COSTITUZIONI
della Società di san Francesco di Sales
Editrice S.D.B.
Edizione extra commerciale
Direzione Generale Opere Don Bosco Via della Pisana, 1111 Casella Postale 18333 00163 Roma
Tipolitografia Istituto Salesiano Pio XI - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma Tel. 06.78.27.819 - Fax 06.78.48.333 - E-mail: tipolito@donbosco.it Finito di stampare: aprile 2015
PRESENTAZIONE
Eccovi finalmente, cari confratelli, la nostra Regola di vita rinnovata e approvata.
Vi viene offerta in un manuale che deve accompagnare ogni salesiano come la sua carta d’identità.
Contiene le Costituzioni della Società di san Francesco di Sales, nostro «codice fondamentale» ripensato e rielaborato secondo le esigenze del Vaticano II (cfr «Ecclesiae Sanctae» II, 1, 12-14).
Contiene inoltre lo statuto aggiornato dei Regolamenti generali, che formano parte integrante del diritto particolare della nostra Società.
Contiene infine alcuni scritti del nostro Padre san Giovanni Bosco, ricchi della sua esperienza spirituale.
L’ampiezza e la serietà della revisione del testo, compiuta da tutta la Congregazione durante un lungo processo di anni caratterizzati dal lavoro di ben tre Capitoli generali (20°, 21°, 22°), assicurano la continuità con le origini, il carattere ecclesiale della consacrazione apostolica salesiana e la innata propensione all’universalità della missione di Don Bosco nel mondo.
Il 25 novembre 1984 solennità di Cristo Re, la Sede Apostolica ha approvato le presenti Costituzioni, dichiarando autorevolmente, ancora una volta, «l’autenticità della via evangelica tracciata dal Fondatore».
Esse descrivono le ricchezze spirituali della nostra tradizione salesiana; ne definiscono il progetto apostolico; tracciano la via della nostra santificazione, e ci invitano a testimo‑
6Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
L’8 dicembre 1984, solennità dell’Immacolata Concezione, data «in cui ebbero principio e compimento tutte le nostre cose più grandi», il Rettor Maggiore ha promulgato questo prezioso testo rielaborato.
Mentre accogliamo la nostra Regola di vita con la riconoscenza e la speranza di chi riceve il «testamento vivo di Don Bosco» dalle mani stesse della Vergine Ausiliatrice, apriamo il nostro animo al ringraziamento e alla preghiera:
— Ti rendiamo grazie, Padre,
perché ci hai chiamati per nome, uno per uno,
da tutti i continenti
per essere nella Chiesa segni e portatori del tuo amore.
Hai fatto sgorgare anche per noi
dal cuore stesso di Cristo, tuo apostolo,
quella carità pastorale
che contrassegna il nostro ardore ecclesiale
con il dono della predilezione verso i giovani.
Ti adoriamo con filiale gratitudine
perché il tuo Paraclito, lo Spirito del Signore,
ci accompagna con la grazia della sua consacrazione
nel vivere ogni giorno la totalità del nostro dono,
rinnovando il mistero dell’Alleanza battesimale
per una sua espressione più intima e piena.
— Concedici, Padre misericordioso,
di saper percorrere fino alla meta, guidati da Maria,
questa via che conduce all’Amore.
Nella professione religiosa
hai fatto sbocciare in noi un’esaltante novità,
che è oblazione, azione di salvezza, liturgia della vita.
Presentazione7
attraverso il progetto di questa Regola,
il cuore indiviso del tuo Unigenito;
permea la nostra libertà con la potenza del tuo Spirito
affinché tutti noi, che stiamo con Don Bosco,
possiamo fedelmente adempiere con il tuo aiuto
ciò che per tuo dono abbiamo promesso con gioia.
Don Egidio Viganò
Rettor Maggiore
Roma, 8 dicembre 1984,
Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
PRESENTAZIONE DELLA TERZA EDIZIONE
Carissimi confratelli,
Sono trascorsi 31 anni dalla promulgazione del testo rinnovato e approvato della nostra Regola di Vita, frutto di ben tre Capitoli Generali in risposta alla richiesta del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Come diceva nella presentazione il Rettor Maggiore Don Egidio Viganò, le Costituzioni e i Regolamenti “descrivono le ricchezze spirituali della nostra tradizione; ne definiscono il progetto apostolico; tracciano la via della nostra santificazione e ci invitano a testimoniarla come il dono più prezioso che possiamo offrire ai giovani”.
Questo testo conserva tutta la sua validità e tutta la sua ricchezza, e va dunque conosciuto, meditato, pregato e realizzato nella vita. Tuttavia, cercando di accordare la Regola di vita ai nuovi bisogni della Congregazione, durante gli ultimi Capitoli Generali 23°, 24°, 25°, 26° e 27° si sono apportate alcune modifiche ritenute opportune, approvate poi dalla Santa Sede.
Rispetto alle nostra Regola di vita, rinnovata nel 1984, in questa terza edizione nelle Costituzioni si sono introdotti cambiamenti agli articoli 5, 95, 128, 132 (14), 133, 134, 137, 142, 151 (8), nei Regolamenti Generali agli articoli 3, 13, 24, 38, 76, 107, 114, 127, e 128, e, di conseguenza, nell’Indice Analitico alle parole Centro/i, Direttorio/i, Exallievi, Famiglia Salesiana, Salesiani Cooperatori, Vicario del Rettor Maggiore.
Presentazione9
Don Ángel Fernàndez Artime
Rettor Maggiore
Roma, 16 agosto 2015
Bicentenario della nascita di Don Bosco
SIGLE E ABBREVIAZIONI
Sacra Scrittura
ApApocalisse di S. Giovanni
AtAtti degli Apostoli
ColLettera di S. Paolo ai Colossesi
1 CorPrima lettera di S. Paolo ai Corinzi
2 CorSeconda lettera di S. Paolo ai Corinzi
EbLettera agli Ebrei
EfLettera di S. Paolo agli Efesini
EzEzechiele
FilLettera di S. Paolo ai Filippesi
GalLettera di S. Paolo ai Galati
GnGenesi
GvVangelo di S. Giovanni
1 GvPrima lettera di S. Giovanni
IsIsaia
LcVangelo di S. Luca
McVangelo di S. Marco
MtVangelo di S. Matteo
1 PtPrima lettera di S. Pietro
PrvProverbi
QoQoelet = Ecclesiaste
RmLettera di S. Paolo ai Romani
SalSalmi
1 Sam Primo libro di Samuele
SapSapienza
SirSiracide = Ecclesiastico
1 TmPrima lettera di S. Paolo a Timoteo
1 TsPrima lettera di S. Paolo ai Tessalonicesi
Sigle e abbreviazioni11
Documenti della Chiesa
AAApostolicam actuositatem, Decreto del Concilio Vati‑
cano II
AGAd gentes, Decreto del Concilio Vaticano II
CICCodex luris Canonici
ENEvangelii nuntiandi, Esortazione apostolica di Paolo VI,
1975
ETEvangelica
testificatio, Esortazione apostolica di Paolo
VI,
1971
GSGaudium et spes, Costituzione del Concilio Vaticano II
IGLHInstitutio generalis de liturgia horarum
IMInter mirifica, Decreto del Concilio Vaticano II
LGLumen gentium, Costituzione del ConciIio Vaticano II
MRMutuae relationes, Note direttive SCRIS - Sacra Congre‑
gazione per i vescovi, 1978
PCPerfectae caritatis, Decreto del Concilio Vaticano II
POPresbyterorum ordinis, Decreto del Concilio Vaticano II
RDRedemptionis donum, Esortazione apostolica di Giovan‑
ni Paolo II, 1984
SCSacrosantum
Concilium, Costituzione del Concilio Vati‑
cano
II
Fonti Salesiane
ASCArchivio salesiano centrale
CCostituzioni della Società di san Francesco di Sales
C 1875 Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales, Torino 1875 (OE XXVII, 10-99)
DBDon Bosco
MBMemorie biografiche (19 volumi)
MOMemorie dell’Oratorio di S. Francesco di Sales
OEOpere edite
RRegolamenti Generali
R 1924 Regolamenti della Società salesiana - 1924 DON RUA Lettere circolari di Don Rua
Il libro della Regola è per noi Salesiani il testamento vivo di Don Bosco. Egli ci dice: «Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire con l’esatta osservanza delle nostre Costituzioni».1
Don Michele Rua, primo successore di Don Bosco, ci ripete: - Quando il nostro Padre inviò i suoi primi figli in America, volle che la fotografia lo rappresentasse in mezzo a loro nell’atto di consegnare a don Giovanni Cagliero, capo della spedizione, il libro delle Costituzioni, come dicesse: «Vorrei accompagnarvi io stesso, ma quello che non posso fare io, lo faranno queste Costituzioni. Custoditele come preziosissimo tesoro!».2
1 MB XVII, 258.
2 cfr DON RUA, L 1.12.1909.
Parte Prima
I salesiani di Don Bosco
nella Chiesa
I. LA SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES
«Io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura ...Io susciterò per loro un pastore unico... Egli le condurrà al pascolo, sarà il loro pastore» (Ez 34,11.23).
L’azione
di Dio nella fondazione e nella vita della nostra Società
Formò in lui un cuore di padre e di maestro, capace di una dedizione totale: «Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani».'
Per prolungare nel tempo la sua missione lo guidò nel dar vita a varie forze apostoliche, prima fra tutte la nostra Società.
La Chiesa ha riconosciuto in questo l’azione di Dio, soprattutto approvando le Costituzioni e proclamando santo il Fondatore.
Da questa presenza attiva dello Spirito attingiamo l’energia per la nostra fedeltà e il sostegno della nostra speranza.
1 cfr MO, 16.
2 MB II 45.
' MB XVIII, 258.
18Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Natura
e missione della nostra Società
Nel compiere questa missione, troviamo la via della nostra santificazione.
La
nostra consacrazione apostolica
Con la professione religiosa offriamo a Dio noi stessi per camminare al seguito di Cristo e lavorare con Lui alla costruzione del Regno. La missione apostolica, la comunità fraterna e la pratica dei consigli evangelici sono gli elementi inseparabili della nostra consacrazione, vissuti in un unico movimento di carità verso Dio e verso i fratelli.
La missione dà a tutta la nostra esistenza il suo tono concreto, specifica il compito che abbiamo nella Chiesa e determina il posto che occupiamo tra le famiglie religiose.
1 cfr LG 44.
I salesiani di Don Bosco nella Chiesa19
La
forma della nostra Società
Siamo riconosciuti nella Chiesa come istituto religioso clericale, di diritto pontificio, dedito alle opere di apostolato.1
Don Bosco, ispirandosi alla bontà e allo zelo di san Francesco di Sales, ci ha dato il nome di Salesiani2 e ci ha indicato un programma di vita nella massima: «Da mihi animas, cetera tolle».3
1 cfr PC 8; CIC, can. 675,1. 2cfr MB V, 9.
3 cfr MB XVII, 365, 366, 280.
La
nostra Società nella Famiglia salesiana
Egli stesso, oltre la Società di san Francesco di Sales, fondò l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e l’Associazione dei Salesiani Cooperatori che, vivendo nel medesimo spirito e in comunione fra loro, continuano la missione da lui iniziata, con vocazioni specifiche diverse. Insieme a questi gruppi e ad altri nati in seguito formiamo la Famiglia salesiana.1
In essa, per volontà del Fondatore, abbiamo particolari responsabilità: mantenere l’unità dello spirito e stimolare il dialogo e la collaborazione fraterna per un reciproco arricchimento e una maggiore fecondità apostolica.
20Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
R
36-41.147
La
nostra Società nella Chiesa
Fedeli agli impegni che Don Bosco ci ha trasmesso siamo evangelizzatori dei giovani, specialmente dei più poveri; abbiamo una cura particolare per le vocazioni apostoliche; siamo educatori della fede negli ambienti popolari, in particolare con la comunicazione sociale; annunciamo il Vangelo ai popoli che non lo conoscono.
Contribuiamo in tal modo a edificare la Chiesa come Corpo di Cristo affinché, anche per mezzo nostro, si manifesti al mondo come «sacramento universale della salvezza».1
1 LG 48; GS 45.
La
nostra Società nel mondo contemporaneo
I salesiani di Don Bosco nella Chiesa21
Le necessità dei giovani e degli ambienti popolari, la volontà di agire con la Chiesa e in suo nome muovono e orientano la nostra azione pastorale per l’avvento di un mondo più giusto e più fraterno in Cristo.
1 cfr GS 1.
La
presenza di Maria nella nostra Società
Ci affidiamo a Lei, umile serva in cui il Signore ha fatto grandi cose,3 per diventare tra i giovani testimoni dell’amore inesauribile del suo Figlio.
1 cfr MB VII, 334; XVII, 258; XVIII, 439.
2 DB, Maraviglie della Madre di Dio, Torino 1868, p. 45; (OE XX, 237).
3 cfr Lc 1,48-49.
Patroni
e Protettori della nostra Società
Don Bosco ha affidato la nostra Società in modo speciale, oltre che a Maria, costituita da lui patrona principale,2 a san Giuseppe e a san Francesco di Sales, pastore zelante e dottore della carità.
22Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
1 cfr LG 49.
2 cfr C 1875, V, 6.
II. LO SPIRITO SALESIANO
«Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi» (Fil 4,9).
La
carità pastorale al centro del nostro spirito
Il suo centro e la sua sintesi è la carità pastorale, caratterizzata da quel dinamismo giovanile che si rivelava così forte nel nostro Fondatore e alle origini della nostra Società: è uno slancio apostolico che ci fa cercare le anime e servire solo Dio.
Il
Cristo del Vangelo sorgente del nostro spirito
Nella lettura del Vangelo siamo più sensibili a certi lineamenti della figura del Signore: la gratitudine al Padre per il dono della vocazione divina a tutti gli uomini; la predilezione per i piccoli e i poveri; la sollecitudine nel predicare, guarire, salvare sotto l’urgenza del Regno che viene; l’atteggiamento del Buon Pastore che conquista con la mitezza e il dono di sé; il desiderio di radunare i discepoli nell’unità della comunione fraterna.
' cfr LG 3; AG 3.
24Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Unione con Dio |
Coltiva l’unione con Dio, avvertendo l’esigenza di pregare senza sosta in dialogo semplice e cordiale con il Cristo vivo e con il Padre che sente vicino. Attento alla presenza dello Spirito e compiendo tutto per amore di Dio, diventa, come Don Bosco, contemplativo nell’azione. |
1 Gv 15,5.
Senso di Chiesa |
Ci sentiamo parte viva di essa e coltiviamo in noi e nelle nostre comunità una rinnovata coscienza ecclesiale. La esprimiamo nella filiale fedeltà al successore di Pietro e al suo magistero, e nella volontà di vivere in comunione e collaborazione con i vescovi, il clero, i religiosi e i laici. Educhiamo i giovani cristiani a un autentico senso di Chiesa e lavoriamo assiduamente per la sua crescita. Don Bosco ci ripete: «Qualunque fatica è poca, quando si tratta della Chiesa e del Papato».1 1 MB V, 577. |
I salesiani di Don Bosco nella Chiesa25
Predilezione
per i giovani
Per il loro bene offriamo generosamente tempo, doti e salute: «Io per voi studio, per voi lavoro, per voi vivo, per voi sono disposto anche a dare la vita».2
1 DB, Il Giovane Provveduto, Torino 1847, p. 7; (OE Il, 187).
2 DON RUFFINO, Cronaca dell’Oratorio, ASC 110, quaderno 5, p. 10.
Amorevolezza
salesiana
Il suo affetto è quello di un padre, fratello e amico, capace di creare corrispondenza di amicizia: è l’amorevolezza tanto raccomandata da Don Bosco.
La sua castità e il suo equilibrio gli aprono il cuore alla paternità spirituale e lasciano trasparire in lui l’amore preveniente di Dio.
1 DB, Esercizio di divozione alla misericordia di Dio, Torino 1847, p, 81; (OE II, 151).
Spirito
di famiglia
26Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Tale testimonianza suscita nei giovani il desiderio di conoscere e seguire la vocazione salesiana.
1 cfr MB XVII, 110.
Ottimismo e gioia |
17. Il salesiano non si lascia scoraggiare dalle difficoltà, perché ha piena fiducia nel Padre: «Niente ti turbi»,1 diceva Don Bosco. Ispirandosi all’umanesimo di san Francesco di Sales, crede nelle risorse naturali e soprannaturali dell’uomo, pur non ignorandone la debolezza. Coglie i valori del mondo e rifiuta di gemere sul proprio tempo: ritiene tutto ciò che è buono,2 specie se gradito ai giovani. Poiché annuncia la Buona Novella, è sempre lieto.3 Diffonde questa gioia e sa educare alla letizia della vita cristiana e al senso della festa: «Serviamo il Signore in santa allegria».4 1 MB VII, 524. 2 cfr 1 Ts 5,21. 3 cfr Fil 3,1. 4 DB, Il Giovane Provveduto, Torino 1847, p. 6; (OE II, 186). |
Lavoro e temperanza |
I salesiani di Don Bosco nella Chiesa27 18. «Il lavoro e la temperanza faranno fiorire la Congregazione»;1 la ricerca delle comodità e delle agiatezze ne sarà invece la morte.2 Il salesiano si dà alla sua missione con operosità instancabile, curando di far bene ogni cosa con semplicità e misura. Con il suo lavoro sa di partecipare all’azione creativa di Dio e di cooperare con Cristo alla costruzione del Regno. La temperanza rafforza in lui la custodia del cuore e il dominio di sé e lo aiuta a mantenersi sereno. Non cerca penitenze straordinarie, ma accetta le esigenze quotidiane e le rinunce della vita apostolica: è pronto a sopportare il caldo e il freddo, la sete e la fame, le fatiche e il disprezzo, ogni volta che si tratti della gloria di Dio e della salvezza delle anime.3 1 MB XII, 466. 2 cfr MB XVII, 272. 3 cfr C 1875, XIII, 13. |
Creatività e flessibilità |
19. Il salesiano è chiamato ad avere il senso del concreto ed è attento ai segni dei tempi, convinto che il Signore si manifesta anche attraverso le urgenze del momento e dei luoghi. Di qui il suo spirito di iniziativa: «Nelle cose che tornano a vantaggio della pericolante gio‑ |
28Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
La risposta tempestiva a queste necessità lo induce a seguire il movimento della storia e ad assumerlo con la creatività e l’equilibrio del Fondatore, verificando periodicamente la propria azione.
' MB XIV, 662.
Sistema
Preventivo e spirito salesiano
Don Bosco ce lo trasmette come modo di vivere e di lavorare per comunicare il Vangelo e salvare i giovani con loro e per mezzo di loro. Esso permea le nostre relazioni con Dio, i rapporti personali e la vita di comunità, nell’esercizio di una carità che sa farsi amare.
Don Bosco nostro modello |
21. Il Signore ci ha donato Don Bosco come padre e maestro. Lo studiamo e lo imitiamo, ammirando in lui uno splendido accordo di natura e di grazia. |
I
salesiani di Don Bosco nella Chiesa29
Questi due aspetti si sono fusi in un progetto di vita fortemente unitario: il servizio dei giovani. Lo realizzò con fermezza e costanza, fra ostacoli e fatiche, con la sensibilità di un cuore generoso. «Non diede passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa che non avesse di mira la salvezza della gioventù... Realmente non ebbe a cuore altro che le anime».2
1 Eb 11,27.
2 DON RUA, 1 24.8.1894.
III. LA PROFESSIONE DEL SALESIANO
«Gesù disse loro: Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini. E subito, lasciate le reti, lo seguirono» (Mc 1,17-18).
Vocazione
personale del salesiano
La Società lo riconosce nella sua vocazione e lo aiuta a svilupparla. Egli, come membro responsabile, mette se stesso e i propri doni al servizio della vita e dell’azione comune.
Ogni chiamata manifesta che il Signore ama la Congregazione, la vuole viva per il bene della sua Chiesa e non cessa di arricchirla di nuove energie apostoliche.
Significato |
23. La professione religiosa è un segno dell’incontro di amore tra il Signore che chiama e il discepolo che risponde donandosi totalmente a Lui e ai fratelli. È una scelta tra le più alte per la coscienza di un credente, un atto che riprende e riconferma il mistero dell’alleanza battesimale per una sua espressione più intima e piena. Obbligandosi pubblicamente di fronte alla |
I salesiani di Don Bosco nella Chiesa31
Chiesa, mediante il cui ministero viene consacrato più intimamente al servizio di Dio,1 il salesiano inizia una vita nuova che si realizza in un servizio di dedizione permanente ai giovani.2
Nella professione si esprime anche l’impegno reciproco del professo che entra nella Società e di questa che lo accoglie con gioia.
1 cfr MR 8; LG 44.
2 cfr LG 44; PC 5; CIC, can. 654.
Formula della professione |
24. La formula della nostra professione è la seguente: Dio Padre, Tu mi hai consacrato a Te nel giorno del Battesimo. In risposta all’amore del Signore Gesù tuo Figlio, che mi chiama a seguirlo più da vicino, e condotto dallo Spirito Santo che è luce e forza, io, N.N. in piena libertà mi offro totalmente a Te, impegnandomi a donare tutte le mie forze a quelli a cui mi manderai, specialmente ai giovani più poveri, a vivere nella Società salesiana in fraterna comunione di spirito e di azione, e a partecipare in questo modo alla vita e alla missione della tua Chiesa. |
32Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
alla presenza dei miei fratelli,
davanti a N.N., Rettor Maggiore
della Società di san Francesco di Sales
(oppure: davanti a... che fa le veci del Rettor Maggiore
della Società di san Francesco di Sales)
faccio voto per sempre
di vivere obbediente, povero e casto, secondo la via evangelica
tracciata nelle Costituzioni salesiane.
La tua grazia, Padre,
l’intercessione di Maria SS. Ausiliatrice,
di san Giuseppe, di san Francesco di Sales,
di san Giovanni Bosco,
e i miei fratelli salesiani
mi assistano ogni giorno
e mi aiutino ad essere fedele.
Per i professi temporanei:
Per questo
alla presenza dei miei fratelli,
davanti a N.N., Rettor Maggiore
della Società di san Francesco di Sales
(oppure: davanti a... che fa le veci del Rettor Maggiore
della Società di san Francesco di Sales), pur avendo l’intenzione di offrirmi a Te per tutta la vita,
secondo le disposizioni della Chiesa,
I salesiani di Don Bosco nella Chiesa33
La professione fonte di santificazione |
faccio voto per... anni di vivere obbediente, povero e casto, secondo la via evangelica tracciata nelle Costituzioni salesiane. La tua grazia, Padre, l’intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, di san Giuseppe, di san Francesco di Sales, di san Giovanni Bosco, e i miei fratelli salesiani mi assistano ogni giorno e mi aiutino ad essere fedele. Il Superiore risponde: A nome della Chiesa e della Società salesiana, ti accolgo come confratello impegnato con voti perpetui (o temporanei) tra i salesiani di Don Bosco. 25. L’azione dello Spirito è per il professo fonte permanente di grazia e sostegno nello sforzo quotidiano per crescere nell’amore perfetto di Dio e degli uomini.1 I confratelli che hanno vissuto o vivono in pienezza il progetto evangelico delle Costituzioni sono per noi stimolo e aiuto nel cammino di santificazione. La testimonianza di questa santità, che si attua nella missione salesiana, rivela il valore unico delle beatitudini, ed è il dono più prezioso che possiamo offrire ai giovani. 1 cfr PC 1. |
Parte Seconda
Inviati ai giovani in comunità al seguito di Cristo
IV. INVIATI AI GIOVANI
I DESTINATARI DELLA NOSTRA MISSIONE
«Vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore e si mise a insegnare loro molte cose» (Mc 6,34).
I
giovani a cui siamo inviati
Chiamati alla medesima missione, ne avvertiamo l’estrema importanza: i giovani vivono un’età in cui fanno scelte di vita fondamentali che preparano l’avvenire della società e della Chiesa.
Con Don Bosco riaffermiamo la preferenza per la «gioventù povera, abbandonata, pericolante»,1 che ha maggior bisogno di essere amata ed evangelizzata, e lavoriamo specialmente nei luoghi di più grave povertà.
R
1.3.11.15.26
I giovani del mondo del lavoro |
27. I giovani degli ambienti popolari che si avviano al lavoro e i giovani lavoratori spesso incontrano difficoltà e sono facilmente esposti ad ingiustizie. |
38Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
R 2della vita sociale.
I giovani chiamati per un servizio nella Chiesa |
Siamo convinti che tra i giovani molti sono ricchi di risorse spirituali e presentano germi di vocazione apostolica. Li aiutiamo a scoprire, ad accogliere e a maturare il dono della vocazione laicale, consacrata, sacerdotale, a beneficio di tutta la Chiesa e della Famiglia salesiana. |
Con pari diligenza curiamo le vocazioni
R 9.16.17adulte.
Negli ambienti popolari |
Riconosciamo i valori evangelici di cui sono portatori e il bisogno che hanno di essere accompagnati nello sforzo di promozione umana e di crescita nella fede. Li sosteniamo quindi con «tutti quei mezzi che la carità cristiana inspira».1 |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo39
R 14.25.26dell’uomo.
I popoli non ancora evangelizzati |
1 C 1875, 1, 7. 2 cfr GS 52. 30. I popoli non ancora evangelizzati sono stati oggetto speciale della premura e dello slancio apostolico di Don Bosco. Essi continuano a sollecitare e a mantenere vivo il nostro zelo: ravvisiamo nel lavoro missionario un lineamento essenziale della nostra Congregazione. Con l’azione missionaria compiamo un’opera di paziente evangelizzazione e fondazione della Chiesa in un gruppo umano.1 Questa opera mobilita tutti gli impegni educativi e pastorali propri del nostro carisma. |
Sull’esempio del Figlio di Dio che si è fatto in tutto simile ai suoi fratelli, il missionario salesiano assume i valori di questi popoli e condi‑
R 18-24vide le loro angosce e speranze.2
1 cfr AG 6.
2 cfr AG 3,12,26.
40Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
«Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19).
La promozione integrale |
31. La nostra missione partecipa a quella della Chiesa che realizza il disegno salvifico di Dio, l’avvento del suo Regno, portando agli uomini il messaggio del Vangelo intimamente unito allo sviluppo dell’ordine temporale.1 |
Educhiamo ed evangelizziamo secondo un progetto di promozione integrale dell’uomo, orientato a Cristo, uomo perfetto.2 Fedeli alle intenzioni dei nostro Fondatore, miriamo a
R 4.5,22formare «onesti cittadini e buoni cristiani».3
1 cfr EN 31.
2 cfr GS 41,
3 Piano di Regolamento per l’Oratorio, 1854 (MB II, 46).
Promozione personale |
32. Come educatori collaboriamo con i giovani per sviluppare le loro capacità e attitudini fino alla piena maturità. Nelle varie circostanze condividiamo con essi il pane, promuoviamo la loro competenza professionale e la formazione culturale. |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo41
R 4.6tici che li orientano al dialogo e al servizio.
Promozione sociale e collettiva |
Lavoriamo in ambienti popolari e per i giovani poveri. Li educhiamo alle responsabilità morali, professionali e sociali, collaborando con loro, e contribuiamo alla promozione del gruppo e dell’ambiente. Partecipiamo in qualità di religiosi alla testimonianza e all’impegno della Chiesa per la giustizia e la pace. Rimanendo indipendenti da ogni ideologia e politica di partito, rifiutiamo tutto ciò che favorisce la miseria, l’ingiustizia e la violenza, e cooperiamo con quanti costruiscono una società più degna dell’uomo. |
La promozione, a cui ci dedichiamo in spirito evangelico, realizza l’amore liberatore di Cristo e costituisce un segno della presenza del
R 6.26Regno di Dio.
Evangelizzazione e catechesi |
|
42Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Come Don Bosco, siamo chiamati tutti e in ogni occasione a essere educatori alla fede. La nostra scienza più eminente è quindi conoscere Gesù Cristo e la gioia più profonda è rivelare a tutti le insondabili ricchezze del suo mistero.2
Camminiamo con i giovani per condurli alla persona del Signore risorto affinché, scoprendo in lui e nel suo Vangelo il senso supremo della propria esistenza, crescano come uomini nuovi.
La Vergine Maria è una presenza materna in questo cammino. La facciamo conoscere e amare come Colei che ha creduto,3 aiuta e
R 7infonde speranza.
Iniziazione alla vita ecclesiale |
1 MB IX, 61. 2 cfr Ef 3,819. 3 cfr Lc 1,45. 35. Avviamo i giovani a fare esperienza di vita ecclesiale con l’ingresso e la partecipazione a una comunità di fede. Per questo animiamo e promuoviamo gruppi e movimenti di formazione e di azione apostolica e sociale. In essi i giovani crescono nella consapevolezza delle proprie responsabilità e imparano a dare il loro apporto insostituibile alla trasformazione del mondo e alla |
Quest’opera
di collaborazione al disegno di
vita della Chiesa, diventando essi stessi «i pri‑
R 8mi e immediati apostoli dei giovani».1
1 AA 12.
Iniziazione alla vita liturgica |
Insieme con essi celebriamo l’incontro con Cristo nell’ascolto della Parola, nella preghiera e nei sacramenti. |
L’Eucarestia e la Riconciliazione, celebrate assiduamente, offrono risorse di eccezionale valore per l’educazione alla libertà cristiana, alla conversione del cuore e allo spirito di condivisione e di servizio nella comunità ec‑
R 7clesiale.
1 cfr SC 10.
Orientamento alle scelte vocazionali |
Il clima di famiglia, di accoglienza e di fede, creato dalla testimonianza di una comunità che si dona con gioia, è l’ambiente più efficace per la scoperta e l’orientamento delle vocazioni. |
44Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
R 9.16.17nella direzione spirituale.
Il Sistema Preventivo nella nostra missione |
«Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l’amorevolezza»:1 fa appello non alle costrizioni, ma alle risorse dell’intelligenza, del cuore e del desiderio di Dio, che ogni uomo porta nel profondo di se stesso. Associa in un’unica esperienza di vita educatori e giovani in un clima di famiglia, di fiducia e di dialogo. |
Imitando la pazienza di Dio, incontriamo i giovani al punto in cui si trova la loro libertà. Li accompagniamo perché maturino solide convinzioni e siano progressivamente responsabili nel delicato processo di crescita della
R 4.5.13.15loro umanità nella fede.
1 MB XIII, 919.
L’assistenza come atteggiamento e metodo |
|
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo45
Questa presenza ci apre alla conoscenza vitale del mondo giovanile e alla solidarietà con tutti gli aspetti autentici del suo dinamismo.
1 MB IV, 654.
CRITERI DI AZIONE SALESIANA
«Pur essendo libero da tutti, mi son fatto servo di tutti per guadagnare il maggior numero... Mi son fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi son fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno» (1 Cor 9,19.22).
L’oratorio di Don Bosco criterio permanente |
40. Don Bosco visse una tipica esperienza pastorale nel suo primo oratorio, che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria. Nel compiere oggi la nostra missione, l’esperienza di Valdocco rimane criterio permanen‑ |
46Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Criteri
ispiratori per le nostre attività e opere
Attuiamo la carità salvifica di Cristo, organizzando attività e opere a scopo educativo pastorale, attenti ai bisogni dell’ambiente e della Chiesa. Sensibili ai segni dei tempi, con spirito di iniziativa e costante duttilità le verifichiamo e rinnoviamo e ne creiamo di nuove.
L’educazione e l’evangelizzazione di molti giovani, soprattutto fra i più poveri, ci muovono a raggiungerli nel loro ambiente e a incontrarli nel loro stile di vita con adeguate forme di servizio.
R
1
Attività
e opere
Nelle parrocchie e residenze missionarie contribuiamo alla diffusione del Vangelo e alla promozione del popolo, collaborando alla
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo47
Offriamo il nostro servizio pedagogico e catechistico in campo giovanile attraverso centri specializzati.
Nelle case per esercizi spirituali curiamo la formazione cristiana di gruppi, specialmente giovanili.
Ci dedichiamo inoltre ad ogni altra opera che
R 11-30.35abbia di mira la salvezza della gioventù.
