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Codice scheda: ASC A4580258 (Microscheda: 3995B10/C10)
Luogo e data: TORINO ­ 24/10/1893
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: COOPERATORI SALESIANI E BENEFATTORI
Classificazione: Rua: Circolari, direttive, documenti
Tipo documento e supporto: Circolare ­ Stampa tipografica
Autenticità: Copia
Contenuto: Tenendo conto del bisogno dei Missionari e del desiderio
del S.Padre Leone XIII a che si promuovano nuove opere missionarie,
rende noto il programma di una spedizione straordinaria di Missionari.
***
Torino, 24 ottobre 1893
Benemeriti Cooperatori
e Benemerite Cooperatrici,
La grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia sempre con voi, o miei
buoni Cooperatori, o mie buone Cooperatrici. Solito a manifestarvi ciò
che può contribuire alla gloria di Dio ed al buon andamento della
nostra Pia Società, debbo oggi parlarvi di argomento di grande
importanza.
La necessità di Missionarii si fa tutti i giorni maggiormente sentire:
vari ordini religiosi, che una volta mandavano gran numero di operai
evangelici nelle missioni, ora per le tribolazioni, cui andarono soggetti,
e per la nequizie dei tempi non possono più mantenere le Prefetture e
Vicariati Apostolici loro affidati, tanto meno sobbarcarsi a nuove
missioni. Perché da tutte parti a noi Salesiani arrivano calde istanze,
perché mandiamo dei nostri missionari alla conversione di tribù e
popoli interi, che ancor non conoscono la nostra santa religione, e a
preservare paesi e città dal cadere nell'eresia o dalle ripiombare nella
barbarie.
Lo stesso Santo Padre Leone XIII ci anima in molti modi e servendosi
di tutte le circostanze, perché vogliamo affrettare la spedizione di
nuovi Missionari.
Il Signore per sua bontà ci manda dei buoni giovani, pieni di vigore e
di buona volontà, pronti a farsi missionari ed a recarsi dove il bisogno
è più grande. Ma le spese che occorrono sia per la loro educazione, sia
per la loro spedizione e corredamento sono immense. Prima che un
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giovane possa riuscire missionario, che lunga via deve percorrere! Per
molti anni deve essere istruito, educato, mantenuto, che a tal uopo si
richiedono più migliaia di lire; senza contare che vari si mettono per la
via delle missioni, poi, vedendo le difficoltà, non partono, non però
prima di avere procurato molte spese per la loro educazione. I viaggi
poi ammontano ad una spesa esorbitante. Nessuno forse s'immaginerà
che solo in viaggi occorrono circa mille lire per individuo, che perciò in
partenze numerose, come siamo soliti fare, si richiedono un cinquanta
e più mila lire per volta.
Ora appunti abbiamo tra mano l'allestimento di una spedizione
straordinaria. Si tratta di mandare Missionari nell'America del Sud ­
nell'America del Nord ­ nell'Africa e nell'Asia, e spedire pure buon
numero di Suore di Maria Ausiliatrice, che nella maggior parte dei siti
sono un aiuto potentissimo, direi quasi indispensabile, per fare tra le
donne e le fanciulle ciò che i Missionari fanno tra gli uomini ed i
ragazzi.
Il giorno stabilito per la funzione della partenza è il 30 del prossimo
novembre. Essa avrà luogo verso le 3 1/2 pomeridiane nella chiesa di
Maria Ausiliatrice, e fin d'ora intendo di invitarvi tutti, o cari
Cooperatori e Cooperatrici, ad onorarci di vostra presenza personale
per chi può, e di quella spirituale di vostre fervide preghiere per chi
non potrà intervenire. Quello poi di che vi fo più calde istanze si è di
venirci in aiuto con le vostre offerte.
I mezzi in quest'anno ci vennero assolutamente meno: questa partenza
ci riuscirebbe del tutto impossibile, se grandi aiuti non ci arrivassero
prontamente.
