Da Don Bosco Educatore|Memorie dal 1841 al 1844-5-6 pel sac. Gio Bosco a' suoi figliuoli salesiani

MEMORIE DAL 1841 AL 1884-5-6 PEL SAC. GIO. BOSCO

A’ SUOI FIGLIUOLI SALESIANI

  

   Ho cominciato gli eserc[izi] sp[irituali] nella casa della Missione il giorno 26 maggio festa di S. Filippo Neri, 1841.

   La sacra ordinazione sac[erdotale] fu tenuta da mons. Luigi Franzoni nostro arciv[esco]vo nel suo episcopio il 5 giugno di quell’anno.

   La prima Messa venne celebrata in S. Francesco di Assisi assistita dal mio insigne benef[attore] direttore D. Giuseppe Caffasso di Castelnuovo d’Asti nel giorno 6 giugno dom[enica] della SS. Trinità.

   Conclusione degli esercizi fatti in preparazione alla celeb[razione] della prima S. Messa, fu: Il prete non va solo al cielo, non va solo all’inferno. | Se fa bene andrà al cielo colle anime da lui salvate col suo buon esempio; se fa male, se dà scandalo andrà alla perdizione colle anime dannate pel suo scandalo.

  
Risoluzioni:

   1º Non mai fare passeggiate se non per gravi necessità: visite a malati etc.

   2º Occupare rigorosamente bene il tempo.

   3º Patire, fare, umiliarsi in tutto e sempre, quando trattasi di salvar anime.

   4º La carità e la dolcezza di | S. Francesco di Sales mi guidino in ogni cosa.

   5º Mi mostrerò sempre contento del cibo che mi sarà apprestato, purché non sia cosa nocevole alla sanità.

   6º Beverò vino adacquato e soltanto come rimedio: vale a dire solamente quando e quanto sarà richiesto dalla sanità.

   7º Il lavoro è un’arma potente contro ai nemici dell’anima, perciò non darò al corpo più di cinque ore di sonno ogni notte. Lungo il giorno, specialmente dopo pranzo, non prenderò alcun riposo. Farò qualche eccezione in casi di malattia. |

   [8º] Ogni giorno darò qualche tempo alla meditazione, alla lettura spirituale. Nel corso della giornata farò breve visita o almeno una preghiera al SS. Sac[ramen]to. Farò almeno un quarto d’ora di preparazione, ed altro quarto d’ora di ringraziamento alla S. Messa.

    [9º] Non farò mai conversazioni con donne fuori del caso di ascoltarle in confessione o di qualche altra necessità spirituale.

   Queste memorie furono scritte nel 1841. |

    

1842

  

Breviario e confessione

   Procurerò di recitare divotamente il Breviario e recitarlo preferibilmente in chiesa affinché serva come di visita al SS. Sacramento.

   Mi accosterò al Sacram[en]to della penitenza ogni otto giorni e procurerò di praticare i proponimenti che ciascuna volta farò in confessione.

   Quando sono richiesto ad ascoltare le confessioni dei fedeli[,] se vi è premura[,] interromperò il santo uffizio e farò | anche più breve la preparazione ed il ringraziamento della Messa a fine di prestarmi ad esercitare questo sacro ministero. |

  

(tempi diversi)

   Siccome giunto in sacristia per lo più si fanno tosto richieste di parlare o di ascoltare in confessione, così prima di uscire di camera procurerò sia fatta una breve preparazione alla S. Messa.

   Il lavare delle mani si faccia sempre in camera e quando il tempo lo permette si rinnovi nella sacristia. |

   Quando si è richiesti ad ascoltare le confessioni a ciascuno si mostri con aria ilare, e non usi mai sgarbatezza né mai si faccia conoscere impaziente. Prenda i fanciulli con modi dolci e con grande affabilità. Né mai strapazzi o faccia maraviglia per l’ignoranza o per le cose deposte in confessione.

   Qualora si vedesse necessità in qualcuno di essere istruito, esso | sia invitato in tempo e luogo adattato ma a parte.

   Le cose che ordinariamente mancano nella loro confessione i fanciulli sono il dolore dei peccati ed il proponimento. Quando manca l’una o l’altra di queste qualità della conf[essione] si consigli il fanciullo ad istruirsi frequentando il catechismo o colla dottrina stampata se egli è capace di leggere e comprendere | quel che legge.

   In questi dubbi se non appare colpa grave si può dare soltanto la benedizione.

   È cosa assai importante ed utile per la gioventù di fare in modo che mai un fanciullo parta malcontento da noi.

   Al contrario si lasci sempre con qualche regaluzzo, con qualche promessa o con qualche parola che lo animi a venirci volentieri a trovare in confessione.

   Mantenere costantemente le promesse fatte ai fanciulli, o almeno dar qualche ragione perché queste non furono adempite.

   Per correggere con frutto non far rimproveri in presenza di altri.

   Cerca di farti amare, di poi ti farai ubbidire con tutta facilità.

   Non sarai mai troppo severo nelle cose che servono a conservare la moralità.

  

Fondamento delle vocazioni

   Quando un giovanetto manifesta segni di vocazione procurate di rendervelo amico. È indispensabile di allontanarlo dalle letture cattive, e dai compagni che fanno discorsi osceni.

   Colla frequente confessione | e comunione conserverete al vostro allievo la regina delle virtù, la purezza dei costumi.

  

Benefattori

   Noi viviamo della carità dei nostri benefattori. Quando taluno ci fa qualche offerta sia sempre ringraziato e si assicurino preghiere per lui. Nelle comuni e private preghiere siano sempre compresi i nostri benefattori e si metta ognora l’intenzione di pregare che Dio dia il centuplo della loro carità anche nella vita presente colla sanità, colla prosperità nelle campagne[,] negli affari, li difenda | da ogni disgrazia.

   Si faccia loro notare che l’opera più efficace ad ottenerci il perdono dei peccati ed assicurarci la vita eterna è la carità verso ai poveri fanciulli: uni ex minimis ad un piccolino abbandonato.

   Si noti eziandio che in questi tempi mancando i mezzi pecuniari per educare nella fede e nel buon costume gli abbandonati, la S[an]ta Vergine si costituì ella stessa loro protettrice. Ottiene a tali benefattori molte grazie spirituali e temporali, anche straordinarie! Noi stessi siamo testimoni che molti nostri insigni benefattori di scarsa fortuna divennero | assai benestanti dal momento che cominciarono a largheggiare a favore dei nostri orfanelli.

   Il marchese Fassati dissemi più volte: Non voglio che mi ringraziate quando faccio carità a’ vostri poverelli; ma debbo io ringraziare voi, o don Bosco, che me ne fate dimanda. Da che ho cominciato a largheggiare con voi, la mia fortuna ha triplicato.

   Il cav. Cotta veniva egli stesso a portar danaro dicendo: Più porto danaro a voi, più vanno bene le mie operazioni. Io provo col fatto che il Signore mi dà | anche nella vita presente il centuplo di quanto dono per amor suo. Egli fu nostro insigne benefattore fino all’età di ottanta sei anni, quando Dio lo chiamò alla vita eterna per godere colà il frutto della sua beneficenza.

