A mons. Giovanni Cagliero
Mio caro Monsig. Cagliero
La tua lettera mi ha fatto un gran piacere, e sebbene la mia vista sia divenuta assai debole, ho voluto leggerla io stesso da capo a fondo, malgrado quella tale calligrafia che dici aver appreso da me, ma che ha degenerato dalla forma primitiva. Alle cose d’amministrazione risponderanno altri per me. Dalla parte mia ti dirò quanto segue.
Nello scrivere alla Propag[azione] della Fede, all’Opera della S. Infanzia tieni calcolo di tutto quello che in diversi tempi hanno fatto i Salesiani. Credo abbi teco i moduli di cui devi servirti nello esporre le cose nostre a questi Presidenti, che ricevono volentieri anche gli scritti italiani, qualora si avessero difficoltà nella lingua francese. Se non basta una, scrivi anche più lettere intorno alle escursioni di D. Fagnano, D. Milanesio, D. Beauvoir etc. Si noti particolarmente [il numero de] i battezzati, cresimati, instruiti, ricoverati in passato o al presente. Si ritenga che nella esposizione per la Propaganda si dica tutto, ma in generale. Per la Propagazione della Fede, viaggi, commercio e scoperte; per la S. Infanzia si dica minutamente ciò che è relativo ai fanciulli, alle fanciulle, alle Suore od ai Salesiani.
Se per caso vi mancassero modelli per tracciare queste relazioni, dimmelo e te ne manderemo. C’è molta propensione di venirci in aiuto. È bene però che di qui io sappia almeno in complesso, quello che scrivete di lì, perché posso esserne interrogato ad ogni momento.
Riguardo ai Vescovi Coad[iutori] ho bisogno di avere qualche richiesta positiva e in questo momento spero riuscire a qualche cosa. La pratica per una Porpora all’Arcivescovo era assai ben avviata dal Card. Nina; ma ora per nostra disgrazia è passato all’eternità. Ho già toccato altro cantino, e te ne darò cenno a suo tempo.
Preparo una lettera per D. Costamagna, e per tua norma io toccherò in particolare lo Spirito Salesiano che vogliamo introdurre nelle case di America.
Carità, pazienza, dolcezza, non mai rimproveri umilianti, non mai castighi, fare del bene a chi si può, del male a nissuno. Ciò valga pei Salesiani tra loro, fra gli allievi, ed altri, esterni od interni. Per le relazioni colle nostre Suore usa pazienza molta, ma rigore nella osservanza delle loro regole.
In generale poi nelle nostre strettezze faremo ogni sacrifizio per venirvi in aiuto; ma raccomanda a tutti di evitare la costruzione o l’acquisto di stabili che non siano strettamente necessari a nostro uso. Non mai cose da rivendersi; non campi o terreni, o abitazioni da farne guadagno pecuniario.
Procurate di aiutarci in questo senso. Fate quanto potete per avere vocazioni sia per le Suore e sia pei Salesiani, ma non impegnatevi in troppi lavori. Chi troppo vuole nulla stringe e guasta tutto.
Avendo occasione di parlare coll’Arcivescovo, con Monsig. Espinosa o ad altri simili personaggi, dirai che sono interamente per loro servizio specialmente riguardo a cose di Roma.
Dirai a mia nipote Rosina che abbia molto riguardo alla sanità, che si guardi bene dall’andar sola in Paradiso. Ci vada, sì, ma accompagnata da tante anime da lei salvate.
Dio benedica tutti i nostri figli Salesiani, le nostre Sorelle Figlie di Maria Ausiliatrice. Dia a tutti sanità, santità e la perseveranza nel cammino del Cielo.
Mattino e sera pregheremo per voi tutti all’altare di Maria; e tu prega anche per questo povero semicieco che ti sarà sempre in G.C.
Aff.mo amico
Sac. GIO. BOSCO.
Torino 6 agosto 1885
PS. - Una moltitudine innumerabile dimandano essere a te nominati e fanno loro ossequi.