Codice scheda: ASC A4020922
Luogo e data: 16/11/1900
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: CARTER GUGLIELMO
Classificazione: Rua: Corrispondenza con S.Sede
Tipo documento e supporto: Lettera spedita Manoscritto
Autenticità: Copia
Contenuto: Risposta agli appunti presentati dalla Segreteria della S.
Congregazione dei VV. e RR. in data 16/11/1900 riguardo a:
Confessioni e Rendiconti delle Case Salesiane; accettazione di nuove
fondazioni.
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Risposta
agli appunti presentati dalla Segreteria della S. Congregazione dei VV.
e RR. al Procuratore Generale dei Salesiani di Don Bosco sotto il N.
25428 colla data delli 16 novembre 1900.
Al 1. Il Direttore delle Case Salesiane fuori di Roma qualche volta si
trova solo sacerdote munito delle patenti di confessione per non lasciar
gli allievi ed i confratelli senza la comodità di confessarsi lo si esorta a
prestarsi per chi liberamente ne lo chiede. Egli però è obbligato a
provvedere qualche confessore estraneo una volta per settimana, se
non può più sovente, od almeno una volta al mese, quando non possa
averlo più spesso.
Il Superiore Maggiore poi non ricorda d'aver rimproverato alcun
Direttore se non nel caso che questi non procurasse ai suoi dipendenti
la comodità della confessione dove e quando non vi fosse altri abilitati
ad ascoltar le confessioni.
Al 2. Nelle Case Salesiane vi è la prescrizione come forse in tutte le
Congregazioni di render conto della propria condotta al Superiore
locale, ma è pur prescritto di limitare tale rendiconto alla condotta
esteriore essendo che nel Capo che tratta de' rendiconti Regole o
Costituzioni Deliberazioni approvate dalla Santa Sede Capo 3 art. 4 si
esorta a render conto della vita ester. art. 362 lett. 9 si legga: "si noti
bene che il rendiconto si raggira solamente su cose esterne e non di
confessione a meno che il socio ne facesse egli stesso argomento per
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suo spirituale vantaggio." Finora non consta al Rettore Maggiore che
alcun Direttore abbia oltrepassato questi limiti. Se gli verrà indicato
qualche trasgressore lo ammonirà debitamente.
Al 3. La Pia Società Salesiana o meglio i Superiori della medesima
fanno quanto possono per non accettare nuove fondazioni e solo vi si
lasciano indurre quando interviene il comando o raccomandazione
delle Superiori Autorità ecclesiastiche, oppure si vede chiaramente che
la gloria di Dio ed il bene delle anime esigono tali fondazioni. Non ne
fanno mai di propria iniziativa, e non vi si inducono d'ordinario se non
dopo istanze reiterate di parecchi anni. Non consta che le fondazioni
riescano di danno né ai confratelli né agli alunni. I confratelli in
generale godono di quella salute che si gode negl'istituti di vita attiva:
gli alunni poi ricevono tutta l'istruzione religiosa e morale che è loro
adattata.