  

Benefattori insigni

   È bene di notare il nome di alcuni benefattori verso cui avremo perpetua riconoscenza davanti a Dio e davanti agli uomini. |

   I signori conti Carlo, Eugenio e Francesco de Maistre contin[u]ano a seguire la carità dei loro genitori, e sono tra quelli che ci aiutano sovente e generosamente.

   La marchesa Fassati Maria, la contessa Carlotta Callori, la contessa Corsi Gabriella (Req[uiem]) sono nostre generose benefattrici.

   La principessa Odescalchi Sofia, di Roma (Req[uiem]); sig[ra] Ghiglini Polleri Fanny di Genova (Req[uiem]), come la sig[ra] Luigia | Cataldi, Luigia Dufour sono di questo numero.

   A Nizza Marittima dobbiamo ritenere i nomi gloriosi della sig[ra] Visconti, Barone Heraud, cav. Vincenzo Levrot, la sig[ra] Daprotis. M.r e M.me de la Flechiere, Hyvères, han fatto e fanno.

   Ma il nostro grande benefattore di Tolone è il sig. conte Fleury Colle e la sig[ra] contessa di lui moglie. Essi hanno veramente beneficato la nostra congregazione, e se abbiamo potuto fondare case, scuole | e far progredire le nostre missioni di America lo dobbiamo alla loro carità.

   Marsiglia deve la sua fondazione ai signori della società Beaujour, alla generosa signora Prat, a mad[ame] Jacques, mad[ame] Broquier ed alla sig[ra] Pasquè che donò generosamente ad uso nostro la casa e il terreno dove presentemente avvi il nostro piccolo noviziato di S. Margherita detto anche della Provvidenza. |

   Sono pure insigni benefattori la famiglia Quisard di Lyon, la contessa de la Reserve, la sig[ra] Desvernay religiosa del Sacro Cuore aux Anglais. La marqu[ise] di S. Seine, Dijon, cont[essa] Parque idem, [vice] contessa [de] Cessac (Req[uiem]), Parigi, Mad[emoise]lle Louvet Clara, Aire sur le Lys.

   Molti poi fecero generose offerte in seguito a grazie ricevute, ed altri offrirono danaro o sostanze diverse in natura. |

   Questi sono i nomi di alcuni dei più segnalati nostri benefattori al giorno d’oggi 8 febb[raio] 1885.

   Se [per] la divina misericordia dopo la mia morte e per la protezione di Maria sarò fatto degno di essere ricevuto nel regno eterno, pregherò sempre per tutti e particolarmente per quei nostri benefattori affinché Dio benedica essi, le loro famiglie, sicché tutti vengano un giorno a cantare e lodare in eterno la maestà | del Creatore. Amen.

  

Capitolo superiore

   All’epoca del mio decesso si raduni il Capitolo, e stia regolarmente pronto ad ogni evenienza, e niuno si allontani se non per motivi assolutamente necessarii.

   Il mio vicario d’accordo col prefetto prepari e legga in Capitolo una lettera da dirigersi a tutti i confratelli in cui si dia notizia della mia morte, loro raccomandi preghiere per me, e per la buona scelta del mio successore.(1)

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    (1) Si ritenga che queste pagine furono scritte nel sett[embre] 1884 prima che il S. Padre nominasse un vicario con successione, perciò venga modificato quanto farà d’uopo.

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   Stabilisca il giorno per la elezione del novello Rett[or] Maggiore e dia tempo che quei di America e di altri paesi distanti possano intervenire qualora non siano da gravi motivi impediti assolutamente.

   Io noto qui due cose della massima importanza:

   1º Si tengano segrete le deliberazioni capitolari, e se avvi qualche cosa da comunicare ad altri, sia uno apposi[ta]mente incari|cato. Ma esso stia ben attento a non nominare qualche membro del Capitolo che abbia dato il voto affermativo o negativo, oppure abbia proferita tale frase o tale parola.

   2º Si ritenga come principio da non mai variarsi di non conservare alcuna proprietà di cose stabili ad eccezione delle case e delle adiacenze che sono necessarie per la sanità dei confratelli o della salubrità degli allievi. |

   La conservazione di stabili fruttiferi è una ingiuria che si fa alla divina provvidenza che in modo maraviglioso e dirò prodigioso ci venne costantemente in aiuto.

   Nel permettere costruzioni o riparazioni di case si usi gran rigore nell’impedire il lusso, la magnificenza, la eleganza.

   Dal momento che comincerà [ad] apparire agiatezza nella persona, nelle camere o nelle case, comincia | nel tempo stesso la decadenza della nostra congregazione.

  

A tutti i miei cari figliuoli in G.C.

   Fatta la mia sepoltura il mio vicario inteso col prefetto dirami a tutti i confratelli questi miei ultimi pensieri della mia vita mortale.

  

Miei cari ed amati figliuoli in G.C.

   Prima di partire per la mia eternità io debbo compiere verso di voi alcuni doveri e così appagare un vivo | desiderio del mio cuore.

   Anzitutto io vi ringrazio col più vivo affetto dell’animo per la ubbidienza che mi avete prestata, e di quanto avete lavorato per sostenere e propagare la nostra congregazione.

   Io vi lascio qui in terra, ma solo per un po’ di tempo. Spero che la infinita misericordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata eternità. Colà io vi attendo. |

   Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amor del nostro Maestro il nostro buon Gesù.

   Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere saldi nella vocazione fino alla morte.

   Vegliate e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti né il desiderio di una vita più agiata vi m[u]ovano al grande spro|posito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. Niuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio.

   Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire colla esatta osservanza delle nostre costituzioni.

   Il vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero superiore[,] Cristo Gesù, non morrà. Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra guida, nostro modello; ma ritenete che a suo tempo egli stesso sarà nostro giudice e rimuneratore della nostra fedeltà nel suo | servizio.

   Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto per me.

   Addio, o cari figliuoli, addio. Io vi attendo al cielo. Là parleremo di Dio, di Maria madre e sostegno della nostra congregazione; là benediremo in eterno questa nostra congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì potentemente ed efficacemente | a salvarci.

   Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque in saeculum. In te Domine speravi, non confundar in aeternum.

  

Elezione del nuovo superiore

   Fatta la mia sepoltura, radunati e convenuti gli elettori al luogo stabilito si compieranno le cose prescritte sia pei suffragi del Rettore defunto sia per effettuare la imminente elezione e riconoscimento del nuovo | superiore della congregazione.

   È bene che ogni cosa sia tostamente comunicata al S. Padre e si domandi speciale benedizione sopra quest’atto importantissimo.

   Ciascuno poi senza badare ad affezione umana, a speranze di sorta dia il suo voto a colui che egli giudica maggiormente idoneo a procacciare | la maggior gloria di Dio e il vantaggio della nostra pia società. Perciò:

   1º Che sia conosciuto per la sua puntualità nella osservanza delle nostre regole.

