[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 5-19.
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Due sono gl'inganni principali, con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù. Il primo é far loro venir in mente che il servire al Signore consista in una vita malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così, giovani cari. Io voglio insegnarvi un metodo di vita cristiano, che sia nel tempo stesso allegro e contento ad- | p. 6 | ditandovi quali siano i veri divertimenti e i veri piaceri, talché voi possiate dire col santo profeta Davidde: serviamo al Signore in santa allegria: servite Domino in laetitia. Tale appunto è lo scopo di questo libretto, servire al Signore e stare sempre allegri.
L'altro inganno è la speranza di una lunga vita colla comodità di convertirsi nella vecchiaia od in punto di morte. Badate bene, miei figliuoli, molti furono in simile guisa ingannati. Chi ci assicura di venir vecchi? Uopo sarebbe patteggiare colla morte che ci aspetti fino a quel tempo, ma vita e morte sono nelle mani del Signore, il quale può disporne come a lui piace. Che se Iddio vi concedesse lunga vita , sentile ciò che vi dice: quella strada che un figlio tiene in gioventù, si continua nella vecchiaia fino alla morte. Adolescens iuxta viam suam etiam cum senuerit non recedet ab ea. E vuol dire: se noi cominciamo una buona vita ora che siamo giovani, buoni saremo negli anni avanzati, buona la nostra morte e principio di una eterna felicità. Al contrario se i vizi prenderanno possesso di noi in gioventù, | p. 7 | per lo più continueranno in ogni età nostra fino alla morte. Caparra troppo funesta di una infelicissima eternità. Acciocché tale disgrazia a voi non accada vi presento un metodo di vivere breve e facile, ma sufficiente perché possiate diventare la consolazione dei vostri parenti, l'onore della patria, buoni cittadini in terra per essere poi un giorno fortunati abitatori del cielo.
Questa Operetta è divisa in tre parti. Nella prima voi troverete ciò che dovete operare e quanto dovete fuggire per vivere da buoni cristiani. Nella seconda si raccolgono parecchie particolari pratiche divote. Nell'ultima si contiene l'uffizio della Beata Vergine coi principali vespri dell'anno, e coll'aggiunta di alcune canzoncine spirituali.
Miei cari, io vi amo tutti di cuore, e basta che siate giovani, perché io vi ami assai, e vi posso accertare che troverete libri propostivi da persone di gran lunga più virtuose e più dotte di me, ma difficilmente potrete trovare chi più di me vi ami in Gesù Cristo, e che più desideri la vostra vera felicità. Il Signore sia con voi e faccia sì che praticando questi | p. 8 | pochi suggerimenti possiate giugnere al salvamento dell'anima vostra, e così accrescere la gloria d'Iddio, unico scopo di questa compilazione.
Vivete felici, e il Signor sia con voi.
Affezionatissimo in Gesù Cristo
Sac. BOSCO GIOANNI.
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PARTE PRIMA
per diventar virtuoso
articolo 1.°
Conoscenza d'Iddio
Alzate gli occhi, o figliuoli miei, ed osservate quanto esiste nel cielo e nella terra. Il sole, la luna, le stelle, l'aria, l'acqua, il fuoco sono tutte cose che un tempo non esistevano. Ma c'è un Dio, che colla sua onnipotenza le trasse dal niente e le creò, motivo per cui si nomina Creatore.
Questo Dio che sempre fu e sempre durerà dopo di aver creato tutte le cose che nel cielo e nella terra si contengono, diede quindi esistenza all'uomo, il quale di tutte le creature visibili è la più perfetta. Onde i no-| p. 10 |stri occhi, i piedi, la bocca, la lingua, le orecchie, le mani sono tutti doni del Signore.
L'uomo è distinto fra tutti gli altri animali specialmente perché è fornito di un'anima, la quale pensa, ragiona e conosce ciò che è bene e ciò che è male. Quest'anima non muore col corpo, ma quando esso è portato al sepolcro, quella andrà a cominciare un'altra vita che non finirà più. Se fece bene sarà sempre beata con Dio in Paradiso, che è un luogo dove si godono tutti i beni; se operò male verrà punita con un terribile gastigo nell'inferno, dove si patirà per sempre ogni sorta di pena.
Badate però, o miei figliuoli, che voi siete tutti creati pel Paradiso, e Iddio prova grande dispiacere quando è costretto mandare qualcheduno all'inferno.
Oh! quanto mai il Signore vi ama, e desidera che voi facciale buone opere per rendervi poi partecipi delta sua gloria in Paradiso.
articolo 2.°
I giovanetti sono grandemente amati da Dio
Persuasi, cari figliuoli, che noi siamo tutti creati pel Paradiso, dobbiamo indirizzare ogni nostra azione a questo fine. A questo vi deve movere specialmente il grande amore che Iddio vi porta. Imperciocché quantunque egli ami tutti gli uomini, come opera delle sue | p. 11 | mani, tuttavia porta una particolare affezione per li giovanetti, formando in essi le sue delizie: Deliciae meae esse cum filiis hominum. Dunque voi siete la delizia e l'amore di quel Dio che vi creò. Egli vi ama perché siete ancora in tempo a fare molte opere buone; vi ama perché siete in un'età semplice, umile, innocente, ed in generale non ancora divenuti preda infelice del nemico infernale.
Simili segni di speciale benevolenza diede altresì il Salvatore per li fanciulli. Dice egli che tutti i benefizi fatti a’ fanciulli si considerano fatti a lui medesimo.
Minaccia terribilmente coloro che con parole o con fatti vi danno scandalo. Ecco le parole sue: «Se qualcheduno scandalizzerà uno di questi parvoli che credono me, per lui meglio sarebbe che si ponesse una macina al collo e fosse gettato nel profondo del mare». Gradiva che i fanciulli lo seguissero, li chiamava a se, li baciava e dava loro la sua benedizione.
Posto che il Signore tanto vi ami nell'età in cui vi trovate, quale non deve essere il vostro fermo proposito per corrispondergli, procurando di far tutte quelle cose che gli possono piacere, evitando quelle che lo potrebbero disgustare?
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articolo 3.°
La salvezza di un figliuolo dipende
ordinariamente dal tempo della gioventù
Due sono i luoghi che nell'altra vita stanno a noi preparati. Un inferno per li cattivi, dove si patisce ogni male. Un Paradiso per li buoni ove si godono tutti i beni. Ma il Signore vi fa sapere che se voi comincierete ad esser buoni in gioventù, tali sarete nel resto della vita, la quale sarà coronata con una felicità di gloria. Al contrario la mala vita cominciata in gioventù troppo facilmente sarà tale fino alla morte, e vi condurrà inevitabilmente all'inferno.
Perciò se voi vedete uomini avanzati negli anni dati al vizio dell'ubbriachezza, del giuoco, della bestemmia, per lo più potete dire: questi vizi cominciarono in gioventù: Adolescens juxta viam suam, etiam cum senuerit non recedet ab ea. Prov. 22. Ah! figliuolo, dice Iddio, ricordati del tuo Creatore nel tempo di tua gioventù: altrove dichiara beato quell'uomo che dalla sua adolescenza avrà cominciato ad osservare i suoi comandamenti. Questa verità fu conosciuta da' Santi, e specialmente da s. Rosa di Lima, e da s. Luigi Gonzaga, i quali avendo cominciato fin da cinque anni a servire fervorosamente il Signore, fatti adulti non trovavano più gusto se non per le cose che riguardavano a Dio; e | p. 13 | così divennero gran santi. Lo stesso diciamo del figliuolo di Tobia, il quale ancor molto giovane già era ubbidiente, sommesso in tutto alla volontà de' suoi genitori, morti i quali, continuò a vivere virtuosamente fino alla morte.
Ma (taluni diranno) se cominciamo al presente a servire il Signore, diventiamo malinconici. Non è vero, sarà malinconico colui che serve il demonio, il quale comunque si sforzi per mostrarsi contento, tuttavia avrà sempre il cuor che piange, dicendogli: tu sei infelice perché nemico d'Iddio. Chi più affabile e più gioviale di s. Luigi Gonzaga? Chi più lepido e più allegro di s. Filippo Neri? Nondimeno la loro vita fu una continua pratica di ogni virtù.
Coraggio adunque, miei cari, datevi per tempo alla virtù, e vi assicuro, che avrete sempre un cuore allegro e contento, e conoscerete quanto sia dolce servire al Signore.
articolo 4.°
La prima virtù di un giovane è l'ubbidienza
a' propri genitori
Siccome una tenera pianta sebbene posta in buon terreno dentro un giardino, tuttavia prende cattiva piega e finisce male, se non è coltivata, e per dir così guidata fino a certa grossezza; così voi, miei cari figliuoli, piegherete sicuramente al male se non vi la- | p. 14 | sciate piegare da chi ha cura d'indirizzarvi. Questa guida voi avete nella persona de' vostri genitori, cui dovete esattamente ubbidire. Onora il tuo padre e la tua madre, e avrai lunga vita sopra la terra, dice il Signore. Ma in che cosa consiste quest'onore? Consiste nell'ubbidienza, nel rispetto e nello assisterli. Nell'ubbidienza; e perciò quando vi comandano qualche cosa fatela prontamente senza mostrarvi ritrosi, e guardatevi dall'essere di que' tali, che alzano le spalle, crollano il capo, e quello che è peggio rispondono insolenze. Costoro fanno grande ingiuria a' loro genitori e a Dio medesimo, il quale per loro mezzo vi comanda questa o quell'altra cosa. Il nostro Salvatore quantunque onnipotente per insegnarci ad ubbidire fu in tutto sottomesso alla B.V. ed a s. Giuseppe, esercitando l'umile mestiere di artigiano. Per ubbidire poi al suo Padre celeste morì spasimando in croce.
Dovete altresì portare grande rispetto al padre e alla madre. Laonde guardatevi sempre d'intraprendere cosa alcuna senza loro permesso, né mostrarvi impazienti in loro presenza o scoprendone i difetti. S. Luigi non intraprendeva cosa alcuna senza licenza e non essendovi altri la chiedeva a' suoi servitori.
II giovane Luigi Comollo fu un giorno costretto a star lontano da' suoi genitori più che | p. 15 | non gli avevano dato permesso. Ma giunto a casa piangendo chiese umilmente perdono della disubbidienza suo malgrado commessa.
Devesi pure prestare assistenza a' nostri genitori ne' loro bisogni, sia per que' servigi domestici, di cui siete capaci, e molto più consegnando loro ogni danaro, regalo, roba che vi possa venire fra le mani, e farne quell'uso che da' medesimi verrà suggerito. Pregate Dio mattina e sera per essi, affinché loro conceda ogni bene spirituale o temporale.
Quanto dico circa i vostri genitori s'intende di ogni vostro superiore ecclesiastico o secolare, come altresì de' vostri maestri, da' quali parimente riceverete volentieri con umiltà e rispetto tutti gl'insegnamenti, i consigli, le correzioni, tenendo per certo che ogni cosa si fa per vostro maggior vantaggio, e che l'ubbidienza prestata a' vostri superiori è lo stesso come se fosse prestata a G.C., a M. SS. ed a s. Luigi.
Due cose con tutto il cuore vi raccomando. La prima che siate sinceri co’ vostri maggiori, non coprendo con finzioni i vostri mancamenti, molto meno negandoli. Dite sempre con franchezza la verità; perciocché le bugie oltre 1'offesa d'Iddio ci rendono figli del demonio, principe della menzogna, e fanno sì, che conosciuta la verità voi sarete reputati menzogneri, disonorati presso i vostri | p. 16 | superiori e presso i compagni. In secondo luogo che i consigli e gli avvertimenti dei vostri superiori siano regola del vostro vivere e del vostro operare. Beati voi se così farete; i vostri giorni saranno felici, ogni vostra azione sarà sempre bene ordinata e di comune edificazione. Perciò conchiudo con dirvi: datemi un figliuolo ubbidiente e sarà santo. A1 contrario sarà privo di ogni virtù.
articolo 5.°
Del rispetto che devesi alle Chiese
ed alle cose di religione
L'ubbidienza ed il rispetto a' vostri superiori vuole essere congiunto col rispetto alle Chiese e a tutte le altre cose di religione. Siamo cristiani, perciò dobbiamo venerare tutto quello che riguarda a tale stato, e specialmente la Chiesa, che è denominata Tempio del Signore, luogo di santità, casa di orazione, in cui qualunque cosa venga da noi a Dio dimandata si otterrà. In ea omnis qui petit accipit. Ah miei cari figliuoli! che grande piacere recate a Gesù Cristo, che buon esempio date al popolo, standovi con divozione e raccoglimento! Quando s. Luigi andava in Chiesa la gente correva per osservarlo, e tutti erano edificati dalla sua modestia e dal suo contegno. Giunti che sarete in Chiesa senza correre o fare strepito prendete l'acqua benedetta, e postivi ginoc- | p. 17 | chioni adorate la SS. Trinità con tre Gloria Patri etc.
In caso che non sia ancor tempo delle sacre funzioni potrete recitare le allegrezze di Maria o qualche altro esercizio di pietà. Guardatevi poi bene dal ridere in Chiesa, o dal parlare senza necessità, perché basta una sola parola od un sorriso per dare scandalo e disturbare quelli che assistono alle sacre funzioni. S. Stanislao Costa stava in Chiesa con tanta divozione, che più volte non udiva le chiamate né sentiva le spinte, colle quali i suoi servitori lo avvertivano perché andasse a casa.
Vi raccomando poi un sommo rispetto a' sacerdoti ed a' religiosi. Perciò ricevete con venerazione quegli avvisi che vi suggeriranno; scopritevi il capo in segno di riverenza quando parlate con essi o li riscontrate per istrada. Guardatevi principalmente dal disprezzarli o con fatti o con parole, perché alcuni giovanetti avendo deriso il profeta Eliseo con soprannomi, Iddio li castigò facendo uscire alcuni orsi da una selva, i quali avventandosi sopra quelli ne sbranarono quaranta. Chi non rispetta i sacri ministri deve temere gran male dal Signore. Qualora si parli di essi imitate il giovanetto Luigi Comollo il quale soleva dire: «De' sacerdoti o parlar bene o tacere affatto». Vi debbo al- | p. 18 | tresì avvertire di non aver rossore di comparire cristiani anche fuori di Chiesa. Per lo che quando passerete dinanzi alle Chiese o a qualche immagine di Maria o di altri Santi non trapassate senza scoprirvi il capo in segno di riverenza. Così vi mostrerete veri cristiani e il Signore vi colmerà di benedizioni pel buon esempio che date al prossimo.
articolo 6.°
Oltre le preghiere consuete del mattino e della sera vi esorto pure a spendere qualche tempo a leggere alcun libro che tratti di cose spirituali, come il libro dell'imitazione di Gesù Cristo, la Filotea di s. Francisco di Sales, Apparecchio alla morte di s. Alfonso, Gesù al cuor del Giovane.
Se voi leggerete qualche tratto de' libri accennati sarà grandissimo il vantaggio che riporterete per l'anima vostra. Sarebbe poi doppio il merito avanti Dio se quello che leggete lo raccontaste ad altri ovvero leggeste in loro presenza, soprattutto in presenza di quelli, che non sanno leggere.
Siccome poi il nostro corpo senza' cibo diviene infermo e muore, lo stesso avviene dell'anima nostra se non le diamo il suo cibo. Nutrimento e cibo dell'anima nostra è la parola d'Iddio, cioè le prediche, la spiegazione del Vangelo e il catechismo. Fatevi | p. 19 | pertanto grande premura di portarvi a tempo debito alla Chiesa, standovi colla massima attenzione, e procurate di applicare per voi quelle cose che fanno pel vostro stato. A voi però importa molto che interveniate al catechismo; né vale il dire: io sono già promosso assoluto per la santa comunione; poiché anche allora l'anima vostra abbisogna di cibo, come altresì ne abbisogna il corpo; e se voi private l'anima vostra di questo nutrimento vi mettete a rischio di gravissimo danno.
Vi raccomando di fare ogni possibile per intervenire alle vostre parrocchie per l'adempimento di questi vostri doveri, essendo il vostro Curato in modo particolare destinato da Dio ad aver cura dell'anima vostra. Guardatevi altresì da quell'inganno del demonio quando vi suggerisce: questo fa pel mio compagno Pietro, quello conviene a Paolo. No, miei cari, il predicatore parla a voi e intende di applicare a voi tutte le verità che espone. Altronde quello che non serve a correggervi, servirà a preservarvi da qualche peccato.
Udendo la predica procurate di tenerla a mente lungo il giorno, ed in ispecie alla sera prima di coricarvi fermatevi un tantino a riflettere sulle cose udite. Se così farete grande vantaggio ridonderà per l'anima vostra.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 20-31.
massimamente dalla gioventù
articolo 1.°
Fuga dell'ozio
L'ozio è il laccio principale che il demonio tende alla gioventù, sorgente funesta di tutti i vizi. Persuadetevi adunque, o miei cari, che l'uomo è nato pel lavoro, e quando desiste da esso, egli è fuori del suo centro e corre grande rischio di offendere il Signore. Non c'è cosa che tormenti maggiormente i dannati nell’inferno, che l'aver passato in ozio quel tempo, che Dio aveva loro dato per salvarsi. A1 contrario non c'è cosa che più consoli i beati in Paradiso, quanto il pensare che un po' di tempo impiegato per Dio loro procacciò un bene eterno.
Non intendo però che vi occupiate da mattina a sera senza verun sollievo, perciocché ci sono molte cose le quali nel tempo che servono ad occuparvi possono recare diletto anche con grande vostra utilità.
