buonilibri


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DON BOSCO
CIRCOLARI
DIFFUSIONE DEI BUONI LIBRI.
Carissimi figliuoli in G. Cristo,
Il Signore sa quanto vivo sia il mio desiderio di vedervi, di trovarmi in mezzo a
voi, di * parlarvi delle cose nostre, di consolarmi colla reciproca confidenza.
dei nostri cuori. Ma pur troppo, o carissimi figliuoli, la debolezza delle mie
forze, i residui delle antiche malattie, gli urgenti affari che mi chiamano in
Francia, mi impediscono, almeno per ora, di secondare gli impulsi del mio
affetto per voi. Non potendo adunque visitarvi tutti in persona, vengo per
lettera, e son certo che gradirete il ricordo continuo che serbo di voi, di voi
che, come siete la mia speranza, siete pure la mia gloria ed il mio sostegno.
Perciò, desideroso di vedervi ogni giorno più crescere in zelo ed in meriti al
cospetto di Dio, non lascerò di suggerirvi di quando in quando i varii mezzi
che io credo migliori, perché possa riuscire" sempre più fruttuoso il vostro
ministero.
Fra questi quello che io intendo caldamente raccomandarvi, per la gloria di
Dio e la salute delle anime, si è la diffusione dei buoni libri. Io non esito a
chiamare Divino questo mezzo, poiché Dio stesso se ne giovò a rigenerazione
dell'uomo. Furono i libri da esso ispirati che portarono in tutto il mondo la
retta dottrina. Esso volle che in tutte le città e in tutti i villaggi della Palestina
ve ne fossero copie, e che ogni sabbato se ne facesse lettura nelle religiose
assemblee. Sul principio questi libri furono patrimonio solamente del popolo
Ebreo, ma, trasportate le tribù . in cattività nell'Assiria e nella Caldea, ecco la
Santa Scrittura venir tradotta in siro-caldaico e tutta l'Asia centrale
possederla nel proprio linguaggio. Prevalendo la potenza Greca, gli Ebrei
portarono le loro colonie, in ogni angolo della terra, e con esse si
moltiplicarono all'infinito i Libri Santi; e i Settanta, colla loro versione,
.arricchirono con questi eziandio. le biblioteche dei popoli pagani ; sicchè gli
oratori, i poeti, i filosofi di que' tempi attinsero dalla Bibbia non poche verità..
Iddio, principalmente co'sizoi scritti ispirati, preparava il mondo alla venuta
del Salvatore.
Tocca.adunque a noi imitare l'opera del Celeste Padre. I libri buoni, diffusi nel
popolo, sono uno dei mezzi atti a mantenere il regno del Salvatore in tante
anime. I pensieri, i principii, la morale di un libro cattolico sono . sostanza
tratta dai libri divini e dalla tradizione Apostolica. Sono essi tanto più
necessari in quanto che l'empietà e la immoralità oggigiorno si attiene a
quest'arma, .per fare strage nell'ovile di Gesù Cristo , per condurre e per
trascinare in perdizione gli incauti e i disobbedienti. Quindi è necessario
opporre arma ad arma. Aggiungete che il libro, se da un lato non ha quella
forza intrinseca della quale è fornita la parola viva, da un altro lato presenta
vantaggi in certe circostanze anche maggiori. Il buon libro entra persino nelle
case ove non può entrare il sacerdote, è tollerato eziandio dai cattivi come
memoria o come regalo. Presentandosi non arrossisce, trascurato non
s'inquieta, letto insegna verità con calma, disprezzato non si lagna e lascia il
rimorso che talora accende il desiderio di conoscere la verità; mentre esso
è.sempre pronto ad insegnarla. Talora rimane polveroso sovra un tavolino o in

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una biblioteca. Nessuno pensa a lui. Ma vien l'ora della solitudine, o della
mestizia, o del dolore, o della noia, o della necessità di svago, o dell'ansia
dell'avvenire, e questo amico fedele depone la sua polvere, apre i suoi fogli, e
si rinnovano le mirabili conversioni di S. Agostino, del Beato Colombino e di S.