   2º Non siasi mai mischiato in affari che lo abbiano compromesso in faccia alle autorità civili od ecclesiastiche oppure lo abbiano reso odioso o spregevole in faccia ai soci della nostra medesima società.

   3º Conosciuto pel suo attaccamento alla Santa Sede e per tutte le cose che in qualche maniera a quella si | riferiscono.

   Compiuta la elezione e conosciuto anzi proclamato il nuovo Rettore Maggiore tutti gli elettori gli baceranno la mano, di poi si metteranno ginocchioni, canteranno il Te Deum. Dopo daranno un segno sensibile di sottomissione rinnovando i voti come si fa all’epoca degli esercizi spirituali.

  

Il nuovo Rettor M[aggiore]

   1º Indirizzerà alcune parole agli elettori, li ringrazierà della fiducia riposta in lui e li assicurerà che egli vuole essere di tutti | il padre, l’amico, il fratello, dimanda la loro cooperazione, e, ove sia d’uopo[,] il loro consiglio.

   2º Darà tosto al S. Padre la notizia di sua elezione ed offre sé e la salesiana società agli ordini, ai consigli del supremo gerarca della Chiesa.

   3º Diramerà poscia una lettera circolare a tutti i confratelli ed un’altra alle figlie di Maria Ausiliatrice. |

   4º Altra lettera scriverà ai nostri benefattori ed ai nostri cooperatori ringra[zia]ndoli da parte mia di quanto hanno fatto per noi mentre io viveva in terra; pregandoli a continuare il loro aiuto in sostegno delle opere salesiane. Io sempre nella ferma speranza di essere accolto nella misericordia del Signore, di là pregherò incessantemente per loro.

   Ma si noti, si dica, e si predichi sempre che Maria Au[siliatrice] ha ottenuto ed otterrà sempre grazie | particolari, anche straordinarie e miracolose per coloro che concorrono a dare cristiana educazione alla pericolante gioventù colle opere, col consiglio, col buon esempio o semplicemente colla preghiera.

   Compiuti questi primi ed importanti doveri il novello Rettore si volga e con tutta sollecitudine a conoscere bene lo stato finanziario della congregazione. Esamini se vi sono debiti e quando si debbano pagare. |

   È bene che almeno per un po’ di tempo non [si] aprano nuove case, né si comincino nuove costruzioni, nemmeno nuovi lavori che non sono strettamente necessari.

   Nel mio particolare poi mi raccomando che non si decantino i debiti lasciati dal Rettore defunto. Ciò farebbe conoscere una cattiva amministrazione negli amministratori e nello stesso superiore; e cagionerebbe qualche dif[f]idenza nella pubblica opinione. |

Ricordo importante pel Capitolo superiore

   Se alla elezione del nuovo Rett[ore] venisse a mancare qualche membro del Capitolo, il Rettore usi del suo diritto e completi il numero con dei consiglieri supplenti pel tempo che deve correre prima del sessennio fissato per la elezione generale dei singoli consiglieri o membri del Capitolo.

   Ma il ricordo importante e che io giudico fondamentale si è di fare in modo che nessun membro abbia delle occu|pazioni estranee e non dirette all’amministrazione della nostra pia società. Anzi io credo non dir troppo che la nostra congregazione avrà sempre un vuoto fino a che i singoli membri del Capitolo non siano esclusivamente occupati nelle cose fissate dal regolamento approvato nelle deliberazioni capitolari.

   Si dovranno a tale uopo superare non poche difficoltà, ma si facciano sacrifizi e si conceda questo grande benefizio alla intera congregazione. |

Un ricordo al Rett[or] M[aggiore]

   Il Rettor M[aggiore] legga e metta in pratica gli avvisi soliti a darsi da me a tutti i direttori di nuove case, specialmente al tempo dovuto al riposo ed al nutrimento.

Al direttore di ciascuna casa

   Il direttore di ciascuna casa abbia pazienza e studi bene le persone o meglio | esamini bene quanto valgono i confratelli che lavorano sotto di lui. Esiga quello di cui sono capaci e non di più.

   È indispensabile che egli conosca il regolamento che ogni confratello deve praticare nell’uffizio affidatogli; perciò ciascuno abbia a sua disposizione almeno quella parte di regole che lo riguardano.

   La sua sollecitudine sia in modo speciale rivolta alle relazioni morali dei maestri, assistenti tra di loro e cogli allievi loro affidati. |

Avvisi speciali per tutti

   1º Io raccomando caldamente a tutti i miei figli di vegliare sia nel parlare sia nello scrivere di non mai né raccontare né asserire che D. Bosco abbia ottenuto grazie da Dio od abbia in qualsiasi maniera operato miracoli. Egli commetterebbe un dannoso errore.

   Sebbene la bontà di Dio sia stata in misura generosa verso di me, tuttavia io non ho mai | preteso di conoscere od operare cose soprannaturali. Io non ho fatto altro che pregare e far dimandare delle grazie al Signore da anime buone. Ho poi sempre esperimentato efficaci le preghiere e le comunioni dei nostri giovani.

   Dio pietoso e la sua Madre SS. ci vennero in aiuto nei nostri bisogni. Ciò si verificò specialmente ogni volta che eravamo in bisogno di provvedere ai nostri giovanetti poveri ed abbandonati, e più ancora quando essi trovavansi | in pericolo delle anime loro.

   2º La santa Vergine Maria continuerà certamente a proteggere la nostra congreg[azione] e le opere salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei e continueremo a promuove[re] il suo culto. Le sue feste, e più ancora le sue solennità, le sue novene, i suoi tridui, il mese a Lei consacrato, siano sempre caldamente inculcati in pubblico ed in privato; coi foglietti, coi libri, colle me|daglie, colle immagini, col pubblicare o semplicemente raccontare le grazie e le benediz[ioni] che questa nostra celeste benefattrice ad ogni momento concede alla soff[e]rente umanità.

   3º Due fonti di grazie per noi sono: raccomandare preventivamente in tutte le occasioni di cui possiamo servirci per inculcare ai nostri giovani allievi che in onore di Maria si accostino ai santi sacramenti od esercitino almeno qualche opera di pietà.

   L’ascoltare con divozione la santa Messa, la visita a Gesù Sac[ramenta]to | la frequente comunione sacramentale o almeno spirituale, sono di sommo gradimento a Maria, e un mezzo potente per ottenere grazie speciali.

Le vocazioni eccl[esiasti]che

   Dio chiamò la povera congregazione salesiana a promuovere le vocazioni ecclesiastiche fra la gioventù povera e di bassa condizione.

   Le famiglie agiate in generale sono troppo mischiate nello spirito del mondo, da cui disgraziatamente restano assai spesso imbevuti i loro figli|uoli, cui fanno perdere così il principio di vocazione che Dio ha posto nel loro cuore. Se questo spirito si coltiva, e sarà sviluppato, viene a maturazione e fa copiosi frutti. Al contrario non solo il germe di vocazione, ma spesso la medesima vocazione già nata e cominciata sotto a buoni auspizi, si soffoca o si indebolisce e si perde.

