Economia|Mazzali|Alcuni punti pratici

ALCUNI PUNTI PRATICI

Lo scopo di questo incontro, è molto pratico e diretto. Seguirò alcuni punti che sono anche il risultato di vari suggerimenti che ho ricevuto negli ultimi mesi. Non si tratta di una conferenza, ma di semplici appunti in riferimento a varie questioni da analizzarsi e da discutersi. Credo sia da incoraggiarsi il metodo del dialogo e dello scambio di esperienze.



1. Autonomia e centralizzazione



Il primo terna a cui vorrei accennare nelle sue linee essenziali per stimolare poi il confronto nell’assemblea è il rapporto tra centralizzazione e autonomia. Se si dà uno sguardo complessivo al panorama delle Congregazioni e degli Ordini religiosi ci si accorge che in campo economico-­amministrativo vi sono tradizioni e modalità molto differenziate. In alcune congregazioni vige un elevato livello di autonomia da parte delle comunità locali sia dal punto di vista dell'impostazione della vita, della gestione del personale e naturalmente dal punto di vista dell'economia e dell'amministrazione. In altre si evidenzia fortemente l’impostazione centralizzata, al punto che il centro (sia a livello di provincia che a livello di Congregazione) tende ad organizzare direttamente l'aspetto economico, l’impostazione finanziaria ed anche la stessa gestione degli immobili.

Nella nostra tradizione salesiana mi pare si possano cogliere indicazioni chiare che determinano l'autonomia di giurisdizione, di governo, di animazione e di amministrazione delle singole opere canonicamente erette e guidate da un legittimo superiore. Tale autonomia è sancita con chiarezza dalle nostre Costituzioni sia a livello ispettoriale (Cost. 161,169) che a livello locale (Cost. 176, 184). Naturalmente non si tratta di autonomia e autogestione in senso assoluto. Ci sono vincoli nell'esercizio del governo, nell'orientamento dell'animazione e nell’amministrazione del beni al vari livelli giurisdizionali e tali limitazioni sono codificate con chiarezza sia dalle Costituzioni che dal Regolamenti (Cost. 188,189; Reg.200). La precisa indicazione della necessità di richiedere permessi alla sede ispettoriale da parte delle singole comunità e alla Direzione Generale da parte delle ispettorie è una chiara esplicitazione dei limiti costituzionali dell'autonomia. Un ulteriore elemento della nostra tradizione salesiana qualifica ed orienta il senso dell’autonomia : la solidarietà. Abbiamo già affrontato  tale tematica e pertanto in questo contesto è sufficiente averne fatto cenno.

La prassi amministrativa salesiana si pone pertanto all'interno di un delicato equilibrio tra autonomia e dipendenza dal centro, solidarietà e responsabilità gestionale, attenzione alle realtà locali e visione globale.

La situazione odierna delle nostre opere, specie in occidente, suggerisce alcune importanti ulteriori considerazioni. Innanzitutto la complessità del fatto amministrativo in senso ampio e la costante evoluzione dell'economia e della finanza in un contesto di sempre più evidente globalizzazione. Amministrare e gestire nelle democrazie evolute di oggi non è né facile, né immediato e richiede formazione e costante aggiornamento professionale che per sé non rientrano nel nostro curricolo di formazione iniziale e anche di formazione permanente.

Tale complessità richiede da parte nostra di impiegare professionisti competenti e fidati a cui affidare gli aspetti tecnici dell’amministrazione. Con il calo del numero dei confratelli è strategico impiegare i confratelli soprattutto sul fronte giovanile e ridurre l'impegno diretto del confratelli nel settore amministrativo e gestionale. E' naturale che siano i laici ad occuparsi di una realtà eminentemente secolare, anche se le scelte politiche non possono essere delegate, specie in riferimento alla nostra missione giovanile. Naturalmente dobbiamo tener conto anche dei costi del personale e in tal senso si pone la necessità di centralizzare per essenzializzare funzioni e rendere più efficienti i processi. Di qui la necessità di organizzare una intelligente centralizzazione.

Alcune ispettorie hanno realizzato una corretta centralizzazione del fondi ispettoriali (malattie, anziani, scuola, solidarietà ... ), dei consulenti, del rapporto con le banche ed in alcuni casi anche dei flussi contabili che vengono controllati dagli uffici ispettoriali. Naturalmente è indispensabile che, proprio in ossequio alla nostra tradizione e al dettato costituzionale, tale movimento verso il centro non mortifichi la responsabilità e la decisionalità delle singole case.

Non sono mancati esperimenti di eccessiva e deresponsabilizzante centralizzazione in questi ultimi tempi in Congregazione. Ci si è preoccupati di segnalarli opportunamente ed anche di intervenire per correggere situazioni che avrebbero potuto degenerare.

La discussione successiva ci pennetterà di rendere più concreto il discorso. Credo tuttavia sia utile concludere affidando al livello ispettoriale l’onere del discernimento per organizzare un rapporto tra la case ed il centro che consenta di gestire meglio, spendendo meno ed essenzializzando ruoli e processi, adeguandosi naturalmente alle leggi della propria nazione.



