Codice scheda: ASC A4520585 (Microscheda: 3920E7/12)
Luogo e data: TORINO 14/05/1867
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: OREGLIA DI S. STEFANO FEDERICO
Classificazione: Rua: Corrispondenza con altri
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Notizie varie: esercizi spir. dettati dal Can. Eula V.; D.
Bosco sta bene; sono stati privati del favore per le ferrovie; varie grazie
di Maria A.; incidente accorso a D. Bosco in viaggio su una carrozza.
***
Torino, 14 maggio 1867
Carissimo Signor Cavaliere
Ho molte cose a dirle e a raccontarle; procurerò tuttavia di essere
breve. In casa varie novità. Il Fimino volassene al paradiso: requiem
aternam dona ei, Domine. Abbiamo avuto per alcuni giorni un
missionario veronese accompagnato da un moro che egli erasi
condotto seco quando ritornò dall'Africa; stamane è già di nuovo
partito per le missioni; se potrà ci manderà poi forse qualche moretto.
I giovani stanno bene in generale; ora fanno gli esercizi spirituali
dettati dal Signor Canonico Eula di Mondovì; par che vogliano riuscir
bene: Ella preghi perché se ne conservino poi i frutti. Don Bosco di
salute sta' pur bene; ma il Signore lo mette alla prova in varie guise;
egli però sopporta tutto con la solita sua tranquillità e rassegnazione.
Di qualche tribolazione sarà informata, m'immagino, da lui stesso; io
gliene accennerò una sola ed è che fummo privati del favore per le
ferrovie; siamo stati pareggiati in questo agli altri Istituti di
educazione. Cause affatto da noi indipendenti ci procurarono tale
sventura, giacché così puossi chiamare siffatta privazione.
La Madonna però va consolando Don Bosco per altre vie. Poco tempo
fa gli fu presentato un ragazzino dagli otto ai nove anni con le gambe
attratte in modo che non poteva far un passo. Lo benedisse e gli
comandò di camminare. Il fanciullo non osava. Ma al replicato
comando sciolse le sue gambe e si mise a camminare riempiendo di
gaudio i genitori che a tal uopo appunto l'aveano portato all'Oratorio
nostro e trasse dalla bocca del padre un sonoro contac, guarda come
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marcia bene!
Un padre di famiglia venne a sfogare la piena del suo dolore con Don
Bosco perché paralitico della mano destra più non poteva servirsene e
languiva per conseguenza esso colla sua famiglia. Don Bosco lo esortò
a confidare in Maria. Prima che uscisse di camera sua quella mano che
da parecchi mesi non gli aveva più servito che d'imbarazzo scrisse
sopra un foglio, che io conservo, le parole: Maria Ausiliatrice,
aiutatemi.
Nel giorno dell'invenzione di S. Croce dietro calde istanze andò a
Caramagna per farvi il discorso analogo. Vi fu ricevuto come angelo
mandato dal cielo; scampanio, mortaretti, musica tutto fu messo in
opera per festeggiarlo. Il cher. Costamagna testimonio oculare ci
raccontò che una Signora, che da lungo tempo teneva il letto, fu
visitata da Don Bosco. Dopo averla esortata a confidare in Maria
Ausiliatrice e benedetta, le fissò l'indomani per levarsi, il posdomani
che era la domenica per uscire di casa e andare alla messa; il termine
del mese per venire in Torino a fare un'offerta in ringraziamento a
Maria Ausiliatrice. Se non che uscito Don Bosco l'inferma si sentì
pienamente libera dal suo male; si alzò, uscì di casa e andò a
ringraziare tosto in chiesa la Madonna, e prima ancora che Don Bosco
partisse andò con la meraviglia di tutti a portare a Don Bosco la
promessa oblazione. Una povera vecchierella che non poteva muoversi
se non con quattro gambe, dello stesso giorno benedetta da lui fu vista
per il paese camminare scioltamente, avuto riguardo all'età, con un
solo bastoncino. Dietro tali fatti e qualche altro che per brevità
tralascio, dovendo Don Bosco della stessa sera far ritorno all'Oratorio
trovò la strada gremita di gente che gli contrastavano il passo e nol
lasciarono partire senza prima gettarsi a terra ed essere da lui
benedetti tutti insieme. Circa que' giorni fece un viaggio a Salluggia per
assicurare (mediante qualche offerta a Maria) il parroco dalle minacce
di assassini che dopo aver tentato già due volte di ucciderlo avevano
mostrato ferma intenzione di disfarsene in altra occasione. Che cosa
siasi passata tra lui ed il parroco, nol sò; so bensì che avendo dovuto
discendere dal vapore a Livorno vercellese, dovette andar a Salluggia
in vettura. Trovavansi quattro sullo stesso calesse. Colui che guidava il
cavallo e gli altri due erano tutti intenti a mostrare a Don Bosco le belle
campagne, narrarvi la storia delli cassinali che incontravan per via; ed
una conversazione animatissima erasi intavolata quando
all'improvviso tutti quattro fecero un salto terribile; tre furono balzati
a terra. Don Bosco solo che ebbe tempo a dire Maria Ausiliatrice