Ignazio. Cortese coi paurosi per rispetto umano, si intrattiene con essi senza
dare sospetto a veruno famigliare coi buoni è sempre pronto a tener
ragionamento; va con essi in ogni istante, in ogni luogo. Quante anime furono
salvate dai libri buoni, quante preservate dall'orrore, quante incoraggiate nel
benel Chi dona un libro buono, non avesse altro merito che destare un
pensiero di Dio, ha già acquistato un merito incomparabile presso Dio. Eppure
quanto di meglio si ottiene! Un libro in una famiglia, se non è letto da' colui a
cui è destinato o donato, è letto dal figlio o dalla figlia, dall'amico o dal vicino.
Un libro in un paese talora passa nelle mani di cento persone. Iddio solo
conosce il bene che produce un libro in una città, in una biblioteca circolante,
in una società d'operai, in un ospedale, donato come pegno di amicizia. Nè
bisogna temere che un libro possa essere da certuni rifiutato perchè buono. Al
contrario. Un nostro Confratello, tutte le volte che a Marsiglia andava sui moli
di quel porto, recava sue provviste di libri buoni da regalare ai facchini, agli
artigiani, ai marinai. Or bene, questi libri furono sempre accolti con gioia e
riconoscenza, e talora erano letti subito con viva curiosità.
Premesse queste osservazioni e ommessene molte altre che voi stessi già
conoscete, vi pongo sott' occhio le ragioni per cui dovete essere animati a
procurare con tutte le forze e con tutti i mezzi la diffusione dei buoni libri, non
solo come Cattolici, ma specialmente come Salesiani
1. Fu questa una fra le precipue imprese che mi affidò la Divina Provvidenza;,
e voi sapete come io dovetti occuparmene con istancabile lena, non ostante le
mille altre mie occupazioni. L'odio rabbioso dei nemici del bene, le
persecuzioni contro la mia persona dimostrarono, come l'errore vedesse in
questi libri un formidabile avversario e per ragione contraria un'impresa
benedetta da Dio.
2. Infatti la mirabile diffusione di questi libri è un argomento per provare
l'assistenza speciale di Dio. In meno di trent'anni sommano circa a venti
milioni i fascicoli o volumi da noi sparsi tra il popolo. Se qualche libro sarà
rimasto trascurato, altri avranno avuto ciascuno un centinaio di lettori, e
quindi il numero di coloro, ai quali i nostri libri fecero del bene, si può credere
con certezza di, gran lunga maggiore del numero dei volumi. pubblicati.
3. Questa diffusione dei buoni libri è uno dei fini principali della nostra
Congregazione. L'articolo 7 del paragrafo primo delle nostre Regole dice dei
Salesiani: «Si adopereranno a DIFFONDERE BUONI LIBRI nel popolo,
usando» tutti quei mezzi che la carità cristiana inspira. Colle parole e COGLI
SCRITTI cercheranno di porre un argine all'empietà ed all'eresia, che in tante
guise tenta insinuarsi fra i rozzi e gli ignoranti. A questo scopo devono
indirizzarsi le prediche le quali di tratto in tratto si tengono al popolo, i tridui,
le novene e LA DIFFUSIONE DEI BUONI LIBRI. »
4. Perciò fra questi libri che si devono diffondere, io propongo di tenerci a
quelli, che hanno fama di essere buoni, morali e religiosi, e debbonsi preferire
le opere. uscite dalle nostre tipografie, sia perché il vantaggio materiale che
ne ' proverrà si muta in carità, col mantenimento di tanti nostri poveri
giovanetti, sia perché le nostre pubblicazioni tendono a formare un sistema
ordinato, che abbraccia su vasta scala tutte le classi che formano l'umana

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società. Non mi fermo su questo punto; piuttosto con vera compiacenza vi
accenno una classe sola, quella dei giovanetti alla quale sempre ho cercato di
far del bene, non solo colla parola viva, ma colle stampe. Colle LETTURE
CATTOLICHE, mentre desiderava istruire tutto il popolo, avea di mira di
entrar nelle case, far conoscere lo spirito dominante nei nostri Collegi e trarre
alla virtù i giovanetti, specialmente colle biografie di Savio, di Besucco e:
simili.
