
3 Ave, Maria...
I) LA SALVEZZA SI REALIZZA
L NELL'AMORE CHE SI DONA FINO ALLA MORTE
Misteri dolorosi
La meditazione della passione del Signore non ha per oggetto solo i fatti (flagellazione, coronazione di spine, ecc.), ma il loro significato.
La passione e la morte di Gesù sono « rivelazione » dell'amore di Dio Padre per gli uomini, e dell'amore di Cristo per il Padre e per i fratelli. Verso il Padre sono un atto infinito di adorazione, di fedeltà e di obbedienza. Verso di noi sono « dono di grazia », salvezza.
Dio, dunque, non si rivela a noi nella forza, neI potere, ma nella debolezza: Cristo crocifisso è la rivelazione definitiva di Dio.
Ma Cristo crocifisso ci rivela anche chi è l'uomo: è uomo veramente solo chi dà la vita per gli altri e per Dio.
« Cristo ha dato per noi la sua vita, noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli ».
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1° MISTERO: L'orazione di Gesù nell'orto
1 Ascolto della Parola di Dio: Lc 22,39-46.
2 Meditazione personale
Nell'agonia dell'orto Gesù ci rivela la sua fedeltà totale a Dio e il vero senso della preghiera: accettazione della volontà del Padre.
La nostra vita, perché sia testimonianza di fedeltà a Dio, deve radicarsi nella ricerca e nell'abbandono alla volontà del Signore, al di sopra di ogni nostra sicurezza e di ogni nostro progetto.
3 Ave, Maria...
2° MISTERO: La flagellazione di Gesù Cristo alla colonna
1 Ascolto della Parola di Dio: Mc 15,6-15.
2 Meditazione personale
« Il Cristo ha sofferto per noi e ci ha lasciato l'esempio perché seguiamo le sue orme ». Lui ha camminato nel dolore per darci la gioia della salvezza.
Chi Io segue, cammina sulla stessa strada.
La solitudine, la tentazione, l'insuccesso spesso non è niente altro che mettere i nostri piedi nelle « sue » orme.
3 Ave, Maria...
3° MISTERO: La coronazione di spine
1 Ascolto della Parola di Dio: Mc 15,16-20.
2 Meditazione personale
Una corona di spine sul capo, una canna tra le mani: ecco i segni della regalità di Gesù!
È attraverso Ia passione e Ia morte che Cristo diventa capo della Chiesa. E noi non possiamo dimenticare di essere membra di un capo coronato di spine, e che la nostra attività apostolica deve essere un servizio d'amore e non un dominio. « I re delle genti le dominano...
465
Ma non così voi: colui che governa si comporta come colui che serve. Ecco, io sono in mezzo a voi come colui che serve » (Lc 22,24ss.).
3 Ave, Maria...
4° MISTERO II viaggio al Calvario di Gesù carico della Croce
1 Ascolto della Parola di Dio: Lc 23,26-33.
2 Meditazione personale
« Cristo portò sulla croce i nostri peccati e noi siamo stati redenti dalle sue piaghe ».
Cristo ha portato sulla croce il nostro dolore, il nostro peccato, e ci ha liberati.
Così è per chi vuol essere con lui salvatore.
Anche per noi: con i giovani.
3 Ave, Maria...
5° MISTERO: La crocifissione e morte di Gesù
1 Ascolto della Parola di Dio: Gv 19,25-30.
2 Meditazione personale
« Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio suo, l'Unigenito, perché chi crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna ».
Davanti alla croce misuriamo l'autenticità della nostra vita e del nostro apostolato.
3 Ave, Maria...
466 CRISTO RISORTO
È LA SALVEZZA DELL'UOMO Misteri gloriosi
Con la risurrezione del Signore sono iniziati per l'umanità gli ultimi tempi: il tempo della speranza non delusa, della vita rinnovata, dell'amore che vince la morte. La contemplazione dei misteri della « gloria » ci aiuta a prender coscienza e a vivere la realtà nuova che già opera in noi e nel mondo e dà vigore e forza al nostro cammino verso il compimento che Dio in Cristo ci ha promesso. Solo alla luce della gloria del Signore risorto e asceso al cielo, come primizia dei redenti, la nostra consacrazione e la nostra missione diventano comprensibili: come testimonianza, suscitata dallo Spirito, della realtà escatologica che in Maria ha già meraviglioso compimento.
l° MISTERO: La risurrezione di Gesù Cristo
1 Ascolto della Parola di Dio: Gv 20,19-22.
2 Meditazione personale
Cristo è il capo, noi siamo le membra.
Se è risorto lui, anche noi risorgeremo.
La risurrezione di Gesù è il fondamento della nostra esistenza. È anche il dinamismo più vero della nostra vita di consacrati: chiamati ad essere una risurrezione, che comincia già fin d'ora, in un'esistenza d'amore per Dio e per i fratelli.
3 Ave, Maria...
2° MISTERO: L'ascensione di Gesù Cristo al cielo
1 Ascolto della Parola di Dio: Mc 16,15-20.
2 Meditazione personale
L'ascensione è la glorificazione di Gesù.
Il suo ritorno al Padre dopo aver adempiuto la missione di salvezza nel mondo.
467
L'inizio di un nuovo modo di essere presente nel mondo: vivo presso il Padre a intercedere per noi, egli è sempre presente nella sua Chiesa per mezzo dei sacramenti e della testimonianza.
La nostra vita è chiamata a renderlo presente e vivo fra
i giovani.
3 Ave, Maria...
3° MISTERO: La discesa dello Spirito Santo
1 Ascolto della Parola di Dio: Atti 2,1-4.
2 Meditazione personale
Lo spirito è il dono di Cristo risorto.
Maria lo accoglie insieme agli apostoli nel cenacolo. Lo Spirito è il dono della salvezza, che fa entrare l'uomo in un rapporto nuovo e definitivo con Dio e i fratelli e lo conforma a Cristo.
L'apertura allo Spirito e la docilità al suo soffio sono il criterio ultimo della nostra appartenenza a Cristo e del nostro essere nella Chiesa.
3 Ave, Maria...
4° MISTERO: L'assunzione di Maria al cielo
1 Ascolto della Parola di Dio: Le 1,46-49.
2 Meditazione personale
Il cammino della vita ha una meta: il regno definitivo di Dio, la comunione beatificante degli uomini con Dio e tra loro.
Maria vi 'e già entrata. Noi siamo nell'attesa. La speranza cristiana è un'attesa fiduciosa ed operosa: il regno di Dio, che aspettiamo, siamo chiamati a costruirlo con il lavoro del nostro apostolato, siamo chiamati a testimoniarlo con l'autenticità della nostra consacrazione.
Dio gli darà compimento.
3 Ave, Maria... 468
5° MISTERO: L'incoronazione di Maria Vergine e la gloria degli Angeli e dei Santi
1 Ascolto della Parola di Dio: Apoc 12,1.10-12.
2 Meditazione personale
Maria glorificata nell'assunzione è la creatura che ha raggiunto la pienezza della salvezza.
La Vergine casta, la Vergine povera, la Vergine obbediente anticipa per noi nella pienezza l'incontro con Dio.
Per questo brilla davanti a noi, popolo di Dio ín cammino, come segno di sicura speranza e consolazione.
3 Ave, Maria...
469
PREGHIAMO MARIA NOSTRO AIUTO
ESORTAZIONE DI SAN BERNARDO
O chiunque tu sia,
che nel mare di questo mondo
ti senti piuttosto sballottare
tra procelle e tempeste,
che camminare sulla terra,
non distogliere gli occhi
dal fulgore di questa stella,
se non vuoi essere sommerso dai flutti.
Se insorgono i venti delle tentazioni,
se urti negli scogli delle tribolazioni,
guarda alla stella, invoca Maria.
Se, turbato dal pensiero
della gravità delle tue colpe,
confuso dal deplorevole stato
della tua coscienza,
atterrito dalla severità del giudizio,
tu stia per farti dominare dalla tristezza
e cadere nell'abisso della disperazione,
pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nei dubbi,
pensa a Maria, invoca Maria.
Seguendo lei, non devierai;
invocandola, non ti disperderai;
pensando a lei, non peccherai;
tenendoti stretto a lei, non cadrai.
Se l'avrai come protettrice,
non avrai di che temere;
sotto la sua guida, ti sarà lieve ogni fatica;
ed avendola propizia,
perverrai facilmente alla patria beata.
470
Formula della benedizione con l'invocazione di Maria Ausiliatrice
S I1 nostro aiuto è nel nome del Signore.
T Egli ha fatto cielo e terra.
Ave, o Maria, ecc.
O Madre santa di Dio, noi ci rifugiamo sotto la tua protezione. Nelle nostre necessità non respingere le nostre suppliche; e liberaci sempre da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.
S Maria, aiuto dei cristiani.
T Prega per noi.
S Signore, ascolta la mia preghiera.
T E il mio grido giunga a te.
S Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito. S Preghiamo...
O Dio, onnipotente ed eterno, che per opera dello Spirito Santo hai preparato il corpo e l'anima
della gloriosa Vergine e Madre Maria, perché divenisse una degna abitazione per il tuo Figlio:
concedi a noi,
che ci rallegriamo per il suo ricordo, di essere liberati, per sua intercessione, dai mali presenti e dalla morte eterna. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
S La benedizione di Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di voi (te) e con voi (te) rimanga sempre.
T Amen.
471
Litanie della Madonna
Signore, pietà.Kyrie, eleison
Cristo, pietà.Christe, eleison
Signore, pietà.Kyrie, eleison
Cristo, ascoltaci.Christe, nudi nos
Cristo, esaudiscici.Christe, exaudi nos
Padre del cielo, che sei Dio,Pater de caelis, Deus
pietà di noimiserere nobis
Figlio, Redentore del mondo,Fili, Redemptor mundi,
che sei Dio,Deus
Spirito Santo, che sei Dio,Spiritus Sancte, Deus
Santa Trinità, che sei Dio,Santa Trinitas, unus
Deus
Santa Maria,prega per noi Sancta Maria
ora pro nobis
•
Santa Madre di Dio,Sancta Dei Genetrix
Santa Vergine delle vergini,Sancta Virgo virginum
Madre di Cristo,Mater Christi
Madre della Grazia divina,Mater divinae gratiae
Madre purissima,Mater purissima
Madre castissima,Mater castissima
Madre sempre Vergine,Mater inviolata
Madre senza macchia,Mater intemerata
Madre amabile,Mater amabilis
Madre meravigliosa,Mater admirabilis
Madre del buon Consiglio,Mater boni Consilii
Madre del Creatore,Mater Creatoris
Madre del Salvatore,Mater Salvatoris
Vergine piena di saggezza,Virgo prudentissima
Vergine degna di venerazione,Virgo veneranda
Vergine degna di lode,Virgo praedicanda
Vergine potente,Virgo potens
Vergine clemente,Virgo clemens
Vergine fedele,Virgo fidelis
Ideale di santità,Speculurn iustitiae
Trono della Sapienza,Sedes sapientiae
Fonte della nostra gioia,Causa nostrae laetitiae
Tabernacolo dello Spirito Santo Vas spirituale
Tabernacolo radioso,Vas honorabile
Tabernacolo sacro a Dio,Vas insigne devotionis
472
Rosa del Cielo,Rosa mystica
Rocca di Davide,Turris davidica
Rocca inespugnabile,Turris eburnea
Tempio d'oro,Domus aurea
Arca della nuova Alleanza, Foederis arca
Porta del Cielo,Ianua caeli
Stella del mattino,Stella matutina
Salute dei malati,Salus infirmorum
Rifugio dei peccatori,Refugium peccatorum
Consolatrice degli. afflitti,Consolatrix afflictorum
Aiuto dei Cristiani,Auxilium Christianorum
Regina degli angeli,Regina angelorum
Regina dei patriarchi,Regina patriarcarum
Regina dei profeti,Regina prophetarum
Regina degli apostoli,Regina apostolorum
Regina dei martiri,Regina martyrum
Regina dei confessori,Regina confessorum
Regina delle vergini,Regina virginum
Regina di tutti i santi,Regina sanctorum omnium
Regina concepita senzaRegina sine labe
peccato,originali concepta
Regina assunta in Cielo,Regina in caelum assumpta
Regina del santo rosario,Regina sacratissimi rosarii
Regina della pace.Regina pacis
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, ascoltaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
G Prega per noi, santa Madre di Dio.
T Perché siam fatti degni delle promesse di Cristo.
G Preghiamo...
O Signore Dio,
concedi a noi, tuoi servi,
la salvezza dell'anima e del corpo.
473
E per l'intercessione di Maria santissima, liberaci dalle sofferenze della vita presente e donaci le gioie della vita del Cielo. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi parce nobis, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi exaudi nos, Domine.
Agnus Dei, qui tollis peccata mundi miserere nobis.
G Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
T Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
G Oremus...
Concede nos famulos tuos, quaesumus, Domine Deus, perpetua mentis et corporis sanitate gaudere, et gloriosa beatae Mariae semper Vírginis intercessióne, a praesénti liberari tristítia et aetérna pérfrui laetítia. Per Christum Dóminum nostrum.
T Amen.
Alma Redemptoris
Alma Redemptoris Mater,
quae pervia caeli porta manes,
et stella maris, succurre cadenti,
surgere qui curat, populo:
tu quae genuisti,
natura mirante,
tuum sanctum Genitorem,
virgo prius ac posterius,
Gabrielis ab ore sumens illud Ave,
peccatorum miserere.
Madre sublime del Redentore, porta aperta sui cieli, stella del mare,
474
tu che accogliendo il saluto dell'angelo
hai generato,
stupore della natura,
il tuo Creatore.
Vergine sempre, pietà di noi peccatori.
Ave Regina caelorum
Ave, Regina caelorurn Ave, Domina angelorum: salve radix, salve porta, ex qua mundo lux est orta. Gaude, Virgo gloriosa, super omnes speciosa, vale, o valde decora, et pro nobis Christum exora.
Ave, regina dei cieli. Ave, sovrana degli angeli.
Sei la radice, la porta: porti nel mondo la luce. Godi, o nobile Vergine, bella fra tutte le donne. Salve, sublime e buona: prega per noi il Signore.
Angelus Domini
G Angelus Domini nuntiavit Mariae. T Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave, Maria,
gratia piena;
Dominus tecum:
benedicta tu in mulieribus,
et benedictus fructus ventris tui, fesus.
Sancta Maria,
Mater Dei,
ora pro nobis peccatoribus,
nunc et in hora mortis nostrae. Amen.
475
GEcce ancilla Domini.
T Fiat mihi secundum verbum tuum. Ave, Maria...
GEt Verbum caro factum est. T Et habitavit in nobis. Ave, Maria...
GOra pro nobis, sancta Dei Genetrix. T Ut digni effichimur promissiónibus Christi.
GOremus...
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde: ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognòvimus, per passionem ejus et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominus nostrum.
T Amen.
Gloria Patri, et Filo, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in saecula saeculorum. Amen.
Il testo in italiano si trova a pag. 19.
Regina caeli
GRegina caeli, laetare, alleluia; T quia quem meruisti portare, alleluia,
Gresurrexit sicut dixit, alleluia. T Ora pro nobis Deum, alleluia.
GGaude et laetare, Virgo Maria, alleluia. T Quia surrexit Dominus vere, alleluia.
GOremus...
Deus, qui per resurrectionem Filii tui, Domini nostri Iesu Christi, mundum laetificare dignatus es: praesta, quaesumus; ut, per eius Genitricem Virginem Mariam, perpetuae capiamus gaudia vitae. Per .eundetn Christum Dominum nostrum.
T Amen.
Il testo in italiano si trova a pag 20. 476
Salve, Regina
Salve, Regina,
mater misericordiae;
vita, dulcedo et spes nostra,
salve.
Ad te clamamus exsules filii Hevae.
Ad te suspiramus gementes et flentes
in hac lacrimarum valle.
Eia ergo, advocata nostra,
illos tuos misericordés oculos ad nos converte:
et Iesum, benedictum fructum ventris tui,
nobis post hoc exsilium ostende.
O clemens, o pia,
odulcis Virgo Maria.
Salve, o Regina
madre di misericordia;
vita, dolcezza e speranza nostra,
salve.
A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva:
a te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci dopo questo esilio Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia,
odolce Vergine Maria.
Sub tuum praesidium
Sub tuum praesidium confugimus,
sancta Dei Genetrix:
nostras deprecationes
ne despicias in necessitatibus:
sed a periculis cunctis
libera nos sempre,
Virgo gloriosa et benedicta.
477
Santa Madre di Dio,
ci rifugiamo
sotto la tua protezione.
Ascolta le preghiere
che ti rivolgiamo nelle nostre necessità.
Liberaci sempre da ogni male,
o Vergine gloriosa e benedetta.
Sancta Maria
Sancta Maria, suceurre miseris
iuva pusillanimes,
refove flebiles,
ora pro populo,
interveni pro clero,
intercede pro devoto femineo sexu:
sentiant omnes tuum iuvamen,
quicumque tuum implorane auxilium.
Santa Maria, soccorri i miseri,
aiuta i deboli,
conforta gli afflitti,
prega per il popolo,
intervieni per il clero,
intercedi per le vergini consacrate:
sentano la tua protezione
tutti quelli che ti onorano.
Memorare
Memorare, o piissima Virgo Maria, non esse auditum a saeculo, quernquarn ad tua currentem praesidia, tua implorantem auxilia,
tua petentem suffragia,
esse derelictum.
Ego tali animatus confidentia, ad te, Virgo virginum, Mater, corro; ad te venia;
coram te gemens peccator assisto. Noli, Mater Verbi,
478
verba mea despicere,
sed audi propitia et exaudi. Amen.
Ricordati, o piissima Vergine Maria:
non si è mai udito al mondo
che qualcuno sia ricorso al tuo patrocinio,
abbia invocato il tuo aiuto,
chiesta la tua protezione,
e sia stato abbandonato.
Animato da questa fiducia,
a te ricorro, o madre,
Vergine delle vergini.
A Te vengo,
come peccatore pentito,
mi inginocchio davanti a te.
Non respingere, o Madre di Dio,
le mie preghiere,
ma ascoltami, piena di bontà,
ed esaudiscimi.
Invocazione a Maria Ausiliatrice
O Maria, Vergine potente,
Tu, grande e illustre difesa della Chiesa,
Tu, aiuto mirabile dei Cristiani,
Tu, terribile come esercito schierato a battaglia,
Tu, che hai distrutto da sola tutti gli errori dei mondo,
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità
difendici dal nemico
e nell'ora della morte
accoglici nei gaudii eterni. Amen.(Don Bosco)
Per ottenere la bontà
Santa Maria, Madre di Dio,
conservami un cuore di fanciullo
puro e trasparente come l'acqua sorgiva.
Ottienimi un cuore semplice,
che non indugi ad assaporare le proprie tristezze.
Un cuóre magnifico nel donarsi,
facile alla compassione;
479
un cuore fedele e generoso,
che non dimentichi alcun bene
e non serbi rancore per nessun male.
Fammi un cuore umile,
che ami senza esigere di essere riamato,
felice di sparire in altri cuori,
sacrificandosi davanti al tuo Figlio divino.
Un cuore grande e indomabile
che nessuna ingratitudine possa chiudere,
e nessuna indifferenza possa stancare.
Un cuore tormentato dalla passione
della gloria di Gesù Cristo,
ferito dal suo amore,
con una piaga che non rimargini
se non in cielo.(L. de Grandmaison)
Dante: Preghiera alla Vergine
« Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio,
tu sei colei che l'umana natura nobilitasti sì, che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo nell'eterna pace così è germinato questo fiore.
Qui sei a noi meridiana face
di caritate, e giusto, intra i mortali, sei di speranza fontana vivace.
Donna, sei tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar senz'ali.
La tua benignità non pur sóccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate ».
(Paradiso, Canto XXXIII)
480
Contemplazione di Maria
Madre di Gesù Cristo,
io non vengo a pregare.
Non ho nulla da offrire
e nulla da domandare.
Vengo, madre, soltanto per guardarti.
Per guardarti, piangere di gioia,
per sapere
che io sono tuo figlio e che tu sei qui.
Un istante solo, mentre tutto si arresta.
Essere insieme con te, Maria,
qui, dove sei tu.
Non dir nulla, cantare,
solo perché il cuore è troppo pieno.
Perché tu sei bella, sei immacolata,
la donna finalmente restituita alla grazia,
la creatura nella sua prima felicità
e nel suo ultimo sboccio,
così come è uscita da Dio
nel mattino del suo originale splendore.
Ineffabilmente intatta,
perché sei la Madre di Gesù Cristo,
che è la verità fra le tue braccia,
la sola speranza e il solo frutto.
Perché tu sei la donna,
l'Eden dell'antica tenerezza dimenticata;
il cui sguardo va dritto al cuore
e fa sgorgare le lacrime accumulate.
Semplicemente perché tu esisti,
Madre di Gesù Cristo,
sii ringraziata.(Paul Claudel)
481
DON
BOSCO
VUOL
VIVERE
IN NOI
Con senso di umile gratitudine crediamo che la Società Salesiana è nata non solo da progetto umano, ma per iniziativa di Dio.
Per la salvezza della gioventù, « la porzione più delicata e preziosa dell'umana società », lo Spirito Santo suscitò, con l'intervento materno di Maria, san Giovanni Bosco. Gli diede cuore di padre e di maestro, capace di una dedizione totale: « Ho promesso a Dio che fin l'ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani ».
Per prolungare nella storia questa missione, lo guidò nel dar vita a numerose forze apostoliche, prima di tutte la « Società di san Francesco di Sales ».
La Chiesa ha riconosciuto l'azione di Dio soprattutto approvando le nostre Costituzioni e canonizzando il Fondatore. Questa presenza attiva dello Spirito è il sostegno della nostra speranza e l'energia per la nostra fedeltà (Cost 1).
484
RICORDIAMO DON BOSCO PER VIVERE COME LUI
•
Conserveremo la nostra identità salesiana, se avremo un rapporto vivo con don Bosco.
La memoria frequente di lui è condizione indispensabile perché non scompaia dall'orizzonte della nostra vita.
Egli vuole vivere in noi col suo spirito.
Riattualizzare il carisma e lo spirito di don Bosco, per incarnarlo nel nostro tempo, non è solo frutto del nostro impegno umano, ma è un dono dello Spirito che dobbiamo invocare nella preghiera.
Contenuto della sezione
Il Capitolo Generale XX ha dato una descrizione sintetica dello spirito salesiano. Come ogni formulazione, anche questa è imperfetta e non definitiva. D'altra parte un gruppo non può prendere coscienza di sé se non attraverso l'espressione. Qui proponiamo i testi capitolari strutturati in uno schema di celebrazione di preghiera. Questo modo di « leggerli » li colloca in un contesto religioso vitale e comunitario, e testimonia la convinzione che non potranno essere vissuti appoggiandosi solo alle nostre forze, ma che è necessario l'aiuto di Dio.
Lo scopo di queste celebrazioni è quello di aiutare a prendere coscienza insieme davanti a Dio della nostra identità salesiana, per renderla poi operante nella vita. Infatti dopo la lettura di un brano del testo capitolare è proposto un responsorio, tratto dalla Sacra Scrittura, mediante il quale la comunità esprime i fondamenti evangelici dello spirito salesiano.
La preghiera conclusiva si ispira alla Regola.
485
Struttura della celebrazione CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE
G La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.
T E con il tuo spirito.
oppure
G ll Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
PRESENTAZIONE DEL TEMA
Il testo proposto è solo una traccia a cui chi presiede può ispirarsi. Non dovrebbe essere letto così com'è.
LETTURE
Proclamate da un lettore.
Dopo ognuna si faccia una breve pausa di riflessione personale.
RESPONSORI BIBLICI OMELIA
Dopo il terzo responsorio.
PREGHIERA CONCLUSIVA
Recitata da tutti, com'è indicato, oppure solo da chi presiede.
CANTO FINALE Utilizzazione
In preparazione alla festa di don Bosco: ai mattino come meditazione personale o comunitaria alla sera come lettura spirituale.
Nei ritiri mensili:
come celebrazione di inizio; come schema in cui inserire la conferenza (che andrebbe collocata dopo la 3' lettura); come schema d'esame di coscienza personale o comunitario.
Durante l'anno:
come meditazione e preghiera personale; come traccia per incontri di revisione.
486
1 RINNOVIAMOCI
I PER ESSERE DON BOSCO VIVO. OGGI
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, il rinnovamento è la legge della vita.
Per vivere bisogna continuamente risorgere.
Anche la nostra Congregazione deve rinnovarsi per mantenere vivo il carisma e lo spirito di don Bosco. L'impresa è così grande, le difficoltà così forti, che lo scoraggiamento sarebbe inevitabile se dovessimo contare solo su di noi.
Ma noi crediamo nella presenza attiva dello Spirito Santo in mezzo a noi.
« Lo Spirito vivente conduce i religiosi a riscoprire Cristo e il suo Vangelo, perché lui è il Maestro interiore; aiuta a ritrovare lo spirito del Fondatore, perché è lui che tale Fondatore ha chiamato e arricchito di doni; fa partecipare attivamente alla vita della Chiesa, perché egli ne è la Pentecoste permanente: e infine abilita a cogliere gli appelli del mondo, perché Egli ne è il fermento nascosto, che lavora misteriosamente nel cuore di tutti gli uomini » (ACGS n. 5).
PRIMA LETTURA
Facciamo atto di fede: lo Spirito Santo è l'attore principale del nostro rinnovamento.
Questo compito di discernimento e di rinnovamento è difficile, delicato e urgente. Difficile soggettivamente perché il suo processo mette psicologicamente alla prova e non si fa senza una dose di coraggio e di spirito di sacrificio (è più facile fermarsi ai modi abituali di pensare o di fare). Delicato oggettivamente, perché non si vede sempre di colpo, né sempre con chiarezza, quali
487
sono gli aspetti permanenti e gli aspetti contingenti di una realtà tanto complessa come la nostra Congregazione. La posta in gioco è importante: sopprimere o cambiare un aspetto essenziale porterebbe a sopprimere Ia vera Congregazione salesiana per formarne un'altra; non cambiare e non rinnovare quanto si deve, sarebbe impedirle di essere la Congregazione salesiana « oggi ». Bisogna dunque essere fedeli nel progresso vitale. E infine questo compito è urgente e grave, perché quella attuale è un'epoca di una straordinaria evoluzione: il mondo subisce « mutamenti rapidi e profondi »; la Chiesa opera « svolte decisive »... e essa stessa ci comanda di rinnovarci per aiutarla nella sua missione. Cosa fonda la nostra speranza di poter superare le difficoltà per raggiungere questo discernimento e questo rinnovamento? In primo luogo la presenza attiva dello Spirito Santo nella comunità di quelli che Lui ha chiamati al seguito di don Bosco...
Ora è questa presenza dello Spirito che fonda oggi la nostra speranza di essere fedeli a don Bosco e alla sua missione: tra di noi è attivamente presente Colui stesso che ha suscitato e guidato don Bosco. Al livello più profondo realizza la nostra unione con don Bosco, e quindi la nostra comunione di Salesiani. E come ha condotto don Bosco a realizzare la sua missione in profonda coerenza con Ia Chiesa e il mondo del suo tempo, così oggi conduce anche noi a realizzarla in coerenza col mondo odierno. Egli vuole aiutarci, con un unico movimento, ad essere « con Don Bosco e coi tempi » (Don Albera), meglio ancora a essere « Don Bosco oggi » (ACGS nn. 16-17).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Lo Spirito di Colui che risuscitò Gesù Cristo dai
morti abita in noi.
T Colui che risuscitò Cristo Gesù dai morti
darà la vita anche ai nostri corpi mortali,
per mezzo del suo Spirito,
che abita in noi.
488
GNon abbiamo ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura:
T ma abbiamo ricevuto uno spirito da figli adottivi, che ci fa esclamare: Abbà, Padre!
GCristo ci ha liberati
perché restassimo liberi:
T stiamo dunque saldi
e non lasciamoci imporre di nuovo
il giogo della schiavitù.
GSiamo stati chiamati alla libertà:
T ma non invochiamo la libertà
per vivere secondo la carne;
invece, mediante la carità,
mettiamoci a servizio gli uni degli altri (Rom 8; Gal 5).
SECONDA LETTURA
Prendiamo coscienza della nostra responsabilità: l'azione dello Spirito richiede la nostra attenzione e la nostra collaborazione.
Tutto questo lavoro dello Spirito è un invito alla nostra libertà. Un dono dello Spirito non può mai essere un « deposito » statico, né un insieme di costumi o di regole, pur certo rispettabili; non può trasmettersi automaticamente attraverso qualche rito, dottrina o abitudine che sia, neanche attraverso l'appartenenza materiale alla Congregazione. Non possiamo neppure riposarci in modo imprudente e temerario sulle meraviglie passate. Il dono dello Spirito alle persone diventa efficace nella misura in cui esse sono docili e generose nelle risposte e nella vita, ogni giorno. Si può benissimo « resistere allo Spirito », « spegnere lo Spirito », che allora potrebbe affidare ad altri la missione salesiana...
