Progetto
di Formazione
della
Delegazione Ucraina
2008-2011
Novembre 2008 - Lviv - Novembre 2014
1. Chiamata di Dio
Profilo del Salesiano della Delegazione Ucraina
È uomo di Dio, cioè consacrato;
per i giovani, cioè apostolo.
Come consacrato nella Chiesa di rito orientale si impegna a conformarsi sempre più pienamente a Cristo (cfr. Rm 8,29; Fil 3,10-21), a rivestirsi di Cristo (cfr. Rm 13,14; Gal 3,27), coltivando una profonda esperienza di Dio e una vita ascetica fatta di lavoro, temperanza, amorevolezza. Maria Immacolata – Ausiliatrice è l’icona della sua spiritualità. Egli conserva e sviluppa il carisma salesiano all’interno della Chiesa Orientale, inculturandolo in essa, sia nelle celebrazioni con il rito biazantino-ucraino, che nello spirito caratteristico della vita consacrata della nostra tradizione orientale (C. 100, Ratio 43).
Come apostolo dimostra una peculiare sensibilità evangelica. Il punto unificatore di tutta la sua esistenza è il progetto apostolico di Don Bosco: Da mihi animas, cetera tolle. Il profondo identificarsi con Don Bosco lo spinge ad assumere le Costituzioni come regola di vita e criterio di identità. L’amore per Cristo e per i giovani specie poveri, abbandonati e piu’ bisognosi è il suo progetto di vita, cammino di santità, espressione dell’alleanza con Dio e della volontà di conformarsi a Cristo. E’ promotore di unità tra i cristiani e lavora con spirito ecumenico con tutti coloro che sono impegnati a costruire il Regno di Dio.
Come Ucraino porta speranza di rinascita religiosa, politica e sociale del paese attraverso un attento ed efficace lavoro educativo-pastorale nel campo scolastico, della formazione professionale, dell’educazione del tempo libero e della catechesi dei giovani e delle classi popolari.
Aspetti prioritari derivanti dal CG 26 per formare questo profilo del salesiano consacrato – apostolo nella nostra Delegazione nel prossimo sessennio.
Per essere vero uomo di Dio, consacrato,
dedica il tempo necessario per la preghiera individuale e comunitaria, per la meditazione della Parola di Dio e la Lectio Divina, per la celebrazione dell’Eucaristia;
valorizza il Sacramento della Riconciliazione.
Per essere pienamente al servizio dei giovani, apostolo,
dà testimonianza della sua fede, narrando ciò che l’incontro con Cristo ha operato nella sua vita;
cura nel Progetto Educativo Pastorale itinerari di annuncio, di catechesi e di educazione alla fede adeguati sia ai giovani che ai laici della comunità educativo-pastorale;
valorizza la relazione diretta e cordiale con ogni giovane come modalità privilegiata per la testimonianza e l’annuncio.
Situazione attuale della formazione
Profilo del Salesiano
Aspetti positivi
è buono il senso di appartenenza alla Delegazione e il desiderio di essere protagonisti nel compito di fondare la Congregazione in Ucraina.
è discreta la conoscenza del Carisma e l’amore per Don Bosco e per la Congregazione;
è generalmente vivo e sentito l’impegno apostolico.
Aspetti inadeguati, difficoltà
non pare sempre ben vissuta la grazia di unità tra contemplazione ed azione apostolica, per cui è frequente il rischio di dispersione, di superficialità che porta a dare precedenza all’urgente, a scapito dell’importante, così che non sempre sono rispettati i ritmi e i momenti quotidiani di vita della comunità;
non sono sufficientemente valorizzati i mezzi di formazione quali il progetto personale di vita e i vari progetti comunitari, come pure i tempi di aggiornamento sulla salesianità e i tempi di formazione quali la giornata della comunità, la buona notte, il rendiconto, la direzione spirituale, e nemmeno è abituale il riferimento alle Costituzioni nella vita di ogni giorno;
non si ha una sufficiente conoscenza di ciò che è necessario ed importante per essere vero salesiano bizantino e ucraino (soprattutto maggiore studio e approfondimento di Don Bosco, dello spirito salesiano e della tradizione spirituale e liturgica orientale, attenzione al contesto religioso, socio-culturale che non va contaminato con infiltrazioni di aspetti meno positivi e a volte inadeguati provenienti da altre culture).
si dovrebbe dare qualità alle diverse modalità di incontro e di condivisione:
il dialogo sulla missione,
il discernimento comunitario,
la preghiera in comune,
il giorno della comunità,
l’elaborazione del PEPS,
la programmazione,
la revisione di vita,
lo studio degli orientamenti della Chiesa e della Congregazione,
i momenti di verifica della fraternità, povertà e preghiera,
i valori della spiritualità cristiana...
Metodologie formative
Difficoltà
la scelta, fin dalle prime fasi, di un ambiente formativo tanto diverso da quello di provenienza, risulta troppo forte e a volte traumatica; si giudica più opportuno di inviare i giovani confratelli in Italia a partire dagli studi di teologia;
si sente la necessità e l’urgenza di una formazione più inculturata, capace di attingere al patrimonio teologico, spirituale, liturgico e disciplinare della tradizione orientale bizantina;
occorre inculturare maggiormente la metodologia pedagogica salesiana, superando la semplice trasposizione di contenuti e metodi pensati per altre aree della Congregazione;
si avverte l’assenza di salesiani coadiutori.