Ciò non pertanto, in vista del gran bisogno, si è combinata detta
partenza: già si sono scelti i Missionarii per ciascun luogo: già essi si
preparano: già si è incominciato ad allestire corredi ed a trattare con le
varie società di navigazione per i viaggi. ­ Ma, direte voi, preparar tutto
senza avere mezzi adeguati per sopperire a spese sì ingenti? ­ La
Provvidenza è grande, e voglio sperare che non ci mancherà. I bisogni
delle missioni non sono solo reali, ma straordinarii, ma pressanti; e
volete voi che stiamo indietro? No, allestiremo la partenza; speriamo
gli aiuti verranno: nelle gravi necessità di provvedere alla salute delle
anime, Don Bosco faceva così, ed insegnò anche a noi a fare così. Noi
abbiamo già varie volte seguito in questo le tracce di Don Bosco, e, a
dire il vero, la Provvidenza non ci venne meno; perciò ci mettiamo
anche questa volta nelle mani sue e speriamo che essa non ci
mancherà. E di chi si vorrà servire la Divina Provvidenza per mandarci

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i suoi aiuti? Di voi, o miei buoni Cooperatori e mie buone Cooperatrici:
essa vuol farvi partecipi di tutti i meriti dei Missionari, vuol darvi il
premio che si dà ai Missionarii medesimi, ma vuole che voi operiate
efficacemente. Io conosco il generoso vostro cuore; come non ci venne
meno finora, così non ci verrà meno nell'avvenire. Si tratta di salvare
migliaia e migliaia di anime. Vorreste forse sentirvi a dire da Gesù nel
giorno del finale giudizio: ­ Io aveva fame e non mi saziaste ­ io aveva
sete e non mi dissetaste ­ io era nudo e non mi copriste ­ era ignorante
e non mi insegnaste...? ­Oh no! Eppure quel che si fa per i fanciulli, per
i selvaggi, per gli infedeli, e quel tanto che si fa per le migliaia di nostri
connazionali emigrati, bisognosissimi per l'anima e per il corpo è
eminentemente dar da mangiare, da bere, vestire, visitare e soccorrere,
insegnare, ecc.
Vedere migliaia e migliaia di ragazzi in paesi barbari correre la via
della perdizione, vedere tanti popoli che ancora siedono nelle tenebre e
nell'ombra di morte, vedere poi a migliaia i nostri stessi connazionali,
dispersi per le lande immense dell'America e di altre regioni,
dimenticarsi di Dio e dell'avita religione, perché non trovano più un
prete che pensi a spezzar loro la parola di Dio e richiami alla memoria i
doveri cristiani: come è possibile veder tutto questo e non
commuoversi? Noi l'abbiamo visto l'eroismo dei nostri generosi
Cooperatori e nostre generose Cooperatrici in circostanze meno
pressanti e meno difficili, e speriamo di vederlo anche adesso.
Abbiamo visto povere ferventi mandare buona parte del loro piccolo
salario; abbiamo visto operai mandarci continuamente il decimo e
qualcuno fino la metà di quel poco che guadagnavano; abbiam visto
ricchi aprire i loro scrigni e largheggiare in proporzione delle loro
facoltà; abbiam visto signorine togliersi la catenella d'oro dal collo,
togliersi il braccialetto, privarsi di un viaggio di piacere; abbiam visto
famiglie intere privarsi dal partecipare a qualche festa mondana,
astenersi dal dare qualche serata di gala, dal comprare nuovi
ornamenti per le case, privarsi di onesti divertimenti per soccorrere le
missioni. Quanto bene fecero tutte queste persone! Quanto ne fecero
altre pie signore che insieme colle loro offerte ci fecero pervenire vesti
di seta, con cui si poterono preparare parlamentari per le sacre
funzioni ed altri sacri ornamenti. ­ Questa volta o no! Non verrann
meno ai loro santi tratti di eroismo. Io non dico altro, se non che senza
di voi, o miei zelanti Cooperatori, o mie zelanti Cooperatrici, questa
volta non posso far niente; La spedizione progettata cadrebbe a vuoto.
Venitemi generosamente in aiuto: siate lo strumento della Divina
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Provvidenza. Non temiate di impoverirli allargando la mano per
soccorrer le missioni: arricchirete invece. Ricordate quanto vi lasciò
come per testamento Don Bosco: mi prendo la libertà di trascrivervene
qui le parole: "Io stesso e con me tutti i Salesiani siamo testimonii che
molti nostri benefattori, i quali prima erano di scarsa fortuna,
divennero assai benestanti dopo che cominciarono a largheggiare in
carità verso i nostri orfanelli e Missionari. In vista di ciò ed
ammaestrato dall'esperienza, parecchi di loro, chi in un modo e chi in
un altro, mi dissero più volte queste ed altre consimili parole: ­ Non
voglio che lei mi ringrazii quando fu alla carità ai suoi poverelli; ma
debbo io ringraziare lei che me ne fa domanda. Da che ho cominciato a
sovvenire i suoi orfanelli, le mie sostanze hanno triplicato. ­ Un altro
signore, il comm. Antonio Coppa, veniva sovente egli stesso a portare
limosine, dicendo: ­ Più le porto denaro per le sue opere, e più i miei
affari vanno bene. Io provo col fatto che il Signore mi dà anche nella
vita presente il centuplo di quanto io dono per amor suo. ­ Egli fu un
nostro insigne benefattore fino all'età di 86 anni, quando Iddio lo
chiamò alla vita eterna per godere colà il frutto della sua beneficenza."
