Codice scheda: ASC A4530538 (Microscheda: 3935D6/7)
Luogo e data: TORINO 30/03/1888
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: SAVIO ANGELO
Classificazione: Rua: Corrispondenza con Salesiani
Tipo documento e supporto: Defunti: condoglianze, discorsi
Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Divide con lui il dolore per la morte di D. Bosco; tutti ne
vogliono un piccolo ricordo. Ricorda un sogno di D. Bosco che sembra
essersi avverato. Suo fratello deve ancora dare L. 3000.
***
Torino, 30 marzo 1888
Carissimo Don Savio
Ho ricevuto la gradita tua del 14 febbraio listata in nero. Hai ragione in
vestirti a duolo per la perdita di sì buon padre. Fu proprio una grande
disgrazia per la nostra pia Società, per tanta gioventù, per tante
famiglie, e come pubblica e nazionale sventura venne considerata la
sua morte. Quante lettere di condoglianza con espressioni le più tenere
quali non si userebbero neppure nella perdita di genitori i più amati!
Quanti solenni funerali! Quanti elogi funebri! Non esagero a dire che
neppure per un sovrano, e quasi direi neppure per un Papa vi sarebbe
un lutto e dimostrazioni così generali e spontanee. Tutto questo
alleggerì alquanto il nostro dolore. Ora poi quasi ogni giorno ci
arrivano notizie di grazie speciali ottenute a sua intercessione e vi è
una grande gara per avere almeno qualche piccolo ricordino di cose
appartenute a lui. Dio voglia che lo possiamo ancora venerare noi sugli
altari!
Ti ricordi di quel sogno di Don Bosco in cui vide noi due a spingere un
gran carro? Se ti sovvieni diceva che aveva veduto me davanti a tirare e
te dietro a spingere con tutto l'ardore. Non sarebbe adesso
l'avveramento di quel sogno profetico? A me cade sulle spalle l'incarico
di stare alla testa del carro nella Casa Madre, mentre tu nella
Patagonia, che pare l'estremo paese del mondo, compi così bene da
parte tua di spingere avanti il carro della nostra Pia Società; e questo
tutto dopo varie peripezie che parevano dover impedire l'avveramento.
Archivio Salesiano Centrale A4530538 1
Prega, di grazie, per me che tremo al pensiero della responsabilità che
mi pesa addosso.
Ora passando ad altro ti dirò che del lungo nostro conto con tuo
fratello non siamo ancora al termine: tu sei lontano ed egli poco ci
pensa. Mancano poco più di L. 3000 al saldo; l'anno scorso pagò
ancora gli interessi; quest'anno invitato parecchie volte per lettera non
mi rispose. Mandai un espresso ed allora disse che aveva bisogno di
un'autorizzazione da te. Forse una tua parola potrebbe giovare assai
per conchiudere questo affare, che secondo le intelligenze avrebbe
dovuto essere finito in tre anni. Ho sempre visto che le tue parole gli
fanno effetto. Addio, carissimo, il Signore ti ricolmi di benedizioni col
Tuo affezionato in Gesù e Maria
Sac. Michele Rua