2. La solidarietà



Si tratta di uno dei temi centrali della lettera di Don Vecchi e rappresenta una testimonianza molto leggibile sia del nostro spirito comunitario che della povertà. E' consolante sottolineare che è una realtà in crescita, come abbiamo sottolineato più volte, anche all’interno della nostra Congregazione.

1 .1. Mi riferirò in primo luogo al mio articolo su ACG: "Poveri e solidali".

1.  2. Un ulteriore elemento è la solidarietà tra le varie ispettorie.

 Mi rendo conto che si tratta di un aspetto delicato della solidarietà, se lo si considera dal punto di vista dell'organizzazione strutturale. Le nostre Costituzioni sanciscono l’autonomia dell'ispettoria sia dal punto di vista del governo che dell'animazione. Il Rettor Magglore e il suo Consiglio possono istituire Conferenze di ispettorie per un miglior collegamento tra le ispettorie stesse.

La solidarietà pertanto è un atteggiamento affidato alla buona volontà e alla sensibilità dei

vari ispettori e dei consigli ispettoriali e certamente non è pensabile di legiferare in tal senso

a livello nazionale. Chiarito questo, nell'ambito dell’attuale assetto costituzionale, è

necessario rendersi conto di quanto siamo legati sia dallo spirito che dalla missione salesiana che condividiamo. Spesso i laici stentano a capire le nostre distinzioni strutturali, specie quando si tratta di impegnarci con forza a favore del più poveri.

Difficoltà economiche, emergenze di vario tipo, opere particolari che evidenziano in maniera forte il nostro carisma, dovrebbero essere ambiti da tenersi in considerazione per realizzare una collaborazione più concreta ed efficace tra le vostre ispettorie, nell’ambito della regione.

A livello nazionale dovrebbe succedere, ritengo, ciò che si verifica a livello mondiale. E' vero ogni ispettoria è autonoma ... ma ci sono momenti di prova o di difficoltà quando l’interesse e I'aiuto del "centro" sono grandemente apprezzati!



3. Una commissione ispettoriale di consulenti professionali.



L'articolo 185 dei nostri Regolamenti indica che noi possiamo avvalerci dell’aiuto e dell’assistenza di professionisti non salesiani in aree specifiche quali preventivi e bilanci,

programmi economici, progetti vari... SI tratta di una indicazione molto saggia, da seguirsi con

altrettanta saggezza e prudenza. Mi permetto di segnalarvl i seguenti punti:

-  E' consigliabile costituire a livello ispettoriale un gruppo di validi e fidati professionisti con

  il compito di assistere l’econorno ispettoriale nella gestione dell'ispettoria e delle varie case;

- Questioni legali e finanziarie dovrebbero essere sempre sottoposte al parere di professionisti;

- Qualsiasi progetto edilizio cade sempre sotto la responsabilità dell’econorno ispettoriale. E' consigliabile che egli sia assistito da un architetto e ingegnere che si sono dimostrati abill ed onesti;

-  Non c'è bisogno di una commissione di questo tipo a livello locale; sarebbe troppo costosa e spesso non necessaria;

-  Svariate esperienze in Congregazione, in molte parti del mondo, si sono dimostrate interessanti, specialmente là dove tali commissiom ispettoriali (o semplicemente i consulenti dell'ispettoria) hanno raggiunto un livello altamente professionale e sono in grado di assistere le comunità locali, pur nel rispetto dell'autonomia sancita dalle nostre Costituzioni;

-  Un'area che necessita di qualificata consulenza professionale è certamente quella del lavoro e del diritto del lavoro;

-  Un altro settore nel quale ci si può utilmente avvalere di consulenze professionall è quello della formazione e preparazione degli economi locali, come indicato nel Regolamenti al n. 186. Ogni anno I'econorno ispettoriale dovrebbe studiare con i suoi consulenti un piano di formazione permanente (non troppo pesante, ma molto specifico) con una attenzione particolare per i nuovl economi che spesso si sentono a disagio nel loro nuovo ruolo.

-  E' necessario sottolineare con chiarezza che i consulenti sono chiamati a fornire pareri qualificati e a presentare soluzioni adeguate; le decisioni tuttavia devono essere prese dagli organi a cui compete decidere, come stabilito dalle nostre Costituzioni e dalla nostra prassi consolidata (ispettore e suo consiglio, direttore e suo consiglio).



4. I permessi



Questo è un altro punto delicato. Per analizzarlo vorrei fare riferimento all'articolo di Don

Paron su ACG 348 "Chiedere permessi".

 A quanto già detto mi permetto di aggiungere quanto segue:

-  ci possono essere situazioni che richiedono una "sanatio";

- chiedere i necessari permessi, specie per operazioni di notevole entità, deve essere considerata come una garanzia ed una condivisione di responsabilità;

- operazioni discutibill a livello finanziario e la mancanza di trasparenza oltre che rischiare di essere immorali, possono creare seri problemi con gravi ripercussioni ... come è già successo in Congregazione;

-  la trasparenza genera trasparenza di regola...