   I giornali, i libri cattivi, i compagni ed i discorsi non riservati in famiglia sono spesso cagione funesta della perdita delle vocazioni e non di rado sono sventuratamente il guasto | ed il traviamento di coloro stessi che hanno già fatto la scelta dello stato.

   Ricordiamoci che noi regaliamo un gran tesoro alla Chiesa quando noi procuriamo una buona vocazione: che questa vocazione o questo prete vada in diocesi, nelle missioni o in una casa religiosa non importa. È sempre un gran tesoro che si regala alla Chiesa di G.C.

   Ma non si dia consiglio ad un giovanetto qualunque, se non è sicuro di conservare l’angelica virtù | nel grado che è stabilito dalla sana teologia. Si transiga sopra la mediocrità dell’ingegno, ma non mai sulla mancanza della virtù di cui parliamo.

L’opera di M[aria] A[usiliatrice]

   Coltivate l’opera di M[aria] SS. A[usiliatrice] secondo il programma che già conoscete.

   Per mancanza di mezzi non cessate mai di ricevere un giovane che dia buona speranza di vocazione.

   Spendete tutto quello che avete, se fa mestieri andate a questuare, e se dopo ciò | voi vi trovate nel bisogno non affannatevi, ché la S. Vergine in qualche modo, anche prodigiosamente, verrà in aiuto.

Vocazione alla cong[regazione] salesiana

   Il lavoro, la buona e severa condotta dei nostri confratelli guadagnano e per così dire trascinano i loro allievi a seguirne gli esempi.

   Si facciano sacrifizi pecuniari e personali, ma si pratichi il sistema preventivo ed avremo delle vocazioni in abbondanza. |

   Se non si possono annientare almeno si procuri [di] diminuire i giorni delle vacanze quanto sarà possibile.

   La pazienza e la dolcezza, le cristiane relazioni dei maestri cogli allievi, guadagneranno molte vocazioni tra loro. Però anche qui si usi grande attenzione di non mai accettare tra’ soci, tanto meno per lo stato eccl[esiastico], se non vi è la morale certezza che sia conservata l’angelica virtù.

   Quando poi il direttore di qualche nostra casa ravvisa un allievo di costumi semplici, | di carattere buono, procuri di renderselo amico. Gli indirizzi sovente qualche parola, l’ascolti volentieri in confessione, si raccomandi alle preghiere di lui; l’assicuri che prega per lui nella santa Messa; lo inviti, per esempio, a fare la S. Comunione in onore della B.V. o in suffragio delle anime del purgatorio, pei suoi parenti, pei suoi studi e simili.

   In fine del ginnasio | lo persuada di scegliere quella vocazione, quel luogo che egli giudica più vantaggioso per l’anima sua e che lo consolerà di più in punto di morte.

   Confronti le cose di coscienza ed osservi se andavano meglio a casa, in tempo di vacanza, oppure in collegio etc.

   Ma studi di impedire la vocazione eccl[esiastica] in coloro che volessero abbracciarla per aiutare la propria famiglia per motivo che fosse povera. In questi casi diasi consi[glio] | di abbracciare altro stato, altra professione, un’arte, un mestiere, ma non lo stato eccl[esiastico].

Aspiranti

   Per aspiranti noi qui intendiamo quei giovanetti che desiderano formarsi un tenore di vita cristiana che li renda degni a suo tempo di abbracciare la congr[egazione] salesiana o come ch[i]erici o come confratelli coadiutori.

   A costoro sia usata diligenza particolare. Ma siano soltanto tenuti in questo numero quelli che hanno intenzione di farsi salesiani o almeno | non ne siano contrarii, quando tale sia la volontà di Dio.

   Sia loro fatta una conferenza particolare almeno due volte al mese.

   In tali conferenze si tratti di quanto un giovanetto debba praticare o fuggire per divenire buon cristiano. Il ‘Giovane Provveduto’ somministra i principali argomenti su tale materia.

   Non si parli però loro delle nostre regole in particolare né dei voti, né dell’abbandonare casa o parenti; sono cose che entreranno in cuore senza che se ne faccia tema di ragionamento.

   Si tenga fermo il gran principio: bisogna | darsi a Dio o più presto o più tardi, e Dio chiama beato colui che comincia [a] consacrarsi al Signore in gioventù. Beatus homo cum portaverit jugum ab adolescentia sua.

   Il mondo poi, con tutte le sue lusinghe, parenti, amici, casa, o più presto o più tardi o per amore o per forza bisogna abbandonar tutto e lasciarlo per sempre.

Accettazione fra gli ascritti

   Gli aspiranti provati e conosciuti come sopra si possono con facilità ricevere fra gli ascritti. Non così di coloro che [stessero] vivendo o facendo gli studi fuori delle nostre case. Per costoro siano fedelmente seguite le norme stabilite dalle nostre costituzioni per gli aspiranti. |

Ascritti o novizi

   Il tempo di vera prova o ascrizione o noviziato per noi è come un crivello per conoscere il buon frumento e ritenerlo se conviene. Al contrario si sarchii l’erba non buona e quindi colla volva e colla gramigna si getti fuori del nostro giardino.

   Si noti bene che la nostra congregazione non è stata fondata per coloro che avessero condotta una vita mondana e che poi per convertirsi volessero venire fra noi. La nostra congreg[azione] non è fatta per essi. Noi abbiamo bisogno di soci sicuri e provati nella vita secolare. Vengano essi non a perfezionare loro med[esi]mi ma ad esercitare la cristiana perfezione e liberare dagli immensi e gravi pericoli in cui si trovano in generale i fanciulli poveri ed abbandonati; per quei | fanciulli che furono già vittima infelice delle miserie umane o che hanno già fatto naufragio in fatto di religione e negli stessi costumi, costoro o non si facciano preti o siano inviati ad ordini claustrali o penitenti.

   Nell’anno di prova si osservi ben in pratica la sanità, la moralità, la scienza, e se ne dia conto esatto al Capitolo superiore. Ma il direttore di noviziato badi a non mai presentare per l’accettazione quei novizi di cui coscienziosamente egli non fosse sicuro della moralità. |

Accettazione

   Per l’accettazione si seguano le norme prescritte dalla santa Chiesa, dalle nostre costituzioni, dalle delib[erazioni] capitolari, sia per l’accettazione in noviziato sia per la definitiva accettazione alla professione religiosa.

   Si dica pro e contro di ciascun candidato, ma la votazione sia sempre segreta così che un membro del Capitolo non conosca il voto dell’altro.

Dimissioni

   Nelle dimissioni noi dobbiamo imitare il giardiniere che sarchia e getta fuori del suo giardino le erbe e le piante nocive o semplicemente inutili. |

   Ma si badi bene che spesso la coscienza meticolosa fa temere della vocazione anche quando non v’è alcun motivo di temere. Perciò si esamini bene il motivo o i motivi per cui si dimanda la dimissione. Né si conceda se non quando questa fosse reclamata da motivo grave: cioè quando la dimora del socio in congregazione tornasse di grave danno spirituale od anche temporale a lui stesso od alla congreg[azione] medesima.