Queste sono per esempio lo studio della storia, della geografia, delle arti meccaniche e liberali, e di altri studi e lavori domestici, i quali ricreando possono acquistarvi cognizioni utili ed oneste e contentare i vostri superiori; anzi potrete anche divertirvi, ben inteso con giuochi e trattenimenti leciti, atti a darvi ricreazione e non già ad opprimervi. | p. 21 | Non portatevi mai a questi divertimenti senza avere prima chiesto la debita licenza, e preferite quelli che ricercano destrezza del corpo, come più utili per la sanità. Lungi siano da voi certi inganni, certe frodi e destrezze di mano, bizzarrie di spirito le quali sovente cagionano discordie e offendono la carità dei vostri compagni. Mentre state nel giuoco, nella conversazione od in altro passatempo alzate qualche volta la mente al Signore, offerendo quegli stessi divertimenti a maggior onore e gloria di lui.
Interrogato una volta s. Luigi mentre trattenevasi con altri suoi pari allegramente giuocando, che cosa fatto avrebbe se in quel punto fosse stato avvertito da un Angelo, che un quarto d'ora dopo il Signore lo avrebbe chiamato al tremendo suo giudicio, egli prontamente rispose che avrebbe seguitato il suo giuoco, perché so di certo, soggiunse, che questi divertimenti piacciono al Signore.
Quello poi che vi raccomando caldamente ne' passatempi e nelle ricreazioni si è il più che potete di fuggire come la peste i cattivi compagni.
articolo 2.°
Ci sono tre sorta di compagni. Alcuni buoni, altri cattivi; alcuni poi non sono del tutto cattivi, ma nemmeno buoni. Co' primi potete | p. 22 | trattenervi, e ne avrete vantaggio; cogli ultimi trattare quando lo richiede il bisogno, senza contrarre famigliarità. I cattivi poi si devono assolutamente fuggire. Ma quali sono questi compagni cattivi? State attenti e capite bene quali siano. Tutti que' figliuoli, i quali in vostra presenza non arrossiscono di fare discorsi osceni, proferir parole equivoche o scandalose, mormorazioni, bugie, spergiuri, imprecazioni, bestemmie, oppure cercano di allontanarvi dalle cose di Chiesa o farvi trasgredire i vostri doveri, sono compagni cattivi, ministri di satanasso, da' quali voi dovete guardarvi più che dalla peste e dal diavolo stesso. Ah miei cari, colle lagrime agli occhi io vi supplico a fuggire ed abborrire simili compagnie!
Sentite ciò che dice il Signore: Chi cammina col virtuoso, sarà altresì virtuoso. L'amico degli stolti diventerà loro somigliante. Guardati dal cattivo compagno come dal morso di un serpente velenoso: tamquam a facie colubri. In somma se voi camminerete co' buoni, io vi assicuro che andrete co' buoni in Paradiso. Al contrario frequentando perversi, vi pervertirete ancora voi con perdita irreparabile dell'anima vostra.
Dirà taluno: sono tanti i cattivi compagni, che si dovrebbe andar via da questo mondo per fuggirli tutti. So essere molti i cattivi compagni, ed appunto per questo vi raccomando | p. 23 | con gran calore di fuggirli. Che se per non trattare con essi foste costretti a starvene soli, beati voi, avreste in vostra compagnia Gesù Cristo, la B. Vergine, il vostro Angelo Custode. Potranno trovarsi compagni migliori di questi? Nondimeno si possono anche avere buoni compagni, e saranno quelli che frequentano i SS. Sacramenti, intervengono alle Chiese, vi animano all'adempimento de' vostri doveri, e non fanno discorsi che offendono il Signore. Frequentate pure costoro, e ne trarrete grande profitto. Da che il giovanetto Davidde cominciò a frequentare un buon compagno di nome Gionata, divennero buoni amici con reciproco vantaggio; perciocchè l'uno incoraggiava l’altro alla pratica della virtù.
articolo 3.°
Evitare i cattivi discorsi
Quanti figliuoli si trovano all'inferno per li cattivi discorsi! Questa verità predicava già s. Paolo allorché diceva che le cose sconce non si dovessero nemmen nominare dalla bocca di un cristiano, perché sono la rovina de' buoni costumi: Currumpunt bonos mores colloquia prava. Considerate i discorsi come il cibo: sia pur buona una pietanza, ma una sola goccia di veleno cadutavi sopra basta per dar la morte a quanti ne mangiano; lo stesso fa il discorso osceno. Una parola, un gesto, | p. 24 | uno scherzo bastano per insegnare la malizia ad uno ed anche a più compagni; e quei figliuoli che erano innocenti agnelli di Gesù Cristo, diventano preda infelice del demonio.
Qualcheduno potrà dire: conosco le funeste conseguenze de' cattivi discorsi, ma come fare? Io mi trovo in una scuola, in una bottega, in un negozio, ad un lavoro dove debbo occuparmi, e si fanno cattivi discorsi. Lo so anch'io che ci sono questi luoghi, perciò vi suggerisco la regola onde liberarvene senza offendere il Signore. Se sono persone a voi inferiori correggetele rigorosamente; qualora siano persone a cui non convenga fare rimprovero fuggite se potete, e non potendo state fermi a non prender parte né con parole né con sorriso, e nel vostro cuore dite: Gesù mio misericordia. Non mancherà chi vi metta in canzone e si beffi di voi, ma non importa. Verrà tempo, in cui il ridere ed il burlare de' maligni si cangerà in pianto nell'inferno, ed il disprezzo de' buoni si muterà nella più consolante allegria in Paradiso: Tristitia vestra vertetur in gaudium. Stando voi così fermi per la causa del Signore, ne avverrà che quegli stessi vostri dileggiatori saranno costretti a pregiare la virtù vostra, di maniera che non oseranno più molestarvi co' loro perversi ragionamenti.
Dove si trovava san Luigi Gonzaga niuno più ardiva proferire parola meno onesta, e | p. 25 | sopraggiugnendo egli in atto che altri ne pronunziava alcuna, tosto si diceva: zitto, c'è Luigi.
articolo 4. °
Evitare lo scandalo
Quando il demonio non può riuscire a fare preda di qualche figliuolo, si serve degli scandalosi. Di quanti enormi peccati si aggravano la coscienza que' figliuoli, che in Chiesa, nelle strade, nelle scuole, od altrove nelle loro occupazioni danno scandalo? Quante sono le persone da cui sono osservati; altrettanti sono i peccati di cui sono colpevoli agli occhi d'Iddio. Che si dovrà poi dire di coloro, i quali giungono fino ad insegnare la malizia a quelli che ancora sono innocenti? Sentano questi sciagurati ciò che loro significa il Salvatore. Preso egli un giorno un giovinetto per mano e voltosi alle turbe che lo ascoltavano, disse: «Guai a chi darà scandalo ad un fanciullo, purtroppo c'è scandalo nel mondo, ma guai a chi lo dà, meglio sarebbe per lui che si attaccasse una macina al collo e si gettasse nel profondo del mare». Se mai si potessero levare gli scandali dal mondo, quante anime camminerebbero pel Paradiso, e al contrario vanno eternamente perdute nell'inferno. Guardatevi pertanto da questa razza di scellerati, e fuggiteli più che il demonio medesimo. Una fanciulla tenera di età al sentire un discorso scandaloso disse | p. 26 | a chi lo faceva: fuggi di qui, o diavolo maledetto. Se voi, o miei cari, volete essere i veri amici di Gesù Cristo e riparare al gran male che fanno alle anime gli scandalosi, procurate di dare buon esempio. Perciò siano i vostri discorsi buoni e modesti; siate divoti in Chiesa, ubbidienti e rispettosi a' vostri superiori. Oh quante anime v'imiteranno e cammineranno per la strada del Paradiso! E voi sarete sicuri di andarvi, perché colui che procura la salvezza di un'anima può fondatamente sperar di salvare la propria: Animam salvasti, animam tuam praedestinasti. Queste sono le cose principali che voi, giovani cari, dovete fuggire nel mondo: sono poche, ma bastanti perché possiate formarvi uno stato di vita virtuosa e cristiana. Felici voi se le fuggirete, io vi assicuro che non potrete a meno che giugnere alla vostra eterna salvezza.
articolo 5.°
Modo di portarsi nelle tentazioni
Anche nella vostra tenera età il demonio vi tende lacci per rubare l'anima vostra; perciò dovete star bene attenti per non cadere quando siete tentati, ossia quando il demonio vi suggerisce di fare del male. Giovera moltissimo a preservarvi dalle tentazioni il rimanervi lontani dalle occasioni, dalle conversazioni scandalose, da' pubblici spettacoli, | p. 27 | dove non c'è niente di bene, e per lo più s'impara sempre qualche cosa di cattivo. Procurate di star sempre occupati, e quando non sapete che fare, adornate altarini, aggiustate immagini o quadrettini, o almeno andate a passare qualche tempo in onesto divertimento, ben inteso con licenza de' genitori. Quando poi siete tentati non fermatevi aspettando che il demonio prenda possesso del vostro cuore, ma fate subito qualche cosa per liberarvene, o per mezzo del lavoro, o per mezzo della preghiera. Se poi la tentazione continua fate il segno della santa croce, baciate qualche cosa benedetta, dicendo: Luigi santo, fate ch'io non offenda il mio Dio. Vi nomino questo Santo perché venne proposto dalla Chiesa ad essere protettore speciale della gioventù. Infatti egli per vincere le tentazioni fuggiva ogni sorta di occasione; digiunava sovente a pane ed acqua, si flagellava a sangue per modo che le vesti, le pareti, ed il pavimento erano tinti del suo innocente sangue. Così ottenne Luigi una compiuta vittoria di tutte le tentazioni; così la otterrete anche voi, se procurerete d'imitarlo almeno nella mortificazione de' sensi, soprattutto nella modestia, e vi raccomanderete di cuore a lui quando foste per essere tentati.
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articolo 6.°
Alcune astuzie che usa il demonio
per ingannare la gioventù
Il primo laccio che suole il demonio tendere all'anima vostra è il presentarvi, come sarà mai possibile che per quaranta, cinquanta o sessant'anni che vi prometto di vita possiate camminare per la difficile strada della virtù sempre lontani da' piaceri.
Quando il demonio vi suggerisce questo, voi rispondetegli: Chi mi assicura che io giunga fino a quell'età. La mia vita è nelle mani del Signore, può essere che questo giorno sia l'ultimo di mia vita. Quanti erano fieri allegri, benestanti, spiritosi ed oggi sono condotti al sepolcro? E quando anche dovessimo faticare alcuni anni pel Signore, non sarebbero abbondantissimamente compensati da un'eternità di gloria e di piaceri nel Paradiso? Altronde noi vediamo che quelli, i quali vivono in grazia d'Iddio, sono sempre allegri, ed anche nelle afflizioni hanno il cuor contento. Al contrario coloro che si danno a' piaceri vivono arrabbiati, e si sforzano onde trovare la pace ne' loro passatempi, ma sono sempre più infelici: Non est pax impiis.
Soggiungerà ancora qualcheduno: Noi siamo giovani, se ci mettiamo a pensare alla eternità, all'inferno, questo ci fa divenire | p. 29 | malinconici, anzi ci farebbe ben anche girar la testa. Io vi concedo che il pensiero di una eternità beata od infelice, il pensare ad un supplizio che non finirà mai più, sia un pensiero tetro e spaventoso. Ma ditemi: se ci fa girar la testa il solo pensarvi, che sarebbe l'andarvi? Meglio è pensarvi adesso per non cadervi per l'avvenire; ed è certo che se noi vi pensiamo ne saremo preservati. Osservate però che se è tristo il pensiero dell'inferno ci colma di consolazione la speranza di un Paradiso, ove si godono tutti i beni. Perciò i Santi mentre pensavano seriamente all'eternità delle pene, vivevano in somma allegria colla ferma, fiducia in Dio di evitarle, e andare un giorno al possesso de' beni infiniti che il Signore tiene preparati a chi lo serve. Coraggio adunque, o miei cari, provate a servire il Signore, e poi vedrete quanto sarà contento il cuor vostro.
articolo 7.°
Avvertimenti per li giovani ascritti
A qualche Congregazione o a qualche Oratorio
Se avete la bella sorte di essere ascritti a qualche Congregazione od Oratorio procurate di portarvi puntualmente e di osservare con ogni esattezza tutte quelle regole, che vi furono da' superiori spiegate. Soprattutto vi raccomando una somma riverenza | p. 30| a' Direttori di quei santo luogo, procurando di chiedere sempre permissione, quando dovete assentarvi. Nella Chiesa state con particolare modestia e silenzio, leggendo o udendo leggere qualche libro devoto sinché sia tempo de' divini uffizi. Allora con allegrezza di spirito e con raccoglimento cantate le lodi del Signore. Se dovete confessarvi o fare la santa Comunione procurate di farla sempre nella Congregazione vostra o nel vostro Oratorio, perché questo contribuirà molto al buon esempio e ad animare gli altri alla frequenza de' Sacramenti.
Che se poi vi si presentasse nel vostro Oratorio la bella comodità della ricreazione per li giorni festivi partecipatene volentieri guardandovi dalle risse, dal mettere soprannomi e dal non mostrarvi soddisfatti di que' divertimenti che vi sono distribuiti. Qualora poi sentiste qualche cosa che fosse inconveniente a quel santo luogo, correte frettolosi a darne segretamente l'avviso al Superiore, affinché s'impediscano i mali che ne potrebbero derivare.
Sarebbe cosa bellissima se i più istrutti si facessero a raccontare qualche esempio agli altri.
Siate sinceri nelle parole e guardatevi dalle bugie, perché se foste colti bugiardi, oltre 1'offesa a Dio, verreste disonorati alla presenza de' vostri compagni e de' vostri supe- | p. 31 | riori. Vi raccomando pure di avere una filiale confidenza col Direttore ricorrendo a lui quando avete qualche dubbio di coscienza. Usate altresì gran rispetto a tutti i vostri superiori, e specialmente se sono Sacerdoti, all'incontro de' quali cavatevi tosto il cappello, baciando loro riverentemente la mano. Così quando parlate con essi rispondete alle loro interrogazioni con parole umili e con ogni sincerità. Coloro poi che sono destinati a qualche uffizio di cantori, di assistente e simili, abbiano grande emulazione di mostrarsi i più divoti e i più zelanti in tutto ciò che riguarda alle pratiche di pietà. A tutti poi raccomando somma esattezza nell'osservanza delle regole, facendo a gara ognuno per mostrarsi il più divoto, il più modesto ed il più esatto negli esercizi di divozione.
Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 31-50.
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SETTE CONSIDERAZIONI
per ciascun giorno
DELLA SETTIMANA
Siccome io desidero grandemente che ogni giorno facciate qualche poco di lettura spirituale, per cui non tutti potranno avere i libri convenienti, così io vi presento sette brevi considerazioni, distribuite per ciascun giorno della settimana, le quali saranno di comodità per quelli che non possono avere | p. 32 | libri opportuni. Postivi pertanto ginocchioni direte: Mio Dio, mi pento con tutto il cuore di avervi offeso, fatemi la grazia di ben conoscere le verità che io sono per considerare. Verg. Maria Madre di Gesù, pregate per me.
CONSIDERAZIONE PRIMA
per la domenica
Fine dell'uomo
Considera, o figliuolo, che questo tuo corpo, quest'anima tua ti furono dati da Dio senza alcun tuo merito creandoti a sua immagine.
Egli ti fece suo figlio col santo Battesimo. Ti amò e ti ama qual tenero padre, e l'unico fine per cui ti creò si è per essere amato e servito in questa vita, per renderti poi felice in Paradiso. Sicché non sei al mondo solamente per godere, per farti ricco, per mangiare, bere e dormire, come fanno le bestie; ma il tuo fine si è di amare il tuo Dio e salvar l'anima tua. Se farai così, quante consolazioni proverai in punto di morte! Al contrario se non attendi a servire Dio, quanti rimorsi proverai alla fine de' tuoi dì, quando conoscerai che le ricchezze, i piaceri non fecero che addolorare il tuo cuore! Ti rincrescerà di aver perduto tanto tempo, senza alcun vantaggio dell'anima tua.
Figliuol mio, guardati bene dall'essere di que' tali, che solo pensano a' piaceri, a' divertimenti, e che in quell'ora estrema andranno | p. 33 | eternamente perduti. Un Segretario del Re di Inghilterra moriva dicendo: misero me! consumai tanta carta per iscrivere lettere del mio Principe, e non usai un foglio per notare i miei peccati e far una buona confessione.
II. Devi altresì considerare, che se salvi l'anima tua, tutto va bene, e goderai per sempre; ma se la sbagli, perderai anima e corpo, Dio e Paradiso, sarai per sempre dannato. Guardati bene dall'essere di quelli che vanno dicendo: fo questo peccato, dopo mi confesserò, poiché Iddio maledice quel figliuolo, che pecca colla speranza del perdono: maledictus homo qui peccat in spe. Tutti quelli che sono all'inferno avevano speranza di emendarsi poi, ed ora sono eternamente perduti. Chi sa se avrai poi tempo di confessarti? Chi ti assicura che tu non muoia subito dopo il peccato, e 1'anima tua non precipiti giù nell'inferno? Oltreciò che pazzia è mai farti una piaga colla speranza di avere un medico che ti guarisca? Dunque lascia il peccato che è il sommo di tutti i mali, e che ti priva di tutti i beni.