Il nostro primo compito è, dunque, la conversione spirituale: riconoscere la nostra insufficienza per « rivolgerci verso » lo Spirito senza cui non possiamo far NIENTE di valido per il Regno di Dio, e metterci in un atteggiamento di supplica, di ascolto e di docilità. Per operare il discernimento e il rinnovamento necessari,
489
gli storici non bastano, né i teologi, né i politici, né gli organizzatori: sono necessari gli uomini chiamati « spirituali », uomini di fede, sensibili alle cose di Dio e pronti all'obbedienza coraggiosa, come lo fu il nostro Fondatore. La vera fedeltà a don Bosco consiste non nel copiarlo esteriormente, ma nell'entrare nella fedeltà di don Bosco allo Spirito Santo.
Tutto questo deve essere fatto comunitariamente, perché lo Spirito di verità è anche lo Spirito di carità: si manifesta alla comunità radunata in suo nome nell'amore. Appare allora un secondo compito, incluso nel precedente: i diversi membri insieme, ciascuno secondo il proprio dono e la propria responsabilità, devono ricorrere con umiltà e lealtà ai criteri della presenza autentica dello Spirito: persone, opere, esperienze sono da giudicare secondo la loro coerenza al Vangelo, al senso comune del Popolo di Dio, al magistero, ai valori profondi della tradizione salesiana, alle urgenze del momento. La certezza prudente, ma relativa, a cui si giunge è sufficiente per andare avanti con pace e speranza, ma obbliga anche a restare sempre attenti insieme all'azione misteriosa di Dio (ACGS n. 18).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GNon estinguiamo lo Spirito di Dio: T non disprezziamo la Parola, nella quale lo Spirito parla.
GEsaminiamo ogni cosa T e teniamo ciò che è buono.
GNoi siamo collaboratori di Dio: T uno, da sapiente architetto,
ha posto iI fondamento:
un altro vi costruisce sopra.
GOgnuno però stia attento come costruisce T perché nessuno può porre altro fondamento oltre quello già posto:
e questo è Gesù Cristo (1 Tess 5; 1 Cor 3) .
490
TERZA LETTURA
La docilità allo Spirito è il principio della perenne giovinezza della nostra Congregazione.
Quest'atto di fede primordiale nella presenza dello Spirito ci fornisce allora il massimo criterio del nostro rinnovamento: non si tratta di rinforzare una istituzione ecclesiastica, sia pure molto venerabile, ma di riattualizzare un dono di Dio alla sua Chiesi. Ci fornisce anche il principio di base permanente di tutta la vita della Congregazione: alza il suo sguardo al livello del mistero dell'azione divina che si serve di poveri uomini; e le permette d'acquistare lo stile di vita e di azione che assicuri ad un tempo la più grande santità dei suoi membri e la più grande fecondità del suo apostolato.
Tale stile caratteristico potrebbe esprimersi così: gli elementi istituzionali, le strutture, le forme organizzative, le leggi scritte e anche gli interventi dell'autorità non sono fini ma mezzi necessari per il servizio della vocazione e della missione date dallo Spirito, e d'altra parte non esauriscono mai le esigenze concrete suggerite dallo Spirito. Egli è il grande vivente: nella misura in cui lo si ascolta, egli ispira il riadattamento incessante dei mezzi, impedisce la « routine », ispira fini e modi concreti d'azione che non sono mai totalmente indicati in anticipo nei programmi ufficiali (AC GS n. 19).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Vi sono molti carismi ma un solo Spirito.
T Vi sono vari ministeri, ma un medesimo Signore.
G Vi sono varie attività,
T ma è il medesimo Dio che opera ogni cosa in tutti.
491
GA ciascuno è data una manifestazione particolare
dello Spirito in vista dell'utilità comune.
T Tutto questo opera l'unico medesimo Spirito
che distribuisce i suoi doni a ciascuno come vuole
(1 Cor 12).
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
GPreghiamo...
O Spirito di Dio:
T noi crediamo
che tu hai suscitato Don Bosco,
tu gli hai donato un cuore di padre e di maestro,
capace di dedizione totale
per la salvezza dei giovani, soprattutto i più poveri.
Tu, per prolungare nella storia la sua missione,
lo hai guidato nel fondare la nostra famiglia;
hai suscitato altri cristiani
a continuare la sua opera,
e li hai guidati nella via della santità.
GOggi tu susciti le nostre libertà:
T rendici docili al tuo appello;
aiutaci ad accogliere il tuo dono
con animo generoso
perché siamo nell'oggi
i segni e i portatori del tuo amore ai giovani.
Amen.
CANTO FINALE
492
LA SORGENTE
L DELLO SPIRITO SALESIANO: L'AMORE DI CRISTO
PER IL PADRE E PERI PICCOLI RIVISSUTO DA DON BOSCO
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE
PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, smarrire la propria identità è perdere se stessi. Siamo Salesiani e come tali partecipi e continuatori del carisma di don Bosco e dei Salesiani che lo hanno seguito. In noi deve vivere il suo spirito. « t difficile determinarlo perché è una realtà vivente e incarnata in un involucro storico e locale; però è possibile comprenderlo nella sua essenziale vitalità a partire dalla riflessione dei Salesiani sulla loro esistenza: oggi lo spirito vive » (ACGS n. 87).
La grande comunità salesiana attraverso il Capitolo ha espresso se stessa in una formulazione non definitiva ma autorevole, che noi accogliamo con gioia per viverla, confrontandoci con essa.
PRIMA LETTURA
La carità pastorale centro unificatore della vita del Salesiano.
Capire uno spirito è comprendere una ispirazione organizzatrice, questa è come l'anima che pervade tutto il corpo e ne costituisce la complessa unità.
Don Bosco è il santo in cui il tratto forse più stupendo è l'unità della persona, della vita e dell'opera. La sua personalità si costruiva armonicamente e progressivamente a partire dal nucleo dinamico, in cui lo Spirito del Cristo risorto si incontrava con un cuore ricco e generoso.
Tentiamo il delicatissimo sforzo di entrare nell'anima
493
di don Bosco per coglierne l'elemento più atto a spiegare l'uomo, l'opera e lo stile di vita.
Al centro c'è il « Da mihi animas caetera tolle », cioè la carità, pervasa da un fervore che la porta a dedicarsi al. bene degli altri, e in particulare della gioventù, per la gloria di Dio: proprio la passione apostolica tutta animata da ardore giovanile.
Ora i Salesiani di oggi, come don Bosco, nella prima stesura del 1° articolo delle Costituzioni, riferiscono questo zelo, come a sua fonte, al Vangelo, alla persona e al cuore di Cristo, apostolo del Padre, il cui riflesso di luce appare in don Bosco.
In questo ritorno al Vangelo, i confratelli sono stati ispirati segretamente dallo Spirito Santo, esplicitamente dalla Chiesa Conciliare. Difatti i Salesiani ricevono dallo Spirito Santo il dono di una riscoperta delle stesse percezioni evangeliche di don Bosco, cioè di un certo « modo salesiano » di intuire il volto e la missione di Cristo; il nostro patrimonio spirituale è prima di tutto in questa lettura del Vangelo.
D'altra parte, lo slancio di rinnovamento che pervade la Chiesa ci permette di conoscere più profondamente il Cristo del Vangelo e il modo con cui don Bosco l'ha compreso e imitato; questo ci rende capaci di riattualizzare le intuizioni evangeliche dello spirito salesiano e di potenziarle secondo le nuove possibilità e gli immensi bisogni del mondo odierno (ACGS nn. 88-89).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Padre, per questo mi hai mandato: per dare la vita eterna
a tutti coloro che mi hai dato.
T Questa è la vita eterna: conoscano te, il solo vero Dio,
e colui che hai mandato: Gesù Cristo.
494
G Ho fatto conoscere il tuo nome, o Padre,
e lo farò conoscere;
T affinché l'amore col quale mi hai amato sia in loro (Gv 17).
SECONDA LETTURA
Filiale gratitudine al Padre per il suo disegno di salvezza.
Nella sua risposta di fede all'azione dello Spirito che vuole assimilarlo a Cristo Figlio, il Salesiano scopre la paternità infinita di Dio e la sua generosità nel dare all'uomo una vocazione divina. Vive quindi davanti al Padre celeste con un cuore ripieno di gioiosa gratitudine e di fiducia. Si sente anche chiamato ad essere il rivelatore di questo Padre, padre lui stesso dei suoi giovani, che vuole promuovere secondo tutta la loro dignità di figli di Dio.
Così il Salesiano comprende più a fondo don Bosco nella sua unione con Dio e nel suo senso straordinario di paternità. Capisce anche il modello supremo di don Bosco, il Cristo, nell'elemento più profondo della sua anima, la figliolanza, che lo spingeva a vivere sempre nell'intimità del Padre, a esultare di gioia davanti al suo disegno, a vedere tutti gli uomini come figli del Padre.
Il mondo attuale ha bisogno urgente di scoprire questo vero volto di Dio e questa vocazione « filiale » di ogni uomo (ACGS n. 90).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Quale immenso amore ci ha donato il Padre! T Siamo chiamati figli di Dio e lo siamo in realtà.
495
GGià adesso siamo figli di Dio
e ancora non si è manifestato quello che saremo.
T Quando si manifesterà
saremo simili a lui
perché lo vedremo quale egli è (/ Gv 3).
oppure
GSia benedetto Dio,
Padre del nostro Signore Gesù Cristo.
T Ci ha scelti in lui
ad essere santi ed immacolati
aI suo cospetto.
GNel suo amore
ci ha predestinati ad essere figli suoi
per Gesù Cristo.
T A lode e gloria della sua grazia.
TERZA LETTURA
Amore privilegiato per i « piccoli » e i « poveri ».
Docile all'azione dello Spirito che lo conduce a Cristo salvatore e povero dei poveri, il Salesiano sceglie oggi di nuovo di andare, con amore liberatore, ai giovani soprattutto poveri e alla gente umile, perché si è fatto sensibile tanto al valore decisivo dell'adolescenza, quanto agli appelli dei poveri.
Guidato da questa esperienza, egli penetra nel cuore di don Bosco totalmente dedito ai giovani poveri, nei quali vedeva la persona di Cristo. Penetra nei cuore di Cristo stesso, attirato in modo particolare dai « piccoli » e dai « poveri », cioè da quelli che sentono i loro limiti e sono pronti a ricevere il regno e la sua salvezza. In un mondo in cui aumenta il numero dei giovani poveri, il Salesiano capisce meglio l'importanza rinnovata della sua vocazione: render loro presente l'amore di Cristo (ACGS n. 91)..
Meditazione personale 496
RESPONSORIO
GIn verità, in verità vi dico:
se non vi cambiate e non diventate come bambini
non entrerete nel Regno dei cieli.
T Il più grande nel regno dei cieli
è chi si fa piccolo come un bambino.
•E chi accoglie nel mio nome un bambino
T accoglie me.
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
•Preghiamo...
O Signore, che ci hai amato fino a dare te stesso per noi,
T mandaci il tuo Spirito d'amore perché sappiamo donare la nostra vita per la salvezza totale dei giovani.
•O Cristo,
tu sei il modello e Ia sorgente
della carità pastorale:
T la nostra vita, come la tua,
attinge gioia e zelo apostolico
da una profonda gratitudine aI Padre
per iI dono della vocazione divina a tutti gli uomini.
•Tu hai prediletto i piccoli e gli umili:
T donaci il tuo amore per gli ultimi
perché il nostro lavoro apostolico
renda presente nell'oggi
la tua predilezione per i piccoli e i poveri.
GConcedi, o Signore,
che questi valori evangelici
vivifichino la nostra vita spirituale e il nostro impegno apostolico. T Amen.
CANTO FINALE
497
LA SORGENTE
DELLO SPIRITO SALESIANO: LA DEDIZIONE TOTALE DI CRISTO PER « RADUNARE I FIGLI DISPERSI IN UNITÀ »
RIVISSUTA DA DON BOSCO
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, il cuore di Cristo, l'intimità più profonda della sua persona, la sua dedizione libera e totale per la salvezza di ogni uomo e per fare di tutti gli uomini una sola famiglia di fratelli in comunione col Padre e fra loro, fu il modello e la sorgente della dedizione di don Bosco ai giovani. Egli ha vissuto le parole di Gesù della preghiera sacerdotale dell'ultima cena e fu come il buon pastore che dà la vita per le sue pecore. Cristo rivissuto da don Bosco è per noi un appello a donarci totalmente ai giovani per la gloria del Padre.
PRIMA LETTURA
Zelo per salvare l'uomo, sotto l'urgenza del Regno.
Sotto l'influsso dello Spirito che vuole configurarlo a Cristo, servo zelante del Padre, il Salesiano scopre con meraviglia di essere nelle mani di Dio uno strumento liberamente efficace per la salvezza dei bisognosi. Spinto dalla imminenza del regno che ogni giorno viene, si dedica con ardore alla loro salvezza integrale ed accetta di essere « consumato » da questo lavoro.
Scopre così, attraverso il cuore di don Bosco, immenso come l'arena del mare, lo zelo struggente di Cristo, e percepisce il sentimento di urgenza con cui compiva le sue opere doppiamente salvatrici: « Percorreva tutta la Galilea insegnando e guarendo ».
498
Il mondo attuale ha molto acuito il senso di una storia che si costruisce con il lavoro febbrile di tutti in una « città secolare »; ciò rende urgente allo zelo apostolico l'annuncio del regno (ACGS n. 92).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato traendoli dal mondo.
T Erano tuoi e tu li hai dati a me.
G Io prego per coloro che mi hai dato:
T per essi consacro me stesso
affinché anch'essi siano consacrati nella verità.
Padre, quelli che mi hai dato
voglio che dove sono io
siano anch'essi con me (Gv 17).
SECONDA LETTURA
Metodo del « Buon Pastore ».
Spinto dallo Spirito che vuole conformarlo al Cristo « mite e umile di cuore », il Salesiano sceglie la carità come mezzo e metodo fondamentale del suo apostolato, conscio delle sue esigenze di contatto cordiale, di pazienza e di morte a se stesso, ma anche della forza vittoriosa del Risorto.
In questa luce percepisce più chiaramente il metodo pastorale di san Francesco di Sales, a cui si è ispirato don Bosco, promotore dell'amorevolezza « instancabile » e della « familiarità », nomi Salesiani della carità applicata ai giovani. Scorge quanto questo metodo dei due Santi si ispiri direttamente al Cristo del Vangelo « apparso in mezzo a noi come la bontà e la benignità umanizzata di Dio ». t la figura di Cristo Buon Pastore a cui i Salesiani di oggi sono particolarmente sensibili. Il movimento del dialogo cordiale con tutti, inaugurato dalla Chiesa di oggi, spinge il Salesiano a una più forte
499
adesione al suo metodo proprio. In questo contesto ecclesiale e salesiano è da collocare la nostra fedeltà a uno stile educativo che don Bosco stesso ha chiamato « sistema preventivo » (ACGS n. 93).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GIo sono il buon pastore:
T il buon pastore dà la vita per le pecore.
GIo sono il buon pastore, T e conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
GE dò la vita per le mie pecore: questo è il comandamento del Padre.
TNessuno me la toglie:
la offro da me, liberamente (Gv 10) .
TERZA LETTURA
Desiderio di radunare i suoi nell'unità.
Illuminato ed animato dallo Spirito che lo unisce al Cristo Maestro dei discepoli, il Salesiano sceglie di vivere in comunità fraterna, in profonda amicizia coi suoi fratelli, e contribuisce con tutte le forze a costruire la unità a tutti i livelli, specialmente raccogliendo i giovani abbandonati in una nuova « famiglia ».
In questa luce e attraverso don Bosco preoccupato dell'unità dei suoi figli nell'amore fraterno e nell'azione pastorale, raggiunge le intenzioni di Cristo Fratello ed Amico dei suoi apostoli, e allo stesso tempo Capo e Maestro.
Il Salesiano trova nell'ambiente attuale ragioni e appelli nuovi per impegnarsi di più nella ricerca di una fraternità apostolica. Il Concilio ha ridefinito la Chiesa come comunità di amore, a cui tutti sono chiamati. Le comunità religiose devono esserne la manifestazione più credibile.
500
Le cinque vive percezioni evangeliche non sono senza legami tra di loro. Paternità di Dio, preferenza per i poveri e i piccoli, mistero dell'apostolato, onnipotenza della carità pastorale, valore unico della comunità: tutto questo partendo da Cristo si riferisce all'amore salvatore di Dio visto nella sua sorgente, nei suoi destinatari privilegiati, nel suo strumento, nel suo metodo e nei suoi frutti (ACGS nn. 94-95).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GPadre, ti prego per tutti coloro che crederanno in me per mezzo della tua parola, T affinché tutti siano una cosa sola.
GCome tu, Padre, sei in me ed io in te, T affinché anch'essi siano una cosa sola in noi
ecosì il mondo creda che tu mi hai mandato.
GIo ho dato loro la gloria che tu mi hai dato T affinché siano una cosa sola come noi siamo uno (Gv 17).
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
GPreghiamo...
O Signore, servo zelante del Padre, T donaci il tuo Spirito:
perché siamo nelle mani di Dio uno strumento liberamente efficace della salvezza dei poveri.
GTu, buon pastore,
hai dato la vita per la salvezza degli uomini: T la nostra vita sia sacramento
della tua bontà e della tua benignità:
proposta ai giovani di un amore che salva.
GTu, che hai radunato la Chiesa, comunità d'amore, T aiutaci a vivere in profonda amicizia
ea costruire con tutte le nostre forze
501
l'unità tra coloro a cui ci mandi: perché la nostra comunità religiosa sia segno credibile della Chiesa.
G O Dio, sorgente di amore,
in Cristo ci salvi e ci mandi ai poveri:
donaci zelo instancabile perché, operando nell'amore, sappiamo radunarti un popolo nell'unità.
T Amen. CANTO FINALE
A LA CARITÀ EVANGELICA if ISPIRA IL NOSTRO STILE DI AZIONE PASTORALE
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, la vita affonda le radici nell'amore che si dona senza riserve. E il paradosso cristiano: la vita viene dalla morte. Noi siamo nati ad una vita nuova perché Cristo ha dato la sua vita per noi.
Per questo se non siamo disposti a morire a noi stessi, a bruciare tutto il nostro tempo e Ia nostra energia per i giovani, se non abbiamo il coraggio di rinunciare ai nostri gusti, alle nostre abitudini e tradizioni anche più care per essere disponibili e flessibili nel servizio dei giovani, essi non avranno la vita nuova, non faranno mai Chiesa.
502
Tutta la vita apostolica di Paolo fu vivere il mistero pasquale di Cristo nella propria carne. Lo stesso può essere affermato di don Bosco.
E deve diventare vero anche per noi.
PRIMA LETTURA
Operosità instancabile e rinuncia: « lavoro e temperanza ».
« Lavoro e temperanza faranno fiorire la Congregazione ». « Il primo elemento dominante dello spirito salesiano è la prodigiosa attività sia collettiva che individuale ». Il Salesiano si dà in un dono totale al suo compito apostolico. Per lui, religioso « in maniche rimboccate », questo lavoro è, ad un tempo, mistica (lavoro di Dio), ascesi (accettazione di ogni sacrificio), e esigenza di consacrazione nella libertà gioiosa che nasce dalla castità, dalla povertà e dalla ubbidienza.
Questo atteggiamento mette il Salesiano in sintonia con l'uomo di oggi che ha coscienza di essere « homo faber », trasformatore del mondo e attore della storia. Con la sua fatica di lavoratore del Regno, si impegna a dare il suo contributo per animare cristianamente questo movimento (ACGS n. 97) .
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Portiamo sempre in noi i patimenti di Gesù morente
T affinché la vita di Gesù sia manifestata in voi.
G Perché in noi compie l'opera sua la morte, in voi la vita:
T se siamo soggetti alle tribolazioni
lo siamo per la vostra consolazione e salvezza e se siamo consolati
Io siamo per la nostra consolazione (2 Cor 4).
503
SECONDA LETTURA
Creatività e flessibilità di fronte alle urgenze.
« Sono sempre andato avanti come il Signore mi ispirava e le circostanze esigevano ». Come don Bosco, il Salesiano comincia la sua azione partendo dall'attenzione al reale. Vuole che Ie sue opere siano risposte adeguate e tempestive ai bisogni del momento e del luogo. Di qui il suo spirito di iniziativa e di inventiva; il suo impegno nell'affrontare i problemi e ricercare le soluzioni, la sua costanza nel voler superare le difficoltà; di qui ancora l'audacia dí opere e di metodi che lo spinge ad usare i mezzi più efficaci e moderni. Comprende che l'adattamento è sempre da rifarsi secondo il ritmo dell'evoluzione storica, oggi rapida, soprattutto nel mondo giovanile.
Anche qui il Salesiano si trova d'accordo con l'uomo contemporaneo, preso nel movimento accelerato della storia e attento a rispondere agli appelli che lo lanciano verso l'avvenire (ACGS n. 98).
Meditazione personale
RESPONSOR IO
GBenché fossi libero rispetto a tutti
T mi son fatto schiavo di tutti per guadagnare il maggior numero.
GMi sono fatto giudeo con i giudei e greco con i greci.
T Mi son fatto debole con i deboli per guadagnare i deboli.
Mi sono fatto tutto a tutti
per salvarne ad ogni costo alcuni.
GE tutto questo io faccio per l'evangelo,
T per essere insieme con gli altri partecipe delle sue promesse (1 Cor 9).
504
TERZA LETTURA
Senso della crescita e dell'unità della Chiesa.
« Qualunque fatica è poca quando si tratta della Chiesa e del papato ». Don Bosco viveva immerso nella realtà ecclesiale del suo tempo. Il Salesiano, cosciente che la Chiesa è il sacramento di salvezza, partecipa attivamente alla pastorale della Chiesa locale; è aperto ai problemi della Chiesa universale; manifesta sincera venerazione ai vescovi e particolarmente al papa, segno vivo dell'unità della Chiesa.
Nei desiderio ardente di far crescere il corpo di Cristo, egli sente più urgenti i problemi riguardanti le vocazioni sacerdotali e religiose, l'animazione dei laici all'apostolato ed al lavoro per le missioni; e neI desiderio che si risponda meglio agli immensi bisogni della gioventù, cerca una comunione viva e una collaborazione attiva cogli altri gruppi della Famiglia Salesiana (ACGS n. 99).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GMi rallegro delle sofferenze che sostengo per voi
T e supplisco nella mia carne
a ciò che manca alle sofferenze del Cristo a vantaggio del suo corpo, che è la Chiesa.
GDi questa sono divenuto ministro grazie al compito che Dio mi ha affidato: di annunziare pienamente il suo messaggio:
T il mistero nascosto alle generazioni passate e ora manifestato a noi:
Cristo in noi, speranza della gloria.
GA questo scopo fatico, lottando con l'energia sua che opera potentemente in me,
T perché tutti siano consolati e strettamente uniti nella carità
e pervengano ad una profonda conoscenza
505
del mistero di Dio:
Cristo, nel quale si trovano nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza (Col 1).
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
G Preghiamo...
Signore Gesù,
che hai fatto dono totale di te
per la nostra salvezza,
non permettere che facciamo noi stessi
centro della nostra vita:
T concedi a noi di sentire
la grandezza divina e l'urgenza
del lavoro apostolico
e di accettare con gioia
i sacrifici che esso comporta.
GTu hai donato a don Bosco
creatività, coraggio e costanza:
T concedi a noi di avere il senso del concreto,
di essere attenti ai segni dei tempi.
Non permettere che siamo dominati
dalla paura del nuovo e del rischio,
ma donaci spirito d'iniziativa,
coraggio e creatività apostolica.
GTu hai donato ancora a don Bosco
un vivo amore per la tua Chiesa:
T concedi a noi di sentire vivo
e mantenere saldo il nostro legame con la Chiesa,
col papa e i vescovi:
solo essa, popolo di Dio, è la comunione,
il centro di unità e di vita
di tutte le forze che operano la salvezza.
GO Signore, ti preghiamo: il nostro stile di lavoro apostolico ci riveli continuatori della missione di don Bosco: come lui rendici lavoratori instancabili e coraggiosi per la crescita della tua Chiesa.
T Amen.
CANTO FINALE 506
C LA CARITÀ EVANGELICA LI ISPIRA IL NOSTRO STILE DI MUTUE RELAZIONI
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, la sorgente della nostra gioia di vivere è la certezza che Dio Padre ci ama. Il grande segno del suo amore per noi è Cristo morto e risorto.
Perché siamo amati così da Dio, noi amiamo, i nostri confratelli e i giovani.
Perché essi sono amati così da Dio, noi li amiamo. Ciò che ci lega e ci unisce, ciò che fa di noi una famiglia non è tanto la simpatia umana ma è l'amore di Dio che tutti ci avvolge. Noi ci scambiamo attivamente quello che riceviamo da Dio sorgente di ogni amore.
PRIMA LETTURA
Amorevolezza casta e virile
« Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati ». L'azione apostolica mette il Salesiano in contatto con molte persone: confratelli, giovani, adulti; perciò egli chiede allo Spirito Santo il « dono della simpatia », modellata sulla mitezza del cuore di Cristo.
Coltiva il senso del contatto concreto con ciascuna persona (fosse anche il più timido dei ragazzini), disposto sempre a fare il primo passo, ad avvicinare tutti con rispetto, con il desiderio di comprendere e di aiutare, con la gioia di essere presente (in questo contesto si capisce il vero senso della « assistenza » salesiana) tra i giovani poveri e abbandonati. È questa la « amorevolezza » salesiana: un vero affetto fatto ad un tempo di calore umano e di delicatezza soprannaturale.
Può superare la ricerca egoistica di sé, perché ha pro-
507
messo una castità totale, generosa, senza nessun compromesso. Essa si irradia nel metodo educativo salesiano in modo da poter diventare per i giovani esempio trascinante.
Nell'atmosfera odierna impregnata di erotismo, l'impegno del Salesiano è un contributo per una azione liberatrice mediante il suo messaggio e la sua mistica di purezza che orienti e promuova tutte le forze dei giovani verso un amore autentico (ACGS n. 100).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Pur potendo far sentire la nostra autorità di apostoli ci comportiamo tra voi con dolcezza come una madre che circonda di amore e di cure i propri figli.
T Nella tenerezza per voi
desideriamo darvi non solo l'evangelo di Dio ma anche la nostra vita.
G Come fa un padre con i figli
T esortiamo, incoraggiamo e scongiuriamo ciascuno a condurre una vita degna di Dio (1 Tess 2).
SECONDA LETTURA
Spirito di famiglia
Quando l'affetto ottiene la reciprocità si crea una vera comunità (sia « religiosa » tra i confratelli, sia « educativa » con i giovani) di carattere familiare. La mutua confidenza si esprime in una intensa intercomunicazione nel bisogno e nella gioia di condividere tutto, e in relazioni regolate più dall'appello alle capacità interiori di ognuno (affetto, ragione, libertà, fede) che dal ricorso alla legge e alla autorità. Di qui uno stile familiare di autorità e di obbedienza, e una coesione fraterna nell'azione. A Dio non piacciono le cose fatte per forza. Egli, essendo Dio d'amore, vuole che tutto si faccia per amore.
Il nostro spirito di famiglia offre una valida risposta a
508 due appelli del mondo moderno, soprattutto giovanile: il riconoscimento del valore della propria personalità, e l'ansia di vivere una esperienza di vera fraternità (ACGS n. 101).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GViviamo in maniera degna della nostra vocazione
con umiltà, mansuetudine e longanimità.
T Accettiamoci gli uni gli altri
impegnandoci a conservare l'unità dello Spirito
nel vincolo della pace.
GManteniamoci tutti d'accordo alimentando Io stesso amore unanimi, concordi nel sentire.
T Non facciano niente per spirito di parte e niente per vanagloria.
GNon miriamo al nostro interesse personale, T ma piuttosto pensi ciascuno a quello degli altri
ed abbiamo in noi gli stessi sentimenti
che furono in Gesù Cristo (Ef 4; Fa 2).
TERZA LETTURA
Ottimismo e gioia
« Niente ti turbi! » « Sii allegro », diceva spesso don Bosco. Il vero Salesiano non si lascia mai scoraggiare dalle difficoltà che incontra: « Tutto crede, tutto spera, tutto sopporta ». Il suo umanesimo ottimista, ispirato a san Francesco dì Sales, lo porta ad apprezzare tutto ciò che è umano e ad avere fiducia nelle risorse naturali e soprannaturali dell'uomo, pur non ignorando le sue debolezze (soprattutto quelle dei giovani). Sa cogliere ed apprezzare tutti i valori presenti nel mondo e nella storia; rifiuta di gemere sul proprio tempo, « ritiene tutto quello che è buono », soprattutto se piace ai giovani.