Con questo tanto bel tratto di Don Bosco medesimo, io do termine e
prego Dio che voglia inspirarvi tutti in bene e che vi prepari fin d'ora
quel centuplo che ha promesso a chi fa l'elemosina proporzionata alla
sua condizione.
Pregate anche voi per me, finché non venga mai meno ai miei doveri e
credetemi sempre
Vostro obbl.mo Servitore
Sac. Michele Rua
Alcuno desidererà di ricever i particolari della prossima spedizione ed
io mi fo premura di appagarli.
1. L'anno scorso con la grazia del Signore si aperse una casa nel
Messico; ma questa era assai piccola. Nel corso dell'anno alcuni buoni
cooperatori di colà provvidero terreno più ampio, fabbricarono per
metà una casa, che finita potrà contenere 500 giovani. Ora si
apriranno varii laboratorii, e di quest'anno i giovani potranno
ascendere a circa 250 interni, senza calcolare gli esterni e l'oratorio
festivo; il personale perciò di quella casa va più che duplicato, sia per
riguardo agli insegnanti ed assistenti, sia riguardo ai capi d'arte e
coadiutori.

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2. Monsignor Lasagna ebbe entusiastiche accoglienze nell'Uruguay e
nel Brasile, sì come già si annunciò nel Bollettino. Ciò diede impulso
così grande a quelle missioni, che è necessario mandargli in aiuto buon
numero di Missionarii. In particolare iniziò le missioni nello Stato di
Matto Grosso, la parte forse più bisognosa del Brasile, e queste
missioni bisogna sostenerle. Colà poi non trovano né personale, né
mezzi pecuniarii; bisogna aver pazienza, provvedere di qui.
3. Nella Repubblica Argentina la grande crisi monetaria e le intestine
guerre di quest'anno fan sì, che il numero dei fanciulli abbandonati è
duplicato, ed è impossibile rimanere apatici a tanto strazio: si
dovettero ingrandire le case per accettare un numero più grande di
derelitti, ed in conseguenza bisogna colà aumentare il numero dei
preti, dei maestri, dei sorveglianti. Alcuni adunque dei missionari sono
colà diretti.
4. Monsignor Cagliero l'anno scorso è venuto espressamente in Europa
per cercare missionari per la sua Patagonia: ora deve partire e
condurre con sé le reclute fatte. La Patagonia è sul punto d'essere
convertita e civilizzata completamente; ma occorrerebbero molti
missionarii ed immensi mezzi pecuniarii. In quest'anno i nostri
missionarii penetrarono fin nel Chubut in Rawson, capoluogo della
Patagonia Centrale: là pure occorre aumentarne il numero e
somministrar mezzi, di cui si trovano affatto sprovvisti.
5. In Africa già da due anni si lavora, specialmente in Oran o
nell'Algeria. Ora pare il tempo di darsi all'educazione diretta degli
arabi e si procurò per questo scopo casa apposita. Alcuni dei
missionari della spedizione che si prepara sono diretti a quella volta.
Un drappello pure di suore di Maria Ausiliatrice si recherà a Mers­el­
Kebir pure in Algeria chiamatevi per una numerosa colonia in gran
parte di poveri Italiani.
6. In Palestina occorre rinforzare il personale colà già spedito,
specialmente per quanto concerne i coadiutori, per la coltivazione
della terra e per l'insegnamento pratico dell'agricoltura ai ragazzi che
la Divina Provvidenza colà ci affida. Tutto questo richiede personale e
spese gravissime.
Ecco i luoghi e lo scopo della novella spedizione. Ecco, o miei buoni
Cooperatori e mie buone Cooperatrici, dove andranno a finire le vostre
limosine. Migliaia e migliaia di anime avranno a pregare per voi presso
il trono del Signore come coadiutori della loro salvezza.
Qualcuno tuttavia potrà domandare perché spedire tanti missionari
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fuori d'Europa, mentre sì grandemente si scarseggia di clero nelle
nostre terre. ­ Questa obiezione è speciosa ma non soda.
