Codice scheda: ASC A4490341 (Microscheda: 3869A7/10)
Luogo e data: TORINO /08/1893
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: CAGLIERO CESARE
Classificazione: Rua: Corrispondenza con Salesiani
Tipo documento e supporto: Corrispondenza in genere Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Emile Marquand di Tolone chiede la rinnovazione del
privilegio dell'Oratorio privato con la conservazione eucaristica.
Questione dell'eredità Piccioni di Catania [Data presunta].
***
Torino, [agosto 1893]
Carissimo Don Cagliero
Monsieur Emile Marquand di Tolone (Francia) mi prega di impetrargli
la rinnovazione della facoltà, o meglio del permesso di tenere il
Santissimo Sacramento nella propria cappella, come dalla fede
pontificia di cui ti dò copia in foglio qui unito. Vedi un po' di
contentare questo buon signore, tanto più che da un anno è malato. Il
favore sarebbe di grande utilità per tutta quella famiglia molto
desolata per la malattia cronica del suo capo. Per altra parte è una
famiglia molto benemerita della nostra pia società e credo che la prima
volta questa facoltà siagli stata ottenuta dal nostro amato padre Don
Bosco.
Ora passiamo ad altro: saprai che a Catania la nostra casa di San
Francesco di Sales venne fabbricata in un fondo lasciato da certo
Canonico Piccioni per il bene della gioventù. Egli lasciò anche altri
fondi a sostegno dell'opera da iniziarsi. Diede incarico di tal impresa a
quattro ecclesiastici, eredi fiduciari, fra cui primeggia certo Canonico
Monsignor Cesareo dimorante colà in Catania. Uno di essi è già morto
senza testamento e la parte sua sarebbe passata ai propri parenti se gli
altri tre coeredi non l'avessero ricomprata (naturalmente con i redditi
o sostanze della successione Piccioni). Nel fondo a noi ceduto trovavasi
una casetta con il solo piano terreno, affatto insufficiente all'uopo. Si
dovette cominciare a spese nostre un fabbricato molto più vasto che si
compì per metà, mentre l'altra metà si dovette sospendere da noi per
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mancanza di mezzi, malgrado le promesse che gli eredi fiduciari ci
facevano ripetutamente di cederci tutti gli altri fondi e sostanze
dell'eredità o quanto meno di aiutarci nell'impresa. Il Cardinale
Dusmet Arcivescovo di Catania vede con pena che gli eredi si limitino
alla cessione del fondo e a mantenere nel nuovo Istituto un piccolo
numero di giovani poveri mediante la scarsissima pensione di L. 0,50
al giorno. Tuttavia non crede di usare della sua autorità per obbligare i
coeredi fiduciari a consegnarci quanto occorre; dice che ciò spetta a
Roma e che quando fosse interrogato da Roma egli darebbe tutte le
necessarie informazioni. Ora incarico te di parlare a chi di ragione di
questo affare per ottenere che tutta la sostanza ereditaria ci sia
consegnata o quanto meno il necessario per compiere il fabbricato
iniziato e sostenere il nuovo istituto. Chissà che sia conveniente
cominciare a far chiedere dal Cardinale Vicario o dal Cardinal
Rampolla esatte informazioni al Cardinal Dusmet sulle disposizioni
testamentarie del Canonico Piccioni? È cosa importante: gli eredi
fiduciari ci hanno messi in ballo con la promessa di aiutarci col
rimanente dell'eredità: ora non sappiamo con quale diritto e per quale
ragione ci lasciano in abbandono. Qualora ti occorressero maggiori
schiarimenti Don Chiesa potrebbe darteli.
Il Signore vi assista e conservi tutti nella sua grazia e carità insieme
con il
Tuo affezionato in Gesù e Maria
Sacerdote Michele Rua