Sfide
Si punta a:
responsabilizzare il salesiano affinché risponda in prima persona alla chiamata di Dio e assuma un chiaro atteggiamento formativo;
valorizzare la comunità che offra tempi regolari, contenuti, proposte e persone che svolgono ruoli formativi insostituibili;
promuovere incontri periodici e scambi tra le comunità, tra i Direttori, tra i chierici tirocinanti per far circolare idee, informazione e dibattere temi.
Formazione iniziale
Aspirantato
Difficoltà
non è possibile un cammino omogeneo perché non tutti risiedono stabilmente in una comunità;
pone pure qualche problema la differenza di età e il livello di formazione.
Sfide
incoraggiare ogni comunità perché accolga aspiranti e giovani in ricerca vocazionale.
Prenoviziato
Aspetti positivi
abbiamo il responsabile del prenoviziato con preparazione specifica;
disponiamo di una struttura adatta in cui è possibile svolgere un cammino regolare;
i contenuti e i materiali di lavoro sono collaudati. Ciò rende più agevole il compito dei formatori. Anche il numero di formandi permette di organizzare i ritmi di vita e le iniziative in modo normale.
Bisogni
occorre rafforzare la comunità formatrice;
serve far conoscere di più la vocazione del coadiutore, ora totalmente assente nella Delegazione.
Tirocinio
Difficoltà
in generale i tirocinanti avvertono la differenza tra la precedente vita programmata, controllata e l’attuale che richiede responsabilità e fedeltà personale;
risulta difficile la regolarità ai ritmi che sostengono la vita spirituale (preghiera, Sacramenti, colloqui) e agli impegni comunitari;
vi è uno sbilanciamento nel personalismo a scapito del progetto comunitario e della condivisione; nel protagonismo ed attivismo che oscura la dimensione spirituale ed il primato di Dio;
la prevalente presenza giovanile femminile in alcuni casi mette in difficoltà la fedeltà alla scelta vocazionale precedentemente fatta ed impone forte autodisciplina;
l’azione educativa pastorale a volte si limita all’intrattenimento o ad un generico ed esteriore annuncio cristiano.
Risorse
vengono valorizzati gli incontri periodici tra i tirocinanti come momento forte di formazione e di condivisione;
si aiutano i giovani confratelli nella loro maturazione affettiva, mediante l’analisi delle esperienze educative;
si aiutano pure a curare la fedeltà vocazionale attraverso il ricorso all’accompagnamento spirituale, la regolarità della vita comunitaria e il riferimento costante al loro progetto di vita.
Formazione permanente
Formazione permanente in generale
Difficoltà
non è molto sentito il bisogno della formazione e non è facile dedicare il tempo necessario sia a livello personale, che comunitario, specie se le comunità sono piccole. Prevale il primato dell’azione. Lo stesso direttore, primo responsabile della formazione, è assorbito da altre attività, e per lo più, è giovane ed inesperto;
si stenta a lavorare con un progetto comune, prevalgono protagonismi ed attività di solisti.
Sfide
occorre rafforzare qualitativamente e quantitativamente le comunità;
occorre stabilire i ritmi di vita in modo da consentire ad ogni confratello la partecipazione ai momenti formativi comunitari;
occorre tenere vigile il senso di temperanza voluta da Don Bosco, con un tenor di vita sobrio nel cibo, abbigliamento, viaggi, arredi, uso degli strumenti di lavoro, dei media e del tempo, accettando con maturità il disagio per mancanza di qualche bene utile o necessario.
Quinquennio
Difficoltà
è difficile il reperimento dei formatori adatti;
non sempre i corsi vengono seguiti con entusiasmo e come necessità formativa.
Risorse
abbiamo organizzato corsi annuali a sfondo salesiano ed altri di formazione liturgica e storica ucraina;
si punta alla formazione regolare all’interno delle singole comunità.
Qualificazione dei confratelli
si mira, per quanto possibile, ad abilitare i confratelli mediante il raggiungimento di titoli accademici statali che permettono di lavorare nella scuola;
si mira pure a qualificare confratelli in discipline religiose e salesiane.
Formazione congiunta salesiani e laici
sono ancora piuttosto deboli sia la sensibilità che l’impegno. Ci si limita a richiedere da parte dei laici prestazioni professionali.
3. Linee di azione
Le Delegazione intende compiere i seguenti passi:
Aspetti comuni della formazione
rafforzare le comunità, accompagnarle nella stesura del progetto comunitario perché siano garantiti percorsi di formazione che raggiungano i confratelli di tutte le età;
organizzare incontri e interventi formativi a vari livelli (direttori, chierici, famiglia salesiana, laici, collaboratori) per trasmettere contenuti di spiritualità salesiana, di pedagogia, di animazione, di aggiornamento;
accompagnare le comunità nel progettare risposte specifiche alle sfide dei contesti in cui operano.
Formazione iniziale
rafforzare la comunità del prenoviziato;
rivedere le scelte del percorso formativo;
cercare i mezzi concreti per attuare la formazione secondo le esigenze del contesto culturale;
completare ed integrare i contenuti necessari per il salesiano bizantino;
dare la possibilità di frequentare l’anno di diaconato presso l’Università Cattolica di Leopoli e creare la comunità in cui inserire i diaconi;
creare una più forte intesa e collaborazione tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale;
avviare campi e week-end vocazionali in varie località del territorio, allargando la proposta oltre i nostri ambienti.
Formazione permanente
studiare, inculturare ed approfondire la storia del carisma salesiano in generale e quello della diaspora bizantina ucraina, evidenziando figure di santità;
offrire i cammini di rinnovamento e sussidi adeguati curando la qualità degli esercizi spirituali, dei ritiri mensili e della lectio divina;
promuovere tra i confratelli un forte senso di appartenenza per testimoniare il valore di vivere e lavorare insieme.