Nei paesi di missione si tratta di far conoscere per la prima volta Gesù
Cristo, senza del quale non vi è salute; si tratta di gettare il primo seme
del Vangelo, affinché cresca in grand'albero, per raccogliere sotto
l'ombra sua benefica le presenti e le future generazioni. Quando il
padre e la madre, quando una famiglia, quando una tribù abbia
ricevuta la religione cattolica, questa, come un prezioso retaggio, sarà
per secoli e secoli tramandata di padre in figlio, di famiglia in famiglia,
di generazione in generazione; ed allora quante anime si salveranno!
Altrimenti quei popoli ed in presente ed in futuro continueranno a
sedere nell'ombra di morte e a cadere irreparabilmente nella notte
eterna. Se gli apostoli, se i primi loro discepoli, se i missionari cattolici
fin dai primordi del cristianesimo ed in appresso non avessero
illuminato i nostri antenati, non è egli vero che noi saremmo tuttavia
pagani?
Ed invece quanti milioni di anime si sono già salvate nei trascorsi
secoli, e quante si salveranno nei secoli venturi!
Adunque stiamo tranquilli e con certezza crediamo che si fa cosa grata
a Dio, accetta alla Chiesa, utilissima alle anime coll'inviare di tratto in
tratto in quelle remote ed abbandonate regioni nuovi Missionarii,
anche a costo di sentirne penuria tra noi, perché se qui si sente in
qualche luogo scarsezza, colà ve n'è estrema necessità; se qui in
qualche paese non vi è guari comodità d'istruirsi nelle verità di nostra
santa Religione, colà è ancora notte buia per tutti.
A questo poi siamo spinti pure dall'autorevole voce del Sommo
Pontefice. Quante volte il Santo Padre Pio IX insistette presso Don
Bosco perché mandasse missionarii? Quante volte la stessa cosa fece il
sapientissimo Leone XIII? Nè contento delle esortazioni private,
questo miracolo di Papa, che Dio nella sua bontà ci diede, si rivolse più
volte ai Vescovi tutti, incoraggiando le missioni; ed in particolar modo
in una sua Enciclica (3 dicembre 1890) così si esprime: "Voi, venerabili
fratelli, chiamati a parte della nostra sollecitudine, caldamente
esortiamo, affinché sorretti dalla fiducia in Dio, e non isgomenti da
veruna difficoltà, con animi concordi vi adoperiate con noi ad aiutare
alacremente ed energicamente le Apostoliche Missioni. Si tratta della
salute delle anime, per le quali il nostro Redentore pose l'anima sua e
costituì noi, vescovi e sacerdoti, pel perfezionamento dei santi e per la
edificazione del suo corpo. Là onde ciascuno nel luogo dove da Dio fu

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posto custode del gregge, sforziamoci con ogni mezzo, affinché alle
sacre missioni siano arrecati quegli aiuti che abbiamo rammentato
essere stati in uso fin dai primi esordi della Chiesa, vale a dire la
predicazione del Vangelo e le preghiere e l'elemosina degli uomini pii."
Dopo questa esortazione il Santo Padre continua e dice: "Se alcuni
adunque troverete zelanti della divina gloria e pronti ed idonei a
intraprendere le sacre spedizioni, incuorateli, affinché, esplorata e
conosciuta la volontà di Dio, non si facciano impigrire dalla carne e dal
sangue, ma si affrettino ad assecondare la voce dello Spirito Santo."
Queste sapienti esortazioni del Santo Padre non possono lasciare il
dubbio in alcun fedele della importanza ed opportunità di queste
spedizioni, che Don Bosco con tanta carità e zelo ha incominciate e che
noi nel miglior modo che sia possibile cerchiamo di continuare.
***
Noi riceveremo con viva riconoscenza le offerte in danaro, in oggetti di
vestiario e di biancherie, in oggetti di chiesa, ecc. Quanto vantaggio
potrebbero recare a tante nostre povere chiese e cappelle molte signore
con l'offrire le loro vesti ed ornamenti, che forse da anni ed anni
stanno ferme ed inutili nelle loro abitazioni! Noi avremmo modo di
ridurle e farne paramentali: varie pie persone si presterebbero
volentieri a così utile occupazione. Vogliano, di grazia, rivedere un
momento le loro guardarobe, e forse troveranno oggetti che non
ricorderanno più di avere e che tornerebbero di sommo giovamento a
servizio della Casa del Signore ed al bene delle anime. Quanto alle
offerte in danaro, ricordiamo l'avviso dato altre volte, di spedirle per
mezzo di vaglia, cartoline­vaglia, lettere raccomandate od assicurate e
non fidarsi di lettere semplicemente affrancate. L'indirizzo è al Sac.
MICHELE RUA, Via Cottolengo, 32, TORINO.
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