   In tali casi si osservi se basta una dimissione ad tempus o debba essere assoluta. Ma in ogni caso si usino tutti i riguardi al dimittendo e si facciano | anche sacrifizi affinché il socio parta con buona armonia e amico della congreg[azione]. Ma in via ordinaria non si tengano più con lui se non le relazioni che riguardano al buon cristiano. Né a lui si offra ospitalità se non in casi di vero e conosciuto bisogno e momentan[eamen]te.

   Uscendo da noi un socio si aiuti a trovare un impiego o almeno qualche posto dove egli possa guadagnare onesto sostentamento.

Vita comune

   Si faccia ogni sforzo a fine di conservare la vita comune. I superiori comandino ed esigano quanto ciascuno può fare e non di più.

   Quando però un ascritto manca della sanità per | adempiere i doveri che le nostre regole prescrivono non si può accettare alla professione religiosa, e se il suo male pare cronico, si restituisca alla famiglia paterna.

   Quando poi si tratta di un professo si ritenga tra noi e gli siano usati i dovuti riguardi. Ma non si dimentichi mai che siamo poveri e niuno pretenda riguardi superiori alla condizione di una persona che sia consacrata a Dio col voto di povertà.

   Siano per altro usati specialissimi riguardi a quelli che con le loro fatiche e in altro modo abbiano recato notevole vantaggio alla congregazione. Anzi qualora possa loro giovare il cangiamento di clima, di vitto, o recarsi all’aria nativa, ciò si faccia, sempre però col consiglio | del medico.

   Ma questi riguardi siano limitati al tempo di malattia e di convalescenza, e si guardi bene che tali riguardi non diventino una seconda tavola. Ciò sarebbe la peste della vita comune. Quindi qualora un convalescente possa essere rimesso alla tavola dei confratelli, questo si faccia, ma ognora si usi riguardo speciale nelle occupazioni, né a lui si affidino lavori superiori alle sue forze.

   In questo importante affare si pratichi somma carità, prudenza ed energia, ma in ogni cosa sempre la dovuta discrezione, carità e dolcezza. |

Le stampe

   Nelle mie prediche, nei discorsi e libri stampati ho sempre fatto quanto poteva per sostenere, difendere e propagare principii cattolici. Tuttavia se in essi fosse trovata qualche frase, qualche parola che contenesse anche solo un dubbio o non fosse abbastanza spiegata la verità, io intendo di rivocare, rettificare ogni pensiero, o sentimento non esatto.

   In generale poi io sottometto ogni detto, scritto, o stampa a qualsiasi decisione, correzione, o semplice consiglio della | santa madre Chiesa cattolica.

   In quanto alle stampe e ristampe io mi raccomando di più cose:

   1º Alcune mie operette furono pubblicate senza la mia assistenza ed altre contro mia volontà, perciò raccomando al mio successore che faccia o faccia fare un catalogo di tutte le mie operette, ma dell’ultima edizione di ciascuna, e qualora sia mestieri una ristampa.

   2º Ove si scorgesse errore di ortografia, di cronologia, di lingua, o di senso si corregga pel bene della scienza e della religione.

   3º Se mai accadesse di stampare qualche mia lettera italiana si usi grande attenzio|ne nel senso e nella dottrina, perché la maggior parte furono scritte precipitosamente e quindi con pericolo di molte inesattezze.

   Le lettere francesi poi si possono bruciare; ma se mai taluno volesse stamparne, mi raccomando che siano lette e corrette da qualche conoscitore di quella lingua francese, affinché le parole non esprimano un senso non voluto e facciano cadere la burla o il disprezzo sulla religione in favore di cui furono scritte. |

   Chi poi possedesse notizie o fatti ritenuti a memoria o raccolti colla stenografia, siano attentamente esaminati e corretti in modo che nulla sia pubblicato che non sia esattamente conforme ai principi di nostra santa religione cattolica. |

    A mad.me Prat de Marseille

    Je vous remercie de votre charité. Dieu vous récompense largement. Nos soeurs et nos élèves de l’oeuvre apostolique sont vos enfants qui pri|eront pour vous. Aidez-les.

    O Marie, veuillez guider cette bienfaitrice dans le chemin du paradis.

    Priez pour mon âme

    humble serviteur    

Turin abbé J. Bosco    

 

    M.r et Madame le c.te et la c.tesse

    Colle de Toulon

    Je vous attends où le bon Dieu nous a préparé le grand prix, le bonheur éternel avec notre cher Louis. |

    La divine miséricorde nous l’accordera. Soyez à jamais le soutien de la congrégation salésienne et l’aide de nos missions.

    Dieu vous bénisse

    affectionné comme fils    

Turin abbé J. Bosco    

 

    Mad.lle Rose du Gas – Marseille

    Que la S[ain]te Vierge vous protège à jamais.

    Je vous confie nos soeurs et nos pauvres orphelins.

    Priez pour l’âme de

    votre obligé serviteur    

Turin abbé J. Bosco |    

 

    A M.me Jacques notre mère en J.C.

    Dieu m’appelle à l’éternité. J’espère que la miséricorde du bon Dieu vous conservera une place pour vous dans le paradis. Mais continuez votre large protection à nos soeurs et à nos orphelins.

    Que Marie vous protège et veuillez à jamais prier pour la pauvre âme

    du pauvre abbé    

Turin Jean Bosco |    

 

    Sig.a march. Maria Fassati

    Vi ringrazio, sig[a] marchesa, della carità che mi faceste nel corso della mia vita mortale. Se Dio mi riceverà nella sua misericordia, pregherò tanto per voi.

    La vostra protezione pei nostri orfanelli sarà un mezzo efficacissimo per assicurarvi il paradiso.

    Vogliate pregare per questo antico ma sempre affez[ionatissi]mo amico di casa Fassati

Torino povero sac. Gio. Bosco |    

 

    Sig.[ra] baronessa Azeglia Ricci

    Signora Azeglia, continuate a proteggere la nostra opera apostolica, ed avrete tante anime salvate dai nostri missionari che vi porteranno al cielo.

    O Maria, guidate questa vostra figlia e il sig. suo marito B. Carlo a godere ambidue un giorno il vero premio della loro perseveranza nel bene in paradiso.

    Pregate per la po|vera anima mia

obb.mo servitore    

Torino sac. Gio. Bosco  

 

    Sig. barone Feliciano Ricci

    O sig. barone, voi dovete assolutamente salvarvi l’anima; ma voi dovete dare ai poveri tutto il vostro superfluo, quanto vi ha dato il Signore. Prego Dio che vi conceda questa grazia straordinaria.

    Spero che ci vedremo nella beata eternità. |  

    Pregate per la salvezza dell’anima mia.

obbl.mo in G.C.    

Torino sac. Gio. Bosco  

 

    M.le Clara Louvet,

    Je dois partir avant vous, mais je ne manquerai jamais de prier pour votre bienheureuse éternité.