In uno stile di vita semplice nello sguardo e nei contatti egli nutre una gioia permanente, dote necessaria
509
all'educatore dei giovani, ed esprime, nei limiti del possibile, un temperamento felice, ma più ancora una fede radiosa: « il frutto dello Spirito è carità, gioia, pace ». Nel contesto odierno, nel quale i giovani son diventati spesso scettici, tristi e talvolta disperati, oppure ingenuamente ottimisti di fronte al futuro, la gioia del Salesiano, con tutto il suo realismo, serve a dare incoraggiamento agli uni e a ricondurre alla realtà gli altri (ACGS n. 102).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GCristo risorto è la nostra speranza. T La sua gioia è in noi e la nostra gioia, in lui è perfetta.
GEgli è la nostra pace.
T Tutto possiamo in lui che ci dà forza.
GSe Dio è con noi,
chi sarà contro di noi?
T Né la morte, né la vita
né alcun'altra creatura
ci potranno separare dall'amore di Dio
che ci giunge in Cristo Gesù
nostro Signore (Col 1; Gv 15; Rom 8) .
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
GPreghiamo...
O Cristo, nella tua vita terrena
hai accolto tutti con bontà.
T Rendici persone capaci di profonda e vera amicizia,
aperti e cordiali,
pronti a fare il primo passo,
ad accogliere sempre con bontà, rispetto e pazienza,
soprattutto i giovani.
Donaci un cuore grande
per amare ognuno personalmente
e tutti senza esclusione.
510
GA Nazaret tu hai conosciuto con Maria e Giuseppe
la gioia di una famiglia:
T concedi che nella nostra comunità
regni un vero spirito di famiglia,
un clima di matura confidenza,
la gioia di condividere tutto.
GTu, risorto da morte, sei la speranza del mondo: T concedi a noi quel vero ottimismo che nasce dalla fede, cresce con la speranza teologale
e con la docilità allo Spirito.
GDonaci, o Signore, un cuore nuovo aperto alla speranza e alla gioia, capace di amare con la misura del tuo cuore.
T Amen.
CANTO FINALE
e LA CARITÀ EVANGELICA
U ISPIRA IL NOSTRO STILE DI RELAZIONE CON DIO
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, la nostra comunione con Dio la viviamo all'interno della nostra vita quotidiana, nella fitta trama dei rapporti con i confratelli e con i giovani, vissuti nella dedizione e nell'amore. Però sono assolutamente necessari dei momenti di dialogo aperto e gratuito con Dio, sia personali che comunitari, espressione del nostro amore per lui. Dei momenti in cui attorno alla mensa eucaristica o nel sacramento del perdono accogliamo in noi l'amore di Cristo che ci salva e ci unisce.
511
PRIMA LETTURA
Preghiera semplice e vitale
« Noi lavoriamo contemplando. Noi siamo attivi e contemplativi. Don Bosco era così ». Il Salesiano percepisce Dio molto vicino, presente in tutti gli avvenimenti, e quindi intrattiene con Lui un dialogo « col cuore », quasi continuo, semplice e filiale. Le sue pratiche di pietà sono poche, quelle proprie di un religioso di vita attiva; ma coltiva soprattutto « lo spirito di pietà » e l'unione con Dio. t un contemplativo nell'azione, dove percepisce il senso profondo del mistero incluso nel suo apostolato.
Il Concilio ha rilanciato il messaggio di San Paolo riguardo al « culto spirituale » che comprende l'intera vita del fedele: il lavoro salesiano, « lavoro santificato », trova in questo messaggio un motivo di approfondimento illuminato (ACGS n. 103).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GOffriamo a Dio la nostra vita: T è questo il sacrificio nuovo,
santo e vivente a lui gradito.
Questo è il vero culto spirituale.
GViva in noi Ia Parola di Cristo
in tutta la sua ricchezza:
T con salmi, inni e cantici spirituali
cantiamo a Dio di tutto cuore
con riconoscenza.
E ogni nostra azione e parola
sia fatta nel nome del Signore Gesù
rendendo grazie a Dio Padre
per mezzo di lui (Rom 12; Col 3).
SECONDA LETTURA
Apertura viva al mondo sacramentale
L'Eucaristia è centro e culmine della vita del cristiano, come pure forza di coesione e nucleo dinamico della
512
comunità. È incontro con la pienezza di quello stesso mistero di salvezza al cui servizio spende la vita. Su questa verità è particolarmente fondata la vita del Salesiano. Dal mistero eucaristico traggono origine lo slancio e la ricchezza di ogni sua attività.
Per questo il Salesiano coltiva il senso della celebrazione liturgica e delle sue esigenze tanto di interiorità quanto di bellezza esteriore, consapevole che i giovani sono attratti dallo splendore e dalla verità delle celebrazioni.
Nel sacramento della penitenza, il Salesiano incontra il Cristo che gli perdona e gli infonde il senso della permanente necessità dello spirito penitenziale, non soltanto per i suoi peccati, ma anche per i peccati dei giovani, nell'espiazione dei quali vuole prendere solidariamente Ia sua parte.
« La frequente confessione e la frequente comunione... sono le colonne che devono reggere un edificio educativo » (ACGS n. 104).
Meditazione personale
RESPONSORIO
GIl calice che noi benediciamo è comunione col sangue di Cristo.
T Il pane che noi spezziamo è comunione col corpo di Cristo.
GPoiché uno solo è il pane,
T noi che siamo molti formiamo un corpo solo partecipando all'unico pane.
GIl Cristo non può essere diviso:
T non tolleriamo tra noi
Io scandalo delle scissioni.
GCome Cristo ha perdonato
Tcosì facciamo anche noi (1 Cor 10; 1 Cor 3; Col 3).
513
TERZA LETTURA
Fiducia speciale in Maria
« Maria Santissima è la fondatrice e sarà la sostenitrice delle nostre opere ». Il Salesiano è convinto del ruolo indiscutibilmente speciale che Maria, serva di Dio e cooperatrice del suo Figlio, ha avuto nella vita di don Bosco e della Congregazione.
È la madre vigilante dei suoi giovani e la loro « educatrice interiore ». È inoltre la sua madre; ha quindi per essa, in quanto Immacolata e Ausiliatrice, una devozione tenera e virile, semplice e vera, illuminata e dinamicamente pratica.
La prospettiva mariologica aperta dai Vaticano II, che inserisce il mistero di Maria in quello di Cristo e della Chiesa, offre al Salesiano una solida base teologica per rinnovare e intensificare la sua tradizionale devozione mariana, in quanto mostra Maria Immacolata assunta alla pienezza escatologica del Cristo e con lui Ausiliatrice realmente impegnata nella storia per la salvezza dell'uomo (ACGS n. 105).
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Un segno grande fu visto nel cielo:
una donna ravvolta dal sole
e la luna sotto i suoi piedi.
T Ave, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
ebenedetto il frutto del tuo seno.
G E udii una voce grande nel cielo che diceva:
ora è avvenuta la salvezza,
la potenza e il regno del nostro Dio
e l'autorità del suo Cristo.
T Ave, piena di grazia,
il Signore è con te,
tu sei benedetta fra le donne
ebenedetto il frutto del tuo seno (Apoc 12; Lc 1).
514
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
GPreghiamo...
Signore Gesù, tu che hai detto:
« Senza di me non potete far nulla »,
T concedi a noi
di unire un'ardente operosità apostolica
ad un intenso spirito di preghiera:
la nostra vita intera
sia un dialogo semplice e filiale con te.
GO Signore,
tu ci hai donato l'Eucaristia
come memoriale della tua Pasqua:
T manda a noi il tuo Spirito
perché la messa
sia il centro di gravitazione e di forza
della nostra vita e della nostra comunità:
segno dell'unione già realizzata
e sorgente di unione sempre più profonda.
GVergine Maria, Madre di Dio,
T noi crediamo con Don Bosco
che tu sei stata la fondatrice e la guida
della nostra famiglia.
Tu, Vergine Immacolata,
ci guidi alla pienezza della consacrazione.
Tu, Ausiliatrice dei cristiani,
ci aiuti nel servizio del popolo di Dio.
GLa nostra vita, o Signore, nutrita dall'Eucaristia e rinnovata dal tuo perdono sia come quella di Maria un canto di lode e di grazia al tuo amore.
T Amen.
CANTO FINALE
515
SOLO L'AMORE CHE SI DONA i È SORGENTE DI VITA E DI GIOIA PER I GIOVANI
CANTO
SALUTO DEL CELEBRANTE PRESENTAZIONE DEL TEMA
Fratelli, la lettera del 1884 è parola viva di don Bosco per noi oggi. t un testo tanto robusto e sicuro nella intelligenza delle cose umane e divine, quanto vibrante di sentimento verace, aderente alla realtà, geniale nelle intuizioni, umile sintesi di una grande vita, concreto programma d'azione affidato per i secoli ai Salesiani.
Ne ascolteremo alcune parti per lasciarci guidare dalla parola del nostro padre e maestro e trasformare così la nostra vita.
PRIMA LETTURA
Quando non si è più padri, fratelli, amici dei giovani
Osservai e vidi che ben pochi preti e chierici si mescolavano tra i giovani e ancor più pochi prendevano parte ai loro divertimenti. I Superiori non erano più l'anima della ricreazione. La maggior parte di essi passeggiavano tra di loro parlando, senza badare che cosa facessero gli allievi; altri guardavano la ricreazione non dandosi nessun pensiero dei giovani; altri sorvegliavano così alla lontana chi commettesse qualche mancanza; qualcuno poi avvertiva ma in atto minaccioso e ciò raramente. Vi era qualche Salesiano che avrebbe desiderato di intromettersi in qualche gruppo di giovani, ma vidi che questi giovani cercavano studiosamente di allontanarsi dai maestri e Superiori.
Allora quel mio amico ripigliò: — Negli antichi tempi dell'Oratorio lei non stava sempre in mezzo ai giovani
516
e specialmente in tempo di ricreazione? Si ricorda quei belli anni? Era un tripudio di Paradiso, un'epoca che ricordiamo sempre con amore, perché l'affetto era quello che ci serviva di regola, e noi per lei non avevamo segreti.
—Certamente! E allora tutto era gioia per me e nei giovani uno slancio per avvicinarsi a me, per volermi parlare, ed una viva ansia di udire i miei consigli e metterli in pratica. Ora però vedi come le udienze continue e gli affari moltiplicati e la mia sanità me lo impediscono.
—Va bene: ma se lei non può, perché i suoi Salesiani non si fanno suoi imitatori? Perché non insiste, non esige che trattino i giovani come li trattava lei?
—Io parlo, mi spolmono, ma purtroppo molti non si sentono più di far le fatiche di una volta.
—E quindi trascurando il meno, perdono il più e questo « più » sono le loro fatiche. Amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai Superiori. E a questo modo sarà facile la loro fatica. La causa del presente cambiamento nell'Oratorio è che un numero di giovani non ha confidenza nei Superiori. Anticamente i cuori erano tutti aperti ai Superiori, che i giovani amavano ed obbedivano prontamente. Ma ora i Superiori sono considerati come Superiori e non più come padri, fratelli e amici; quindi sono temuti e poco amati. Perciò se si vuoi fare un cuor solo ed un'anima sola, per amore di Gesù bisogna che si rompa quella fatale barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza cordiale. Quindi l'obbedienza guidi l'allievo come la madre guida il fanciullino: allora regnerà nell'Oratorio la pace e l'allegrezza antica.
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Gioiamo con chi è nella gioia
e soffriamo con chi soffre.
T Non ricambiamo male con male, ma vinciamo il male con il bene.
517
G Non viviamo per noi stessi
ma per gli altri,
T come Cristo
che non cercò di piacere a se stesso (Ram 12,15).
SECONDA LETTURA
Il segno dell'amore: farsi piccoli con i piccoli
-- Come fare per rompere questa barriera della diffidenza?
— Familiarità coi giovani, specialmente in ricreazione. Senza familiarità non si dimostra l'affetto e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della familiarità! Il maestro visto solo in cattedra è maestro e non più, ma se va in ricreazione coi giovani diventa come fratello.
Se uno è visto solo predicare dal pulpito si dirà che fa né più né meno che il proprio dovere, ma se dice una parola in ricreazione, è la parola di uno che ama. Quante conversioni non cagionarono alcune sue parole fatte risuonare all'improvviso all'orecchio di un giovane nel mentre che si divertiva! Chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani ed i Superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. Questo amore fa sopportare ai Superiori le fatiche, le noie, le ingratitudini, i disturbi, le mancanze, le negligenze dei giovanetti. Gesù Cristo non spezzò la canna incrinata né spense il lucignolo che fumigava. Ecco il vostro modello.
Meditazione personale
RESPONSORIO
G Se parlassi le lingue degli uomini è degli angeli
ma non avessi la carità,
T sarei come una campana rimbombante
o un cembalo squillante.
518
G Se io potessi profetare e conoscessi tutti i misteri, se possedessi tutta la scienza, e avessi una fede così perfetta da trasportare le montagne,
T se non ho la carità, sono un nulla.
G E se distribuissi ai poveri tutti i miei averi
e lasciassi addirittura bruciare il mio corpo
come un martire,
T se non ho la carità
anche questo non servirebbe a nulla (l Cor 13).
TERZA LETTURA
Un testo perenne per l'esame di coscienza del Salesiano
Allora non sí vedrà più chi lavorerà per fine di vanagloria; chi punirà solamente per vendicare l'amore proprio offeso; chi si ritirerà dal campo della sorveglianza per gelosia di una temuta preponderanza altrui; chi mormorerà degli altri volendo essere amato e stimato dai giovani, esclusi tutti gli altri Superiori, guadagnando null'altro che disprezzo ed ipocrite moine; chi si lasci rubare il cuore da una creatura e per fare la corte a questa trascuri tutti gli altri giovinetti; chi per amore dei proprii comodi tenga in non cale il dovere strettissimo della sorveglianza; chi per un vano rispetto umano si astenga dall'ammonire chi deve essere ammonito. Se ci sarà questo vero amore, non si cercherà altro che la gloria di Dio e la salute delle anime. Quando illanguidisce questo amore, allora è che le cose non vanno più bene. Perché si vuol sostituire alla carità la freddezza di un regolamento? Perché i Superiori si allontanano dall'osservanza di quelle regole di educazione che don Bosco ha loro dettate? Perché al sistema di prevenire colla vigilanza e amorosamente i disordini, si va sostituendo a poco a poco il sistema, meno pesante e più spiccio per chi comanda, di bandir leggi che si sostengono coi castighi, accendono odii e fruttano dispiaceri; se si trascura di farle osservare, fruttano di-
519
sprezzo per i Superiori e causa di disordini gravissimi?
Gciò accade necessariamente se manca la familiarità. Se adunque si vuole che l'Oratorio ritorni all'antica felicità, si rimetta in vigore l'antico sistema: il Superiore sia tutto a tutti, pronto ad ascoltare sempre ogni dubbio o lamentanza dei giovani, tutto occhi per sorvegliare paternamente la loro condotta, tutto cuore per cercare il bene spirituale e temporale di coloro che la Provvidenza gli ha affidati.
Meditazione personale
RESPONSORIO
GLa carità è paziente,
la carità è benigna.
T La carità non porta invidia,
non si esalta né si gonfia di orgoglio.
GLa carità non cerca il suo interesse,
non si irrita, né muove ad ira. T Non gode mai dell'ingiustizia,
ma gode per la verità che trionfa.
GLa carità sopporta tutto,
tutto crede la carità,
tutto scusa,
tutto spera:
T la carità non verrà mai meno (1 Cor 13).
[OMELIA]
PREGHIERA CONCLUSIVA
GPreghiamo...
Signore Gesù,
« tu non hai spezzato la canna incrinata,
non hai spento il lucignolo che fumigava ».
T Noi scegliamo te come modello
della nostra vita a servizio dei giovani.
Donaci una viva simpatia
e una grande volontà di contatto col mondo giovanile
perché possiamo ripetere ai giovani
come Don Bosco:
« Qui con voi mi trovo bene,
è proprio la mia vita stare con voi ».
520
G Non permettere che ci « separiamo » mai
in nessun momento della nostra vita
dai giovani che ci hai affidato.
T Per la nostra presenza attiva e amorosa
ci sia aperta quella conoscenza vera
del mondo giovanile
così necessaria per un'efficace azione pastorale.
G O Signore, concedi a noi
di essere profondamente « solidali » con i giovani
e con tutti gli aspetti legittimi
del loro dinamismo,
speranza di rinnovamento per il mondo
e per la Chiesa.
T Amen.
CANTO FINALE
521
RICORDIAMO DON BOSCO PER AFFIDARCI
ALLA SUA INTERCESSIONE
Noi abbiamo la certezza che don Bosco ci ama come figli.
Egli ora vive nella luce di Dio e insieme a Cristo non cessa di intercedere per noi.
A lui possiamo rivolgerci con fiducia.
^
O padre e maestro della gioventù,
san Giovanni Bosco,
che hai tanto lavorato
per la salvezza delle anime,
sii nostra guida
nel cercare il bene delle anime nostre
e la salvezza del prossimo.
Aiutaci a vincere le passioni
e il rispetto umano.
Insegnaci ad amare Gesù sacramentato,
Maria Ausiliatrice e il papa.
Implora da Dio per noi una buona morte
affinché possiamo raggiungerti in paradiso.
Amen.
^
Ti rendiamo grazie, o Signore,
per don Bosco.
In lui celebriamo le meraviglie del tuo amore.
Tu lo hai ricolmato di doni, di natura e di grazia
e l'hai dato a noi come padre e maestro.
Egli fu l'uomo profondamente umano
attento ed aperto ai segni dei tempi,
ed insieme l'uomo di Dio
522
animato dallo Spirito.
Concedi a noi, ti preghiamo,
di renderlo oggi presente nella nostra persona,
di essere come lui,
fedeli all'uomo e fedeli a te
nel servizio ai giovani,
realizzato nonostante le difficoltà
con fermezza e costanza,
e con la sensibilità di un cuore generoso
ripieno della tua carità. Amen.
^
O Dio,
amore fedele totalmente gratuito,
tu sei libertà,
che suscita e libera
la nostra libertà.
Tu non hai voluto salvarci da solo,
ma sempre, lungo la storia,
hai chiamato degli uomini
che rispondendo al tuo appello
sono diventati i collaboratori
al tuo piano di salvezza:
Abramo, Mosè,
Maria, Gesù, gli Apostoli.
Hai chiamato anche don Bosco,
perché donasse se stesso
per la salvezza dei giovani.
Hai chiamato anche noi
a compiere la stessa missione
nella Famiglia Salesiana.
Ti rendiamo grazie
per la tua chiamata
e ti preghiamo:
donaci il tuo Spirito,
perché, liberi da noi stessi,
possiamo essere don Bosco vivo oggi,
per i giovani d'oggi. Amen.
523
I
NOSTRI
AMICI
PRESSO
DIO
Come membri della Chiesa pellegrina, ci sentiamo in comunione con i fratelli del Regno celeste, e bisognosi del loro aiuto.
Don Bosco ha affidato la società in modo tutto speciale alla Vergine Immacolata, Ausiliatrice dei cristiani, a San Giuseppe, a San Francesco di Sales. Da lui, dottore della carità, prendiamo il nome di Salesiani.
Veneriamo pure come protettori particolari, oltre al nostro Fondatore e Padre, San Domenico Savio, segno delle meraviglie della grazia negli adolescenti, e negli altri membri glorificati della nostra Famiglia (Cost 8).
526
LITANIE DEI SANTI
Signore, pietà!Signore, pietà!
Cristo, pietà!Cristo, pietà!
Signore, pietà!Signore, pietà!
oppure:
Padre celeste, Dio,abbi pietà di noi
Figlio, Redentore del mondo, Dio,abbi pietà di noi
Spirito Santo, Dio,abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio,abbi pietà di noi
Invocazione dei Santi
Santa Maria. Madre di Dio,prega per noi
San Michele,prega per noi
Santi Angeli di Dio,pregate per noi
San Giuseppe,prega per noi
San Giovanni Battista,prega per noi
Santi Pietro e Paolo,pregate per noi
Sant'Andrea,prega per noi
San Giovanni,prega per noi
Santa Maria Maddalena,prega per noi
Santo Stefano,prega per noi
Sant'Ignazio d'Antiochia,prega per noi
San Lorenzo,prega per noi
Sante Perpetua e Felicita,pregate per noi
Sant'Agnese,prega per noi
San Gregorio,prega per noi
Sant'Agostino,prega per noi
Sant'Atanasio,prega per noi
San Basilio,prega per noi
San Martino,prega per noi
San Benedetto,prega per noi
Santi Francesco e Domenico,pregate per noi
San Francesco Saverio,prega per noi
San Giovanni Maria (Vianney),prega per noi
Santa Caterina da Siena,prega per noi
Santa Teresa d'Avila,prega per noi
San Francesco di Sales,prega per noi
San Giovanni Bosco,prega per noi
San Domenico Savio,prega per noi
Beato Don Rua,prega per noi
Voi tutti santi e sante di Dio,pregate per noi
527
Invocazioni a Cristo
Sii propizioliberaci, Signore
Da ogni male,liberaci, Signore
Da ogni peccato,liberaci, Signore
Dalla morte eterna,liberaci, Signore
Per la tua incarnazione,liberaci, Signore
Per la tua morte e risurrezione,liberaci, Signore
Per l'effusione dello Spirito Santo,liberaci, Signore
oppure.
Cristo, Figlio del Dio vivo,abbi pietà di noi
Tu che sei venuto in questo mondo,abbi pietà di noi
Tu che fosti appeso in croce,abbi pietà di noi
Tu che giacesti nel sepolcro,abbi pietà di noi
Tu che sei risorto dai morti,abbi pietà di noi
Tu che sei salito al cielo,abbi pietà di noi
Tu che hai mandato lo Spirito Santo
agli Apostoliabbi pietà di noi
Tu che siedi alla destra del Padre,abbi pietà di noi
Tu che verrai a giudicare i vivi e i morti, abbi pietà di noi
Supplica per diverse necessità
Noi peccatori,ti preghiamo, ascoltaci
Donaci il tuo perdono,ti preghiamo, ascoltaci
Portaci alla piena conversione,ti preghiamo, ascoltaci
Sostienici e custodiscici nel tuo
santo servizio,ti preghiamo, ascoltaci
Ricompensa con i beni eterni quanti
ci fanno del bene,ti preghiamo, ascoltaci
Donaci e conservaci i frutti della terra,
ti preghiamo, ascoltaci
oppure:
Sii con noi indulgente,ti preghiamo, ascoltaci
Innalza le nostre menti a desideri
celesti,ti preghiamo, ascoltaci
Scampa noi, i nostri parenti, amici
e benefattori dalla dannazione eternati preghiamo, ascoltaci A tutti i fedeli defunti concedi
il riposo eterno,ti preghiamo, ascoltaci
Liberaci dalle malattie, dalla fame
e dalla guerra,ti preghiamo, ascoltaci
Concedi a tutti i popoli la pace e
la vera concordia,ti preghiamo, ascoltaci
528
oppure:
Guida e custodisci la tua santa Chiesa,ti preghiamo, ascoltaci Conferma nella santa religione il Sommo Pontefice e tutti
i membri del clero,ti preghiamo, ascoltaci
Dona l'unione a tutti i credenti
in Cristo,ti preghiamo, ascoltaci
Conduci tutti gli uomini alla luce
del Vangelo,ti preghiamo, ascoltaci
Conclusione
Cristo, ascoltaciCristo, ascoltaci
Cristo, esaudisciciCristo, esaudiscici
oppure:
Agnello di Dio, che togli i peccati
del mondo,abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che togli i peccati
del mondo,abbi pietà di noi
Agnello di Dio, che togli i peccati
del mondo,abbi pietà di noi
Preghiamo...
O Dio, nostro rifugio e nostra forza, accogli le sante preghiere della tua Chiesa, perché sei la fonte del nostro fervore: e concedi a noi di ottenere con pienezza ciò che domandiamo con fede.
Amen.
ALLA VERGINE MARIA
(cfr. pagg. 470-481).
A SAN GIUSEPPE
O san Giuseppe, custode di Gesù, sposo purissimo di Maria, che hai trascorso la vita
nell'adempimento perfetto del dovere, sostentando col lavoro delle tue mani
529
la sacra famiglia di Nazaret,
proteggi propizio noi che, fiduciosi ci rivolgiamo a te.
Tu conosci le nostre aspirazioni,
le nostre angustie e le nostre speranze:
a te ricorriamo,
perché sappiamo di trovare in te chi ci protegge.
Anche tu hai sperimentato la prova,
la fatica, la stanchezza;
ma il tuo animo, ricolmo della più profonda pace,
esultò di gioia per l'intimità
con il Figlio di Dio a te affidato,
e con Maria, sua dolcissima madre.
Aiutaci a comprendere
che non siamo soli nel nostro lavoro,
a saper scoprire Gesù accanto a noi,
accoglierlo con la grazia e custodirlo fedelmente
come tu hai fatto.
E ottieni che nella nostra famiglia
tutto sia santificato
nella carità, nella pazienza,
nella giustizia e nella ricerca del bene.
Amen.(Papa Giovanni)
A SAN FRANCESCO DI SALES
O san Francesco di Sales,
che hai vissuto con instancabile dedizione
la tua vita a servizio della Chiesa,
aiutaci ad essere
costruttori infaticabili del Regno.
Nelle difficoltà donaci
ottimismo e dolcezza
perché sappiamo essere, soprattutto con i giovani,
portatori dell'amore del Salvatore.
Insegnaci
a coltivare una profonda vita interiore,
radicata nella fiducia in Dio
e vissuta nella semplicità e nella gioia,
perché camminando nella via dei tuoi esempi
meritiamo di giungere alla patria del cielo.
Amen.
530
A SAN DOMENICO SAVIO
^Angelico Domenico Savio,
che alla scuola di don Bosco
imparasti a percorrere le vie della santità giovanile,
aiutaci ad imitare il tuo amore a Gesù,
la tua devozione a Maria,
il tuo zelo per le anime;
e fa' che, proponendo anche noi
di voler morire piuttosto che peccare,
otteniamo la nostra eterna salvezza.
Amen.
•
a O san Domenico Savio,
che nella preghiera, nel sacrificio e nella gioia
seguendo la guida di don Bosco,
hai raggiunto in breve tempo la perfezione,
dona alla nostra vita
entusiasmo e costanza
nei servizio del Signore.
Proteggi i giovani che incontriamo
perché crescano puri e generosi
aperti nel dialogo con i genitori e gli educatori,
portatori di novità e di gioia.
Dona a noi di essere, come don Bosco,
amici di Dio e dei giovani
veri educatori della fede,
perché il nostro lavoro
produca frutti di grazia e di santità.
Amen.
® Signore, Dio della vita e della gioia,
Tu hai donato alla Chiesa Domenico Savio,
come segno di speranza e santità giovanile.
Concedi ai nostri giovani
di crescere come lui
nella purezza e nell'amore.
E dona a noi di essere,
come don Bosco,
veri educatori della fede,
seminatori di gioia e santità.
Amen.
531
AL BEATO DON RUA
O Dio, nostro Padre,
noi Ti ringraziamo
perché hai donato alla nostra famiglia
don Rua, come guida e padre
a continuare l'opera e lo spirito
di don Bosco.
Donaci, sul suo esempio
e per la sua intercessione,
di vivere nella fedeltà
al nostro Fondatore,
camminando ogni giorno
sulla via evangelica della Regola,
nella gioiosa rinuncia a noi stessi
e nel servizio generoso ai giovani.
E così giungeremo alla pienezza
della comunione con te,
nella vita senza fine.
Amen.
A SANTA MARIA MAZZARELLO
Con le Figlie di Maria Ausiliatrice noi condividiamo l'ideale evangelico, la missione, lo spirito di don Bosco. Formiamo con loro una unica famiglia spirituale.
A loro dobbiamo viva riconoscenza per il servizio che ci hanno prestato e ci prestano. Per questo le ricordiamo nella preghiera specialmente il giorno della festa di santa Maria Mazzarello.
Preghiera dei fedeli per la messa di S. Maria Mazzarello.
G Fratelli, preghiamo il Signore che si rivela ai semplici e agli umili di cuore.
Per la Chiesa:
perché segua il suo Signore nella scelta degli strumenti deboli e poveri. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
532
G Per le Figlie di Maria Ausiliatrice:
perché seguendo gli esempi di santa Maria Mazzarello siano fedeli alla loro vocazione e missione. Preghiamo.
Per le giovani:
perché realizzino l'ideale cristiano della donna e rispondano all'appello di seguire Cristo più da vicino. Preghiamo.
Per noi qui presenti:
perché sappiamo imitare l'umiltà, la fortezza e lo zelo apostolico della santa. Preghiamo.
G O Signore,
Dio di misericordia e di bontà,
ascolta le nostre preghiere
e ricolma dei tuoi benefici
tutti coloro che ci fanno del bene.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
PER LA BEATIFICAZIONE DEI NOSTRI SERVI DI DIO
O Dio,
noi ti ringraziamo
perché ci hai donato
fratelli ricchi di fede e di amore,
generosi nel tuo servizio,
instancabili nell'apostolato giovanile.