III. Pure quanti sono nei mondo, i quali pensano a tutto, fuorché a salvarsi! Se io dico ad un figliuolo che frequenti i Sacramenti, che faccia un po' di orazione al giorno, risponde: ho altro a fare, ho da lavorare, ho da divertirmi. Oh Dio! e non hai 1'aninia? | p. 34 | Perciò quanto fai, parli e pensi, procura che tutto sia per l'anima tua, perché sarebbe massima imprudenza pensare seriamente a quello che finisce così presto, e pensar tanto poco all'eternità che non finisce mai più. San Luigi poteva godere piaceri, ricchezze ed onori, ma a tutto rinunziò dicendo: che mi giova questo per la mia eternità? Quid haec ad aeternitatem.
Conchiudi anche tu così: ho un'anima; se la perdo, ho perduto ogni cosa. Se io guadagnassi tutto il mondo con danno dell'anima mia, che mi gioverebbe? Se divento un grande uomo, se acquisto ricchezze, se acquistassi la fama di sapiente, per modo che sapessi tutte le arti e le scienze di meccanica, di musica, e se perdo l'anima, che mi giova? Nulla giova tutta la sapienza di Salomone, se te ne vai perduto. Dunque l'anima sola deve essere lo scopo delle mie azioni. Si tratta di essere sempre beato, o sempre infelice, ahi vada ogni cosa purché mi salvi. Mio Dio, perdonatemi i miei peccati, e fate che non mi accada mai più la disgrazia di offendervi; anzi io possa fedelmente servirvi per l'avvenire. Maria, mia speranza, intercedete per me.
lunedì
Sul peccato mortale
Oh se tu, o figlio, conoscessi che cosa fai quando commetti un peccato mortale! Tu | p. 35 | volti le spalle a quel Dio, che ti creò e ti fece tanti benefizi: disprezzi la sua grazia e la sua amicizia. Chi pecca dice col fatto al Signore: va, o Dio, lontano da me, io non ti voglio più obbedire, non ti voglio più servire, non ti voglio riconoscere più per mio Signore: Non serviam. Il mio Dio è quel piacere, quella vendetta quella collera, quel discorso cattivo, quella bestemmia. Si può immaginare un'ingratitudine più mostruosa di questa? Pure, o figliuol mio, questo facesti tu quando offendesti il tuo Signore.
Cresce poi questa ingratitudine al riflettere che tu peccando ti servi di quelle medesime cose che ti diede Iddio. Orecchie, occhi, bocca, lingua, mani, piedi, tutto fu donato da Dio, e ti servisti di questi ad offenderlo. Oh! dunque ascolta ciò che dice il Signore: Figlio, io ti creai dal niente: ti diedi quanto hai presentemente. Tu eri condannato a morte pel peccato, io morii per te; e per salvarti, sparsi tutto il mio sangue, e tu vuoi ancora offendermi? Chi non si sente compreso da rincrescimento per avere fatto ingiuria così enorme ad un Dio sì buono e sì benefico verso di miserabili creature quali siamo noi?
Devi considerare in terzo luogo che questo Dio, quantunque buono, tuttavia resta grandemente sdegnato quando l'offendi. Perciò hai molto a temere, che quando i tuoi peccati siano pervenuti ad un tal numero, egli | p. 36 | ti abbandoni. In plenitudine peccatorum puniet. Non già che manchi la misericordia Divina, ma ti manca il tempo a chiedere perdono: perché non merita misericordia chi si abusa della misericordia del Signore per offenderlo. Quanti vivendo nel peccato speravano di pentirsi, e intanto venne la morte, e sono dannati. Trema che lo stesso non avvenga a te. Dopo tanti peccati che il Signore ti perdonò, giustamente devi temere che ad un altro peccato mortale l'ira Divina ti colpisca e ti mandi eternamente dannato.
Ringrazialo che ti ha sinora aspettato, e fa in questo punto una ferma risoluzione dicendo: Signore, basta quanto vi offesi; la vita che mi rimane, non la voglio più spendere ad offendervi; la spenderò ad amarvi, e a piangere i miei peccati. Me ne pento con tutto il cuore, Gesù mio; vi voglio amare, datemi forza. SS. Vergine Madre mia, ajutatemi. Così sia.
martedì
La morte
1. La morte è una separazione dell'anima dal corpo con un totale abbandono dello cose di questo mondo. Considera pertanto, o figlio, che l'anima tua avrà da separarsi dal corpo. Ma non sai dove ti sorprenderà la morte. Non sai se ti coglierà nel tuo letto, sul lavoro, per istrada o altrove. La rottura di | p. 37 | una vena, un catarro, un impeto di sangue, una febbre, una piaga, un terremoto, un fulmine basta a privarti di vita. Ciò può essere da qui ad un anno, ad un mese, ad una settimana, ad un'ora, e forse appena finita la lettura di questa considerazione. Quanti la sera si posero a dormire, e la mattina trovaronsi morti. Quanti colpiti da qualche accidente morirono all'istante; poi dove andarono? Se erano in grazia di Dio son beati, al contrario sano eternamente perduti. E tu, figliuol mio, se dovessi morire in questo momento, che ne sarebbe dell'anima tua? Guai a te se non ti tieni apparecchiato. Chi oggi non è preparato a morir bene, corre grave pericolo di morir male.
2. Quantunque sia incerto il luogo, incerta l'ora di tua morte, ne è però certa la venuta. Verrà l'ora estrema di tua vita, in cui tu steso in letto ti troverai vicino a passare all'eternità, assistito da un sacerdote che ti raccomanderà l'anima, col Crocifisso da un canto, dall'altro con una candela accesa, facendo a te corona i parenti che piangono. Ti sentirai la testa addolorata, gli occhi oscurati, la lingua arsa, le fauci chiuse, oppresso il petto, il sangue gelato, la carne consumata, il cuore trafitto. Spirato che avrai l'anima, il tuo corpo vestito di pochi cenci verrà gettato a marcire in una | p. 38 | fossa. Quivi i sorci ed i vermi ti roderanno tutte le carni, e di te non altro rimarrà che quattro ossa spolpate ed un poco di polvere fetente. Apri un sepolcro, e vedi a che è ridotto quel giovane ricco, quell'ambizioso, quel superbo. Leggi questo, o figlio, e preparati a far una buona morte. Ora il demonio per indurti a peccare copre e scusa la colpa dicendoti che non c'è gran male in quel piacere, in quella disobbedienza, in tralasciare la messa ne' giorni festivi, ma in morte ti scoprirà la gravezza de' tuoi peccati e te li metterà innanzi. Intanto che farai tu allora sul punto di incamminarti per la tua eternità? Guai a chi si trova in disgrazia d'Iddio in quel momento.
3. Considera che il punto di morte è quel momento da cui dipende la tua eterna salute, o la tua eterna dannazione. Vicino a morire, vicino a quell'ultimo chiuder di bocca, al lume di quella candela quante cose si vedranno! Due volte ci si tiene accesa innanzi una candela; quando siamo battezzati, e al punto di morte. La prima volta vediamo i precetti della Divina Legge; nella seconda conosciamo se furono da noi osservati. Onde, figlio mio, alla luce dell'accennata candela vedrai se amasti il tuo Dio, oppure se lo sprezzasti; se avesti in onore il suo santo nome, o lo bestemmiasti; vedrai le feste profanate, le messe tralasciate, le disobbedienze fatte a' Superiori, lo | p. 39 | scandalo dato a' tuoi compagni; vedrai quella superbia, quell'orgoglio che ti lusingarono, vedrai... Ma oh Dio! tutto vedrai in un momento, nel quale agli occhi tuoi aprirassi la via dell'eternità: momentum a quo pendet aeternitas. Oh punto! oh momento! da cui dipende un'eternità di gloria o di pena. Capisci ciò che ti dico? Voglio dire che da quel momento dipende l'andare per sempre in Paradiso o all'inferno; o sempre contento, o sempre afflitto; o sempre figlio d'Iddio, o sempre schiavo del demonio; o sempre godere cogli Angioli e co' Santi in cielo, o gemere ed ardere per sempre co' dannati nell'inferno.
Temi grandemente per l'anima tua, e pensa che dal ben vivere dipende una buona morte ed un'eternità di gloria; perciò non perdere tempo onde fare una buona confessione, promettendo al Signore di perdonare a' tuoi nemici, di riparare lo scandalo dato, di essere più obbediente, di non perdere più tempo, di santificare le feste, di adempiere i doveri del tuo stato.
Intanto posto innanzi al tuo Signore digli di cuore così: mio Signore, sino da questo punto io mi converto a voi; io vi amo, vi voglio servire e servirvi fino alla morte. Vergine SS., Madre mia, ajutatemi in' quel punto. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.
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mercoledì
Il Giudizio
Appena uscita 1'anima del corpo subito comparirà davanti al Divin Giudice. La prima cosa che rende terribile questa comparsa si è che l'anima si trova sola al cospetto di un Dio che sprezzò, di un Dio il quale conosce ogni segretezza del tuo cuore, ogni pensiero. Quali cose porterai teco? Porterai quel tanto di bene e di male che operasti in vita: refert unusquisque prout gessit sive bonum, sive malum. Non si può trovare né scusa né pretesto. Al dissopra avrai un giudice sdegnato, da un canto i peccati che ti accusano, dall'altro i demoni pronti ad eseguire la condanna, dentro una coscienza che ti agita e ti tormenta, al dissotto un inferno che sta per ingojarti. In tali strettezze dove andrai, dove fuggirai? Beato te, o figliuol mio, se operasti bene in vita tua. Intanto il Giudice Divino apre i libri della coscienza, e comincia l'esame: Iudicium sedit et libri aperti sunt.
2. Allora dirà il Divin Giudice: chi sei tu? Io sono un cristiano, risponderai: bene, se tu sei cristiano, vedrò se operasti da cristiano. Indi comincerà a rammentarti le promesse fatte nel Santo Battesimo, colle quali rinunziasti al demonio, al mondo, alla carne; ti rammenterà le grazie che ti concedè, i | p. 41 | Sacramenti frequentati, le prediche, le istruzioni, gli avvisi de' confessori, le correzioni de' parenti; ogni cosa ti verrà schierata innanzi. Ma tu, dirà, il Divin Giudice, a dispetto di tanti doni, di tante grazie, oh quanto male corrispondesti alla tua professione! Venuta l'età in cui appena cominciavi a conoscermi, tosto cominciasti ad offendermi con bugie, con mancanze di rispetto alle Chiese, con disobbedienze a' tuoi genitori, e con molte altre trasgressioni de' tuoi doveri.
Almeno col crescere degli anni avessi meglio regolato le tue azioni; ma tu crescendo in età aumentasti il disprezzo della mia legge. Messe perdute, profanazioni de' giorni festivi, bestemmie, confessioni malfatte, comunioni talvolta sacrileghe, scandalo dato a' tuoi compagni; ecco ciò che facesti invece di servirmi. Si volterà poi tutto pieno di sdegno, verso degli scandalosi, e dirà: vedi quell'anima che cammina per la strada del peccato? Sei tu che co' tuoi discorsi scandalosi le insinuasti la malizia. E come Cristiano dovevi col buon esempio insegnare a' tuoi compagni la via del Paradiso; ma tu tradisti il mio sangue, e loro insegnasti la strada della perdizione. Vedi quell'anima che è laggiù nell'inferno? Sei tu che co' tuoi perfidi consigli la togliesti a me, la consegnasti, al demonio e fosti causa della sua eterna perdizione. Ora vada l'anima tua per l'anima che facesti perdere col tuo scan- | p. 42 | dalo: Repetam animam tuam pro anima illius. Che ti pare, o figlio, di questo esame? Che dice la tua coscienza? Sei ancora a tempo, chiedi perdono a Dio de' tuoi peccati con una sincera promessa di non peccar più: e quanto ti toccherà patire di caldo, di freddo, di fame, di sete, di malattie, o dispiaceri soffri tutto pel Signore in penitenza de' peccati da te commessi.
3. Al conto rigoroso che il Divin Giudice esige dal peccatore. questi tenterà di cercare qualche scusa o pretesto, dicendo, che non pensava di venire a tanto stretto esame. Ma gli sarà risposto: E non udisti quella predica, non leggesti in quel libro che io ti avrei dimandato conto di ogni cosa? L'anima si raccomanderà alla misericordia Divina, e la misericordia non è più per lui, perché colla morte finisce il tempo della misericordia. Si raccomanderà agli angeli, a' santi, a Maria Santissima: ed ella a nome di tutti risponderà: chiedi ora il mio ajuto? Non mi volesti per Madre in vita, adesso non ti conosco più per figlio, non ti conosco più: nescio vos. Il peccatore non trovando scampo alcuno griderà alle montagne, alle pietre che lo coprano, e non si muoveranno; invocherà l'inferno, e lo vedrà aperto: Inferius horrendum chaos. Quello è l'istante in cui l'inesorabil Giudice proferirà la tremenda sentenza: figlio infedele, va lungi da me, il mio Padre | p. 43 | Celeste ti ha maledetto, io ti maledico; vattene al fuoco eterno a gemere e penare co' demoni per tutta un'interminabile eternità: Ite, maledicti, in ignem aeternum. Proferite queste parole l'anima viene abbandonata nelle mani dei demoni, i quali la strascinano, la urtano e la fanno piombare in quegli abissi di pene, di miserie e di tormenti eterni. Non temi per te una simile sentenza? Ah per amor di Gesù e di Maria preparati con opere buone a sentirti la sentenza favorevole, e ricordati che quanto più spaventa la sentenza proferita contro del peccatore, altrettanto sarà consolante l'invito che Gesù farà a quel figliuolo che visse cristianamente. Vieni, gli dirà, vieni al possesso della gloria che ti preparai. Tu mi servisti, ora goderai in eterno: Intra in gaudium Domini tui. Gesù mio, fatemi la grazia che io possa essere uno di quelli benedetti; Vergine Santissima, ajutatemi voi, proteggetemi in vita ed in morte, e specialmente quando mi presenterò al Divin vostro Figlio per essere giudicato.
giovedì
Dell'Inferno
L'inferno è un luogo destinato dalla Divina Giustizia per punire con supplizio eterno quelli che muoiono in peccato mortale. La prima pena che i dannati patiscono nell'inferno si è il trovarsi in un abisso di fuoco. Fuoco ne- | p. 44 | gli occhi, fuoco nella bocca, fuoco in ogni parte. Ogni senso patisce la propria pena. G1i occhi sono accecati dal fuoco e dalle tenebre, atterriti dalla vista dei demoni e degli altri dannati. Le orecchie giorno e notte odono continui urli, pianti e bestemmie. L'odorato è in sommo abborrimento pel fetore di quello zolfo e bitume ardente che li soffoca. La bocca è cruciata da ardentissima sete e fame canina: famem patientur ut canes. Il ricco Epulone dal mezzo di que' tormenti alzò uno sguardo, e chiese per somma grazia una piccola goccia d'acqua per temperare l'arsura della sua lingua, e una goccia d'acqua gli fu negata. Onde quegl'infelici arsi dalla sete, divorati dalla fame, tormentati dal fuoco piangono, urlano e si disperano. Oh inferno, inferno, quanto sono infelici quelli che vi cadono! Che dici, o figlio, se avessi a morire in questo momento dove andresti ? Se ora non puoi reggere un dito sopra il lume di una candela, non puoi soffrire una scintilla di fuoco sulla mano senza gridare, come potrai tu stare tra quelle fiamme per tutta un'eternità?
2. Considera, o figlio, il rimorso che proverà la coscienza de' dannati. Penseranno continuamente al motivo per cui si sono perduti, cioè per un piacere, per uno sfogo di passione; questo è quel verme che non muore mai: vermis eorurn non moritur. Penseranno | p. 45 | al tempo che loro fu dato da Dio per rimediare alla loro eterna perdizione, a' buoni esempi de' compagni, a' propositi fatti e non eseguiti, e questo vedranno in un tempo, che sarà senza rimedio. La volontà non avrà mai più niente di quello che vuole, e al contrario patirà tutti i mali. L'intelletto conoscerà il gran bene che ha perduto, cioè il Paradiso. Oh Dio! chi potrà mai resistere a tali tormenti! Mio figlio, che ora non curi di perdere il Paradiso e Dio, conoscerai la tua cecità, quando vedrai tanti tuoi compagni più ignoranti e più poveri di te trionfare e godere nel regno de' Cieli, e tu maledetto da Dio sarai cacciato via da quella patria beata, dal godimento di lui, dalle compagnia della Vergine, degli Angeli e de' Santi. Orsù adunque penitenza; non aspettare che non vi sia più tempo; datti a Dio. Chi sa che non sia questa l'ultima chiamata, a cui se non corrispondi, Iddio ti abbandoni o ti lasci piombare giù in quegli eterni supplizi.
venerdì
Dell'eternità delle pene
Considera, o figlio, che se tu andrai nell'inferno, non uscirai mai più. Là si patiscono tutte le pene e tutte eterne. Passeranno cento anni da che tu sei nell'inferno, ne passeranno mille, e l'inferno allora incomincia: ne passeranno cento mila, certo milioni, mille mi- | p. 46 | lioni d'anni e di secoli, e l'inferno sarà da principio. Se un Angelo portasse la nuova ad un dannato che Iddio lo vuole liberare dall'inferno quando saranno passati tanti milioni di secoli, quante sono le gocce d'acqua, le foglie degli alberi e i granelli di sabbia del mare e della terra, questa nuova porterebbe la più grande consolazione ad un dannato, il quale direbbe: è vero che hanno da passare tanti secoli, avranno però da finire un giorno. Ma passeranno tutti questi secoli e tutti i tempi immaginabili, e l'inferno sarà sempre da capo. Ogni dannato farebbe questo patto con Dio: Signore, accrescete quanto vi piace questa mia pena, fatemi stare in questi tormenti per quanto tempo vorrete, basta che mi diate la speranza che finiranno una volta. Ma no, questo termine non verrà mai. Almeno il povero dannato potesse ingannar se stesso, e lusingarsi con dire: chi sa, forse un giorno Dio avrà pietà di me, e mi caverà da questo baratro! No, il dannato si vedrà sempre in faccia scritta la sentenza della sua eternità infelice. Dunque andrà dicendo: tutte queste pene, questo fuoco, queste grida non hanno più a finire per me? No, gli verrà risposto, no mai più. E dureranno sempre? Sempre, per un'eternità. Sempre, non mai, eternità vedrà scritto su quelle fiamme che cruciano; sempre, non mai, eternità sulla punta delle spade che lo trafiggono; sempre, non mai, | p. 47 | eternità su que' demoni che lo tormentano; sempre, non mai, eternità su quelle porte che non si apriranno mai più. Oh maladetto peccato! che tremendo supplicio prepari a chi ti commette! Ah! mai più, mai più peccati in vita mia.