La comunicazione sociale |
43. Operiamo nel settore della comunicazione sociale. È un campo di azione significativo1 che rientra tra le priorità apostoliche della missione salesiana. Il nostro Fondatore intuì il valore di questa scuola di massa, che crea cultura e diffonde modelli di vita, e s’impegnò in imprese apostoliche originali per difendere e sostenere la fede del popolo. |
Sul suo esempio valorizziamo come doni di Dio le grandi possibilità che la comunicazione sociale ci offre per l’educazione e l’evan‑
R 31-34.41gelizzazione.
1 Cfr IM 1.
48Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
«Non c’è differenza tra chi pianta e chi irriga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, edificio di Dio» (1 Cor 3,8-9).
Missione comunitaria |
L’ispettore e il direttore, come animatori del dialogo e della partecipazione, guidano il discernimento pastorale della comunità, affinché essa proceda unita e fedele nell’attuazione del progetto apostolico. |
Responsabilità comuni e complementari |
Il salesiano coadiutore porta in tutti i campi educativi e pastorali il valore proprio della sua laicità, che lo rende in modo specifico te‑ |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo49
ai giovani e alle realtà del lavoro.
Il salesiano presbitero o diacono apporta al comune lavoro di promozione e di educazione alla fede la specificità del suo ministero, che lo rende segno di Cristo pastore, particolarmente con la predicazione del Vangelo e l’azione sacramentale.
La presenza significativa e complementare di salesiani chierici e laici nella comunità costituisce un elemento essenziale della sua fisionomia e completezza apostolica.
I giovani salesiani |
Essi sono più vicini alle nuove generazioni, capaci di animazione ed entusiasmo, disponibili per soluzioni nuove. La comunità, incoraggiando e orientando questa generosità, aiuta la loro maturazione religiosa apostolica. |
La comunità educativa e i laici associati al nostro lavoro |
|
50Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Accogliamo e suscitiamo la loro collaborazione e offriamo la possibilità di conoscere e approfondire lo spirito salesiano e la pratica del Sistema Preventivo.
Favoriamo la crescita spirituale di ognuno e proponiamo, a chi vi sia chiamato, di condividere più strettamente la nostra missione nella
R 4.5.148Famiglia salesiana.
Solidali
con la Chiesa particolare
Offriamo ad essa il contributo dell’opera e della pedagogia salesiana e ne riceviamo orientamenti e sostegno.
Per un più organico collegamento condividiamo iniziative con i gruppi della Famiglia salesiana e con altri istituti religiosi.
R
2.13.25.35
1 cfr CIC, can. 678, 1.
Formiamo
così un cuor solo e un’anima sola
«La carità non abbia finzioni: ... amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda; ... siate solidali coi fratelli nelle necessità, premurosi nell’ospitalità... Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri» (Rm 12,9.10.13.16).
Valore della vita in comunità |
Per questo ci riuniamo in comunità,' nelle quali ci amiamo fino a condividere tutto in spirito di famiglia e costruiamo la comunione delle persone. |
Nella comunità si riflette il mistero della Trinità; in essa troviamo una risposta alle aspirazioni profonde del cuore e diventiamo per i
R 20giovani segni di amore e di unità.
' cfr CIC, can. 608.
l vincoli dell’unità |
La carità fraterna, la missione apostolica e la pratica dei consigli evangelici sono i vincoli che plasmano la nostra unità e rinsaldano continuamente la nostra comunione. |
52Costituzioni della Società di san Francesco di Sales
per amare e servire Dio1 e per aiutarci gli uni
R 42gli altri.
1 cfr C 1875, II, 1.
Rapporti di fraterna amicizia |
La comunità salesiana si caratterizza per lo spirito di famiglia che anima tutti i momenti della sua vita: il lavoro e la preghiera, le refezioni e i tempi di distensione, gli incontri e le riunioni. In clima di fraterna amicizia ci comunichiamo gioie e dolori e condividiamo corresponsabilmente esperienze e progetti apostolici. 1 Col 3,12-13. |
Il confratello nella comunità |
Don Bosco a chi gli chiedeva di rimanere con lui era solito dire: «Pane, lavoro e paradiso: ecco tre cose che ti posso offrire io in nome del Signore».1 |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo53
Accetta la correzione fraterna, combatte quanto scopre in sé di anticomunitario e partecipa generosamente alla vita e al lavoro comune. Ringrazia Dio di essere tra fratelli che
R 43lo incoraggiano e lo aiutano.
1 MB XVIII, 420.
I confratelli anziani e ammalati |
Essi, prestando il servizio di cui sono capaci e accettando la propria condizione, sono fonte di benedizione per la comunità, ne arricchiscono lo spirito di famiglia e rendono più profonda la sua unità. La loro vita assume un nuovo significato apostolico: offrendo con fede le limitazioni e le sofferenze per i fratelli e i giovani, si uniscono alla passione redentrice del Signore e continuano a partecipare alla missione salesiana. |
La morte del confratello |
|
54Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Il ricordo dei confratelli defunti unisce nella «carità che non passa»3 coloro che sono ancora pellegrini con quelli che già riposano in
R 47Cristo.
Il direttore nella comunità |
1 cfr Mt 25,21. 2 cfr MB XVII, 273. 3 1 Cor 13,8. 55. Il direttore rappresenta Cristo che unisce i suoi nel servizio del Padre. È al centro della comunità, fratello tra fratelli, che riconoscono la sua responsabilità e autorità. Suo primo compito è animare la comunità perché viva nella fedeltà alle Costituzioni e cresca nell’unità. Coordina gli sforzi di tutti tenendo conto dei diritti, doveri e capacità di ciascuno. Ha responsabilità diretta anche verso ogni confratello: lo aiuta a realizzare la sua personale vocazione e lo sostiene nel lavoro che gli è affidato. Estende la sua sollecitudine ai giovani e ai collaboratori, perché crescano nella corresponsabilità della missione comune. Nelle parole, nei contatti frequenti, nelle de‑ |
Inviati ai giovani in comunità al seguito di Cristo55
cisioni opportune è padre, maestro e guida
R 42.48spirituale.
Comunità accogliente |
|
Tuttavia, per favorire il rispetto vicendevole e le espressioni della comunione fraterna, la comunità riserva ai soli confratelli alcuni am‑
R 21.45bienti della casa religiosa.1
1 cfr CIC, can. 667,1.
Comunità aperta |
È aperta ai valori del mondo e attenta al contesto culturale in cui svolge la sua azione apostolica. Solidale con il gruppo umano in mezzo a cui vive, coltiva buone relazioni con tutti. È così segno rivelatore di Cristo e della sua salvezza presente fra gli uomini e diviene fermento di nuove vocazioni, sul modello della prima comunità di Valdocco. |
Comunità ispettoriale |
|
56Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Segue con amore i nuovi confratelli; è sollecita per la formazione di tutti, gode per la loro riuscita e per le loro liete ricorrenze, ne soffre la perdita, ne tiene vivo il ricordo.
Attenta alle situazioni giovanili, coordina e verifica il lavoro apostolico attraverso i suoi organismi, favorisce la collaborazione, anima la pastorale vocazionale, provvede alla continuità delle opere e si apre a nuove attività.
Coltiva la fraternità e la esprime in concreta solidarietà verso le altre ispettorie, la Congregazione e la Famiglia salesiana.
Comunità mondiale |
59. La professione religiosa incorpora il salesiano nella Società, facendolo partecipe della comunione di spirito, di testimonianza e di servizio che essa vive nella Chiesa universale. |
L’unione con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio, la solidarietà nelle iniziative apostoliche, la comunicazione e informazione sul lavoro dei confratelli, incrementando la comunione approfondiscono il senso di appartenenza e aprono al servizio della comunità
R 103mondiale.
VI. AL SEGUITO DI CRISTO OBBEDIENTE POVERO CASTO
«Ho lasciato perdere tutte queste cose... al fine di guadagnare Cristo... perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo» (Fil 3,8.12).
Al seguito di Cristo |
Seguiamo Gesù Cristo il quale, «casto e povero, redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza»1 e partecipiamo più strettamente al mistero della sua Pasqua, al suo annientamento e alla sua vita nello Spirito. Aderendo in modo totale a Dio, amato sopra ogni cosa, ci impegniamo in una forma di vita che si fonda interamente sui valori del Vangelo. 1 PC 1. |
Amore fraterno e apostolico |
La professione dei consigli ci aiuta a vivere la comunione con i fratelli della comunità religiosa, come in una famiglia che gode della presenza del Signore.1 |
58Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
1 cfr PC 15. 'cfr LG 46.
Segno
particolare della presenza di Dio
In un mondo tentato dall’ateismo e dall’idolatria del piacere, del possesso e del potere, il nostro modo di vivere testimonia, specialmente ai giovani, che Dio esiste e il suo amore può colmare una vita; e che il bisogno di amare, la spinta a possedere e la libertà di decidere della propria esistenza acquistano il loro senso supremo in Cristo salvatore.
Il nostro modo di vivere tiene conto anche dell’abito: quello che i chierici portano, conforme alle disposizioni delle Chiese particolari dei paesi in cui dimorano, e il vestire semplice che Don Bosco consigliava ai soci laici,1 vogliono essere un segno esterno di questa testimonianza e di questo servizio.'
1 cfr C 1875, XV, 1-3. 'cfr CIC, can. 669.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo59
Testimonianza del mondo futuro |
63. L’offerta della propria libertà nell’obbedienza, lo spirito di povertà evangelica e l’amore fatto dono nella castità fanno del salesiano un segno della forza della risurrezione. I consigli evangelici, configurando il suo cuore tutto per il Regno, lo aiutano a discernere e ad accogliere l’azione di Dio nella storia; e, nella semplicità e laboriosità della vita quotidiana, lo trasformano in un educatore che annuncia ai giovani «cieli nuovi e terra nuova»,1 stimolando in loro gli impegni e la gioia della speranza.2 |
1 cfr Ap 21,1.
2 cfr Rm 12,12.
LA NOSTRA OBBEDIENZA
«Pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 5,8-9).
Significato evangelico della nostra obbedienza |
64. Il nostro Salvatore ci assicurò di essere venuto sulla terra non per fare la propria volontà, ma la volontà del Padre suo che è nei cieli.1 Con la professione di obbedienza offriamo a Dio la nostra volontà e riviviamo nella Chiesa |
60Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Docili allo Spirito e attenti ai segni che Egli ci dà attraverso gli eventi, prendiamo il Vangelo come regola suprema2 di vita, le Costituzioni come via sicura, i superiori e la comunità come quotidiani interpreti della volontà di Dio.
1 cfr C 1875, III, 1. 2cfr PC 2.
Stile salesiano dell’obbedienza e dell’autorità |
Il superiore orienta, guida e incoraggia, facendo un uso discreto della sua autorità. Tutti i confratelli collaborano con un’obbedienza schietta, pronta e fatta «con animo ilare e con umiltà».1 |
Il servizio dell’autorità e la disponibilità nell’obbedienza sono principio di coesione e garanzia di continuità della Congregazione; per il salesiano sono via di santità, fonte di ener‑
R 50gia nel lavoro, di gioia e di pace.
1 C 1875, III, 2.
Corresponsabilità nell’obbedienza |
Nell’ascolto della Parola di Dio e nella cele‑ |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo61
Nelle cose di rilievo cerchiamo insieme la volontà del Signore in fraterno e paziente dialogo e con vivo senso di corresponsabilità.
Il superiore esercita la sua autorità ascoltando i confratelli, stimolando la partecipazione di tutti e promuovendo l’unione delle volontà nella fede e nella carità. Egli conclude il momento della ricerca comune prendendo le opportune decisioni, che normalmente emergeranno dalla convergenza delle vedute.
Tutti quindi ci impegniamo nell’esecuzione collaborando sinceramente, anche quando i propri punti di vista non sono stati accolti.
Obbedienza personale e libertà |
67. Il salesiano è chiamato ad obbedire con spirito libero e responsabile, impegnando le sue «forze di intelligenza e di volontà, i doni di natura e di grazia».1 Obbedisce con fede e riconosce nel superiore un aiuto e un segno che Dio gli offre per manifestare la sua volontà. Questa obbedienza «conduce alla maturità facendo crescere la libertà dei figli di Dio».2 1 PC 14. 2 PC 14. |
62Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Esigenze
del voto di obbedienza
Quando un precetto è dato espressamente in forza del voto di obbedienza, l’obbligo di obbedire è grave. Soltanto i superiori maggiori e i direttori possono dare tale precetto; ma lo facciano raramente, per iscritto o davanti a due testimoni, e solo quando lo richiede qualche grave ragione.2
1 cfr CIC, can. 601.
2 cfr CIC, can. 49ss.
Doni
personali e obbedienza
Il superiore, aiutato dalla comunità, ha una speciale responsabilità nel discernere questi doni, nel favorirne lo sviluppo e il retto esercizio.
Se le necessità concrete della carità e dell’apostolato esigono il sacrificio di desideri e progetti in sé legittimi, il confratello accetta con fede ciò che l’obbedienza gli chiede, pur potendo sempre ricorrere all’autorità superiore.
Per assumere incarichi o uffici, oltre quelli che gli sono assegnati nella comunità, domanda l’autorizzazione al legittimo superiore.1
1 cfr CIC, can. 671.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo63
Colloquio con il superiore |
È un momento privilegiato di dialogo per il bene proprio e per il buon andamento della comunità. |
In esso parla con confidenza della sua vita e attività e, se lo desidera, anche della sua si‑
R 49tuazione di coscienza.
Obbedienza e mistero della croce |
A volte l’obbedienza contrasta con la nostra inclinazione all’indipendenza e all’egoismo o può esigere difficili prove di amore. È il momento di guardare a Cristo obbediente fino alla morte:2 «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».3 Il mistero della sua morte e risurrezione c’insegna come sia fecondo per noi obbedire: il grano che muore nell’oscurità della terra porta molto frutto.4 1 MB XIII, 89. 2 cfr Fil 2,8; cfr MB IV, 233. 3 Mt 26,42. 4 cfr Gv 12,24. |
64Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
«Disse a lui Gesù: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21).
Significato
evangelico della nostra povertà
Chiamati ad una vita intensamente evangelica, scegliamo di seguire «il Salvatore che nacque nella povertà, visse nella privazione di tutte le cose, e morì nudo in croce».2
Come gli Apostoli all’invito del Signore, ci liberiamo dalla preoccupazione e dall’affanno dei beni terreni' e, ponendo la nostra fiducia nella Provvidenza del Padre, ci doniamo al servizio del Vangelo.
1 cfr 2 Cor 8,9.
2 C 1875 (Introduzione), p. XXIV. ' cfr Mt 6,25ss.
Povertà
e
missione
salesiana
Sul suo esempio anche noi viviamo nel distacco da ogni bene terreno1 e partecipiamo
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo65
La testimonianza della nostra povertà, vissuta nella comunione dei beni, aiuta i giovani a superare l’istinto del possesso egoistico e li apre al senso cristiano del condividere.
1 cfr C 1875, IV, 7.
Esigenze del voto di povertà |
Ogni confratello conserva la proprietà del suo patrimonio e la capacità di acquistare altri beni; ma prima della sua professione dispone liberamente dell’uso e usufrutto di essi e cede ad altri la loro amministrazione. |
Prima della professione perpetua redige il suo testamento conforme alle leggi del codice civile. Dopo seria riflessione, per esprimere il suo totale abbandono alla divina Provvidenza, può anche rinunciare definitivamente ai beni di cui ha conservato la proprietà, a nor‑
R 51-53ma del diritto universale e proprio.
Impegno |
|
66Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Vigila per non cedere poco a poco al desiderio del benessere e alle comodità, che sono una minaccia diretta alla fedeltà e alla generosità apostolica.
E quando il suo stato di povertà gli è causa di qualche incomodo e sofferenza,2 si rallegra di poter partecipare alla beatitudine promessa
R 55dal Signore ai poveri in spirito.3
1 cfr PC 13.
2 cfr C 1875 (Introduzione), p. XXVI.
3 cfr Mt 5,3.
La comunione dei beni |
76. Sull’esempio dei primi cristiani mettiamo in comune i beni materiali:1 i frutti del nostro lavoro, i doni che riceviamo e quanto percepiamo da pensioni, sussidi e assicurazioni. Offriamo anche i nostri talenti e le nostre energie ed esperienze. Nella comunità il bene di ciascuno diventa il bene di tutti. |
Condividiamo fraternamente ciò che abbiamo con le comunità dell’ispettoria e siamo
R 56-58.63.solidali con le necessità dell’intera Congrega‑
197.201zione, della Chiesa e del mondo.
1 cfr At 4,32.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo67
Testimonianza di povertà nella comunità e nelle opere |
77. Ogni comunità è attenta alle condizioni dell’ambiente in cui vive e testimonia la sua povertà con una vita semplice e frugale in abitazioni modeste. Sull’esempio e nello spirito del Fondatore, accettiamo il possesso dei mezzi richiesti dal nostro lavoro e li amministriamo in modo che a tutti sia evidente la loro finalità di servizio. |
La scelta delle attività e l’ubicazione delle opere rispondano alle necessità dei bisognosi; le strutture materiali si ispirino a criteri di
R 1. 58-65semplicità e funzionalità.
Il lavoro78. Il lavoro assiduo e sacrificato è una ca‑
ratteristica lasciataci da Don Bosco ed è espressione concreta della nostra povertà.
Nell’operosità di ogni giorno ci associamo ai poveri che vivono della propria fatica e testimoniamo il valore umano e cristiano del la‑
R 64voro.1
1 cfr ET 20.
Solidarietà con i poveri |
79. Lo spirito di povertà ci porta ad essere solidali con i poveri e ad amarli in Cristo.1 Per questo ci sforziamo di essere vicini a loro, di sollevarne l’indigenza, facendo nostre le loro legittime aspirazioni ad una società più umana. |
68Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
1 cfr PC 13. 2MB V, 682.
LA NOSTRA CASTITÀ
«lo sono persuaso che né morte né vita... né presente né avvenire... né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio in Gesù Cristo, nostro Signore» (Rm 8,38-39).
Significato evangelico della nostra castità |
80. La castità consacrata per il Regno è un «dono prezioso della grazia divina dato dal Padre ad alcuni».1 In risposta di fede, noi lo accogliamo con gratitudine e ci impegniamo con voto a vivere la continenza perfetta nel celibato.2 Seguiamo da vicino Gesù Cristo, scegliendo un modo intensamente evangelico di amare Dio e i fratelli senza divisione del cuore.3 Ci inseriamo così con una vocazione specifica nel mistero della Chiesa, totalmente unita a |
Inviati ai giovani in comunità al seguito di Cristo69
Cristo e, partecipando alla sua fecondità, ci doniamo alla nostra missione.4
1 LG 42.
2 cfr CIC, can. 599.
3 cfr LG 42.
4 cfr ET 13-14; RD 11.
Castità
e missione salesiana
La nostra tradizione ha sempre considerato la castità una virtù irradiante, portatrice di uno speciale messaggio per l’educazione della gioventù. Essa ci fa testimoni della predilezione di Cristo per i giovani, ci consente di amarli schiettamente in modo che «conoscano di essere amati»,2 e ci rende capaci di educarli all’amore e alla purezza.
1 cfr C 1875, V, 1.
2 DB, Lettera da Roma 1884, MB XVII, 110.
Castità e maturità umana |
82. Le esigenze educative e pastorali della nostra missione e il fatto che l’osservanza della perfetta continenza tocca inclinazioni tra le più profonde della natura umana1 richiedono |
70Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Don Bosco avvertiva: Chi non ha fondata speranza di poter conservare, col divino aiuto, la virtù della castità nelle parole, nelle opere e nei pensieri, non professi in questa Società,
R 68perché sovente si troverebbe in pericolo.2
1 cfr PC 12.
2 cfr C 1875, V, 2.
Castità e vita di comunità |
A sua volta il clima fraterno della comunità ci aiuta a vivere nella gioia il celibato per il Regno e a superare, sostenuti dalla comprensione e dall’affetto, i momenti difficili. 1 LG 42. |
Atteggiamenti e mezzi per crescere nella castità |
Perciò il salesiano, fedele alle Costituzioni, vive nel lavoro e nella temperanza, pratica la |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo71
R 44.66-68 |
mortificazione e la custodia dei sensi, fa uso discreto e prudente degli strumenti di comunicazione sociale e non trascura quei mezzi naturali che giovano alla salute fisica e mentale. Soprattutto implora l’aiuto di Dio e vive alla sua presenza; alimenta l’amore per Cristo alla mensa della Parola e dell’Eucaristia e lo purifica umilmente nel sacramento della Riconciliazione; si affida con semplicità a una guida spirituale. Ricorre con filiale fiducia a Maria Immacolata e Ausiliatrice, che lo aiuta ad amare come Don Bosco amava. |
VII. IN DIALOGO CON IL SIGNORE
«La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù» (Col 3,16-17).
Il dono della preghiera |
|
Quando prega, la comunità salesiana risponde a questo invito, ravviva la coscienza della sua intima e vitale relazione con Dio e della sua missione di salvezza, facendo propria l’invocazione di Don Bosco: «Da mihi animas,
R 69cetera tolle».
La preghiera salesiana |
Da lui impariamo a riconoscere l’azione della grazia nella vita dei giovani: preghiamo per loro affinché il disegno del Padre si compia in ciascuno di essi, e preghiamo con loro per te‑ |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo73
La preghiera salesiana è gioiosa e creativa, semplice e profonda; si apre alla partecipazione comunitaria, è aderente alla vita e si
R 77prolunga in essa.
Comunità in ascolto della Parola |
Avendo quotidianamente in mano la Sacra Scrittura,2 come Maria accogliamo la Parola e la meditiamo nel nostro cuore3 per farla fruttificare e annunziarla con zelo. 1 cfr PO 4. 2cfr PC 6. 3 cfr Lc 2,19.51. |
Comunità unificata dall’Eucaristia |
La comunità vi celebra il mistero pasquale e comunica al corpo di Cristo immolato, rice‑ |
74Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
La concelebrazione mette in evidenza le ricchezze di questo mistero: esprime la triplice unità del sacrificio, del sacerdozio e della comunità, i cui membri sono tutti al servizio della stessa missione.
La presenza dell’Eucaristia nelle nostre case è per noi, figli di Don Bosco, motivo di frequenti incontri con Cristo. Da Lui attingiamo dinamismo e costanza nella nostra azione per
R 70i giovani.
Il
mistero |
89. La liturgia delle ore estende alle diverse ore del giorno la grazia del mistero eucaristico.1 La comunità, unita a Cristo e alla Chiesa, loda e supplica il Padre, nutre la sua unione con Lui2 e si mantiene attenta alla divina volontà. Rimanendo per i chierici gli obblighi assunti con la loro ordinazione,3 la comunità celebra le Lodi come preghiera del mattino e il Vespro come preghiera della sera con la dignità e il fervore che Don Bosco raccomandava. La domenica è il giorno della gioia pasquale. Vissuta nel lavoro apostolico, nella pietà e in allegria, rinvigorisce la fiducia e l’ottimismo del salesiano. |
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo75
R 70tempo di salvezza nella speranza.4
Comunità in continua conversione |
1 cfr IGLH 10,12. 2 cfr LG 3. 3 cfr CIC, can. 1174,1. 4cfr SC 102.
Consapevoli della nostra debolezza, rispondiamo con la vigilanza e il pentimento sincero, la correzione fraterna, il perdono reciproco e l’accettazione serena della croce di ogni giorno. Il sacramento della Riconciliazione porta a compimento l’impegno penitenziale di ciascuno e di tutta la comunità. |
Preparato dall’esame di coscienza quotidiano e ricevuto frequentemente, secondo le indicazioni della Chiesa, esso ci dona la gioia del perdono del Padre, ricostruisce la comunione
R 73fraterna e purifica le intenzioni apostoliche.
Momenti di rinnovamento |
|
76Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Questi momenti di grazia ridonano al nostro spirito profonda unità nel Signore Gesù e ten‑
R 72gono viva l’attesa del suo ritorno.
1 cfr C 1875, (Introduzione), p. XXXIV.
Maria nella vita e nella preghiera del salesiano |
Essa è modello di preghiera e di carità pastorale, maestra di sapienza e guida della nostra Famiglia. Contempliamo e imitiamo la sua fede, la sollecitudine per i bisognosi, la fedeltà nell’ora della croce e la gioia per le meraviglie operate dal Padre. Maria Immacolata e Ausiliatrice ci educa alla pienezza della donazione al Signore e ci infonde coraggio nel servizio dei fratelli. |
Nutriamo per Lei una devozione filiale e forte. Recitiamo quotidianamente il rosario e celebriamo le sue feste per stimolarci ad un’imi‑
R 74tazione più convinta e personale.
La preghiera personale |
|
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo77
Una forma indispensabile di preghiera è per noi l’orazione mentale. Essa rafforza la nostra intimità con Dio, salva dall’abitudine, conserva il cuore libero e alimenta la dedizione verso il prossimo. Per Don Bosco è garanzia di
R 71gioiosa perseveranza nella vocazione.
La memoria dei confratelli defunti |
Uniti in uno scambio di beni spirituali offriamo con riconoscenza per loro i suffragi prescritti. |
Il loro ricordo è uno stimolo per continuare
R 47.76con fedeltà la nostra missione.
La vita come preghiera |
Scoprendo i frutti dello Spirito1 nella vita degli uomini, specialmente dei giovani, rende gra‑ |
78Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Attinge alla carità del Buon Pastore, di cui vuole essere il testimone, e partecipa alle ricchezze spirituali che la comunità gli offre.
Il bisogno di Dio, avvertito nell’impegno apostolico, lo porta a celebrare la liturgia della vita, raggiungendo «quella operosità instancabile, santificata dalla preghiera e dall’unione con Dio, che dev’essere la caratteristica dei figli di Don Bosco».3
1 cfr Gal 5,22.
2 cfr Ef 5,20.
3 R 1923, art. 291.
Parte Terza
Formati per la missione di educatori pastori
VIII. ASPETTI GENERALI
DELLA NOSTRA FORMAZIONE
LA FORMAZIONE SALESIANA
«Vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di Lui, che è il capo, Cristo» (Ef 4,15).
Vocazione e formazione |
Egli chiama anche noi a vivere nella Chiesa il progetto del nostro Fondatore come apostoli dei giovani. A questo appello rispondiamo con l’impegno di una adeguata e continua formazione, per la quale il Signore dona ogni giorno la sua grazia. 1 cfr Mc 3,14. 2cfr Gv 16,13. |
Orientamento salesiano della formazione |
|
82Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
L’esperienza
formativa
Con l’aiuto di Maria, madre e maestra, tende a diventare educatore pastore dei giovani nella forma laicale o sacerdotale che gli è propria.
Impegno
personale e comunitario
Il naturale ambiente di crescita vocazionale è la comunità, dove il confratello s’inserisce con fiducia e collabora con responsabilità. La vita stessa della comunità, unita in Cristo e aperta alle esigenze dei tempi, è formatrice:
Formati per la missione di educatori pastori83
essa per questo deve continuamente progre‑
R 85dire e rinnovarsi.
Unità
della formazione e culture
' cfr Fil 4,8.
Comunità
ispettoriale e formazione
È suo compito, tramite i diversi organi di animazione e governo, stabilire il modo di attuare la formazione secondo le esigenze del proprio contesto culturale, in conformità con le direttive della Chiesa e della Congregazione.
Nell’esercizio di questa comune responsabilità ogni salesiano, con la preghiera e la testimonianza, contribuisce a sostenere e a rinno‑
R 84vare la vocazione dei suoi fratelli.
84Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
«Parla, o Signore, perché il tuo servo ti ascolta» (1 Sam 3,9).
Complessità e unità della formazione iniziale Le comunità formatrici |
Nell’esperienza formativa questi aspetti devono essere armonizzati in una unità vitale.
Aperte come vuole lo stile educativo di Don Bosco, esse tengono conto delle aspirazioni dei giovani a una vita più personale e più fraterna. Il nostro spirito vi è vissuto in modo più intenso: tutti i membri formano insieme una famiglia, fondata sulla fede e l’entusiasmo per Cristo, unita nella mutua stima e nella convergenza degli sforzi. |
Formatori e confratelli in formazione, pur nella diversità dei ruoli, danno vita ad un clima di corresponsabilità e attuano con chiarezza
R 78.80.81le mete formative.
Ruolo dei formatori |
Formati per la missione di educatori pastori85 104. Nelle comunità formatrici i formatori hanno un compito specifico e necessario. Assicurano ai confratelli in formazione le condizioni per una valida esperienza e una seria riflessione dottrinale in un ambiente adatto. Coscienti di essere mediatori dell’azione del Signore, si sforzano di costituire insieme col direttore, guida della comunità e maestro di spirito, un gruppo convinto della comune responsabilità. Sono scelti per tale compito uomini di fede in grado di comunicare vitalmente l’ideale sale‑ |
siano, capaci di dialogo e con sufficiente
R 78esperienza pastorale.
Il salesiano in formazione iniziale |
105. Per il salesiano la formazione iniziale, più che attesa, è già tempo di lavoro e di santità. È un tempo di dialogo tra l’iniziativa di Dio che chiama e conduce e la libertà del salesiano che assume progressivamente gli impegni della propria formazione. |
In questo cammino di crescenti responsabilità egli è sostenuto dalla preghiera, dalla direzione spirituale, dalla riflessione, dallo studio e
R 79dai rapporti fraterni.
Curricolo formativo |
106. La formazione iniziale dei salesiani laici, dei futuri sacerdoti e dei diaconi permanenti |
86Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Le distinzioni sono determinate dalla vocazione specifica di ognuno, dalle doti e attitudini personali e dai compiti del nostro apo‑
R 95.97.98stolato.
Incorporazione nella Società e periodi formativi |
Essi sono necessari sia al candidato che alla comunità per discernere, in mutua collaborazione, la volontà di Dio e per corrispondervi. Il candidato conosce progressivamente la Società ed essa, a sua volta, può valutarne le attitudini alla vita salesiana. |
Le ammissioni |
|
Formati
per la missione di educatori pastori87
R 81.93.94ti canonici.1
1 cfr CIC, can. 642-645; 1019-1054.
IX. IL PROCESSO FORMATIVO
«Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» (Fil 1,6).
Preparazione al noviziato |
|
Immediatamente prima del noviziato è richiesta una speciale preparazione per approfondire l’opzione vocazionale e verificare l’idoneità necessaria ad iniziare il noviziato. Tale preparazione si compie attraverso un’esperienza di vita comunitaria e apostolica sale‑
R 88siana.
Il noviziato |
La comunità perciò dev’essere un esempio di vita fondata sulla fede e alimentata dalla preghiera, dove la semplicità evangelica, l’allegria, l’amicizia e il rispetto reciproco creano un clima di fiducia e di docilità. |
Formati
per la missione di educatori pastori89
R 89.92Bosco.
Durata del noviziato |
|
Un’assenza che superi i tre mesi continui o discontinui lo rende invalido. L’assenza che
R 93supera i quindici giorni dev’essere ricuperata.
1 cfr CIC, can. 647,3; 648; 649,1.
Il maestro dei novizi |
Sia un uomo di esperienza spirituale e salesiana, prudente, aggiornato sulle realtà psicologiche e i problemi della condizione giovanile. Abbia un grande senso dei contatti umani e capacità di dialogo; con la sua bontà ispiri confidenza ai novizi. È professo perpetuo e viene nominato dall’ispettore con il consenso del suo Consiglio e l’approvazione del Rettor Maggiore. Rimane in carica tre anni e può essere riconfermato. |
90Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Periodo
della |
|
La professione nel primo triennio sarà triennale o annuale; nel secondo triennio sarà or‑
R 95.96dinariamente triennale.
L’immediato postnoviziato |
|
L’approfondimento della vita di fede e dello spirito di Don Bosco e un’adeguata preparazione filosofica, pedagogica e catechistica in dialogo con la cultura orientano il giovane confratello a integrare progressivamente fede,
R 95cultura e vita.
Il tirocinio |
Una fase di confronto vitale e intenso con l’azione salesiana in un’esperienza educativa pastorale è il tirocinio. In questo tempo il giovane confratello si esercita nella pratica del |
Formati per la missione di educatori pastori91
Sistema Preventivo e in particolare nell’assistenza salesiana.
Accompagnato dal direttore e dalla comunità, realizza la sintesi personale tra la sua attività e
R 86.96i valori della vocazione.
