Codice scheda: ASC A4530146 (Microscheda: 3923D12/E2)
Luogo e data: MIRABELLO 11/07/1865
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: PROVERA FRANCESCO
Classificazione: Rua: Corrispondenza con Salesiani
Tipo documento e supporto: Lettera spedita Manoscritto
Autenticità: Interamente autografo
Contenuto: Gli dà notizie di alcuni confratelli; hanno fatto molte feste;
Mirabello, Lazzarone e altri paesi sono stati flagellati dalla gragnuola; i
giovani si preparano agli esami; invia un biglietto del padre.
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Mirabello, 11 luglio 1865
Fratello in Cristo amatissimo
La carissima tua lettera dellì 27 giugno fu veramente la benvenuta. Al
giorno di San Pietro ci trovavamo a tavola col caro Papà e fratello
Pietro; ed io discorrendo col primo diceva: chis sa che cosa faccia
adesso Franceschino a Lanzo? Chi sa come se la passi? Non aveva
quasi ancora nemmeno terminato di dire quelle parole che entra Goffi
nel refettorio e mi presenta le lettere giunte appunto allora. Osservo
tosto le soprascritte e ravviso fra esse il carattere del nostro
Franceschino; ecco, o Papà, dissi allora, che Franceschino viene a fare
la risposta alle mie dimande; e insieme la leggemmo con grande nostro
piacere; e così il bocchetto, che in quest'anno non abbiamo presentato
al Papà e a Pietro, perché Vincenzo non ce lo volle provvedere, venne
da te presentato e riuscì graditissimo. Non ci riuscirono però così
gradite le prove, a cui mi dici di essere andato soggetto codesto
collegio; prendiamo parte vivamente alle vostre pene, e per quanto
dipende da noi vorremmo vederle cessare interamente, e a tal uopo
innalziamo al Signore calde istanze. Dall'altra parte tuttavia dobbiamo
consolarci pensando che le vostre prove paiono segni che codesto
stabilimento deve essere opera della Provvidenza; anzi appunto per
questo motivo io sarei quasi d'avviso di suggerire a Don Bosco di
continuare a tenerlo aperto. Tu desideri aver nuove del nostro amato
Cerruti; e con mio piacere posso soddisfarti con darti buone nuove.
Egli dopo un mese di malattia si è ristabilito forse meglio che non sia
mai stato in tutto quest'anno; anzi ha già ripreso nuovamente la scuola
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e tutte le altre sue occupazioni. Si degni il Signore conservarlo in
salute; e questo dico proprio di cuore, giacché continua sempre ad
essere il buon Cerruti. Gli altri poi stanno tutti bene, non solo i chierici
ma anche i giovani. Qui abbiamo fatto molte feste che riuscirono molto
soddisfacenti: la chiusa del mese di Maria, a cui intervenne
Monsignore con un nobile corteo di parroci e sacerdoti. Si diede allora
la commedia latina che andò a meraviglia. Abbiamo fatto la festa di
San Luigi, in cui abbiamo fatto una processione portando la statua del
Santo provveduta dai confratelli della compagnia, e si è rappresentata
una commedia intorno alle battaglie sostenute da San Luigi per
riuscire a farsi religioso, commedia che ci costrinse a spargere varie
volte lacrime di tenerezza e che lasciò le più buone impressioni a
chiunque avesse cuore in petto. Si è dato poi alli 3 del corrente l'esame
ai chierici di nuovo con l'intervento di Monsignore, che ne fu contento.
Giovedì della corrente settimana andremo a Lu a fare tutti insieme
l'esercizio della buona morte. Per passare ad altro ti dirò che
Mirabello, Lazzarone, San Salvatore e parecchi altri paesi ieri furono
terribilmente flagellati dalla gragnuola; specialmente San Salvatore fu
ridotto a presentare l'aspetto che presentano le campagne nel mese di
novembre. Credo che propter peccata veniunt adversa; purtroppo si
vede anche in Mirabello a lavorare talvolta alla festa. Ah! Si aprissero
un po' una volta gli occhi a riconoscere la vera origine delle sciagure! I
nostri giovani si vanno preparando gli esami; come riusciranno non
sappiamo ancora; venerdì cominceranno. Se sapessi! Quest'anno si è
operata qui una purga delle più buone. I giovani Protto 1°, Boverio,
Braggia non sono più nel Piccolo Seminario; ogni giorno ci
raccomandiamo a San Carlo che ne allontani i lupi, o li faccia
convertire in agnelli; e San Carlo sembra proprio che se ne prende il
salutare incarico. Ma è ormai tempo che io finisca; se non vi sto attento
scrivo fino a domani tante sono le cose che vorrei dirti. Spero che potrò
fra breve dirtele a bocca. L'Oratorio in questi ultimi mesi, bisogna
dirlo, ebbe ed ha a sostenere terribili prove; bisogna, o caro Don
Francesco, che ci uniamo a pregare e che riponiamo tutta in Dio la
nostra confidenza. Diceva il Signore nel Vangelo agli apostoli e
discepoli parlando del tempo di gravi disgrazie: levate capita vestra,
quomiam appropinquat redemptio vestra; chi sa che non sia questo il
tempo in cui il Signore ci prepari qualche grande consolazione? Ricevi
tanti nostri cordialissimi saluti; estendili a tutti codesti diletti
confratelli. Tutti quei di casa tua, la mia Madre, il Signor Prevosto e
Curato tutti ti salutano. Particolarmente il Papà t'incarica di salutare