fosse preso con buona volontà! Col Fariseo che lo aveva ospitato usa
una lunga circonlocuzione per fargli capire che non giudicava bene la
penitente Maddalena; con Giuda stesso che veniva per tradirlo usa
termini delicatissimi per espugnarne il cuore, e alla lunga facendogli
notare l'empietà che in quel punto medesimo compiva, lo chiama
ancor amico: amice, ad quid venisti? (2); con chiunque poi non si
mostrava mai imperioso, ma piuttosto pregava dicendo: noli, nolite,
non voler far questo, non vogliate far quello, mirando così a
guadagnarne la volontà colle sue ineffabili maniere.
Ma non si terminerebbe più se volessimo rilevare tutte le finezze di
quel Cuore divino , inesauribile per bontà. Gli esempi ora addotti sono
come una goccia attinta dall'Oceano, e voi medesime, che della vita di
Gesù formate il miglior pascolo alla vostra pietà, sapete come Egli,
venuto fra noi per puro e disinteressatissimo amore, tratto solo dalla
carità colla quale da tutta l'eternità ci ha
(1) MATH. VII, 1. (2) Ib. XXVI, 50,
amati: in charitate perpetua dilexi te (1) anzichè adirarsi per la nostra
iniquità volle sacrificarsi tutto per liberarci dall'ira di Dio che gravitava
sopra di noi, volle profondere infiniti tesori per migliorare la nostra
condizione. Ed ancora quando gli uomini, invece di corrispondere alla
sua inenarrabile misericordia e generosità, mostravano la più
stomachevole noncuranza, la più mostruosa sconoscenza, e nel delirio
feroce della loro malizia a Lui preparavano la più crudele delle
passioni, Egli volle in quel punto medesimo, a vantaggio loro, dar
fondo, per così esprimermi, alle risorse infinite della sua Potenza,
Sapienza e Bontà, alle sue infinite ricchezze, istituendo il Sacramento
dell'amore. Ed anche quando inchiodato da noi e per noi sulla croce,
sentiva gli scherni de' Farisei e gli urli insani della plebe che insultava
alle sue agonie, raccolti gli ultimi spiriti vitali volle ancora elevare una
preghiera per quei perfidi esclamando: Pater dimitte illis; nesciunt
enim quid faciunt (2), Padre, perdona a loro perchè non sanno ciò che
fanno, e spirava come vero Agnello di Dio, che sacrificato per noi non
sa adirarsi, mostrando con quanto di ragione, fattosi maestro di
mansue
(3) Io. xxxi. :3. (2) Luc. xxiii, :34.
tudine possa gridare a noi: discite a me quia mitis sum, quia mitis sum.
E a quel grido divino come ci siamo commossi noi? come ci siamo
impegnati ad imitare Gesù che ci si propone per modello ? Oh ! ditemi,
mie buone figlie, a che punto siete voi giunte nel dominare in voi i moti
di quell'ira che potrebbe rendervi tanto difformi dal Buon Gesù? E se
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pur vi pare d'aver fatto qualche passo innanzi nel frenare la
impetuosità, la. grande suscettibilità del vostro carattere, sentite voi di
avere ciò fatto secondo il cuore di Gesù, per l'amore che a Lui vi deve
legare, sforzandovi di sempre avanzare noti solo nella dolcezza dei
modi esteriori ; ma, ciò elio più importa, ancora nella mitezza de'
sentimenti interiori?
Da brave su; date uno sguardo alla vita vostra e dite a voi stesse :
nessuna mai tra le vostre consorelle, tra le ragazze, tra le persone che
hanno da fare con voi, ha potuto notare dal vostro contegno che essa vi
è causa di noia o di fastidio, perchè voi avete sempre saputo frenare in
voi ogni moto contrario alla dolce carità del Buon Gesù? Nessuno ha
mai potuto sospettare che certi rifiuti destramente motivati, certe
parole dolci di sapor agretto, certi sorrisi annebiati, certe scuse
debolucce anzi che no, certe gentilezze semipungenti non fossero
il velo troppo rado di un risentimento mal compresso? Nessuno,
proprio nessuno avrà mai potuto pensare che in quelle zelanti, vivaci
parole di condanna di un difetto in genere, voi aveste in mira di colpire
questa o quella in particolare verso cui vi mostrate poco tolleranti? E
quel più o meno mellifluo, ma troppo insistente ragionare per
convincere chi non laa pensa come voi, non potrebbe rivelare in voi
uno spirito poco cedevole. che mette sovente a dura. prova la pazienza
altrui ? E quei giudizi così pronti, così vivi. formolati nella vostra
mente e talora anche nelle vostre parole, provano forse la vostra
ritenutezza e la cura benevola che voi avete del buon nome altrui ? E
quando vi credete in diritto o in dovere di avvertire di qualche difetto
una compagna, una ragazza . una qualsiasi persona, vi assicurate voi
sempre che l'animo vostro sia in perfetta calma, la mente vostra
chiaramente illuminata sulla verità della cosa, la parola vostra
misurata secondo il momento, le forze, le disposizioni di chi l'ha da
ascoltare? Insomma chi sente voi , chi vi vede può dir sempre di
contemplare in voi un'immagine vivente, del dolcissimo, del mitissimo
Gesù di cui siete spose?
Peraltro non è solo la mansuetudine che vuole impariamo da Lui, ma
ancora l'umiltà. e l'umiltà di cuore, La mansuetudine frena i
moti dell'ira che offuscando la ragione più non ci lascia vedere i motivi
che si hanno di tollerare ciò che ci contraria; ma l'umiltà fiacca la
superbia che in noi è fonte d'ogni disordine: initium omnis peccati est
superbia (1). La superbia esagerando il concetto che dobbiamo avere di
noi e solleticando il nostro amor proprio ci fa cercare grandezze ed
onori indebiti, ci rende intolleranti d'ogni sommissione e il superbo