    Continuez à soutenir nos orphelins, et nos orphelins vous feront couronne quand les anges vous porteront un jour à jouir la gloire du paradis. |

    O Marie, protégez à jamais votre fille.

    Veuillez prier pour le repos éternel de ma pauvre âme

toujours obligé serviteur    

Turin abbé J. Bosco  

 

    Caro c.te Eugenio De Maistre,

    Vi ringrazio della carità con cui avete aiutato le opere nostre. Continuateci la vostra protezione.

    Faccia Iddio che voi, tutta la vostra | famiglia sia un giorno tutta con voi, e col povero vostro amico, che vi scrive le ultime sue parole, a godere la gloria del paradiso. Così sia.

    Vogliate pregare anche pel riposo dell’anima mia

affez.mo amico e servitore    

Torino sac. Gio. Bosco  

P.S. O Maria, guidate il vostro figlio Eugenio per la via del cielo. |

 

    Sig.a C.ssa Carlotta Callori,

    O Maria, proteggete questa vostra figlia, ottenete dal divin figlio Gesù larga ricompensa della carità fatta in sostegno della congregazione salesiana. Maria vi conduca seco al paradiso con tutta la vostra famiglia.

    Continuate ad essere il sostegno delle opere nostre, pregate per la povera anima mia.

    A rivederci nella vita eterna.

obbl.mo in G.C.    

Torino sac. Gio. Bosco |

 

    M.me Broquier - Marseille

    Que Dieu récompense largement votre charité et la bonté de votre mari; continuez à aider nos oeuvres; priez pour ma pauvre âme.

    Je prierai aussi pour vous, et je vous attends dans la bienheureuse éternité, comme je l’espère de la miséricorde infinie du bon Dieu. Ainsi soit-il

obligé serviteur    

Turin abbé J. Bosco |  

 

    C.ssa Gabriella Corsi

    Dio vi benedica, o nostra buona mamma in G.C. e con voi benedica tutta la vostra famiglia e vi aiuti a condurla costantemente per la via del cielo e trovarla un giorno tutta con voi raccolta in paradiso.

    Sia questa la ricompensa della carità usata a me e a tutti i vostri salesiani.

    Pregate per me che vi attendo alla vita eterna.

obbl.mo come figlio    

Torino Sac. Gio. Bosco  

Requiescat in pace. Volò alla vita eterna 1887. |

 

Il direttore di una casa co’ suoi confratelli

   Il direttore deve essere modello di pazienza, di carità co’ suoi confratelli che da lui dipendono e perciò[:]

   1º Assisterli, aiutarli, instruirli sul modo di adempire i proprii doveri, ma non mai con parole aspre od offensive.

   2º Faccia vedere che ha con loro grande confidenza; tratti con benevolenza degli affari che li riguardano. Non faccia mai rimproveri, né dia mai severi avvisi in presenza | altrui. Ma procuri di ciò far sempre in camera caritatis, ossia dolcemente, strettamente in privato.

   3º Qualora poi i motivi di tali avvisi o rimproveri fossero pubblici, sarà pure necessario di avvisare pubblicamente, ma tanto in chiesa, quanto nelle conferenze speciali non si facciano mai allusioni personali. Gli avvisi, i rimproveri, le allusioni fatte palesemente offendono e | non ottengono l’emendazione.

   4º Non dimentichi mai il rendiconto mensile per quanto è possibile; ed in quell’occasione ogni direttore diventi l’amico, il fratello, il padre de’ suoi dipendenti. Dia a tutti tempo e libertà di fare i loro riflessi, esprimere i loro bisogni e le loro intenzioni.

   Egli poi dal canto suo apra a tutti il suo cuore senza mai far conoscere rancore alcuno; neppure ricordare le mancanze passate se non per darne paterni | avvisi, o richiamare caritatevolmente al dovere chi ne fosse negligente.

   5º Faccia in modo di non mai trattare di cose relative alla confessione a meno che il confratello ne faccia dimanda. In tali casi non prenda mai risoluzioni da tradursi in foro esterno senza essere ben inteso col socio di cui si tratta.

   6º Per lo più il direttore è il confessore ordinario dei confratelli. Ma con prudenza procuri di dare ampia | libertà a chi avesse bisogno di confessarsi da un altro. Resta però inteso che tali confessori particolari devono essere conosciuti ed approvati dal superiore secondo le nostre regole.

   7º Siccome poi chi va in cerca di confessori eccezionali dimostra poca confidenza col direttore, così esso, il direttore, deve aprire gli occhi e portare l’attenzione particolare sopra l’osservanza delle altre regole e non affidare a quel | confratello certe incombenze che sembrassero superiori alle forze morali o fisiche di lui.

   N.B. Quanto dico qui è affatto estraneo ai confessori straordinari che il superiore, direttore, ispettore, avranno cura di fissare a tempo opportuno.

   8º In generale poi il direttore di una casa tratti sovente e con | molta famigliarità coi confratelli, insistendo sulla necessità della uniforme osservanza delle costituzioni, e per quanto è possibile ricordi anche le parole testuali delle medesime.

   9º Nei casi di malattia osservi quanto le regole prescrivono, e quanto stabiliscono le deliberazioni capitolari.

   10º Sia facile a dimenticare i dispiaceri e le offese per|sonali e colla benevolenza e coi riguardi studii di vincere o meglio di correggere i negligenti, i dif[f]identi ed i sospettosi. Vince in bono malum.

Ai confratelli dimoranti in una medesima casa

   1º Tutti i confratelli salesiani che dimorano in una medesima casa devono formare un cuor solo ed un’anima sola col direttore loro.

   2º Ritengano però ben a memoria che la peste peggiore da fuggirsi è la mor|morazione. Si facciano tutti i sacrifizi possibili, ma non siano mai tollerate le critiche intorno ai superiori.

   3º Non biasimare gli ordini dati in famiglia, né disapprovare le cose udite nelle prediche, nelle conferenze o scritte o stampate ne’ libri di qualche confratello.

   4º Ognuno sof[f]ra per la | maggior gloria di Dio ed in penitenza de’ suoi peccati, ma pel bene dell’anima sua fugga le critiche nelle cose di amministrazione, nel vestito, nel vitto ed abitazione, ecc.

   5º Ricordatevi, o figlioli miei, che l’unione tra direttore e sudditi, e l’accordo tra i medesimi, forma nelle nostre case un vero paradiso terrestre.

   6º Non vi raccomando penitenze o mortificazioni particolari, voi vi farete gran merito e formerete la gloria della congregazione, se saprete sopportare vicendevolmente le pene ed i dispiaceri della vita con cristiana rassegnazione.

   7º Date buoni consigli tutte le volte che vi si presenta qualche occasione, specialmente quando si tratta di consolare un afflitto o venirgli in aiuto a | superare qualche difficoltà, o fare qualche servizio sia in tempo che uno gode salute, o che uno si trovi in casi di malattia.

   8º Venendo a notizia che nella casa sia imputata cosa o fatto biasimevole, specialmente fossero cose che potessero anche solo interpretarsi contro la santa legge di Dio, se ne dia rispettosamente comunicazione | al superiore. Esso saprà usare la dovuta prudenza a fine di promuovere il bene e di impedire il male.

