osservanza


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DON BOSCO
CIRCOLARI
OSSERVANZA DELLE REGOLE.
Miei. cari ed amati Figliuoli,
Grande consolazione io provo, ogni volta che mi, è dato di ascoltare parole di
ossequio e di affezione da voi, o miei cari figliuoli. Ma le affettuose
espressioni, che con lettere o personalmente mi avete manifestate nell'augurio
di buone feste e di buon capo d'anno, richiedono ragionevolmente da me uno
speciale ringraziamento, che sia-risposta ai figliali affetti che mi avete
esternati.
Vi dico adunque che io sono assai contento di voi, della sollecitudine con cui
affrontate qualsiasi genere di lavoro, assumendovi anche gravi fatiche, a fine
di promuovere la maggior gloria di Dio nelle nostre Case e tra quei giovanetti
che la Divina Provvidenza ci va ogni giorno affidando, perché noi li
conduciamo pel cammino della virtù, dell'onore, per la via del Cielo. Ma in
tanti modi e con varie espressioni mi avete ringraziato di quanto ho fatto per
voi ; vi siete offerti di lavorar meco coraggiosamente e meco dividere le
fatiche, l'onore e la gloria in terra, per -conseguire il gran premio che Dio a
tutti noi tiene preparato in Cielo ; mi avete detto eziandio che non altro
desiderato, fuorché conoscere ciò che io giudico bene per voi, e che voi
l'avreste inalterabilmente ascoltato e praticato.
Io gradisco adunque queste preziose parole, cui come padre rispondo
semplicemente che vi ringrazio con tutto il cuore,e che voi mi farete la cosa
più cara del mondo, se mi aiuterete a salvare l'anima vostra. Voi ben sapete,
amati figliuoli, che vi ho accettati nella Congregazione, ed ho costantemente
usate tutte le possibili sollecitudini a vostro bene per assicurarvi l'eterna
salvezza; perciò, se voi mi aiutate in questa grande impresa, voi fate quanto il
mio paterno cuore possa attendere da voi. Le cose poi che voi dovete
praticare, a fine di riuscire in questo grande progetto, voi potete di leggieri
indovinarle. Osservare le nostre Regole, quelle Regole che Santa Madre
Chiesa si degnò approvare per nostra guida e per il bene dell'anima nostra e
per vantaggio, spirituale e temporale dei nostri amati allievi. Queste Regole
noi le abbiamo lette, studiate, ed ora formano l'oggetto delle nostre promesse,
e dei voti con cui ci, siamo consacrati al Signore. Pertanto io vi raccomando
con tutto l'animo mio, che niuno lasci sfuggire parole di rincrescimento,
peggio ancora, di pentimento di essersi in simile guisa consacrato al Signore.
Sarebbe questo un atto di nera ingratitudine. Tutto quello che abbiamo, o
nell'ordine spirituale o nell'ordine temporale, appartiene a Dio; perciò quando
nella professione religiosa noi ci consacriamo a Lui, non facciamo altro che
offerire a Dio quello che Egli stesso ci ha, per così, dire, imprestato, ma 'che è
di sua assoluta proprietà.
Noi pertanto, recedendo dall'osservanza dei nostri voti, facciamo un furto al
Signore, mentre davanti agli occhi suoi riprendiamo, calpestiamo, profaniamo
quello che gli abbiamo offerto, e' che abbiamo riposto nelle suo sante mani.
Qualcuno di voi potrebbe dire: l'osservanza delle Regole costa fatica in chi le
osserva mal volentieri, in chi ne è trascurato. Ma nei diligenti, in chi ama il

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bene dell'anima, questa osservanza diviene, come dice il Divin Salvatore, un
giogo soave, un peso leggiero : Jugum meum suave est, et onus meum leve.
É poi, miei cari, vogliamo forse andare in Paradiso in carrozza? Noi appunto ci
siam fatti religiosi, non per godere, ma per patire e procurarci meriti per
l'altra vita; ci siamo consecrati a Dio non per comandare, ma per obbedire;
non per attaccarci alle creature, ma per praticare la carità verso il prossimo,
mossi dal solo amor di Dio; non per far una vita agiata, ma per essere poveri
con Gesù Cristo, patire con Gesù Cristo sovra la terra, per farci degni della
sua gloria in Cielo.
Animo adunque, o cari ed amati figli; abbiamo posto la mano all'aratro, stiamo
fermi; niuno di noi si volti indietro a mirare il mondo fallace e traditore.
Andiamo avanti. Ci costerà fatica, ci costerà stenti, fame, sete e forse anche la
morte; noi risponderemo sempre : se diletta la grandezza dei premi, non ci
devono per niente sgomentare le fatiche che dobbiamo sostenere per
meritarceli: Si delectat magnitudo praemiorum, non deterreat certamen
laborum.
Una cosa credo ancora bene di manifestare. Da ogni parte i nostri confratelli
mi scrivono, ed io sarei ben lieto di dare a ciascuno la relativa risposta. Ma ciò
non essendomi possibile, io procurerò di inviare delle lettere con maggior
frequenza; lettere che mentre mi danno agio di aprirvi il mio cuore, potranno
eziandio servire di risposta, anzi di guida a coloro che per santi motivi vivono
in paesi lontani, e perciò non possono di presenza ascoltare la voce di quel
padre che tanto li ama in Gesù Cristo.
La grazia del Signore e la protezione della Santa Vergine Maria siano sempre
con noi, e ci aiutino a perseverare nel divino servizio fino agli ultimi momenti
della vita. Così sia.
Torino, 6 Gennaio 1884.
Aff.mo in G. C.
Sac..GIovANNI Bosco