5. Depositi bancari



Abbiamo già accennato al tema dei depositi bancari. Ritengo utile aggiungere alcuni elementi operativi:

- assicurarsi che tutti i conti bancari siano gestiti almeno con due firme (direttore ed economo, confratello ed economo ispettoriale ... );

- è opportuno fare una verifica periodica per monitorare il numero di conti correnti personali attivi in ispettoria e per evitare ovvi abusi e controtestimonianze;

- l’ispettoria dovrebbe essere la sede naturale dove organizzare fondi per scopi diversi come fondo aiizianità, fondo salute, fondo missioni, pur accettando il fatto che certi fondi, secondo le varie legislazioni, devono essere gestiti a livello locale. Di regola tuttavia è da evitarsi di creare riserve al solo scopo di accumulare capitali;

- l’ispettoria si dovrebbe preoccupare ( e solo I'ispettoria) di organizzare un fondo di garanzia che consenta di venire incontro a particolari necessità finanziarie, emergenze, campi particolarl di apostolato e difficoltà finanziarie delle case; potrebbe essere chiamato "riserva ispettoriale" sotto rigoroso controllo dell'ispettore e dell’econorno ispettoriale;

  - Qualora sia utile investire somme di denaro, dovremmo sempre evitare che si tratti di investimenti speculativi e soprattutto curare gli investimentl con efficienza ed attenzione. Dobbiarno rammentarci spesso che il denaro che riceviamo è per la nostra missione, specialmente per coloro che sono più bisognosi;

  - Particolarmente nel campo degli investimenti finanziari dovremmo essere assistiti da professionisti che conoscono le nostre istituzioni ed apprezzano il nostro lavoro pastorale e sociale. Esperienze negative insegnano che il guadagno eccessivo e troppo facile è sempre pericoloso e insicuro.



6. Problemi riguardanti il conferimento dei poteri



Si tratta certamente di un problema molto specifico, ma che mi rendo conto riguarda in

particolare anche le vostre ispettorie. Naturalmente spesso i problemi in tal senso dipendono anche dalle richieste che vengono fatte dai vari notai e l’esperieriza insegna che ci sono notai molto scrupolosi ed altri meno esigenti. A noi deve stare a cuore naturalmente la legalità degli atti e quindi è anche nostra preoccupazione, oltre che del notaio, che la documentazione richiesta per la validità dell’atto stesso sia completa.

1. Ricordo innanzitutto che all’interno della Congregazione ci sono dei limiti ben definiti per le

operazioni di cui agli articoli 188, 189 delle Costituzioni e 200 dei Regolamenti:

- importo approvato per gli Ispettori e Consigli Ispettoriali (da parte del Consiglio Generale);

- importo approvato dalla S. Sede per il Rettor Maggiore e il suo Consiglio.

Tali limiti sono certamente limiti interni e quindi ci si deve attenere per una questione di identità e disciplina religiosa. In regime concordatario talora vengono richiesti ad validitatem, specie per operazioni di notevole entità. E' importante curare con attenzione anche questi aspetti legali, perchè, in caso di contenzioso, sono elementl che possono diventare determinanti. Per quanto si riferisce agli importi fissati dal Consiglio Generale, c'è disponibilità a venire incontro alle esigenze delle ispettorie, nel caso in cui sia utile aumentare la discrezionalità dell'ispettore. In questi ultimi anni si è già fatto per alcune ispettorie.



2.  Un ulteriore elemento di interessante confronto riguarda il privilegio di cui gode personalmente il Rettor Magglore nel caso di vendita di un immobile, anche per un importo superiore al limite fissato dalla S.Sede. Si tratta di un privilegio accordato al Rettor Maggiore dei Salesiani da Pio XII nel 1942. Alcune osservazioni in merito:

-  il privilegio, che pure ha tutto il suo valore canonico, è datato e quindi non accettato da alcuni notai;

-  non fa comunque riferimento al caso in cui si tratti della vendita di un'intera proprietà, per la quale è sempre necessario il parere del vescovo e poi, a seconda dell'importo l’autorizzazione della S. Sede;

-è sempre più frequente il caso in cui i notai esigono sempre una approvazione specifica, con una autorizzazione che non sia datata e in molti casi con la ulteriore richiesta di una vidimazione civile.



3.  Per ultimo, facendo riferimento a esperienze negative in proposito, è bene sottolineare che se si devono rilasciare procure a terzi (avvocati, consulenti, legali di fiducia) si proceda sempre con una procura "ad actum" evitando di dare procure ampie e senza specifici limiti di tempo. Ciò, oltre che per motivi intrinseci, anche perchè da noi gli avvicendamenti sono frequenti ed è bene consegnare ad altri il servizio di governo ed animazione senza pesanti e pericolose ipoteche.

d. Gianni Mazzali