   9º Riguardo agli allievi ciascuno si tenga ai regolamenti della casa ed alle deliberazioni prese per conservare la disciplina e la moralità tra gli studenti e gli artigiani.

   10º Ciascuno poi in luogo di fare osservazioni su | quello che fanno gli altri, si adoperi con ogni possibile sollecitudine per adempire gli uffizi che a lui furono affidati. |  

Ricordo fondamentale ossia obbligazione per tutti quelli

che lavorano in congregazione

   A tutti è strettamente comandato e raccoman|dato in faccia [a] Dio ed in faccia agli uomini di aver cura della moralità tra salesiani e tra coloro che in qualunque modo e sotto a qualunque titolo ci fossero dalla divina provvidenza affidati. |

Noto qui ciò che avrei dovuto dire altrove

   In tempo di esercizi spirituali il direttore della casa e tutti gli altri ordinari superiori sono consigliati a cessare dall’ascoltare le confessioni dei loro dipendenti, e per quanto possono si servano di confessori e predicatori straordinari. Se essi non bastano si chiamino in aiuto altri confessori ben conosciuti. Se poi in certi casi fosse in ciò necessaria qualche eccezione il superiore saprà giudicarlo. |

   Quando un confratello va in urto colle autorità ecclesiastiche di una città, luogo o diocesi il suo superiore usi la dovuta prudenza e gli destini un altro impiego.

   Similmente qualora qualche confratello incontrasse rivalità od opposizione coi confratelli suoi, è bene che sia cangiato di famiglia o di occupazione.

   Ma sia sempre amichevolmente avvisato dei difetti suoi e si diano le norme con cui regolarsi meglio in avvenire per evitare gli screzi. |

Cogli esterni

   Cogli esterni bisogna tollerare molto, e sopportare anche del danno piuttosto che venire a quistioni.

   Colle autorità civili od ecclesiastiche si sof[f]ra quanto si può onestamente, ma non si venga a questioni davanti ai tribunali laici.

   Siccome poi malgrado i sacrifizi ed ogni buon volere talvolta devonsi sostenere quistioni e liti così io consiglio e raccomando che si rimetta la ver|tenza ad uno o due arbitri con pieni poteri, rimettendo la vertenza a qualunque loro parere.

   In questo modo è salvata la coscienza e si mette termine ad affari, che ordinariamente sono assai lunghi e dispendiosi e nei quali difficilmente si mantiene la pace del cuore e la carità cristiana. |

   Pel bene di ogni socio e della intera nostra congregazione niuno si mischi per danaro, per impieghi o per raccomandazioni che abbiano relazione coi parenti e cogli amici.

   Presentandosi gravi motivi per cui debbasi in simili affari occupare, ne parli col suo superiore e si tenga strettamente al parere di lui. |

   Si osservi inalterabilmente la massima di non mai firmare cambiali, né mai rendersi mallevadore pei pagamenti altrui. L’esperienza fece conoscere che ne abbiamo sempre danno e dispiaceri.

   Se si può si faccia qualche servizio, si dia anche qualche sussidio, ma nei limiti consigliati e permessi dal superiore rispettivo. |

 

    Rue Boetie - Paris

    M.me la V.sse de Cessac.

    Vous avez protégé nos orphelins et la S[ain]te Vierge vous fera bien riche dans l’éternité. Là vous verrez vos parents, vos amis; là vous parlerez de Dieu avec eux à jamais.

    Continuez votre charité pour nous maisons; priez pour ma pauvre âme

obligé serviteur    

    Turin. A Paris abbé J. Bosco  

[P.S.] 1886. Requiescat in pace |

    Voi, o signora baronessa Scoppa che abitate S. Andrea del Ionio Napolitano, continuate la vostra carità ai nostri missionari[,] ai nostri orfanelli e Maria guiderà le opere vostre, e sarete molto consolata negli ultimi momenti di vostra vita. Sia che viviate su questa terra, sia che Dio vi abbia già ricevuta fra i beati in cielo, noi pregheremo ogni giorno per voi, pei vostri parenti ed amici. |

Per le suore di M[aria] A[usiliatrice]

   Per le figlie o suore di Maria Ausiliatrice i salesiani devono fedelmente osservare quello che è stato stabilito nelle deliberazioni capitolari.

   Non si deve badare né a lavori, né a spese, né a disturbi di sorta a fine di regolare le nostre relazioni come la Chiesa e le medesime costituzioni hanno stabilito.

   Nel trattare affari materiali i religiosi e le religiose non siano mai soli, | ma procurino di essere sempre assistiti, o che almeno siano da altri veduti. Numquam solus cum sola loquatur.

   Nel ricevere nell’Istituto di Maria si stia attenti a non ricevere chi non ha buona sanità e fondata speranza di vera ubbidienza.

   Si ritenga che le virtù non acquistate nel tempo del noviziato per lo più non si acquistano più.

   Niuna suora dopo la professione religiosa conservi fondi stabili o per sè o per la comunità religiosa, cui appartiene. Si farà eccezione nei possedimenti necessari | per fondare case di educazione o giardini per conservare la sanità.

   Né per burla, né per ischerzo, né per altre ragioni o pretesti si dicano parole che servono a m[u]overe il riso o procacciare stima o benevolenza nelle persone di altro sesso. Si leggano e si facciano ben capire queste parole e se ne facciano spiegazioni ripetutamente. |

   La superiora generale, le direttrici delle case non permettano alcuna famigliarità con persone secolari di qualunque genere. Essendovene vera necessità, intervenga un’assistente e si osservino le prescrizioni delle rispettive regole.

   La stessa superiora non ritenga presso di sè alcuna somma di danaro se non per affari determinati e solamente pel tempo | necessario per le cose a trattarsi.

   Quanto dicesi della superiora generale si deve dire di tutte le direttrici delle altre case.

   In questa ed in simili cose ciascuna si rimetta senza opposizioni ai consigli ed agli ordini del superiore maggiore.

   Non mai si facciano costruzioni o riparazioni senza essere ben intese col medesimo. |

   1º Nel trattare affari di qualche rilievo nel Capitolo superiore o nel Capitolo generale, tanto i salesiani quanto le suore, si procuri di proporre preventiv[amente] o con uno scritto o verbalmente le cose che si vogliono trattare.

   2º Si conceda a tutti ampia libertà di parlare sugli argomenti pro e contro come a ciascuno pare meglio davanti a Dio, ma nelle deliberazioni si faccia uso dei voti segreti. |

   3º Si mettano segretamente in un taschetto o recipiente qualunque, noci o noc[c]ioli o fave etc. di colore diverso e ciascuno cavi un frutto. Il nero è negativo, il bianco è affermativo.

   4º Ma stabilita la maggioranza in qualche deliberazione, non si cangi più se non con altra deliberazione in cui vi prenda parte tutto il Capitolo.