Formazione specifica del salesiano presbitero e del salesiano laico |
La formazione specifica del candidato al ministero presbiterale segue gli orientamenti e le norme stabilite dalla Chiesa e dalla Congregazione e mira a preparare il sacerdote pastore educatore nella prospettiva salesiana. |
La formazione specifica offre al salesiano coadiutore, con l’approfondimento del patrimonio spirituale della Congregazione, un’adeguata preparazione teologica nella linea della laicità consacrata e completa la sua formazio‑
R 97.98ne in vista del lavoro educativo apostolico.
La professione perpetua |
La celebrazione di questo atto è preceduta da un tempo conveniente di preparazione immediata e accompagnata dalla fraterna attenzione della comunità ispettoriale. |
92Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
R 94ve anni.
Esigenza della formazione permanente |
|
Mediante iniziative personali e comunitarie coltiviamo la vita spirituale salesiana, l’aggiornamento teologico e pastorale, la competen‑
R99-102za professionale e la creatività apostoIica.
Formazione permanente come atteggiamento personale |
|
Formati
per la missione di educatori pastori93
R 10.19.99-102 |
Durante il tempo della piena attività trova occasioni per rinnovare il senso religioso pastorale della propria vita e per abilitarsi a svolgere con maggior competenza il proprio lavoro. Egli si sente poi chiamato a vivere con impegno formativo qualunque situazione, considerandola un tempo favorevole per la crescita della sua vocazione. |
Parte Quarta
Il servizio dell’autorità nella nostra Società
X. PRINCIPI E CRITERI GENERALI
«Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,43-45).
Struttuire
fondamentali della nostra Società
Il governo a livello mondiale assicura l’unità di vita e di azione nella diversità di ambienti e situazioni.
Il governo centrale, ispettoriale e locale viene esercitato con potestà ordinaria da un superiore assistito dal suo Consiglio.
L’autorità suprema su tutta la Congregazione compete al Capitolo generale. Ai Capitoli ispettoriali vengono riconosciuti determinati poteri nell’ambito dell’ispettoria.
Natura del servizio dell’autorità |
121. L’autorità nella Congregazione è esercitata a nome e ad imitazione di Cristo come un servizio ai fratelli, nello spirito di Don Bosco, per ricercare e adempiere la volontà del Padre. Questo servizio è rivolto a promuovere la carità, a coordinare l’impegno di tutti, ad |
98Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Secondo la nostra tradizione, le comunità sono guidate da un socio sacerdote che, per la grazia del ministero presbiterale e l’esperienza pastorale, sostiene e orienta lo spirito e l’azione dei fratelli.
Egli a norma del diritto' è tenuto ad emettere la professione di fede.
' cfr CIC, can. 833, 8°.
Unità nel governo della Società |
|
Partecipazione e corresponsabilità |
|
Il servizio dell’autorità nella nostra Società99
Tale corresponsabilità esige la partecipazione dei confratelli, secondo le modalità più convenienti, alla scelta dei responsabili di governo ai vari livelli e all’elaborazione delle loro decisioni più significative.
È dovere di chi esercita l’autorità promuovere e guidare questo contributo mediante l’informazione adeguata, il dialogo personale e la
R 169riflessione comunitaria.
Sussidiarietà e decentramento |
124. L’autorità di qualsiasi genere e livello lascia all’iniziativa degli organi inferiori e dei singoli ciò che può essere da loro deciso e realizzato secondo le rispettive competenze. Così si valorizzano le persone e le comunità e si favorisce un più reale impegno. Il principio di sussidiarietà comporta il decentramento che, mentre salvaguarda l’unità, riconosce una conveniente autonomia e un’equa distribuzione di poteri tra i diversi organi di governo. |
XI. SERVIZIO DELL’AUTORITÀ NELLA COMUNITÀ MONDIALE
«Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, secondo Dio... non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge» (1 Pt 5,2-3).
Il Sommo Pontefice Il Rettor Maggiore |
|
La sua principale sollecitudine è di promuovere, in comunione con il Consiglio generale, la costante fedeltà dei soci al carisma salesiano per compiere la missione affidata dal Si‑
R 103gnore alla nostra Società.
Il Rettor Maggiore ha potestà ordinaria di governo che esercita secondo il diritto su
Il servizio dell’autorità nella nostra Società101
tutte le ispettorie, le case e i soci, nelle cose spirituali e temporali. Visita personalmente o per mezzo di altri tutte le ispettorie e le comunità locali.
Convoca e presiede il Consiglio generale.
R 104.105Rappresenta ufficialmente la Società.
Il Consiglio generale |
Spetta al Consiglio individuare e studiare i problemi che interessano il bene comune della Società, promuovere l’unione fraterna fra le diverse ispettorie e curare una sempre più efficiente organizzazione perché sia attuata la missione salesiana nel mondo. |
102Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
R 106giore.
§ 1. Il Rettor Maggiore deve avere il consenso del suo Consiglio per:
l’erezione o soppressione di ispettorie, visitatorie o altre circoscrizioni (156 C);
l’apertura e chiusura di case o la modifica dello scopo di opere già esistenti a norma del diritto1 (165 C);
l’erezione di noviziati (110 C)
la convocazione del Capitolo generale, ai sensi dell’articolo 149 delle Costituzioni;
l’approvazione delle deliberazioni dei Capitoli ispettoriali (170 C);
la costituzione delle conferenze ispettoriali (155 C);
la nomina del sostituto di un membro del Consiglio generale, in caso di morte o di un impedimento (142 C);
la nomina del segretario generale (144 C);
la nomina del procuratore e del postulato-re generale (145 C);
la nomina di ispettori, superiori di visitatorie o di altre circoscrizioni (158, 162 C);
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società103
l’alienazione dei beni immobili e mobili appartenenti al patrimonio stabile della Congregazione (188 C);
la determinazione dei limiti di valore entro i quali è competente l’ispettore con il suo Consiglio in ordine a tutte le operazioni di cui all’articolo 188 delle Costituzioni (189 C);
§ 2. Il Rettor Maggiore deve avere il consenso dei consiglieri presenti in sede, riuniti in numero non inferiore a tre, nei seguenti casi:
dispensa dalla professione religiosa temporanea;
nomina dei consiglieri ispettoriali (C 167);
concessione di autorizzazione per le operazioni finanziarie di cui all’art. 188 delle Costituzioni, salvo quanto previsto dall’art. 132 §1, 12.
§ 3. Nei casi di dimissioni dei soci, il Rettor Maggiore e il suo Consiglio procedono collegialmente a norma del diritto.
§ 4. Il Rettor Maggiore inoltre sentirà il suo Consiglio nelle altre cose importanti e ogni volta che lo riterrà opportuno.
1 cfr CIC, can. 609-612.
104Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
I consiglieri incaricati di settori speciali sono: il consigliere per la formazione, il consigliere per la pastorale giovanile, il consigliere per la comunicazione sociale, il consigliere per le
R 107missioni e l’economo generale.
Il
vicario del Rettor Maggiore
Fa le veci del Rettor Maggiore assente o impedito. A lui è affidata particolarmente la cura della vita e della disciplina religiosa.
Il
consigliere per la
formazione
Segue con particolare sollecitudine la formazione iniziale nelle sue varie fasi, perché in esse i contenuti, l’ordinamento degli studi, i metodi formativi e le strutture garantiscano le condizioni per la crescita della vocazione salesiana.
Il
consigliere per la pastorale giovanile
Il consigliere per la comunicazione sociale Il consigliere per le missioni |
Il servizio dell’autorità nella nostra Società105 do che in esse siano realizzate la priorità giovanile e l’ispirazione al Sistema Preventivo. Assiste le ispettorie nello sviluppo dei loro progetti ed impegni pastorali perché, fedeli allo spirito di Don Bosco, rispondano alle esigenze dei tempi e dei luoghi.
|
È anche suo compito assicurare la preparazio‑
R 24ne specifica e l’aggiornamento dei missionari.
L’economo generale |
Coordina e controlla le amministrazioni ispettoriali, perché la loro gestione risponda alle |
106Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Vigila perché siano osservate le norme neces‑
R 192sarie per una retta amministrazione.
I consiglieri regionali R 135-137 |
140. I consiglieri regionali promuovono un più diretto collegamento tra le ispettorie e il Rettor Maggiore e il suo Consiglio. Curano gli interessi delle ispettorie loro affidate. Favoriscono nel Consiglio generale la conoscenza delle situazioni locali, in cui si svolge la nostra missione. |
§ 1. l membri del Consiglio generale vengono eletti dal Capitolo generale ciascuno con votazione distinta. Ogni consigliere regionale viene eletto preferibilmente su una lista presentata dai capitolari del rispettivo gruppo di ispettorie.
§ 2. Perché un socio possa essere eletto membro del Consiglio generale deve essere professo perpetuo da almeno dieci anni. Per il vicario del Rettor Maggiore si richiede inol‑
R 126-128tre che sia sacerdote.
Il Vicario del Rettor Maggiore, i Consiglieri di settore e i Consiglieri regionali durano in carica sei anni e possono essere eletti soltanto per un secondo sessennio consecutivo rispettivamente nell’incarico di Vicario del
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società107
Se qualcuno dei membri del Consiglio generale venisse a mancare o fosse definitivamente impedito, il Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio affiderà l’incarico, fino alla conclusione del sessennio, a colui che nel Signore giudicherà più idoneo.
In caso di morte o di cessazione dall’ufficio del Rettor Maggiore, il Vicario assume ad interim il governo della Società e, d’accordo con gli altri membri del Consiglio generale, provvede a convocare il Capitolo generale per l’elezione del Rettor Maggiore e del nuovo Consiglio.
L’elezione dovrà farsi non oltre nove mesi dalla morte o dalla cessazione dall’ufficio del
R 111Rettor Maggiore.
Il segretario generale |
|
È responsabile degli uffici della segreteria generale e dell’archivio centrale della Società. È nominato dal Rettor Maggiore con il consen‑
R 110so del suo Consiglio e rimane ad nutum.
108Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Il
procuratore generale
Le cause di beatificazione e di canonizzazione promosse dalla Congregazione sono affidate al postulatore generale, scelto con le stesse modalità del procuratore.
Il
Capitolo generale
Per mezzo del Capitolo generale l’intera Società, lasciandosi guidare dallo Spirito del Signore, cerca di conoscere, in un determinato momento della storia, la volontà di Dio per un miglior servizio alla Chiesa.1
1 cfr CIC, can. 631.
Il Capitolo generale detiene nella Società l’autorità suprema e la esercita a norma del diritto.
In particolare, spetta al Capitolo generale stabilire leggi per tutta la Società, trattare gli af‑
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società109
Le deliberazioni del Capitolo generale abbiano sempre per base le Costituzioni approvate dalla Sede Apostolica e non contengano nulla di contrario al loro spirito. Esse obbligano tutti i soci non appena siano state promulgate dal Rettor Maggiore.
Tuttavia per promulgare le deliberazioni che modificano le Costituzioni si richiede la previa approvazione della Sede Apostolica.
Il Capitolo generale in via ordinaria si raduna ogni sei anni e nel caso previsto dall’articolo 143 delle Costituzioni; in via straordinaria tutte le volte che lo richiede una qualche grave ragione, riconosciuta tale dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.
R 111-113.116. 117.120-123. 125.134 |
1. il Rettor Maggiore; |
110Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
i membri del Consiglio generale, sia quelli uscenti di carica sia i neoeletti, dal momento della loro elezione;
il segretario generale;
il procuratore generale;
il regolatore del Capitolo generale;
gli ispettori, i superiori delle visitatorie o, se sono gravemente impediti, i loro vicari, previa approvazione del Rettor Maggiore;
i delegati delle circoscrizioni giuridiche di cui all’art. 156 delle Costituzioni, professi di voti perpetui, eletti a norma dell’art. 171,5 delle Costituzioni e a norma dei Regolamenti generali.
R
114.115.118
Nel trattare i soggetti di cui all’articolo 148 delle Costituzioni ha forza di legge quello che è approvato dalla maggioranza assoluta dei presenti.
Per le modifiche al testo delle Costituzioni è richiesta la maggioranza dei due terzi dei presenti.
Nelle elezioni del Rettor Maggiore e dei membri del Consiglio generale risulterà
Il servizio dell’autorità nella nostra Società111
eletto chi avrà ottenuto i voti della maggioranza assoluta dei presenti.
Se il primo scrutinio risultasse senza effetto, se ne farà un secondo e un terzo. Se anche il terzo risultasse inefficace, si procederà ad un quarto, nel quale avranno voce passiva soltanto i due soci che, nel terzo scrutinio, hanno raggiunto il più alto numero di voti. A parità di voti, prevarrà il più anziano di professione
R 126-133e, a parità di professione, il più anziano di età.
Strutture regionali |
|
La costituzione dei gruppi di ispettorie è di
R 135-138competenza del Capitolo generale.
Quando l’affinità e la comunanza di situazioni e di problemi suggeriscono un collegamento più stretto tra alcune ispettorie, si possono costituire all’interno del gruppo una o più conferenze ispettoriali.
Spetta al Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio la costituzione delle conferenze ispettoriali, dopo aver consultato le ispettorie
R 139-142interessate.
XII. SERVIZIO DELL’AUTORITÀ
NELLA COMUNITÀ ISPETTORIALE
«Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come responsabili a pascere la Chiesa di Dio, che Egli si è acquistata con il suo sangue» (At 20,28).
Circoscrizioni giuridiche |
In via ordinaria le circoscrizioni della nostra Società sono le ispettorie e le visitatorie. Per altre eventuali circoscrizioni giuridiche, la struttura interna e la rappresentanza al Capitolo generale verranno definite nel decreto di erezione, secondo lo spirito e la tradizione salesiana. |
L’ispettoria |
|
La visitatoria |
Il servizio dell’autorità nella nostra Società113 Attraverso le sue strutture favorisce i vincoli di comunione fra i soci e le comunità locali e offre un servizio specifico alla Chiesa particolare.
|
Il superiore è nominato secondo le stesse modalità e condizioni indicate per l’ispettore. Dura in carica sei anni. Governa con potestà
R 143-149ordinaria vicaria con l’aiuto del suo Consiglio.
Delegazioni ispettoriali |
Il superiore delegato viene nominato dall’ispettore con il consenso del suo Consiglio e l’approvazione del Rettor Maggiore, dopo un’opportuna consultazione tra i confratelli |
114Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Ascrizione
dei soci a una circoscrizione
R
151.157
L’ispettore
A capo di ciascuna ispettoria viene posto un ispettore. Egli svolge il suo servizio in unione col Rettor Maggiore, con carità e senso pastorale, in vista della formazione di una comunità fraterna ispettoriale.
Con l’aiuto del suo Consiglio anima la vita religiosa e l’azione apostolica della comunità ispettoriale, cura la formazione dei soci, specialmente dei novizi e dei giovani confratelli, dirige e controlla l’amministrazione dei beni dell’ispettoria e delle singole case.
R
144-148.153, 160
Egli deve essere sacerdote e professo perpetuo da almeno dieci anni.
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società115
R
143.149.152.
153.160
1 cfr CIC, can. 832.
2 cfr CIC, can. 765.
L’ispettore dura in carica sei anni. Durante questo periodo il Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio può trasferirlo altrove o destinarlo ad altro ufficio, qualora lo giudichi necessario per il bene della Congregazione. Scaduto il sessennio, ordinariamente lascia, almeno per un anno, l’incarico di ispettore.
Il
Consiglio ispettoriale
R
155.159.160
L’ispettore promuove la collaborazione attiva e responsabile dei suoi consiglieri.
116Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
È necessario che l’ispettore abbia il consenso del suo Consiglio nei seguenti casi:
l’ammissione al noviziato, alla professione, ai ministeri ed alle sacre ordinazioni (108 C);
la nomina di un direttore o il suo eventuale trasferimento (177 C);
la nomina del maestro dei novizi (112 C);
la costituzione di delegazioni ispettoriali e la nomina dei delegati (159 C);
la richiesta al Rettor Maggiore e al suo Consiglio dell’autorizzazione ad aprire e chiudere case, a modificare lo scopo delle opere esistenti e ad intraprendere opere straordinarie (132 C);
Ia convocazione del Capitolo ispettoriale straordinario (172 C);
le operazioni economiche di cui all’articolo 188 delle Costituzioni;
la determinazione dei settori di attività delle comunità che devono essere rappresentati nei Consigli locali (180 C);
la modifica delle strutture ordinarie e dei ruoli all’interno della comunità (182 C);
l’autorizzazione ai confratelli per vivere in condizione di assenza dalla casa religiosa
R 156-158(CIC, can. 665, § 1).
166. Perché un socio possa essere membro del Consiglio ispettoriale si richiede che sia
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società117
Per il vicario dell’ispettore si richiede inoltre che sia sacerdote.
l consiglieri ispettoriali vengono nominati dal Rettor Maggiore, con il consenso del suo Consiglio, su proposta dell’ispettore dopo ampia consultazione tra i confratelli dell’ispettoria.
Durano in carica tre anni e possono essere riconfermati o anche esonerati durante il
R 154triennio.
Il vicario è il primo collaboratore dell’ispettore in tutto ciò che riguarda il governo ordinario dell’ispettoria e nelle cose di cui abbia ricevuto speciale incarico.
Fa le veci dell’ispettore assente o impedito.
Alla morte dell’ispettore e fino a quando non si sia provveduto altrimenti dal Rettor Maggiore, il vicario assume ed esercita l’intero governo dell’ispettoria.
È ufficio dell’economo ispettoriale amministrare i beni dell’ispettoria, controllare e coordinare l’economia delle singole case, d’accordo con l’ispettore e secondo le norme
R 193-196stabilite.
118Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Il Capitolo ispettoriale |
È pure l’Assemblea rappresentativa dei confratelli e delle comunità locali. Delibera su ciò che riguarda l’ispettoria, salva la competenza demandata dalle Costituzioni e dai Regolamenti generali ad altri organi di governo. Le deliberazioni del Capitolo ispettoriale avranno forza obbligante dopo l’approvazione del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio, salvo quanto prescritto dall’articolo 171,5 delle Costituzioni. |
Al Capitolo ispettoriale compete:
stabilire quanto concerne il buon andamento dell’ispettoria;
ricercare i mezzi atti a promuovere la vita religiosa e pastorale della comunità ispettoriale;
studiare e verificare l’attuazione concreta delle deliberazioni del Capitolo generale;
formare e rivedere il Direttorio ispettoriale nell’ambito delle competenze demandate a tale livello;
eleggere uno o due delegati al Capitolo ge‑
R
167.190nerale
e i loro supplenti, a norma dei Regola‑
menti
generali.
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società119
R 168niente per il bene dell’ispettoria.
R 161-165.168 |
173. Al Capitolo ispettoriale intervengono con diritto di voto:
|
174. All’elezione dei delegati delle comunità locali e della comunità ispettoriale parteci‑
R 165pano tutti i professi perpetui e temporanei.
XIII. SERVIZIO DELL'AUTORITÀ NELLA COMUNITÀ LOCALE
«Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola al servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 4, 10-11).
La comunità locale Il direttore R 29.172-179. 199 |
1 cfr CIC, can. 608.
Egli è il primo responsabile della vita religiosa, delle attività apostoliche e dell’amministrazione dei beni. Con la collaborazione del suo Consiglio anima e governa la comunità a norma delle Costituzioni e dei Regolamenti generali.
|
Il servizio dell’autorità nella nostra Società121
del suo Consiglio e l’approvazione del Rettor Maggiore, tenendo conto delle indicazioni ottenute attraverso un’opportuna consultazione, fatta tra i confratelli dell’ispettoria.
Il suo mandato è triennale e può essere confermato per un secondo triennio nella stessa comunità.
Durante il periodo del suo servizio può essere destinato ad altro ufficio se l’ispettore, con il consenso del suo Consiglio, lo ritiene neces‑
R 170.171sario.
Il Consiglio locale |
|
È compito di questo Consiglio collaborare nell’animazione e nel governo con il direttore
R 180che lo convoca e lo presiede.
Membri del Consiglio sono:
il vicario e l’economo;
i confratelli responsabili dei principali settori di attività della comunità a norma dell’articolo 180 delle Costituzioni;
uno o più confratelli eletti annualmente dall’Assemblea dei confratelli, quando questi siano numerosi, a norma degli articoli 180 e
R 183186 delle Costituzioni.
122Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
R 183semblea dei confratelli.
181. Il direttore deve avere il consenso del suo Consiglio per:
approvare la programmazione annuale della vita e delle attività della comunità da sottoporre alla conferma dell’ispettore;
proporre all’ispettore nuove sperimentazioni e cambiamenti sostanziali nell’indirizzo dell’opera;
approvare il bilancio preventivo e consuntivo della comunità e delle opere che dipendono dalla nostra responsabilità;
compiere le operazioni economiche previste dall’articolo 188 delle Costituzioni;
determinare la periodicità ordinaria delle riunioni dello stesso Consiglio.
Nelle altre questioni d’importanza il direttore
R 180ascolti sempre il suo Consiglio.
182. Qualora le circostanze suggeriscano qualche eccezione, l’ispettore con il consenso
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società123
R 181ridotta.
183. Il vicario è il primo collaboratore del direttore. Ne fa le veci nelle cose di cui abbia ricevuto speciale incarico e, se il direttore è assente o impedito, in tutto ciò che riguarda il governo ordinario. Deve essere quindi sacerdote.
Alla morte del direttore e fino a quando non sia provveduto altrimenti dall’ispettore, il vi‑
R 182cario assume ed esercita il governo della casa.
L’economo è il responsabile immediato dell’amministrazione dei beni temporali della casa religiosa in dipendenza dal direttore col suo Consiglio. Svolge il suo servizio in spirito
R 198-202di carità e povertà.
La figura e i compiti dei responsabili dei principali settori di attività della comunità saranno stabiliti dal Capitolo ispettoriale.
L’Assemblea dei confratelli |
|
124Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Ad essa spetta inoltre l’elezione del delegato al Capitolo ispettoriale e del suo supplente, come pure l’eventuale elezione dei membri del Consiglio locale a norma dell’articolo 180
R 173.184delle Costituzioni.
XIV. AMMINISTRAZIONE DEI BENI TEMPORALI
«Accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: ‘Non ti lascerò e non ti abbandonerò’. Non dimenticatevi della beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché di tali sacrifici il Signore si compiace» (Eb 13,5.16).
La Società salesiana ha la capacità di acquistare, possedere, amministrare e alienare beni temporali. Ciò vale per la Congregazione, per le singole ispettorie e per ciascuna casa. Tali beni non siano intestati a persona fisica e si conservino solo nella misura in cui sono direttamente utili per le opere.
È da escludere l’acquisto e la conservazione di beni immobili a solo scopo di reddito e ogni altra forma permanente di capitalizzazione fruttifera, salvo quanto previsto all’arti‑
R 187colo 188 delle Costituzioni.
È necessaria l’autorizzazione del Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio per:
acquistare, alienare, permutare, ipotecare, dare in affitto beni immobili;
contrarre prestiti con o senza ipoteche;
accettare a titolo oneroso eredità, lasciti o
126Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
costituire vitalizi, borse di studio, obblighi di messe, particolari fondazioni o enti di beneficenza;
costruire nuovi edifici, demolire gli esistenti o effettuarvi trasformazioni importanti.
Per tale autorizzazione, quando si tratta di operazioni a livello ispettoriale o locale, occorre che sia presentata dagli organi interessati adeguata documentazione, accompagnata dal parere dell’ispettore e del suo Consiglio e anche da quello del direttore e del suo Consiglio quando riguarda una casa.
189. In ordine a tutte le operazioni di cui all’articolo 188 delle Costituzioni, spetta al Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio, uditi gli ispettori con i rispettivi Consigli e tenuto conto delle pertinenti decisioni della Sede Apostolica, determinare i limiti di valore entro cui è competente l’ispettore con il consenso dei suo Consiglio per autorizzarle con analoga procedura.
Quando si tratta di operazioni che superano la somma stabilita dalla Sede Apostolica, o di donazioni votive e di oggetti preziosi per valore storico o artistico, è necessaria anche la licenza della medesima Sede Apostolica1.
1 cfr CIC, can. 638,3.
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società127
R 30.190.192.202 |
190. Tutti i beni temporali sono amministrati rispettivamente dall’economo generale, dagli economi ispettoriali e dagli economi locali, sotto la direzione e il controllo dei relativi superiori e Consigli, in conformità alle disposizioni canoniche, a norma delle Costituzioni e dei Regolamenti generali e nell’osservanza delle leggi vigenti nei vari paesi. |
CONCLUSIONE
«Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché tu hai dilatato il mio cuore» (Sal 119,32).
Il
diritto proprio della nostra Società
Quest’ultimo viene espresso nelle Costituzioni, che rappresentano il nostro codice fondamentale, nei Regolamenti generali, nelle deliberazioni del Capitolo generale, nei Direttori generali e ispettoriali e in altre decisioni delle competenti autorità.
Senso
e interpretazione delle Costituzioni
La Chiesa, approvandole, assicura l’autenticità evangelica della via tracciata dal Fondatore e riconosce in essa «un bene speciale per l’intero popolo di Dio».1
Solo la Sede Apostolica ne è l’interprete autentica; ma per la direzione pratica della Società e il bene dei confratelli le può interpretare, oltre al Capitolo generale, anche il Rettor Maggiore con il suo Consiglio.
1 RD 14; cfr PC 1.
Il servizio dell’autorità nella nostra Società129
Valore
obbligante delle Costituzioni
I superiori maggiori, fermo restando ciò che dispone il diritto universale,1 possono dispensare temporaneamente da singoli articoli disciplinari.
1 cfr CIC, can. 85-87; 90; 92; 93; 1245.
Separazione
dalla Società
Non può tuttavia lasciare la Società se non allo scadere della professione temporanea o se non è stato ammesso a quella successiva; oppure se non è legittimamente sciolto dai voti e dagli impegni presi con la professione stessa per passaggio ad altro istituto, per dispensa o per dimissione, a norma del diritto
R 54universale.1
1 cfr CIC, can. 685; 688; 689; 691-704.
Fedeltà e perseveranza |
195. La fedeltà all’impegno preso con la professione religiosa è una risposta sempre rinnovata alla speciale alleanza che il Signore ha sancito con noi. |
130Costituzioni
della Società di san Francesco di Sales
Una
via che conduce all’Amore
In risposta alla predilezione del Signore Gesù, che ci ha chiamati per nome, e guidati da Maria, accogliamo le Costituzioni come testamento di Don Bosco, libro di vita per noi e pegno di speranza per i piccoli e i poveri.
Le meditiamo nella fede e ci impegniamo a praticarle: esse sono per noi, discepoli del Signore, una via che conduce all’Amore.
REGOLAMENTI
GENERALI
Parte Prima
Inviati ai giovani in comunità al seguito di Cristo
I. I DESTINATARI DELLA NOSTRA MISSIONE
Ogni ispettoria studi la condizione giovanile e popolare tenendo conto del contesto sociale in cui opera. Verifichi periodicamente se le sue opere ed attività sono al servizio dei giovani poveri: dei giovani anzitutto che, a causa della povertà economica, sociale e culturale, a volte estrema, non hanno possibilità di riuscita; dei giovani poveri sul piano affettivo, morale e spirituale, e perciò esposti all’indifferenza, all’ateismo e alla delinquenza; dei giovani che vivono al margine della società e
C 26.77della Chiesa.
Le ispettorie favoriscano l’impegno educativo verso i giovani lavoratori. Si inseriscano con iniziative e servizi specifici nella pastorale delle Chiese particolari. Cerchino di conoscere il mondo del lavoro e la situazione dei giovani lavoratori. Curino i centri di formazione professionale dal punto di vista pastorale, pedagogico e tecnico e predispongano programmi adeguati per educare i giovani ad
C 27un’autentica spiritualità del lavoro.
Il nostro servizio educativo pastorale si rivolge con priorità alla gioventù maschile.
136Regolamenti generali
Nelle nostre opere sono accolte anche le giovani, secondo i criteri e le norme indicati dal
C 26Capitolo ispettoriale.
II. IL NOSTRO SERVIZIO EDUCATIVO PASTORALE
Ogni comunità ispettoriale, ispirandosi al Sistema Preventivo, elabori il proprio progetto educativo pastorale per rispondere alla situazione della gioventù e degli ambienti popolari.
In conformità con esso, anche a livello locale e coinvolgendo tutti i membri della comunità educativa pastorale, si elabori un progetto che orienti ogni iniziativa verso l’evangelizza‑
C 31-39.47zione.
L’attuazione del nostro progetto richiede in ogni ambiente e opera la formazione della comunità educativa pastorale. Il suo nucleo animatore è la comunità religiosa.
I salesiani siano presenti nell’elaborazione, realizzazione e revisione del progetto e si adoperino perché in clima di famiglia vi partecipino i giovani, i genitori e i collaboratori,
C 38.47ciascuno secondo il proprio ruolo.
Si esprimano nel progetto e si curino nella prassi, mediante itinerari convenienti, quegli aspetti che sono caratteristici della nostra pedagogia: la partecipazione responsabile e
138Regolamenti generali
attiva dei giovani; una delicata educazione all’amore; la serietà della formazione culturale, sociale e professionale; la comunicazione nel‑
C 32.33le sue espressioni artistiche e ricreative.
Nucleo centrale del progetto sia un piano esplicito di educazione alla fede che accompagni i giovani nel loro sviluppo e coordini le diverse forme di catechesi, le celebrazioni e
C 34.36gli impegni apostolici.
Si favorisca il sorgere di gruppi e associazioni secondo l’età e gli interessi dei giovani e se ne curi la continuità. Si promuovano in particolare i gruppi di impegno cristiano e quelli che partecipano alla missione salesiana e ne vivono lo spirito.
Si sia sensibili al movimento ecumenico locale e se ne assumano le istanze specialmente nelle zone in cui sono presenti confessioni di‑
C 35verse.
Con l’aiuto di educatori preparati e programmando attività idonee, ci si impegni nell’orientamento vocazionale dei giovani.
Si abbia una particolare sensibilità nell’individuare e seguire con iniziative adeguate quei giovani che manifestano segni di vocazioni
C 37laicale, religiosa e sacerdotale.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo139
III. ATTIVITÀ E OPERE
L’oratorio e il centro giovanile
L’oratorio è un ambiente educativo che si apre, con slancio missionario, ai ragazzi e ai giovani.
Sia organizzato come un servizio comunitario che avendo di mira l’evangelizzazione offre ai singoli e ai gruppi la possibilità di sviluppare i propri interessi secondo modi e metodi differenziati.
Le attività si propongano sempre finalità educative e guidino ad un sano uso del tempo
C 42libero.
Il centro giovanile è un ambiente destinato ai giovani. Attento alle loro richieste, conserva le caratteristiche dell’oratorio, ma privilegia il rapporto di gruppo e facilita i contatti personali.
Le attività propriamente formative e apostoli‑
C 42che prevalgano su quelle ricreative.
La scuola, i centri professionali e le istituzioni di educazione superiore
La scuola ai diversi livelli, i centri professionali e le istituzioni di educazione superiore
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo141
Il processo educativo, condotto con stile salesiano e con riconosciuta professionalità tecnica e pedagogica, sia fondato su solidi valori culturali e risponda alle esigenze dei giovani. Il programma armonizzi le attività di formazione intellettuale e professionale con quelle del tempo libero.
Si verifichi periodicamente la validità dei contenuti e delle metodologie pedagogiche e didattiche in rapporto anche al contesto sociale, al mondo del lavoro e alla pastorale della
C 41.42Chiesa.
La scuola salesiana sia popolare per la sua collocazione, per la cultura e gli indirizzi che privilegia e per i giovani che accoglie. Organizzi servizi utili alla popolazione della zona, come corsi di qualificazione professionale e culturale, di alfabetizzazione e di ricupero,
C 29.33fondi per borse di studio e altre simili iniziative.
Il convitto e il pensionato
I convitti e i pensionati sono un servizio offerto ai giovani che non hanno famiglia o che ne sono temporaneamente lontani. Si favoriscano in essi le relazioni personali, si ren‑
142Regolamenti generali
dano i giovani responsabili dell’organizzazione della vita quotidiana e si dia loro la possibilità di svolgere attività di gruppo. Si mantenga il contatto con le famiglie o i responsabili dei giovani e si stabiliscano rapporti con la scuola o l’ambiente di lavoro che essi fre‑
C 42quentano.
Iniziative a servizio delle vocazioni
I centri di orientamento vocazionale accolgono ed accompagnano i giovani che si sentono chiamati ad un impegno nella Chiesa e nella Congregazione.