2. Quello poi che ti deve colmar di spavento è il pensare che quella orrenda fornace sta pure aperta sotto a' tuoi piedi, e che basta un sol peccato mortale a farviti cadere. Che cosa potrai fare, che cosa potrai dire dal mezzo di quelle fiamme, lontano dal tuo Dio, privo per sempre del Paradiso? Volgerai per l'ultima volta lo sguardo al Cielo, e nel colmo della tua desolazione dirai: addio compagni, addio amici, che abitate nel regno della gloria; addio, padre, madre, fratelli, sorelle, voi goderete per sempre, io sarò per sempre tormentato; addio, Angelo Custode, Angeli e Santi tutti del Paradiso, io non vi rivedrò mai più; addio, o Salvatore, addio, o Croce Santa, addio, o sangue sparso invano per me, io non vi rivedrò mai più. In questo momento cesso di essere figlio d'Iddio, e sarò per sempre schiavo dei demoni nell'inferno. Capisci, o figlio, ciò che leggi? Una pena eterna per un sol peccato mortale. Dunque usa ogni mezzo per evitarlo. Se la coscienza ti rimorde dì qualche peccato va presto a confessarti per cominciare una buona vita; pratica ogni mezzo che ti suggerirà il confessore, | p. 48 | fuggi le occasioni pericolose, i cattivi compagni, e se Dio ti chiama anche a lasciare il mondo, arrenditi presto. Ogni cosa che si fa per iscampare da un'eternità di pene è poco, è niente: Nulla nimia securitas ubi periclitatur aeternitas; s. Ber. Oh quanti abbandonarono il mondo, la patria, i parenti, e andarono a confinarsi nelle grotte, ne' deserti vivendo soltanto a pane ed acqua, anzi talvolta a sole radici d'erba, e tutto questo per evitare l'inferno! E tu che fai? dopo tante volte che ti meritasti l'inferno col peccato, che fai? Prostrati a' piedi del tuo Dio e digli: Signore, eccomi pronto a far quello che voi volete; datemi pure ogni male, in questa vita, purché io possa salvare 1'auima mia.
sabato
Del Paradiso
Quanto più spaventa il pensiero e la considerazione dell'inferno, altrettanto consola pensare al Paradiso che ti è preparato. Per fartene un'idea considera una notte serena. Quanto mai fa bel vedere il Cielo con quella moltitudine e varietà di stelle! Aggiugni la vista di un bel giorno, dimodoché la chiarezza del sole non impedisca la chiara vista delle stelle né della luna. Supponi altresì quanto si può ritrovar nel mare, nella terra, ne' paesi, nelle città e nelle corti dei Re e de' Monarchi di tutta la terra. Si aggiunga a | p. 49 | questo ogni squisita bevanda, ogni cibo il più saporito, una musica la più dolce, un'armonia la più soave, tutto questo insieme è un nulla paragonalo all'eccellenza del Paradiso. Oh come è desiderabile e amabile quel luogo ove si godono tutti i beni! Il beato non potrà a meno di non esclamare: io sono sazio della gloria del Signore: Satiabor cum apparuerit gloria tua.
2. Considera poi la gioja che proverà l'anima tua nell'entrare in Paradiso. L'accoglienza e l'incontro de' parenti e degli amici; la nobiltà, la bellezza, la moltitudine de' Cherubini, de' Serafini e di tutti gli Angeli, di tutti i Santi che a milioni a milioni lodano e benedicono il loro Creatore. Il coro degli Apostoli, l'immenso numero de' martiri, de' confessori, delle vergini. Havvi poi una grande moltitudine di giovani, i quali perché conservarono la virtù della purità cantano a Dio un inno che niun altro può imparare. Oh quanto godono in quel regno de' beati! Sono sempre in allegria, senza infermità, senza dispiaceri e senza affanni che turbino la loro allegrezza, il loro contento.
3. Osserva però, o figlio; che tutti i beni considerati sono un nulla paragonati alla grande consolazione che si prova nella vista d'Iddio. Egli consola i beati col suo amorevole sguardo, e sparge nel loro cuore un | p. 50 | mare di delizie. Siccome il sole illumina ed abbellisce tutto il mondo, così Iddio colla sua presenza illumina tutto il Paradiso e riempie que' fortunati abitatori di piaceri inesprimibili. Perciò tutte le schiere degli Angeli e de' Beati cantano gloria a Dio dicendo: Santo, Santo, Santo è il Dio degli eserciti, a cui sia onore e gloria per tutti i secoli. Coraggio adunque, o figlio; ti toccherà patire qualche cosa in questo mondo, ma non importa, il premio che avrai in Paradiso compensa infinitamente tutto quello che avrai a patire nella vita presente. Che grande consolazione sarà la tua quando ti troverai in Cielo in compagnia de' parenti, degli amici, de' Santi, de' Beati e dirai: io sarò sempre col Signore: Semper cum Domino erimus. Allora sì che benedirai quel momento in cui lasciasti il peccato, benedirai il momento in cui facesti quella buona confessione, frequentasti i sacramenti; benedirai quel giorno in cui lasciando i tuoi compagni ti desti alla virtù: e tutto pieno di gratitudine ti volgerai al tuo Dio, a cui canterai lode e gloria per tutti i secoli de' secoli. Così sia.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 51-54.
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divozione
A MARIA SANTISSIMA
Un sostegno grande per voi, miei figliuoli, è la divozione a Maria Santissima. Ascoltate come ella v'invita: Si quis est parvulus veniat ad me. Chi è fanciullo venga a me. Ella vi assicura, che se sarete suoi divoti oltre a colmarvi di benedizioni in questo mondo, avrete il Paradiso nell'altra vita. Qui elucidant me vitam aeternam habebunt. Siate adunque intimamente persuasi, che tutte le grazie, le quali voi chiederete a questa buona Madre, vi saranno concedute, purché non imploriate cosa che torni a vostro danno.
Tre grazie in modo particolare le dovrete instantemente chiedere, le quali sono di assoluto bisogno a tutti, ma specialmente a voi che vi trovate in giovanile età.
La prima è quella di non commettere mai peccato mortale in vita vostra. Questa grazia voglio che pretendiate a qualunque costo dall'intercessione di Maria, perché ogni grazia sarebbe poco senza questa.
Sapete che cosa dir voglia cadere in peccato mortale? Vuol dire rinunziare all'essere figliuoli di Dio, per farci figli di Satanasso. Vuol dire perdere quella bellezza che ci rende belli come Angioli agli occhi d'Iddio e diventare deformi al suo cospetto come i demoni. | p. 52 | Vuol dire perdere tutti i meriti già acquistati per la vita eterna; vuol dire restare sospesi per un filo sottilissimo sopra la bocca dell'inferno; vuol dire ingiuriare enormemente una bontà infinita, che è il male più grande che si possa immaginare. Ah! sì per molte grazie che vi ottenga Maria vi otterrebbe poco non ottenendovi quella di non cadere mai e mai più in peccato mortale. Questa grazia dovete implorare mattina e sera e in tutti i vostri esercizi di pietà.
La seconda grazia che chieder dovrete è di conservare la santa e preziosa virtù della purità. Se voi custodirete una virtù così bella, avrete la più grande somiglianza cogli Angioli del Paradiso, e il vostro Angelo custode vi terrà per fratelli, sicché goderà moltissimo della vostra compagnia.
Siccome poi mi sta molto a cuore che voi tutti conserviate questa virtù, così io vi accenno alcuni mezzi onde preservarla da quel veleno che la potrebbe contaminare. Prima di tutto fuggite la compagnia delle persone di sesso diverso. Capite bene: io voglio dire che i giovani non devono mai contrarre alcuna famigliarità con figliuole; del resto questa bella virtù si trova in gran pericolo.
Una cosa la quale giova anche moltissimo alla conservazione della medesima si è la custodia de' sensi e particolarmente degli occhi. Dovete perciò guardarvi da ogni eccesso nel | p. 53 | mangiare e nel bere, da' teatri, da' balli e da simili divertimenti che sono rovina de' costumi. Gli occhi poi sono le finestre per cui il peccato si fa strada nel nostro cuore, e per cui il demonio viene a prendere possesso dell'anima nostra. Onde non fermatevi mai a rimirare cose le quali siano anche poco contrarie alla modestia. S. Luigi Gonzaga non voleva nemmeno che gli fossero veduti i piedi nel porsi a letto o nel levarsi. Non si permetteva di fissar in volto la propria madre. Stette per due anni colla regina di Spagna in qualità di paggio d'onore, e non la rimirò mai in faccia.
Un altro giovinetto interrogato perché fosse così cauto negli sguardi, diede questa risposta: Ho risoluto di non guardare sembiante di donna per serbare gli occhi miei a mirare la prima volta (se non ne sarò indegno) il bellissimo volto della Madre di purità Maria Santissima.
In secondo luogo fuggite la compagnia di que' giovanetti che fanno cattivi discorsi, cioè che fanno certi discorsi i quali non si farebbero alla presenza de' vostri genitori o di qualche persona dabbene. State lontani da questi tali quand'anche fossero vostri parenti. Posso accertarvi che la compagnia di un demonio non porterebbe talvolta un danno uguale a quello che porta la compagnia di costoro.
Quindi nasce la necessità della terza grazia elle vi ajuterà anche moltissimo a con- | p. 54 | servare la virtù della purità, ed è quella appunto di fuggire i cattivi compagni. Felici voi, o miei cari figliuoli, se fuggirete la compagnia de' malvagi! Così facendo sarete sicuri di camminare per la via del Paradiso; altramente correte gravissimo rischio di perdervi in eterno. Perciò quando udirete compagni proferire bestemmie, disprezzare le cose di religione, oppure cercar di allontanarvi dalle cose di Chiesa, peggio ancora dir parole anche poco contrario alla virtù della modestia, come la peste fuggiteli, tenendo per certo che quanto più puri saranno i vostri sguardi, i vostri discorsi, altrettanto Maria si compiacerà di voi, e maggiori grazie vi otterrà dal suo Figlio e nostro Redentore Gesù Cristo.
Queste sono le tre grazie più d'ogni altra necessarie alla vostra età, e bastanti a farvi tenere sin da giovani quella strada, che vi renderà uomini onorati nell'età avanzata, pegno sicuro di una gloria eterna, che Maria procurerà indubitatamente a' suoi divoti.
Quale ossequio offerirete voi a Maria per ottenere le grazie accennate? Poche cose bastano. Chi può reciti il suo Rosario, ma non dimentichi mai ogni giorno di recitare tre Ave e tre Gloria Patri colla giaculatoria: Cara Madre Vergine Maria, fate ch'io salvi l'anima mia.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 55-73.
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LE SEI DOMENICHE
e la novena
DI S. LUIGI GONZAGA
S. Luigi Gonzaga viene proposto ad esemplare d'innocenza e di virtù a tutti, ma specialmente alla gioventù, in favor della quale già impetrò mollissime grazie dal Signore.
I Romani Pontefici a fine di accrescere il culto di questo gran Santo a vantaggio spirituale de' cristiani concederono indulgenza plenaria a tutti quelli che pentiti e comunicati avranno santificato sei Domeniche continue precedenti alla festa del Santo, od altre nel corso dell'anno con pie opere ed orazioni ad onore del Santo medesimo e a gloria d'Iddio. Tale indulgenza si può lucrare per ciascheduna delle Domeniche suddette. Affinché tutti siate in grado di avere le opere e le orazioni da praticarsi furono disposti qui per ogni giorno quegli esercizi che potranno servire a celebrare le Domeniche e la novena di questo Santo, e partecipare di quelle grazie e di que' favori che tuttodì ottiene a' suoi divoti.
DOMENICA PRIMA
Per la novena
giorno primo
S. Luigi piange i suoi peccati
Quantunque si possa dire che s. Luigi non abbia mai commesso peccato, tuttavia pianse amaramente ciò che egli riputava colpa; ed era, che in età di quattro in cinque anni trovandosi tra soldati tolse un po' di polvere da fuoco per isparare un pezzetto di artiglieria, o proferì altra volta alcune parole men dicevoli udite da' soldati medesimi, ma da lui non capite. Pure su queste due colpe pianse per tutta la vita, e la prima volta che se ne confessò fu sorpreso da un pianto, da un affanno, da uno sfinimento sì forte, che cadde svenuto appiè del confessore; né in quel giorno fu possibile di proseguire la confessione, e negli anni appresso non se ne ricordava senza lagrime amarissime.
Qual rossore per noi che abbiamo commesso tanti e tanto gravi peccati, eppure ce ne ridiamo senza dare alcun segno di pentimento? Ah! se si considerasse che un sol peccato mortale oltraggia un Dio, infinita bontà, ci fa perdere un Paradiso che contiene tutti i beni, ci rende meritevoli dell'inferno, ove si contengono tutti i mali, chi potrebbe a tale considerazione trattenere le lagrime? | p. 57 | Questo è apponto quello che faceva piangere s. Luigi.
Giaculatoria
Amabile mio avvocato, voi che aveste sì poco da piangere e tuttavia piangeste a lagrime sì amare e continue, fate che io pianga le mie colpe e le detesti, onde ottenerne da, Dio il perdono.
Pratica
Se trovate la vostra coscienza rea di qualche peccato, chiedetene perdono di cuore al Signore con promessa di confessarvene al più presto possibile.
Preghiera
Luigi santo, di angelici costumi adorno, io indegno vostro divoto umilmente prostrato dinanzi a voi, adoro quella maestà infinita che vi elevò a tanta gloria; benedico mille volte la SS. Trinità che vi concedè un'innocenza così illibata e vi adornò di tante eroiche virtù. Deh! per tanti doni sovrumani, per quell'innocenza e penitenza, per quell'amore che portaste a Dio in terra, vi prego umilmente a volermi oggi ricevere fra' vostri divoti, e ottenermi una vera contrizione de' miei peccali, una purità di cuore lontana da ogni colpa ed offesa dei mio Dio. Vi supplico di essere il mio protettore in ogni azione in vita e specialmente in punto di morte, quando avrò maggior bisogno del vostro patrocinio. E voi, grande Regina del Cielo, Maria che | p. 58 | cotanto amaste e favoriste Luigi mentre viveva in terra, rendete efficaci queste mie preghiere, esauditele voi; non per mio merito, ma pel merito del vostro Luigi, e pel vostro materno amore. Fate, o cara Madre, che io possa imitare Luigi in vita, e dopo una santa morte essere partecipe di quella felicità, che in compagnia de' beati si gode per tutti i secoli de' secoli. Così sia.
Sei Pater, sei Ave, e sei Gloria etc.
DOMENICA SECONDA
giorno secondo
Penitenze' di s. Luigi
Benché la vita di s. Luigi sia un complesso delle virtù più pure e sante, tuttavia vi univa le più rigide penitenze. Ancor fanciullo macerava le innocenti sue carni con assidui digiuni. Tutto il suo cibo giunse a restringersi al peso di un'oncia. Flagellavasi a sangue; metteva sotto le lenzuola pezzetti di legno per tormentarsi anche nel sonno; sotto le vesti nascondeva speroni da cavallo perché non aveva cilici; cercava il maggior suo scomodo nello stare, nel sedere, nel camminare. Anzi andò tant'oltre l'ardore di penitenza in Luigi, che essendo moribondo chiese con lagrime al suo superiore di essere in quell'ora estrema senza compassione flagellato da capo a' piedi, il che non ottenuto, supplicò di esse- | p. 59 | re almeno gettato sulla nuda terra, e così morire da vero penitente per amore di Chi era morto per lui sopra un duro legno di croce.
Se Luigi principe delicato, di sanità cagionevole, puro ed innocente faceva tante penitenze, quale confusione ciò non sarà mai per que' giovani, i quali cercano mille pretesti per fuggire ogni occasione di patire qualche cosa per amore di quel Dio che tanto patì per noi!
Giaculatoria
Glorioso s. Luigi, intercedetemi un vivo desiderio di far penitenza per cancellare la moltitudine de' miei peccati, affinché non abbia poi a piangerli inutilmente nell'altra vita tra le pene eterne dell'inferno.
