tanta miseria. Qui dicono che quello che passa coi lebbrosi di
Santander, è il più gran miracolo di Don
Bosco, che dal cielo lavora ancora nel beneficare i derelitti, toccando i
cuori e vuotando le borse in loro favore. Se D. Bosco ha parte in
questo, io non lo so; non sarebbe però strano che chi ha passato tutta
intiera la sua vita nel sacrificarsi per i poveri, facendo loro il maggior
bene possibile, pensi a loro adesso dal cielo una qualche volta, e
rinnovi quei prodigi di carità che erano usuali per lui in vita; non sono
di certo esaurito le misericordie di quella Vergine Ausiliatrice, che
tanto ha protetto D. Bosco mentre era in vita. Ad ogni modo, al
miracolo di D. Bosco, io debbo aggiungerne un secondo, quello della
carità cristiana di questa generosissima Bogotà! Ad essa in nome di D.
Bosco e dei suoi figli Salesiani, i miei più sinceri ringraziamenti.
Ma dice il proverbio : aiutati che il Signore ti aiuta. Finora non feci
altro che mandare il necessario per l'alimentazione; tre reali per giorno
sono appena sufficienti perchè uno non muoia di fame : prima della
guerra erano già scarsi ; adesso sono proprio insufficienti, e non si
muore è vero, ma si stenta, si ha fame, si agonizza ; e poi le limosine
diminuiscono ogni dì più, ed è naturale; tutti sono stanchi di dare;
molti, anche volendolo non possono più, la miseria ha fatto capolino
anche nelle case delle famiglie benestanti, e presto mi mancherà anche
il necessario per quei meschini.
Appello urgente.
Trovo nella sua lettera di gennaio, carissimo Padre, in quella lettera
diretta a tutti i Cooperatori del mondo, che lei f a un appello
delicatissimo a tutti essi in favore di questi lebbrosi, anche figli suoi, di
Colombia. Mille grazie in nome loro : IO VOGLIO PROVARE AD
UNIRE LA MIA DEBOLE VOCE ALLA SUA POTENTISSIMA E
CHIEDERE ANCH'IO, IN NOME DI DIO, DELLA RELIGIONE,
DELL'UMANITÀ, UN OBOLO IN BENEFIZIO DEGLI ESSERI PIù
DISGRAZIATI DELLA TERRA. Se D. Bosco ha incominciato a fare il
miracolo aiutalelo voi, buoni Cooperatori e gentili Cooperatrici,
compirlo intiero. Per adesso, fra le opere di carità che sostengono i figli
di D. Bosco in tutto il mondo, io credo che nessuna è più urgente e
nello stesso tempo più bella e più accetta agli occhi di Dio e della
religione, come l'opera dei lebbrosi di Colombia, minacciati di morire
di fame per causa della rivoluzione.
Per dir tutto, aggiungerò che più del pane, che finora non è mancato a
quei lebbrosi, abbisognano di roba per cambiarsi e per vestirsi.
Nell'ultima mia visita in maggio del 1899, già era deplorevole il loro
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stato ; molti facevano pietà e mettevano ribrezzo; da anni non avevano
potuto comprarsi un vestito; adesso dopo due anni, moltissimi non
solamente non poterono comprarsi un vestito, ma neppure cambiarsi
la biancheria. Or sono pochi giorni, mi scriveva quella Superiora delle
Figlie di Maria Ausiliatrice in questi termini : molte delle nostre Figlie
di Maria, non possono più venire all'Oratorio, né entrare in Chiesa
perchè il pudore loro vieta mostrarsi in pubblico in quello stato di
quasi nudità, tanto contrario alla decenza cristiana. Quelle che ancor
escono fanno compassione.
Tutti poi, uomini, donne, ragazzi, fanciulle, sono l'immagine di quel
Lazzaro del Vangelo, coperti di piaghe, senza neppur poterle coprire.
Oh quanta miseria in quella miserrima popolazione! Poco più poco
meno, si trovano nello stesso stato i mille duecento lazzarini di Agua
de Dios. Sono quindi due mila i lebbrosi che io vorrei vestire. Avrei
quindi bisogno di tele anche grossolane per camicie, mutande; di
stoffe, anche di ultima qualità, per vestiti da donna e da uomo. Oh! se
questo mio grido di dolore giungesse fino all'orecchio e più al cuore di
tanti che, facendo un piccolo sacrifizio, potrebbero rimediare a questa
enorme necessità in cui si trovano due mia, figli di Dio cotanto
sofferenti !
A voi in particolare mi dirigo, o fabbricanti di tele, di stoffe, padroni di
cotonifici e delle grandi fabbriche di tessuti d'ogni genere : METTETE
A PARTE QUELLE PEZZE, CHE POCO VI SERVONO; MANDATELE
AL R.m° SIG. D. RUA, SUPERIORE DEI SALESIANI, VIA
COTTOLENGO, N. 32, TORINO E FARETE UN'OPERA SQUISITA DI
CARITÀ, ED IL SIGNORE SEMPRE RICCO IN MUNIFICENZA,
SEMPRE FEDELE ALLE SUE PROMESSE, VI DARÀ IL CENTO DI
TUTTO QUELLO CHE GLI DARETE NELLA PERSONA DEI SUOI
POVERI, BENEDICENDO LE VOSTRE FAMIGLIE, PROSPERANDO I
VOSTRI NEGOZI, E PIù ANCORA DANDOVI A SUO TEMPO UNA
PARTE DEL SUO PARADISO. È UN BEL NEGOZIO CHE VI
PROPONGO ; FATELO, FATELO PRESTO E NE SARETE CONTENTI
PROMESSA DIVINA CHE MAI NON FALLA.
Per tutti gli oggetti che si raccolgono ho promessa dal Governo di qui,
di non far pagar nulla di dogana. Lo Compagnie dei vapori fluviali me
li porteranno gratis fino a Monda, e confido che anche la Veloce, di
sicuro, ci farà qualche ribasso.
Mi benedica , carissimo Padre , benedica tutti i suoi figli di Colombia, e
mi creda tutto suo
Ubb.mo figlio in corde Jesu, D. EVASIO RABAGLIATI.