Questo servizio può essere svolto anche organizzando incontri locali o regionali, istituendo gruppi specifici o inserendo i giovani in qual‑
C 6.28.37che nostra comunità.
L’aspirantato è un centro di orientamento vocazionale salesiano. Mantenendosi aperto all’ambiente e in contatto con le famiglie, aiuta gli adolescenti e i giovani che manifestano attitudini alla vita religiosa e al sacerdozio a conoscere la propria vocazione apostolica e
C 6.28.37a corrispondervi.
Le missioni
È compito di ogni ispettore col suo Consiglio fissare le norme per l’animazione e il coordinamento dell’azione missionaria.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo143
C 30gelizzate, anche se di minoranze etniche.
Ogni missionario abbia la possibilità di frequentare centri di studio organizzati dalle Chiese particolari o dalle ispettorie per la sua preparazione specifica, e l’aggiornamento. Attenda all’apprendimento delle lingue e allo
C 30.118studio della etnologia ed antropologia.
Ordinariamente nessuna residenza missionaria abbia meno di tre confratelli. Si promuovano incontri per favorire la vita comunitaria, l’aiuto reciproco, la crescita spirituale e
C 49lo scambio di esperienze pastorali.
Ogni missionario potrà tornare in patria periodicamente secondo le norme della sua ispettoria o della conferenza ispettoriale. Il suo ispettore lo presenterà all’ispettore della zona dove dimorerà e provvederà al necessario per la sua permanenza.
I confratelli dell’ispettoria che lo riceve gli assicurino generosa e fraterna accoglienza.
Nei paesi non cristiani, i salesiani, applicando il loro metodo educativo pastorale,
144Regolamenti generali
creino le condizioni per un libero cammino di conversione alla fede, nel rispetto dei valori culturali e religiosi propri dell’ambiente.
Dove il contesto religioso, sociale o politico non consente forme esplicite di evangelizzazione, la Congregazione sostenga e sviluppi presenze missionarie di testimonianza e di
C 30servizio.
Conforme alle disposizioni della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nei territori dove ci è affidato un lavoro apostolico, si stipuli la necessaria convenzione con l’autorità ecclesiastica.
A sostegno dell’attività missionaria, il Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio e d’intesa con l’ispettore locale può stabilire procure a livello di Congregazione.
La loro organizzazione e il loro funzionamento dipenderanno dall’ispettore o dagli ispettori nelle cui circoscrizioni opera la procura, previa convenzione con il Rettor Maggiore e d’intesa con il consigliere generale per le missioni e con l’economo generale.
Per l’istituzione di procure locali e di gemellaggi è competente l’ispettore con il consenso del suo Consiglio, in accordo con il consiglie‑
C 30.138re generale per le missioni.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo145
Realizziamo la nostra missione anche nelle parrocchie, rispondendo alle necessità pastorali delle Chiese particolari in quelle zone che offrono un adeguato campo di servizio alla gioventù e ai ceti popolari.
La loro accettazione va fatta mediante convenzione tra l’ispettore e l’Ordinario del luogo, previa approvazione del Rettor Maggiore
C 29.42con il consenso del suo Consiglio.
La parrocchia, affidata alla Congregazione, si distingua per il suo carattere popolare e l’attenzione ai giovani, soprattutto ai più poveri.
C 29.31.33.44 |
Abbia come centro animatore la comunità religiosa. Consideri l’oratorio e il centro giovanile parte integrante del suo progetto pastorale. Valorizzi la catechesi sistematica per tutti e s’impegni nell’avvicinare i lontani. Curi l’integrazione di evangelizzazione e promozione umana. Favorisca lo sviluppo della vocazione di ogni persona.
Il parroco è il responsabile dell’impegno preso dalla Congregazione di fronte alla Chiesa e |
146Regolamenti generali
lo assolve con la collaborazione dei confratel‑
C48li addetti alla parrocchia.
I confratelli addetti alla parrocchia abbiano quella stabilità che l’ufficio e il bene dei fedeli esigono. A giudizio del superiore ci sia tuttavia il necessario avvicendamento delle persone e degli incarichi, secondo gli orientamenti delle Chiese particolari. Ordinariamente il parroco non duri in carica oltre nove an‑
C 48ni. Prima di trasferirlo si avvisi il vescovo.
Dove la situazione lo consente, si proceda all’erezione canonica della casa salesiana a servizio della parrocchia con il proprio direttore-parroco.
Quando gli uffici di direttore e di parroco sono separati, il direttore curi l’unità e l’identità salesiana della comunità e stimoli la corresponsabilità dei confratelli nella realizzazione
C 44.176del progetto pastorale parrocchiale.
Circa i rapporti amministrativi si segua quanto è prescritto dall’articolo 190 dei Regolamenti generali e si tenga conto anche degli obblighi verso la comunità parrocchiale a norma del diritto.
Sia tenuta chiaramente distinta, con apposita documentazione e registrazione, la proprietà dei beni appartenenti alla parrocchia qua talis
C 190e quella dei beni della Congregazione.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo147
L’ispettore con il suo Consiglio promuova, secondo le possibilità locali, la nostra presenza pastorale nel settore della comunicazione sociale. Prepari i confratelli a inserirsi nei circuiti della stampa, del cinema, della radio e della televisione; istituisca e potenzi i nostri centri editoriali per la produzione e la diffusione di libri, sussidi e periodici e i centri di emittenza e produzione di programmi audiovisivi, radiofonici, televisivi.
Questi servizi siano impostati su sicure basi giuridiche ed economiche e trovino forme di collegamento e cooperazione con centri di altre ispettorie e col consigliere generale per la Famiglia salesiana e la comunicazione
C 6.43sociale.
I salesiani si preoccupino di educare i giovani alla comprensione dei linguaggi della comunicazione sociale e al senso critico, estetico e morale. Favoriscano le attività musicali e teatrali e i circoli per la lettura e il
C 6.43cinema.
Siano potenziati i canali d’informazione e di dialogo all’interno e all’esterno della Congregazione e della Famiglia salesiana (bollettini, ANS, cortometraggi, videocassette...), utilizzando opportunamente anche i mezzi offerti dalle nuove tecnologie.
148Regolamenti generali
I centri editoriali che operano in una stessa nazione o regione cerchino forme convenienti di collaborazione in vista di un progetto
C 6.43.59unitario.
Qualora sia richiesta dal diritto, la revisione ecclesiastica delle pubblicazioni sarà preceduta da quella dei revisori stabiliti dal‑
C 43l’ispettore.
Il servizio in strutture non salesiane
Il servizio ai giovani può esigere talvolta la nostra presenza in istituzioni non salesiane per collaborare più immediatamente con le Chiese particolari nella pastorale giovanile o nel mondo del lavoro e nella cura delle vocazioni.
Spetta all’ispettore con il consenso del suo Consiglio assumere questi impegni e verificarne la validità.
I confratelli inviati per tali attività mantengano un reale inserimento nella comunità salesiana. Essa assicurerà un fraterno e corresponsa‑
C 41.42.44bile interessamento al loro lavoro.
IV. Il SERVIZIO ALLA FAMIGLIA SALESIANA
È dovere dell’ispettore e del direttore, coadiuvati dai rispettivi delegati, sensibilizzare le comunità perché assolvano il loro compito nella Famiglia salesiana.
La comunità, d’intesa con i responsabili dei vari gruppi, in spirito di servizio e rispettandone l’autonomia, offre loro l’assistenza spirituale, promuove incontri, favorisce la collaborazione educativa e pastorale e coltiva il comu‑
C 5ne impegno per le vocazioni.
Prestiamo alle Figlie di Maria Ausiliatrice, in risposta alle loro richieste e secondo le nostre possibilità, l’aiuto fraterno e il ministero sacerdotale.
Collaboriamo con esse per approfondire la spiritualità e la pedagogia di Don Bosco e per tenere viva la particolare dimensione mariana
C 5del carisma salesiano.
Ogni comunità senta il dovere di sostenere e incrementare l’Associazione dei Salesiani Cooperatori a beneficio della Chiesa. Contribuisca alla formazione dei suoi membri, faccia conoscere e promuova questa vo‑
Si
interessa ai problemi dei giovani, incorag‑
cazione, soprattutto tra i giovani più impe‑
C 5.47gnati e tra i collaboratori laici.
La comunità mantenga rapporti di amicizia con gli exallievi con una speciale attenzione ai più giovani. Si interessi a loro favorendo occasioni d’incontro, di formazione e di collaborazione.
Incoraggi e sostenga l’Associazione degli Exallievi di Don Bosco e insieme con essa cerchi di avvicinare quanti se ne sono allontanati.
Aiuti i più sensibili ai valori salesiani a matu‑
C 5rare la vocazione di cooperatore.
Prestiamo la nostra assistenza spirituale alle Volontarie di Don Bosco e agli istituti religiosi e secolari che nei loro statuti affermano di vivere un progetto di vita apostolica conforme allo spirito salesiano, hanno fatto richiesta di adesione alla Famiglia salesiana su mandato della loro Assemblea o Capitolo generale, ed hanno ricevuto il dovuto riconosci‑
C 5mento da parte del Rettor Maggiore.
Il Bollettino salesiano, fondato da Don Bosco, diffonde la conoscenza dello spirito e dell’azione salesiana, specialmente di quella missionaria ed educativa.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo151
C 5.6.43 |
gia la collaborazione e cerca di suscitare vocazioni. È inoltre uno strumento di formazione e un vincolo di unità per i vari gruppi della Famiglia salesiana. Viene redatto secondo le direttive del Rettor Maggiore e del suo Consiglio in varie edizioni e lingue. |
V. COMUNITÀ FRATERNE E APOSTOLICHE
La comunità sia locale che ispettoriale, raccolta attorno al direttore e all’ispettore, celebri ogni anno la giornata della comunità come segno di comunione fraterna ed espres‑
C 50.55sione di riconoscenza.
Per favorire la salute, l’azione apostolica, la convivenza, il clima di raccoglimento e di preghiera, ogni confratello eviti il lavoro disordinato e la comunità assicuri un’equilibrata distribuzione degli impegni, momenti di riposo e di silenzio e un’opportuna distensio‑
C 52ne comunitaria.
Sull’esempio del nostro Fondatore e consapevoli dell’austerità che comportano la vita religiosa e gli impegni di lavoro, il superiore e ogni membro della comunità mantengano vigile la coscienza dei propri doveri morali nella scelta delle letture, degli spettacoli e
C 84nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale.
La comunità accolga con cordialità quanti vengono in contatto con essa o sono suoi ospiti, specie se confratelli.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo153
Non si accettino però estranei a convivere in
C 56comunità senza il permesso dell’ispettore.
La comunità mantiene relazioni cordiali con la famiglia di ogni confratello, verso la quale manifesta amore e riconoscenza.
Il salesiano che ha lasciato la sua casa per seguire Cristo conserva integro l’affetto per i suoi familiari, specialmente per i genitori. Lo esprime nella preghiera, nella corrispondenza e nelle visite.
Ogni comunità in segno di comunione con i fratelli defunti abbia per loro un ricordo particolare e stabilisca il momento più opportuno per la lettura quotidiana del necrologio
C 54.94in una pratica comunitaria.
Preferibilmente dopo la preghiera serale, il direttore o chi per esso, secondo la tradizione salesiana, rivolga alla comunità fraterne
C 55parole di «buona notte».
VI. AL SEGUITO DI CRISTO OBBEDIENTE POVERO CASTO
La nostra obbedienza
In un clima di fiducia ogni confratello si incontri frequentemente con il direttore e gli manifesti lo stato della propria salute, l’andamento del lavoro apostolico, le difficoltà che trova nella vita religiosa e nella carità fraterna, e tutto ciò che può contribuire al bene dei singoli e della comunità.
Il direttore consideri come uno dei suoi principali doveri quello di essere disponibile ad
C 70accogliere e ascoltare i confratelli.
Per favorire lo spirito di famiglia e per non nuocere alle esigenze della programmazione comunitaria, il confratello che deve assentarsi dalla casa, specialmente per visite, viaggi e vacanze, si intenda con il suo direttore. Se si tratta di un’assenza prolungata si regolerà secondo quanto è prescritto dalle nor‑
C 65me della Chiesa (cfr CIC, can. 665,1).
La nostra povertà
Esigenze del51. La cessione dell’uso e usufrutto dei beni
votoe della loro amministrazione comporta anche
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo155
Con il permesso dell’ispettore egli potrà cambiare per giusta causa tale cessione e disposizione relativa ai propri beni, e compiere quegli atti di proprietà che sono prescritti dalle leggi civili.
Tutto questo egli dovrà osservare anche per quei beni che venissero in suo possesso dopo la professione.
Inoltre terrà periodicamente informato l’ispettore dei beni di cui conserva la proprietà e
C 74del loro stato.
Il testamento con cui il socio dispone secondo le norme del diritto civile dei suoi beni presenti e futuri verrà redatto in duplice copia, di cui una sarà conservata nell’archivio ispettoriale. Per eventuali modifiche del medesimo si terrà alle prescrizioni del diritto ca‑
C 74nonico e civile.
Nello spirito del distacco evangelico, un socio, dopo almeno dieci anni dalla professione perpetua e con il consenso del Rettor Maggiore, può rinunciare definitivamente ai beni personali. Questo atto di rinuncia sarà redatto secondo le norme prescritte dalle leg‑
C 74gi civili del proprio paese.
156Regolamenti generali
Nel caso in cui un confratello esca dalla Società, riavrà il pieno diritto sui beni immobili e mobili di cui si fosse riservata la proprietà ma non potrà richiedere nessun frutto, né domandare conto alcuno della loro amministrazione.
Egli sarà fraternamente aiutato a superare le prime difficoltà della sua nuova situazione; non potrà tuttavia pretendere alcunché per il
C 74.194periodo di sua permanenza nella Società.
Povertà personale |
Arreda la sua camera modestamente, evitando di farne un rifugio, che lo tiene lontano dalla comunità e dai giovani. Vigila per non lasciarsi legare da nessuna abitudine contraria allo spirito di povertà. |
Fedele a una costante tradizione, si astiene dal fumare, come forma di temperanza salesiana e di testimonianza nel proprio lavoro
C 75educativo.
Qualunque cosa i soci avranno acquistato con il proprio lavoro o in vista della Società non potranno ritenerla per sè, ma tutto dovrà essere messo tra i beni comuni.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo157
C 76superiore.
I diritti d’autore, che i salesiani acquistano con le loro pubblicazioni o produzioni, sono frutti del loro lavoro e vanno messi in comune a vantaggio della Società.
Perciò ogni confratello, autore o produttore, farà cessione dei propri diritti d’autore secondo le norme ispettoriali e nelle forme legali
C 76previste dalle rispettive nazioni.
Povertà comunitaria e servizio |
Essi regoleranno in particolare:
|
le norme per una concreta solidarietà fra le case dell’ispettoria e gli aiuti che le comunità
C 76.77presteranno ai bisogni generali dell’ispettoria.
158Regolamenti generali
La Società non conservi alcun possesso di beni immobili all’infuori delle case di abitazione e loro dipendenze di lavoro, a norma dell’articolo 187 delle Costituzioni.
In ogni caso si eviti qualsiasi controtestimonianza di povertà, tenendo presente che un servizio efficiente può spesso essere realizzato con strutture materiali molto semplici o in
C 77opere di cui non siamo proprietari.
Le nostre opere hanno finalità di servizio; siano perciò aperte e disponibili alle necessità dei luoghi. Si cerchi di non lasciare inutilizzati ambienti e attrezzature richiesti
C 77per i bisogni pastorali della zona.
Il vitto sia conforme alle esigenze della povertà religiosa secondo gli usi dei singoli paesi.
L’arredamento della casa, il mobilio, le attrezzature siano funzionali e semplici e non diano mai l’impressione di ricchezza e di lusso. Questo vale anche per le chiese, pur mante‑
C 77nendo in esse il dovuto decoro.
Si curi la manutenzione dei beni immobili e mobili. Speciale importanza riveste la conservazione delle biblioteche, archivi e altro materiale di documentazione per il loro
C 77grande valore culturale e comunitario.
Inviati
ai giovani in comunità al seguito di Cristo159
C 76.77secondo criteri di povertà.
Per un senso di risparmio e nello spirito di famiglia, i lavori e i servizi della casa siano compiuti, per quanto è possibile, dai confratelli. Essi cercheranno di prenderne pratica, soprattutto durante il periodo della formazio‑
C 77.78ne iniziale.
La comunità locale e ispettoriale verifichi con la frequenza che riterrà opportuna, il proprio stato di povertà circa la testimonianza comunitaria e i servizi resi. Studi i mezzi per
C 77un continuo rinnovamento.
La nostra castità
La testimonianza e il servizio pastorale richiedono che il salesiano si inserisca nel mondo.
Fedele alle scelte della propria vocazione, egli eviterà le agiatezze e le attrattive mondane. Sarà prudente nel fare visite o nel partecipare a spettacoli, evitando quanto non è confa‑
C 84cente con la castità religiosa.
160Regolamenti generali
L’impiego di personale femminile nelle nostre case e opere risponda a criteri di necessità e tenga presenti le esigenze della vita
C 84religiosa.
Nei suoi rapporti con le persone e nelle sue amicizie il salesiano sia coerente con gli impegni assunti nella professione. Eviti perciò atteggiamenti e comportamenti pericolosi o ambigui, che possono offuscare la testimo‑
C 82.84nianza della sua castità.
VII. IN DIALOGO CON IL SIGNORE
In ogni comunità, all’inizio dell’anno, si faccia la programmazione dei ritmi di preghiera, tenendo conto degli impegni apostoli‑
C 85ci e delle esigenze della vita fraterna.
I soci celebreranno ogni giorno, possibilmente in comune, le Lodi e il Vespro. Al loro posto potranno recitare, secondo l’opportunità, altre preghiere. Tutti i confratelli saranno fedeli alla celebrazione quotidiana dell’Euca‑
C 88.89ristia.
Ogni giorno i soci attenderanno in comune per almeno mezz’ora alla meditazione e per qualche tempo alla lettura spirituale. Spetta alla comunità locale favorire la varietà delle forme e incoraggiare i confratelli nel lo‑
C 93ro impegno.
La comunità destinerà almeno tre ore al ritiro mensile e una giornata intera, convenientemente preparata, al ritiro trimestrale. Ogni anno i soci faranno sei giorni di esercizi spirituali, secondo le modalità stabilite dal Capitolo ispettoriale, e li concluderanno con
162Regolamenti generali
la rinnovazione degli impegni della professio‑
C 91ne religiosa.
Secondo la tradizione salesiana e gli insegnamenti della Chiesa, il venerdì sia per i soci un giorno di penitenza comunitaria. Nella quaresima la comunità stabilisca qualche pratica comunitaria di mortificazione che aiuti a prepararsi alla Pasqua e ad aprirsi a una
C 90più intensa condivisione con i poveri.
Oltre al rosario, in cui Maria insegna ai suoi figli come unirsi ai misteri di Cristo, la commemorazione mensile, la preghiera quotidiana che conclude la meditazione e l’uso frequente della benedizione di Maria Ausiliatrice sono alcuni altri segni di unità della nostra devozione mariana. Le modalità di queste pratiche verranno stabilite nel Direttorio ispettoriale.
I confratelli, come singoli e come comunità, si sentano impegnati a diffondere con zelo la devozione a Maria Ausiliatrice e a favorire, dov’è possibile, l’Associazione dei devoti di
C 92Maria Ausiliatrice.
75. L’ultimo giorno di ogni mese si commemori il nostro padre Don Bosco. Si celebrino come ricorrenze di famiglia le feste dei nostri
Inviati ai giovani in comunità al seguito di Cristo163
santi e beati. Si coltivi la devozione ai nostri
C 9.21servi di Dio.
76. I salesiani esprimeranno amore e riconoscenza ai confratelli, parenti e benefattori chiamati da Dio all’eternità, con preghiere personali e comunitarie di suffragio.
In particolare:
alla morte di un confratello o di un novizio saranno celebrate trenta messe a cura della comunità alla quale apparteneva, e una messa in ogni casa dell’ispettoria;
alla morte del Rettor Maggiore in carica o emerito, oltre alle trenta messe, ne sarà celebrata una in tutte le case della Congregazione;
alla morte dei genitori dei confratelli saranno celebrate dieci messe a cura della casa alla quale appartiene il confratello;
ogni anno:
— per i confratelli defunti tutti i sacerdoti celebreranno la messa nel giorno seguente alla solennità liturgica di san Giovanni Bosco; inoltre l’ispettore farà celebrare una messa in ogni corso di esercizi spirituali;
— per i genitori defunti dei confratelli si celebrerà una messa in ogni casa il 25 novembre, anniversario della morte di mamma Margherita;
— per i benefattori e per i componenti della Famiglia salesiana defunti, in ogni comunità si
C 94celebrerà una Messa il 5 novembre.
164Regolamenti generali
77. La nostra vita comunitaria di preghiera avrà una guida pratica in un manuale preparato dalle ispettorie o dalle conferenze ispettoriali o dalle regioni. Esso contenga un nucleo comune indicato dal Rettor Maggiore
C 86con il suo Consiglio.
Parte Seconda
Formati per la missione di educatori pastori
VIII. ASPETTI GENERALI DELLA FORMAZIONE
Comunità formatrici
Le comunità formatrici abbiano un direttore e un’équipe di formatori particolarmente preparati, soprattutto per la direzione spirituale, che ordinariamente è esercitata dal direttore stesso.
Formatori e confratelli in formazione attuino in corresponsabilità una periodica programmazione e revisione.
I confratelli in formazione siano resi partecipi, attraverso modalità concrete, dell’andamento
C 103.104della comunità.
I confratelli in formazione iniziale faranno una volta al mese il colloquio con il superiore, previsto dall’articolo 70 delle Costitu‑
C 70.105zioni.
Per educare all’uso personale e alla valorizzazione del tempo e per favorire lo spirito di iniziativa, vi sia una ragionevole flessibilità nell’orario e nella distribuzione delle attività della giornata, nel rispetto delle esigenze
C 103prioritarie della comunità.
168Regolamenti generali
La comunità locale, in quanto corresponsabile della maturazione di ogni confratello, è invitata ad esprimere il proprio parere quando uno dei suoi membri chiede di essere ammesso alla professione o agli ordini sacri; lo farà nelle forme più consone alla
C 103.108carità.
Formazione intellettuale
La missione salesiana orienta e caratterizza in modo proprio e originale la formazione intellettuale dei soci a tutti i livelli. Quindi l’ordinamento degli studi armonizzi le esigenze della serietà scientifica con quelle della dimensione religiosa apostolica del nostro progetto di vita.
Siano coltivati con particolare impegno gli studi e le discipline che trattano dell’educazione, della pastorale della gioventù, della ca‑
C 97techesi e della comunicazione sociale.
Durante gli anni della formazione iniziale gli studi siano strutturati in modo da rendere possibile, dove le condizioni lo permettono, il conseguimento di titoli di studio con valore legale.
Le ispettorie in grado di farlo abbiano un proprio centro di studi per la formazione
Formati
per la missione di educatori pastori169
Quando il centro di studi è interispettoriale, le ispettorie collaborino corresponsabilmente
perché raggiunga le sue finalità.
Esso sia aperto nella misura del possibile anche agli esterni, religiosi e laici, per un servi‑
C 101zio alla Chiesa particolare.
L’assimilazione dello spirito salesiano è fondamentalmente un fatto di comunicazione di vita. Questa esperienza per essere efficace dev’essere però accompagnata, durante tutta la formazione iniziale, anche dallo studio graduale e sistematico della spiritualità salesiana e della storia della Società.
Esperienze pastorali
Le esperienze pastorali si attuino in attività proprie della nostra missione e abbiano per scopo lo sviluppo dello spirito apostolico e delle capacità educative pastorali del salesiano in formazione. Siano differenziate e graduate, tenendo conto della maturazione personale e religiosa del confratello e della fase formativa in cui si trova.
La comunità ha la responsabilità di programmare queste esperienze, di accompagnarle con la presenza e la guida dei formatori e di
C 115valutarle periodicamente.
170Regolamenti generali
Guida pratica per la formazione
87. La formazione avrà come guida pratica a livello mondiale una «Ratio fundamentalis Institutionis et Studiorum» e a livello ispettoriale un Direttorio approvato dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.
La «Ratio» espone e sviluppa in maniera organica e didattica l’insieme di principi e norme della formazione che si trovano nelle Costituzioni, nei Regolamenti generali e in altri documenti della Chiesa e della Congregazione.
Il Direttorio ispettoriale applica alle realtà locali i principi e le norme della formazione
C 100.101salesiana.
L’eventuale
dimissione di un novizio spetta al‑
Preparazione immediata al noviziato
88. La preparazione immediata al noviziato in via ordinaria non sia inferiore ai sei mesi e si svolga in una comunità salesiana.
Le modalità siano definite dal Direttorio
C 109ispettoriale.
Il noviziato
89. La casa destinata al noviziato sia inserita nella realtà sociale e apostolica. Se le circostanze lo consigliano, il noviziato può essere
C 110collocato presso un’altra comunità adatta.
90. Il candidato, quando si sente sufficientemente preparato e disposto, fa domanda di iniziare il noviziato.
Perché sia ammesso, deve essere immune dagli impedimenti previsti nei canoni 643-645 §1, dimostrare le attitudini e la maturità necessarie per intraprendere la vita salesiana e avere sufficiente salute per poter osservare le Costituzioni della Società.
172Regolamenti generali
l’ispettore dell’ispettoria in cui si trova la casa
C 108di noviziato.
Gli studi durante il noviziato siano fatti con serietà, secondo un programma definito nell’ordinamento generale degli studi; abbiano come obiettivo preminente l’iniziazione al mistero di Cristo, affinché il novizio, attraverso il contatto con la Parola di Dio, sviluppi una più profonda vita di fede e una conoscenza amorosa di Dio.
Si approfondisca anche la teologia della vita religiosa e vengano studiate le Costituzioni, la
C 110vita di Don Bosco e la nostra tradizione.
I novizi facciano gli esercizi spirituali all’inizio del noviziato, nel tempo che si giudica
C 110più opportuno, e prima di emettere i voti.
Durante il noviziato il novizio può lasciare liberamente l’Istituto. Se vi rimane, viene ammesso alla professione temporanea dopo averne fatto domanda e se è giudicato idoneo; altrimenti viene dimesso.
In casi speciali, l’ispettore può prolungare il noviziato, non però oltre sei mesi a norma
C 108.111del canone 653.
Quando un religioso di voti perpetui chiede di passare dal suo Istituto alla nostra
Formati
per la missione di educatori pastori173
Terminata la prova, può presentare la domanda e, se viene ammesso, fa la professione
C 108.117perpetua a norma del diritto.
Formazione dopo il noviziato
Subito dopo il noviziato tutti i confratelli devono continuare almeno per un biennio la loro formazione in comunità formatrici, preferibilmente studentati.
Durante questa fase si compie la formazione generale filosofica e pedagogica e una iniziazione teologica; si può anche incominciare o continuare la formazione tecnico-scientifica o professionale, in vista di una qualificazione
C 113.114specifica.
Il tirocinio dura ordinariamente due anni e viene fatto prima della professione perpetua in una comunità che presenti i requisiti
C 115richiesti per la validità di questa esperienza.
I soci che si preparano al sacerdozio devono attendere, almeno per quattro anni, a una più intensa formazione sacerdotale in comunità formatrici, preferibilmente studentati.
174Regolamenti generali
Compiano con serietà gli studi teologici, di preferenza in centri salesiani.
Durante questo periodo non siano permessi altri studi e attività che li distolgano dall’im‑
C 116pegno di questa fase formativa.
I salesiani laici, nella fase che dopo il tirocinio completa la loro formazione iniziale, abbiano la possibilità di acquisire una seria formazione teologica, pedagogica e salesiana, adeguata al livello culturale raggiunto.
Attendano anche, secondo le attitudini, agli studi per una preparazione professionale in
C 116vista del lavoro apostolico.
Formazione permanente
La formazione permanente richiede che ciascun confratello migliori la sua capacità di comunicazione e di dialogo; si formi una mentalità aperta e critica e sviluppi lo spirito di iniziativa per rinnovare opportunamente il proprio progetto di vita.
Ognuno coltivi l’abitudine alla lettura e allo studio delle scienze necessarie alla missione; mantenga viva la disponibilità alla preghiera, alla meditazione, alla direzione spirituale per‑
C 118.119sonale e comunitaria.
Ogni confratello ricerchi con i superiori il campo di qualificazione più confacente
Formati
per la missione di educatori pastori175
Conservi la disponibilità caratteristica del nostro spirito e sia pronto a periodiche riqualifi‑
C 118.119cazioni.
C 101.118.119. 161 C 101.118.119 |
Le adunanze dei direttori, di animatori pastorali, di economi e di altri confratelli siano occasioni per approfondire l’identità salesiana nelle sue dimensioni educative pastorali. Si sia pronti ad accogliere gli apporti formativi offerti dai diversi organismi della Chiesa e della società. Le iniziative interispettoriali si attuino dagli ispettori interessati d’intesa con il consigliere regionale.
Le ispettorie nella programmazione tengano conto di questa esigenza. Ciascun confratello risponda a questo appello anche per il bene della propria comunità. |
Parte Terza
Il servizio dell’autorità nella nostra Società
X. IL SERVIZIO DELL’AUTORITÀ NELLA COMUNITÀ MONDIALE
Il Rettor Maggiore e il suo Consiglio
Il Rettor Maggiore sia attento alle necessità della Chiesa universale e si mantenga in contatto con le ispettorie, con le case e con i soci. Solleciti la collaborazione di tutti, promuova riunioni e incontri e favorisca la conoscenza delle attività apostoliche della Congregazione nell’ambito della Famiglia salesiana.
I soci, a loro volta, esprimano il proprio amore a Don Bosco e alla Congregazione, mantenendosi uniti al Rettor Maggiore e accogliendo le sue direttive. Lo aiutino con la preghiera, con il dialogo e soprattutto con la fedeltà
C 59.126alle Costituzioni.
Il Rettor Maggiore può visitare personalmente o per mezzo di altri le ispettorie e le comunità locali, quando ne scorga la necessità.
In particolare, durante il sessennio del suo mandato stabilirà per ogni ispettoria una visita straordinaria che potrà essere compiuta, secondo l’opportunità, dal consigliere regionale o da altro visitatore ai quali conferirà i
180Regolamenti generali
poteri di giurisdizione richiesti dalla natura
C 127della visita.
Il Rettor Maggiore, come superiore della Società, è il gran cancelliere dell’Università Pontificia Salesiana (UPS). Rappresenta la Sede Apostolica presso l’UPS, e l’UPS presso la Sede Apostolica.
In forza del mandato della Congregazione per l’Educazione Cattolica, egli ha piena potestà sull’università ed è custode ed interprete dei suoi statuti.
Esercita le funzioni di gran cancelliere personalmente o per mezzo di un delegato scelto preferibilmente tra i membri del Consiglio ge‑
C 127nerale.
Oltre ai casi menzionati all’articolo 132 §1 delle Costituzioni, il Rettor Maggiore deve avere il consenso del suo Consiglio:
per iniziare cause giudiziarie straordinarie che possono compromettere la Società;
per stabilire procure missionarie a livello di tutta la Congregazione (24 R);
per l’accettazione di parrocchie (25 R);
per l’approvazione del Direttorio ispettoriale della formazione (87 R);
per la nomina di un suo delegato per un segretariato centrale (108 R);
per istituire e fissare l’organico e le moda‑
Il servizio dell’autorità nella nostra Società181
lità di funzionamento degli uffici tecnici e delle consulte, di cui all’articolo 107 dei Regolamenti generali;
per la nomina di un suo delegato personale per una delegazione (138 R);
per l’approvazione delle decisioni vincolanti emanate dalle conferenze ispettoriali (139 R);
per stabilire le modalità della consultazione previa alla nomina dei consiglieri ispettoriali (154 R);
per l’approvazione del bilancio preventivo e consuntivo preparato dall’economato
C 131.132generale (190 C; 192 R).
107. L’animazione della missione salesiana a livello mondiale richiede l’individuazione di obiettivi comuni e sinergie tra i Consiglieri incaricati di settori specifichi, e il coordinamento degli interventi con i Consiglieri regionali, mediante incontri sistematici di programmazione e verifica.