Concedi alla nostra vita
di imitare e continuare
gli esempi che ci hanno lasciato
e di sentire la loro protezione.
Dona alla tua Chiesa
la gioia e la consolazione
di proclamarli nel numero dei tuoi santi,
perché la loro preghiera e il loro esempio
ci aiutino.
a continuare nella speranza
il nostro cammino verso te.
Amen.
533
QUANDO C'È
UN FRATELLO
CHE SOFFRE
NOI SOFFRIAMO
CON LUI
La malattia e l'infermità della vecchiaia, accettate con fede, sono per il Salesiano tempi speciali di fedeltà. La sua vita rimane ancora pienamente apostolica pur in uno stile di attività ridotta.
Nella preghiera di intercessione per i suoi fratelli e per i giovani egli si unisce alla passione redentrice di Cristo.
Gli ammalati e gli anziani, con la loro discrezione amabile e con la prestazione dei servizi di cui sono capaci, diventano centro di unità e di benedizione per la comunità, la quale li circonda di cure e di affetto (Cost. 121).
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QUANDO C'È UN FRATELLO CHE SOFFRE
NOI SOFFRIAMO CON LUI
Contenuto della sezione
Il nostro Dio è il Dio della vita e delle gioie. È il Dio dei vivi e non dei morti. La sua gloria è l'uomo pienamente vivente. Eppure nel nostro cammino ad ogni passo incontriamo la sofferenza e la morte.
L'amore di Dio per l'uomo è insieme gratuito e impegnativo. Non libera magicamente l'uomo dal dolore e dalla morte, ma in Cristo li assume liberamente fino in fondo, dà loro un significato e li trasforma in sorgente di vita e di gioia. La volontà di Dio non è che noi soffriamo e moriamo. Egli vuole che accettiamo con amore la sofferenza e la morte come strada alla vita. Nella preghiera apriamo il mistero del nostro dolore alla luce e all'amore di Dio, attingiamo consolazione e forza per il nostro cuore e impariamo a « fare » Ia volontà di Dio.
Con don Bosco sappiamo che solo in paradiso ci riposeremo al termine di un cammino faticoso e duro in cui accanto alle sofferenze che « capitano » ci sono quelle « necessarie » all'annuncio del regno di Dio. Quando arriva per un confratello il momento della sofferenza e della malattia, la comunità è chiamata alla verifica dell'amore fraterno.
« Il clima di famiglia si sviluppa in modo singolare verso quei confratelli che richiedono una carità più attenta, come i malati e gli anziani. I membri della comunità vedono nei sofferenti il segno di Cristo Redentore, li accolgono e li circondano di cure affettuose, li aiutano anche a scoprire la preziosità della loro missione di offerta e di preghiera per l'apostolato comune. Agli anziani, poi, si offre la riconoscenza per il loro lavoro, si richiede la collaborazione secondo le loro possibilità, oltre che il dono del consiglio e della esperienza.
537
La comprensione, il conforto, la preghiera e la delicatezza della comunità rinfrancano ed illuminano gli incerti nella fede e nella vocazione » (ACGS n. 500).
La sezione contiene:
una celebrazione comunitaria di preghiera in cui si invoca l'aiuto del Signore per il fratello che soffre, e per noi la grazia della carità fraterna;
il rito della comunione agli infermi; il rito della unzione degli infermi;
cinque brevi celebrazioni della Parola di Dio sul significato della sofferenza.
Utilizzazione
I riti sono per tutti ricchi di spunti per Ia meditazione personale, che trova il momento opportuno in ritiri ed esercizi.
Le brevi celebrazioni possono servire, come meditazione per il malato e come lettura della Parola di Dio prima della comunione, e durante una visita all'infermo prima di impartirgli la benedizione.
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RADUNATI IN PREGHIERA
PER UN FRATELLO CHE SOFFRE
Celebrazione comunitaria
1. CANTO DI INIZIO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G II Signore, che vi ha chiamati all'unità in un corpo solo, vi doni la pienezza della carità nella preghiera scambievole e nel servizio fraterno.
T Benedetto nei secoli il Signore!
G Preghiamo...
O Signore,
che visiti questa famiglia
nella sofferenza di un nostro fratello:
accogli la nostra preghiera
che ti innalziamo per la sua guarigione
e concedi che nel nostro servizio e nel nostro amore
trovi sollievo al suo dolore.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO Prima lettura
La solidarietà affonda le sue radici in Cristo.
Incorporati a lui nel battesimo, uniti da una stessa chiamata, siamo responsabili gli uni degli altri, soprattutto di chi è debole, di chi soffre.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi: Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E ín realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.
Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel
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corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con luí. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte (1 Cor 12,12-13.24b-27).
Salmo di meditazione
Con le parole del salmo 142 diamo voce al dolore e al desiderio di salvezza del nostro fratello ammalato.
Ascolta la mia preghiera, o Signore; volgi l'orecchio alle mie suppliche, o Signore, nella tua verità.
Rispondimi nella tua giustizia.
Non entrare in giudizio con il tuo servo: nessun vivente è giusto al tuo volto.
In me languisce il respiro,
dentro di me si ferma il mio cuore.
Mi ricordo dei giòrni antichi, ripenso a tutte le tue azioni, medito le opere delle tue mani, protendo le mie mani a te: come terra arsa è a te la mia anima.
Fa' presto, rispondimi, Signore:
si spegne il mio respiro.
Non nascondere a me il tuo volto,
sarei come chi scende nella fossa.
Nel mattino fammi sentire iI tuo amore,
perché confido in te;
fammi conoscere la via da percorrere,
perché a te innalzo la mia anima,
liberami dai miei nemici:
Signore, in te mi rifugio.
Insegnami a fare Ia tua volontà, perché il mio Dio sei tu.
Mi guidi il tuo spirito buono sopra una terra piana.
Signore, per amore del tuo nome, fammi vivere nella tua giustizia.
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Seconda lettura
Cristo è vicino a chi è nel dolore.
I miracoli sono i segni della sua solidarietà col nostro dolore. Sono l'amore che diventa per noi liberazione.
Dal vangelo secondo Matteo:
Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: « Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi ». E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: « Lo voglio, sii sanato ». E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: « Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro ».
Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: « Signore, iI mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente ». Gesù gli rispose: « Io verrò e lo curerò ». Ma il centurione riprese: « Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa ».
All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: « In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti ». E Gesù disse al centurione: « Va', e sia fatto secondo la tua fede ». In quell'istante il servo guarì.
Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo
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del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie (Mt 8,1-17 oppure 8,1-4. 16-17).
Meditazione personale, [omelia]
4. INTERCESSIONI E PREGHIERA DEL SIGNORE
GO Dio, Padre buono,
ascolta la voce di questa tua famiglia:
T radunata nella preghiera
per un fratello che soffre,
cresca nell'amore e nel servizio vicendevole.
GAbbi misericordia del nostro fratello sofferente: T assistilo con la tua bontà in questo tempo, consola iI suo dolore,
donagli forza e pace nel compiere la tua volontà, e concedi a noi tutti la gioia della sua guarigione.
ORicordati di tutti coloro che soffrono:
T dona agli uomini di essere solidali con loro,
di aiutarli e di assisterli con amore
perché il loro dolore non divenga disperazione,
ma in Cristo si apra alla speranza.
•Con Cristo, con il nostro fratello ammalato
rivolgiamoci con fiducia a Dio, nostro Padre e diciamo insieme:
T Padre nostro...
5. CANTO FINALE
LA COMUNIONE SACRAMENTALE
È PER IL SALESIANO INFERMO
IL VERTICE
DELLA SUA UNIONE CON CRISTO SOFFERENTE
Rito della comunione agli infermi
Il Salesiano, che nella vita religiosa si è incamminato dietro al Cristo morto e risorto, accoglie con fede la visita del suo Signore nella malattia e neI dolore.
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Vive questa esperienza in unione col Signore, dalla sua parola è confortato, dalla sua grazia sostenuto.
La comunione sacramentale è il vertice della sua unione con Cristo sofferente: nell'Eucaristia incontra e assimila la sua vita col mistero della morte e della risurrezione, riposa il suo cuore nell'incontro con Cristo amico dei poveri, dei sofferenti e del malati, offre con lui al Padre la sua sofferenza come adorazione e dono di salvezza per i fratelli.
Quando sarà possibile, potrà partecipare all'Eucaristia, celebrata vicino al letto del suo dolore, altrimenti riceverà il corpo del Signore, per unirsi a lui e alla comunità che ha celebrato l'Eucaristia.
1. SALUTO DI PACE E BENEDIZIONE
S Il Signore della vita ti ricolmi di grazia e benedica con la sua pace questa dimora: nel nome del Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo.
T Amen.
2. ATTO PENITENZIALE
5 La Chiesa conforta la tua sofferenza, il tuo dolore col pane della vita.
Il Signore Gesù, morto e risorto per noi, viene a te nel segno del pane.
Disponi il tuo cuore ad accoglierlo, riconoscendo umilmente i tuoi peccati.
(esame di coscienza)
S O Signore, che hai accolto e guarito gli ammalati che a te accorrevano con fede, abbi pietà di noi.
T Signore pietà!
5 0 Cristo, che hai accolto nell'obbedienza al Padre la sofferenza e il dolore per la nostra salvezza, abbi pietà di noi.
T Cristo pietà!
S O Signore, che risorto da morte sei per tutti gli uomini fonte di vita e di speranza, abbi pietà di noi.
T Signore pietà!
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S Dio onnipotente abbia misericordia di te, perdoni
i tuoi peccati e ti conduca alla vita eterna.
T Amen.
3. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
S La parola del Signore è la luce della nostra esistenza. È promessa di vita, di gioia e di risurrezione. È conforto e speranza nel dolore.
L Dal vangelo secondo Giovanni:
« Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno » (Gv 6,54-58). Parola del Signore.
T Lode a te, o Cristo.
(Al posto di questo brano si potrà leggere il racconto di una guarigione, o il vangelo letto nell'assemblea eucaristica).
4. RITI Di COMUNIONE
SIl pane eucaristico attua per noi la parola del Sal-
vatore. Con la preghiera che Gesù ci ha insegnato rivolgiamoci al Padre come figli, affidandoci al suo amore:
T Padre nostro...
5Beati gli invitati alla cena del Signore.
Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. T O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.
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S Il corpo di Cristo.
T Amen.
(pausa di preghiera personale)
Se è opportuno si potrà recitare insieme una preghiera di ringraziamento o un salmo. Se lo si dice in modo responsoriale, come ritornello si sceglierà un versetto adatto.
Salmo 33 (n. 5).
S Preghiamo...
O Dio, che hai preparato beni invisibili
per quelli che ti amano:
infondi in noi la dolcezza del tuo amore,
perché, amandoti in ogni cosa e sopra ogni cosa,
otteniamo i beni da te promessi,
che superano ogni desiderio.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
5. BENEDIZIONE
S 11 Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
S Il Padre di ogni bontà,
ti doni di fare nell'amore la sua volontà.
T Amen.
S Cristo Signore, salvatore dell'uomo, risani con la sua grazia il tuo corpo.
T Amen.
S Lo Spirito della vita ti doni pace e serenità.
T Amen.
5 Ti benedica Dio onnipotente: Padre e Figlio e Spirito Santo. T Amen.
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IL SALESIANO GRAVEMENTE AMMALATO
INCONTRA CRISTO, SALUTE DEGLI INFERMI, CON FEDE E SPERANZA
Rito dell'unzione degli infermi
L'amore e la sollecitudine di Cristo per i malati continua nella Chiesa.
Essa annuncia la parola del Signore, che rivela loro il significato della sofferenza, li assiste e li cura con la carità dei fratelli, li conforta con il sacramento del perdono e con l'Eucaristia, suscita nel loro animo la consolazione della speranza.
La Chiesa però ha per i malati un dono particolare lasciatogli dal suo Signore: il sacramento alla unzione degli infermi. Esso porta all'infermo la grazia dello Spirito Santo che aiuta il malato a superare le tentazioni, lo libera dal peccato, lo assimila a Cristo sofferente e vittorioso.
Il Salesiano ammalato di una certa gravità accoglie questo dono del Signore con gratitudine e lo riceve con fede e speranza.
1. SALUTO DI PACE E ASPERSIONE
S La pace sia con voi.
T E con il tuo spirito.
S Il Signore, che nel battesimo ti ha donato la vita e il suo amore, ti benedica:
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
i' Amen.
2. ESORTAZIONE
S Fratelli carissimi, il Signore Gesù Cristo al quale, come narra iI Vangelo, accorrevano gli infermi per implorare la guarigione, lui che ha tanto sofferto per noi, è ora presente qui fra noi, radunati nei
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suo nome. Egli infatti ha comandato, come ci trasmette l'apostolo Giacomo: « Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e, se ha commesso peccati, gli
' saranno perdonati » (Giac 5,14-15).
Raccomandiamo dunque il nostro fratello infermo alla grazia e alla potenza di Dio, perché possa trovare sollievo e salvezza.
3. ATTO PENITENZIALE
S Fratelli, se confessiamo i nostri peccati, Dio è fedele e giusto e ci purifica da ogni nostra iniquità. (,2:.clinc di coscienza).
T Confesso a Dio onnipotene...
oppure:
S Signore, che ti sei caricato delle nostre sofferenze e ti sei addossato i nostri dolori, abbi pietà di noi. I' Signore pietà.
S Cristo, che hai detto: venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò, abbi pietà di noi.
T Cristo pietà.
S Signore, che accogliendo gli infermi e imponendo loro le mani li guarivi, abbi pietà di noi.
T Signore pietà.
S Dio onnipotente abbia misericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eterna.
T Amen.
4. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
L Ascoltate, fratelli, le parole del vangelo secondo Matteo: « Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: " Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente ". Gesù gli rispose: " Io verrò e lo curerò ".
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Ma il centurione riprese: " Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa ".
E Gesù disse al centurione: " Va', e sia fatto secondo la tua fede ". In quell'istante il servo guarì » (Mt 8,5-9.13).
Parola del Signore.
T Lode a te, o Cristo.
5. PREGHIERA E IMPOSIZIONE DELLE MANI
S Fratelli, rivolgiamo con fede la nostra preghiera al Signore per il nostro fratello N..., e umilmente diciamo:
T Ti preghiamo, ascoltaci.
S Visitalo o Signore, nella tua misericordia e sollevalo con la santa unzione.
T Ti preghiamo, ascoltaci.
S Tieni lontano da lui ogni male,
e liberalo dai peccati e da tutte le tentazioni.
T Ti preghiamo, ascoltaci.
S Allevia le sofferenze di tutti gli ammalati. Sii vicino a quelli che prestano le loro cure agli infermi.
T Ti preghiamo, ascoltaci.
S Dona vita e salute all'infermo sopra il quale imponiamo le mani nel tuo nome.
oppure:
S Dona la vita e la salute a questo infermo per l'imposizione delle nostre mani.
T Ti preghiamo, ascoltaci.
A questo punto il sacerdote, con gesto benedicente, stende la mano sopra il capo dell'infermo, in un momento di silenziosa preghiera.
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6. BENEDIZIONE SULL'OLIO E SANTA UNZIONE
S Benedetto sei tu, Dio Padre onnipotente: tu hai mandato il tuo Figlio nel mondo per noi e per la nostra salvezza.
T Benedetto il Signore!
S Benedetto sei tu, unigenito Figlio di Dio: tu sei disceso tra noi per guarirci dalle nostre infermità.
T Benedetto il Signore!
S Benedetto sei tu, divino Santo Spirito: con la tua potenza rinvigorisci il nostro debole corpo.
T Benedetto il Signore!
S Per la fede nella santa unzione, concedi, Signore, al tuo servo di avere sollievo nel dolore e conforto nell'infermità. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
Quindi il sacerdote unge l'infermo sulla fronte e sulle mani dicendo:
S Per questa santa unzione e per la sua piissima misericordia il Signore ti doni la grazia dello Spirito Santo.
T Amen.
S Ti liberi da ogni potere del peccato, benigno ti salvi e ti sollevi.
T Amen.
7. PREGHIERA DEL SIGNORE
S Con il segno della santa unzione il Signore ci ha manifestato il suo amore.
Preghiamo ora il Padre che ci aiuti a fare la sua volontà:
T Padre nostro...
Se il malato riceve l'Eucaristia, dopo il Padre nostro si continua con il rito della comunione agli infermi (cfr. gag. 544) .
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8. BENEDIZIONE
S Dio Padre ti benedica.
T Amen.
SII Figlio di Dio ti risani.
T Amen.
S Lo Spirito Santo ti illumini.
T Amen.
S Ti conceda la salute dei corpo e dello spirito.
T Amen.
S Ti infonda coraggio e ti conduca alla vita eterna.
T Amen.
S E voi tutti, qui presenti, benedica Dio onnipotente: Padre e Figlio e Spirito Santo.
T Amen.
LA PAROLA DI DIO
LUCE E CONSOLAZIONE
PER IL SALESIANO CHE SOFFRE
La sofferenza è mistero che sempre ha travagliato il cuore dell'uomo. Non è possibile accettarla senza trovarle un significato. D'altra parte la ragione di fronte al dolore, specie se innocente, rimane senza parola. Solo la Parola di Dio rivela il senso di ciò che sembra non averne. E il senso ha un nome: Gesù. Egli, morto e risorto, è la speranza e la consolazione di chi soffre.
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LA SOFFERENZA
I COME VIA ALLA SALVEZZA
IN UNIONE CON GESÙ « SERVO SOFFERENTE »
Il piano di Dio è misterioso. Ha scelto la croce per rivelare e comunicare il suo amore. La morte come strada alla vita.
La sofferenza dell'innocente per salvare i peccatori. Quando il dolore bussa alla porta della nostra vita è il momento di unirci più profondamente a Cristo crocifisso per essere con lui salvatori. Gli evangelisti hanno visto nel servo sofferente d'Isaia il volto di Cristo.
DaI libro del profeta Isaia:
Come molti si stupirono di lui
— tanto era sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto
e diversa la sua forma da quella dei figli dell'uomo -
così si meraviglieranno di lui molte genti;
i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,
poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato
e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
t cresciuto come un virgulto davanti a lui
e come una radice in terra arida.
Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per provare in lui diletto.
Disprezzato e reietto dagli
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
era disprezzato e non ne avevano alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
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Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l'iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non apri la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
chi si affligge per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi,
con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza
né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà Molti,
egli si addosserà la loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
dei potenti egli farà bottino,
perché ha consegnato se stesso alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i peccatori (Is 52,14-15; 53,1-12).
Meditazione personale
G Preghiamo...
O Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
dilata la mia (nostra) anima alla fede,
apri il mio (nostro) cuore ad un amore senza limiti
perché possa seguirlò sulla via della croce
per giungere con lui alla risurrezione.
T Amen.
552 I) LA PREGHIERA DI GESÙ L NEL GETSEMANI
È LA PREGHIERA DEL SALESIANO CHE SOFFRE
Accettare il disegno di Dio sulla nostra vita, molte volte è duro, specialmente quando è diverso dai nostri progetti umani.
L'insuccesso, la sofferenza ci fanno paura. In questi momenti solo la preghiera perseverante ci aiuta ad aderire con amore al piano di salvezza del Padre. Gesù nel Getsemani è il modello di ogni cristiano.
Dal vangelo secondo Luca:
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sui luogo, disse loro: « Pregate, per non entrare in tentazione ». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: « Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà ». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: « Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione » (Lc 22,39-46).
Meditazione personale
G Preghiamo...
O Dio, nostro Padre,
ti ripeto (ripetiamo) le parole di Gesù:
Se è possibile, allontana da me questo calice;
però non la mia, ma la tua volontà
sia fatta.
La tua grazia mi (ci) aiuti
ad abbracciare con amore la croce
per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
553
LA SALUTE « CONSUMATA » d NEL LAVORO APOSTOLICO
IL « SACRIFICIO » DEL SALESIANO
La salute è un dono di Dio. Per questo noi la curiamo. Non è però un valore assoluto. Tutte le nostre energie, anche quelle fisiche, le impegniamo nel lavoro apostolico.
Sull'esempio di don Bosco, molti Salesiani « si consumano » perché i giovani abbiano la vita. Il lavoro per il Regno è il nostro olocausto. Molte sofferenze hanno questa origine apostolica. È vero quello che diceva don Bosco: « Quando un Salesiano morirà per il troppo lavoro, la Congregazione avrà riportato una grande vittoria ». Le parole di san Paolo sono luce per la nostra vita e consolazione nella sofferenza.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi: Noi, dice san Paolo, non predichiamo noi stessi, ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha
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risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero, moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili sono eterne (2 Cor 4, 5-18).
Meditazione personale
G Preghiamo...
O Signore,
che ci hai salvato nella croce di Cristo,
ti offro ogni mia sofferenza
per la crescita del corpo di lui che è la Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
A ESSERE PER SEMPRE CON IL SIGNORE O CONTINUARE IL LAVORO PER IL REGNO DI DIO?
Il Salesiano, come Paolo, è diviso tra due desideri: di continuare a lavorare per il regno di Dio, e di dare compimento alla propria vita nell'incontro definitivo col Signore. La vita d'ha donata. Non è più sua. L'ha
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donata al Signore e ai giovani. Per questo, quando per la malattia o per altro motivo non può più lavorare nella vigna del Signore, egli resta in una grande apertura alla volontà di Dio.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi:
So che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, secondo la mia ardente attesa e speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi (Fil 1,19-26).
Meditazione personale
G Preghiamo...
O Signore,
Dio della vita e della salvezza,
concedimi (ci) di essere disponibile (i) pienamente
alla tua volontà
e di spendere tutti i giorni
che ancora mi (ci) darai
per il progresso e la gioia della fede
dei giovani.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen. 556
gUN PEZZO DI PARADISO AGGIUSTA TUTTO
Don Bosco ci ha educati a guardare sempre avanti. Specialmente nei momenti duri della vita, la visione della Gerusalemme celeste è consolazione e gioia. Una gioia che vogliamo condivisa da tanti. Per questo accettiamo di soffrire con Cristo. Il Salesiano non vuole andare da solo in Paradiso.
Dal libro dell'Apocalisse:
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
« Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il " Dio-con-loro ".
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate ».
E Colui che sedeva sul trono disse: « Ecco, io faccio nuove tutte le cose »; e soggiunse: « Scrivi, perché queste parole sono certe e veraci.
Ecco sono compiute!
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete
darò gratuitamente
acqua della fonte della vita.
Chi sarà vittorioso
erediterà questi beni;
io sarò il suo Dio
ed egli sarà mio figlio (Apoc 21,1-7).
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Meditazione personale
C Preghiamo...
O Signore,
Dio dell'amore e della gioia, donami (donaci) una speranza viva, sorgente ai serenità e di pace anche nella sofferenza. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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QUANDO
UN FRATELLO
TORNA
ALLA CASA
DEL PADRE
Conserviamo il ricordo di tutti i confratelli che riposano nella pace di Cristo.
Essi hanno lavorato nella nostra Congregazione e molti hanno sofferto fino al martirio, per amore del Signore. Preghiamo per essi. Il loro ricordo è per noi uno stimolo per continuare con fedeltà la nostra missione (Cost 66).
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QUANDO UN FRATELLO
TORNA ALLA CASA DEL PADRE
Contenuto della sezione
Il Salesiano vuol essere l'uomo della speranza, una speranza operosa perché il Regno che àttendiamo egli ha cominciato a costruirlo qui. Sulla terra il Regno è presente, ma nel mistero. Cristo, presente tra noi in modo nascosto, lo costruisce con noi. Ma con la sua venuta e con la sua piena rivelazione alla fine dei tempi lo porterà alla perfezione dando compimento al nostro impegno e alle nostre attese.
Cristo verrà alla fine dei tempi, ma viene anche per ciascuno al momento della morte. Il Salesiano sa che l'ultima visita del Signore nella morte è quella che pone la vita nella sua vera luce e le dà il suo senso.
Il nostro padre don Bosco, che fu l'apostolo instancabile del regno di Dio, il lavoratore indefesso, aveva sempre lo sguardo fisso là dove è la vera gioia. Anche in questo il Salesiano cerca di imitare il padre. Con operosa speranza, cosciente che per lui la morte è un guadagno, si muoverà verso questo incontro definitivo che gli permetterà di essere sempre col suo Signore (1 Tess 4,18) il quale trasfigurerà il suo corpo di miseria e lo conformerà al suo corpo dí gloria (Fil 3,20). Egli durante tutta la vita terrà sempre viva dentro di sé questa prospettiva finale.
Quando verrà l'ora della morte, il padre della comunità farà in modo che il confratello si prepari a morire bene e lo aiuterà a fare delle sue sofferenze e della sua morte un « sacrificio gradito a Dio ». Con sollecitudine e alla presenza dei fratelli, gli porterà il Signore per l'ultimo incontro sacramentale prima dell'incontro « a faccia a faccia » per essere sempre con lui.
I confratelli saranno vicini al malato con affetto, lo sosterranno con la preghiera continua e fervente fino al momento del trapasso e cercheranno di vivere questo evento nella fede.
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Dopo la morte del confratello saranno ancora uniti nella preghiera, per raccomandarlo alla misericordia del Signore e per dare ragione ai giovani e al popolo di Dio della speranza che è in loro.
La morte di don Bosco
Ogni Salesiano legge con commozione le pagine che ci descrivono gli ultimi giorni e gli ultimi momenti della vita terrena di don Bosco.
Sono qui riportati i dialoghi più significativi, i consigli, gli ultimi istanti prima della morte.
Siamo cristiani e si fa volentieri a Dio l'offerta della propria esistenza
A quanti gli si accostavano, dava ricordi come se stesse per abbandonarli. A don Bonetti, catechista generale, disse stringendogli la mano: « Sii sempre il sostegno forte di don Rua ». Più tardi al segretario: « Fa' che sia tutto pronto per il Santo Viatico. Siamo cristiani e si fa volentieri a Dio l'offerta della propria esistenza ».
I Salesiani sono per la difesa dell'autorità del papa Venne monsignor Cagliero, al quale disse: « Hai bene a mente la ragione per cui il Santo Padre deve proteggere le nostre Missioni? Dirai al Santo Padre ciò che finora fu tenuto come un segreto. La Congregazione ed i Salesiani hanno per iscopo speciale di sostenere l'autorità della Santa Sede, dovunque si trovino, dovunque lavorino... Voi andrete, protetti dal Papa, nell'Africa... L'attraverserete... Andrete nell'Asia, nella. Tartaria e altrove. Abbiate fede ».
Dimentico di sé e attento agli altri fino all'ultimo Sedutosi presso di lui il missionario don Cassini, dopo il primo saluto gli sussurrò all'orecchio: « So che tua madre è in strettezze. Parlami liberamente, e solo a me, senza che nessuno venga a conoscere i tuoi segreti. Ti darò io stesso, senza che nessuno lo sappia, quanto credi necessario ».
A tutti chiedeva con interessamento notizie della loro salute, se fossero abbastanza riparati dal freddo, se ab-
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bisognassero di qualche cosa. Domandava, e questo anche a Monsignore, come si fosse passata la giornata, quali fossero le occupazioni di ciascuno, qual lavoro speciale si avesse tra mano. Con quelli che lo vegliavano e servivano, manifestava il timore che la privazione di riposo e di ricreazione potesse nuocere alla loro salute. Ma gl'infermieri erano instancabili.
Troppo era l'amore che i suoi figli nutrivano per lui, perché non si sentissero disposti a qualsiasi sacrifizio in servirlo; ma a lui pure ardeva il cuore di vero affetto paterno per loro.
Ma c'era una cosa più unica che rara in questa sua affezione: amava tutti in modo che ognuno si pensava di essere un suo prediletto.
Prima di mezzogiorno disse a don Durando: « T'incarico di ringraziare a nome mio i medici per tutte le cure che con tanta carità mi usarono ».
Aiutatemi a ricevere Gesù
Pochi istanti dopo entrò il suo confessore e condiscepolo don Giacomelli. Rimasero soli alcuni minuti.
Il desiderio del Viatico era stato espresso in termini così risoluti, che nessuno volle assumersi la responsabilità di procrastinare; perciò la mattina del 24 si fecero i preparativi per amministrarglielo. Appena avvertito, egli disse a don Viglietti e a don Bonetti: « Aiutatemi, aiutatemi voi altri a ricevere Gesù... Io sono confuso... In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum ».
La processione, formata da tutto il piccolo clero, e da quanti sacerdoti e chierici poterono prendervi parte, era uscita dalla porta grande della chiesa ed entrata nell'Oratorio per il portone. Don Bosco s'intenerì udendo i canti; ma al veder comparire il Santissimo Sacramento recato da monsignor Cagliero scoppiò in lacrime. Rivestito della stola, sembrava un angelo.
Morire senza un soldo in tasca
Disse ancora a don Viglietti: « Fammi anche il piacere di osservare nelle tasche de' miei abiti; vi sono il portafoglio e il portamonete. Credo che non vi sia più nien-
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te; ma caso mai vi fosse danaro, consegnalo a don Rua. Voglio morire in modo che si dica: don Bosco è morto senza un soldo in tasca ».