Pratica
Non differite le penitenze alla vecchiaja, quando le forze non più la comportano. A chi vi dice che non conviene usar tanto rigore contro del nostro corpo, rispondete: chi non vuol patire con Gesù Cristo non potrà godere con Gesù Cristo.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
DOMENICA TERZA
giorno terzo
S. Luigi esemplare nella virtù della purità
Ogni virtù da s. Luigi fu portata a un grado molto eminente, ma più di tutte risplendè | p. 60 | la virtù della purità. Veniva ordinariamente chiamato col nome di Angioletto o di Angelo in carne o giovane Angelico. Qualora in qualche conversazione si facessero discorsi men puri, al sopraggiugnere di Luigi niuno ardiva di proseguirli, stimando di fare un'offesa alla sua modestia, al suo candore. Convien però notare che Luigi per conservar una virtù sì bella custodiva gelosamente tutti i suoi sensi e specialmente gli occhi. Per più anni dovendo ogni dì ritrovarsi coll'Imperatrice d'Austria qual paggio d'onore, non la mirò mai in faccia. Anzi colla propria madre stava sempre cogli occhi bassi, onde, diceva di non sapere qual colore ella avesse. Una volta invitato al ballo fuggì sbigottito e si pose segretamente in una stanza a pregare, e a flagellarsi a sangue. Aveva solo dieci anni, quando conosciuto il gran pregio di questa virtù, la offerì con voto alla Regina de' vergini Maria Santissima, la quale gradì per modo tal voto, che s. Luigi non provò mai tentazione contro a questa virtù, ed ebbe la gloria di portar nell'altra vita senza macchia la stola dell'innocenza battesimale.
Giovani miei, se volete voi altresì conservare questa virtù tanto piacevole a Dio, alla Beata Vergine ed agli Angioli tutti, prendete anche voi per protettrice della vostra purità Maria Santissima. Oh quanto mai ella ama ed accoglie le anime pure e caste più delle altre! | p. 61 | Quante grazie loro concede! Però questa virtù non si potrà giammai conservare senza fuggire i discorsi disonesti e i cattivi compagni, e custodire i sensi del corpo e specialmente gli occhi.
Giaculatoria
Fate, o s. Luigi , che io fugga qual peste tutti que' compagni i quali co' loro pestiferi discorsi cercano la rovina dell'anima mia.
Pratica
Stabilite oggi di non voler mai più riguardare oggetti pericolosi o parlar di cose contrarie alla virtù di cui abbiamo parlato.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
DOMENICA QUARTA
giorno quarto
S. Luigi staccato da' beni della terra
Niun bene terreno fu in istima a s. Luigi, se non come cosa da nulla. Compativa i ricchi ed i grandi del mondo, che si perdono dietro a beni sì vili e caduchi, e che sovente per un po' di danaro e per un palmo di terreno perdono la loro eterna felicità. Disprezzava ogni rispetto umano, e sebbene più volte deriso e burlato, tuttavia egli non cessava mai di comparire umilmente vestito anche ne' luoghi di comparsa. Lasciava che ognuno parlasse a suo talento, ed egli modesto in casa, | p. 62 | per le contrade e specialmente in Chiesa aveva solo a cuore la frequenza de' Sacramenti e tutte quelle cose che riguardavano l'onor di Dio. Ma siccome egli era in mezzo alle grandezze, epperciò il suo cuore in pericolo di affezionarsi a' beni terreni; così egli abbandonò il principato, i parenti, gli amici, e dopo moltissimi contrasti da parte degli amatori del mondo si fece religioso nella Compagnia di Gesù, dove pervenne al più alto grado di cristiana perfezione.
Se vogliamo anche noi distaccare il nostro cuore dalle cose di questo mondo ed affezionarci alle cose di Dio cominciamo dal disprezzare i beni terreni che c'impediscono e stimare solo quelle cose che giovano per condurci alla beata eternità dicendo come diceva s. Luigi: ciò che non è eterno è un nulla: Quod aeternum non est nihil est. Questo si otterrà facilmente se dispregiando ogni rispetto umano attenderemo alle cose che riguardano all'onor d'Iddio e specialmente alla frequenza de' Sacramenti della confessione e comunione, che sono i due mezzi più efficaci per vincere, i rispetti umani, staccare il nostro cuore dalle cose terrene e innamorarlo delle celesti.
Giaculatoria
Amabilissimo s. Luigi, per quella stretta unione che voi aveste con Dio fate, che il mio cuore per l'avvenire non pensi più ad | p. 63 | altro se non alle cose del cielo, ed abbia sempre a vile quelle della terra.
Pratica
Risolviamo oggi di voler frequentare per quanto ci è possibile i Sacramenti della confessione e della comunione.
Preghiera. Luigi santo, ecc. pag. 57.
DOMENICA QUINTA
giorno quinto
Carità di s. Luigi verso del prossimo
L'amore verso del nostro prossimo è la misura dell'amor di Dio. S. Luigi non solo aveva viscere di carità verso del prossimo; ma sapeva maravigliosamente sopportarne i difetti. Fin da fanciullo era sì paziente agl'insulti, agli oltraggi, alle villanie de' compagni, che ben lontano dal mostrarsi offeso gioiva e vedevasi tutto allegro, e chi più lo disprezzava, più da lui era amato. Quando poi udiva trovarsi qualche poverello alla porta egli subito lo andava a vedere, e tutto allegro correva dalla Marchesa sua madre per chiederle qualche cosa, ed ottenutola, voleva andarla a riporre egli stesso nella mano del mendico. Questa carità era molto più ardente per li bisogni dell'anima. Ancora secolare portavasi nelle chiese ad insegnare il catechismo agl'ignoranti, ne correggeva i costumi, e studiavasi di acquetarli nelle risse e nelle discordie. | p. 64 | Fattosi religioso scorreva per la città di Roma onde istruire i mendici; quindi li menava seco da qualche confessore affinché fossero assolti dalle loro colpe e rimessi in grazia d'Iddio. Desiderando di giovar maggiormente al prossimo col dare la propria vita, questo fece ancora; imperciocché in una pestilenza avvenuta in Roma ottenne di servire agli appestati, e dove più erano schifosi gl'infetti più volentieri Luigi prestava il suo ministero. Si metteva le tasche in collo, camminava per la città accattando limosina di porta in porla, indi se ne ritornava all'ospedale per sovvenire quei miserabili, prestando loro ogni più basso servigio. Ma non andò molto che il Signore appagò i voti di Luigi, e permise che egli stesso fosse attaccato da quel morbo contagioso, che il venne lentamente consumando, e infine lo tolse di vita.
Anche noi, o giovani cari, possiamo imitare s. Luigi nelle opere di carità, nel sopportare i difetti de' nostri compagni e perdonar loro quando siamo oltraggiati; ma questa carità è assai più grande se procureremo d'insegnare loro le cose necessarie per la eterna salvezza, o almeno condurli in quei luoghi dove ne possono essere instrutti. Quante anime possiamo levare dal sentiero della perdizione e rimetterle in quella strada che le conduce a salvamento; ed allora quali grazie da Dio ci otterrà s. Luigi!
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Giaculatoria
Amabilissimo s. Luigi, infiammate il mio cuore del vero amor del prossimo , onde cresca sempre in me 1'amor d'Iddio.
Pratica
Fate ogni vostro possibile per dare buon esempio e condur qualche vostro compagno a sentire la parola d'Iddio, ed a ricevere il Sacramento della Confessione.
Preghiera
Luigi santo, ecc., pag. 57.
DOMENICA SESTA
giorno sesto
Amor di S. Luigi verso Dio
S. Luigi nell'amor verso Dio fu un Serafino. Tanto ne era acceso, che al pensare o udir parlare delle cose del Signore quasi cadeva di sfinimento. Era poi singolare il suo amore per Gesù Crocifisso. Ogni volta che veniva da altri disprezzato, oppure pativa dolor di testa o altro incomodo di sanità erane lietissimo, e bramava patir di più pel suo Signore. Quale fu poi la tenerezza di Luigi per Gesù Sacramentato! Passava più ore al giorno avanti l'Altare del Sacramento. Impiegava tre giorni a prepararsi alla comunione, tre giorni appresso per farne il ringraziamento. Nel ricevere poi l'Ostia santa discioglievasi in tali | p. 66 | lagrime e deliqui, che spesso non aveva più forze a rizzarsi da terra.
Da quale cosa deriva mai che noi proviamo sì poco gusto per le cose spirituali? Questo avviene dall'essere il nostro cuore poco innamorato di Gesù Crocifisso, e dall'accostarci troppo di rado alla SS. Comunione o dall'accostarvici indegnamente; perché è impossibile 1'avvicinarci a queste due inesauste fornaci dell'amore d'Iddio, senza sentirci infiammati e provarne conforto e contento. Accostiamoci per l'avvenire con cuore acceso di viva carità e di atti ferventi di fede, di speranza e di dolore; e allora proveremo anche noi quelle delizie e quelle contentezze che provava s. Luigi.
Giaculatoria
O gran Serafino d'amore, infiammate il cuor mio del vero amor Divino, sicché per l'avvenire altro più non voglia che amare Dio, e a lui solo servire.
Pratica
Procurate di recitare le preghiere del mattino e della sera avanti l'immagine di Gesù Crocifisso, e baciatelo spesso. I sommi Pontefici concedettero molte indulgenze a chi bacia il Crocifisso.
Quando potete andate a far qualche visita a Gesù Sacramentato, specialmente dove è esposto per l'adorazione dello quarantore.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
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TRE CONSIDERAZIONI
Che vogliono a compiere l'esercizio de' nove
giorni per la novena di s. Luigi
settimo giorno
S. Luigi si diede per tempo a Dio
Per lo più non si conosce il pregio della Divina grazia se non quando si è perduta; e molti rimediano al passato col piangere i trascorsi che hanno commesso. Di Luigi non fu così. Appena poté conoscere Iddio, subito cominciò ad amarlo; le prime sue voci furono i dolci nomi di Gesù e di Maria; le prime inclinazioni furono per la pietà, i primi trattenimenti furono esercizi di sincera divozione; il qual tenore di vita prosegui finché visse. Questo mio figliuolo, testificò sua madre, fu sempre un angiolino. Da sette anni di età fino alla morte sempre tenne una vita santa, una vita angelica e vera idea di perfetta santità.
Quanto mai piace al Signore l'essere servito singolarmente in tempo di gioventù. Questo conobbe s. Luigi; e il Signore lo colmò di tante grazie, che divenne un gran Santo. Se s. Luigi avesse aspettato sino all'età avanzata a darsi a Dio non sarebbe senza dubbio divenuto sì gran Santo, giacché egli morì molto giovane, e può essere che nemmen si fosse salvato.
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Perché dunque non consacrare al Signore questo tempo di nostra gioventù, che tanto gradisce? Perché differire di giorno in giorno ad abbandonare il peccato e cominciar una vita da fedele Cristiano? Tutti quelli che ora si trovano nell'inferno avevano volontà di darsi poi una volta a Dio, ma la morte li prevenne, e adesso sono perduti per sempre; e fra quelle fiamme vanno gridando: noi insensati l'abbiamo sbagliata: nos insensati erravimus.
Giaculatoria
Fate, o glorioso s. Luigi. che io pianga il tempo perduto, e che quello che il Signore mi concederà tutto possa per lui impiegare.
Pratica
Fuggite i cattivi compagni, che sono la cagione funesta di tanto tempo perduto, e cominciate oggi una vita nuova che piaccia al Signore.
Preghiera
Luigi santo, ecc., pag. 57.
ottavo giorno
S. Luigi modello nella Preghiera
Questi doni e queste virtù sublimi, di cui era adorno s. Luigi, bisogna dirli anche frutto delle sue preghiere. Illuminato egli da Dio sapeva che quanto gli dimandiamo per l'anima nostra ci viene conceduto: petite et accipietis.
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Appena poté articolare qualche parola di divozione suggerita dalla pia sua madre, ne rimase altamente affezionato. A quattro anni si assentava dalla presenza altrui e, fatto cercare dalla madre, veniva travato in qualche nascondiglio, ove a terra genuflesso, colle sue manine giunte dinanzi al petto fervorosamente pregava; e quantunque forte chiamato, con difficoltà poteva udire ciò che da lui si voleva, tanto era il diletto che provava in trattenersi con Dio. Questo tenor di vita col crescere degli anni divenne sempre più perfetto, e arrivò ad ottenere qual privilegio di non essere più distratto nelle sue orazioni. Anzi bisognava che si facesse grande violenza per cessare dalla preghiera. Con questo mezzo giunse a quel sublime grado di santità che si può quasi dire senza esempio.
Procuriamo anche noi di acquistare questo spirito di preghiera. In ogni nostro bisogno, nelle tribolazioni, nelle disgrazie, nell'intraprendere qualche azione difficile non tralasciamo mai di ricorrere a Dio. Ma soprattutto ne' bisogni dell'anima ricorriamo a lui con fiducia, e saremo sicuri di essere esauditi. Preghiamo altresì il Signore che ci faccia conoscere in quale stato Egli voglia essere servito da noi, affinché possiamo spender bene quel tempo che egli pose in nostro potere, e da cui dipende la nostra eterna salvezza.
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Giaculatoria
Ottenetemi, o glorioso s. Luigi, una scintilla del vostro fervore, e fate che sempre cresca in me lo spirito di preghiera e di divozione.
Pratica
Esaminate come vi regolaste pel passato nella preghiera, e procurate d'infervorarvi sempre più, massimamente col recitare lungo il giorno qualche giaculatoria a Dio e al vostro avvocato s. Luigi.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
nono giorno
Preziosa morte di s. Luigi
Le cose che ci possono turbare in punto di morte sono specialmente i peccati della vita passata e il timore de' castighi divini per l'altra vita. San Luigi niente di ciò aveva a temere; la sua vita era stata un continuo pensare alla morte, e la considerava come unico mezzo per finire l'esilio di questo mondo, e andare al possesso di que' beni celesti che tanto desiderava. Tanti digiuni, così rigide mortificazioni, le austerità, le continue meditazioni e preghiere, in somma la vita veramente angelica che aveva tenuto, quale cosa gli avranno fritto temere? Egli è perciò che all'avviso di morire cantò il Te Deum, e pien di allegrezza andava ripetendo: oh che gioia, ce ne andiamo: Laetantes imus. Riseppe | p. 71 | da Dio l'istante di sua morte, e dopo goduta la gloria del paradiso nell'estasi di una notte che a lui parve un momento, promettendo a tutti gli astanti che avrebbe eseguito le loro commissioni con Dio, con Maria, cogli altri Santi, nel bacio di Gesù Crocifisso placidamente spirò. Che bel morire!
Ci piace senza dubbio la morte preziosa di s. Luigi. Se la vogliamo sarà tale per noi. Ma badiamo che al punto di morte si raccoglie quello che seminato abbiamo nel corso di nostra vita. Se abbiamo fatto opere buone, beati noi, la morte ci riuscirà di contento, il paradiso sarà, aperto per noi; al contrario guai a noi; rimorsi di coscienza nel punto di morte; un inferno aperto che ci aspetta: quae seminaverit homo haec et metet.
Giaculatoria
Ottenetemi, o glorioso s. Luigi, di poter condurre una vita buona per fare una morte santa.
Pratica
Pensate ogni sera se doveste morire in quella notte quale sarebbe la vostra morte.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
FESTA DI S. LUIGI
La gloria di s. Luigi in Cielo
La gloria di cui un'anima è coronata in Paradiso si misura specialmente da questi tre punti: dall'innocenza della vita, dalla penitenza e dalla carità. Queste virtù furono in s. Luigi luminosissime. Non iscorgesi in tutta sua vita una colpa che si possa dire certamente veniale. Appena acquistò l'uso di ragione si rivolse di tutto cuore a Dio per amarlo. All'innocenza accoppiò rigorosissima penitenza. Ora se in Cielo si tiene conto di un bicchiere di acqua dato per Dio, che sarà di tanto sangue che Luigi sparse ancora fanciullo flagellandosi più volte al giorno da rimanere gli abiti insanguinati? Che diremo del levarsi di notte a pregare genuflesso sul gelido terreno agghiacciandosi al freddo? Che de' digiuni sì austeri? Che di tante invenzioni di flagelli, con cui macerò le sue carni innocenti? Tutto questo quale gloria avrà meritato a s. Luigi in Cielo! La sua carità verso Dio e verso del prossimo era così intensa, che tutto il viver suo dal primo uso di ragione fino alla morte fu un continuo esercizio di carità verso il prossimo e d'amor verso Dio. Onde non è maraviglia che santa Maddalena de' Pazzi, la quale rapita a contemplare la felicità de' beati vide la gloria di s. Luigi, abbia esclamato che se veduto non | p. 73 | avesse, non avrebbe mai creduto essere tanta gloria in Paradiso, quanto quella di cui era adorno s. Luigi.
Ecco, o giovani miei, a che conduce una vita buona e virtuosa, ad una beata eternità di delizie, ad una gloria incomprensibile, dove contempleremo Iddio a faccia a faccia, lo loderemo, lo benediremo insieme con Maria, cogli Angeli e con tutti i beati per tutti i secoli. Coraggio adunque cominciamo per tempo a lavorar pel Signore, ci tocca patire qualche cosa in questo' mondo, ma sarà poi eterno il premio che avremo nell'altro.
Giaculatoria
Pietosissimo s. Luigi, fatemi santo, e rendetemi un dì partecipe della vostra gloria in Paradiso.