I Consiglieri generali incaricati di settori specifici, per assolvere i compiti loro affidati, si avvalgono di uffici tecnici e di consulte.
La loro istituzione, il loro organico e le modalità di funzionamento sono di competenza del Rettor Maggiore con il consenso del suo
C 133Consiglio.
182Regolamenti generali
Per settori di particolare importanza che non rientrino nei compiti assegnati dalle Costituzioni a singoli consiglieri, possono costituirsi appositi segretariati centrali, direttamente dipendenti dal Rettor Maggiore.
La loro istituzione è di competenza del Capitolo generale. La responsabilità diretta del segretariato è affidata a un delegato centrale nominato ad nutum dal Rettor Maggiore con il consenso del suo Consiglio.
Per un più regolare espletamento delle pratiche con la Sede Apostolica, è conveniente che queste siano inoltrate attraverso il Rettor Maggiore.
Organo ufficiale per la promulgazione delle direttive del Rettor Maggiore e del suo Consiglio e per le informazioni ufficiali sono gli «Atti del Consiglio generale». La loro pubblica‑
C 144zione avviene a cura della segreteria generale.
Il Capitolo generale
La convocazione del Capitolo generale sarà fatta almeno un anno prima dell’apertura del medesimo, salvo il caso previsto dall’articolo 143 delle Costituzioni. Essa verrà comunicata a tutti i confratelli con lettera circolare nella quale si indicherà lo scopo principale
C 143.150del Capitolo, il luogo e la data dell’inizio.
Il servizio dell’autorità nella nostra Società183
Per la preparazione del Capitolo generale, il Rettor Maggiore, o in sua assenza il vicario, designerà un regolatore; a lui i Capitoli ispettoriali e le comunità locali, come pure i singoli soci, faranno pervenire le loro proposte e gli eventuali contributi di studio. Nominerà una commissione tecnica che, insieme al regolatore, stabilirà l’iter di preparazione del Capitolo generale e promuoverà la sensibi‑
C 150lizzazione e la partecipazione attiva dei soci.
Il Rettor Maggiore o, in sua assenza, il vicario, nominerà inoltre una commissione precapitolare che redigerà, sotto la responsabilità del regolatore, d’intesa con il Rettor Maggiore, le relazioni o gli schemi da inviare con sufficiente anticipo ai partecipanti al Ca‑
C 150pitolo generale.
Le ispettorie con meno di duecento professi e le visitatorie invieranno al Capitolo generale un delegato eletto dai rispettivi Capitoli. Le ispettorie, inoltre, invieranno un altro delegato ogni duecento professi o frazione. Le altre eventuali circoscrizioni giuridiche, di cui all’articolo 156 delle Costituzioni, avranno quella rappresentanza che è stata definita nel
C 151,8loro decreto di erezione.
Almeno tre mesi prima dell’inizio del Capitolo generale, gli ispettori invieranno al
184Regolamenti generali
regolatore i verbali delle elezioni, che saranno esaminati da una apposita commissione nominata dal Rettor Maggiore o, in sua assenza, dal vicario.
Il regolatore, qualora vi trovasse dei difetti, provvederà perché si proceda in tempo utile alla dovuta correzione e, se il caso lo richie‑
C 151,8de, si ripetano le elezioni.
Nella prima seduta del Capitolo generale, il Presidente nominerà due o più segretari e, occorrendo, anche altri ufficiali capitolari. Se la necessità lo richiede, il Presidente potrà scegliere anche altri segretari o ufficiali, estranei al Capitolo generale. I segretari dovranno registrare in appositi verbali accuratamente redatti gli atti del Capitolo generale, le deliberazioni prese e anche il riassunto delle
C 150discussioni.
Dopo la designazione dei segretari il regolatore, a nome del Presidente e chiesto il consenso dell’Assemblea, dichiarerà legitti‑
C 150mamente aperto il Capitolo.
Se al momento dell’apertura del Capitolo generale risultasse ancora nulla o dubbia la validità dell’elezione di qualche delegato, il regolatore ne informerà fin dalla prima seduta il Capitolo generale.
Il servizio dell’autorità nella nostra Società185
Primo atto del Capitolo sarà allora quello di pronunciarsi sui singoli casi in modo che con l’autorità di cui è investito o dichiari nulla l’e‑
C 151,8lezione o ne sani l’invalidità.
In una delle sedute iniziali il Rettor Maggiore, o chi ne fa le veci, presenterà una relazione generale sullo stato della Congregazione, che sarà oggetto di studio e di approfondimento da parte dell’Assemblea.
Le adunanze del Capitolo generale saranno presiedute dal Rettor Maggiore o, in sua assenza, dal vicario, coadiuvato nella direzione e nello svolgimento dei lavori dal regolatore e da tre moderatori eletti a maggioranza assoluta dal Capitolo generale su una lista di nomi preparata dal Presidente.
Il Presidente, il regolatore e i tre moderatori costituiscono la Presidenza del Capitolo gene‑
C 150rale.
Il Capitolo generale eleggerà a maggioranza assoluta almeno cinque membri che, insieme al regolatore e ai moderatori, formeranno la commissione centrale. A questa spetta, sotto la presidenza del Rettor Maggiore, coordinare i lavori del Capitolo e assicurare tutto ciò che è necessario per il suo buon
C 150funzionamento.
186Regolamenti generali
122. Il Capitolo generale si articola in commissioni, il cui compito sarà di studiare lo schema o la relazione loro assegnata. Il regolatore comunicherà, appena possibile, aI Capitolo generale quali sono i temi e le rispettive commissioni e ne chiederà l’approvazione. Le commissioni saranno costituite dal Presidente, il quale terrà conto delle preferenze
C 150dei singoli.
123. È dovere dei capitolari assistere alle adunanze del Capitolo; perciò non potranno
C 151assentarsi senza licenza del Presidente.
124. Si diano tempestive ed esaurienti comunicazioni ai soci sull’andamento dei lavori del Capitolo. Di tali comunicazioni, e in genere di tutti i contatti con gli organi di informazione, è responsabile una commissione di capitolari, scelti dai gruppi di ispettorie. Tale commissione lavorerà d’intesa con la Presidenza del Capitolo.
Quanti partecipano, a qualsiasi titolo, al Capitolo generale dovranno avere discrezione e rispetto per le persone interessate ogni volta che riferiscono notizie, fatti e discussioni del Capitolo.
125. Il Rettor Maggiore e l’Assemblea capitolare hanno la facoltà di chiamare al Capito‑
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società187
I periti prendono parte alle discussioni nelle commissioni in cui sono invitati; hanno la parola nell’Assemblea solo se richiesti. Gli osservatori possono prendere la parola sia in com‑
C 150missione sia in Assemblea.
Spetta al Capitolo generale fissare la data delle elezioni prevedendo un congruo tempo di riflessione prima della elezione di
C 141.153ciascun consigliere.
L’elezione del Rettor Maggiore e dei membri del suo Consiglio è un atto che impegna pienamente la responsabilità di ogni capitolare dinanzi alla Congregazione. Essa deve essere quindi preparata con la preghiera e attuata con spirito di fede.
Ogni elettore può chiedere e dare informazioni intorno alle doti degli eleggibili, evitando però tutto ciò che possa turbare la carità
C 141.153fraterna.
Con riferimento all’articolo 133 delle Costituzioni la elezione dei Consiglieri di settore sia preceduta da un discernimento da parte dei confratelli capitolari suddivisi per regioni, sulle principali sfide del settore e sul profilo del candidato. Tale processo di discernimento si
188Regolamenti generali
conclude con la proposta all’Assemblea di un candidato della propria regione e di uno al di fuori della propria regione, individuati con votazione a scrutinio segreto.
In adempimento a quanto prescritto dall’articolo 141 §1 delle Costituzioni per l’elezione dei consiglieri regionali, i singoli gruppi di ispettorie sceglieranno con voto segreto, in un’unica votazione, i confratelli da presentare all’Assemblea, scrivendo sulla scheda un solo nome. Presenteranno poi all’Assemblea una lista contenente tutti i nomi di quelli che hanno
C 141.153ricevuto voti e il numero dei voti di ciascuno.
Aperta la seduta, il Presidente indicherà il motivo dell’adunanza. Si eleggeranno poi a voti segreti due segretari e tre scrutatori; gli scrutatori, insieme con il Presidente, sono tenuti a mantenere il segreto anche dopo la
C 153conclusione del Capitolo.
Se qualche elettore si trovasse ammalato nella casa in cui ha luogo il Capitolo generale, non potesse presentarsi in sala di adunanza e fosse in grado di scrivere, due scrutatori andranno da lui per riporre in un’urna la
C 153sua scheda da unirsi poi alle altre.
Raccolte in un’urna tutte le schede, gli scrutatori le conteranno per verificare se il
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società189
C 153uno scrutatore andrà leggendo.
Chi avrà ottenuto i voti della maggioranza assoluta dei presenti e risulterà eletto, sarà proclamato dal Presidente. Appena avrà accettato, entrerà in carica. Se l’eletto è lo stesso Presidente, la proclamazione sarà fatta
C 153dal membro più anziano dell’Assemblea.
Compiute le elezioni, il Rettor Maggiore comunicherà a tutti i soci i nomi degli elet‑
C 153ti e gli uffici loro affidati.
Nell’ultima adunanza del Capitolo, dopo aver compiuto quanto è prescritto nel regolamento, il regolatore, a nome del Presidente e con l’approvazione dell’Assemblea,
C 150dichiarerà chiuso il Capitolo generale.
Strutture regionali
I consiglieri regionali si manterranno in contatto con le singole ispettorie: possono visitarle, riunire gli ispettori, i Consigli ispettoriali e, d’accordo con loro, altre categorie di confratelli per suggerire ciò che riterranno più
190Regolamenti generali
opportuno per il bene della Congregazione e per un miglior servizio dell’ispettoria e della
C 140.154Chiesa particolare.
136. I consiglieri regionali devono inoltre:
favorire un vivo e concreto senso di famiglia nei rapporti dei confratelli e delle ispettorie tra loro e con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio;
curare sollecitamente le pratiche delle ispettorie del gruppo e delle conferenze ispettoriali;
promuovere il buon funzionamento delle strutture interispettoriali, dove esistono, e l’organizzazione di uffici di documentazione sui settori religiosi, culturali, sociali della zona di loro competenza, dove ciò sia possibile e
C 140.154consigliabile.
137. Nello svolgimento del loro compito, i consiglieri regionali agiranno con la dovuta discrezione per non sostituirsi indebitamente agli ispettori o ad altri superiori, e per non in‑
C 140.154terferire nelle loro specifiche competenze.
138. Se motivi particolari richiedono che alcune ispettorie siano staccate da uno o più gruppi senza che sia costituito un nuovo gruppo affidato a un consigliere regionale, il Capitolo generale può unirle in una delega‑
Il servizio dell’autorità nella nostra Società191
zione, per la quale il Rettor Maggiore, con il consenso del suo Consiglio e previa consultazione delle ispettorie interessate, nomina un suo delegato personale, cui attribuirà quei
C 154compiti che riterrà opportuno.
139. Le ispettorie di ciascuna conferenza si riuniscono almeno una volta all’anno per studiare i problemi relativi all’animazione e al coordinamento dell’azione salesiana comune. La conferenza è presieduta dal consigliere regionale o da un suo delegato.
Le conclusioni della conferenza ispettoriale
sono generalmente orientative.
In casi particolari, la conferenza può emanare decisioni vincolanti, che acquistano il loro valore solo dopo l’approvazione del Rettor
C 155Maggiore con il consenso del suo Consiglio.
140. Prendono parte alle riunioni delle conferenze:
il consigliere regionale o un suo delegato;
gli ispettori della conferenza;
uno o più delegati per ogni ispettoria, designati in base alle norme stabilite dal regola‑
C 155mento della conferenza ispettoriale.
141. Ai lavori della conferenza potranno essere invitati periti e osservatori religiosi e laici,
192Regolamenti generali
secondo le modalità che ogni conferenza de‑
C 155terminerà nel proprio regolamento.
142. Alla conferenza ispettoriale sono assegnati, fra gli altri, i seguenti compiti:
studiare e promuovere l’applicazione delle direttive generali di governo e di azione della Congregazione, particolarmente del Capitolo generale;
seguire il coordinamento dell’azione pastorale comune, del settore della formazione, qualificazione e aggiornamento dei soci e del settore della comunicazione sociale, favorendo una generosa collaborazione con scambio di personale e di mezzi;
curare i rapporti e la collaborazione con gli organismi e le istituzioni che si interessano dei problemi dei giovani e dello sviluppo;
studiare e promuovere opportune sperimentazioni, in particolare nel campo della povertà comunitaria e in quello del servizio ai giovani più poveri e alle classi popolari;
elaborare il proprio regolamento e decidere sugli eventuali organismi, segretariati e uffici interispettoriali di animazione e di coordi‑
C 155namento.
XI. SERVIZIO DELL’AUTORITÀ
NELLA COMUNITÀ ISPETTORIALE
L’ispettore e il suo Consiglio
Per la nomina di un ispettore il Rettor Maggiore consulterà i professi dell’ispettoria a norma dell’articolo 162 delle Costituzioni, chiedendo a ciascuno di indicare, in ordine di preferenza, una terna di nomi di confratelli
C 162appartenenti alla propria o ad altra ispettoria.
L’ispettore svolge un ruolo di collegamento tra l’ispettoria e il Rettor Maggiore col suo Consiglio; cura i rapporti con le autorità e gli organismi ecclesiali e religiosi nell’ambito
C 161della sua circoscrizione.
L’ispettore si mantenga in contatto con i direttori e abbia per loro una particolare attenzione. Li riunisca almeno una volta all’anno per trattare gli interessi generali dell’ispet‑
C 161toria.
L’ispettore procurerà di avere frequenti incontri personali con i confratelli in spirito di servizio e di fraterna comunione.
1. Una volta all’anno farà con particolare cura la visita ispettoriale alle comunità.
194Regolamenti generali
Durante tale visita s’incontri con i singoli soci, raduni il Consiglio locale e faccia con la comunità una revisione circa l’osservanza religiosa, la testimonianza di vita consacrata, lo zelo apostolico nelle attività pastorali, la sollecitudine nella promozione delle vocazioni, la situazione economica. In questo compito potrà farsi aiutare dai consiglieri ispettoriali.
Al termine della visita ispettoriale scriva sull’apposito registro, da conservarsi nell’archivio della casa, le sue osservazioni e le decisioni di carattere generale. Comunichi a parte quelle confidenziali. Nella visita seguen‑
C 161te verifichi se sono state eseguite.
L’ispettore, mediante opportuni contatti con i diversi gruppi della Famiglia salesiana e tramite il suo delegato, cercherà di favorire il senso di appartenenza e l’approfondimento
C 5.161della comune vocazione.
Nella consapevolezza dell’importante ruolo che hanno i collaboratori laici, l’ispettore mostri vivo interessamento per la loro qualificazione salesiana e verifichi come siano in‑
C 47.161seriti nelle nostre opere.
L’ispettore, a norma del diritto universale, può sospendere l’esecuzione di una disposizione superiore qualora vi siano motivi in
Il servizio dell’autorità nella nostra Società195
contrario così gravi ed evidenti da autorizzarlo a credere che, se i superiori competenti ne fossero stati consapevoli, avrebbero disposto altrimenti. In tal caso però informi subito di tutto i medesimi. Se la disposizione sospesa riguarda un socio, questi, mentre si attende la risposta dei superiori, si attenga agli ordini
C 162dell’ispettore (cfr CIC, can. 41).
Il socio è ascritto a una determinata casa salesiana per precetto di obbedienza da parte del proprio ispettore o di altra competente autorità. In ogni casa il numero dei soci non sia ordinariamente minore di sei.
L’ispettore, per giusta ragione, con il parere del suo Consiglio e udito il confratello interessato, può, se richiesto, inviarlo temporaneamente in altra ispettoria, facendo una convenzione scritta con l’ispettore che lo riceve. I cambi definitivi di ispettoria sono di
C 160competenza del Rettor Maggiore.
I soci eserciteranno il ministero delle confessioni con la licenza dell’ispettore, a
C 162norma del diritto.
Per cambiare la sede ispettoriale, l’ispettore, avuto il consenso del suo Consiglio, chiederà l’autorizzazione al Rettor Maggiore.
196Regolamenti generali
Procederà d’intesa con lui per assentarsi dal‑
C 161.162l’ispettoria per un tempo notevole.
Le modalità della consultazione per la nomina dei consiglieri ispettoriali vengono stabilite dal Rettor Maggiore con il consenso
C 167del suo Consiglio.
È compito del Consiglio ispettoriale collaborare con l’ispettore per lo sviluppo della vita e della missione salesiana, aiutarlo a conoscere le situazioni e a verificare l’attuazione del progetto ispettoriale, in contatto con gli incaricati e con le rispettive commissioni.
Il Consiglio sia convocato dall’ispettore almeno una volta al mese, previa comunicazione
C 164degli argomenti da trattare.
Oltre i casi già previsti nelle Costituzioni, l’ispettore deve avere il consenso del suo Consiglio a norma dei Regolamenti generali:
per autorizzare la scuola mista (3 R);
per stabilire convenzioni con gli Ordinari del luogo e con enti ecclesiastici e civili (23 R; 25 R);
per istituire eventuali procure missionarie e gemellaggi (24 R);
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società197
per cambiare la sede ispettoriale (153 R);
per nominare il regolatore del Capitolo ispettoriale e invitare periti e osservatori (168 R);
per stabilire le modalità delle consultazioni per la nomina dei direttori (170 R);
per destinare un direttore ad altro ufficio prima che termini il suo mandato (171 R);
per richiedere l’autorizzazione delle operazioni di cui all’articolo 188 delle Costituzioni (193 R);
per approvare il bilancio preventivo e consuntivo dell’ispettoria (190 C; 196 R);
per fissare i contributi delle case richiesti dai bisogni dell’ispettoria (197 R);
per autorizzare modifiche, soluzioni di problemi economici o altre iniziative di note‑
C 165vole importanza nelle case (200 R).
157. L’ispettore deve ascoltare il parere del suo Consiglio a norma del diritto e dei Regolamenti generali:
per scegliere e preparare i formatori delle comunità formatrici;
per scegliere i parroci (27 R);
per inviare temporaneamente qualche confratello ad altra ispettoria (151 R);
198Regolamenti generali
per nominare il segretario ispettoriale (159 R);
per creare uffici, segretariati, commissioni di consulenza e di attività pastorali a liveIlo ispettoriale (160 R);
per iniziare il processo di dimissione di un
C 157.165socio (CIC, can. 697).
Quando si trattano in Consiglio ispettoriale problemi di particolare rilievo riguardanti una casa, si procuri di conoscere il pa‑
C 165rere della comunità interessata.
A servizio dell’ispettore e del suo Consiglio opera un segretario con funzione notarile.
Egli interviene, senza diritto di voto a meno che sia uno dei consiglieri, alle sedute del Consiglio e ne redige i verbali. È preposto all’archivio dell’ispettoria, cura la raccolta e la registrazione dei dati statistici. È nominato dall’ispettore, udito il suo Consiglio, e rimane
C 164ad nutum.
Spetta all’ispettore, udito il parere del suo Consiglio, creare uffici, segretariati e commissioni di consulenza e di attività pasto‑
C 162-164rale a livello ispettoriale.
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società199
Le elezioni dei delegati delle comunità locali al Capitolo ispettoriale e dei delegati delle ispettorie al Capitolo generale si faranno singolarmente con voto segreto, a norma del‑
C 173l’articolo 153 delle Costituzioni.
Eletti i delegati, si eleggeranno altrettanti supplenti per sostituirli qualora fossero definitivamente impediti di intervenire al Capitolo ispettoriale o al Capitolo generale. Le modalità della supplenza al Capitolo generale
C 173saranno determinate dal Capitolo ispettoriale.
Quanto alle comunità locali che hanno meno di sei soci professi, se le circostanze lo permettono, l’ispettore disponga che si radunino insieme sotto la presidenza del direttore più anziano di prima professione, in modo da raggiungere il numero minimo di sei. Così uniti eleggeranno, a norma dei Regolamenti generali, il delegato al Capitolo ispettoriale e il suo supplente.
Se poi per circostanze particolari i soci di una casa che non ha almeno sei professi non possono riunirsi con quelli di un’altra casa in identiche condizioni, d’accordo con l’ispettore, si uniranno ai confratelli di una casa con sei o più professi, e insieme con loro, con diritto attivo e passivo, procederanno all’elezio‑
C 173ne del delegato e del supplente.
200 Regolamenti generali
164. Oltre a quanto è prescritto dall’articolo 165 dei Regolamenti generali, la votazione per lettera è ammessa, a giudizio dell’ispettore:
quando per la distanza o per altre gravi ragioni, i soci di comunità che non hanno il minimo di sei professi non possono né riunirsi fra loro né recarsi ad una casa con sei o più professi per eleggere il delegato per il Capitolo ispettoriale;
quando un confratello per gravi ragioni non può essere presente all’elezione del delegato della propria comunità;
quando un membro del Capitolo ispettoriale non può intervenire nell’elezione del de‑
C 173legato dell’ispettoria al Capitolo generale.
165. Per l’elezione dei delegati della comunità ispettoriale ci si attenga a quanto segue:
avvenuta l’elezione del delegato delle singole comunità, l’ispettore comunicherà ai confratelli il nominativo degli eletti e presenterà la lista dei confratelli perpetui dell’ispettoria eleggibili al Capitolo ispettoriale. Tale lista comprenderà anche i confratelli temporaneamente assenti per motivi legittimi e escluderà quelli di altre ispettorie presenti per i medesimi motivi;
i confratelli che per motivi legittimi si trovano temporaneamente fuori dell’ispettoria parteciperanno all’elezione del delegato della
Il servizio dell’autorità nella nostra Società201
comunità in cui dimorano. Invece per l’elezione dei delegati della comunità ispettoriale riceveranno dal proprio ispettore l’apposita scheda che gli restituiranno debitamente compilata;
il numero degli eligendi è in proporzione di uno ogni venticinque o frazione di venticinque confratelli dell’ispettoria. Nel calcolare questo numero vengono inclusi i professi perpetui e temporanei e anche i confratelli temporaneamente assenti per motivi legittimi;
ogni confratello che ha diritto al voto riceverà dal proprio ispettore una scheda su cui potrà indicare tanti nomi quanti sono gli eligendi;
la raccolta delle schede spetta all’ispettore che avrà cura di garantire la segretezza del voto;
lo spoglio delle schede sarà fatto da scrutatori nominati dall’ispettore. Rimarranno eletti coloro che riporteranno in ordine successivo il maggior numero di voti. A parità di voti si riterrà eletto il più anziano di professione o infine di età;
C
173.174
202Regolamenti generali
166. Sono da considerarsi legittimamente assenti dalla propria ispettoria:
i confratelli che per mandato espresso del proprio ispettore, a motivo di salute, studi o altri incarichi, risiedono provvisoriamente in case di altre ispettorie;
i confratelli che hanno ricevuto il permesso di ‘absentia a domo’ senza rinunciare ai loro diritti di voce attiva e passiva;
i confratelli che con il permesso di ‘absentia a domo’ hanno dovuto rinunciare ai loro diritti di voce attiva e passiva; questi ultimi però, mentre dovranno essere computati per applicare il n. 3 dell’articolo 165 dei Regolamenti generali, non fanno parte delle liste di elezione di cui si parla ai numeri 1 e 2 dello
C 173stesso articolo.
167. Oltre quanto previsto nell’articolo 171 delle Costituzioni, spetta al Capitolo ispettoriale:
studiare e approfondire la relazione dell’ispettore sullo stato dell’ispettoria;
verificare l’adempimento degli orientamenti emanati dal Capitolo ispettoriale precedente;
suggerire linee e criteri di progettazione e riorganizzazione delle opere dell’ispettoria;
stabilire norme per il funzionamento del
Il servizio dell’autorità nella nostra Società203
Capitolo ispettoriale secondo il diritto (cfr CIC, can. 632);
5. inviare proposte al regolatore del Capitolo
C 171generale.
L’ispettore con il consenso del suo Consiglio ha facoltà di nominare il regolatore e di invitare al Capitolo ispettoriale salesiani e non salesiani come periti o osservatori senza
C 172.173diritto di voto.
Si tenga presente nelle elezioni, consultazioni e nomine la convenienza che la composizione dei Capitoli e dei Consigli esprima con presenze significative la complementarità di laici e chierici propria della no‑
C 123stra Società.
XII. IL SERVIZIO DELL’AUTORITÀ NELLA COMUNITÀ LOCALE
Il direttore e il suo Consiglio
Le modalità della consultazione per la nomina del direttore saranno determinate dall’ispettore con il consenso del suo Consiglio su eventuali indicazioni del Capitolo ispettoriale. Nel caso di riconferma del direttore per un secondo triennio nella stessa comunità non è richiesta l’approvazione del Rettor Maggiore di cui all’articolo 177 delle
C 177Costituzioni.
Il servizio del direttore non superi ordinariamente il periodo di sei anni, dopo il quale cessa almeno per un anno da questo incarico.
Anche durante il mandato può essere destinato ad altro ufficio se l’ispettore, col consen‑
C 177so del suo Consiglio, lo ritiene necessario.
Il direttore si mantenga libero da impegni che possano compromettere i compiti fondamentali del suo servizio verso i confratelli. Non si assenti per un tempo notevole dalla casa senza necessità e senza intendersi
C 55.176coll’ispettore.
C 55.176.186 |
Il servizio dell’autorità nella nostra Società205 173. Renda effettiva la corresponsabilità e la collaborazione dei confratelli secondo lo spirito di famiglia voluto da Don Bosco. Rispetti le competenze favorendo, in un clima di sana libertà, l’esplicazione delle attitudini e doti personali, per il raggiungimento del fine comune. Faccia funzionare nei modi più adatti l’Assemblea dei confratelli e il Consiglio della comunità. Promuova gli incontri che favoriscono la fraternità, l’aggiornamento e la distensione. |
Programmi con la comunità l’attuazione e la verifica periodica della vita di preghiera, dando spazio a opportune Iniziative.
Garantisca ai confratelli la possibilità di confessarsi frequentemente e la libertà della dire‑
C 176zione di coscienza.
Ispirandosi alle fonti salesiane, procurerà con la direzione spirituale comunitaria, le conferenze, le buone notti, gli incontri, che la comunità approfondisca e viva in forma intensa il nostro spirito.
Curerà anche che tutti i confratelli vengano a conoscenza dei documenti ufficiali della
C 55.176Chiesa e della Congregazione.
206 Regolamenti generali
Dimostri, soprattutto nei rapporti personali con i confratelli, la sua premura per la loro salute e le loro necessità. Abbia una cura speciale per i confratelli in fase di formazione iniziale, gli anziani, gli ammalati e quanti si trovano in difficoltà.
Si interessi inoltre ai genitori dei confratelli e
C 55.176li senta particolarmente uniti alla comunità.
Quando muore un confratello il direttore scriva per tempo la lettera mortuaria. Ne mandi alcuni esemplari alla segreteria generale, alle ispettorie e comunità interessate, alle
C 176comunità formatrici.
Tenga ordinato e aggiornato l’archivio e
C 176rediga o faccia redigere la cronaca della casa.
Consapevole di appartenere alla comunità ispettoriale informi con semplicità e chiarezza l’ispettore sull’andamento della co‑
C 176munità.
La frequenza delle riunioni del Consiglio locale sarà determinata dal Consiglio stesso, ma sia almeno mensile. Il Consiglio dovrà essere convocato inoltre ogni qualvolta il direttore lo ritenga necessario o dietro richiesta di almeno un terzo dei suoi membri.
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società207
Il direttore dia le dovute informazioni ai confratelli sulle decisioni di interesse comune.
I membri del Consiglio ricordino che nelle decisioni prese sono solidali e che, in ogni caso, sono obbligati in coscienza al rispetto delle persone e alla discrezione circa gli argo‑
C 178.181menti trattati.
181. Dove non c’è il Consiglio locale, il direttore dovrà consultare l’ispettore nei casi in cui secondo le Costituzioni è richiesto il pare‑
C 182re e il consenso di detto Consiglio.
182. Il vicario è di solito responsabile di uno dei principali settori delle attività educative e pastorali della comunità.
Ordinariamente però l’ufficio di vicario non sia abbinato a quello di economo.
La comunità venga informata dei compiti abituali del vicario, di cui all’articolo 183 delle
C 183Costituzioni.
183. La nomina del vicario, dell’economo e dei responsabili dei principali settori di attività della comunità è fatta dall’ispettore. Per la nomina del vicario e dell’economo udrà il pa‑
C 179.180rere del direttore.
208 Regolamenti generali L’Assemblea dei confratelli
184. I principali compiti e doveri dell’Assemblea dei confratelli nei riguardi della comunità sono:
ricercare i mezzi atti a stimolare la vita religiosa e apostolica;
individuare ed esaminare i problemi più importanti;
programmare annualmente la vita, le attività, l’aggiornamento e farne la revisione;
partecipare alla elaborazione del progetto educativo pastorale;
informarsi e riflettere sulla situazione economica, anche in vista della povertà comunitaria.
La frequenza di convocazione è determinata dall’Assemblea stessa, ma sia almeno di tre
C 186volte all’anno.
XIII. L’AMMINISTRAZIONE DEI BENI TEMPORALI
Norme generali
Ove se ne veda la necessità, siano costituite, ai vari livelli consulte di confratelli perché diano orientamenti e consigli nella soluzione dei problemi amministrativi, nella compilazione e nell’esame dei bilanci preventivi e consuntivi, nell’elaborazione di programmi economici e nella realizzazione di progetti edilizi. In ciò esse si avvalgano anche di professionisti non salesiani.
Per poter disporre di personale competente nel settore amministrativo, si organizzino periodicamente, nell’ambito di un’ispettoria o di gruppi di ispettorie, corsi di specializzazione per economi.
Il danaro che nelle gestioni ai vari gradi eccede l’immediato impiego sia convenientemente depositato in banche su conti intestati al nome non di una persona fisica, ma di enti o di istituzioni della Società. Questi conti abbiano tre o almeno due firme depositate, con la possibilità di operare separatamente. Quando il superiore responsabile lo riterrà
C 187opportuno si opererà solo congiuntamente.
210Regolamenti generali
Sono vietate le seguenti operazioni in favore di terzi: concedere prestiti, dare garanzie, assumere obbligazioni, avallare o emettere cambiali di favore, gravare di ipoteche beni della Società e simili.
In relazione al personale esterno, è doveroso tenere in regola i documenti di assunzione, ottemperando a tutti gli adempimenti previdenziali, assistenziali e assicurativi, in conformità con le leggi vigenti nel paese e stabilendo per ciascuno la giusta retribuzione.
È pure necessario stipulare e tenere aggiornati i contratti assicurativi contro eventuali danni agli immobili, alle cose e alle persone, nei modi ritenuti convenienti dai superiori competenti.
È demandata ai Capitoli ispettoriali la formulazione di norme dettagliate circa l’amministrazione ispettoriale e locale. In particolare si daranno direttive:
sul protocollo, l’archivio amministrativo per gli atti pubblici, convenzioni, testamenti, registri, libri di oneri, inventari, ecc.;
sulla documentazione patrimoniale, la custodia dei valori e di documenti importanti;
sui legati di culto e le borse di beneficenza;
Il servizio dell’autorità nella nostra Società211
sulla contabilità e l’unificazione amministrativa dei vari settori di un’opera;
sui rapporti economici tra parrocchia e casa in conformità con il diritto universale e con le Costituzioni;
e ogni altra norma che l’esperienza locale suggerisce.
Il Capitolo ispettoriale può delegare questo
C 171compito all’ispettore con il suo Consiglio.
Il socio che contrae debiti o qualunque altra obbligazione, senza la autorizzazione dell’autorità competente, ne è il solo responsabile, qualunque sia l’ufficio da lui ricoperto. La Società, l’ispettoria, la casa non assumono alcun impegno al riguardo.
L’ente, ispettoria o casa, che contrae un mutuo, anche se autorizzato, è il solo che ne risponde per l’ammortamento: tale clausola sia
C 190inserita nel contratto del mutuo.
La direzione generale
L’economo generale sovrintende per tutta la Società alle operazioni segnalate all’articolo 188 delle Costituzioni.