Dopo aver ricevuto l'unzione degli infermi non parli) che di eternità
Tutte queste manifestazioni impressionarono talmente i Superiori, che monsignor Cagliero volle amministrargli l'Estrema Unzione. Prima però don Bosco domandò che si chiedesse per lui la benedizione dal Santo Padre; iI che fu immediatamente eseguito. Dopo ricevuto quell'ultimo sacramento l'infermo non parlò che di eternità, intercalando qualche avviso.
Vogliatevi tutti bene come fratelli
Sull'imbrunire fece chiamare don Rua e monsignor Cagliero e raccogliendo le poche forze che aveva disse per loro e per tutti i Salesiani: « Aggiustate tutti i vostri affari. Vogliatevi tutti bene come fratelli; amatevi, aiutatevi e sopportatevi a vicenda come fratelli. L'aiuto di Dio e di Maria Ausiliatrice non vi mancherà. Raccomandate a tutti la mia salvezza eterna e pregate. Alter alterius onera portate... Exemplum bonorum operum ». Infine ripeté ancora: « Promettetemi di amarvi come fratelli... Raccomandate la frequente comunione e la divozione a Maria Santissima Ausiliatrice ».
Accorrete presto a salvare quei giovani
A un tratto si scosse, batté palma a palma le mani e gridò: « Accorrete, accorrete presto a salvare quei giovani!... Maria Santissima, aiutateli... Madre, Madre! ». In mezzo a' suoi dolori non poteva nemmeno procurarsi il sollievo di cambiare posizione. Chi lo assisteva, Io esortò a ricordarsi di Gesù, che sulla croce soffriva tanto senza potersi muovere né da una parte né dall'aitra. Egli rispose: « Sì, è quello che faccio sempre ».
La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice
Ciò detto, congiunse le mani e si mise a pregare. Lasciatolo riposare alcuni minuti, don Sala ripigjiò: « Don Bosco, ora si troverà contento, pensando che dopo una
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vita di tanti stenti e fatiche è riuscito a fondare case in varie parti del mondo e stabilire saldamente la Congregazione Salesiana... ».
« Sì, rispose. Ciò che ho fatto, l'ho fatto per il Signore... Si sarebbe potuto fare di più... Ma faranno i miei figli... La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice ».
Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito
Lungo il giorno aveva detto al segretario: « Quando non potrò più parlare e qualcuno verrà per chiedere la benedizione, tu alzerai la mia mano, formerai con essa il segno di croce e pronuncerai la formula. Io metterò l'intenzione ».
Nel suo assopimento continuo nulla più intendeva, eccetto che gli si parlasse del Paradiso e di cose dell'anima. In questi casi faceva cenno di sì col capo, e se gli si suggeriva qualche giaculatoria, egli col muovere delle labbra la compieva. Avendogli don Bonetti suggerito: Maria, mater gratiae, tu nos ab poste protege, egli continuò: Et mortis bora suscipe. Anche in quel giorno aveva ripetuto sovente: « Madre! Madre! », aggiungendo qualche volta: « Domani! Domani! ». Verso le diciotto bisbigliò fra sé: « Gesù... Gesù... Maria... Maria! Gesù e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia... In manus tuas, Domina, commando spiritum meum... Qh Madre... Madre... apritemi le porte del Paradiso ». Poi andava ripetendo testi scritturali, di quelli che l'avevano guidato in tutta la sua vita e gli erano stati regola nelle sue opere: Diligite... diligite inimicos vestros... Benefacite his, qui vos persequuntur... Quaerite regnum Dei... Et a peccato meo... peccato meo... munda... munda me.
Al suono dell'Avemaria don Bonetti lo invitò a salutare la Madonna, dicendo: Viva Maria. Con voce sensibile e divota egli ripeté: Viva Maria.
Una delle ultime parole dette da don Bosco a don Rua fu questa: Fatti amare (MB XXIV).
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L'ULTIMO INCONTRO SACRAMENTALE CON CRISTO
Rito del Santo Viatico
Alla fine della vita, di fronte al pericolo prossimo della morte, il Salesiano è chiamato all'ultimo incontro sacramentale col suo Signore, prima di incontrarlo a faccia a faccia per essere sempre con lui.
Se le circostanze lo consentiranno, può essere celebrata l'Eucaristia nella camera del malato, così egli, unendosi al sacrificio di Cristo morto e risorto, farà della sua morte un passaggio da questo mondo al Padre.
1. SALUTO DEL CELEBRANTE
S La grazia e la pace di Dio nostro Padre, che risuscitando Gesù da morte ci ha chiamato ad una vivente speranza, siano con te.
2. ESORTAZIONE
S « Fratelli carissimi. Il Signore Gesù Cristo, prima di passare da questo mondo al Padre, ci lasciò il sacramento del suo corpo e del suo sangue perché, nell'ora in cui passeremo da questa vita a lui, fortificati dal viatico del suo corpo e del suo sangue, possiamo valerci di questo pegno di risurrezione. In comunione di carità col nostro fratello, domandiamo perdono dei nostri peccati, ascoltiamo ora le parole del Signore e preghiamo per lui ».
3. ATTO PENITENZIALE
S Abbiamo peccato, ma nonostante ciò rimaniamo aperti ad una grande fiducia, perché sappiamo di avere presso il Padre un avvocato. Gesù Cristo il giusto.
T Confesso a Dio onnipotene...
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oppure:
S Signore, morto per riconciliarci col Padre abbi pietà di noi.
T Signore pietà.
S Cristo, risorto per vincere la nostra morte, abbi pietà di noi.
T Cristo pietà.
S Signore, asceso al cielo per ricondurci al Padre, abbi pietà di noi.
T Signore pietà.
S Dio onnipotente abbia misericordia di te, perdoni i tuoi peccati e ti conduca alla vita eterna.
T Amen.
4. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
Dal vangelo secondo Giovanni:
« Dio ha tanto amato il mondo da dare iI suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui » (Gv 3,16-17).
Si può scegliere anche un'altra lettura
5. RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI O DEI VOTI (vedi pag 270. 328)
6. INTERCESSIONE E PREGHIERA DEL SIGNORE
S Signore, che ci hai amati sino alla fine e ti sei consegnato alla morte per dare a noi la vita, tí preghiamo per il nostro fratello.
T Ascoltaci, o Signore.
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S Signore, che hai detto: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna », ti preghiamo per il nostro fratello.
T Ascoltaci, o Signore.
S Signore, che ci inviti a quel convito dove non c'è più dolore, né pianto, né tristezza, né separazione, ti preghiamo per il nostro fratello.
T Ascoltaci, o Signore.
T Padre nostro...
7. COMUNIONE
S Beati gli invitati alla mensa del Signore. Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.
T O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.
S II Corpo di Cristo.
T Amen.
Il sacerdote può aggiungere:
S Egli ti custodisca e ti conduca alla vita eterna.
T Amen.
S Preghiamo...
O Signore, Gesù tuo Figlio è per noi via, verità e vita. Guarda con clemenza al tuo servo N..., e concedi che, affidandosi alle tue promesse, ristorato dal corpo e dal sangue del tuo Figlio, possa entrare in pace nel tuo regno. Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
8. BENEDIZIONE
S Il Signore sia con voi.
T E con il tuo spirito.
S Il Padre, alla cui gloria ti sei consacrato, accolga la tua vita e la custodisca fino alla risurrezione.
T Amen.
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5 II Figlio, che hai seguito qui in terra, ti accolga nel suo regno.
T Amen.
S Lo Spirito Santo, nel quale hai pregato, ti introduca nella eterna comunione.
T Amen.
S E la benedizione di Dio onnipotente: Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di te e con te rimanga sempre.
T Amen.
GLI ULTIMI MOMENTI
PRIMA DI PASSARE DA QUESTO MONDO AL PADRE
Rito della raccomandazione dell'anima
Quando sta per giungere il momento decisivo del compimento della vita, il momento del « passaggio » da questo mondo al Padre, i fratelli esprimono la loro comunione con il Salesiano morente pregando per lui e con lui la misericordia di Dio.
La preghiera aiuta il morente, se è consapevole, a fare della sua morte un sacrificio gradito a Dio, ad accettare l'angoscia di quei momenti sull'esempio di Gesù e a superarla nella speranza della risurrezione.
Questa fede e questa speranza possono essere espresse anche segnando in fronte il morente col segno della croce, con il quale fu segnato nel giorno del battesimo. La lettura della Parola di Dio, come ci ricorda Paolo, è sorgente di consolazione e di speranza (Rom 15,4). Tutto questo va fatto con la delicatezza e la sobrietà che il momento comporta.
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1. ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
La Parola di Dio, germe di vita eterna, sorgente di consolazione e di speranza, che è stata luce della vita del Salesiano, illumina e conforta i suoi ultimi momenti. Si potranno scegliere vari testi opportuni.
2. PREGHIERA
S Parti, anima cristiana, da questo mondo,
nel nome di Dio Padre onnipotente, che ti ha creato;
nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo,
che ha sofferto per te;
nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato donato;
nel nome della santa e gloriosa Vergine Maria,
Madre di Dio;
nel nome di san Giuseppe;
in nome di tutti gli angeli e di tutti i santi di Dio.
Oggi la tua dimora sia presso Dio
nella pace della santa Gerusalemme.
Ti raccomando a Dio onnipotente,
carissimo fratello,
e ti affido a lui, come sua creatura,
perché tu possa tornare a lui, tuo creatore,
che ti ha plasmato dalla polvere della terra.
Quando lascerai questo mondo,
ti vengano incontro la santa Vergine Maria,
gli angeli e tutti i santi.
Ti liberi Cristo, che per te fu crocifisso;
ti salvi Cristo, che per te morì;
Cristo, Figlio del Dio vivente,
ti accolga in paradiso,
ed egli, divino pastore,
ti riconosca fra le pecorelle del suo gregge.
Egli ti assolva da tutti i tuoi peccati
e ti collochi nel numero degli eletti.
Possa tu vedere, faccia a faccia, il tuo Redentore
e godere la dolcezza della contemplazione di Dio
nei secoli dei secoli.
"IAmen.
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oppure:
O Dio, nostro Padre,
fonte della vita
tu hai chiamato questo nostro fratello alla vita nuova in Cristo
e gli hai donato di seguire tuo Figlio vivendo con noi nel servizio•dei giovani: ora lo chiami a te
nel mistero della morte.
Padre,
a te consegniamo questo nostro fratello a te affidiamo la sua vita.
Custodiscilo dal potere della morte, nell'attesa della risurrezione.
Accogli il suo passaggio da questo mondo a te come sacrificio, unito a quello di Cristo, per la salvezza del mondo.
Ricevi questo nostro fratello nella gioia del Regno
con Cristo e con i nostri fratelli
che ci hanno preceduti
e dona a noi la gioia di ritrovarci
insieme con lui negli splendori della nuova creazione
quando vedremo il tuo volto
e saremo simili a te.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
3. SUPPLICA DI LIBERAZIONE
S II Signore, che nella storia della salvezza ha liberato l'uomo dalla sofferenza e dalla morte, sollevi questo nostro fratello dalla paura della morte, lo conforti con la sua protezione e lo introduca nella sua casa.
S Accogli, o Signore, il tuo servo nella dimora della salvezza che egli spera dalla tua misericordia.
T Amen.
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5 Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, da ogni tribolazione.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Noè dai diluvio.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Abramo.
T Amen.
5 Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Giobbe dalle sue afflizioni. T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Mosè dalla mano del faraone.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Daniele dalla fossa dei leoni.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti i tre giovani dalla fornace ardente e dalla mano del re iniquo.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Susanna dai suoi calunniatori.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Davide dalla mano del re Saul e dalla mano di Golia.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo, come liberasti Pietro e Paolo dal carcere.
T Amen.
S Libera, o Signore, l'anima del tuo servo per Gesù nostro Salvatore, che per noi volle subire una
morte dolorosissima e ci donò una vita eterna.
T Amen.
S Ti raccomandiamo, Signore, il tuo fedele N..., e ti chiediamo, Signore Gesù Cristo, salvatore del mon-
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do, di accoglierlo con bontà nel gaudio del tuo regno, per amore del quale tu sei disceso misericordiosamente sulla terra.
Se nella sua vita ha peccato, tuttavia non negò il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, ma credette, e adorò fedelmente il Creatore di tutte le cose.
T Amen.
oppure:
SCristo, figlio di Dio,
che sei venuto fra noi
per donarci Ia comunione eterna nella Trinità, accogli questo nostro fratello nella gioia del cielo.
Cristo, figlio dell'uomo,
che hai sofferto per noi
i dolori della morte,
unisci al tuo sacrificio la vita e la morte
di questo nostro fratello.
Cristo redentore,
che hai donato la tua vita
perché fossimo liberati dalla morte,
introduci questo nostro fratello nel Regno della vita.
Cristo, giudice del mondo,
che hai accolto con bontà i peccatori, libera questo nostro fratello dal peccato.
Cristo, Signore della vita, risorto per noi al terzo giorno, custodisci questo nostro fratello fino al giorno della risurrezione.
T Amen.
4. INVOCAZIONI
Secondo la tradizione cristiana si accompagnano gli ultimi momenti del morente con alcune invocazioni:
Padre nelle tue mani affido il mio spirito.
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia.
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Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia.
Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.
Ave, o Maria - Salve, o Regina.
5. PREGHIERA DI SUFFRAGIO
La Chiesa del cielo accolga il nostro fratello.
Purificato dal perdono di Cristo, abbia parte alla vita senza fine.
S Venite in aiuto, santi di Dio;
accorrete, angeli del Signore:
accogliete la sua anima
e presentatela davanti al trono dell'Altissimo.
T'accolga Cristo, che t'ha chiamato, e gli angeli ti conducano con Abramo in paradiso.
Accogliete la sua anima
e presentatela davanti al trono dell'Altissimo.
L'eterno riposo donagli o Signore,
e splenda a lui la luce perpetua.
Accogliete la sua anima
e presentatela davanti al trono dell'Altissimo.
Preghiamo...
Ti raccomandiamo, o Signore, l'anima fedele di N...,
perché, morto a questo mondo, viva in te;
nella tua misericordiosa bontà cancella coi perdono
i peccati che ha commesso
per la fragilità della condizione umana e introducilo nella gioia della tua casa. Per Cristo nostro Signore.
T Amen. 574
NON SI TURBI IL VOSTRO CUORE
IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA
Celebrazione di preghiera attorno al defunto
1. CANTO
2. SALUTO DEL CELEBRANTE
G Fratelli, siamo qui radunati attorno al nostro fratello che ci ha lasciato. Egli ha condiviso la nostra vita, ha creduto in ciò in cui noi crediamo, ha lavorato nella vigna del Signore, ed ora è tornato alla casa del Padre. Noi siamo nella sofferenza.
Questo evento provoca la nostra comunità ed ognuno di noí. Dobbiamo leggerlo alla luce della fede. La Parola di Dio lo illumina e gli dà un senso. Noi la ascolteremo con calma e con pace.
La morte non spezza il nostro legame col nostro confratello, lo trasforma soltanto. Noi possiamo ancora aiutare lui e lui può ancora aiutare noi. Il legame è la preghiera reciproca.
Pregheremo per lui, e pregheremo lui. Noi siamo certi d'avere in lui un amico presso Dio.
3. PRIMA LETTURA
Le apparenze dicono che la morte è la fine di tutto.
«In faccia alla morte l'enigma della condizione umana diventa sommo. Non solo si affligge l'uomo, al pensiero dell'avvicinarsi del dolore e della dissoluzione del corpo, ma anche ed anzi più ancora per il timore che tutto finisca per sempre » (GS n. 18).
Giobbe ha espresso questa angoscia di fronte alla morte, ed insieme il desiderio ardente di una vita oltre la morte: « Oh, se l'uomo che muore potesse vivere! ».
Dal Libro di Giobbe (Giob 14,1-2.7-12.14-22).
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SALMO RESPONSORIALE
GSignore tu sai come siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere. T L'uomo, i suoi giorni come l'erba,
fiorisce come il fiore del campo.
GUn soffio gli passa sopra e non è píù e il suo luogo non lo riconosce.
T I nostri giorni li hai fatti di pochi palmi e la nostra durata è un niente davanti a te.
GOgni uomo è soltanto un soffio,
soltanto come un fantasma cammina. T Si agita soltanto come un soffio:
ammucchia e non sa chi raccoglie.
GMa il tuo amore o Signore è da sempre: T e per sempre su quelli che ti temono.
4. SECONDA LETTURA
La fede ci dice che contro ogni apparenza la nostra morte in Cristo è una Pasqua.
Cristo accettando la morte con un atto di speranza contro ogni speranza, con un atto di fedeltà e d'abbandono assoluto, con un atto d'amore fino in fondo al Padre e all'uomo, riporta vittoria sulla morte.
La morte di Gesù è la sua risurrezione. È la risurrezione nell'uomo. È la nostra risurrezione. È la certezza che la morte non è la fine di tutto. Che la morte è una nascita.
Cristo con la sua morte ha fatto della nostra morte una pasqua, un passaggio da questo mondo al Padre. Ascoltiamo il racconto della morte e risurrezione di Gesù.
Passione e risurrezione del Signore secondo Giovanni: (Gv cc. 19-20).
5. PROFESSIONE DI FEDE
GQuesto è il messaggio che abbiamo ricevuto. T Questa è la nostra fede: Cristo morì per i nostri peccati,
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secondo le Scritture.
Fu sepolto il terzo giorno
secondo le Scritture.
E apparve a Cefa
e ai Dodici.
GIl Signore è risorto:
primizia di quelli che sono morti:
T e come noi tutti in Adamo siamo morti così tutti risorgeremo in Gesù Cristo.
6. AZIONE DI GRAZIE
GI1 Signore sia con voi. T E con il tuo spirito.
GIn alto i nostri cuori. T Sono rivolti al Signore.
GRendiamo grazie al Signore, nostro Dio. T E cosa buona e giusta.
GÈ veramente cosa buona e giusta renderti grazie e
innalzare a te l'inno di benedizione e di lode, Dio
onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.
Offrendosi alla morte per tutti gli uomini,
egli solo ha liberato tutti dalla morte
e sacrificando per noi la sua vita
ci ha aperto il passaggio alla vita immortale.
Per questo mistero di salvezza,
uniti agli angeli e ai santi,
cantiamo senza fine la tua gloria:
T Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell'alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell'alto dei cieli.
7. PREGHIERA DI INTERCESSIONE
GFratelli, per il battesimo noi siamo uniti vitalmente a Cristo, per questo condividiamo la sua sorte. In lui siamo uniti fra noi anche oltre la morte. Rivolgiamoci al Signore con fiducia.
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Per la Chiesa:
in un mondo dominato dalla dinamica del peccato e della morte, sia il segno della speranza, dell'amore e della vita. Preghiamo.
T Ascoltaci, o Signore.
G Per il mondo:
la volontà di vita che Dio ha posto nelle sue creature possa vincere, con l'accettazione della sua alleanza, tutte le forze di morte e soprattutto il peccato. Preghiamo.
Per coloro che credono che la morte è la fine di tutto: la testimonianza della nostra fede li aiuti a ritrovare Ia speranza. Preghiamo.
Per questo nostro confratello che ha creduto in Cristo morto e risorto e in lui ha sperato: il Signore lo accolga per essere sempre con lui. Preghiamo.
Per questo nostro confratello che rispondendo alla sua chiamata lo ha seguito fino al termine della vita: il Signore gli dia la ricompensa del servo buono e fedele. Preghiamo.
Per questo nostro confratello che si è nutrito di Cristo pane della vita: il Signore Io chiami alla risurrezione. Preghiamo.
Per questo nostro confratello che come ogni uomo fu debole e fragile: il Signore misericordioso lo liberi da tutte le sue colpe. Preghiamo.
Per noi qui presenti:
il Signore ci conceda di restare fedeli a lui fino all'ultimo respiro. Preghiamo.
G 0 Signore, tu seí il Dio dei vivi e non dei morti,
ascolta le nostre preghiere!
Dona a noi una fede operosa, un amore forte
e una perseverante speranza.
Al nostro confratello
concedi la gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
T Amen.
8. CANTO FINALE 578
LA MEMORIA QUOTIDIANA DEI NOSTRI FRATELLI DEFUNTI
« Ogni comunità abbia particolare ricordo di tutti i con fratelli defunti, in segno di comunione fraterna con essi. Per questo, le singole Ispettorie stabiliscono il momento opportuno per la lettura quotidiana del Necrologio, in una pratica comunitaria » (Reg. 41).
•Il ricordo dei confratelli defunti si fa più opportuna-
mente nella preghiera della sera, sia nei vespri (collegandolo con l'ultima delle preghiere d'intercessione), sia con le altre forme ricordate a suo luogo. Anche la preghiera che conclude il pasto della sera può essere il luogo adatto a questo ricordo.
®L'introduzione alla lettura dei nomi si può fare con diverse formule, che esprimano il senso di riconoscenza a Dio per Ia vita dei confratelli defunti, di continuità del loro impegno, di suffragio per la loro purificazione. Per esempio:
—Ricordiamo i nostri fratelli defunti.
—Ricordiamo i nostri fratelli defunti, che hanno costruito con la loro fede e le loro fatiche apostoliche questa comunità ispettoriale.
—Preghiamo per i nostri fratelli defunti, riconoscendo la nostra debolezza e povertà, e insieme l'amore misericordioso del nostro Signore.
—Invochiamo la pace e la misericordia di Dio nostro Padre per i fratelli defunti, il cui nome vive in benedizione presso quelli che li hanno conosciuti e amati.
^La conclusione sarà un versetto usato nella liturgia dei defunti, per esempio:
a) L'eterno riposo dona a loro, o Signore, splenda ad essi la luce perpetua.
b) Dio Padre, che hai risuscitato dai morti Gesù, dona la vita ai nostri corpi mortali per mezzo del tuo Spirito che abita in noi.
579
LA GIOI
DI LODARE
DIODIO
Il canto sarà tanto più sacro quanto più strettamente sarà unito all'azione liturgica. Esso esprime più dolcemente la preghiera, favorisce l'unanimità e arricchisce di maggior solennità i sacri riti (SC 112).
582
Salmo 8
LA TUA GRANDEZZA OLTRE I CIELI
Ant. O Signore, nostro Dio,
come grande è il tuo nome su tutta la terra!
ILa tua grandezza oltre i cieli è cantata
dalla bocca di bambini e lattanti; contro i nemici con forza l'hai fondata per domare avversari e ribelli.
2Guardo il cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che hai fissato: che cosa è l'uomo, che di lui ti ricordi? un figlio d'uomo, che lo vuoi visitare?
3 L'hai fatto poco meno di un dio, coronato di gloria e di onore, padrone delle opere delle tue mani, e tutto hai messo sotto i suoi piedi.
4E tutte le greggi e gli armenti
e gli stessi animali della steppa, uccelli dell'aria e pesci del mare, ciò che percorre i sentieri dei mari.
5Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 102)
Salmo 22
IL SIGNORE t IL MIO PASTORE
Ant.Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
1Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
In pascoli di erbe fresche
583
mi fa riposare;
ad acque di sollievo mi conduce, ristora l'anima mia.
2Mi guida per sentieri di giustizia
per amore del suo nome;
se anche vado per valle tenebrosa,
non temo alcun male;
sei con me: il tuo bastone, il tuo vincastro.
sono questi il mio conforto.
3 Per me tu prepari una mensa di fronte ai miei nemici; mi ungi di olio la testa, il mio calice trabocca.
4 Amore e bontà mi seguiranno ogni giorno di vita;
starò nella casa del Signore per la distesa dei giorni.
5Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo: a chi era, è, e sarà nei secoli il Signore.
(CDP 1)
Salmo 23
AL SIGNORE LA TERRA
Ant. Chi salirà la montagna del Signore? Chi ha mani innocenti e cuore puro.
1Al Signore la terra e la sua pienezza,
il mondo e i suoi abitatori: egli lo ha fondato sui mari, sui fiumi Io ha stabilito.
2 Chi può salire la montagna del Signore? chi può stare nel suo luogo di santità? Chi ha mani innocenti e cuore puro, e non porta la sua anima a cose vane.
3 Riporterà benedizione dal Signore, giustizia da Dio, sua salvezza. Questa è la generazione che lo cerca: chi cerca il tuo volto è Giacobbe.
584
Ant. Apritevi, porte perenni: entri il Re della gloria!
4Alzate, o porte la testa,
alzatevi, o porte perenni: entri il re della gloria!
5Chi è questo re della gloria?
Il Signore, forte e potente, il Signore, forte in battaglia.
6Alzate, o porte, la testa,
alzatevi, o porte perenni: entri il re della gloria!
7Chi è mai questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti: egli è il re della gloria.
8Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo Signore, allo Spirito Santo. Amen.
(CDP 2)
Salmo 24
A TE, SIGNORE, INNALZO L'ANIMA MIA
Ant. A te, Signore, innalzo l'anima mia.
Ant. Additami, Signore, le tue vie: avviami nella tua verità.
1Confido in te, che io non debba arrossire,
e su di me non esulti il nemico; chi spera in te non dovrà arrossire: arrossirà chi si ribella invano.
2Additami, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri; avviami nella tua verità:
mio Dio, sei tu la mia salvezza.
3Buono e retto è il Signore:
gli erranti guida sulla via, i poveri avvia alla giustizia, ai poveri insegna la sua via.
4 Tutti i suoi sentieri sono amore e verità per chi osserva il suo patto e i suoi precetti. Signore, per amore del tuo nome,
perdona la mia colpa che è grande.
585
5I miei occhi sempre al Signore:
egli toglie dal laccio il mio piede. Volgiti a me, pietà di me: io sono povero e solo.
6Sciogli la stretta del mio cuore,
toglimi dalla mia angoscia;
abbrevia la mía miseria, la mia pena, cancella ogni mio peccato.
7Sollevami, proteggi l'anima mia:
non arrossisco a rifugiarmi in te.
Rettitudine e innocenza mi difendono: io spero in te, Signore.
8Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 3)
Salmo 33
BENEDIRÒ IL SIGNORE
Ant. Gustate e vedete come è buono il Signore!
1Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode. Nel Signore si glorierà l'anima mia: l'umile ascolti e si rallegri.
2 Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome: ho cercato il Signore, mi ha risposto, da ogni timore mi ha sollevato.
3Guardate a lui, sarete luminosi,
il vostro volto, non arrossirà.
Questo povero chiama: Dio lo ascolta, lo libera da tutte le sue angosce.
4 L'angelo del Signore si accampa
intorno a quelli che lo temono, e li salva. Gustate e vedete come è buono il Signore: beato chi in lui si rifugia.
5Temete il Signore, voi santi:
chi lo teme non manca di nulla; il ricco e indigente, affamato:
non manca nulla a chi cerca il Signore.
586 6Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore. Chi è l'uomo che vuole la vita, che vuole giorni per vedere il bene?
7Preserva la tua lingua dal male,
le tue labbra da parole di inganno. Allontanati dal male, fa' il bene: ricerca, persegui la pace.
8Il volto del Signore sui malvagi,
per stroncarne dalla terra il ricordo; l'occhio del Signore sui giusti, l'orecchio di lui al loro grido.
9Gridano: il Signore lí ascolta,
li solleva da tutte le angosce.
Dio è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti.
IO Molti sono i mali del giusto: da tutti lo solleva il Signore; veglia su tutte le sue ossa, non uno gli sarà spezzato.
Il La malizia uccide l'empio, è punito chi odia il giusto;
Dio riscatta la vita dei suoi servi, non è punito chi in lui si rifugia.
12 Sia gloria al Padre onnipotente, al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 4)
Salmo 41
COME UNA CERVA ANELA
Ant. L'anima mia ha sete del Dio vivente: quando vedrò il suo volto?
Ant. A te verremo, Signore, alleluia, alleluia.
1 Come una cerva anela ai corsi delle acque, così la mia anima anela a te, o Dio.
587
2 La mia anima ha sete di Dio, del Dio vivente. Quando verrò e vedrò il volto di Dio?
3 Le lacrime sono il mio pane, di giorno e di notte,
mentre dicono a me tutto il giorno: Dov'è il tuo Dio?
4 Questo io ricordo e rivivo
nell'anima mia:
procedevo in uno splendido corteo verso la casa di Dio.
5Perché ti abbatti, anima mia,
e ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora lo esalterò, mia salvezza e mio Dio.
6Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo: a chi era, è, e sarà nei secoli il Signore.
(CDP 5)
Salmo 46
POPOLI TUTTI, BATTETE LE MANI
Ant. Genti tutte, battete le mani! Gridate a Dio con voci di gioia!
1Popoli tutti, battete le mani!
gridate a Dio con voci di gioia! Il Signore, l'Altissimo, è terribile, grande re su tutta la terra.
2 A noi sottomette i popoli, e le genti sotto i nostri piedi; per noi ha scelto la nostra eredità, orgoglio di Giacobbe che egli ama.