Col GIOVANE PROVVEDUTO ebbi in mira di condurli in chiesa, loro istillare lo
spirito di pietà e innamorarli della frequenza dei Sacramenti. Colla collezione
dei classici italiani e latini emendati e colla STORIA D'ITALIA e con altri libri
storici o letterarii, volli assidermi al loro fianco nella scuola e preservarli da
tanti errori e da tante passioni, che loro riuscirebbero fatali pel tempo e per
l'eternità. Bramava, come una volta essere loro compagno nelle ore della
ricreazione, e ho meditato di ordinare una serie di libri ameni che spero non
tarderà a venire alla luce. Finalmente col BOLLETTINO SALESIANO, fra i
molti miei fini, ebbi anche questo di tener vivo nei giovanetti ritornati nelle
loro famiglie l'amore allo spirito di S. Francesco di Sales e alle sue massimo, e
di loro stessi fare i salvatori di altri giovanetti. Non vi dico che io abbia
raggiunto il mio ideale di perfezione : vi dirò bensì che a voi tocca coordinarlo
in modo, che sia completo in tutte le sue parti.
Vi prego e vi scongiuro adunque. di non trascurare questa parte
importantissima della nostra missione. Incominciatela non solo fra gli stessi
giovanetti che la Provvidenza vi ha affidati, ma colle vostre parole e col vostro
esempio fate di questi altrettanti apostoli della diffusione dei buoni libri.
Al principio dell'anno gli alunni, specialmente i nuovi, si accendono di
entusiasmo alla proposta di queste nostre associazioni, tanto più vedendo che
si tratta di corrispondere con una esigua somma. Procurate però che siano
spontanee e non in qualsivoglia modo imposte le loro adesioni, e con ragionate
esortazioni inducete i giovani ad associarsi, non solo in vista del bene che
questi libri faranno ad essi,. ma eziandio riguardo al bene che con questi
possono fare agli altri, mandandoli a casa di mano in mano che son pubblicati,
al padre, alla madre, ai fratelli, ai benefattori. Eziandio i parenti poco
praticanti la religione restano commossi a questo ricordo di un figlio, di un
fratello lontano, e facilmente si inducono a leggere il libro, se non altro, per
curiosità. Procurino però che queste spedizioni non prendano mai l'aspetto di
predica o di lezione ai parenti, ma sempre e solo di caro dono é di affettuosa
memoria. Ritornati poi a casa, col regalarli agli amici, coll'imprestarli ai
parenti, col darli per compenso. di qualche servigio, col cederli al parroco,
pregando che li distribuisca, col procurare:e nuovi associati, si sforzino di
accrescere i meriti delle loro opere buone.
Persuadetevi, o cari miei figliuoli, che simili industrie attireranno su di voi e
sui nostri fanciulli le benedizioni più elette del Signore.
Finisco : la conclusione di questa lettera deducetela voi, col procurare che i
nostri giovani attingano i morali e cristiani principii, specialmente dalle nostre
produzioni, evitando il disprezzare i libri degli altri. Debbo però dirvi che
provai grave pena al cuore, quando seppi che in alcune nostre Case le opere
da noi stampate, appositamente per la gioventù, fossero talvolta sconosciute o
tenute in nessun conta Non amate e non fate amare dagli altri quella scienza,
che al dire dell'Apostolo in fiat, e rammentatevi che S. Agostino, divenuto
Vescovo, benché esimio maestro di belle lettere ed oratore eloquente,

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preferiva le improprietà di lingua e la niuna eleganza di stile, al rischio di non
essere inteso dal popolo.
La grazia del Nostro Signore Gesù Cristo sia sempre
con voi. Pregate per me.
Torino, 19 Marzo, festa di S. Giuseppe, 1885.
A f mo in G. C.
Sac. GIOVANNI Bosco.