Controlla le amministrazioni delle ispettorie e delle case, esamina in particolare il rendiconto annuale, trasmesso secondo le indicazioni dell’articolo 196 dei Regolamenti generali.
212Regolamenti generali
Rende conto della sua amministrazione al Rettor Maggiore e al suo Consiglio almeno una volta all’anno e ogni volta che ne venga
C 139.188richiesto.
Le ispettorie
L’economo ispettoriale amministra i beni non appartenenti a una determinata casa dell’ispettoria e quelli affidati dai soci alla Congregazione; sovrintende e controlla l’amministrazione di ciascuna casa. Egli esercita questo suo compito alle dipendenze dell’ispettore, il quale deciderà, con il consenso del suo Consiglio, sulle operazioni contemplate all’articolo 188 delle Costituzioni e su
C 169.190altre di notevole importanza.
L’economo ispettoriale si intenderà con l’ispettore:
nell’aiutare gli economi locali per l’esatto espletamento del loro compito e coordinarne le iniziative a livello ispettoriale;
nell’esaminare in apposite visite lo stato patrimoniale delle case, il modo con cui procede l’amministrazione e vengono curate la manutenzione e le condizioni igieniche degli ambienti;
nel convocare una riunione annuale degli economi locali;
Il servizio dell’autorità nella nostra Società213
nell’esigere l’invio tempestivo del rendiconto amministrativo annuale e i rapporti periodici su moduli appositamente loro inviati;
nel ritirare dalle case i contributi di cui al‑
C 169.190l’articolo 197 dei Regolamenti generali.
Rientra pure nei diritti e doveri dell’economo ispettoriale il controllo su tutti i lavori edilizi dell’ispettoria, anche quando questi riguardano una casa già esistente e si devono eseguire sotto l’assistenza dell’economo loca‑
C 169.190le e la responsabilità del direttore.
Sia sollecitudine dell’economo ispettoriale informare periodicamente della sua gestione l’ispettore e il suo Consiglio e redigere ogni anno il bilancio preventivo e consuntivo per la debita approvazione.
Il bilancio consuntivo comprenderà il movimento finanziario e la situazione patrimoniale dell’ispettoria con un riassunto dei rendiconti delle singole case; di esso sarà trasmesso copia all’economo generale, firmata dall’ispettore e
C 169.190dal suo Consiglio.
L’ispettore con il consenso del suo Consiglio stabilirà i contributi richiesti dai bisogni dell’ispettoria, li notificherà alle case e farà ritirare il danaro che risultasse eccedente.
214Regolamenti generali
Predisporrà un piano periodico di solidarietà economica fra tutte le case dell’ispettoria per aiutare quelle più bisognose e per far fronte a lavori ed acquisti straordinari programmati in sede di capitolo ispettoriale.
Provvederà inoltre alla solidarietà verso la Comunità mondiale, specie nei momenti e modi sollecitati dal Rettor Maggiore e suo
C 76.190Consiglio.
Le case
La gestione dei beni materiali della casa è affidata all’economo locale che agirà alle dipendenze del direttore e del suo Consiglio.
Qualsiasi movimento economico e finanziario dei vari settori della casa, anche quello del direttore, deve far capo all’ufficio amministrativo, che sarà organizzato proporzionalmente alla sua importanza e complessità.
Anche i confratelli incaricati di opere, che per statuto o convenzione hanno un Consiglio di amministrazione a sé stante, sono tenuti a rendere conto della loro gestione ai superiori religiosi. Tale norma va seguita anche quando esiste una amministrazione distinta fra la co‑
C 184.190munità e l’opera.
È compito dell’economo tenere con diligenza e precisione l’amministrazione.
Il
servizio dell’autorità nella nostra Società215
C 176.184.190 |
D’intesa col direttore provvederà agli acquisti; avrà cura del personale esterno e dei contratti assicurativi; vigilerà perché si evitino abusi e sprechi di ogni genere; curerà l’arredamento e manterrà i locali semplici, funzionali, ordinati e puliti. Il direttore si renderà conto frequentemente di tutta la situazione economica della casa. |
200. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 188 delle Costituzioni, il direttore e l’economo non apporteranno modifiche, né affronteranno soluzioni di problemi economici, né prenderanno altre iniziative di notevole importanza senza il consenso del Consiglio locale e senza l’autorizzazione dell’ispettore e
C 184.190del suo Consiglio.
C 176.184.190 |
Porranno inoltre particolare attenzione nell’assolvere gli impegni assunti e nel pagare i debiti contratti sia con le opere salesiane che con gli esterni.
|
216Regolamenti generali
glio. Renderà conto all’ispettore e all’economo ispettoriale della sua amministrazione annualmente e ogni volta che ne sarà richiesto. Nei modi e nei tempi opportuni, specie in sede di programmazione e di bilanci, interesserà tutta la comunità alla situazione economico-finanziaria, ordinaria e straordinaria, della
C 184.190casa.
SCRITTI DI DON BOSCO
Si riportano alcuni scritti del nostro Padre e Fondatore che i Capitoli generali 20°, 21° e 22° hanno ritenuto di particolare significato per vivere fedelmente la nostra vocazione.
I.
AI SOCI SALESIANI *
Le nostre Costituzioni, o figliuoli in Gesù Cristo dilettissimi, furono definitivamente approvate dalla Santa Sede il 3 aprile 1874.
Questo fatto deve essere da noi salutato come uno dei più gloriosi per la nostra Congregazione, come quello che ci assicura che nell’osservanza delle nostre Regole noi ci appoggiamo a basi stabili, sicure, e, possiamo dire, anche infallibili, essendo infallibile il giudizio del Capo Supremo della Chiesa, che le ha sanzionate.
Ma qualunque pregio porti seco, questa approvazione tornerebbe di poco frutto, se tali Regole non fossero conosciute e fedelmente osservate. Egli è appunto per fare in modo, che le medesime si possano comodamente da ciascuno conoscere, leggere, meditare, e quindi praticare, che giudico bene di presentarvele tradotte dal loro originale. [...]
Credo poi cosa utile farvi notare alcune cose pratiche, le quali faciliteranno la conoscenza dello spirito, di cui le Regole sono informate, e vi aiuteranno ad osservarle con diligenza ed amore. lo parlo col linguaggio del cuore, ed espongo brevemente quello che l’esperienza mi fa giudicare opportuno per vostro profitto spirituale e per vantaggio di tutta la nostra Congregazione.
* Regole o Costituzioni della Società di S. Francesco di Sales. Torino 1885. [Introduzione] pp. 3-46 passim.
220Scritti di Don Bosco
I voti
La prima volta che il Sommo Pontefice Pio IX parlò della Società Salesiana disse queste parole: «In una Congregazione o Società religiosa son necessari i voti, affinché tutti i membri siano da un vincolo di coscienza legati col Superiore, e il Superiore tenga sé e i suoi sudditi legati col Capo della Chiesa, e per conseguenza con Dio medesimo».
I nostri voti pertanto si possono chiamare altrettante funicelle spirituali, con cui ci consacriamo al Signore, e mettiamo in potere del Superiore la propria volontà, le sostanze, le nostre forze fisiche e morali, affinché fra tutti facciamo un cuor solo ed un’anima sola, per promuovere la maggior gloria di Dio, secondo le nostre Costituzioni, come appunto c’invita a fare la Chiesa, quando dice nelle sue preghiere: Affinché una sia la fede delle menti, e la pietà delle azioni.
I voti sono un’offerta generosa con cui moltissimo si accresce il merito delle opere nostre. Sant’Anselmo insegna, che un’opera buona senza voto è come il frutto d’una pianta. Chi la fa con voto, col frutto offre a Dio la stessa pianta. San Bonaventura rassomiglia l’opera fatta senza voto all’offerta del reddito, ma non del capitale. Col voto poi si offre a Dio e reddito e capitale. Di più insegnano unanimamente i santi Padri, che ogni azione fatta con voto ha doppio merito; uno è il merito dell’opera buona, l’altro è il merito d’aver eseguito il voto fatto.
L’atto poi dell’emissione dei voti religiosi, secondo quel che ci insegna San Tommaso, ci ricorda l’innocenza battesimale, cioè ci pone in uno stato come se avessimo allora ricevuto il battesimo. Sono anche soliti i Dottori di santa Chiesa a paragonare i voti religiosi al martirio, dicendo che tanto è il merito di chi emette i voti, come di chi riceve il martirio; perché, dicono, ciò che nei voti manca d’intensità è supplito dalla durata.
Ma se i voti religiosi aumentano in cotale guisa il merito delle nostre opere, e le rendono tanto care a Dio, dobbiamo darci massi‑
Ai
soci salesiani221
Ubbidienza
Nella vera ubbidienza sta il complesso di tutte le virtù, dice San Girolamo. Tutta la perfezione religiosa consiste nella soppressione della propria volontà, vale a dire nella pratica dell’ubbidienza, così San Bonaventura. L’uomo ubbidiente, dice lo Spirito Santo, canterà la vittoria.3 San Gregorio Magno conchiude che l’ubbidienza conduce al possesso di tutte le altre virtù, e tutte le conserva.4
Questa ubbidienza però deve essere secondo l’esempio del Salvatore, che la praticò nelle cose anche più difficili, fino alla morte di croce;5 e, qualora tanto volesse la gloria di Dio, dobbiamo noi pure obbedire fino a dare la vita.
Si eseguiscano dunque bene sia gli ordini espressi de’ Superiori, sia le regole della Congregazione e consuetudini speciali di ciascuna Casa. E succedendo qualche volta di cadere in fallo si sappia in bel modo domandarne scusa a chi si è disubbidito. Questo atto di umiltà giova immensamente ad avere il perdono del man‑
1 Qo 5,3.
2 Sal 49,14.
3 Prv 21,28.
4 Moral. I,35.
5 Fil 2,8.
222Scritti di Don Bosco
camento fatto, ad ottenerci grazia dal Signore per l’avvenire, ed a tenerci in guardia, perché non ripetiamo più quel fallo.
San Paolo Apostolo, mentre raccomanda questa virtù aggiunge: Siate ubbidienti ai vostri Superiori, e state sottomessi ai loro ordini, imperocché i Superiori devono vegliare, come se dovessero a Dio rendere conto delle cose che riguardano al bene delle anime vostre. Ubbidite volentieri e prontamente, affinché possano compiere l’uffizio di Superiori con gaudio, e non fra gemiti e sospiri.6
Notate bene che il solo fare le cose che ci piacciono e tornano di gradimento, non è vera ubbidienza, ma è secondare la propria volontà. La vera ubbidienza, che ci rende cari a Dio ed ai Superiori, consiste nel fare con buon animo qualunque cosa ci sia comandata dalle nostre Costituzioni, o dai nostri Superiori medesimi; imperocchè, scrive S. Paolo, Dio ama I’allegro donatore.7 Consiste altresí nel mostrarci arrendevoli, anche nelle cose più difficili, e contrarie al nostro amor proprio, e nel compierle coraggiosamente ancorché ci costi pena e sacrifizio. In questi casi l’ubbidienza è più difficile, ma assai più meritoria, e ci conduce al possesso del regno de’ cieli, secondo queste parole del divin Redentore: Il regno dei cieli si acquista colla forza, ed è preda di coloro, che usano violenza.8
Se voi eseguirete l’obbedienza nel modo suindicato io vi posso accertare in nome del Signore che passerete in Congregazione una vita veramente tranquilla e felice. Ma nello stesso tempo vi devo notare che dal giorno in cui vorrete fare non secondo l’obbedienza, ma secondo la volontà vostra, da quel giorno voi comincerete a non trovarvi più contenti del vostro stato. E se nelle varie Religioni si trovano anche dei malcontenti e di coloro cui la vita della Comunità riesce di peso, si osservi bene e si vedrà che ciò proviene dalla mancanza d’obbedienza e soggezione della
6 Eb 13,17.
7 2 Cor 9,7.
8 Mt 11,12.
Ai
soci salesiani223
Povertà
Se non lasciamo il mondo per amore, dovremo lasciarlo un giorno per forza. Coloro per altro, che nel corso del vivere mortale lo abbandonano con atto spontaneo, avranno un centuplo di grazie nella vita presente, e un premio eterno nella vita futura. Chi al contrario non sa risolversi a fare questo sacrificio volontariamente, dovrà farlo per forza in punto di morte, ma senza ricompensa, anzi coll’obbligo di rendere a Dio stretto conto di quelle sostanze, che per avventura avesse posseduto.
È vero che le nostre Costituzioni permettono il possesso e l’uso di tutti i diritti civili; ma entrando in Congregazione non si può più né amministrare né disporre delle cose proprie, se non col consenso del Superiore, e nei limiti da questo stabiliti, a segno che in Congregazione egli è considerato letteralmente come se nulla possedesse, essendosi fatto povero per divenire ricco con Gesù Cristo. Egli seguita l’esempio del Salvatore, che nacque nella povertà, visse nella privazione di tutte le cose, e morì spogliato in croce.
Ascoltiamo ciò che dice il divin Maestro: «Chi non rinuncia a tutto quello che possiede, non è degno di me, non può esser mio discepolo».
Ad un cotale che voleva porsi alla sua sequela, «Va’, disse, vendi prima quanto hai nel secolo, donalo ai poveri, di poi vieni, seguimi, ed avrai assicurato un tesoro in Cielo».
Diceva a’ suoi discepoli che non possedessero più di una veste, né si dessero pensiero di ciò che occorresse per campare la vita nel corso della loro predicazione. Di fatto non leggiamo che Gesù, i suoi Apostoli, o alcuno dei suoi discepoli, abbiano in particolare posseduto campagne, case, suppellettili, abiti, vettovaglie o simili.
224Scritti di Don Bosco
E San Paolo dice chiaramente che i seguaci di Cristo, ovunque vadano, qualunque cosa facciano, devono essere contenti degli alimenti strettamente necessari per vivere, e degli abiti con cui coprirsi: Avendo gli alimenti, e di che coprirci, contentiamoci di questo.9
Tutto quello, che eccede alimento e vestimenta per noi è superfluo, e contrario alla vocazione religiosa. È vero che talvolta dovremo tollerare qualche disagio nei viaggi, nei lavori, in tempo di sanità o di malattia; talora avremo vitto, vestito od altro che non sarà di nostro gusto; ma appunto in questi casi dobbiamo ricordarci, che abbiamo fatto professione di povertà, e che se vogliamo averne merito e premio dobbiamo sopportarne le conseguenze. Guardiamoci bene da un genere di povertà altamente biasimato da San Bernardo. Vi sono di quelli, egli dice, che si gloriano d’essere chiamati poveri, ma non vogliono i compagni della povertà. Altri poi sono contenti di essere poveri purché loro non manchi niente.
Se pertanto il nostro stato di povertà ci è cagione di qualche incomodo o sofferenza, rallegriamoci con S. Paolo, che si dichiara nel colmo di allegrezza in ogni sua tribolazione.10 Oppure facciamo come gli Apostoli, che erano pieni di contentezza, quando ritornavano dal Sinedrio, perché colà erano stati fatti degni di patire disprezzi pel nome di Gesù.11 Egli è appunto a questo genere di povertà, cui il divin Redentore non solo promette, ma assicura il Paradiso, dicendo: Beati i poveri di spirito, perché di questi è il regno dei cieli.12 Anzi il vivere in tale stato, l’abitare volentieri una camera incomoda o fornita di suppellettili di poco rilievo, il portare abiti dimessi, l’usar cibi dozzinali onora grandemente chi ha fatto voto di povertà, perché lo rende simile a Gesù Cristo.
È anche parte della povertà il non far guasti, l’aver cura dei libri,
9 1 Tm 6,8.
10 2 Cor 7,4.
11 At 5,41.
12 Mt 5,3.
Ai
soci salesiani225
Castità
La virtù sommamente necessaria, virtù grande, virtù angelica, cui fanno corona tutte le altre, è la virtù della castità. Chi possiede questa virtù può applicarsi le parole dello Spirito Santo che sono: E mi vennero insieme con lei tutti i beni.13 Il Salvatore ci assicura che coloro, i quali posseggono questo inestimabile tesoro, anche nella vita mortale diventano simili agli Angeli di Dio.14
Ma questo candido giglio, questa rosa preziosa, questa perla inestimabile è assai insidiata dal nemico delle nostre anime, perché egli sa che, se riesce a rapircela, possiamo dire che l’affare della nostra santificazione è rovinato. La luce si cangia in caligine, la fiamma in nero carbone, l’Angelo del cielo è mutato in Satanasso, quindi perduta ogni virtù. Qui, o miei cari, io credo fare cosa utilissima alle anime vostre, notandovi alcune cose, che, messe in pratica, vi apporteranno grande vantaggio, anzi parmi potervi assicurare che vi conserveranno questa e tutte le altre virtù. Ritenete adunque:
Non entrate in Congregazione, se non dopo esservi consigliati con persona prudente, che vi giudichi tali da poter conservare questa virtù.
Evitate la familiarità colle persone di altro sesso, né mai contraete amicizie particolari coi giovanetti dalla divina Provvidenza alle nostre cure affidati. Carità e buone maniere con tutti, ma non mai attaccamento sensibile con alcuno. O amar nessuno, o amar tutti egualmente, dice San Girolamo a questo riguardo.
13 Sap 7,11.
14 Mt 22,30.
226Scritti di Don Bosco
Dopo le orazioni della sera, andate subito a riposo, e non fate più conversazione con alcuno fino al mattino dopo la santa Messa.
Tenete a freno i sensi del corpo. Lo Spirito Santo dice chiaro che il corpo è l’oppressore dell’anima.15 Perciò S. Paolo si sforzava di domarlo con severi castighi, sebbene fosse affranto dalle fatiche, e scriveva: Castigo il mio corpo e lo riduco in servitù.16
Una speciale temperanza vi raccomando nel mangiare e nel bere. Vino e castità non possono stare insieme.
Scogli terribili della castità sono i luoghi, le persone e le cose del secolo. Fuggitele con grande premura, e tenetevene lontani non solo col corpo, ma fin colla mente e col cuore. lo non mi ricordo d’aver letto, o di aver udito a raccontare, che un religioso siasi recato in patria sua e ne abbia riportato qualche vantaggio spirituale. Al contrario se ne annoveran migliaia e migliaia, che, non mostrandosene persuasi, vollero farne esperimento, ma ne provarono amaro disinganno, anzi non pochi rimasero vittime infelici della loro imprudenza e temerità.
Trionfante d’ogni vizio, e fedele custode della castità è l’osservanza esatta delle nostre sante regole, specialmente dei voti e delle pratiche di pietà. La religione cristiana può giustamente paragonarsi ad una città forte, secondo queste parole d’Isaia: Nostra città di fortezza è Sionne: sua muraglia e suo parapetto il Salvatore.17 Or bene i voti e le regole d’una Comunità religiosa sono come piccoli forti avanzati. La muraglia, ossia bastioni della religione, sono i precetti di Dio e della sua Chiesa. Il demonio per farli violare mette in opera ogni industria ed inganno. Ma per indurre i religiosi a trasgredirli, procura prima di abbattere il parapetto e il forte avanzato, vale a dire le regole o Costituzioni del proprio Istituto. Quando il nemico dell’anima vuole sedurre un religioso e
15 Sap 9,15.
16 1 Cor 9,27.
17 Is 26,1.
Ai
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Dunque, o cari figliuoli, siamo fedeli nell’osservanza esatta delle nostre regole, se vogliamo essere fedeli ai divini precetti, specialmente al sesto e al nono. Le nostre sollecitudini sian poi costantemente e con diligenza speciale dirette all’osservanza esatta delle pratiche di pietà, che sono il fondamento e il sostegno di tutti gl’lstituti religiosi, e noi vivremo casti come Angeli.
Carità fraterna
Non si può amare Dio senza amare il prossimo. Lo stesso precetto, che c’impone l’amore verso Dio, c’impone anche l’amore verso il nostro simile. Leggiamo infatti nella prima lettera di S. Giovanni Evangelista queste parole: E questo comandamento ci è stato dato da Dio, che chi ama Dio, ami anche il proprio fratello. E nel Iuogo stesso il medesimo Apostolo ci avverte esser bugiardo chi dice d’amar Dio e poi odia suo fratello: Se uno dirà: Io amo Dio, e odierà suo fratello, egli è un bugiardo.19
Quando in una Comunità regna questo amor fraterno, e tutti i soci si amano vicendevolmente, ed ognun gode del bene dell’altro, come se fosse un bene proprio, allora quella casa diventa un Paradiso, e si prova la giustezza di queste parole del profeta Davide: Oh quanto buona, e dolce cosa ella è, che i fratelli siano sempre uniti.20 Ma appena vi domini l’amor proprio e vi siano rotture o dissapori tra’ soci, quella casa diventa presto come l’inferno.
18 Sir 19,1.
19 1 Gv 4,20.21.
20 Sal 132,1.
228Scritti di Don Bosco
Molto si compiace il Signore di veder abitare nella sua casa i fratelli in unum, cioè uniti in una sola volontà di servire a Dio e di aiutarsi con carità gli uni gli altri. Questa è la lode che dà S. Luca agli antichi cristiani, cioè che tutti s’amavano così da sembrare che avessero un sol cuore ed un’anima sola.21
La cosa che molto nuoce nelle Comunità religiose è la mormorazione, direttamente contraria alla carità. Il sussurrone imbratterà l’anima sua e sarà odiato da Dio e dagli uomini.22 Al contrario come edifica un religioso che dice bene del suo prossimo, e a suo tempo sa scusarne i difetti! Procurate voi pertanto di schivare ogni parola che sa di mormorazione, specialmente verso i vostri compagni e più ancora verso i vostri Superiori. È anche mormorazione e peggio l’interpretar male le azioni virtuose, o dirle fatte con mala intenzione.
Guardatevi ancora dal riferire al compagno quello che altri di male ha detto di lui, poiché alle volte ne nascono disturbi e rancori tali, che durano per mesi ed anni. Oh che conto hanno da rendere a Dio i mormoratori nelle Comunità! Chi semina discordie viene in odio ed abbominazione a Dio.23 Se voi udite cosa contro qualche persona, praticate ciò che dice lo Spirito Santo: Hai udita una parola contro del prossimo tuo? Lasciala morire in te.24
Guardatevi dal pungere qualche fratello ancorché lo facciate per burla. Burle che dispiacciono al prossimo, o l’offendono sono contrarie alla carità. Piacerebbe a voi essere derisi e posti in canzone avanti agli altri, come voi ponete quel vostro fratello?
Procurate anche di fuggire le contese. Alle volte per bagattelle da niente sorgono certi contrasti, dai quali poi si passa a diverbi e ad ingiurie, che rompono l’unione ed offendono la carità in modo altamente deplorabile.
21 At 4,32.
22 Sir 21,28.
23 Prv 6,16.19.
24 Sir 19,10.
Ai
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Veniamo alla pratica. Anzitutto frenate l’ira, tanto facile ad accendersi in certe occasioni di contrasto; e guardatevi dal dir parole spiacenti, e più dall’usar modi alteri ed aspri, poiché alle volte più dispiacciono i modi rozzi, che non le stesse parole ingiuriose.
Quando poi accadesse che il fratello che vi ha offeso venisse a cercarvi perdono, badate bene dal riceverlo con cera brusca o di rispondere con parole mozze; ma dimostrategli anzi belle maniere, affetto e benevolenza.
Se avvenisse all’incontro che voi aveste offeso altri, subito cercate di placarlo e di togliere dal suo cuore ogni rancore verso di voi. E, secondo l’avviso di S. Paolo, non tramonti il sole senza che di buon cuore voi abbiate perdonato qualunque risentimento, e vi siate riconciliati col fratello.28 Anzi fatelo tosto che potete, sforzandovi di vincere la ripugnanza, che sentite nell’anima.
Non contentatevi di amare i vostri compagni colle sole parole; ma aiutateli con ogni sorta di servizi quanto potete, come raccoman‑
25 Mt 11,29.
26 1 Cor 13,7.
27 Gal 6,2.
28 Ef 4,26.
230Scritti di Don Bosco
da S. Giovanni, l’Apostolo della carità: Non amiamo in parole e colla lingua, ma coll’opera e con verità.29
È carità ancora il condiscendere alle oneste domande; ma il miglior atto di carità è l’aver zelo del bene spirituale del prossimo. Quando vi si presenta l’occasione di far del bene non dite mai, questo non è uffizio mio, non me ne voglio immischiare; poiché questa è la risposta di Caino, il quale ebbe la sfrontatezza di rispondere al Signore, dicendo: Sono io forse il guardiano del mio fratello?30 Ciascuno è obbligato, potendo, a salvare il prossimo dalla rovina. Dio stesso comandò che ognuno debba aver cura del suo simile.31 Cercate pertanto di aiutare tutti quanto potete, colle parole e colle opere, e specialmente ancora colle orazioni.
È di grande stimolo alla carità il mirare Gesù Cristo nella persona del prossimo, e il riflettere che il bene fatto ad un nostro simile il Divin Salvatore lo ritiene come fatto a se stesso secondo queste sue parole: In verità vi dico: Ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatta a me.32
Da tutto ciò che si è detto ben vedete quanto è necessaria e quanto è bella la virtù della carità! Praticatela adunque e ne avrete copiose benedizioni dal cielo.
Pratiche di pietà
Siccome il cibo alimenta il corpo e lo conserva, così le pratiche di pietà nutriscono l’anima e la rendono forte contro le tentazioni. Fino a tanto che noi saremo zelanti nell’osservanza delle pratiche di pietà, il nostro cuore sarà in buon’armonia con tutti, e vedremo
29 1 Gv 3,18.
30 Gn 4,9.
31 Sir 17,12.
32 Mt 25,40.
Ai
soci salesiani231
33
Fil 2,21.
Se noi pertanto, o figliuoli, amiamo la gloria della nostra Congregazione, se desideriamo che si propaghi, e si conservi fiorente a vantaggio delle anime nostre e dei nostri fratelli, diamoci la massima sollecitudine di non mai trascurare la meditazione, la lettura spirituale, la visita quotidiana al SS. Sacramento, la Confessione settimanale, la Comunione frequente e divota, la recita del Rosario della B. Vergine, la piccola astinenza del venerdì e simili. Sebbene ciascuna di queste pratiche separatamente non sembri di grande necessità, tuttavia contribuisce efficacemente all’alto edifizio della nostra perfezione e della nostra salvezza. Se vuoi crescere e diventare grande agli occhi di Dio, dice S. Agostino, comincia dalle cose più piccole.
La parte poi fondamentale delle pratiche di pietà, quella che in certo modo tutte le abbraccia, consiste in fare ogni anno gli Esercizi spirituali, ed ogni mese l’Esercizio deIla buona morte.
Chi non può fare quest’ultimo Esercizio in comune, lo faccia separatamente, e a chi, per le occupazioni, non è dato d’impiegarvi l’intera giornata, ne impieghi una parte, rimandando ad altro giorno il lavoro che non è strettamente necessario, ma tutti da più a meno seguano questa regola:
34
Qo 7,19.
Oltre la meditazione solita del mattino, si faccia ancora una mezz’ora di meditazione od una conferenza alla sera, e questa versi su qualcuno dei novissimi.
La Confessione, che da tutti si ha da fare in detto giorno, sia più accurata del solito, pensando che potrebbe essere l’ultima della vita, e si riceva la S. Comunione come se fosse per Viatico.
Si pensi, almeno per una mezz’ora, al progresso od al regresso nella virtù, che si è fatto nel mese decorso, specialmente in ciò che riguarda l’osservanza delle sante regole, e si prendano le risoluzioni opportune.
Si rileggano in quel giorno tutte od almeno in parte le regole della Congregazione.
Sarà anche bene in tal giorno scegliere un Santo od una Santa per protettore del mese che si incomincia.
Credo che si possa dire assicurata la salvezza di un religioso, se ogni mese si accosta ai santi Sacramenti, e aggiusta le partite di sua coscienza, come se dovesse di fatto da questa vita partire per l’eternità.
Se adunque amiamo l’onore della nostra Congregazione, se desideriamo la salvezza dell’anima, siamo osservanti delle nostre regole, siamo puntuali anche nelle più ordinarie, perché colui che teme Dio, non trascura niente di quanto può contribuire a sua maggior gloria.34
Dei rendiconti e della loro importanza
La confidenza verso i propri Superiori è una delle cose, che maggiormente giovano al buon andamento d’una Congregazione religiosa, ed alla pace e felicità de’ singoli soci.
Ai
soci salesiani233
l punti principali su cui devono versare i rendiconti sono questi:
Sanità.
Studio o lavoro.
Se si possano disimpegnar bene le proprie occupazioni, e qual diligenza si metta in esse.
Se si abbia comodità d’adempiere le pratiche religiose, e qual diligenza si ponga in eseguirle.
Come si diporti nelle orazioni e nelle meditazioni.
Con quale frequenza e divozione si accosti ai santi Sacramenti.
Come si osservino i voti, e se non vi siano dubbi in fatto di vocazione. Ma si noti bene, che il rendiconto si raggira solamente in cose esterne e non di Confessione.
Se abbia dei dispiaceri o perturbazioni interne, o freddezza verso qualcuno.
Se conosce qualche disordine cui porre rimedio, specialmente quando si tratta d’impedire l’offesa di Dio.
Ecco qui alcune parole di San Francesco di Sales intorno ai rendiconti:
234Scritti di Don Bosco
«Ogni mese ognuno aprirà il suo cuore sommariamente e brevemente al Superiore, e con ogni semplicità e fedele confidenza gli aprirà tutti i segreti, colla medesima sincerità e candore con cui un figliuolo mostrerebbe alla madre le graffiature, livori e punture, che le vespe gli avessero fatto; ed in questo modo ciascuno darà conto non tanto dell’acquisto e progresso suo, quanto delle perdite e mancamenti negli esercizi dell’orazione, della virtù e della vita spirituale; manifestando parimente le tentazioni e pene interiori, non solo per consolarsi, ma anche per umiliarsi. Felici saranno quelli, che praticheranno ingenuamente e divotamente questo articolo, il quale in sé ha una parte della sacra infanzia spirituale, tanto raccomandata da Nostro Signore, dalla quale proviene ed è conservata la vera tranquillità dello spirito».
Si raccomanda caldamente ai Direttori che non trascurino mai di ricevere simili rendiconti. Ogni confratello poi sappia che, se li farà bene, con tutta schiettezza ed umiltà, ne troverà un grande sollievo pel suo cuore, un aiuto potente per progredire nella virtù, e la Congregazione intera avvantaggerà grandemente per questa pratica.
La cosa poi, in cui raccomando maggiore schiettezza, si è quella che riguarda la vocazione. Non si facciano misteri ai Superiori. Fra tutti, questo è il punto più importante; perché da esso dipende il filo della vita che si ha da tenere. Disgraziato colui, che nasconde i dubbi di sua vocazione, o prende risoluzione di uscire dalla Congregazione, senza essersi ben prima consigliato e senza il parere di chi dirige l’anima sua. Costui potrebbe mettere in pericolo l’eterna sua salute.
La prima ragione dell’importanza e necessità di procedere con questa schiettezza coi Superiori, è perché essi possano meglio governare e indirizzare i sudditi. Il Superiore è obbligato a reggerli e ad indirizzarli, perché questo è il suo ufficio, questo è esser Direttore e Superiore. Or s’egli non li conosce perché a lui non si aprono, ne avviene per conseguenza che egli non può dirigerli ed aiutarli coi suoi consigli e suggerimenti.
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La terza ragione della importanza della schiettezza e confidenza coi Superiori si è, perché questi possano meglio ordinare e provvedere quel che conviene al corpo universale della Congregazione, del cui bene ed onore, insieme con quello di ognuno, eglino sono obbligati ad aver cura. E quando uno si appalesa con essi, e loro dà interamente conto dei suo stato, allora i Superiori avendo in ogni cosa di mira il suo onore, e senza alcuna sua taccia, possono aver riguardo al bene universale di tutto il corpo della Congregazione; ma, se uno non si appalesa bene con loro, esporrà forse a qualche pericolo l’onor suo e l’anima sua, ed anche l’onore della Comunità, che dipende dal suo.