3 Ascende Dio nel clamore, il Signore tra voci di corni. Inneggiate a Dio, inneggiate! inneggiate al nostro re, inneggiate!
588
4t re di tutta la terra:
inneggiate a Dio con arte! Dio regna sopra le nazioni, siede sul suo trono di santità.
5 Si adunano i capi dei popoli con il popolo del Dio di Abramo; sono di Dio i potenti della terra: egli è molto innalzato.
6Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 105)
Salmo 50
PIETA DI ME, O DIO
Ant. Purificami, o Signore: sarò più bianco della neve.
Ant. Guarda, o Signore, la mia umiliazione
eperdona tutti i miei peccati.
1Pietà di me, o Dio, nel tuo amore:
nel tuo affetto cancella il mio peccato
elavami da ogni mia colpa, purificami da ogni mio errore.
2Il mio peccato, io lo riconosco;
il mio errore mi è sempre dinanzi: contro te, contro te solo ho peccato;
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.
3Così sei giusto nel tuo parlare
elimpido nel tuo giudicare; ecco, malvagio sono nato, peccatore mi ha concepito mia madre.
4Ecco, ti piace verità nell'intimo,
enel profondo mi insegni sapienza. Se mi purifichi con issopo, sono limpido; se mi lavi, sono più bianco della neve.
5 Fammi udire gioia e allegria: esulteranno le ossa che hai fiaccato;
589
dai miei errori nascondi il tuo volto
ecancella tutte le mie colpe!
6 Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito fermo; non cacciarmi lontano dal tuo volto, non mi togliere il tuo spirito di santità.
7 Ritorni a me la tua gioia di salvezza, sorreggi in me uno spirito risoluto. Insegnerò ai peccatori le tue vie
egli erranti ritorneranno a te.
8 Liberami dal sangue, o Dio, mia salvezza,
ela mia Lingua griderà la tua giustizia. Signore, aprirai le mie labbra, la mia bocca annuncerà la tua lode.
9Le vittime non ti sono gradite:
se ti offro un olocausto, non lo vuoi; la mia vittima è il mio spirito affranto:
non disprezzi un cuore affranto e fiaccato.
10 Sia gloria al Padre onnipotente, al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen!
(CDP 6)
Salmo 66
DIO CI SIA PROPIZIO
Ant. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti!
Ant. Tutte le genti vedranno, o Signore, la tua salvezza.
1Dio ci sia propizio e ci benedica,
eper noi illumini il suo volto. Sulla terra si conosca la tua via: la tua salvezza in tutte le nazioni.
2Si rallegrino, esultino le genti:
nella giustizia tu giudichi il mondo, nella rettitudine tu giudichi i popoli, sulla terra governi le genti.
590
3La terra ha dato il suo frutto:
ci ha benedetto Dio, il nostro Dio. Ci benedica Dio, e lo temano tutti i confini della terra.
4 Sia gloria al Padre onnipotente, al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 7)
Salmo 94
VENITE, ESULTIAMO
Ant. Venite, adoriamo il Signore che viene per noi. (che è nato per noi) (che soffre per noi) (che è risorto per noi) (che è in cielo per noi)
(fatto cibo per noi) (d'ogni vita è il re)
1Venite, esultiamo al Signore,
acclamiamo la roccia che ci salva! Andiamo al suo volto nella lode, a lui con inni acclamiamo!
2 Sì, un grande Dio è il Signore,
un grande re su tutti gli dei.
In sua mano gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti;
suo è il mare, egli lo ha fatto,
e la terra che le sue mani hanno plasmato.
3 Venite, prosternati adoriamo,
in ginocchio innanzi a Dio che ci ha fatto. Sì, è lui il nostro Dio,
enoi il popolo che egli pasce,
eil gregge della sua mano.
4 Sia gloria al Padre onnipotente, al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 8)
591
Salmo 97
CANTATE AL SIGNORE UN CANTO NUOVO
Ant. Cantate al Signore un canto nuovo, alleluia; Egli ha fatto meraviglie, alleluia!
1 Cantate al Signore un canto nuovo, perché egli ha fatto prodigi: gli ha dato la salvezza la sua destra, il braccio della sua santità.
2II Signore manifestò la sua salvezza,
alle nazioni rivelò la sua giustizia: egli ha ricordato il suo amore, la sua verità per la casa d'Israele.
3I confini della terra hanno veduto
la salvezza del nostro Dio.
O terra tutta, acclamate al Signore, gridate, esultate, inneggiate!
4Inneggiate al Signore con arpe,
con arpe e con voci di strumenti, con trombe e con voce di corni, acclamate al Signore, nostro re!
5Tuoni il mare e la sua pienezza,
il mondo e i suoi abitatori;
i fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne,
6dinanzi al volto del Signore
che viene a giudicare la terra:
nella giustizia egli giudica il mondo, nella rettitudine egli giudica i popoli.
7Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 9)
Salmo 99
O TERRA TUTTA, ACCLAMATE AL SIGNORE
Ant. Venite al Signore con canti di gioia!
1O terra tutta, acclamate al Signore,
servite il Signore nella gioia, venite al suo volto con lieti canti!
592 2Riconoscete che il Signore è il solo Dio:
egli ci ha fatto, a lui apparteniamo, noi, suo popolo, e gregge che egli pasce.
3Venite alle sue porte nella lode,
nei suoi atri con azione di grazie; ringraziatelo, benedite il suo nome!
4Sì, il Signore è buono,
il suo amore è per sempre, nei secoli è la sua verità.
5Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo. Amen.
(CDP 10)
Salmo 116
POPOLI TUTTI, LODATE IL SIGNORE
Ant. Popoli tutti, lodate il Signore, alleluia!
IPopoli tutti, lodate il Signore:
esaltatelo, o genti!
L forte il suo amore per noi, la verità del Signore è per sempre.
2Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo: a chi era, è, e sarà
nei secoli il Signore. Amen.
(CDP 11)
Salmo 121
ANDIAMO ALLA CASA DEL SIGNORE
Ant. Rallegrati, Gerusalemme:
accogli i tuoi figli nelle tue mura!
Ant. Esultai quando mi dissero:
« Andiamo alla casa del Signore! ».
I Esultai quando mi dissero: Andiamo alla casa del Signore!
E ora stanno i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme!
593
2 Gerusalemme, riedificata come città, ricostruita compatta! Là sono salite le tribù, le tribù del Signore.
3 A lodare il nome del Signore, — è precetto in Israele —; là sono i troni del giudizio, per la casa di Davide.
4 Chiedete pace per Gerusalemme:
Sia sicuro chi ti ama, sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi baluardi.
5Per amore dei fratelli e dei vicini
io dirò: In te sia pace;
per la casa del Signore, nostro Dio, io cerco il tuo bene.
6Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo: a chi era, è, e sarà nei secoli il Signore.
(CDP 12)
Salmo 122
SOLLEVO I MIEI OCCHI A TE
Ant. Solleviamo i nostri occhi al Signore, finché di noi abbia pietà.
lSollevo i miei occhi a te,
che siedi nei cieli;
eccoli, come gli occhi dei servi alla mano dei padroni.
2 Così, come gli occhi di una serva alla mano della padrona,
i nostri occhi al Signore, nostro Dio, finché di noi abbia pietà.
3Pietà di noi, Signore, pietà!
Molto scherno ci ha saziati: l'anima nostra si è troppo saziata del disprezzo dei ricchi.
594
4Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo; a chi era, è, e sarà nei secoli il Signore.
(CDP 109)
Salmo 129
DAL PROFONDO GRIDO A TE
Ant. Spero nel Signore e aspetto sulla sua parola.
1Dal profondo grido a te, o Signore:
ascolta la mia voce!
Le tue orecchie siano attente alla voce della mia preghiera.
2Se tu guardi le colpe, o Signore,
chi resisterà?
Ma presso di te è il perdono perché tu sia temuto.
3Spero nel Signore, spera l'anima mia,
e aspetto sulla sua parola. L'anima mia aspetta il Signore, più che le sentinelle il mattino.
4Sì, presso il Signore è l'amore,
e grande è il riscatto: egli riscatta Israele da tutte le sue colpe.
5Sia gloria al Padre, al Figlio,
allo Spirito Santo: a chi era, è, e sarà nei secoli il Signore.
(CDP 13)
Salmo 135
RENDETE GRAZIE AL SIGNORE
Rít. Eterno sarà il suo amore per noi!
lRendete grazie al Signore: egli è buono:
Rendete grazie al Dio degli dei: Rendete grazie al Signore dei signori:
595
2Egli solo ha fatto prodigi:
Ha fatto i cieli con sapienza: Ha disteso sulle acque la terra:
-3Egli ha fatto grandi luminari:
Il sole a dominio del giorno:
E la luna e le stelle della notte:
4Ha colpito nei primogeniti l'Egitto:
Di là ha fatto uscire Israele:
Con mano forte, con braccio disteso:
5Ha diviso in due parti il Mar Rosso:
Di là ha fatto passare Israele:
Ha travolto Faraone e la sua armata:
6Ha condotto il suo popolo nel deserto:
Ha colpito grandi sovrani: Ha ucciso sovrani famosi:
7Egli ha dato in eredità la loro terra:
Eredità al suo servo Israele:
Si è ricordato della nostra umiliazione:
8Ci ha strappato ai nostri oppressori:
A ogni vita dona il pane: Rendete grazie al Dio dei cieli.
(CDP 14)
BENEDETTO IL SIGNORE
Ant. Ricorda, Signore, la tua alleanza con noi! donaci la tua misericordia.
Ant. Benedetto Dio, nostro Padre,
che in Cristo ha visitato il suo popolo.
Ant. Benedetto il Signore, iI Dio d'Israele, che ha visitato e redento il suo popolo.
1Benedetto il Signore, il Dio di Israele,
che ha visitato e redento il suo popolo.
2Per noi ha suscitato una forza di salvezza
nella casa di Davide suo servo,
3 come ha parlato un tempo per bocca dei suoi santi profeti.
4Salvezza dai nostri nemici
e dalla mano di tutti quelli che ci odiano,
596 5per fare misericordia con i nostri padri
e ricordarsi del suo patto santo.
6 Promessa che ha giurato ad Abramo nostro padre,
di concedere che noi, senza timore,
liberati dalla mano dei nemici,
7lo serviamo in santità e giustizia
dinanzi a lui in tutti i nostri giorni.
8 E tu, o bambino,
sarai chiamato profeta dell'Altissimo: camminerai di fronte al Signore a preparare le sue vie.
9Per far conoscere la salvezza al suo popolo,
nel perdono dei loro peccati,
10 con le viscere di pietà del nostro Dio nelle quali ci visiterà, Oriente dall'alto.
11 A manifestarsi a chi siede nelle tenebre
enell'ombra di morte,
a dirigere i nostri piedi in una via di pace.
12 Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 112)
CANTO DELLA VERGINE MARIA
Rit. Si allieta il mio spirito in Dio, mio Salvatore.
Rit. O Regina del mondo, Maria sempre vergine, chiedi per noi pace e salvezza.
1L'anima mia magnifica il Signore,
esi allieta il mio spirito in Dio, mio Salvatore,
2poiché ha guardato alla miseria della sua serva:
eora tutti i secoli mi diranno beata;
3poiché il potente mi ha fatto grandi cose,
esanto è il suo nome;
4 e il suo amore per secoli e secoli a coloro che lo temono.
5Egli opera potenza col suo braccio,
disperde i superbi nell'intento del loro cuore;
597
6abbatte i potenti dai troni
e innalza i miseri;
7gli affamati li riempie di beni,
e i ricchi li svuota;
8solleva Israele, suo servo,
ricordando il suo amore.
9Così ha parlato ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, nei secoli.
10 Sia gloria al Padre onnipotente, al Figlio, allo Spirito Santo. Amen.
(CDP 15)
CANTO DELLE CREATURE
Rit. Benediciamo il Signore: a lui onore e gloria nei secoli!
IAngeli del Signore, benedite il Signore!
E voi, o cieli, benedite il Signore!
(Ad ogni invito si risponde: Benedite il Signore!).
Acque sopra il cielo — Potenze del Signore Sole e luna — Astri del cielo Piogge e rugiade — O venti tutti.
2 Fuoco e calore — Freddo e rigore Rugiade e brine — Gelo e freddo Ghiaccio e nevi — Notti e giorni Luce e tenebre — Lampi e nuvole.
3Tutta la terra, benedica il Signore!
Monti e colli, benedite il Signore! Ogni vivente, benedica il Signore! Acque e fonti, benedite il Signore! Mari e fiumi — Cetacei e pesci Uccelli del cielo — Belve e armenti.
4 Figli degli uomini — Popolo di Dio Sacerdoti del Signore — Servi del Signore Anime dei giusti — Umili di cuore Santi di Dio — Ora e per sempre.
(CDP 16)
598
CHRISTUS VINCIT
Rit. Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
N. N. Summo Pontifici et universali Patri, pax, vita et salus perpetua!
N. N. Reverendissimo Episcopo nostro et universo clero et populo ei commisso pax, vita et salus perpetua!
Tempora bona veniant!
Pax Christi veniat! Regnum Christi veniat!
(CDP 36)
GLORIA A CRISTO Rit. Gloria a te, Signor!
1Gloria a Cristo, splendore eterno del Dio vivente!
2... sapienza eterna del Dio vivente!
3... parola eterna del Dio vivente!
4...la luce immortale del Padre celeste!
5...la vita e la forza di tutti i viventi!
6... che illumina e guida i figli di Dio!
7... venuto nel mondo a nostra salvezza!
8... che muore e risorge per tutti i fratelli!
9... che ascende nei cieli alla destra del Padre!
10 ... che ha dato alla Chiesa Io Spirito Santo!
11 ... che un giorno verrà a giudicare il mondo!
(CDP 38)
NOI CANTEREMO GLORIA A TE
INoi canteremo gloria a te,
Padre che dai la vita, Dio d'immensa carità, Trinità infinita.
2Tutto il creato vive in te,
segno della tua gloria; tutta la storia ti darà onore e vittoria.
599
3 La tua Parola venne a noi, annuncio del tuo dono; la tua Promessa porterà salvezza e perdono.
4 Dio si è fatto come noi, è nato da Maria: egli nel mondo ormai sarà Verità, Vita e Via.
5Cristo è apparso in mezzo a noi,
Dio ci ha visitato; tutta la terra adorerà
quel Bimbo che ci è nato.
6Cristo il Padre rivelò,
per noi aprì il suo cielo; egli un giorno tornerà, glorioso, nel suo regno.
7 Manda, Signore, in mezzo a noi, manda il Consolatore, lo Spirito di santità Spirito dell'amore.
8 Vieni, Signore, in mezzo ai tuoi, vieni nella tua casa: dona la pace e l'unità, raduna la tua Chiesa.
(CDP 39)
QUANTA SETE NEL M10 CUORE
1 Quanta sete nel mio cuore: solo in Dio si spegnerà. Quanta attesa di salvezza: solo in Dio si sazierà. L'acqua viva che egli dà sempre fresca sgorgherà.
Il Signore è la mia vita, II Signore è la mia gioia.
2Se la strada si fa oscura,
spero in lui: mi guiderà. Se l'angoscia mi tormenta,
600
spero in lui: mi salverà. Non si scorda mai di me, presto a me riapparirà.
Il Signore è la mia vita, il Signore è la mia gioia.
3Nel mattino io ti invoco:
tu, mio Dio, ascolterai. Nella sera rendo grazie: tu, mio Dio risponderai. Al tuo monte salirò, e vicino ti vedrò.
Il Signore è Ia mia vita, il Signore è la mia gioia.
(CDP 40)
LODATE DIO
1Lodate Dio, schiere beate del cielo,
lodate Dio, genti di tutta la terra: cantate a lui, che l'universo creò, somma sapienza e splendore.
2 Lodate Dio, Padre che dona ogni bene, lodate Dio, ricco di grazia e perdono: cantate a lui, che tanto gli uomini amò, da dare l'unico Figlio.
3Lodate Dio, uno e trino Signore,
lodate Dio, meta e premio dei buoni: cantate a lui, sorgente d'ogni bontà, per tutti i secoli. Amen.
(CDP 41)
TE LODIAMO TRINITÀ
1Te lodiamo, Trinità,
nostro Dio, ti adoriamo; Padre dell'umanità,
la tua gloria proclamiamo.
Rit. Te lodiamo, Trinità, per l'immensa tua bontà.
601
2 Tutto il mondo annuncia te: tu lo hai fatto come un segno. Ogni uomo porta in sé il sigillo del tuo regno.
3Noi crediamo solo in te,
nostro Padre e Creatore; noi speriamo solo in te, Gesù Cristo, Salvatore.
4Infinita carità,
santo Spirito d'amore, luce, pace e verità,
regna sempre nel mio cuore.
(CDP 42)
LA CREAZIONE GIUBILI
1La creazione giubili
insieme agli angeli. Ti lodi, ti glorifichi, o Dio altissimo.
Gradisci il coro unanime di tutte le tue opere:
Beata sei tu, o Trinità, per tutti i secoli.
2Sei Padre, Figlio e Spirito
e Dio unico.
Mistero imperscrutabile, inaccessibile.
Ma con amore provvido
raggiungi tutti gli uomini:
Beata sei tu, o Trinità, per tutti i secoli.
3In questo tempio, amabile
ci chiami e convochi, per fare un solo popolo di figli docili.
Ci sveli e ci comunichi la vita tua ineffabile:
Beata sei tu, o Trinità, per tutti i secoli.
(CDP 43)
602
TUTTA LA TERRA CANTI A DIO
ITutta la terra canti a Dio,
lodi la sua maestà!
Canti la gloria del suo nome: grande, sublime santità! Dicano tutte le nazioni: Non c'è nessuno uguale a te! Sono tremendi i tuoi prodigi, nell'universo tu sei re!
2 Tu solo compi meraviglie con l'infinita tua virtù. Guidi il tuo popolo redento dalla sua triste schiavitù. Sì, tu lo provi con il fuoco e vagli la sua fedeltà; ma esso sa di respirare nella tua immensa carità.
3Sii benedetto, eterno Dio;
non mi respingere da te, Tendi l'orecchio alla mia voce, venga Ia grazia e resti in me. Sempre ti voglio celebrare, fin che respiro mi darai. Nella dimora dei tuoi santi spero che tu mi accoglierai.
(CDP 44)
NOBILE SANTA CHIESA
Rit. Nobile santa Chiesa, regno d'amor, dona la terra a Cristo, trionFator!
1Il Signore t'ha scelta nel mondo qual segno:
alle terre lontane è aperto il tuo regno.
2Dalle sacre tue mura agli estremi orizzonti
a te accorron le genti, dai mari e dai monti.
3Tu rinnovi nei figli il mistero di Cristo,
tu ridesti nel mondo l'amore che salva.
4Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
al Dio grande, per Cristo, si elevi il tuo canto.
(CDP 47)
603
MIO SIGNORE
Mio Signore, ricordati di me: non lasciarmi solo quaggiù.
Mio Signore, sei qui, rimani in me: la mia gioia vera sei tu.
Vieni, Signore, a vivere con me: ch'io mi senta vivo per te.
(CDP 49)
NOI CREDIAMO IN TE
1Noi crediamo in te, o Signor,
noi speriamo in te, o Signor, noi amiamo te, o Signor, tu ci ascolti, o Signor.
2 Noi cerchiamo te, o Signor, noi preghiamo te, o Signor, noi cantiamo a te, o Signor: tu ci ascolti, o Signor.
3Sei con noi, Signor, sei con noi:
nella gioia tu sei con noi, nel dolore tu sei con noi, tu per sempre sei con noi.
4C'è chi prega, Signor: vieni a noi.
C'è chi soffre, Signor: vieni a noi. C'è chi spera, Signor: vieni a noi. O Signore, vieni a noi.
(CDP 50)
RESTA CON NOI, SIGNORE, LA SERA
1Resta con noi, Signore, la sera:
resta con noi e avremo la pace.
Rit. Resta con noi, non ci lasciar, la notte mai più scenderà. Resta con noi, non ci lasciar, per le vie del mondo, Signor.
2Ti porteremo ai nostri fratelli,
ti porteremo lungo le strade.
3 Voglio donarti queste mie mani, voglio donarti questo mio cuore.
(CDP 51)
604
GRAZIE, SIGNORE
Rit. Grazie, Signore, rendiamo grazie a te che regni nei secoli eterni!
Perché ci hai dato la fede...
Perché ci hai dato il tuo amore...
Perché ci doni il tuo pane...
Tu ci perdoni le colpe...
Tu ci ridoni la vita...
Perché sei sempre con noi...
A te cantiamo con gioia...
(CDP 52)
TI RINGRAZIO, MIO SIGNOR
Per la vita che ci dai - alleluia! ti ringrazio, mio Signor - alleluia!
Per la gioia e per l'amor - alleluia! ti ringrazio, mio Signor - alleluia!
La tua morte ci salvò - alleluia! ti ringrazio, mio Signor - alleluia!
Il tuo amore ci riunì - alleluia! ti ringrazio, mio Signor - alleluia! (CDP 53)
CIELI E TERRA NUOVA
Rit. Cieli e terra nuova il Signor darà, in cui la giustizia sempre abiterà.
1Tu sei Figlio di Dio e dai la libertà;
il tuo giudizio finale sarà la carità.
2Vinta sarà la morte: in Cristo risorgerem;
e nella gloria di Dio per sempre noi vivrem.
3Il suo è regno di vita, di amore e di verità;
di pace e di giustizia, di gloria e santità. (CDP 54)
605
VIENI FRATELLO
Vieni, fratello, il Padre ti chiama,
vieni alla cena, c'è un posto anche per te.
Rit. Andiamo, fratelli, il Padre ci chiama, andiamo alla cena, c'è un posto anche per noi.
1Al nuovo banchetto Dio chiama i figli suoi:
Parola e Pane, questo è il dono del Signor.
211 pane è Cristo, iI vino è il sangue suo:
con gioia andiamo alla mensa del Signor.
3Intorno alla mensa l'amore crescerà,
il Corpo di Cristo un sol corpo ci farà.
(CDP 55)
SIGNORE, SEI TU IL MIO PASTOR
Rit. Signore, sei tu il mio Pastor,
nulla mi può mancar nei tuoi pascoli.
1Tra l'erbe verdeggianti mi guidi a riposar;
all'acque tue tranquille mi fai tu dissetar.
2 Se in valle tutta oscura io camminar dovrò, vicino a Te, Signore, più nulla temerò.
3 Per me hai preparato il pane tuo immortal; il calice m'hai colmo di vino celestial.
4 La luce e la tua grazia mi guideranno ognor; da Te m'introdurranno per sempre, o mio Signor.
(CDP 56)
MISTERO DELLA CENA
1Mistero della Cena è il Corpo di Gesù.
Mistero della Croce è il Sangue di Gesù.
E questo pane e vino è Cristo in mezzo ai suoi. Gesù risorto e vivo sarà sempre con noi.
2 Mistero della Chiesa è il Corpo di Gesù. Mistero della pace è il Sangue di Gesù. Il pane che mangiamo fratelli ci farà. Intorno a questo altare l'amore crescerà.
(CDP 57)
606
O SIGNORE, RACCOGLI I TUOI FIGLI
Rit. O Signore, raccogli i tuoi figli, nella Chiesa i dispersi raduna.
1Come il grano nell'ostia si fonde
ediventa un solo pane; come l'uva nel torchio si preme per un unico vino.
2 Come in tutte le nostre famiglie ci riunisce l'amore
ei fratelli si trovano insieme ad un'unica mensa.
3 Come passa la linfa vitale dalla vite nei tralci; come l'albero stende nel sole i festosi suoi rami.
4 0 Signore, quel fuoco di amore che venisti a portare,
nel tuo nome divampi .ed accenda
nella Chiesa i fratelli.
(CDP 58)
DOVÈ CARITA E AMORE
Rit. Dov'è carità e amore, qui c'è Dio.
1Ci ha riuniti tutti insieme Cristo amore:
godiamo esultanti nel Signore! Temiamo e amiamo il Dio vivente,
eamiamoci tra noi con cuore sincero.
2 Noi formiamo, qui riuniti, un solo corpo: evitiamo di dividerci tra noi: via le lotte maligne, via le liti!
eregni in mezzo a noi Cristo Dio.
3 Chi non ama resta sempre nella notte
edall'ombra della morte non risorge; ma se noi camminiamo nell'amore, noi saremo veri figli della luce.
4Nell'amore di colui che ci ha salvati,
rinnovati dallo Spirito del Padre, tutti uniti sentiamoci fratelli, e la gioia diffondiamo sulla terra.
607
5 Imploriamo con fiducia il Padre santo perché doni ai nostri giorni la sua pace: ogni popolo dimentichi i rancori, ed il mondo si rinnovi nell'amore.
6 Fa' che un giorno contempliamo il tuo volto nella gloria dei beati, Cristo Dio: e sarà gioia immensa, gioia vera, durerà per tutti i secoli, senza fine!
(CDP 59)
NOI TI LODIAMO
Rit. Noi ti lodiam e ti benediciamo.
10 Padre del cielo che reggi l'universo,
splendi nelle stelle e brilli in ogni cuor:
20 Figlio di Dio, che salvi l'universo,
regni sulle genti e vivi in ogni cuor:
30 Spirito Santo, amor dell'universo,
luce delle menti e vita d'ogni cuor:
4 0 Dio beato, splendor dell'universo, Luce e Potenza, Amore e Verità:
5Dai cori celesti degli angeli e dei santi
salga senza fine gloria, lode, amor:
(CDP 85)
RESTA CON NOI, SIGNORE, ALLELUIA! Rit. Resta con noi, Signore. Alleluia!
1Tu sei frumento, Signor, degli eletti;
tu sei il pane disceso dal cielo.
2Tu sei il vino che germina i vergini;
sei per i deboli il pane dei forti.
3Tu sei la guida al banchetto del cielo;
tu sei il pegno di gloria futura.
4 Tu sei la luce che illumina il mondo; tu sei ristoro alla nostra stanchezza.
5Tu sei il Cristo, sei figlio di Dio;
tu solo hai parole di vita eterna.
6 Sarem fratelli alla mensa del Padre; saremo un cuore ed un'anima sola.
(CDP 86)
608
CREDO IN TE, SIGNOR
1Credo in te, Signor, credo in te:
grande è quaggiù il mister, ma credo in te.
Rit. Luce soave, gioia perfetta sei, credo in te, Signor, credo in te.
2Spero in te, Signor, spero in te:
debole sono ognor, ma spero in te.
3 Amo te, Signor, amo te: o crocifisso Amor, amo te.
4 Resta con me, Signor, resta co'n me: pane che dai vigor, resta con me. (CDP 94)
VENITE ALLA CASA DI DIO
Rit. Venite alla casa di Dio; con gioia lodiamo il suo nome.
1Acclamate al Signore da ogni terra;
al Signore servite con letizia. Entrate innanzi a lui con esultanza.
2Giubilanti venite alle sue porte
e con canti di gioia alla sua Casa; il nome suo lodate e benedite.
3Poiché buono è il Signore nostro Dio,
in eterno la sua misericordia, nei secoli trionfa l'amore suo fedele.
(CDP 99)
E GIUNTA L'ORA
It giunta l'ora, Padre, per me.
Ai miei amici ho detto che questa è la vita: conoscere te e il Figlio tuo, Cristo Gesù.
2Erano tuoi, li hai dati a me;
ed ora sanno che torno a te; hanno creduto: conservali tu nel tuo amore, nell'unità.
609
3Tu mi hai mandato ai figli tuoi,
la tua parola è verità.
E il loro cuore sia pieno di gioia: la gioia vera viene da te.
4 Io sono in loro e tu in me: che sian perfetti nell'unità; e il mondo creda che tu mi hai mandato, li hai amati come ami me.
(CDP 135)
COM'E BELLO
Rit. Com'è bello, Signor, stare insieme ed amarci come ami tu; qui c'è Dio, alleluia!
1La carità è paziente, la carità è benigna,
comprende, non si adira e non dispera mai.
2La carità perdona, la carità si adatta,
si dona senza sosta con gioia e umiltà.
3La carità è la legge, la carità è la vita,
abbraccia tutto il mondo e in ciel si compirà.
4 Il pane che mangiamo, il corpo del Signore, di carità è sorgente e centro di unità.
(CDP 139)
HA TROVATO IL MIO CUORE
Rit. Ha trovato il mio cuore la pace all'altare di Dio.
1Quanto amabili son le tue tende,
o Signor delle schiere!
Il mio cuore si strugge d'amore per il tempio di Dio.
2 Cuore ed anima esultano insieme nel Signore vivente.
Ha trovato l'uccello il suo nido dove pone i suoi nati.
3lo trovai la mia gioia al tuo altare,
mio Signore e mio Dio.
Gli abitanti nel tempio tuo santo son beati in eterno.
(CDP 190)
610
UN COMANDAMENTO NUOVO
Ant. Un comandamento nuovo dò a voi: che vi amiate l'un l'altro,
come io ho amato voi — dice il Signore.
1Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio:
all'ombra delle tue ali gli uomini riparano.
2Tu li disseti ad un torrente di gioia,
perché presso di te è la sorgente di vita.
3Come è bello che i fratelli siano insieme;
come rugiada sui monti è la benedizione del Signore.
4Augurate pace al suo popolo e ai suoi fedeli,
per amore dei fratelli dite: regni la pace.
(CDP 191)
LAUDA SION
I Lauda Sion Salvatorem, lauda ducem et pastorem, in hymnis et canticis.
Sit laus piena, sit sonora, sit iucunda, sit decora,
mentis iubilatio. Christus vincit! Christus regnat! Christus imperat!
2 Ecce panis Angelorum, factus Gibus viatorum; non mittendus canibus.
3Bone pastor, panis vere,
tu nos bona fac videre, in terra viventium.
ADORO TE DEVOTE
1Adoro te devote, latens Deitas,
Quae sub his figuris vere latitas: Tibi se cor meum totum subicit, Quia te contemplans totum deficit.
611
2Visus, tactus, gustus in te fallitur,
Sed auditu solo tuto creditur: Credo quidquid dixit Dei Filius, Nihil hoc verbo veritatis verius.
3Iesu, quem velatura nunc aspicio,
Oro, fiat illud quod tam sitio: Ut, te revelata cernens facie,
Visu sim beatus tuae gloriae. Amen.
O SACRUM CONVIVIUM
O sacrum convivium, in quo Christus sumitur; recolitur memoria passionis eius; mens impletur gratia; et futurae gloriae
nobis pignus datur.
DAMMI, PADRE, DI CANTARE
1Dammi, Padre, di cantare
per il Cristo, mio Signore: fammi voce del creato.
2 Dona a tutti un cuore puro, dona voce di fanciulli: figli siamo della luce.
3Come a giorno illuminati,
fatti nuovi nell'amore, tutti insieme conveniamo:
4la fatica ha il suo riposo,
ogni pena il suo conforto, ogni dubbio la certezza;
5 ogni male il suo perdono, la speranza una promessa: anche noi risorgeremo!
6 Nel suo Verbo radunati noi parliamo col Vivente,
questo è il giorno del colloquio.
7Primo giorno dopo il sabato,
giorno ultimo del mondo, giorno eterno del Risorto.
612
8 Tutto il mondo a una voce con noi canti nel suo nome l'inno a cieli e terre nuove.
9Padre, fonte di ogni vita,
della gioia vera origine,
lode a te per questo giorno. Amen. (CDP 48)
RESTA PER SEMPRE
1Resta per sempre in mezzo a noi, Signore,
Tu nostra via, vita e verità; la tua presenza sia nel nostro cuore fonte di luce, gioia e santità.
2 Che questo giorno sia per noi fecondo d'opere degne della tua bontà;
perché la nostra vita sia nel mondo raggio che attesti la tua carità.
(CDP 98)
LUCE SPLENDA NELLA NOTTE
ILuce splenda nella notte:
splenda Cristo nella vita, tutti acclamino al Signore!
2Questo è giorno senza fine,
giorno atteso dalle cose: pur chi piange abbia fede.
3Dalla grazia rinnovati,
qui il Risorto ci confermi tutti liberi e fratelli.
4 Alla cena come allora entri e dica: pace a voi, il mio Spirito vi dono.
5 Come il Padre mi ha mandato, così mando voi nel mondo: dite a tutti quanto li amo.
6Cristo luce, o Salvatore,
tu l'immagine dell'uomo:
fa' di noi la tua dimora. (Amen).
(CDP 133)
613
IL GIORNO ORMAI SCOMPARE
1Il giorno ormai scompare,
presto la luce muore, presto la notte scenderà: resta con noi, Signore!
2 E in questa sera, preghiamo:
venga la pace vera, venga la tua serenità, la tua bontà, Signore!
3La grande sera ci attende
quando la notte splende: quando la gloria brillerà, apparirai, Signore!
4 A te, Creatore del mondo, gloria la notte e il giorno, gloria la Chiesa canterà, acclamerà: Signore!
(CDP 45)
INNALZATE NEI CIELI
1innalzate nei cieli lo sguardo:
la salvezza di Dio è vicina. Risvegliate nel cuore l'attesa
per accogliere il Re della gloria.
Rit. Vieni, Gesù, vieni, Gesù!
Discendi dal cielo, discendi dal cielo.
2 Sorgerà dalla casa di David il Messia da tutti invocato: prenderà da una Vergine il corpo per potenza di Spirito Santo.
3Benedetta sei tu, o Maria,
che rispondi all'attesa del mondo: come aurora splendente di grazia porti al mondo il sole divino.
4Vieni, o Re, discendi dal cielo,
porta al mondo il sorriso di Dio: nessun uomo ha visto il suo volto,
solo tu puoi svelarci il mistero.
(CDP 61)
614
O CIELI, STILLATE RUGIADA
Rit. O cieli, stillate rugiada,
e la terra germogli il Salvatore!
1Hai favorito, Signore, la tua terra,
sono tornati i prigionieri di Giacobbe; hai tolto dal tuo popolo la colpa, è coperto ogni loro peccato.
2Ascolterò la parola del Signore:
sì, Dio parla di pace;
la sua salvezza è vicina a chi lo teme, la sua gloria abiterà la nostra terra.
3S'incontrano amore e verità,
si baciano pace e giustizia; verità germoglia dalla terra, giustizia si affaccia dal cielo.
4. E il Signore darà il bene; la nostra terra darà il suo frutto; giustizia camminerà davanti a lui e salvezza sulla via dei suoi passi.
5Sia gloria al Padre onnipotente,
al Figlio, Gesù Cristo, Signore, allo Spirito Santo, Amore, nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 63)
SIGNORE, VIENI
1Signore, vieni, la terra è pronta e t'accoglierà.
Signore, vieni, nei solchi il grano maturerà. Perché ogni vita attende la tua Parola; al nostro aspettare infine apri il tuo cielo.
Rit. Signore, venga per noi il tuo regno!
2Signore, vieni, la mensa è pronta e t'accoglierà.
Signore, vieni, non basta il pane all'umanità. Tu ospite buono a noi ridoni vigore; la cara presenza in noi ravvivi l'amore.
3Signore, vieni, la notte, il freddo non ha più fine.
Signore, vieni, gli occhi sperano il tuo mattino. La dolce tua pace si posi sul nostro dolore; al fuoco tuo vivo rinasca un mondo che muore.
(CDP 64)
615
O CIELI IMMENSI
1O cieli immensi, cieli stellati,
cantate a Dio, canti la terra: Vieni, Signor! Sia gloria in cielo e pace in terra: per tutti viene il Salvator!
2 Torna la gioia, torna il Natale:
ognuno speri, ognuno invochi: Vieni, Signor!
Sia fine all'odio, ad ogni guerra: per tutti viene il Salvatori
3L'attesa è grande in ogni cuore:
mostra il tuo volto, Dio fedele; Vieni, Signor! Porta l'amore, dona la pace: per tutti vieni, o Salvatori
4 Dolce Maria Immacolata,
con noi tu preghi, per noi tu invochi: Vieni, Signor! Madre di Cristo e della Chiesa, a tutti dona il Salvator!
(CDP 149)
MARANA THA
Rit. Marana tha! Vieni, Signore Gesù!
(Salvatore del mondo, vieni, Signore Gesù!)
1Io sono la Radice e il Figlio di Davide,
la Stella radiosa del mattino.
2 Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni, Signore! Chi ascolta, dice: Vieni, Signore!
3Chi ha sete, venga!
Chi lo cerca, riceva in dono l'acqua della vita.
4 Sì, io vengo presto!
Amen! Vieni, Signore Gesù!
(CDP 148)
VIENI, SIGNORE GESÙ
1Splendore della gloria del Padre,
che illumini ogni vivente: vieni, Signore Gesù! -
2 Sapienza della bocca dell'Altissimo, che tutto disponi con dolcezza:
616 30 Sole di giustizia,
che rischiari i giacenti nelle tenebre:
4Pastore dei gregge d'Israele,
che rimetti gli sbandati sul cammino:
5 0 Giudice di ogni mortale, che condanni e dài la vita:
6 0 Chiave di Davide, che ci apri le porte del cielo:
7 Emmanuele, Signore e guida nostra, Redentore dai popoli atteso:
8Primogenito delle creature,
e capo del corpo della Chiesa:
9 0 Re delle genti,
che riconcili il mondo diviso.
(CDP 192)
VIENI, O SIGNORE
Rit. Vieni, o Signore, la terra ti attende. Alleluia, alleluia!
1Sole che spunti da oriente,
splendore di eterna bellezza,
porta la luce nel mondo e la gioia.
2 0 Re della terra e dei popoli, che guidi con forza e dolcezza, porta la pace nel mondo e la vita.
3All'uomo che piange tristezza
e geme nell'ombra di morte, porta la tua speranza e l'amore.
(CDP 147)
VENITE, FEDELI
1Venite, fedeli, l'angelo ci invita,
venite, venite a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore.
Rit. Venite, adoriamo il Signore Gesù!
2 La luce del mondo brilla in una grotta: la fede ci guida a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore.
617
3La notte risplende, tutto il mondo attende:
seguiamo i pastori a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore.
411 Figlio di Dio, Re dell'universo,
si è fatto bambino a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore.
5« Sia gloria nei cieli, pace sulla terra »,
un angelo annuncia a Betlemme. Nasce per noi Cristo Salvatore.
(CDP 65)
TU SCENDI DALLE STELLE
Tu scendi dalle stelle, o Re del Cielo,
Evieni in una grotta al freddo, al gelo.
OBambino mio divino,
io ti vedo qui a tremar:
o Dio beato!
Ah, quanto ti costò l'avermi amato!
(CDP 66)
ENATO IL SALVATORE
1nato il Salvatore, Dio ce lo donò.
Enato da Maria, Ella ce lo portò. Egli è nato in mezzo a noi: Gesù, Signore nostro, noi crederemo in te.
2Appare nella notte la nostra povertà.
Appare, ed è un bambino, uomo che soffrirà. Un bambino in mezzo a noi:
Gesù, fratello nostro, noi spereremo in te.
3Angeli del tuo cielo cantano gloria a te,
cantano: pace in terra, per chi ti accoglie in sé. Ti accogliamo in mezzo a noi:
Gesù, che vivi in cielo, fa' che viviamo in te.
(CDP 67)
GIOISCONO GLI ANGELI
1Gioiscono gli Angeli nel cielo
e danno ai pastori il lieto annunzio: Andate a Betlemme di Giudea, è nato per voi un Salvatore.
618
2Nell'umile grotta troverete
un bimbo deposto in un presepio: è lui la Parola dell'Eterno di fragile corpo rivestito.
3Signore Gesù, noi t'adoriamo:
la gloria del Padre in te risplende: tu sei la sua luce, la Parola, l'immagine dolce del suo volto.
4 Nel giorno gaudioso deI Natale rinasce l'intera creazione: e noi, generati a nuova vita, a te eleviamo un canto nuovo. (CDP 68)
CANTANO GLI ANGELI
1Cantano gli angeli: Gloria al Signore,
pace in terra agli uomini! Nasce per noi Cristo Signore, dono di Dio agli uomini!
Rit. Tutti cantiamo: Alleluia! Al Figlio di Dio: Alleluia!
2Cristo Signore, noi ti accogliamo
come fratello che viene a noi. Figlio di Dio, noi ti adoriamo: resta per sempre in mezzo a noi.
3Cristo amore, luce da luce
splenda nel mondo la verità! Tu sei la via che ci conduce verso la patria, l'eternità.
4Cristo, Parola di Dio Padre,
sveli il suo volto, la sua bontà. Nato da donna vergine e madre, vieni a salvare l'umanità.
(CDP 150)
GESÙ CRISTO REDENTORE
1Gesù Cristo Redentore,
sei venuto sulla terra per aprire a tutti il cielo a gloria del tuo Padre.
2 Tu splendore dell'Eterno e speranza dei mortali,
619
esaudisci la preghiera
che a te leviamo in coro.
3 Non scordare, o Creatore,
che siam figli della terra,
etu pure da tua Madre hai preso un cuore umano.
4 Questo giorno ci ricorda, con festiva ricorrenza, che Dio Padre ti ha mandato in dono di salvezza.
5 Mediatore di perdono che rinnovi l'alleanza, e fai pace in terra e in cielo, ti acclama il mondo intero.
6 Noi redenti dal tuo sangue
econgiunti nell'amore, festeggiamo il tuo Natale
ea te leviamo il canto.
7Cristo, figlio di Maria,
Cristo, a tutti sei fratello: nello Spirito del Padre, a te sia gloria e vita. Amen.
(CDP 152)
O SOMMO CREATORE
1 O sommo Creatore,
eluce inaccessibile:
tu, che hai redento il mondo, ascolta questa supplica.
2 Per espiare il male nascesti dalla Vergine e ti donasti al Padre in croce, pura vittima.
3Al tuo ritorno ultimo,
noi ti preghiamo, o giudice, rivelaci il tuo amore
edal maligno salvaci.
4 Gloria, onore e lode
al Padre e all'Unigenito,
ed all'eterno Amore
sia gloria per i secoli. Amen.
(CDP 193)
620
O CLEMENTE CREATORE
1 O clemente Creatore,
porgi ascolto alla preghiera:
egradisci il nostro impegno in questo tempo sacro.
2 Tu che scruti nel profondo la tua debole creatura, dà la grazia del perdono a chi ritorna al Padre.
3 Siamo molto peccatori, ma tu guarda al pentimento:
erisana le ferite a gloria del tuo nome.
4 H digiuno di salvezza vinca il male e le passioni: tu sostieni nel cammino lo spirito contrito.
5Obbedienti alla Parola,
alla legge del Vangelo, ti ameremo nei fratelli per dirti il nostro amore.
6Gloria al Padre Creatore,
gloria al Figlio che ci salva,
eallo Spirito di amore nei secoli per sempre. Amen.
(CDP 194)
SIGNORE, DOLCE VOLTO
1Signore, dolce volto di pena e di dolor,
ovolto pien di luce colpito per amor. Avvolto nella morte perduto sei per noi. Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
2 Nell'ombra della morte resistere non puoi. O Verbo, nostro Dio, in croce sei per noi. Nell'ora del dolore ci rivolgiamo a te. Accogli il nostro pianto, o nostro Salvator.
3 0 capo insanguinato del dolce mio Signor, di spine incoronato, trafitto dal dolor. Perché son sì spietati gli uomini con te? Ah, sono i miei peccati! Gesù, pietà di me!
(CDP 69)
62t
SE TU MI ACCOGLI
1Se tu mi accogli, Padre buono,
prima che venga sera, se tu mi doni il tuo perdono, avrò la pace vera: ti chiamerò, mio Salvatore,
etornerò, Gesù, con te.
2Se nell'angoscia più profonda,
quando il nemico assale, se la tua grazia mi circonda, non temerò alcun male: t'invocherò, mio Redentore,
eresterò sempre con te.
3Signore, a te veniam fidenti:
Tu sei la vita, sei l'amor.
Dal sangue tuo siam redenti, Gesù, Signore, Salvator.
Ascolta, tu che tutto puoi: vieni, Signor, resta con noi!
(CDP 72)
PADRE, PERDONA
Rit. Signore, ascolta: Padre, perdona! Fa' che vediamo il tuo amore.
1 A te guardiamo, Redentore nostro; da te speriamo gioia di salvezza, fa' che troviamo grazia di perdono.
2 Ti confessiamo ogni nostra colpa; riconosciamo ogni nostro errore; e ti preghiamo: dona il tuo perdono.
30 buon Pastore, tu che dai la vita;
Parola certa, Roccia che non muta: perdona ancora, con pietà infinita.
(CDP 73)
CUORE SOAVE
1Cuore soave, mite ed innocente,
ferito da una lancia che dà morte. Tu, nostro re di pace,
sei vittima per noi, per ogni guerra: pietà di noi, Signore!
622
2 Cuore soave, tenero e benigno, colpito dalle ingrate creature. Tu nutri il mondo intero,
eil mondo odia te, pastore buono: pietà di noi, Signore!
3Cuore soave, triste e abbandonato,
tu cerchi un cuore amico e non lo trovi.
Pietà tu aspetti invano,
nessuno ti conforta nella pena:
pietà di noi, Signore!
4 Cuore soave, cuore che perdona, perdona ancora, noi ritorneremo. Tu sciogli il nostro gelo,
enoi verremo a te con cuore nuovo: pietà di noi, Signore!
(CDP 74)
NEI CIELI UN GRIDO RISUONÒ
1Nei cieli un grido risuonò: Alleluia!
Cristo Signore trionfò: Alleluia!
2Morte di croce egli patì: Alleluia!
ora al suo cielo risalì: Alleluia!
3Cristo ora è vivo in mezzo a noi: Alleluia!
noi risorgiamo insieme a lui: Alleluia!
4Tutta la terra acclamerà: Alleluia!
Tutto il tuo cielo griderà: Alleluia!
5Gloria alla santa Trinità: Alleluia!
ora e per l'eternità: Alleluia!
(CDP 75)
CRISTO RISUSCITI
Rit. Cristo risusciti in tutti i cuori. Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor!
1 Cantate, o popoli del regno umano, Cristo sovrano!
2 Noi risorgiamo in te, Dio Salvatore, Cristo Signore!
623
3 Tutti lo acclamano, angeli e santi, tutti i redenti.
4 Egli sarà con noi nel grande giorno, al suo ritorno.
5Cristo nei secoli! Cristo è la storia!
Cristo è la gloria!
(CDP 76)
CRISTO SIGNORE E RISORTO
1Il Cristo Signore è risorto,
la nostra speranza è compiuta: travolta per sempre la morte, trionfa in eterno la vita.
Rit. Questo è il giorno
che ha fatto il Signore, alleluia! Esultiamo insieme, alleluia!
2II Cristo ha redento i fratelli,
al Padre con sé li conduce; lo Spirito Amore congiunge la santa famiglia di Dio.
(CDP 78)
VICTIMAE PASCHALI
Victimae paschali laudes immolent christiani. Agnus redemit oves: Christus innocens Patri reconciliavit peccatores.
Mors et vita
duello conflixere mirando: dux vitae mortuus regnat vivus.
Dic nobis, Maria,
quid vidisti in via?
Sepulcrum Christi viventis: et gloriam vidi resurgentis. Angelicos testes,
sudarium et vestes.
Surrexit Christus spes mea:
praecedet suos in Galilaeam.
624
Scimus Christum
surrexisse a mortuis vere: tu nobis, victor Rex,
miserere. Amen. Alleluia.
(CDP 176)
L'AGNELLO PASQUALE
L'Agnello pasquale riceva le lodi di tutti i cristiani.
L'Agnello ha salvato il suo gregge; il Cristo, innocente, al Padre riporta chi aveva peccato.
La vita si oppose alla morte; il Re della vita trionfa,
vivente, sul regno dei morti.
Racconta a noi tutti, Maria: che cosa hai veduto per via?
La tomba del Cristo vivente, la gloria di lui risorgente; ho visto il sudario, le vesti, e gli angeli suoi testimoni.
Gesù, mia speranza, è risorto e là in Galilea vi attende.
Crediamo che il Cristo è risorto, risorto dal regno dei morti.
Tu, Re vittorioso,
a noi benigno rivolgi il tuo volto. Amen. Alleluia!
(CDP 162)
VENI, CREATOR SPIRITUS
1Veni, creator Spiritus,
Mentes tuorum visita: Imple superna gratia Quae tu creasti pectore.
2Qui diceris Paraclitus,
Altissimi donum Dei, Fons vivus, ignis, caritas, Et spiritalis unctio.
695
3 Tu septiformis munere, Digitus Paternae dexterae, Tu rite promissum Patris, Sermone ditans guttura.
4 Accende lumen sensibus, Infunde amorem cordibus, infirma nostri corporis Virtute firmans perpeti.
5Hostem repellas longius,
Pacemque dones protinus: Ductore sic te praevio Vítemus orane noxium.
6 Per te sciamus da Patrem, Noscamus acque Filium: Teque utriusque Spiritum Credamus omni tempore.
7Deo Patri sit gloria,
Et Filio, qui a mortuis Surrexit, ac Paraclito,
In saeculorum saecula. Amen.
VENI, SANCTE SPIRITUS
IVeni, Sancte Spiritus,
et emitte caelitus lucis tuae radium.
2 Veni, pater pauperum, veni, dator munerum, veni, lumen cordium.
3Consolator optime,
dulcis hospes animae, dulce refrigerium.
4In labore requies,
in aestu temperies, in fletu solatium.
50 lux beatissima,
reple cordis intima, tuorum fidelium.
6 Sine tuo numine, nihil est in homine, nihil est innoxium.
626
7 Lava quod est sordidum, riga quod est aridum, sana quod est saucium.
8Flecte quod est rigidum,
fove quod est frigidum, rege quod est devium.
9Da tuis fidelibus,
in te confidentibus, sacrum septenarium.
IO Da virtutis meritum, da salutis exitum,
da perenne gaudium. Amen.
(CDP 177)
GENTI TUTTE, PROCLAMATE
1Genti tutte, proclamate
il mistero del Signor,
del suo corpo e del suo sangue
che la Vergine donò
e fu sparso in sacrificio
per salvar l'umanità.
2 Dato a noi da madre pura,
per noi tutti s'incarnò.
La feconda sua parola
tra le genti seminò;
con amore generoso
la sua vita consumò.
3 Nella notte della Cena coi fratelli si trovò. Del pasquale sacro rito ogni regola compì e agli apostoli ammirati come cibo si donò.
4 La parola del Signore
pane e vino trasformò:
pane in carne, vino in sangue,
in memoria consacrò!
Non i sensi, ma la fede
prova questa verità.
627
ADORIAMO IL SACRAMENTO
5 Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò. Nuovo patto, nuovo rito nella fede si compi. Al mistero è fondamento la parola di Gesù.
6 Gloria al Padre onnipotente, gloria al Figlio Redentor, lode grande, sommo onore all'eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore alla santa Trinità. Amen.
(CDP 60)
PANGE LINGUA
1Pange, lingua, gloriosi
corporis mysterium, sanguinisque pretiosi quem in mundi pretium, fructus ventris generosi, rex effudit gentium.
2 Nobis datus, nobis natus ex intacta Virgine, et in mundo conversatus,
sparso verbi semine, sui moras incolatus miro clausit ordine.
3 In supremae nocte cense recumbens cum fratribus, observata lege piene cibis in legalibus,
cibum turbae duodenae se dat suis manibus.
4 Verbum caro panem verum verbo carnem efficit,
fitque sanguis Christi merum, et, si sensus deficit, ad firmandum cor sincerum sola fides sufficit.
628
5 Tantum ergo sacramentum veneremur cernui: et antiquum documentum novo cedat ritui;
praestet fides supplementum sensuum defectui.
6 Genitori genitoque laus et iubilatio,
salus honor virtus quoque sit et benedictio;
procedenti ab utroque
compar sit laudatio. Amen.
(CDP 178)
TI CELEBRIAMO DIO
1 Ti celebriamo Dio, ti proclamiamo Signore.
2Tutta la terra ti adora,
eterno Padre.
3Tutti gli spiriti celesti, gli angeli e Ie potenze,
i cherubini e i serafini
acclamano con voci infinite:
4Santo! santo!
santo il Signore, Dio dell'universo!
5 La maestà della tua gloria riempie i cieli e la terra.
6 A te il glorioso ordine degli apostoli, il mirabile coro dei profeti,
lo splendido esercito dei martiri innalza la lode.
7E te, su tutta la terra,
la Chiesa santa proclama:
8 Padre d'immensa maestà
e il tuo vero, unico Figlio che adoriamo, con lo Spirito Santo, il Paraclito.
9Tu il re della gloria, o Cristo!
tu, il Figlio eterno del Padre!
10 Tu, per liberare l'uomo, ti sei degnato di nascere uomo dal grembo della Vergine.
629
11 Tu hai vinto il potere della morte per aprire ai credenti il regno dei cieli.
12 Tu siedi alla destra di Dio nella gloria del Padre e verrai come giudice alla fine dei tempi.
13 Ti preghiamo, aiuta i tuoi servi: ci hai redento col sangue prezioso.
14 Concedi a noi la gloria eterna insieme ai tuoi santi.
(CDP 183)
TE DEUM
Te Deum laudamus: te Dominum confitemur.
Te aeternum Patrem omnis terra veneratur.
Tibi omnes Angeli,
tibi Caeli, et universae Potestate:
Tibi Cherubim et Seraphim
incessabili voce proclamant:
Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus, Deus Sabaoth.
Pieni sunt caeli et terra maiestatis gloriae tuae.
Te gloriosus
Apostolorum chorus, Te Prophetarum
laudabilis numerus.
Te Martyrum candidatus laudat exercitus.
Te per orbem terrarum sancta confitetur Ecclesia.
Patrem
immensae maiestatis; Venerandum tuum verum et unicum Filium; Sanctum quoque
Paraclitum Spiritum.
630 Tu Rex gloriae,
Christe. Tu Patris
sempiternus es Filius.
Tu ad liberandum suscepturus hominem, non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes, in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.
Te 'ergo quaesumus, tuis famulis subveni, quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac cum Sanctis tuis in gloria numerari.
Salvum fac populum tuum, Domine, et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.
Per singulos dies benedicimus te;
Et laudamus nomen tuum in saeculum,
et saeculum saeculi.
Dignare, Domine, die isto sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine, miserere nostri.
Fiat misericordia tua, Domine, super nos, quemadmodum speravimus in te.
In te, Domine, speravi: non confundar in aeternum.
AVE, MARIS STELLA
Ave, maris stella, Dei Mater alma, Atque semper Virgo,
Felix caeli porta.
631
Sumens illud Ave Gabrielis ore,
Funda nos in pace, Mutans blevae nomen.
Solve vincla reis, Profer lumen caecis: Mala nostra pelle, Bona cuncta poste:
Monstra te esse matrem Sumat per te preces, Qui pro nobis natus Tulit esse tuus.
Virgo singularis, Inter omnes mitis, Nos culpis solutos Mites fac et castos.
Vitam praesta puram, Iter para tutum:
Ut videntes Iesum Semper collaetemur.
Sit laus Deo Patri, Summo Christo decus, Spiritui Sancto,
Tribus honor unus. Amen.
AVE, O STELLA DEL MARE
lAve, o Stella del mare,
nobile madre di Dio, Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo.
2L'angelo reca il saluto:
l'Ave, messaggio di Dio, muta la sorte di Eva, dona la pace all'uomo.
3 Rompi i legami dei miseri, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
632
4 Mostrati madre per tutti, porta la nostra preghiera: Cristo l'accolga benigno, Lui che si è fatto tuo Figlio.
5Vergine sola fra tutte
mite e senza peccato, rendi i tuoi figli innocenti, miti e puri di cuore.
6 Donaci un cuore sincero, guida alla vita sicura, finché vedremo il tuo Figlio, gioia immortale per noi.
7Gloria all'Altissimo, al Padre,
lode a Cristo, allo Spirito; salga al Signore, al Santo l'unico e triplice onore. (Amen).
(CDP 79)
O SANTISSIMA
1O santissima, o piissima
Madre nostra, Maria.
Tu, preservata immacolata, prega, prega pei figli tuoi.
2 Benedetta ed eletta fra le donne, Maria.
Sei la speranza, o tutta Santa:
prega, prega pei figli tuoi.
3 ll Signore ha compiuto in te grandi cose, Maria!
Tu sei la Madre deI Salvatore: prega, prega pei figli tuoi.
4 Tu del cielo sei Regina, o beata Maria.
Noi ti amiamo, noi t'invochiamo:
prega, prega pei figli tuoi.
(CDP 80)
TU SPLENDI, O VERGINE
1 Tu splendi, o Vergine, nel tuo mistero: figlia di Davide, madre del Cristo; tutti ti acclamano, santa Maria, con te ringraziano l'eterno Padre.
633
Rit. Ave, regina dei cieli, vergine madre del Cristo,
oMaria santissima,
osperanza del mondo!
(Misteri gaudiosi)
2 Tu quando l'angelo porta l'annuncio, rispondi umile alla sua lode. Madre mirabile dell'uomo-Dio, il santo Spirito in te riposa.
(Misteri dolorosi)
3Tu per gli uomini soffri col Figlio,
fatta partecipe dei suoi tormenti. Nel pianto generi figli di Dio, con gioia susciti la nuova vita.
(Misteri gloriosi)
4Tu primogenita sei nella Chiesa,
sei vivo simbolo del suo destino. Assunta in gloria, regni nel cielo, vivi nei secoli, santa Maria!
(CDP 169)
VEGLIA SUL MONDO
Rit. Veglia sul mondo, proteggilo, Maria, sopra ogni uomo che cerca libertà. Sono tuoi figli, Maria, tu lo sai, Madre di Dio e dell'umanità.
l Veglia sul mondo, sui popoli in cammino, sopra gli schiavi di questa civiltà.
