Da Don Bosco Educatore|Da "Letture di famiglia" (1846)

Da "Letture di famiglia" (1846)

Scuole e solazzi domenicali pei poveri.

Lettera al Direttore delle Letture.

   Vengo in fretta con queste mie poche linee a notificare alla S.V. come già in parte il suo santissimo voto (pubblicato nel nº 21) perchè i molti figli cenciosi vengano anche nella nostra Torino raccolti ed istrutti, sia stato eseguito fino dal cominciar di questo anno mercè di una piccola società di giovani sacerdoti.1

   Presero essi ad affitto due piccole case con giardino attiguo; l’una di queste case è posta poco distante dal Rifugio della marchesadi Barolo fuori porta Palazzo, e l’altra è situata verso Po, e, se non sbaglio, nel nuovo sobborgo detto di Vanchiglia.

   In queste due case accorrono in gran folla in tutti i giorni festivi i veri cenciosi, i veri biricchini di Torino, e fa stupire veramente il vedere con quale amore e con quanta allegrezza v’intervengano, e con quale modesto ed esemplare contegno vi stieno.

   E che fanno di bello, in tali nuovi asili tutti questi giovani venditori di zolfanelli fosforici, di biglietti di lotteria ecc. ecc., di apprendisti, di garzoni, di servi, d’ogni genere insomma di mestieri e d’industria? Ecco quello che fanno o almeno quello che loro tanto caritatevolmente si fa.

   Primieramente si fa loro, da fervidi sacerdoti, una breve istruzione religiosa, si cantano salmi o divote laudi, quindi si danno loro lezioni di educazione, di moralità, e in ultimo quivi vengono pure loro somministrati diversi mezzi di ricreazione (in quella di Po vi è pur anche l’esercizio della ginnastica), e talvolta vien pur loro donata qualche cosa di merenda.

   Io non mi estendo di più, ma la S.V. potrà benissimo prendere informazioni di questa nuova filantropica e caritatevole istituzione tutta dovuta allo zelo del Clero torinese; e quando sentisse volontà di parlarne in quell’ottimo suo Giornale, a cui auguro eterna vita (insiememente ai suoi compilatori), bramerei che si facesse raccomandazione vivissima onde altre di simili case si aprano in diverse posizioni di questa città...

NOTA

   Noi, poichè ci accertammo della verità delle cose contenute in questa lettera, di cui ci duole ignorare il nome dello scrittore, ne assumiamo volentieri la responsabilità. Più tardi le Letture parleranno distesamente di cotesta nuova istituzione, che cotanto onora il Clero torinese.2

I Compilatori