Oh quanta contentezza e soddisfazione ha un religioso, il quale totalmente si è confidato col suo Superiore, e gli ha manifestate tutte le cose che turbano l’animo suo! Così quando poi lo mettono in qualche uffizio, può collocare tutta la sua fiducia in Dio, che lo aiuterà e libererà da qualunque inconveniente. Signore, e gli potrà dire, io non mi son posto da me in quest’ufficio, né in questo luogo; anzi proposi la mia insufficienza e le mie poche forze spirituali per questo peso: Voi, o Signore, mi ci avete posto e me l’avete comandato: Voi dunque supplite a quel che m’anca in me. Con questa fiducia dirà con S. Agostino: Signore, datemi quel che comandate, e comandatemi quel che volete; e gli pare così di aver posto Dio in obbligo di concedergli quel che gli domanda. Ma quell’altro, il quale non si appalesò, anzi lasciò di manifestare le sue debolezze, che consolazione potrà egli avere? Perciocché questo tale non lo manda Dio a far quella cosa, né ve lo mette l’ubbidienza, ma egli di sua propria volontà vi s’ingerisce e intromette; è intruso, non chiamato, né mandato, e le cose non gli riusciranno bene.
236Scritti di Don Bosco
Cinque difetti da evitare
L’esperienza ha fatto conoscere cinque difetti, che si possono chiamare altrettanti tarli dell’osservanza religiosa, e la rovina delle Congregazioni, e sono: il prurito di riforma; l’egoismo individuale; la mormorazione; il trascurare i propri doveri e il dimenticarsi che lavoriamo pel Signore.
Fuggiam il prurito di riforma. Adoperiamoci di osservare le nostre regole, senza darci pensiero di migliorarle o di riformarle. «Se i Salesiani, disse il nostro grande benefattore Pio IX, senza pretendere di migliorare le loro Costituzioni, studieranno di osservarle con precisione, la loro Congregazione sarà ognor più fiorente».
Rinunziamo all’egoismo individuale; quindi non cerchiamo mai il vantaggio privato di noi stessi, ma adoperiamoci con grande zelo pel bene comune della Congregazione. Dobbiamo amarci, aiutarci col consiglio e colla preghiera e promuover l’onor dei nostri confratelli, non come cosa di uno solo, ma come nobile ed essenziale retaggio di tutti.
Non mormorare dei Superiori, non disapprovare le loro disposizioni. Qualora vengaci a notizia cosa che a noi sembri materialmente o moralmente cattiva, si esponga umilmente ai Superiori. Essi sono da Dio incaricati a vegliare sopra le cose e sopra le persone; perciò essi e non altri dovranno rendere conto della loro direzione ed amministrazione.
Niuno trascuri la parte sua. l Salesiani considerati insieme formano un solo corpo, ossia la Congregazione. Se tutti i membri di questo corpo compiono il loro uffizio, ogni cosa procederà con ordine e con soddisfazione; altrimenti succederanno disordini, slogature, rotture, sfasciamento, ed in fine la rovina del corpo medesimo. Ciascuno pertanto compia l’uffizio che gli è affidato, ma lo compia con zelo, con umiltà e confidenza in Dio, e non si sgomenti se dovrà fare qualche sacrifizio a lui gravoso. Si consoli anzi che la sua fatica torna utile a quella Congregazione, al cui vantaggio ci siamo tutti consacrati.
Ai
soci salesiani237
35
Mt 25,21.
II.
IL SISTEMA PREVENTIVO
NELLA EDUCAZIONE DELLA GIOVENTÙ*
Più volte fui richiesto di esprimere verbalmente o per iscritto alcuni pensieri intorno al così detto sistema preventivo, che si suole usare nelle nostre case. Per mancanza di tempo non ho potuto finora appagare questo desiderio, e presentemente volendo stampar il regolamento che finora si è quasi sempre usato tradizionalmente, credo opportuno darne qui un cenno che però sarà come l’indice di un’operetta che vo preparando se Dio mi darà tanto di vita da poterlo terminare, e ciò unicamente per giovare alla difficile arte della giovanile educazione. Dirò adunque: In che cosa consiste il Sistema Preventivo, e perché debbasi preferire: Sua pratica applicazione, e suoi vantaggi.
1. In che cosa consista il Sistema Preventivo e perché debbasi preferire
Due sono i sistemi in ogni tempo usati nella educazione della gioventù: Preventivo e Repressivo. Il sistema Repressivo consiste nel far conoscere la legge ai sudditi, poscia sorvegliare per conoscerne i trasgressori ed infliggere, ove sia d’uopo, il meritato castigo. Su questo sistema le parole e l’aspetto dei Superiore debbono sempre essere severe, e piuttosto minaccevoli, ed egli stesso deve evitare ogni famigliarità coi dipendenti.
* Regolamento per le case della Società di S. Francesco di Sales, Torino, Tipografia Salesiana, 1877 p. 3-13; [OE XXIX, 99-109].
Il
Sistema Preventivo nella educazione della gioventù239
Diverso, e direi, opposto è il sistema Preventivo. Esso consiste nel far conoscere le prescrizioni e i regolamenti di un Istituto e poi sorvegliare in guisa, che gli allievi abbiano sempre sopra di loro l’occhio vigile del Direttore o degli assistenti, che come padri amorosi parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed amorevolmente correggano, che è quanto dire: mettere gli allievi nella impossibilità di commettere mancanze.
Questo sistema si appoggia tutto sopra la ragione, la religione, e sopra l’amorevolezza; perciò esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontano gli stessi leggeri castighi. Sembra che questo sia preferibile per le seguenti ragioni:
l. L’allievo preventivamente avvisato non resta avvilito per le mancanze commesse, come avviene quando esse vengono deferite al Superiore. Né mai si adira per la correzione fatta o pel castigo minacciato oppure inflitto, perché in esso vi è sempre un avviso amichevole e preventivo che lo ragiona, e per lo più riesce a guadagnare il cuore, cosicché l’allievo conosce la necessità del castigo e quasi lo desidera.
La ragione più essenziale è la mobilità giovanile, che in un momento dimentica le regole disciplinari, i castighi che quelle minacciano. Perciò spesso un fanciulIo si rende colpevole e meritevole di una pena, cui egli non ha mai badato, che niente affatto ricordava nell’atto del fallo commesso e che avrebbe per certo evitato se una voce amica l’avesse ammonito.
Il sistema Repressivo può impedire un disordine, ma difficilmente farà migliori i delinquenti; e si è osservato che i giovanetti non dimenticano i castighi subiti, e per lo più conservano amarezza con desiderio di scuotere il giogo ed anche di farne vendetta.
240Scritti di Don Bosco
Sembra talora che non ci badino, ma chi tiene dietro ai loro andamenti conosce che sono terribili le reminiscenze della gioventù; e che dimenticano facilmente le punizioni dei genitori, ma assai difficilmente quelle degli educatori. Vi sono fatti di alcuni che in vecchiaia vendicarono bruttamente certi castighi toccati giustamente in tempo di loro educazione. Al contrario il sistema Preventivo rende amico l’allievo, che nell’assistente ravvisa un benefattore che lo avvisa, vuol farlo buono, liberarlo dai dispiaceri, dai castighi, dal disonore.
IV. Il sistema Preventivo rende avvisato l’allievo in modo che l’educatore potrà tuttora parlare col linguaggio del cuore sia in tempo della educazione, sia dopo di essa. L’educatore, guadagnato il cuore del suo protetto, potrà esercitare sopra di lui un grande impero, avvisarlo, consigliarlo ed anche correggerlo, allora eziandio che si troverà negli impieghi, negli uffizi civili e nel commercio. Per queste e molte altre ragioni pare che il sistema preventivo debba prevalere al repressivo.
2. Applicazione del Sistema Preventivo
La pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di S. Paolo che dice: Charitas benigna est, patiens est; omnia suffert, omnia sperat, omnia sustinet. La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto e sostiene qualunque disturbo. Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare il sistema Preventivo. Ragione e Religione sono gli strumenti di cui deve costantemente far uso l’educatore, insegnarli, egli stesso praticarli se vuol essere ubbidito ed ottenere il suo fine.
I. Il Direttore pertanto deve essere tutto consacrato a’ suoi educandi, né assumersi impegni che lo allontanino dal suo uffizio, anzi trovarsi sempre co’ suoi allievi tutte le volte che non sono obbligatamente legati da qualche occupazione, eccetto che siano da altri debitamente assistiti.
Il
Sistema Preventivo nella educazione della gioventù241
Si dia ampia libertà di saltare, correre, schiamazzare a piacimento. La ginnastica, la musica, la declamazione, il teatrino, le passeggiate sono mezzi efficacissimi per ottenere la disciplina, giovarne alla moralità ed alla sanità. Si badi soltanto che la materia dei trattenimento, le persone che intervengono, i discorsi che hanno luogo non siano biasimevoli. Fate tutto quello che volete, diceva il grande amico della gioventù S. Filippo Neri, a me basta che non facciate peccati.
La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edifizio educativo, da cui si vuole tener lontano la minaccia e la sferza. Non mai obbligare i giovanetti alla frequenza de’ santi Sacramenti, ma soltanto incoraggiarli e porgere loro comodità di approfittarne. Nei casi poi di esercizi spirituali, tridui, novene, predicazioni, catechismi si faccia rilevare la bellezza, la grandezza, la santità di quella Religione che propone dei mezzi così facili, così utili alla civile società, alla tranquillità del cuore, alla salvezza dell’anima, come appunto sono i santi Sacramenti. In questa guisa i fanciulli restano spontaneamente invogliati a queste pratiche di pietà, vi si accosteranno volentieri con piacere e con frutto.
Si usi la massima sorveglianza per impedire che nell’Istituto siano introdotti compagni, libri o persone che facciano cattivi discorsi. La scelta d’un buon portinaio è un tesoro per una casa di educazione.
Ogni sera, dopo le ordinarie preghiere, e prima che gli allievi vadano a riposo, il Direttore, o chi per esso, indirizzi alcune affet‑
242Scritti di Don Bosco
tuose parole in pubblico dando qualche avviso, o consiglio intorno a cose da farsi o da evitarsi; e studii di ricavare le massime da fatti avvenuti in giornata nell’Istituto o fuori; ma il suo sermone non oltrepassi mai i due o tre minuti. Questa è la chiave della moralità, del buon andamento e del buon successo della educazione.
Si tenga lontano come la peste l’opinione di taluno che vorrebbe differire la prima comunione ad un’età troppo inoltrata, quando per lo più il demonio ha preso possesso del cuore di un giovanetto a danno incalcolabile della sua innocenza. Secondo la disciplina della Chiesa primitiva si solevano dare ai bambini le ostie consacrate che sopravanzavano nella comunione pasquale. Questo serve a farci conoscere quanto la Chiesa ami che i fanciulli siano ammessi per tempo alla santa Comunione. Quando un giovanetto sa distinguere tra pane e pane, e palesa sufficiente istruzione, non si badi più all’età e venga il Sovrano Celeste e regnare in quell’anima benedetta.
I catechismi raccomandano la frequente comunione, s. Filippo Neri la consigliava ogni otto giorni ed anche più spesso. Il Concilio Tridentino dice chiaro che desidera sommamente che ogni fedele cristiano quando va ad ascoltare la santa Messa faccia eziandio la comunione. Ma questa comunione non sia solo spirituale, ma bensì sacramentale, affinché si ricavi maggior frutto da questo augusto e divino sacrificio (Concilio Trid., sess. XXII, capitolo VI).
3. Utilità dei Sistema Preventivo
Taluno dirà che questo sistema è difficile in pratica. Osservo che da parte degli allievi riesce assai più facile, più soddisfacente, più vantaggioso. Da parte poi degli educatori racchiude alcune difficoltà, che però restano diminuite, se l’educatore si mette con zelo all’opera sua. L’educatore è un individuo consacrato al bene de’ suoi allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni dis‑
Il
Sistema Preventivo nella educazione della gioventù243
Oltre ai vantaggi sopra esposti si aggiunge ancora qui che:
L’allievo sarà sempre pieno di rispetto verso l’educatore e ricorderà ognor con piacere la direzione avuta, considerando tuttora quali padri e fratelli i suoi maestri e gli altri superiori. Dove vanno questi allievi per lo più sono la consolazione della famiglia, utili cittadini e buoni cristiani.
Qualunque sia il carattere, l’indole, lo stato morale di un allievo all’epoca della sua accettazione, i parenti possono vivere sicuri, che il loro figlio non potrà peggiorare, e si può dare per certo che si otterrà sempre qualche miglioramento. Anzi certi fanciulli che per molto tempo furono il flagello de’ parenti e perfino rifiutati dalle case correzionali, coltivati secondo questi principi, cangiarono indole, carattere, si diedero ad una vita costumata, e presentemente occupano onorati uffici nella società, divenuti così il sostegno della famiglia, decoro dei paese in cui dimorano.
Gli allievi che per avventura entrassero in un Istituto con tristi abitudini non possono danneggiare i loro compagni. Né i giovanetti buoni potranno ricevere nocumento da costoro, perché non avvi né tempo, né luogo, né opportunità, perciocché l’assistente, che supponiamo presente, ci porrebbe tosto rimedio.
Una parola sui castighi
Che regola tenere nell’infliggere castighi? Dove è possibile, non si faccia mai uso dei castighi; dove poi la necessità chiede repressione, si ritenga quanto segue:
I. L’educatore tra gli allievi cerchi di farsi amare, se vuole farsi temere. In questo caso la sottrazione di benevolenza è un castigo, ma un castigo che eccita l’emulazione, dà coraggio e non avvilisce mai.
244Scritti di Don Bosco
Presso ai giovanetti è castigo quello che si fa servire per castigo. Si è osservato che uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo. La lode quando una cosa è ben fatta, il biasimo, quando vi è trascuratezza, è già un premio od un castigo.
Eccettuati rarissimi casi, le correzioni, i castighi non si diano mai in pubblico, ma privatamente, lungi dai compagni, e si usi massima prudenza e pazienza per fare che l’allievo comprenda il suo torto colla ragione e colla religione.
Il percuotere in qualunque modo, il mettere in ginocchio con posizione dolorosa, il tirar le orecchie ed altri castighi simili debbonsi assolutamente evitare, perché sono proibiti dalle leggi civili, irritano grandemente i giovani ed avviliscono l’educatore.
Il Direttore faccia ben conoscere le regole, i premi ed i castighi stabiliti dalle leggi di disciplina, affinché l’allievo non si possa scusare dicendo: Non sapeva che ciò fosse comandato o proibito.
Se nelle nostre case si metterà in pratica questo sistema, io credo che potremo ottenere grandi vantaggi senza venire né alla sferza, né ad altri violenti castighi. Da circa quarant’anni tratto colla gioventù, e non mi ricordo d’aver usato castighi di sorta, e coll’aiuto di Dio ho sempre ottenuto non solo quanto era di dovere, ma eziandio quello che semplicemente desiderava, e ciò da quegli stessi fanciulli, cui sembrava perduta la speranza di buona riuscita.
III.
LETTERA DA ROMA*
Roma, 10 Maggio 1884.
Miei carissimi figliuoli in Gesù Cristo.
Vicino o lontano io penso sempre a voi. Un solo è il mio desiderio; quello di vedervi felici nel tempo e nell’eternità. — Questo pensiero, questo desiderio mi risolsero a scrivervi questa lettera. Sento, o cari miei, il peso della mia lontananza da voi e il non vedervi e il non sentirvi mi cagiona pena quale voi non potete immaginare. Perciò io avrei desiderato scrivervi queste righe una settimana fa, ma le continue occupazioni me lo impedirono. Tuttavia, benché pochi giorni manchino al mio ritorno, voglio anticipare la mia venuta tra voi almeno per lettera, non potendolo di persona. Sono le parole di chi vi ama teneramente in Gesù Cristo ed ha dovere di parlarvi colla libertà di un padre. E voi me lo permetterete, non è vero? E mi presterete attenzione e metterete in pratica quanto sono per dirvi.
Ho affermato che voi siete l’unico ed il continuo pensiero della mia mente. Or dunque in una delle sere scorse, io mi era ritirato in camera, e mentre mi disponeva per andare a riposo, aveva incominciato a recitare le preghiere che m’insegnò la mia buona mamma. In quel momento non so bene se preso dal sonno o tratto fuori di me da una distrazione, mi parve che mi si presentassero innanzi due degli antichi giovani dell’Oratorio. Uno di questi due mi si avvicinò e salutatomi affettuosamente mi disse: — O Don Bosco! mi conosce?
* Atti del Capitolo Superiore della Pia Società Salesiana 1 (1920) N. 1, 24 giugno, pp. 40-48.
246Scritti di Don Bosco
— Sì che ti conosco: risposi.
— E si ricorda ancora di me? soggiunse quell’uomo.
— Di te e di tutti gli altri. Tu sei Valfrè, ed eri nell’Oratorio prima del 1870.
— Dica, continuò Valfrè, vuoi vedere i giovani che erano nell’Oratorio ai miei tempi?
— Sì, fammeli vedere, io risposi; ciò mi cagionerà molto piacere. E Valfrè mi mostrò i giovani tutti colle stesse sembianze e colla statura e nell’età di quel tempo. Mi pareva di essere nell’antico Oratorio nell’ora della ricreazione. Era una scena tutta vita, tutta moto, tutta allegria. Chi correva, chi saltava, chi faceva saltare. Qui si giuocava alla rana, là a bararotta ed al pallone. In un luogo era radunato un crocchio di giovani che pendeva dalle labbra di un prete, il quale narrava una storiella. In un altro luogo un chierico il quale in mezzo ad altri giovanetti giuocava all’asino vola ed ai mestieri. Si cantava, si rideva da tutte parti e dovunque chierici e preti e intorno ad essi i giovani che schiamazzavano allegramente. Si vedeva che fra i giovani e i Superiori regnava la più grande cordialità e confidenza. lo ero incantato a questo spettacolo e Valfrè mi disse: — Veda: la familiarità, porta amore, e l’amore confidenza. Ciò è che apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore ai maestri, agli assistenti ed ai Superiori. Diventano schietti in confessione e fuori di confessione e si prestano docili a tutto ciò che vuol comandare colui dal quale sono certi di essere amati.
In quell’istante si avvicinò a me l’altro mio antico allievo che aveva la barba tutta bianca e mi disse: — D. Bosco, vuole adesso conoscere e vedere i giovani che attualmente sono nel l’Oratorio? (costui era Buzzetti Giuseppe).
— Sì! risposi io; perché è già un mese che più non li vedo! E me li additò.
Vidi l’Oratorio e tutti voi che facevate ricreazione. Ma non udiva più grida di gioia e cantici, non più vedeva quel moto, quella vita come nella prima scena. Negli atti e nel viso di molti giovani si
Lettera da Roma 247
leggeva una noia, una spossatezza, una musoneria, una diffidenza che faceva pena aI mio cuore. Vidi è vero molti che correvano, giuocavano con beata spensieratezza, ma altri non pochi io ne vedeva star soli, appoggiati ai pilastri, in preda a pensieri sconfortanti; altri su per le scale e nei corridoi e sopra i poggiuoli dalla parte del giardino per sottrarsi alla ricreazione comune; altri passeggiare lentamente in gruppi, parlando sotto voce tra di loro, dando attorno occhiate sospettose e maligne: talora sorridere, ma con un sorriso accompagnato da occhiate da far non solamente sospettare, ma credere che San Luigi avrebbe arrossito se si fosse trovato in compagnia di costoro; eziandio fra coloro che giuocavano ve ne erano alcuni così svogliati, che facevano veder chiaramente, come non trovassero gusto nei divertimenti.
— Hai visti i tuoi giovani? mi disse quell’antico allievo.
— Li vedo, risposi sospirando.
— Quanto sono differenti da quelli che eravamo noi una volta! esclamò quel vecchio allievo.
— Purtroppo! quanta svogliatezza in questa ricreazione.
— E di qui proviene la freddezza in tanti nell’accostarsi ai Santi Sacramenti; la trascuranza delle pratiche di pietà in chiesa e altrove; lo star mal volentieri in un luogo, ove la Divina Provvidenza li ricolma d’ogni bene pel corpo, per l’anima, per l’intelletto. Di qui il non corrispondere che molti fanno alla loro vocazione; di qui le ingratitudini verso i Superiori; di qui i segretumi e le mormorazioni, con tutte le altre deplorevoli conseguenze.
— Capisco, intendo, risposi io. Ma come si possono rianimare questi miei cari giovani, acciocché riprendano l’antica vivacità, allegrezza, espansione?
— Coll’amore!
— Amore? Ma i miei giovani non sono amati abbastanza? Tu lo sai se io li amo. Tu sai quanto per essi ho sofferto e tollerato per corso di ben quarant’anni, e quanto tollero e soffro ancora adesso. Quanti stenti, quante umiliazioni, quante opposizioni, quante persecuzioni per dare ad essi pane, casa, maestri e specialmente
248Scritti di Don Bosco
per procurare la salute delle loro anime. Ho fatto quanto ho potuto e saputo per coloro che formano l’affetto di tutta la mia vita.
— Non parlo di te!
— Di chi dunque? Di coloro che fanno le mie veci? Dei Direttori, Prefetti, maestri, assistenti? Non vedi come sono martiri dello studio e del lavoro? Come consumino i loro anni giovanili per coloro che ad essi affidò la Divina Provvidenza?
— Vedo, conosco; ma ciò non basta: ci manca il meglio. — Che cosa manca adunque?
— Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati.
— Ma non hanno gli occhi in fronte? Non hanno il lume dell’intelligenza? Non vedono che quanto si fa per essi è tutto per loro amore?
— No: lo ripeto, ciò non basta.
— Che cosa ci vuole adunque?
— Che essendo amati in quelle cose che a loro piacciono, col partecipare alle loro inclinazioni infantili, imparino a veder l’amore in quelle cose che naturalmente lor piacciono poco; quali sono la disciplina, lo studio, la mortificazione di se stessi, e queste cose imparino a fare con amore.
— Spiegati meglio!
— Osservi i giovani in ricreazione.
— Osservai e quindi replicai: E che cosa c’è di speciale da vedere? — Sono tanti anni che va educando giovani e non capisce? Guardi meglio! dove sono i nostri Salesiani?
Osservai e vidi che ben pochi preti e chierici si mescolavano fra i giovani e ancor più pochi prendevano parte ai loro divertimenti. I Superiori non erano più l’anima della ricreazione. La maggior parte di essi passeggiavano fra di loro parlando, senza badare che cosa facessero gli allievi; altri guardavano la ricreazione non dandosi neppur pensiero dei giovani; altri sorvegliavano così alla lontana senza avvertire chi commettesse qualche mancanza; qualcuno
Lettera da Roma 249
poi avvertiva, ma in atto minaccioso e ciò raramente. Vi era qualche Salesiano che avrebbe desiderato intromettersi in qualche gruppo di giovani, ma vidi che questi giovani cercavano studiosamente di allontanarsi dai maestri e dai Superiori.
Allora quel mio amico ripigliò: — Negli antichi tempi dell’Oratorio, lei non stava sempre in mezzo ai giovani e specialmente in tempo di ricreazione? Si ricorda quei belli anni? Era un tripudio di paradiso, un’epoca che ricordiam sempre con amore, perché l’amore era quello che ci serviva di regola, e noi per lei non avevamo segreti.
— Certamente! E allora tutto era gioia per me, e nei giovani uno slancio per avvicinarsi a me, per volermi parlare ed una viva ansia di udire i miei consigli e metterli in pratica. Ora però vedi come le udienze continue e gli affari moltiplicati e la mia sanità me lo impediscono?
— Va bene: ma se lei non può, perché i suoi Salesiani non si fanno suoi imitatori? Perché non insiste, non esige che trattino i giovani come li trattava lei?
lo parlo, mi spolmono, ma purtroppo che molti non si sentono più di fare le fatiche d’una volta.
— E quindi trascurando il meno, perdono il più, e questo più, sono le loro fatiche. Che amino ciò che piace ai giovani e i giovani ameranno ciò che piace ai Superiori. E a questo modo sarà facile la loro fatica. La causa del presente cambiamento nell’Oratorio è che un certo numero di giovani non ha confidenza coi Superiori. Anticamente i cuori erano tutti aperti ai Superiori, che i giovani amavano ed ubbidivano prontamente. Ma ora i Superiori sono considerati come Superiori e non più come padri, fratelli ed amici; quindi sono temuti e poco amati. Perciò se si vuol fare un cuor solo ed un’anima sola per amor di Gesù bisogna che si rompa quella fatale barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza cordiale. Che quindi l’obbedienza guidi l’allievo, come la madre guida il suo fanciullo. Allora regnerà nell’Oratorio la pace e l’allegrezza antica.
250Scritti di Don Bosco
— Come dunque fare per rompere questa barriera?
— Famigliarità coi giovani specialmente in ricreazione. Senza famigliarità non si dimostra l’amore e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo coi piccoli e portò le nostre infermità. Ecco il maestro della famigliarità. Il maestro visto solo in cattedra è maestro e non più, ma se va in ricreazione coi giovani diventa come fratello. Se uno è visto solo a predicare dal pulpito, si dirà che fà né più né meno del proprio dovere, ma se dice una parola in ricreazione è la parola d’uno che ama. Quante conversioni non cagionarono alcune sue parole fatte risuonare all’improvviso all’orecchio di un giovane nel mentre che si divertiva. Chi sa di essere amato, ama, e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani e i Superiori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni, e palesano i loro difetti: questo amore fa sopportare ai Superiori le loro fatiche, le noie, le ingratitudini, i disturbi, le mancanze, le negligenze dei giovanetti. Gesù Cristo non spezzò la canna già fessa, né spense il lucignolo che fumava. Ecco il vostro modello. Allora non si vedrà più chi lavorerà per fine di vanagloria; chi punirà solamente per vendicare l’amor proprio offeso; chi si ritirerà dal campo della sorveglianza per gelosia di una temuta preponderanza altrui; chi mormorerà degli altri volendo essere amato e stimato dai giovani, esclusi tutti gli altri superiori, guadagnando null’altro che disprezzo ed ipocrite moine; chi si lasci rubare il cuore da una creatura e per far la corte a questa trascuri tutti gli altri giovanetti; chi per amore dei propri comodi tenga in non cale il dovere strettissimo della sorveglianza; chi per un vano rispetto umano si astenga dall’ammonire chi deve essere ammonito. Se ci sarà questo vero amore, non si cercherà altro che la gloria di Dio e la salute delle anime. È quando illanguidisce questo amore che le cose non vanno più bene. Perché si vuole sostituire all’amore la freddezza di un regolamento? Perché, i Superiori si allontanano dall’osservanza di quelle regole che D. Bosco ha loro dettate? Perché al sistema di prevenire
Lettera
da Roma251
E ciò accade necessariamente se manca la famigliarità. Se adunque si vuole che l’Oratorio ritorni all’antica felicità, si rimetta in vigore l’antico sistema: che il Superiore sia tutto a tutti, pronto ad ascoltare sempre ogni dubbio o lamentanza dei giovani, tutto occhi per sorvegliare paternamente la loro condotta, tutto cuore per cercare il bene spirituale e temporale di coloro che la Provvidenza gli ha affidati. Allora i cuori non saranno più chiusi, e non regneranno più certi segretumi che uccidono. Solo in caso di immoralità i Superiori siano inesorabili. È meglio correre pericolo di scacciar dalla casa un innocente, che ritenere uno scandaloso. Gli assistenti si facciano uno strettissimo dovere di coscienza di riferire ai Superiori tutte quelle cose, le quali conoscano in qualunque modo essere offesa di Dio.
— Allora io interrogai: — E quale è il mezzo precipuo perché trionfi simile famigliarità e simile amore e confidenza?
— L’osservanza esatta delle regole della casa.
— E null’altro?
— Il piatto migliore in un pranzo è quello della buona cera. Mentre così il mio antico allievo finiva di parlare ed io continuava ad osservare con vivo dispiacere quella ricreazione, a poco a poco mi sentii oppresso da grande stanchezza che andava ognora crescendo. Questa oppressione giunse al punto che, non potendo più resistere, mi scossi e rinvenni. Mi trovai in piedi vicino al letto. Le mie gambe erano così gonfie e mi facevano così male che non poteva più star ritto. L’ora era tardissima, quindi me ne andai a letto risoluto di scrivere ai miei cari figliuoli queste righe.
lo desidero di non far questi sogni perché mi stancano troppo. Nel giorno seguente mi sentiva rotto nella persona e non vedeva l’ora di potermi riposare la sera seguente. Ma ecco appena fui in
252Scritti di Don Bosco
letto ricominaciare il sogno. Avevo d’innanzi il cortile, i giovani che ora sono nell’Oratorio, e lo stesso antico allievo dell’Oratorio. lo presi ad interrogarlo: — Ciò che mi dicesti io lo farò sapere ai miei Salesiani, ma ai giovani dell’Oratorio che cosa debbo dire?
Mi rispose: — Che essi riconoscano quanto i Superiori, i maestri, gli assistenti si fatichino e studino per loro amore, poiché se non fosse pel loro bene, non si assoggetterebbero a tanti sacrifizi; che si ricordino essere l’umiltà la fonte di ogni tranquillità; che sappiano sopportare i difetti degli altri, poiché al mondo non si trova la perfezione, ma questa è solo in paradiso; che cessino dalle mormorazioni, poiché queste raffreddano i cuori; e sovratutto che procurino di vivere nella santa grazia di Dio. Chi non ha pace con Dio non ha pace con sé, non ha pace cogli altri.
— E tu mi dici dunque che tra i miei giovani vi sono di quelli che non hanno la pace con Dio?
— Questa è la prima causa del malumore, fra le altre che tu sai, alle quali devi porre rimedio, e che non fa d’uopo che ora ti dica. Infatti non diffida se non chi ha segreti da custodire, se non chi teme che questi segreti vengano a conoscersi, perché sa che gliene tornerebbe vergogna e disgrazia. Nello stesso tempo, se il cuore non ha la pace con Dio, rimane angosciato, irrequieto, insofferente d’obbedienza, si irrita per nulla, gli sembra che ogni cosa vada a male, e perché esso non ha amore, giudica che i Superiori non lo amino.
— Eppure, o caro mio, non vedi quanta frequenza di confessioni e di comunioni vi è nell’Oratorio?
— È vero che grande è la frequenza delle confessioni, ma ciò che manca radicalmente in tanti giovanetti che si confessano è la stabilità nei proponimenti. Si confessano, ma sempre le stesse mancanze, le stesse occasioni prossime, le stesse abitudini cattive, le stesse disobbedienze, le stesse trascuranze nei doveri. Così si va avanti per mesi e mesi, e anche per anni, e taluni perfino così continuano alla 5ª ginnasiale. Sono confessioni che valgono poco
Lettera da Roma 253
o nulla; quindi non recano pace, e se un giovanetto fosse chiamato in quello stato al tribunale di Dio, sarebbe un affare ben serio.
— E di costoro ve ne ha molti all’Oratorio?
— Pochi in confronto del gran numero di giovani che sono nella casa. Osservi. — E me li additava.
lo guardai e ad uno ad uno vidi quei giovani. Ma in questi pochi vidi delle cose che hanno profondamente amareggiato il mio cuore. Non voglio metterle sulla carta, ma quando sarò di ritorno voglio esporle a ciascuno cui si riferiscono. Qui vi dirò soltanto che è tempo di pregare e di prendere ferme risoluzioni; proporre non colle parole, ma coi fatti, e far vedere che i Comollo, i Savio Domenico, i Besucco e i Saccardi, vivono ancora tra noi.
In ultimo dimandai a quel mio amico: — Hai null’altro da dirmi?
— Predica a tutti, grandi e piccoli, che si ricordino sempre che sono figli di Maria SS. Ausiliatrice. Che essa stessa li ha qui radunati per condurli via dai pericoli del mondo, perché si amassero come fratelli, e perché dessero gloria a Dio e a lei colla loro buona condotta. Che è la Madonna quella che loro provvede pane e mezzi di studiare con infinite grazie e portenti. Si ricordino che sono alla vigilia della festa della loro SS. Madre, e che coll’aiuto suo deve cadere quella barriera di diffidenza, che il demonio ha saputo innalzare tra giovani e superiori, e della quale sa giovarsi per la rovina di certe anime.
— E ci riusciremo a togliere questa barriera?
— Sì certamente, purché grandi e piccoli siano pronti a soffrire qualche piccola mortificazione per amor di Maria, e mettano in pratica ciò che io le ho detto.
Intanto io continuava a guardare i miei giovanetti, e allo spettacolo di coloro che io vedeva avviati verso l’eterna perdizione, sentii tale stretta al cuore che mi svegliai. Molte cose importantissime che io vidi desidererei ancora narrarvi, ma il tempo e le convenienze non me lo permettono.