   5º Si abbia gran cura di dare puntualmente esecuzione alle cose deliberate; | e si vegli da tutti attentamente che le deliberazioni non siano mai in contraddizione, le une alle altre.

   È un errore grande e fatica sprecata quando non si dà esecuzione alle cose proposte in Capitolo ed ap[p]rovate, e poi messe in oblio.

   Si procuri da tutti di evitare le novità delle proposte nelle conferenze o nei Capitoli; e si faccia in modo che [si] ammettano regolarmente le cose già anteriormente approvate o dalla tradizione, dalle regole, o Capitoli generali o particolari. |

Nelle difficoltà

    Qualora in un paese od in qualche città vi si presenti una difficoltà da parte di qualche autorità spirituale o temporale, procurate di fare in modo [da] potervi presentare per dare ragione di quanto avete operato.

   La spiegazione personale delle vostre intenzioni buone diminuisce assai e spesso fa scomparire le sinistre | idee che nella mente di taluni possono formarsi.

   Se sono cose colpevoli anche in faccia alle leggi, se ne dimandi scusa, o almeno se ne dia rispettosa spiegazione, ma se è possibile, sempre in udienza personale.

   Questo modo di fare è assai conciliante e ben sovente rende benevoli gli stessi avversarii.

   Ciò non è altro che quanto raccomanda Iddio: responsio | mollis frangit iram. Oppure la massima di S. Paolo: charitas Dei benigna est, patiens est, etc.

   La medesima regola seguano i direttori di case coi loro inferiori. Parlatevi, spiegatevi, e facilmente vi intenderete senza venire a rompere la carità cristiana contro gli interessi della stessa nostra congregazione. |

   Se poi volete ottenere molto dai nostri allievi, non mostratevi mai offesi contro ad alcuno. Tollerate i loro difetti, correggeteli, ma dimenticateli. Mostratevi sempre loro affezionati, e fate loro conoscere che tutti i vostri sforzi sono diretti a fare del bene alle anime loro. |

Raccomandazione fondamentale a tutti i salesiani

   Amate la povertà se volete conservare in buono stato le finanze della congregazione.

   Procurate che niuno abbia a dire: questo suppellettile non dà segno di povertà, questa mensa, questo abito, questa camera non è da povero. Chi porge motivi ragionevoli di fare tali discorsi, egli cagiona un disastro alla nostra congregazione, che deve sempre gloriarsi del voto di povertà.

   Guai a noi se coloro da cui atten|diamo carità potranno dire che teniamo vita più agiata della vita loro.

   Ciò s’intende sempre da praticarsi rigorosamente quando ci troviamo nello stato normale di sanità, perciocché ne’ casi di malattia devono usarsi tutti i riguardi che le nostre regole permettono.

   Ricordatevi che sarà per voi sempre una bella giornata quando vi riesce vincere coi benefizi un nemico o farvi un amico. |

   Non mai tramonti il sole sopra la vostra iracondia, né mai richiamate alla memoria le offese perdonate, non mai ricordare il danno, il torto dimenticato. Diciamo sempre di cuore: Dimitte nobis debita nostra sicut et nos dimittimus debitoribus nostris. Ma con una dimenticanza assoluta e definitiva di tutto ciò che in passato ci abbia cagionato qualche oltraggio.

   Amiamo tutti con amore fraterno. |

   Queste cose siano esemplarmente osservate da quelli che esercitano sopra gli altri qualche autorità.

Raccomandazione per me stesso

   O giovani cari, voi che siete sempre stati la delizia del mio cuore; io vi raccomando la frequente comunione in suffragio dell’anima mia.

   Colla frequente comunione voi vi renderete cari a Dio ed agli uomini, e Maria vi concederà la grazia di ricevere i santi sacramenti in fine | di vita.

   Voi preti, ch[i]erici salesiani, voi parenti ed amici dell’anima mia, pregate, ricevete Gesù Sacramentato in suffragio dell’anima mia affinché mi abbrevi il tempo del purgatorio.

   Espressi così i pensieri di un padre verso a’ suoi amati figli ora mi volgo a me stesso per invocare la misericordia del Signore sopra di me nelle ultime ore della mia vita.

   Io intendo di vivere e di morire nella santa cattolica religione che ha per capo il romano pontefice, vicario di Gesù Cristo sopra la terra.

   Credo e professo tutte le verità della fede che Dio ha rivelato alla santa Chiesa.

   Dimando a Dio umilmente perdono di tutti i miei peccati specialmente di ogni scandalo | dato al mio prossimo in tutte le mie azioni, in tutte le parole proferite a tempo non opportuno; dimando poi in modo particolare scusa degli eccessivi riguardi usati intorno a me stesso collo specioso pretesto di conservare la sanità.

   Debbo però scusarmi se taluno osservò che più volte feci troppo breve preparamento o troppo breve ringraziamento alla S[an]ta Messa. Io era in certo modo a ciò costretto per la folla di | persone che intorniavanmi in sacristia e mi toglievano la possibilità di pregare sia prima sia dopo la Santa Messa.

   So che voi, o amati figli, mi amate, e questo amore, questa affezione non si limiti a piangere dopo la mia morte; ma pregate pel riposo eterno dell’anima mia.

   Raccomando di fare preghiere, opere di carità, delle mortificazioni, delle sante comunioni e queste per riparare alle negligenze commesse nel fare il bene e nell’impedire il male. |

   Le vostre preghiere siano con fine speciale al cielo rivolte affinché io trovi misericordia e perdono al primo momento che io mi presenterò alla tremenda maestà del mio creatore. |

L’avvenire

   La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato dalla divina provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a tanto che si osserveranno le nostre regole.

   Quando cominceranno tra noi le comodità o le agiatezze, la nostra pia società ha compiuto il suo corso. |

   Il mondo ci riceverà sempre con piacere fino a tanto che le nostre sollecitudini saranno dirette ai selvaggi, ai fanciulli più poveri, più pericolanti della società. Questa è per noi la vera agiatezza che niuno invidierà e niuno verrà a rapirci.

   Non si vadano a fondare case se non avvi | il necessario personale per la direzione delle medesime.

   Non molte case vicine. Se una è distante dall’altra i pericoli sono assai minori.

   Cominciata una missione all’estero si continui con energia e sacrifizio. Lo sforzo sia sempre a fare e stabilire delle scuole e tirare su qualche vocazione per lo stato ecclesiastico, o qualche suora tra le fanciulle. |

   A suo tempo si porteranno le nostre missioni nella Cina e precisamente a Pechino. Ma non si dimentichi che noi andiamo pei fanciulli poveri ed abbandonati. Là fra popoli sconosciuti ed ignoranti del vero Dio si vedranno le maraviglie finora non credute, ma | che Iddio potente farà palesi al mondo.

   Non si conservino proprietà stabili fuori delle abitazioni di cui abbiamo bisogno.

   Quando in qualche impresa religiosa vengono a mancarci i mezzi pecuniari, si sospendano, ma siano continuate le opere cominciate appena le nostre economie, i sacrifizi lo permetteranno.

   Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra congre[ga]zione ha | riportato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del cielo.