Codice scheda: ASC A4580317 (Microscheda: 3998A5/7)
Luogo e data: TORINO 01/12/1897
Autore: RUA MICHELE
Destinatario: COOPERATORI SALESIANI E BENEFATTORI
Classificazione: Rua: Circolari, direttive, documenti
Tipo documento e supporto: Circolare Stampa tipografica
Autenticità: Copia
Contenuto: Comunica che nel 1897 sono partiti per le missioni oltre
120 Missionari, tra SDB e FMA. Si rivolge alla loro carità per avere
aiuti per le ingenti spese.
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Torino, 1° Dicembre 1897.
Benemeriti Cooperatori
e Benemerite Cooperatrici,
Le necessità dolorose di tanti poveri selvaggi, che ci tendono le braccia
per essere inciviliti e salvati, e le necessità non meno pressanti e gravi
di migliaia e di decine di migliaia di emigrati Italiani, nonchè le
necessità di quei popoli bensì cristiani battezzati, ma che per
mancanza di preti abbandonano ogni pratica di religione, ci fecero
ressa al cuore e ci obbligarono anche in quest'autunno ad allestire una
numerosissima schiera di missionarii, che tra sacerdoti, chierici,
coadiutori e Suore di Maria Ausiliatrice ascendono quasi al numero di
cento. Questi, uniti agli altri che partirono nel mese di Marzo scorso
fan sì che nel solo anno 1897 partirono oltre 120 missionarii tra
Salesiani e Suore di Maria Ausiliatrice.
Un numero così straordinario di missionarii porta una spesa tale, che
sarebbe parsa grave a qualunque anche più facoltosa istituzione; noi,
sebben poveri, ammaestrati alla scuola di D. Bosco a non
indietreggiare quando lo esige la gloria di Dio ed il vantaggio del
prossimo, non ci lasciammo spaventare, ci sobbarcammo ad ingenti
sacrifizi ed anche a stolti debiti fidati nella Divina Provvidenza, ben
conoscendo con quanta generosità fummo sempre sorretti in simili
casi dai benemeriti nostri Cooperatori e dalle benemerito nostre
Cooperatrici.
Ero solito in anni andati, nell'occasione della partenza dei Missionarii,
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mandare una circolare per domandare opportuna limosina ; l'anno
scorso e nella p. p. primavera, per tema di parer troppo grave ai nostri
benefattori, credei bene di astenermene; tua ciò produsse tale dissesto
nelle nostre finanze, elce mi posero in veri e soli imbarazzi. Non vi
rincresca pertanto, o benemeriti Cooperatori, che mi rivolga di nuovo
in questo anno alla vostra ben conosciuta carità. È il bisogno assoluto e
pressante, ed è lo zelo della salute delle anime, che mi vi spinge. Se
conosceste le strettezze straordinarie in cui gli trovo, ed i bisogni
urgenti che mi circondano, son persuaso che non aspettereste un
momento a soccorrermi. Ma voi desidererete sapere anche più
particolarmente quali sono questi sì urgenti necessità e dove
quest'anno andrebbero a fluire le vostre limosine: io in brevi cenni
procurerò di contentarvi.
In primo luogo serviranno a sopperire alle spese veramente esorbitanti
delle effettuate spedizioni. Si è fatto il calcolo che tra viaggi , corredo e
spese d'ogni genere che devonsi fare, ogni missionario non viene a
costare meno di L. 2,000. Ora figuratevi quanto siasi dovuto spendere
e quali debiti contrarre per oltre 120 Missionarii spediti in questo solo
anno.
Voi poi che con tanto amore leggete il Bollettino Salesiano avrete
notato nel numero di Marzo scorso, l'immane disgrazia avventataci
nelle missione della Candelara nella Terra del Fuoco. In poche ore un
incendio divoratore sospinto da vento furioso ci distrusse le due case
che si avevano, una pei Missionarii e Orfanotrofio maschile, l'altra per
le Suore di Maria Ausiliatrice ed Orfanotrofio femminile, non che la
chiesa che trovavisi tra le due case, colle abitazioni poco prima
fabbricate pei poveri selvaggi. Colà non vi è altro mezzo di costruzione
che far tutto in legno; l'incendio non risparmiò la minima cosa; di
modo che i nostri Missionarii e le nostre Suore con vario centinaia di
selvaggi, che si eran potuti ricoverare ed istruire, si trovarono
intieramente a cielo scoperto e senza provvigioni. Immaginatovi la loro
desolazione trovandosi a centinaia di leghe lontane da ogni centro
incivilito, specialmente che alla disgrazia del fuoco si aggiunse che i
selvaggi della foresta, approfittandosi della critica posizione dei nostri,
pìombarono sulla missione e rubarono 59 capi di bestiame bovino, che
costituivano quasi l'unica loro risorsa per mantenersi. Se gli altri
Missionarii dell'isola Dawson e di Puntarenas non erano pronti con
immenso loro scomodo e spesa a mandare 100 sacchi di farina e gli
utensili più necessarii, quei della Missione della Candelara sarebbero
forse morti tutti di fame e disagi. Le vostre limosine pertanto