Codice scheda: ASC A4520264 (Microscheda: 3912B1/4)
Luogo e data: TORINO 02/02/1888
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: LEONE XIII
Classificazione: Rua: Corrispondenza con S.Sede
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Ringrazia e chiede se deve considerarsi vicario con diritto
di successione o no.
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Torino, 8 febbraio 1888
Beatissimo Padre
Dopo aver partecipato alla S.V. la dolorosa perdita da noi fatta, per
mezzo dell'Emin.mo Cardinale Segretario di Stato, ora io stesso
prostrato al bacio del sacro piede vengo a fare atto della più umile
soggezione e del più vivo attaccamento alla Santa Sede e a V. S. ad
esporre un dubbio intorno alla mia condizione chiedendone soluzione
all'alta sua sapienza.
Fra le carte lasciate dal mai abbastanza compianto nostro Superiore
Don Bosco trovammo copie di una lettera del Reverendissimo
Monsignor D. Jacobini Arcivescovo di Tiro indirizzata a Sua E. il
Cardinale Alimonda nostro venerato Arcivescovo sotto la data del 9
ottobre 1884. In essa il sullodato Arcivescovo di Tiro dopo altre cose
soggiugne: "Sua Santità in questa occasione mi ha ordinato di scriverle
sopra un altro oggetto interessantissimo. Egli vede che la salute di Don
Bosco deperisce ogni giorno e teme per l'avvenire del suo Istituto.
Vorrebbe dunque che V. E. con quei modi che sa così bene adoperare
parlasse a Don Bosco e lo facesse entrare nell'idea di designare la
persona che egli crederebbe idonea a succedergli, ovvero aprendo il
titolo di suo Vicario con successione. Il Santo Padre si riserverebbe a
provvedere nell'uno o nell'altro modo secondo crederebbe più
prudente. Brama però che V. E. faccia subito questo, che riguarda così
da vicino il bene dell'Istituto". Ed infine un P.S.: "Le sarei
obbligatissimo se mi desse risposta subito circa l'affare suddetto". Non
abbiamo copia della risposta data dal Signor Don Bosco, né di quella
spedita in accompagnamento da S. E. Rev. il Cardinale Alimonda;
Archivio Salesiano Centrale A4520264 1
bensì troviamo l'originale di altra lettera indirizzata da S. E. il
Cardinale Nina di f. m. allo stesso Cardinale Alimonda sotto la data del
30 novembre 1884. In essa si dice: "Giovedì scorso, giorno di mia
ordinaria udienza mi recai a dovere di presentare al Santo Padre la
lettera di Don Bosco insieme a quella dell'E. R. Sua Santità rimase
oltremodo soddisfatto e tranquilla nell'apprendere come all'avvenire
dell'Istituto Salesiano rimarrebbe abbastanza bene provveduto con
l'affidarne il regime a Don Rua, qualora venisse a mancare l'Egregio
Don Bosco, che Dio però conservi molti anni, al quale intento il Santo
Padre m'incaricò di inviargli una particolare apostolica benedizione. Si
compiaccia pertanto l'Eminenza Vostra tenerne di quanto sopra
interessato il prelodato Don Bosco quando le si presenterà occasione".
Ciò premesso, mi nacque il dubbio se l'uffizio di Vicario a me affidato
durante la vita del signor Don Bosco fosse con futura successione. È
vero che la domanda fatta da Monsignor Jiacobini da parte di Vostra
Signoria trattava di un Vicario con futura successione, e la lettera del
Cardinale Nina parla dell'avvenire dell'Istituto Salesiano dopo la morte
del fondatore; tuttavia non so se veramente Don Bosco abbia fatto la
sua proposta per un Vicario con futura successione o solo durante la
sua vita. Da un libro di memorie scritte di sua mano a noi confidato
trovai pure che parlando del procedimento a tenersi secondo le nostre
costituzioni nell'elezione del nuovo Rettor Maggiore fece una nota in
cui dice: si ritenga che queste pagine furono scritte nel settembre 1884
prima che il Santo Padre nominasse un Vicario con successione, perciò
venga modificato quanto farà d'uopo. Malgrado ciò non si dilegua il
mio dubbio, tanto più considerando che non si trova né originale, né
copia di decreto di nomina del Vicario. Nell'urgenza di dare notifica
della morte del fondatore con pieno accordo del Capitolo Superiore ho
firmato le lettere relative col mio nome, cognome senza alcuna
qualifica, con lo stesso consenso nell'urgenza di dar provvedimenti ho
continuato ad esercitare l'autorità di prima; tutto questo però con la
riserva di ricorrere a V. S. appena l'avessi potuto per la soluzione del
dubbio sopra espresso.
Beatissimo Padre, considerando la mia debolezza e incapacità trovarmi
spinto a farle umile preghiera di voler portare su altro soggetto più
adatto il sapiente suo sguardo e dispensare lo scrivente dall'arduo
uffizio di Rettore Maggiore, assicurandovi però che con l'aiuto del
Signore non cesserò di prestare con tutto l'ardore la debole opera mia
in favore della pia nostra società in qualunque condizione venissi
collocato.