Pratica
Offerite al santo tutti gli esercizi di pietà di questo giorno per ottenere il dono della perseveranza.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
| p. 72 |
FESTA DI S. LUIGI
La gloria di s. Luigi in Cielo
La gloria di cui un'anima è coronata in Paradiso si misura specialmente da questi tre punti: dall'innocenza della vita, dalla penitenza e dalla carità. Queste virtù furono in s. Luigi luminosissime. Non iscorgesi in tutta sua vita una colpa che si possa dire certamente veniale. Appena acquistò l'uso di ragione si rivolse di tutto cuore a Dio per amarlo. All'innocenza accoppiò rigorosissima penitenza. Ora se in Cielo si tiene conto di un bicchiere di acqua dato per Dio, che sarà di tanto sangue che Luigi sparse ancora fanciullo flagellandosi più volte al giorno da rimanere gli abiti insanguinati? Che diremo del levarsi di notte a pregare genuflesso sul gelido terreno agghiacciandosi al freddo? Che de' digiuni sì austeri? Che di tante invenzioni di flagelli, con cui macerò le sue carni innocenti? Tutto questo quale gloria avrà meritato a s. Luigi in Cielo! La sua carità verso Dio e verso del prossimo era così intensa, che tutto il viver suo dal primo uso di ragione fino alla morte fu un continuo esercizio di carità verso il prossimo e d'amor verso Dio. Onde non è maraviglia che santa Maddalena de' Pazzi, la quale rapita a contemplare la felicità de' beati vide la gloria di s. Luigi, abbia esclamato che se veduto non | p. 73 | avesse, non avrebbe mai creduto essere tanta gloria in Paradiso, quanto quella di cui era adorno s. Luigi.
Ecco, o giovani miei, a che conduce una vita buona e virtuosa, ad una beata eternità di delizie, ad una gloria incomprensibile, dove contempleremo Iddio a faccia a faccia, lo loderemo, lo benediremo insieme con Maria, cogli Angeli e con tutti i beati per tutti i secoli. Coraggio adunque cominciamo per tempo a lavorar pel Signore, ci tocca patire qualche cosa in questo' mondo, ma sarà poi eterno il premio che avremo nell'altro.
Giaculatoria
Pietosissimo s. Luigi, fatemi santo, e rendetemi un dì partecipe della vostra gloria in Paradiso.
Pratica
Offerite al santo tutti gli esercizi di pietà di questo giorno per ottenere il dono della perseveranza.
Preghiera
Luigi santo, ecc. pag. 57.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 76-84.
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PARTE SECONDA
Esercizi particolari di cristiana pietà
Preghiere del mattino e della sera
Un buon figliuolo appena svegliato deve fare il segno della s. Croce, indi offerire il suo cuore a Dio dicendo: Gesù; Giuseppe e Maria vi dono il mio cuore e l'anima mia. Di poi alzarsi da letto e vestirsi colla massima modestia. S. Luigi Gonzaga voleva nemmeno che gli vedessero nudi i piedi, perché giudicava la verecondia come un limpido specchio il quale anche ad un soffio solo si appanna.
Mentre vi vestite potete dire: Angelo del Signore, che siete mio custode per ordine della sua pietosa provvidenza, custoditemi in questo giorno, illuminate il mio intelletto, | p. 77 | reggete i miei affetti, governate i miei sentimenti, acciocché io non offenda il mio Signore Iddio. Così sia. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, siccome sempre fu, è, sarà per tutti i secoli. Così sia. Dicendo questa preghiera si guadagnano molte indulgenze.
Subito vestito vi porrete ginocchioni avanti l'immagine di Gesù crocifisso o della B. Vergine, indi reciterete le seguenti preghiere:
Nel nome del Padre, e del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia.
Signor mio, Dio mio, io vi dono tutto il mio cuore.
Vi adoro, e vi amo con tutto il cuore; vi ringrazio di avermi creato, fatto Cristiano, e conservato in questa notte. Vi offerisco tutte le mie azioni, e vi prego di darmi grazia di non offendervi mai, principalmente in questo giorno.
Padre nostro, che sei ne' cieli, sia santificato il nome tuo, venga il regno tuo, sia fatta la volontà tua come in cielo, così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi il rimettiamo a' nostri debitori, e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Così sia.
Dio ti salvi, o Maria, piena di grazia, il Signore è teco, tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del ventre tuo Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi pec- | p. 78 | catori adesso e nell'ora della morte nostra. Così sia.
Io credo in Dio Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra. Ed in Gesù Cristo suo Figliuolo unico Signor nostro: il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque di Maria Vergine: patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso morto e sepolto: discese agl'inferni, il terzo giorno risuscitò da morte: sali al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente: di là ha da venire a giudicare i vivi ed i morti. Credo nello Spirito Santo la Santa Chiesa Cattolica: la Comunione dei Santi: la remissione de' peccati: la risurrezione della carne: la vita eterna. Così è.
Dio ti salvi, o Regina, Madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra. A te ricorriamo noi miseri figliuoli di Eva, a te sospiriamo gemendo e piangendo in questa valle di lagrime. Su adunque, o Avvocata nostra, degnati di volgere verso di noi i tuoi occhi misericordiosi, e mostraci dopo questo esilio Gesù benedetto frutto del tuo seno. Madre di clemenza, di pietà, di dolcezza, o Vergine Maria.
1 Comandamenti di Dio sono dieci:
1. Io sono il Signore Iddio tuo, non avrai altro Dio avanti di me.
2. Non nominare il nome di Dio in vano.
3. Ricordati di santificare le feste.
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4. onora il padre e la madre, acciocché tu vivi lungo tempo sopra la terra.
5. Non ammazzare.
6. Non fornicare.
7. Non rubare.
8. Non dire il falso testimonio.
9. Non desiderare la donna d'altri.
10. Non desiderare la roba d'altri.
I comandamenti della s. Chiesa sono cinque:
1. Udire la messa intera tutte le Domeniche e le altre feste comandate.
2. Digiunare la Quaresima, le quattro tempora ed altre vigilie comandate, e non mangiar carne il venerdì e il sabbato.
3. Confessarsi almeno una volta l'anno, e comunicarsi alla Pasqua.
4. Non celebrare le nozze ne' tempi proibiti.
5. Pagar le decime secondo l'usanza.
Atto di Fede
Credo fermamente, che vi è Dio, il quale premia i buoni e castiga i cattivi. Credo, che in Dio vi sono tre persone realmente distinte, Padre, Figliuolo e Spirito Santo. Credo, che il Figliuol di Dio si è fatto uomo nel seno purissimo di Maria Vergine per opera dello Spirito Santo: come uomo è morto sulla croce per i nostri peccati, ed il terzo dì risuscitò. Credo queste e tutte le altre verità della nostra Santa Fede, perché Dio somma | p. 80 | mente verace le ha rivelate alla Santa Chiesa, e per mezzo della Santa Chiesa le insegna a noi.
Atto di Speranza
Mio Dio, perché siete onnipotente, misericordioso e fedele, spero, che mi darete il perdono de' miei peccati, la grazia di vivere e morir bene, ed il Paradiso, che mi avete promesso per li meriti di Gesù Cristo, facendo io opere da buon Cristiano, come propongo di fare col vostro santo ajuto.
Atto di Carità
Dio mio, vi amo sopra ogni cosa, vi amo per li beni, che ho ricevuto da voi, vi amo per quelli che spero di ricevere; ma vi amo principalmente, perché siete Dio d'infinita bontà, epperciò degno per voi medesimo di essere amato sopra tutte le cose, ed amo il prossimo come me stesso per amor vostro.
Atto di Contrizione
Misericordia, Signore, mi pento, mi dolgo con tutto il cuore di avervi offeso, mi pento non solo per li beni, che ho perduto, e per i mali, che ho meritato peccando, ma mi pento principalmente perché ho offeso un Dio sì buono e sì grande come siete Voi. Vorrei prima esser morto che avervi offeso. E propongo fermamente colla vostra grazia di | p. 81 | non offendervi mai più, perché vi amo sopra ogni cosa. Gesù mio, misericordia.
Il regnante Pio IX concede l'indulgenza di cento giorni ogni volta che si dice: Gesù mio, misericordia.
Pel decorso del giorno: Vergine Maria, Madre di Gesù, s. Luigi Gonzaga, fatemi santo. Finite le preghiere portatevi da' vostri genitori per intendere i loro ordini, e non intraprendete cosa alcuna senza il loro consenso.
Alla sera reciterete la terza parte dei Rosario (se non l'avete ancora recitata lungo il giorno) in compagnia de' vostri fratelli e delle vostre sorelle, ma divotamente, né troppo in fretta, senza appoggiarvi incivilmente sulla tavola o sugli scagni. Qualora vi manchi il tempo per la recitazione del Rosario, dite almeno tre Ave Maria ec. per ottenere il patrocinio di Lei. Direte poi le stesse preghiere del mattino aggiugnendo questa breve preghiera a s. Luigi Gonzaga: Glorioso s. Luigi, io vi supplico umilmente di ricevermi sotto la vostra protezione e di ottenermi dal Signore l'aiuto di praticare le vostre virtù in vita per fare una santa morte ed essere un dì partecipe della vostra gloria in Paradiso. Così sia. Pater, Ave e Gloria.
Formatevi alcuni istanti a considerare lo stato di vostra coscienza, e se vi trovate reo di | p. 82 | qualche peccato, fate di cuore un atto di contrizione promettendo di confessarvene al più presto possibile. Mentre vi spogliate immaginatevi di vedere i carnefici a levar con violenza le vesti di dosso a Gesù Cristo per flagellarlo. Appena coricato direte:
Gesù, Giuseppe e Maria vi dono il mio cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi nell'ultima agonia. Gesù, Giuseppe e Maria spiri in pace con voi l'anima mia. Pensando quindi alla presenza di Dio colle mani giunte innanzi al petto prendete riposo.
Lungo il giorno, oppure dopo le preghiere del mattino o della sera leggete un tratto della vita di qualche santo, come di s. Luigi, oppure una delle considerazioni poste a carte 31, oppure pensate agli avvisi, che il confessore vi diede nell'ultima confessione.
Un buon figliuolo lungo il giorno deve attendere diligentemente a quelle cose che riguardano al proprio stato, e indirizzare ogni azione al Signore dicendo : Signore, vi offerisco questo lavoro, dategli la vostra santa benedizione.
Al mattino, al mezzodì ed alla sera quando suona l'Ave Maria conviene porsi in ginocchio (eccetto il sabbato, la Domenica ed il tempo Pasquale, in cui si sta in piedi) e recitare la seguente orazione:
Angelus Domini nuntiavit Mariae, et concepit de Spiritu Sancto. Ave Maria etc.
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Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundum verbum tuum. Ave Maria etc.
Et verbum caro factum est, et habitavit, in nobis. Ave Maria etc. Tre Gloria Patri.
Ora pro nobis, sancta Dei Genitrix.
Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde, ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem ejus et crucem ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eumdem Christum Dominum nostrum. Amen.
Benedetto XIV concedé cento giorni d'indulgenza ogni volta che si pratica tale divozione.
Ci sono pure parecchie indulgenze per chi accompagna il SS. Viatico, quando è portato agl'infermi, o non potendo andare, dite un Pater ed Ave.
Quando si suona l'agonia molte altre indulgenze si possono lucrare da chi interviene alla Chiesa a pregare per quel moribondo, e non potendo, recita almeno un Pater ed Ave. Lo stesso dicasi al segno della morte per chi dice tre Requiem aeternam in suffragio di quell'anima passata all'eternità.
Prima di prender cibo fate il segno delta santa croce e dite: Signore, date la vostra benedizione a me e a' cibi che prenderò per man- | p. 84 | tenermi nel vostro santo servizio. S. Benedetto un giorno prima di mettersi a tavola fatto secondo il solito il segno della croce, con gran rumore vide spezzarsi un bicchiere entro cui era messo il veleno.
Dopo il cibo: Signore, vi ringrazio de' benefizi che mi avete fatto, datemi grazia che me ne possa servire in bene.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 84-92.
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MANIERA
di assistere con frutto
ALLA SANTA MESSA
avvertimento
La messa è l'offerta ed il sacrificio del corpo e del sangue di Nostro Signor G.C. che viene offerto e distribuito sotto le specie del pane e del vino consacrato. Capite bene, o figliuoli, che nell'assistere alla santa Messa fa lo stesso come se voi vedeste il Divin Salvatore uscir di Gerusalemme e portare la croce sul mante Calvario, dove giunto viene fra' più barbari tormenti crocifisso, spargendo fino all'ultima goccia il proprio sangue. Questo medesimo sacrificio rinnova il Sacerdote mentre celebra la santa Messa | p. 85 | con questa sola distinzione che il sacrifizio del Calvario Gesù Cristo lo fece collo spargimento di sangue, quello della messa è incruento, cioè senza spargimento di sangue. Siccome non si può immaginare cosa più santa, più preziosa quanto il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di Gesù Cristo, così voi quando andate alla santa Messa, voglio siate persuasi che fate un'azione 1a più grande, la più santa, la più gloriosa a Dio, e la più utile all'anima propria. Gesù Cristo viene egli stesso in persona ad applicare a ciascuno in particolare i meriti di quel sangue adorabilissimo, il quale sparse per noi sul Calvario in croce. Ciò deve inspirarci una grande idea della santa Messa e farci desiderare di assistervi bene.
Ma il vedere tanti figliuoli con volontà deliberata distratti starvi irriverentemente senza modestia, senza attenzione, senza rispetto, rimanendosi in piedi, guardando qua e là, ah! costoro rinnovano più volte i patimenti del Calvario con grave scandalo de' compagni e disonore della religione!
Per evitar un male così grande entrate con disposizioni di vero cristiano nello spirito di Gesù Cristo, e supponete di vederlo cominciare la sua dolorosa passione, esposto' a' più barbari trattamenti per nostra salvezza. Durante la Messa state con modestia e raccoglimento tale che alcuna cosa non sia per | p. 86 | disturbarvi. Il vostro spirito, il cuore, i sentimenti vostri non siano ad altro intenti che ad onorare Iddio. Vi raccomando di avere grande premura per andare alla santa Messa, e di tollerare a tal fine anche qualche incomodo. S. Isidoro che era servo di campagna si levava di buon mattino per andar alla santa Messa, e trovavasi a tempo debito a fare quelle cose che dal suo padrone gli venivano comandate. Con questo si tirò dal Signore ogni sorta di benedizioni per modo che ogni suo lavoro riusciva bene.
In principio della Messa
Signor mio Gesù Cristo, io vi offerisco questo santo sacrifizio a vostra maggior gloria ed a bene spirituale dell'anima mia, fatemi la grazia che il mio cuore e la mia mente ad altro più non pensino che a voi. Anima mia scaccia ogni altro pensiero e preparati ad assistere a questa santa Messa col massimo raccoglimento.
Al Confiteor
Io confesso a Dio onnipotente, alla Beata Maria sempre Vergine, al Beato Michele Arcangelo, al Beato Gioanni Battista, a' santi Apostoli Pietro e Paolo e a tutti i Santi, perché molto peccai con pensieri, parole ed opere per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Perciò prego la Beata | p. 87 | Vergine Maria, il Bealo Michele Arcangelo, il B. Gioanni Battista, i Ss. Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi ad intercedere per me appresso il Signor nostro Iddio.
Il Sacerdote ascende all'altare
Tutta la terra vi adori, o Signore, e canti lode al vostro santo nome. Sia gloria al Padre, al Figliuolo, ed allo Spirito Santo. Così sia.
Al kyrie eleison
Signor mio Gesù Cristo, abbiate misericordia di questa povera anima mia.
Al Gloria
Sia gloria a Dio nel più alto de' cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà, perché solo Iddio è degno di essere lodato e glorificalo per tutti i secoli.
All'Oremus
Ricevete, o Signore, le preghiere che da questo Sacerdote vi sono indirizzate per me. Concedetemi la grazia di vivere e morire da buon cristiano nel grembo della santa madre Chiesa.
All'Epistola
Infiammate, o Signore, il cuor mio del vostro santo Amore, acciocché io vi ami e vi serva tutti i giorni della mia vita.
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Al Vangelo
Io sono pronto, o Signore, a confessare la fede del Vangelo a costo della mia vita professando le grandi verità, che ivi sono contenute. Datemi grazia e fortezza per fare la vostra Divina volontà, e di fuggire tutte le occasioni di peccare.
Al Credo
Io credo fermamente tutte le verità che voi, mio Dio, rivelaste alla vostra Chiesa, perché siete verità infallibile. Accrescete perciò in me lo spirito di viva fede, di ferma speranza, e d'infiammata carità.
All'Offertorio
Vi offerisco, o mio Dio, per le mani del Sacerdote quel pane e quel vino che debbono essere cangiati nel corpo e nel sangue di Gesù Cristo. Vi offro nel medesimo tempo il mio cuore, la lingua mia, affinché per l'avvenire altro non desideri né d'altra cosa io parli, se non di quello che riguarda al vostro santo servizio.
All'Orate Fratres
Ricevete, Signore, questo sacrifizio per onore o gloria del vostra santo nome, per mio vantaggio, e per quello di tutta la vostra santa Chiesa.
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Al Praefatio
Mio cuore alzati a Dio e pensa alla passione di Gesù Cristo, che egli va a cominciare per li tuoi peccati.
Al Sanctus
Anima mia unisci ogni tuo affetto al coro degli Angeli, e canta con essi un inno di gloria dicendo: Santo, Santo, Santo è il Signore, il Dio degli eserciti. Sia glorifiato e benedetto per tutti i secoli.
Al Memento de' vivi
Vi prego, o Gesù mio, di ricordarvi dei miei genitori, degli altri parenti, de' benefattori, degli amici miei, ed anche de' miei nemici; ricordatevi altresì del sommo Pontefice e di tutta la Chiesa, e di ogni autorità, spirituale o temporale, a cui tutti sia pace, concordia e benedizione.
All'elevazione dell'Ostia
Con tutta umiltà prostrato vi adoro, o Signore, e credo fermamente che esistete in quest'Ostia sacra. Oh gran mistero, un Dio viene dal cielo in terra per la mia salute! Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e divinissimo Sacramento. (100 giorni d'indulgenza ogni volta).