2 Veglia sul mondo, famiglia senza pace, sopra i tuoi figli che muoiono quaggiù.
3Veglia sul mondo, sul giovane sfruttato,
sopra chi è solo e ormai non spera più.
(CDP 172)
SANTA MARIA DELLA SPERANZA
Rit. Santa Maria della speranza mantieni viva la nostra attesa.
1Ci hai dato l'aspettato di ogni tempo
tante volte promesso dai profeti.
634 Ora noi con fiducia domandiamo la forza che dà vita al mondo nuovo.
2 Sei apparsa come aurora del gran giorno che ha visto Dio venire sulla terra. Ora noi attendiamo il suo ritorno, lottiamo per l'avvento del suo Regno.
3 Univi al tuo dolore la speranza vivendo nell'amor la lunga attesa. Ora noi con impegno lavoriamo al nuovo rifiorire della terra.
4Speravi quando tutti erano incerti
che Cristo risorgesse dalla morte. Ora noi siamo certi che il Risorto è vita per il mondo ora e sempre. (CDP 198)
O MARIA SANTISSIMA
l 0 Maria santissima,
dolce madre di Gesù,
stendi il tuo manto sopra la terra rendi sicuro il cammino quaggiù.
Rit. Ave, ave, Maria!
2 O Maria purissima,
sei l'eletta del Signor.
Salva i tuoi figli, portali al cielo, sorreggi tu la speranza nei cuor.
3 0 Maria amabile,
doni al mondo il Salvator.
Tutti i credenti accolgano Cristo, e regni sempre tra i figli l'amor. (CDP 199)
OREGINA DI TUTTI I POPOLI
ORegina di tutti i popoli, tu ci guidi nella speranza; noi un giorno, con tutti i santi, canteremo le tue vittorie, o Maria.
635
Madre, ascolta questi figli tuoi; vieni e resta in mezzo a noi. Vieni, vieni, portaci a Gesù!
(CDP 200)
AUSILIATRICE, VERGINE BELLA
1Ausiliatrice, vergine bella,
di nostra vita tu sei la stella;
fra le tempeste, deh! guida il core di chi ti chiama Stella d'amore.
Rit. Siam peccatori, ma figli tuoi: Ausiliatrice, prega per noi.
2 Tu che nel cielo siedi Regina a noi pietoso lo sguardo inchina; per l'Uomo Dio che stringi al petto deh! non privarci del tuo affetto.
O REGINA DEL CIELO
O Regina del cielo, nostro aiuto, Maria, del cor nostro tu sei la più dolce armonia.
La preghiera tu ascolta, che il tuo popol ti canta, dolce Madre di Dio, bella Vergine Santa!
Ausiliatrice, Santa Maria, per noi del cielo tu sei la via! Noi ti vogliamo per sempre amar! Stella dei cuori, Stella del mar.
GIÙ DAI COLLI, UN DI LONTANO
Giù dai colli, un dì lontano, con la sola madre accanto, tu scendesti verso il piano, dei tuoi sogni al dolce incanto!
636
Oggi, o Padre, non più solo per le strade passi ancora; dei tuoi figli immenso stuolo con gran giubilo t'onora!
Rit. Don Bosco, ritorna tra i giovani ancor: ti chiaman frementi di gioia e d'amor...
DOLCISSIMO SANTO
Dolcissimo santo,
salvezza dei giovani cuori, d'amore a te il canto, di vita a te i fulgidi fiori!
Te cinge festosa
fremente la giovane vita: in te sente ascosa
dei cieli la gioia infinita!
Don Bosco! Don Bosco! Te acclaman la terra ed i ciel. Don Bosco! Don Bosco! te canta il tuo popol fedel.
DIO GLI DONO
Rit. Dio gli donò sapienza e prudenza, ed un cuore grande come le sabbie del mare. (Alleluia!).
1Lodate, o giovani, il Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore
da ora e per sempre.
Dal sorgere del sole al suo tramonto,
sia lodato il nome del Signore.
2Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo:
come era in principio, ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
(CDP 174)
637
LUX AETERNA
Lux aeterna
luceat eis, Domine: cum sanctis tuis in aeternum:
quia pius es.
EGO SUM
Ego sum resurrectio et vita:
qui credit in me
etiam si mortuus fuerit vivet:
et omnis qui vivit ed credit ín me,
non morietur in aeternum.
REQUIEM AETERNAM
Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi reddetur votum in lerusalem: exaudi orationem meam, ad te omnis caro veniet.
L'ETERNO RIPOSO
Rit. L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.
(CDP B2)
IO CREDO: RISORGERÒ
Rit. Io credo: risorgerò,
questo mio corpo vedrà il Salvatore!
lPrima che io nascessi,
mio Dio, tu mi conosci: ricordati, Signore, che l'uomo è come l'erba, come il fiore del campo.
2 Ora è nelle tue mani
quest'anima che mi hai data: accoglila, Signore, da sempre tu l'hai amata, è preziosa ai tuoi occhi.
638
3 Padre, che mi hai formato a immagine del tuo volto: conserva in me, Signore, il segno della tua gloria, che risplenda in eterno.
4 Cristo, mio Redentore, risorto nella luce: io spero in te, Signore, hai vinto, mi hai liberato
dalle tenebre eterne.
5Spirito della vita,
che abiti nel mio cuore: rimani in me, Signore, rimani oltre la morte, per i secoli eterni.
(CDP 83)
IN PARADISO
Rit. In Paradiso ti accompagnino gli angeli e i santi, ti accolgano nella pace di Dio.
1Ti accolgano gli angeli,
eti portino al trono di Dio; tu possa sentire la sua voce di padre benigno.
2 Ti accolgano i martiri:
econ questi fratelli più forti tu possa aver parte alla gloria che Cristo ci ha dato.
3 Ti accolgano i poveri:
econ Lazzaro, povero in terra, tu possa godere tutti i beni eterni del cielo.
4Ti accolga la Vergine,
dolce madre di Cristo qui in terra: tu possa abitare
con la dolce tua madre del cielo.
5Ti accolga il Signore,
Gesù Cristo, il tuo Salvatore: tu possa vedere
il suo volto splendente di gloria.
(CDP 84)
639
INDICE ALFABETICO
DEI CANTI
82b Adoriamo il Sacramento .. . pag. 628
50Adoro te devote .......»611
3Al Signore la terra (Salmo 23) ....»584
14 Andiamo alla casa del Signore (Salmo 121)» 593
4A te, Signore, innalzo l'anima mia (Sal-
mo 24)........»585
94Ausiliatrice, vergine bella ... »636
86Ave, maris stella ...... »631
87Ave, o Stella del mare ... »632
18Benedetto il Signore .... »596
5Benedirò il Signore (Salmo 33) .. »586
67Cantano gli angeli ..... »619
11Cantate al Signore un canto nuovo (Sal-
mo 97) ......»592
19Canto della vergine Maria .....»597
20Canto delle creature ..»598
21Christus vincit......»599
35Cieli e terra nuova ......»605
46Com'è bello......»610
6Come una cerva anela (Salmo 41) ...» 587
43Credo in te, Signor ......»609
76Cristo risusciti .......»623
77Cristo Signore è risorto ...»624
74Ctore soave.......»622
16 Dal profondo grido a te (Salmo 129) . » 595
52 Dammi, Padre, di cantare » 612
9Dio ci sia propizio (Salmo 66) ... »590
98Dio gli donò ...... »637
97 Dolcissimo santo »637
40Dov'è carità e amore .... » 607
45t giunta l'ora ... »609
100 Ego sum resurrectio et vita »638
65È nato il Salvatore .. »618
82 Genti tutte, proclamate » 627
68 Gesù Cristo redentore » 619
66 Gioiscono gli angeli »618
96Giù dai colli, un dì lontano ... »636
641
22Gloria a Cristo ...... »599
33Grazie, Signore .......»605
47Ha trovato il mio cuore ...»610
55Il giorno ormai scompare .....»614
2II Signore è il mio pastore (Salmo 22) .»583
56Innalzate nei cieli »614
104 In paradiso» 639
103 Io credo: risorgerò »638
27La creazione giubili»602
79 L'Agnello pasquale » 625
1La tua grandezza oltre i cieli (Salmo 8)» 583
49 Lauda Sion » 611
102 L'eterno riposo » 638
25 Lodate Dio » 601
54 Luce splenda nella notte » 613
99 Lux aeterna » 638
60 Marana tha» 616
30 Mio Signore . . » 604
38 Mistero della Cena » 606
75Nei cieli un grido risuonò » 623
29 Nobile santa Chiesa »603
23 Noi canteremo gloria a te » 599
31Noi crediamo in te . . » 604
41Noi ti lodiamo .. »608
590 cieli immensi .....»616
570 cieli, stillate rugiada ......»615
700 clemente Creatore ......»621
920 Maria santissima....»635
950 Regina del cielo . . »636
930 Regina di tutti i popoli ....»635
510 sacrum convivium .....»612
880 santissima ........»633
390 Signore, raccogli i tuoi figli ...»607
69 0 sommo Creatore .......» 620
120 terra tutta, acclamate al Signore (Sal-
mo 99) .........»592
73Padre, perdona ...... »622
83 Pange lingua » 628
8Pietà di me, o Dio (Salmo 50) ...» 589
7Popoli tutti, battete le mani (Salmo 46)»588
13Popoli tutti, lodate il Signore (Salmo 116)»593
24 Quanta sete nel mio cuore ....» 600
642 17Rendete grazie al Signore (Salmo 135) .» 595
101 Requiem aeternam . . » 638
42Resta con noi, Signore, alleluia! .. »608
32Resta con noi, Signore, la sera ... »604
53Resta per sempre .... »613
91Santa Maria della speranza » 634
72 Se tu mi accogli » 622
71Signore, dolce volto »621
37Signore, sei tu il mio pastor ... »606
58Signore, vieni »615
15Sollevo i miei occhi a te (Salmo 122) . »594
85 Te Deum » 630
26 Te lodiamo Trinità » 601
84 Ti celebriamo Dio » 629
34 Ti ringrazio, mio Signor » 605
64 Tu scendi dalle stelle »618
89 Tu splendi, o Vergine » 633
28 Tutta la terra canti a Dio » 603
48 Un comandamento nuovo » 611
90 Veglia sul mondo » 634
80 Veni, creator Spiritus »625
81Veni, Sancte Spiritus »626
44 Venite alla casa di Dio »609
10 Venite, esultiamo (Salmo 94) .. »591
63Venite, fedeli » 617
78 Victimae paschali » 624
36 Vieni fratello » 606
62 Vieni, o Signore » 617
61 Vieni, Signore Gesù » 616
643
INDICE DEI SALMI
Salmo 8 pag•583
Salmo 15 »86
Salmo 21 »75, 77
Salmo 22 .... »583
Salmo 23 »584
Salmo 24 .... »585
Salmo 31 »72
Salmo 33 »586
Salmo 41 .........,»587
Salmo 46 .... »588
Salmo 50 ..........»589
Salmo 66 »590
Salmo 77 »67
Salmo 79 ..........»56
Salmo 84 »54
Salmo 94 ..........»591
Salmo 97 »592
Salmo 99 »592
Salmo 116»593
Salmo 117»83
Salmo 121»593
Salmo 122»594
Salmo 129»595
Salmo 135»595
644 INDICE DEI CANTI
E DELLE PREGHIERE LATINE
Adoro te devote pag. 611
Alma Redemptoris ...... .» 474
Angelus Domini » 475
Ave, Maria ..»475
Ave, maris stella »631
Ave, Regina caelorum ...... »475
Christus vincit » 599
Credo » 119
Ego sum resurrectio et vita » 638
Gloria in excelsis Deo »116
Gloria Patri »476
Lauda Sion » 611
Litanie della Madonna ..... »472
Lux aeterna » 638
Memorare » 478
O sacrum convivium..... »612
Pange lingua » 628
Pater noster »133
Regina caelì »476
Requiem aeternam » 638
Salve, Regina » 477
Sancta Maria succurre miseris .... »478
Stabat Mater......»369
Sub tuum praesidium ...... »477
Te Deum » 630
Veni, Creator Spiritus ..... »625
Veni, Sancte Spiritus (sequenza) .. »626
Veni, Sancte Spiritus ....... »37
Victimae paschali......»624
645
INDICE GENERALE
SEZIONE I
NEL MATTINO LODIAMO IL SIGNORE
ALLA SERA RENDIAMO GRAZIE
[Preghiera del mattino e della sera]
Nel mattino lodiamo insieme il Signore ... pag. 15
Pagine introduttive...»15
1 Dio ci ha creato e redento: nel mattino lodia-
mo il suo amore (Preghiere del mattino) ..»19
2 Nella intimità del dialogo con Cristo e con il Padre lo Spirito Santo ogni giorno fa nuova
la nostra vita (Meditazione) ....»22
Nella sera insieme rendiamo grazie al Signore »25
Pagine introduttive ...... »25
1 L'ascolto comune della parola unifica le men-
ti ed i cuori (Lettura spirituale) ....»28
2 Nella sera rendiamo grazie al Signore e invo-
chiamo il suo perdono (Preghiere della sera)»29
Tutto facciamo nel nome del Signore. »33
1 Benediciamo il Signore per il cibo che ci dona »34
2 Prima e dopo le azioni »35
3 Prima e dopo un incontro comunitario . »36
4 Prima e dopo una predica o una conferenza »37
5 Prima e dopo un incontro della comunità edu-
cativa»38
6 Prima e dopo il lavoro »39
7 Prima e dopo lo studio »39
Invocazioni » 40
SEZIONE II
LA VITA DI CRISTO
ILLUMINA E SALVA LA NOSTRA VITA
[Anno liturgico]
Incontro al Cristo che viene (Avvento-Natale) »47
La triplice venuta del Signore - Atteggiamenti fondamentali - L'Avvento-Natale per il Sale-
siano » 47
646
1 Diciamo a Dio il nostro bisogno di salvezza e
la nostra fiducia nel suo amore ...»51
2 Non possiamo da noi sciogliere le nostre cate-
ne: la liberazione è dono di Dio ... »53
3 Nonostante ogni apparenza contraria Dio non
si dimentica di noi »55
4 Dio si è fatto uno di noi: è questa la sorgente
della nostra gioia »58
Incontro al Cristo che muore e risorge (Quare-
sima-Pasqua) »61
La dinamica della vita cristiana - Atteggiamenti fondamentali - La Quaresima-Pasqua
per il Salesiano »64
1 11 nostro Dio è un Dio fedele: continua ad
amarci nonostante le nostre infedeltà ...»67
2 Il nostro Dio è grande nel perdono: egli rin-
nova la nostra vita con il suo amore ..»70
3 Il perdono di Dio è la nostra gioia ...»72
4 Cristo accetta con amore la sofferenza. In lui
la morte diventa la via alla vita ...»74
5 Cristo muore e risorge per noi. Il suo cam-
mino è la nostra vita »77
6 Il nostro Dio ha fatto per noi cose grandi:
esprimiamo la gioia di essere amati da lui»79
7 Cristo morto e risorto ci rivela l'amore di Dio per noi. t il fondamento sicuro della nostra
vita » 82
8 11 nostro Dio è l'unico, chi lo sceglie ha la vita»85
II dialogo con Dio Padre (Durante l'anno) .»88
1 Il primo incontro del mattino: Dio Padre
(Mattino)»89
2 Il Figlio ammira la grandezza e la bontà del
Padre (Mattino) »91
3 L'uomo re e sacerdote del creato al mattino
.si fa voce di ogni creatura (Mattino) -.. »92
4 Dio è un invisibile amico: desiderio di vedere
il suo volto (Mattino) »94
5 Dio è la nostra sicurezza (Mattino) ..»95
6 La gioia di lodare Dio (Mattino) ...»97
1 L'ultimo grazie della giornata è per il Signore
(Sera)»99
2 Ringraziare il Signore è una festa (Sera) ..»101
3 Il nostro Dio è grande nell'amore: egli per-
dona le nostre colpe (Sera) ....»102
4 Ripensare all'amore di Dio è una gioia (Sera)»103
647
5 Dio è un amico fedele (Sera) .. »104
6 11 termine della giornata ci richiama la fine
della vita (Sera) »105
SEZIONE III
FORMIAMO UN SOLO CORPO
PARTECIPANDO ALL'UNICO PANE
[Eucaristia]
L'Eucaristia è la nostra festa quotidiana .. »109
Pagine introduttive »109
Rito della Messa »114
Preghiere eucaristiche:
I »122
Ií» 125
III»127
IV » 130
Cristo è sempre con noi nel segno del Pane . » 137
Pagine introduttive »137
1 L'Eucaristia: mistero della fede ...»140
2 L'Eucaristia: memoriale del Signore ..»141
3 L'Eucaristia: banchetto di salvezza .»143
4 L'Eucaristia: alleanza »144
5 L'Eucaristia: promessa di risurrezione .»146
Il cuore aperto di Cristo segno del suo amore per
il Padre e per noi»148
1 Il cuore trafitto di Cristo è il segno della sal-
vezza ... »149
2 11 cuore trafitto di Cristo è il segno dell'amore
del Padre per noi.. »150
3 Il cuore trafitto di Cristo è l'unica sorgente
dell'amore tra gli uomini »152
In comunione con Cristo Pane e Parola di Vita » 154
1 La nostra gioia nasce dall'unione con Cristo vera vita e dalla donazione di noi stessi sui
suo esempio .4.....»156
2 Abbiamo bisogno della certezza di essere ama-
ti per vivere e per dare la vita ...»157
3 Noi abbiamo scelto Gesù Cristo: lui solo è il
Signore della nostra vita ....»159
4 Noi moriamo con Cristo a noi stessi per risor-
gere con lui all'amore ......»161
648
5 Uomini nuovi come Gesù ci rinnoviamo continuamente per portare ai giovani la novità del
Vangelo » 162
6 Se, nonostante tutto, siamo ottimisti è perché
Cristo è risorto ......•.»164
7 Cristo eucaristico è il pane della speranza, a
lui noi conduciamo i giovani ...»165
8 L'ultimo desiderio e l'ultima preghiera di Gesù: « Padre, siano una cosa sola », è per
noi un impegno ...»167
9 Il Cristo eucaristico segno e sorgente della
nostra comunione. »170
10 Cristo ha dato per noi la sua vita, dunque anche noi dobbiamo dare la nostra vita per
i giovani »172
11 Atto di fede: in ogni istante noi rispondiamo
« sì » a Dio che ci chiama »173
12 Atto di speranza: l'attesa di cieli nuovi e mondi nuovi moltiplica il nostro impegno per
fare tutto nuovo ... »176
13 Atto di carità: noi comunichiamo ai fratelli
l'amore col quale Dio ci ama »178
Invocazioni a Cristo »180
SEZIONE IV
MORIAMO CON CRISTO AL PECCATO
PER RISORGERE CON LUI ALL'AMORE
[Penitenza e Conversione]
Celebrazioni penitenziall »185
1 Il Padre ci invita alla conversione: ritorniamo
a lui »186
2 Cristo, l'uomo per gli altri e per Dio è la re-
gola vivente della nostra vita ....»194
3 Facciamo della nostra comunità una comu-
nione di persone » 201
4 11 nostro amore fraterno e pastorale segno di
un amore più grande ..•..»213
A confronto con il Vangelo ......»222
Il discorso della montagna ....»222
Tracce di riflessione e di esame sopra gli impegni
della nostra vita religiosa secondo la Regola » 233
649
1 La Regola, via sicura per vivere il Vangelo» 235
2 Dio è carità e ci chiama alla perfezione della
carità »245
Breve presentazione della revisione di vita . »261
SEZIONE V
DONIAMO LA NOSTRA VITA
A DIO E AI GIOVANI
[Consacrazione e Missione]
1 La nostra consacrazione a Dio nella vita reli-
giosa si radica nel Battesimo .....»269
2 Una scelta fatta una volta per sempre, eppure
da rinnovare ogni giorno .....»271
3 La nostra vita consacrata porta alla pienezza dell'amore l'uomo nuovo nato dall'acqua e
dallo Spirito »273
4 La nostra vita consacrata è un atto di fede in Cristo risorto e un segno di speranza per il
mondo » 275
5 I consigli evangelici vissuti in pienezza sono la liberazione della persona e la sua realizza-
zione nell'amore » 277
6 Seguire Cristo nella castità perfetta è per noi un dono di Dio e un impegno di donazione
totale »279
7 Noi seguiamo Cristo povero per essere in comunione tra noi e con Dio e per donarci total-
mente al Vangelo » 281
8 Noi seguiamo Cristo obbediente per volere come lui fino in fondo quello che vuole il
Padre » 283
9 Liberi e poveri per annunciare la liberazione
e la pace del regno » 285
10 Annunciare la verità del Vangelo senza soffri-
re persecuzioni è pretendere l'impossibile ..»287
11 La forza per annunciare il Vangelo è la certezza che Dio è con noi col suo amore . . . » 289
12 Disposti a tutto, anche a perdere la vita, nella
certezza che solo perdendola, la si trova ..»291
13 Noi sentiamo l'urgenza della salvezza dei gio-
vani e accogliamo Maria come Maestra .» 293
14 Lo stile della nostra missione tra i giovani:
l'amicizia e la promozione umana ...»296
650 15 La meta della nostra missione tra i giovani:
farli incontrare con Cristo .... »298
Prima professione (Rito) »301
Professione perpetua (Rito) .... »305
Rinnovazione dei voti (Rito) .... »312
SEZIONE VI
NEL SILENZIO IL SIGNORE
PARLA AL NOSTRO CUORE
[Esercizi e ritiri]
Esercizi spirituali........»317
Pagine introduttive ......»317
Nel deserto parlerò al tuo cuore (Celebrazione
di apertura degli esercizi) .....»321
Siate esecutori della Parola e non soltanto uditori (Celebrazione di chiusura degli eser-
cizi) » 325
Ritiri mensili e trimestrali »330
I La nostra vita come quella di Gesù è un cam-
mino verso il Padre » " 331
2 La morte in Cristo diventa una Pasqua . » 333
SEZIONE VII
MOMENTI DELLA NOSTRA VITA
CHE SI FANNO PREGHIERA
[Celebrazioni]
1 Maria Immacolata, la festa degli inizi ..»340
2 Quando le promesse messianiche si compirono in Cristo l'adempimento superò l'attesa (Pre-
parazione al Natale) » 340
3 Il tempo è il « momento propizio » in cui costruiamo il nostro futuro eterno (Per la fine
dell'anno) » 344
4 La pace è dono di Dio in Cristo che diventa impegno dell'uomo (Celebrazione per la pace
all'inizio dell'anno) »346
5 Padre, siano una cosa sola come noi (Celebra-
zioni per l'unità dei cristiani)...»349
6 La via della croce è la via della salvezza ..»355
651
E morto per noi (Via crucis) » 357
Passione e risurrezione di Cristo secondo
Marco (Celebrazione di meditazione) .. » 371
7 Convertirsi al Padre per diventare fratelli » 384 La nostra vita e la nostra preghiera hanno le
dimensioni del mondo » 385
Il cammino della liberazione: dall'ingiustizia
all'amore » 392
8 Lo Spirito è la vita delle nostre comunità
(Preparazione alla Pentecoste) ..»395
9 La festa di Maria Ausiliatrice preludio della festa eterna che celebreremo in Paradiso (Me-
se di maggio - Maria Ausiliatrice) » 402
10 Ogni salesiano è missionario (Celebrazione di
preghiera per le missioni) » 403
11 Qualsiasi fatica è poco quando si tratta della Chiesa e del papato (Celebrazione di preghie-
ra per il Papa). »405
12 Ogni giorno vivere insieme nell'amore è una festa: una volta all'anno la celebriamo (Cele-
brazione per la festa della comunità) ..» 409
13 Pregate il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe (Celebrazione di pre-
ghiera per le vocazioni) » 412
SEZIONE VIII
ABBIAMO LA GIOIA DI AVERE CON NOI
UNA MADRE CHE CI AMA
[Vergine Maria]
Rendiamo grazie al Padre per le meraviglie che
ha compiuto in Maria » 419
1 Maria Immacolata: tutto è grazia ...» 420
2 Il sì di Maria: la fede è tutto ....»424
3 In cammino per portare l'annuncio di sal-
vezza. Il servizio verifica della fede ..»427
4 Maria offre il figlio a Dio: al Signore si dà
tutto » 430
5 Maria madre della comunità nuova: credere
per generare alla fede ....»434
6 Maria, testimone della morte di Cristo, ne accoglie lo spirito: la morte è la sorgente della
vita » 438
652 7 Maria grande segno nel cielo: la speranza non
è una illusione » 443
Maria Ausiliatrice è per noi madre e maestra» 447
I Maria, aiuto del popolo di Dio, preannunciata
in figura nell'Antico Testamento ... » 448
2 Maria è per noi madre della grazia e segno
di speranza » 452
3 La nostra congregazione è protetta da Maria
Ausiliatrice . . » 457
Con Maria contempliamo il mistero di Cristo
per conformarci a Lui.. » 460
I L'annuncio gioioso e l'inizio della salvezza
(Misteri gaudiosi)» 469
2 La salvezza si realizza nell'amore che si dona
fino alla morte (Misteri dolorosi) .. »464
3 Cristo risorto è la salvezza dell'uomo (Misteri
gloriosi) » 467
Preghiamo Maria nostro aiuto » 470
Esortazione di san Bernardo » 470
Formula della benedizione con l'invocazione
di Maria Ausiliatrice » 471
Litanie della Madonna » 472
Alma Redemptoris» 474
Ave Regina caelorum » 475
Angelus Domini » 475
Regina caeli » 476
Salve, Regina » 477
Sub tuum praesidium » 477
Sancta Maria » 478
Memorare » 478
Invocazione a Maria Ausiliatrice (D. Bosco)» 479
Per ottenere la bontà (L. de Grandmaison)» 479
Dante: Preghiera alla Vergine» 480
Contemplazione di Maria (Paul Claudel). » 481
SEZIONE IX
DON BOSCO VUOL VIVERE IN NOI
[Spirito Salesiano]
Ricordiamo don Bosco per vivere come lui .» 485
1 Rinnoviamoci per essere don Bosco vivo oggi » 487
2 La sorgente dello spirito salesiano: l'amore di Cristo per il Padre e per i piccoli rivissuto da
don Bosco » 493
653
3 La sorgente dello spirito salesiano: la dedizione totale di Cristo per radunare i figli
dispersi in unità » rivissuta da don Bosco » 498
4 La carità evangelica ispira il nostro stile di
azione pastorale » 502
5 La carità evangelica ispira il nostro stile di
mutue relazioni » 507
6 La carità evangelica ispira il nostro stile di
relazione con Dio »511
7 Solo l'amore che si dona è sorgente di vita e
di gioia per i giovani »516
Ricordiamo don Bosco per affidarci alla sua in-
tercessione » 522
SEZIONE X
I NOSTRI AMICI PRESSO DIO
[Santi]
Litanie dei santi ... 527
A san Giuseppe (Giovanni XXIII) . ..529
A san Francesco di Sales » 530
A san Domenico Savio n 531
Al beato don Rua 532
A santa Maria Mozzarello .....»532
Per la beatificazione dei nostri Servi di Dio .o533
SEZIONE XI
QUANDO C'E UN FRATELLO CHE SOFFRE
NOI SOFFRIAMO CON LUI
[Malattia]
Radunati in preghiera per un fratello che sof-
fre (Celebrazione comunitaria)...»539
La comunione sacramentale è per il salesiano infermo il vertice della sua unione con Cristo
sofferente (Rito della comunione agli infermi)»542
Il salesiano gravemente ammalato incontra Cristo salute degli infermi. con fede e speranza (Rito
dell'unzione degli infermi) .....e546
La parola di Dio luce e consolazione per il sale-
siano che soffre o550
654
1 La sofferenza come via alla salvezza in unione
con Gesù o servo sofferente» » 551
2 La preghiera di Gesù nel Getsemani è la pre-
ghiera del salesiano che soffre ....»553
3 La salute « consumata » nel lavoro apostolico
è il o sacrificio • del salesiano ... o554
4 Essere per sempre con il Signore o continuare
il lavoro per il regno di Dio? o 555
5 Un pezzo di paradiso aggiusta tutto .. »557
SEZIONE XII
QUANDO UN FRATELLO
TORNA ALLA CASA DEL PADRE
[Morte]
La morte di don Bosco n 562
L'ultimo incontro sacramentale con Cristo (Ri-
to del Santo Viatico) o 566
Gli ultimi momenti prima di passare da questo mondo al Padre (Rito della raccomanda-
zione dell'anima) o 569
Non si turbi il vostro cuore, io sono la risurrezione e la vita (Celebrazione di preghiera
attorno al defunto) » 575
La memoria quotidiana dei nostri fratelli defunti»579
SEZIONE XIII
LA GIOIA DI LODARE DIO
[Canti]
INDICI
Indice alfabetico dei canti »641
Indice dei salmi 644
Indice dei canti e delle preghiere latine .. »645
Indice generale » 646
655