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All'elevazione del Calice
Signor mio Gesù Cristo, io adoro quel sangue che voi spargeste per salvare l'anima mia. Io ve l'offerisco in memoria della vostra passione, morte, risurrezione, e ascensione al cielo; ricevetelo in isconto de' miei peccati, e per li bisogni di santa Chiesa.
Al memento de' morti
Ricordatevi, Signore, delle anime dei Purgatorio e specialmente di quelle de' miei parenti, benefattori spirituali e temporali. Liberatele da quelle pene e date a tutte la gloria del Paradiso.
Al Pater noster
Vi ringrazio, Gesù mio, di questo eccellente modello di preghiera che mi deste, fatemi la grazia che io la possa recitare colla divozione e coll'attenzione che si merita. Concedetemi quanto in essa vi dimanda per me quel Sacerdote, e soprattutto non permettete che nelle tentazioni io cada in mortale peccato, unico e sommo male che può farmi perdere eternamente. Dite il Pater noster etc.
All'Agnus Dei
Gesù, agnello immacolato, vi supplico ad usare misericordia a me e a tutti gli uomini | p. 91 | del mondo affinché tutti si convertano a voi, per godere quella vera pace che provano coloro i quali sono in grazia vostra.
Al Domine non sum dignus
O Signore, per la moltitudine de' miei peccati io non son degno che voi veniate ad abitare nell'anima mia; ma dite solamente una parola, e mi sarà rimesso ogni peccato. Oh quanto mi spiace di avervi offeso, fatemi la grazia, che non vi offenda mai più per l'avvenire.
Alla Comunione
Se non potete comunicarvi sacramentalmente fate almeno la comunione spirituale, che consiste in un ardente desiderio di ricevere Gesù nel nostro cuore, dicendo:
Mio caro e buon Gesù, poiché questa mattina io non posso ricevere l'Ostia Santa, venite nondimeno a prendere possesso di me colla vostra grazia, onde io viva sempre nel vostro santo amore. La grazia che singolarmente vi domando è di potere star lontano da' cattivi compagni, perché se avrò la sorte di frequentare buoni compagni, io pure sarò buono e potrò salvar l'anima mia.
Alle ultime orazioni
Vi ringrazio, o mio Dio, di esservi sacrificato per me. Fate che sin da questo mo- | p. 92 | mento tutto io mi possa sacrificare a Voi. Dispiaceri, fatiche, caldo, freddo, fame, sete, ed anche la morte tutto accetterò volentieri dalle vostre mani, pronto ad offerire tutto e perdere tutto, purché io possa adempiere la vostra santa legge.
Alla Benedizione
Benedite, Signore, queste sante risoluzioni; beneditemi per la mano del vostro ministro, e fate che gli effetti di questa benedizione siano eternamente sopra di me. Nel nome del Padre, del Figliuolo, e dello Spirito Santo. Così sia.
All'ultimo Vangelo
Verbo eterno, fatto carne per salvare l'anima mia, io vi adoro col più profondo rispetto, e vi ringrazio di quanto patiste per me. Concedetemi la grazia di conservare i frutti di questa santa Messa; perdonatemi se non vi ho assistito colla debita attenzione, e fate che uscendo io di questa Chiesa abbiano gli occhi, la lingua e tutti i sensi miei in sommo orrore ogni cosa che si opponga alle verità del vostro santo Vangelo
Dite una Salve alla B.V. ed un Pater a s. Luigi, affinché vi aiutino a mantenere i proponimenti fatti e soprattutto di evitare i cattivi discorsi.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 93-98.
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MANIERA PRATICA
per accostarsi degnamente
AL SACRAMENTO DELLA CONFESSIONE
Cari figliuoli, se voi non imparate da giovani a confessarvi bene correte pericolo dì non apprendere mai più in vita vostra, e per conseguenza di non confessarvi mai a dovere con vostro grave danno, e forse a rischio di vostra eterna salvezza. Prima di tutto vorrei che foste persuasi che qualunque colpa voi abbiate sulla vostra coscienza, vi sarà perdonata nella vostra confessione, purché vi accostiate colle debite disposizioni.
La prima di esse consiste nel fare l'esame di coscienza, vale a dire richiamarvi a memoria le vostre azioni per iscoprire quali siano state buone e quali peccaminose.
Cominciate dal pregare il Signore che vi illumini dicendo: Signor mio Gesù Cristo, Redentor dell'anima mia, io mi getto a' vostri piedi supplicandovi ad aver pietà e misericordia di me. Illuminatemi colla vostra grazia, affinché io conosca ora i miei peccati come li farete a me noti quando presenterommi al vostro giudicio. Fate, o mio Dio, che li detesti con vero dolore, e ne conseguisca il perdono per li meriti infiniti | p. 94 | del sangue preziosissimo di Gesù Cristo sparso per me sulla croce. Vergine Santissima, san Luigi Gonzaga, pregate per me onde possa fare una buona Confessione.
Esame
Esaminatevi se parlaste male delle cose di religione; se bestemmiaste, nominaste il nome d'Iddio in vano; se ascoltaste la santa Messa ne' giorni festivi i con esservi occupato in opere di pietà, o piuttosto vi occupaste in lavori proibiti. Esaminatevi se disobbediste a' vostri parenti, superiori o maestri, o deste loro qualche risposta insolente; se foste di scandalo in Chiesa o fuori di Chiesa, specialmente con discorsi osceni o con cattivi consigli; se rubaste qualche cosa in casa o fuori di casa. Notate che si può anche rubare non occupando il tempo in quelle cose che vi sono comandate. Se diceste, ascoltaste, faceste, permetteste, o anche solo pensaste alcuna cosa contro l'onestà. Vi debbo però avvertire riguardo all'esame, che non basta, esporre semplicemente il peccato, ma dovete dire il numero delle volte che commetteste questo o quell'altro peccato. Per esempio: non basta il dire, ho disobbedito a' miei parenti, ma bisogna soggiugnere, ho disobbedito due o tre volte, cioè il numero preciso, o approssimativo dello disubbidienze commesse. Lo stesso dite degli altri peccati.
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Queste sono le cose principali intorno a cui dovete esaminarvi. Ma non bastano ancora per fare una buona confessione, dovete altresì eccitarvi ad un vero dolore riflettendo seriamente che il peccato è un gran male.
Il peccato vi apre l'inferno sotto i piedi. Che gran male, oh spavento!... Vi chiude il Paradiso; che grave perdita!... Vi fa nemici d'Iddio e schiavi dei demoni.
Ogni vostro peccato cagionò acutissimo dolore al cuore amoroso di Gesù, il quale per voi patì flagelli, spine, piaghe, sangue e croce; e voi gli rendeste disgusti, disprezzi e villanie.
Il peccato è un'offesa fatta al vostro Dio che è tanto buono ed amabile perse stesso, che vi creò, vi conserva la vita. La sanità, l'aria che respirate, il pane che mangiate sono tutti doni che Dio vi concedè. Egli vi preservò da continue disgrazie e dall'inferno medesimo più e più volte meritato. E a tanti suoi benefizi voi corrispondeste colla più mostruosa ingratitudine servendovi di questi ad offenderlo.
Alla vista del gran male che voi faceste peccando dovete avere un grande dolore, ovvero dispiacere di aver offeso Iddio più che se vi fosse avvenuta qualunque disgrazia, qualunque gastigo da parte de' vostri genitori o di altri. Questo dispiacere vi deve condurre al proponimento, ossia a fare una promessa di | p. 96 | non voler mai più offendere Iddio per l'avvenire. Per esempio: voi diceste parole cattive, foste disobbedienti, ora affinché la vostra confessione sia valida bisogna che facciate una promessa al Signore che non volete più commettere tali peccati anche a costo di patire qualunque male.
Dopo questi riflessi fate un atto di contrizione, ed accostatevi con tutta umiltà al confessore, e se vi toccasse aspettare, non dissipatevi con discorsi o sorrisi guardando qua e là, ma state con raccoglimento aspettando che sia tempo. Vi debbo avvertire di non tacer mai alcun peccato in confessione. Prima che si pecchi il demonio vi dice che non vi è gran male in quell'azione; dopo fa quanto può per farvene vergognare, onde la tacciate, e facciate una confessione sacrilega. Perciò non abbiate timore alcuno da parte del confessore, egli si rallegra sentendo che voi gli confidate quello che faceste. Altronde siate certi che il sacerdote non può dire a veruno le cose da voi confessate, e non se ne può servire quand'anche si trattasse di evitar la morte. Coraggio dunque primo confessate quel peccato che vi fa più pena.
Accostato poi al confessore farete il segno della santa croce dicendo: Beneditemi, o padre, perché peccai. Indi gli direte il tempo che non vi confessaste, e gli manifesterete lo stato di vostra coscienza esponendo il numero e | p. 97 | la specie de' vostri peccali. Finita l'accusa ascoltate quello che egli vi dirà, e mentre vi darà l'assoluzione, pensate essere quello il momento, in cui si versa sull'anima vostra la virtù del sangue di Gesù Cristo. Onde fate di cuore un atto di pentimento. Terminata la confessione ritiratevi in disparte per ringraziare il Signore del benefizio che vi ha fatto.
Dopo la confessione
Rinnovate di tutto cuore il proponimento già fatto nella confessione, con promettere al Signore di volere praticar tutti i mezzi suggeriti dal confessore per non mai più cadere in peccato facendo queste tre risoluzioni: 1.° Di volervi diportare in Chiesa con grande divozione: 2.° Prestare pronta ubbidienza a' genitori vostri e a tutti gli altri superiori: 3.° Essere grandemente animati per l'adempimento de' doveri del vostro stato, e di voler lavorare per la maggior gloria d'Iddio, e per la salvezza dell'anima vostra. Poscia dite divotamente questa
Orazione
Quante grazie vi debbo rendere, o mio Dio, per la misericordia che mi avete usata nel perdonarmi tutti i miei peccati! Voi tornate ad amarmi e mi amerete sempre più, se io sarò fedele nel servirvi. Oh! si io vo- | p. 98 | glio davvero emendarmi. Prometto di evitare tutte le cose che mi potrebbero di nuovo far cadere nel peccato. Non mi scorderò mai che voi siete in ogni luogo, e che vedete e sapete tutto quello che io fo, e penso. Aiutatemi e datemi piuttosto la morte che io torni ad offendervi. Maria cara mia madre, non permettete che per l'avvenire disgusti il mio buon Gesù col peccato. Angelo mio custode, santi miei avvocati, aiutatemi e custoditemi sempre.
Tre Angele Dei e tre Gloria Patri.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 98-105.
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PREPARAZIONE
ALLA S. COMUNIONE
Prima di accostarvi a ricevere l'adorabile corpo di G.C. dovete riflettere se avete nel cuore le debite, disposizioni. Sappiate dunque che quel figlio il quale dopo di aver peccato non vuole emendarsi, cioè a dire, vuole di nuovo offendere il Signore, non è degno di accostarsi alla mensa del Salvatore, e comunicandosi in vece di arricchirsi di grazie si rendo più colpevole, e degno di maggior gastigo.
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A1 contrario se siete emendati accostatevi pure a ricevere il cibo degli Angeli, ed arrecherete piacere grandissimo a Gesù Cristo. Egli stesso quando era su questa terra sebbene invitasse chiunque a seguirlo, tuttavia mostrava una benevolenza speciale a' pii ed innocenti fanciulli, dicendo: lasciate che questi parvoli vengano a me, e non impediteli: e dava loro la benedizione. Ascoltate pertanto il suo amorevole invito e andate non solo a ricevere la sua benedizione ma lui stesso in persona.
Atti da farsi prima della comunione
Signor mio Gesù Cristo, io credo con viva fede che voi siete realmente presente nel Santissimo Sacramento col vostro corpo e sangue, colla vostra anima e Divinità.
Signore, io vi adoro in questo Sacramento, e vi riconosco per mio Creatore, Redentore, Sovrano, Padrone, sommo ed unico mio bene.
Signore, io non son degno che voi entriate nella povera abitazione dell'anima mia, ma dite solo una parola, e la mia anima sarà salva.
Signore, io detesto tutti i miei peccati che mi rendono indegno di ricevervi nel mio cuore, e propongo colla vostra grazia di non più commetterli per l'avvenire, di schivarne le occasioni, e di farne la penitenza.
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Signore, io spero che dandovi tutto a me in questo Divin Sacramento mi userete misericordia, e mi concederete tutte le grazie necessarie per la mia eterna salute.
Signore, voi siete infinitamente amabile, voi siete il mio Padre, il mio Redentore, il mio Dio, perciò vi amo con tutto il cuor mio sopra ogni cosa, e per amor vostro amo il mio prossimo quanto me stesso, e perdono di buon cuore a tutti quelli che mi offesero.
Signore, io desidero ardentemente, che voi veniate nell'anima mia, affinché non mi separi mai più da voi, ma resti sempre con me la vostra Divina grazia.
Voi intanto, o Vergine immacolata, per l'amore che portaste al bambino Gesù, fate che io lo possa degnamente ricevere; e quando mi accosterò all'altare per ricevere l'Ostia Santa, io supporrò di riceverlo dalle vostre mani medesime accompagnato da tutti i cori degli Angeli, i quali in Paradiso lo benedicono e lo lodano. Angelo mio custode, s. Luigi Gonzaga, miei speciali protettori, pregate il Signore per me ed ottenetemi la grazia di fare una santa comunione.
Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis
Qui fermatevi alquanto a considerare chi siete per ricevere. Egli è Gesù Cristo, Dio di grandezza e di maestà infinita, Dio di bontà e di misericordia, il quale viene a voi | p. 101 | misera creatura, povero peccatore; e viene per farsi vostro padre, vostro fratello, amico e sposo dell'anima vostra. Vuole farsi vostro medico, maestro e cibo. Oh bontà! oh amore! oh misericordia infinita!
Si dica il confiteor.
Quindi tutto raccolto cogli occhi bassi accostatevi a ricevere l'Ostia Santa.
Dopo la comunione
Mio Dio, Creatore e Redentore dell'anima mia, io vi adoro col più profondo rispetto, e colla più profonda riverenza. Oh quanto fu grande la bontà vostra! Una maestà così pura, così santa ed infinita venire in persona a visitare una creatura tanto miserabile, un pugno di terra, un peccatore ingrato. Mio caro e buon Gesù, io vi ringrazio di così grande favore, vi lodo, vi benedico dentro me stesso. Potenze dell'anima mia, sentimenti del mio corpo esultate alla presenza del vostro Dio. È poco un cuor solo, o mio buon Gesù, per amarvi, lodarvi e ringraziarvi di tanti benefizi, e particolarmente per aver dato per cibo dell'anima mia il vostro corpo, il vostro sangue, l'anima vostra e la vostra Divinità.
Ah potessi aver il cuore de' Serafini del cielo, affinché l'anima mia ardesse mai sempre di amore pel mio Dio, il quale si degnò | p. 102 | di eleggere la povera anima mia per sua abitazione, per sua delizia! Ah caro Gesù quanto è mai dolce e preziosa questa vostra visita, questa vostra dimora, questa vostra unione!
Io non son degno di sì grande favore, nemmeno so che cosa offerirvi in ringraziamento; ma appoggiato a' vostri meriti infiniti vi offerisco questi meriti medesimi. Vi ringrazio di tutto cuore, e protesto che per l'avvenire voi sarete sempre la mia speranza, il mio conforto, voi solo la mia ricchezza, il mio piacere, il riposo dell'anima mia, voi solo il mio bene, il possesso, il tesoro del cuor mio. Vorrei pure io solo potervi dare tutta la lode e la gloria che vi danno i santi in Paradiso, e poiché io non posso fare tanto vi offerisco tutto me stesso; vi offerisco questa volontà, affìnché non voglia altre cose se non quelle che a voi piacciono; vi offerisco le mie mani, i miei piedi, gli occhi miei, la lingua, la bocca, la mente, il cuore, tutto offro a voi, custodite voi tutti questi sentimenti miei, acciocché ogni pensiero, ogni azione non abbia altro di mira se non quelle cose che sono di vostra maggior gloria e di vantaggio spirituale dell'anima mia.
Vergine Santissima, cara madre del mio Gesù, san Luigi Gonzaga, Angelo mio Custode, ottenete questa grazia per me, per li | p. 103 | miei parenti, per li miei compagni, amici e nemici, e specialmente per quelli che si trovano presenti in questa Chiesa.
2.° O Vergine Maria, io in fede di esser vostro vi consacro per tutta la mia vita gli occhi, lo orecchie, la lingua, il cuore e tutto me stesso. Voglio essere tutto vostro, e Voi difendetemi come vostro.
Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono col mio cuor l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria assistetemi nell'ultima agonia.
Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.
Quindi si recitino gli atti di fede, a pag. 79, cinque Pater noster e Gloria alle 5 piaghe di N.S.G.C.
VISITA
AL SS. SACRAMENTO
Ricordatevi, o figliuoli, che Gesù trovasi nel SS. Sacramento ricco di grazie da distribuirsi a chi le implora. Un venerabile servo d'Iddio visitando Gesù sacramentato lo vide in forma di bambino che teneva in mano una corona di rose, e domandato avendo che cosa significavano quelle rose, Gesù disse: Queste rose sono altrettante grazie che io comparto a quelli che le vengono a chiedere.
| p. 104 |
ATTI DA FARSI
nel visitare il SS. Sacramento
Signor mio Gesù Cristo, il quale per amor nostro state notte e giorno in questo Sacramento, tutto pieno di bontà aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarvi, io credo che nell'Ostia Santissima c'è il Corpo, il Sangue vostro, l'Anima vostra, e la vostra Divinità. Vi adoro umilmente e vi ringrazio de' benefizi fattimi, particolarmente di avermi dato voi stesso in questo Sacramento, di avermi dato per Avvocata Maria vostra Madre, e di avermi chiamato a visitarvi in questa Chiesa. Io saluto oggi il vostro amatissimo ed amantissimo cuore, e intendo salutarlo per tre fini: 1.° In ringraziamento di questo gran dono: 2.° Per compensarvi di tutte le ingiurie che ricevete in questo Sacramento da tutti gl'infedeli, da tutti gli eretici, e da tutti i cattivi cristiani: 3.° Intendo con questa visita di adorarvi in tutti i luoghi della terra, dove voi sacramentato state meno riverito e più abbandonato. Gesù mio, io vi amo con tutto il mio cuore: mi pento di avere per lo addietro tante volle disgustato la vostra infinita bontà. Propongo colla vostra grazia di non più offendervi per l'avvenire. Da oggi avanti voglio essere tutto vostro; fate voi di me tutto quello che vi piace, solo im- | p. 105 | ploro il vostro amore, la perseveranza nel bene, e l'adempimento perfetto della vostra volontà. Vi raccomando le anime del Purgatorio, specialmente le più divote del SS. Sacramento e di Maria SS.: vi raccomando ancora tutti i poveri peccatori. Unisco in fine, o mio Gesù, tutti gli affetti miei cogli affetti del vostro amorosissimo Cuore, e così uniti li offerisco al vostro Eterno Padre, e lo prego in nome vostro che li accetti e li esaudisca. Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS. e Divinissimo Sacramento. Tre Pater, Ave, Gloria etc.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 105-108.
| p. 105 |
CORONA
del Sacro Cuore di Gesù
Intendete di recitare questa corona al Divin Cuore di Gesù per risarcirlo degli oltraggi che riceve nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagl'infedeli e da' cattivi cristiani. Si dica adunque o da solo o con altre persone raccolte, se si può, dinanzi all'immagine del Divin Cuore o davanti al Santissimo Sacramento.
v/ Deus, in adjutorium meum intende.
r/ Domine, ad adjuvandum me festina.
Gloria Patri etc.
I. O Cuore amabilissimo del mio Gesù, adoro umilmente quella dolcissima amabilità vostra, che in singolar modo usate nel Divin | p. 106 | Sacramento colle anime ancor peccatrici. Mi dispiace di vedervi così ingratamente corrisposto, ed intendo risarcirvi di tante offese che ricevete nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagl'infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.
II. O Cuore umilissimo del mio sacramentato Gesù, adoro umilmente quella profondissima umiltà vostra nella Divina Eucaristia, nascondendovi per nostro amore sotto le specie del pane e del vino. Deh vi prego, Gesù mio, ad insinuare nel mio cuore così bella virtù; io intanto procurerò di risarcirvi di tante offese che ricevete nel SS. Sacramento dagli eretici, dagl'infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.
III. O Cuore del mio Gesù desiderosissimo di patire, adoro que' desiderj così accesi d'incontrare la vostra passione dolorosissima e di assoggettarvi a que' torti da voi preveduti nel SS. Sacramento. Ah Gesù mio! intendo ben, di cuore di risarcirvene colla mia vita stessa; vorrei impedire quelle offese, che purtroppo ricevete nella Divina Eucaristia dagli, eretici, dagl'infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.
IV. O Cuore pazientissimo del mio Gesù, venero umilmente quell'invincibile pazienza vostra nel sostenere per amor mio, tante pene sulla Croce, e tanti strapazzi nella Divina Eucaristia. O mio caro Gesù! poiché non | p. 107 | posso lavar col sangue mio que' luoghi dove foste così maltrattato nell'uno e nell'altro mistero, vi prometto, o mio sommo Bene, di usare ogni mezzo per risarcire il vostro Divin Cuore di tanti oltraggi, che ricevete nella SS. Eucaristia dagli eretici, dagl'infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.
V. O Cuore, del mio Gesù, amantissimo delle nostre anime nella istituzione ammirabile delta SS. Eucaristia, io adoro umilmente quell'amore immenso che ci portate donandoci per nutrimento il vostro Divin Corpo e Divin Sangue. Qual è quel cuore che struggere non si debba alla vista di così immensa carità? Oh mio buon Gesù, datemi abbondanti lagrime per piangere e risarcire tante offese che ricevete nel SS. Sacramento dagli eretici, dagl'infedeli e da' cattivi cristiani. Pater etc.
VI. O Cuore del mio Gesù sitibondo della salute nostra, venero umilmente quell'amore che vi spinse ad operare il sacrifizio ineffabile sulla Croce, rinnovandolo ogni giorno sugli Altari nella santa Messa. Possibile che a tanto amore non arda il cuore umano pieno di gratitudine? Sì, pur troppo, o mio Dio; e perciò vi prometto di fare quanto posso per risarcirvi di tanti oltraggi che ricevete in questo mistero di amore dagli eretici, dagl'infedeli, e da' cattivi cristiani. Pater etc.
Questo esercizio può servire per fare la novena delle feste di Nostro Signor G.C.
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ORAZIONE
al sacratissimo Cuore di Maria
Dio vi salvi, Augustissima Regina di pace, madre di Dio; pel sacratissimo Cuore del vostro figlio Gesù, principe della pace, fate che l'ira di lui si plachi, e che regni sopra di noi in pace. Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo, che da voi sia stato rigettato, od abbandonato alcuno, il quale implori i vostri favori. Io animato da questa fiducia mi presento a voi. Non vogliate, o Madre del Verbo eterno, disprezzare le preghiere di questo vostro umilissimo figlio, uditele favorevolmente, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
Pio IX accorda l'Indulgenza di 300 giorni ogni volta si recita divotamente detta orazione.
O Gesù d'amore acceso
Non ti avessi mai offeso,
O mio dolce e buon Gesù,
Non ti voglio offender più.
Sacro cuore di Maria
Fa che io salvi l'alma mia.
Sacro cuor del mio Gesù
Fa che io t'ami sempre più.
[Bosco G.,] Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri degli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'ufficio della Beata Vergine e de' principali vespri dell'anno coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre ecc., Torino, Tipografia Paravia e Comp. 1847, pp. 138-142.
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PREGHIERA
di benedetto papa xiii
per impetrare da Dio la grazia di non morire
di morte improvvisa
Misericordiosissimo Signore Gesù, per la vostra agonia e sudor di sangue, per la morte vostra liberatemi, vi supplico, dalla morte subitanea ed improvvisa.
Benignissimo Signore Gesù, per l'acerbissima ed ignomignosissima flagellazione e coronazione vostra, per la vostra Croce e Passione amarissima, e per la vostra bontà umilmente vi prego, che non permettiate che io improvvisamente muora, e senza i SS. Sacramenti passi da questa vita all'eternità.
Mio amatissimo Gesù, mio Signor e Dio mio, per tutti i travagli e dolori vostri, per il vostro prezioso sangue e per le sagrosante vostre Piaghe; per quelle vostre, o mio Dio dolcissimo, ultime parole in Croce: Deus, Deus meus, ut qui dereliquisti me? E per quel forte grido: Padre nelle tue mani raccomando lo spirito mio; ardentissimamente vi prego di non levarmi tosto da questo mondo. Le vostre mani, o mio Redentore, mi hanno fatto e formato tutto interamente. Deh non mi precipitate sì presto; | p. 139 | datemi, vi supplico, spazio di penitenza, concedetemi un transito felice ed in grazia vostra, affinché io vi ami con tutto il cuore, vi loda e benedica in eterno.
Signor mio Gesù Cristo, per quelle cinque Piaghe, che l'amore verso di noi vi fece in Croce, soccorrete a' vostri servi redenti col vostro preziosissimo sangue... Sanguinisque pretiosi quem in mundi pretium. Così sia.
PREGHIERA
A S. GIUSEPPE
Gloriosissimo San Giuseppe, fortunato Sposo di Maria, voi che meritaste di essere fatto custode del Salvator del mondo Gesù Cristo, e abbracciandolo teneramente godeste anticipato il Paradiso, deh! Ottenetemi dal Signore un intero perdono de' miei peccati, la grazia d'imitare le vostre virtù, onde io cammini sempre per la via che conduce al Cielo. Siccome voi meritaste di avere Gesù e Maria intorno al vostro letto al punto di morte, e tra le loro braccia dolcemente spiraste l'anima beata, vi prego di volermi difendere da' nemici dell'anima mia in quell'ultimo punto di mia vita; di modo che consolato dalla dolce speranza di volare con voi a possedere l'eterna gloria in Paradiso spiri pronunciando i SS. nomi di Gesù, di Giuseppe e di Maria.
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PREGHIERA PER LA BUONA MORTE
Composta da una Donzella protestante convertita alla Religione Cattolica nell'età di anni 15, e morta di anni 18 in odore di santità.
Gesù Signore, Dio di bontà, Padre di misericordia, io mi presento dinanzi a Voi con cuore umiliato e contrito: vi raccomando la mia ultima ora, e ciò che dopo di essa mi attende.
Quando i miei piedi immobili mi avvertiranno che la mia carriera in questo mondo è presso a finire, misericordioso Gesù, abbiate pietà di me.
Quando le mie mani tremole e intorpidite non potranno più stringervi, Crocifisso mio bene, e mio malgrado lascierovvi cadere sul letto del mio dolore, misericordioso ecc.
Quando i miei occhi offuscati e stravolti dall'orror della morte imminente fisseranno in Voi gli sguardi languidi e moribondi, misericordioso Gesù abbiate pietà di me.
Quando le mie labbra fredde e tremanti pronunzieranno per l'ultima volta il vostro Nome adorabile, misericordioso Gesù ecc.
Quando le mie guance pallide e livide inspireranno agli astanti la compassione ed il terrore, e i miei capelli bagnati dal sudor della morte, sollevandosi sulla mia testa annunzieranno prossimo il mio fine, misericordioso ecc.
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Quando le mie orecchie, presso a chiudersi per sempre a' discorsi degli uomini, si apriranno per intendere la vostra voce, che pronunzierà l'irrevocabile sentenza, onde verrà fissata la mia sorte per tutta l'eternità, misericordioso ecc.
Quando la mia immaginazione agitata da orrendi e spaventevoli fantasmi sarà immersa in mortali tristezze, ed il mio spirito turbato dalla vista delle mie iniquità, dal timore della vostra giustizia, lotterà contra l'angelo delle tenebre, che vorrà togliermi la vista consolatrice delle vostre misericordie e precipitarmi in seno alla disperazione, misericordioso ecc.
Quando il mio debole cuore oppresso dal dolor della malattia sarà sorpreso dagli orrori di morte, e spossato dagli sforzi che avrà fatto contro a' nemici della mia salute, misericordioso ecc.
Quando verserò le mie ultime lacrime, sintomi della mia distruzione, ricevetele in sacrificio di espiazione, acciocché io spiri come una vittima di penitenza, ed in quel terribile momento, misericordioso ecc.
Quando i miei parenti ed amici, stretti a me d'intorno, s'inteneriranno sul dolente mio stato, e v'invocheranno per me, misericordioso Gesù ecc.
Quando avrò perduto l'uso di tutti i sensi, ed il mondo intero sarà sparito da me, ed | p. 142 | io gemerò nelle angosce della estrema agonia e negli affanni di morte, misericordioso ecc.
Quando gli ultimi sospiri del cuore sforzeranno l'anima mia ad uscire dal corpo, accettateli come figli di una santa impazienza di venire a Voi, e Voi misericordioso ecc.
Quando l'anima mia sull'estremità delle labbra uscirà per sempre da questo mondo e lascerà il mio corpo pallido, freddo e senza vita, accettate la distruzione del mio essere, come un omaggio che io vengo a rendere alla vostra Divina Maestà, ed allora, misericordioso Gesù ecc.
Quando finalmente l'anima mia comparirà dinanzi a Voi, e vedrà per la prima volta lo splendore immortale della vostra Maestà, non la rigettate dal vostro cospetto; degnatevi ricevermi nel seno amoroso della vostra misericordia, affinché io canti eternamente le vostre nuovi: misericordioso Gesù ecc.
Orazione
Oh Dio, che condannandoci alla morte, ce ne avete nascosto il momento e l'ora, fatte ch'io passando nella giustizia e della santità tutti li giorni della vita, possa meritare di uscire di questo mondo nel vostro santo amore, per li meriti del Nostro Signor Gesù Cristo, che vive e regna con Voi nell'unità dello spirito santo. Così sia.
Pio VII accordò l'indulg. di 100 giorni a chi recita ogni dì detta preghiera e per un mese l'indulg. Plenaria.
G. Bosco, Il giovane provveduto per la pratica de' suoi doveri negli esercizi di cristiana pietà per la recita dell'Uffizio della B. Vergine, dei Vespri di tutto l'anno e dell'Uffizio dei morti coll'aggiunta di una scelta di laudi sacre, Torino, Tipografia e Libreria Salesiana 1880, pp. 75-78.
| p. 75 |
SOPRA LA SCELTA DELLO STATO
Ne' suoi esterni consigli di Dio ha destinato a ciascheduno una condizione di vita e le grazie relative. Come in ogni altra circostanza, il cristiano deve anche in questa, che è capitalissima, cercare della divina volontà, imitando Gesù Cristo che protestava di essere venuto a compiere i voleri dell'eterno Padre. Importa adunque moltissimo, o giovane, accertar questo passo per non impegnati in obbligazioni, a cui il Signore non fi elesse.
| p. 76 |
A qualche anima che Dio volle favorire in modo singolare, manifestò per via straordinaria lo stato a cui la chiamava. Tu non pretendere tanto; ma consolati colla sicurezza che il Signore ti dirigerà sul retto cammino nei modi consueti alla sua provvidenza, purché tu non trascuri i mezzi opportuni per una prudente determinazione.
Uno di questi è passare illibata la fanciullezza e la gioventù, o riparare con una sincera penitenza gli anni sgraziatamente trascorsi nel peccato.
Altro mezzo è la preghiera umile e perseverante. Ti gioverà ripetere con s. Paolo: Signore, che volete che io faccia? Oppure con Samuele: parlate, o Signore, che il vostro servo vi ascolta. O col Salmista: Insegnatemi a fare la vostra volontà, perché siete il mio Dio. O altra consimile affettuosa aspirazione.
Allorché dovrai venire alla risoluzione, rivolgiti a Dio con più speciali e frequenti orazioni, indirizza a quest'intento le preghiere nella santa Messa; applica a questo scopo qualche comunione. Puoi anche praticare qualche novena, qualche triduo, qualche astinenza, visitare qualche insigne santuario.
Ricorri anche a Maria, che è la madre del buon consiglio, a s. Giuseppe suo sposo, fedelissimo ai divini comandamenti, all'Angelo custode e a tutti i santi avvocati.
Sarebbe ottima cosa, potendo, il premettere a decisione sì rilevante gli esercizi spirituali o qualche giorno di ritiro.
Proponiti di seguire i voleri di Dio che che te ne | p. 77 | possa avvenire, e malgrado la disapprovazione di chi giudicasse secondo le viste del secolo.
Ove i genitori o altre persone autorevoli ti volessero disviare dal cammino a cui Dio ti invita, ricordati che è quello il caso di mettere in pratica il grande avviso di ubbidire a Dio e non agli uomini. Non dimenticare, no, il rispetto e l'amore dovuto agli oppositori; rispondi e trattali sempre con umiltà e mansuetudine, ma senza pregiudicare al supremo interesse dell'anima tua. Chiedi parere sul tuo contegno da osservare e confida in Chi tutto può.
Consulta persone timorate del Signore e saggie, specialmente il confessore, dichiarando con piena schiettezza il caso e le tue disposizioni.
il giovane fedele alla sua vocazione
Quando s. Francesco di Sales ebbe palesato in casa che Iddio lo chiamava al sacerdozio, i genitori gli osservarono che come primogenito della famiglia doveva esserne l'appoggio ed il sostegno; che l'inclinazione allo stato ecclesiastico derivava da una divozione indiscreta, e che avria ben potuto santificarsi anche vivendo al secolo. E per megli impegnarlo a secondare le loro intenzioni gli proposero un matrimonio onorevole e vantaggioso. Ma nulla valse a smuoverlo dal santo proponimento. Antepose costantemente la volontà di Dio a quella del padre e della madre, che pur teneramente amava e profondamente rispettava, e preferì di rinunciare a tutti i vantaggi temporali, anzi che di venir meno alla | p. 78 | grazia della sua vocazione. I genitori che, non ostante qualche men retta idea originata da viste mondane, erano persone di pietà, ebbero in seguito a chiamarsi contenti della risoluzione del figlio.
PREGHIERA
per conoscere la propria vocazione
Eccomi ai vostri piedi, o Vergine pietosa, per impetrare da voi la grazia importantissima della scelta del mio stato. Io non cerco altro che di fare perfettamente la volontà del vostro divin Figlio in tutto il tempo della mia vita. Desidero ardentemente di scegliere quello stato che vie più mi renderà consolato quando mi troverò in punto della morte. Deh! Madre del buon Consiglio, fatemi risuonare agli orecchi una voce che allontani ogni dubbiezza della mente mia. A voi si aspetta, che siete la Madre del mio Salvatore, essere altresì la madre della mia salvezza; perché se voi, o Maria, non mi partecipate un raggio del divin sole, qual luce mi rischiarerà? Se voi non m'istruite, o Madre dell'increata Sapienza, chi mi ammaestrerà? Udite dunque, o Maria, le mie umili preghiere. Indirizzatemi dubbioso e vacillante, reggetemi nella retta via, che conduce all'eterna vita, giacché voi siste unica speranza di virtù e di vita, i cui frutti non sono altro che frutti di onore e di onestà.
Tre Pater, Ave e Gloria.