254Scritti di Don Bosco
Concludo: Sapete che cosa desidera da voi questo povero vecchio, che per i suoi cari giovani ha consumata tutta la vita? Niente altro fuorché, fatte le debite proporzioni, ritornino i giorni felici dell’antico Oratorio. I giorni dell’amore e della confidenza cristiana tra i giovani ed i superiori; i giorni dello spirito di accondiscendenza e sopportazione per amore di Gesù Cristo degli uni verso degli altri; i giorni dei cuori aperti con tutta semplicità e candore; i giorni della carità e della vera allegrezza per tutti. Ho bisogno che mi consoliate dandomi la speranza e la promessa che voi farete tutto ciò che desidero per il bene delle anime vostre.
Voi non conoscete abbastanza quale fortuna sia la vostra di essere stati ricoverati nell’Oratorio. Innanzi a Dio vi potesto: Basta che un giovane entri in una casa salesiana, perché la Vergine SS. lo prenda subito sotto la sua protezione speciale. — Mettiamoci adunque tutti d’accordo. La carità di quelli che comandano, la carità di quelli che devono obbedire, faccia regnare fra di noi lo spirito di S. Francesco di Sales. O miei cari figliuoli, si avvicina il tempo nel quale dovrò distaccarmi da voi e partire per la mia eternità, (Nota del segretario: A questo punto Bosco sospese di dettare; gli occhi suoi si empirono di lacrime non per rincrescimento, ma per ineffabile tenerezza, che trapelava dal suo sguardo e dal suono della sua voce. Dopo qualche istante continuò:) quindi io bramo di lasciar voi, o preti, o chierici, o giovani carissimi per quella via del Signore nella quale esso stesso vi desidera. — A questo fine il Santo Padre che io ho visto venerdì, 9 di maggio, vi manda di tutto cuore la sua benedizione.
Il giorno della festa di Maria Ausiliatrice mi troverò con voi innanzi all’effigie della nostra amorosissima Madre. — Voglio che questa gran festa si celebri con ogni solennità; e D. Lazzero e D. Marchisio pensino a far sì che stiamo alIegri anche in refettorio. La festa di Maria Ausiliatrice deve essere il preludio della festa eterna che dobbiamo celebrare, tutti insieme uniti un giorno, in Paradiso.
Vostro aff.mo amico in G.C.
Sac. GIO. BOSCO.
IV.
RICORDI DI SAN GIOVANNI BOSCO Al PRIMI MISSIONARI
Ricordi dati ai religiosi Salesiani il giorno 11 novembre 1875 nell’atto che partivano dalla chiesa, di Maria Ausiliatrice per intraprendere il viaggio alla Repubblica Argentina.*
Cercate anime, ma non danari, né onori né dignità.
Usate carità e somma cortesia con tutti; ma fuggite la conversazione e la familiarità colle persone di altro sesso o di sospetta condotta.
Non fate visite se non per motivi di carità e di necessità.
Non accettate mai inviti di pranzo se non per gravissime ragioni. In questi casi procurate di essere in due.
Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.
Rendete ossequio a tutte le autorità civili, religiose, municipali e governative.
Incontrando persona autorevole per via, datevi premura di salutarla ossequiosamente.
Fate lo stesso verso le persone ecclesiastiche o aggregate ad istituti religiosi.
Fuggite l’ozio e le questioni. Grande sobrietà nei cibi, nelle bevande e nel risposo.
* DB, Ricordi ai primi missionari, ASC 132, quaderni-taccuini 5.
256Scritti di Don Bosco
Amate, temete, rispettate gli altri ordini religiosi, e parlatene sempre bene. È questo il mezzo di farvi stimare da tutti e promuovere il bene della congregazione.
Abbiatevi cura della sanità. Lavorate, ma solo quanto le proprie forze comportano.
Fate che il mondo conosca che siete poveri negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini.
Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi, ma non portatevi né invidia, né rancore, anzi il bene di uno sia il bene di tutti; le pene e le sofferenze di uno siano considerate come pene e sofferenze di tutti, e ciascuno studi di allontanarle o almeno mitigarle.
Osservate le vostre Regole, né mai dimenticate l’esercizio mensile della buona morte.
Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente le confessioni, le scuole, i catechismi e le prediche.
Raccomandate costantemente la devozione a Maria Ausiliatrice ed a Gesù Sacramentato.
Ai giovanetti raccomandate la frequente confessione e comunione.
Per coltivare la vocazione Ecclesiastica insinuate: 1. amore alla castità; 2. orrore al vizio opposto; 3. separazione dai discoli; 4. comunione frequente; 5. carità con segni di amorevolezza e benevolenza speciale.
Nelle cose conteziose, prima di giudicare si ascolti ambe le parti.
Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in cielo. Amen.
*
DB, Memorie dal 1841 al 1884-5-6, ASC 132, quaderni-taccuini 6.
DAL TESTAMENTO SPIRITUALE DI SAN GIOVANNI BOSCO*
Miei cari ed amati figliuoli in G. C.
Prima di partire per la mia eternità io debbo compiere verso di voi alcuni doveri e così appagare un vivo desiderio del mio cuore. Anzitutto io vi ringrazio col più vivo affetto dell’animo per la ubbidienza che mi avete prestata, e di quanto avete lavorato per sostenere e propagare la nostra congregazione.
lo vi lascio qui in terra, ma solo per un po’ di tempo. Spero che la infinita misericordia di Dio farà che ci possiamo tutti trovare un dì nella beata eternità. Colà io vi attendo.
Vi raccomando di non piangere la mia morte. Questo è un debito che tutti dobbiamo pagare, ma dopo ci sarà largamente ricompensata ogni fatica sostenuta per amor del nostro Maestro il nostro buon Gesù.
Invece di piangere fate delle ferme ed efficaci risoluzioni di rimanere saldi nella vocazione fino alla morte. Vegliate e fate che né l’amor del mondo, né l’affetto ai parenti, né il desiderio di una vita più agiata vi muovano al grande sproposito di profanare i sacri voti e così tradire la professione religiosa con cui ci siamo consacrati al Signore. Niuno riprenda quello che abbiamo dato a Dio.
Se mi avete amato in passato, continuate ad amarmi in avvenire colla esatta osservanza delle nostre costituzioni.
258Scritti di Don Bosco
Il vostro primo Rettore è morto. Ma il nostro vero Superiore Cristo Gesù, non morrà. Egli sarà sempre nostro Maestro, nostra guida, nostro modello; ma ritenete che a suo tempo egli stesso sarà nostro giudice e rimuneratore della nostra fedeltà nel suo servizio.
Il vostro Rettore è morto, ma ne sarà eletto un altro che avrà cura di voi e della vostra eterna salvezza. Ascoltatelo, amatelo, ubbiditelo, pregate per lui, come avete fatto per me.
Addio, o cari figliuoli, addio. lo vi attendo al cielo. Là parleremo di Dio, di Maria madre e sostegno della nostra congregazione; là benediremo in eterno questa nostra congregazione, la cui osservanza delle regole contribuì potentemente, ed efficacemente a salvarci. Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque in saeculum. In te Domine, speravi non confundar in aeternum.
... Dio pietoso e la sua Madre SS. ci vennero in aiuto nei nostri bisogni. Ciò si verificò specialmente ogni volta che eravamo in bisogno di provvedere ai nostri giovanetti poveri ed abbandonati, e più ancora quando essi trovavansi in pericolo delle anime loro.
La Santa Vergine Maria continuerà certamente a proteggere la nostra congregazione e le opere salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei e continueremo a promuovere il suo culto.
... Il lavoro, la buona e severa condotta dei nostri confratelli guadagnano e per così dire trascinano i loro allievi a seguirne gli esempi. Si facciano sacrifizi pecuniari e personali, ma si pratichi il sistema preventivo ed avremo delle vocazioni in abbondanza.
... Tutti i confratelli salesiani che dimorano in una medesima casa devono formare un cuor solo ed un’anima sola col direttore loro.
Ritengano però ben a memoria che la peste peggiore da fuggirsi è la mormorazione. Si facciano tutti i sacrifici possibili, ma non siano mai tollerate le critiche intorno ai Superiori.
Dal
testamento spirituale di san Giovanni Bosco259
... Ciascuno poi in luogo di fare osservazioni su quello che fanno gli altri, si adoperi con ogni possibile sollecitudine per adempiere gli uffizi che a lui furono affidati.
... A tutti è strettamente comandato e raccomandato in faccia [a] Dio ed in faccia agli uomini di aver cura della moralità tra salesiani e tra coloro che in qualunque modo e sotto a qualunque titolo ci fossero dalla divina provvidenza affidati.
... Procurate che niuno abbia a dire: questo suppellettile non dà segno di povertà, questa mensa, questo abito, questa camera non è da povero. Chi porge motivi ragionevoli di fare tali discorsi, egli cagiona un disastro alla nostra congregazione, che deve sempre gloriarsi del voto di povertà.
Guai a noi se coloro da cui attendiamo carità potranno dire che teniamo vita più agiata della vita loro.
... Ricordatevi che sarà per voi sempre una bella giornata quando vi riesce vincere coi benefizi un nemico o farvi un amico.
... La nostra congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato dalla divina provvidenza, e la sua gloria sarà duratura fino a tanto che si osserveranno fedelmente le nostre regole.
Quando cominceranno tra noi le comodità o le agiatezze, la nostra pia società ha compiuto il suo corso.
Il mondo ci riceverà sempre con piacere fino a tanto che le nostre sollecitudini saranno dirette ai selvaggi, ai fanciulli più poveri, più pericolanti della società. Questa è per noi la vera agiatezza che nessuno invidierà e niuno verrà a rapirci.
... Non si dimentichi che noi andiamo pei fanciulli poveri ed abbandonati. Là fra popoli sconosciuti ed ignoranti del vero Dio si
260Scritti di Don Bosco
vedranno le maraviglie finora non credute, ma che Iddio potente farà palesi al mondo.
Non si conservino proprietà stabili fuori delle abitazioni di cui abbiamo bisogno.
... Quando avverrà che un salesiano soccomba e cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la nostra congregazione ha riportato un gran trionfo e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni dei Cielo.
INDICI
INDICE ANALITICO
— I numeri in carattere neretto indicano articoli delle Costituzioni.
— I numeri in carattere chiaro indicano articoli dei Regolamenti Generali.
Abitazioni
condizioni 77 55 v. anche: Arredamento
Abito
disposizioni 62 55 Accoglienza
— dei giovani 15 16 37 40
— dei confratelli 16 23 52 56 101 21 45 49
— dei laici associati al nostro lavoro 47
— del magistero 125 101
— dei valori delle varie culture 7 17 30 57
— dei doni di Dio 80 87
Adolescenti
— e Domenico Savio 9 — nell’aspirantato 17
Adulti
— coinvolti nella comunità educativa pastorale 47
Affidamento
— a Maria Santissima 8
Aggiomamento
— teologico-pastorale-educativo dei confratelli 118 119 10 100 142,2 173 184,3
264Indice analitico
— dei missionari 138 19 — delle opere 40 41 13
— nel campo della comunicazione sociale 142,2
Alienazione
— dei beni della Congregazione 132,§1 188,1 Alleanza
la professione religiosa conferma della — battesimale 23 la fedeltà risposta alla — 195
Allegria v. Gioia
Ambiente/i
— salesiano come famiglia 16 37 5
— dell’oratorio di Don Bosco, criterio permanente 40
la comunità salesiana — di orientamento e di crescita vocazionale 37 99 109
attenzione al contesto culturale dell’ — 41 57 77 22
— popolare contesto della nostra missione 6 7 27 33 119 4
servizio in — giovanili particolari 41
le nostre opere come — educativi 11 12 14 15
promozione dell’ — 33
— riservati ai confratelli 56
manutenzione e igiene degli — 194,2
v. anche: Comunità educativa; Comunità formatrice
Amicizia
— e amorevolezza salesiana 15 38 39 rapporti di fraterna — nella comunità 51 110 — con gli exallievi 39
la castità consacrata e I’ — 83 68
Ammalati
comunità e — 52 53 direttore e — 176
Indice analitico265
Amministrazione
v. Beni temporali; Economo Ammissioni
modalità generali comuni 108 165 81
— al noviziato 165 90
— alla professione temporanea e perpetua 108 117 165
— ai ministeri e alle sacre ordinazioni 93
— da un altro istituto 94
Amore
— di Dio e di Cristo ai giovani 2 8 20 81
— di Dio per noi 15 23 195 196
— indiviso a Dio e ai fratelli 3 25 61 80 81
— nostro per Cristo e per la Chiesa 13 84
— per i giovani e i poveri 2 8 14 15 20 61 79 81 195
«farsi amare» 20
la professione religiosa segno di — 23 24 62
crescita nell’ — 25
— liberatore di Cristo realizzato nel lavoro di promozione 33
comunità segno di — 49 50
— fraterno e pratica dei voti 61
— e castità consacrata 63 83
le Costituzioni, via che conduce all’ — 196
v. anche: Carità
Amorevolezza
fonte della — salesiana 2 20 49 61 81
— componente dello spirito salesiano 14 15 20
destinatari della — 26 61 195
— nel Sistema Preventivo 38 39
Animazione
— di gruppi e movimenti giovanili 35 — della parrocchia salesiana 26 — compito dell’autorità salesiana
266Indice analitico
a tutti i livelli 121
del Rettor Maggiore con il suo Consiglio 130-138
dell’ispettore con il suo Consiglio 161
del direttore con il suo Consiglio 55 176 178
del maestro dei novizi 112 organismi interispettoriali di — 142,5
Anno liturgico 89 Anziani
— nella comunità 53 cura degli — 176
Apostolico/a
forze — suscitate da Don Bosco 1
progetto — di Don Bosco e nostro 2
la nostra consacrazione — e la nostra Società 4
fecondità — nella Famiglia salesiana 5
carità — 10
vita — e penitenze 18
animazione di gruppi di azione — 35
rinnovamento dell’impegno — 88
creatività — 118
purificazione delle intenzioni — 90
preoccupazioni — e preghiera 93
vocazione — salesiana 96
Costituzioni e progetto — della Società 192
Archivio
— centrale: responsabile 144 — dell’ispettoria 62 159
— della casa 62 146 178 180 190
Arredamento
— delle case 77 61 199 — delle camere 55
Indice analitico267
Ascesi
— quotidiana 18
— comunitaria 52 53 73
— e obbedienza 69
— e povertà 73 75 58
— e castità 84 66
— e riconciliazione 90
— come risposta alla Parola di Dio 90
— nell’esperienza formativa 98
— nell’uso dei mezzi di comunicazione sociale 44 66
Aspirantato
caratteristiche e funzioni 17
Assemblea
funzioni e competenze dell’ — dei confratelli 186 184 Assenze
— “a domo” 165,10 166,3
— occasionali del confratello 50
— dell’ispettore dall’ispettoria 153 — dei capitolari dal Capitolo generale 123 — legittime dalla propria ispettoria 166 — del direttore dalla propria casa 172
Assicurazioni 76 189 199 Assistenza educativa
— come atteggiamento e metodo 39 115 v. anche: Presenza
Associazioni
— e gruppi: promozione 8 v. anche: Gruppi
268Indice analitico
Atti
— del Capitolo generale: validità 152
— del Consiglio generale, organo ufficiale 110
Attività pastorali
— nella formazione iniziale 115 v. anche: Pastorale
Ausiliatrice (Maria)
presenza dell’ — nella nostra Società 8
— invocata nella formula della professione 24
ricorso a — per crescere nella castità 84
la nostra devozione a — 92
v. anche: Maria SS.
Autorità
servizio dell’ —:
stile 65 121
modalità 66 121
unità 122
partecipazione 123
sussidiarietà 124
e ministero presbiterale 121
— del Sommo Pontefice 125
— del Rettor Maggiore 127 104 105
— del Capitolo generale 120 147
— dell’ispettore 162
— del superiore della visitatoria 158
— del superiore della delegazione ispettoriale 159
— del visitatore straordinario 104
— del Capitolo ispettoriale 170
— del direttore 176
— delle conferenze ispettoriali 139
Autorizzazioni
— per operazioni su beni immobili; prestiti; accettazione a titolo oneroso di eredità, lasciti o donazioni; costituzione di vitalizi, borse di stu‑
Indice
analitico269
trasformazione di edifizi 188 165 156,9
— per aprire o chiudere case, modificare lo scopo delle opere esistenti o
intraprendere opere straordinarie 132 165,5
— per nuove sperimentazioni e cambiamenti sostanziali nell’indizzo del‑
le opere 181
— per vivere in condizioni di assenza dalla casa religiosa 165,10
— per aprire la scuola alle ragazze 3 156,1
— ad accettare parrocchie 25
— ad accettare cariche o impegni extra-comunitari 69 35 156,4
— a compiere atti di amministrazione dei propri beni dopo la professio‑
ne 51
— al cambio definitivo di ispettoria 151
— al cambio della sede ispettoríale 153 156,5
— per approvare modifiche, soluzioni di problemi economici o altre ini‑
ziative di notevole importanza nelle case 156,12 200
— a contrarre debiti o mutui 191
Azione
— apostolica e voti 61
Don Bosco contemplativo nell’ — 12
Banche
intestazione dei conti nelle — 187 Battesimo
vita salesiana sviluppo del — 2 60
la professione religiosa conferma del — 23
— nella formula della professione 24
sviluppo del — dei giovani con il servizio educativo 37
Beatitudini 25 62 75 Beni immobili
acquisto e conservazione 187 operazioni con i — 188
270Indice analitico
Beni temporali
il salesiano e i — 74
amministrazione dei — di tutta la Società 139
rapporti della Società con i — 187
intestazione e conservazione dei — 187
norme generali circa i — 187-190 185-202
compiti amministrativi della direzione generale 192
operazioni per cui è necessaria l’autorizzazione del Rettor Maggiore 188
limite della competenza ispettoriale 189
compiti amministrativi delle ispettorie 190 193-197
compiti amministrativi a livello locale 198-202
amministratori dei — 190
v. anche: Povertà
Biblioteca
manutenzione della — 62
Bilancio amministrativo economico
— dell’economato generale 106,10 — delle ispettorie 192 196 — delle case 181,3 194 202
Bollettino Salesiano funzioni del — 41
Bontà
— di san Francesco di Sales, modello 4
— nei rapporti fraterni 51
— coi giovani 15 v. anche: Carità
Bosco (Don)
— Fondatore 1 4 8 96 100 192
— all’origine della Famiglia salesiana 5 — nostro modello 21 97 196
Indice
analitico271
— e Maria SS. 8 9
— all’origine dello spirito salesiano 10-21
— e la carità pastorale 10
— e l’unione con Dio 12 95
— e la preghiera 86 89 91
— e la Chiesa 13
— e la predilezione per i giovani 14
— e l’amorevolezza 15
— e lo spirito di famiglia 16 173
— e il Sistema Preventivo 20 38 39
— e i destinatari 26 27 30
— e la promozione integrale e sociale 31 33
l’oratorio di — criterio permanente 40
— e la comunicazione sociale 43
— e i voti 61 71 73 78 79 81 82
— e la formazione 97
studio di — 21 37 85 91
commemorazione mensile di — 75
Buona notte 48 175 Capitolo generale
ordinario e straordinario 149
natura e scopo 146
autorità e compiti 120 147
deliberazioni 148
convocazione 132,§1 143 150 111
membri 151 114
preparazione (regolatore e commissione tecnica) 112 113 115
apertura e primi atti ufficiali 116-119
presidenza 150 120
svolgimento dei lavori 121-123
comunicazioni ai soci 124
periti e osservatori 125
elezione del Rettor Maggiore e dei membri del Consiglio generale:
v. Elezioni
272Indice analitico
costituzione dei gruppi di ispettorie 154 presenze e maggioranze richieste 152 interprete delle Costituzioni 192 chiusura 134
Capitolo ispettoriale
natura e deliberazioni 170 132,§1
convocazione 165,6 172
competenza 120 171 167
ordinario e straordinario 172
membri 173
elettori dei delegati 174
elezione dei delegati e supplenti 174 161-166 169
regolatore e persone invitate 168
Carisma
— del Fondatore, principio di unità 100 fedeltà al — del Fondatore 126 146 dimensione mariana del — salesiano 37 dimensione missionaria del — salesiano 30
Carità
— di Cristo, fonte della nostra — 15 20 41 95
— pastorale nello spirito salesiano 3 10 14
Maria modello di — pastorale 92
— pastorale e consigli evangelici 61
— e Sistema Preventivo 20
— e missione verso i ceti popolari 29
— ispiratrice di attività e opere 41
— fraterna nella comunità salesiana 50 54 61 194
— e obbedienza 65 67
— e castità 83
— e autorità 121 161
— nel colloquio col direttore 49
— e scrutini 81
crescita continua nella — 25
Indice analitico273
Case
apertura o chiusura 132,§2 165,5 v. anche: Opere; Comunità locale
Castità
— e amorevolezza salesiana 15
significato evangelico del voto di — 80
— e missione salesiana 81
— e maturità umana 82
— e vita di comunità 83
— e rapporti e amicizie 68
atteggiamenti e mezzi di crescita nella — 84
— e inserimento nel mondo 66
impiego di personale femminile 67
Catechesi
dimensione fondamentale della nostra missione 34
— nel progetto educativo pastorale locale 7
— e parrocchia salesiana 26
studi sulla — nella formazione iniziale 82
v. anche: Evangelizzazione
Cause di beatificazione e canonizzazione 145 Centro/i
— di servizio pedagogico e catechistico 42 — di orientamento vocazionele 16
— salesiano di studi 84
— giovanile
caratteristiche 42 12
e parrocchia salesiana 26 — professionali 42 13
— per la comunicazione sociale 137 — editoriali
istituzione 31
collaborazione 33
— di emittenza e produzione audiovisivi 31
274Indice analitico
Chiesa
la nostra Società nella — 4 6 146
senso di — elemento dello spirito salesiano 7 13 24
iniziazione educativa alla vita della — 35 47
la comunità espressione della — 85
conoscenza dei documenti della — 175
Chiesa particolare
solidarietà e servizio alla — 42 48 57 157 2 3 84 135 servizio alla — in strutture non salesiane 35
Circoscrizioni giuridiche
costituzione e varietà di forme 156
ascrizione e trasferimento dei soci alle — 160
Coadiutore: v. Salesiano coadiutore Coeducazione 3 156,1 Collaborazione
— al disegno di Dio 37
— nella Famiglia salesiana 5 — tra confratelli 66
Colloquio
— con il superiore 70 49
— durante la formazione iniziale 79
Complementarità
— tra presbiteri e laici nella vocazione e missione salesiana 4 45 — nella composizione dei Capitoli e Consigli 169
Commemorazioni
— mensile di Maria Ausiliatrice 74 — mensile di Don Bosco 75
Indice analitico275
Comunicazione
— fraterna di vita 51
— sul lavoro dei confratelli 59 v. anche: Informazione
Comunicazione sociale
— tra le priorità apostoliche salesiane 6 43 promozione del personale e dei servizi di — 31 educazione dei giovani alla — 6 32
informazione e collaborazione sulla — 33 revisione delle pubblicazioni 34
scelta vigile nell’uso dei mezzi di — 84 44 66 studi sulla — 82
la — tra i compiti della conferenza ispettoriale 142 il consiglilere generale per la — 137
Comunione
unità della — nello spirito salesiano 11 — con tutte le forze della Chiesa 13 impegno di — fraterna 24 49 51 — vincoli della — fraterna 50 88 90 — della Società nella Chiesa universale 59 — fraterna e professione dei consigli 61 — dei beni 73 76
— con i fratelli defunti 94
— nell’esercizio dell’unica autorità 122 — all’interno dell’ispettoria 157
Comunità educativa e pastorale 47 5 Comunità formatrice 103 109 110
Comunità ispettoriale 58 101 giornata annuale della — 42
Comunità locale identità della — 175
276Indice analitico
— numero di confratelli nella — 150 ruoli nella — 183-185 — fraterna e apostolica
suo valore 49
vincoli 50
rapporti 51
il confratello nella — 52 53 94
il direttore nella — 55
— aperta 57
— espressione del mistero della Chiesa 85
— in ascolto della Parola 87
— unificata dall’Eucaristia 88
— in continua conversione 90
— ambiente naturale di crescita vocazionale 99 — e sanità 43
accoglienza degli ospiti 56 45 ambienti riservati ai confratelli 56 rapporti della — con la famiglia del confratello 46 giornata della — 42
Concelebrazione 88
Conferenze episcopali e missione salesiana 48 Conferenze ispettoriali
natura, scopo e costituzione 132,§1 155
riunioni 139
partecipanti 140 141
compiti 142
Confessione v. Riconciliazione Congregazione v. Società salesiana Consacrazione
natura della nostra — apostolica 3 — e fedeltà 195
Indice analitico277
Consenso v. Voto deliberativo Consigli evangelici v. Voti Consiglieri generali
— per la formazione 135
— per la pastorale giovanile 136
— per la comunicazione sociale 137
— per le missioni 138
v. anche: Consiglio generale
Consiglieri ispettoriali
nomina e durata in carica 132,§2 167 requisiti di eleggibilità 166
funzioni e compiti 168 169
consultazioni per la nomina 154
segretario del Consiglio ispettoriale 159 altri uffici 160
Consiglieri regionali
compiti 140 154 135-137 elezione 141,1
Consiglio generale
funzione e compiti 130 131
casi in cui si richiede il voto deliberativo 132 106
composizione 133
elezione dei membri 132,§1 141 153
durata in carica 142
uffici tecnici e consulte 107
segretariati centrali 108
atti del — 110
v. anche: Consiglieri generali
Consiglio ispettoriale
compiti e composizione 164 155 casi in cui occorre il suo consenso 165 156
278Indice analitico
casi in cui ne occorre il voto consultivo 157 158 v. anche: Consiglieri ispettoriali
Consiglio locale
convocazione e compiti 178
membri 179
composizione 165,8 178 180
voto deliberativo 181
eventuali modifiche di strutture e ruoli 165,9 182
riunioni 180
Consultazioni
— e principio di corresponsabilità 123
— per la nomina di un ispettore 162 143
— per la nomina dei consiglieri ispettoriali 167 154
— per la nomina dei direttori 177 170 156
— per la costituzione di circoscrizioni giuridiche 156
Consulte
— economico-amministrative 185
— a livello ispettoriale (uffici, segretariati) 157 160
— a servizio del Consiglio generale (uffici tecnici) 107 — a livello interispettoriale 142
Contempiativo
il salesiano — nell’azione 12
Contratti v. Autorizzazioni
Contributi delle case 194 197 201 Convenzione
— per le parrocchie 25
— per i territori di missione 23
Conversione
comunità in continua — 90
Indice analitico279
confratelli in continua — 99 — e ritiri 91
Convitto
— tra le opere proprie della Società 42 caratteristiche e servizi 42 15
Corresponsabilità
— nella missione 44-48 175 123 35
— nell’obbedienza 66
— e partecipazione 123
— nell’impegno comunitario 99 101 123 173
— nelle comunità formatrici 103,104 78 79 81
— dei destinatari nelle opere 5 6 15
v. anche: Responsabilità
Correzione fraterna 52 90 121 Costituzioni
— via che conduce all’Amore 1 64 196
— diritto proprio della Società 191
interpretazione autentica e senso delle — 192
— e voto di obbedienza 68
valore obbligante delle — 193
modifiche al testo delle — 148 152
studio delle — nel noviziato 91
fedeltà alle — 55 103
— e deliberazioni dei Capitolo generale 148
Creatività
— componente dello spirito salesiano 19 — criterio per attività e opere 49
— apostolica 118
— nella preghiera 86
Croce
— e obbedienza 71
280Indice analitico
accettazione della — quotidiana 90 92
Cronaca
— della casa 178 Cultura
— nel progetto educativo pastorale 6
formazione dei giovani alla — 32 6 13
— e “povertà” giovanile 1
— e comunicazione sociale 43
attenzione alla — popolare 14
— e conservazione del materiale di documentazione 62
centri per l’animazione della — 84
— e consiglieri regionali 136,3
integrazione della — con la fede e la vita 114
v. anche: Aggiornamento; Formazione intellettuale
Cultura salesiana
— durante la formazione iniziale 85 91 98 Culture locali
— e missione salesiana 7 30 attenzione al contesto delle — 57 77
unità della formazione salesiana e — 100 101
Cuore
regola i rapporti 16
custodia del — 18
purificazione del — 91 93
sacramenti e conversione del — 36
appello al — nel Sistema Preventivo 38
“Da mihi animas” 4 85 Debiti 191 201
Indice analitico281
Decentramento
— e sussidiarietà 124 Defunti
memoria dei confratelli — 25 54 58 94 lettura del necrologio 47
suffragi per i — 76
lettera mortuaria dei soci — 177 Delegati v. Elezioni
Delegazione del Rettor Maggiore scopo, natura e costituzione 154 138
Delegazione ispettoriale costituzione e governo 159 165
Deliberazioni
— del Capitolo generale 148 191 — del Capitolo ispettoriale 170
Destinatari della nostra missione
primi e principali — i giovani poveri 26
i giovani del mondo del lavoro 27 2
i giovani chiamati per un servizio nella Chiesa 28
ambienti popolari 29
popoli non ancora evangelizzati 30
verifica periodica circa i — 1
gioventù maschile e femminile 3
incontrare Dio nei — 95
Devozione a Maria SS. 92
Diaconi permanenti formazione 106
282Indice analitico
Dialogo
— nella famiglia salesiana 5
superiori animatori del — 44 123
— e corresponsabilità nell’obbedienza 66 103
il colloquio momento privilegiato del — 70
capacità di — 104 112 102
— tra Dio e libertà personale 105
— con la cultura 114
— con le culture non evangelizzate 18
— con il Rettor Maggiore 103
apertura dei giovani al — 32
— nella comunità educativa 38
— con Dio: v. Preghiera
Difficoltà
— del salesiano e fiducia in Dio 17 — del salesiano e comunità 52
Dimissione
— di un novizio 90
— di un socio 132,§3 194 157,6
Dimissioni
del Rettor Maggiore 128
Dio
l’azione di — nella fondazione e nella vita della nostra Società 1 10 20 22
23 25 31 38 50 60 67 85 105 195
unione con — elemento dello spirito salesiano 12 95
fedeltà di — fondamento della nostra perseveranza 195
incontro con — nel prossimo 95
bisogno di — 38 95
servizio di — nella carità pastorale 10
— Padre: rapporti tra salesiano e — 11 12 17 20 55 67 72 80 86 89 90
92 93
v. anche: Gesù Cristo; Spirito Santo; Trinità
Indice analitico283
Diocesi: v. Chiesa particolare Direttore
funzioni e compiti 44 55 176 172-179 consultazione per la nomina del — 170
requisiti di eleggibilità e durata del mandato 177 171
rapporti direttore-Consiglio locale 173 180 181 rapporti direttore-parroco 29
rapporti direttore-ispettore 179 181
— e amministrazione dei beni locali 184 190 198-202
riunione dei — dell’ispettoria 145
Direttorio/i
— espressione del diritto proprio 191
— ispettoriale, competenza del Capitolo ispettoriale 171
— ispettoriale e pratiche di pietà 74 — ispettoriale e formazione 87 88 106
Direzione spirituale
— dei giovani 37
— nelle comunità formatrici 78 79
disponibilità alla — nei confratelli 84 99
— comunitaria 175
il direttore guida spirituale della comunità 55 70 104 174 175
— nella preparazione al noviziato 109
il maestro dei novizi guida spirituale 112
— nel periodo della professione temporanea 113
Diritti d’autore 57 Diritto
— proprio della Società e diritto universale 191 Società di — pontificio 4
Discernimento
— comunitario 44 66
284Indice analitico
sforzo di — 119
responsabilità di — 69
— dei doni personali 69
— della volontà di Dio 66 87 91 107 121 146
— dei valori delle culture 100
oratorio di Don Bosco criterio di — pastorale 40
Disciplina religiosa
— incarico del vicario generale 134
Dispensa
— dai vincoli della professione 132,§2 194
Distacco
— del cuore in Don Bosco e nei salesiani 73 75
Domenica
giorno di gioia pasquale 89
Domenico Savio
Protettore della Società 9
Donazioni 188,3 Dovere/i
— di promuovere e guidare la corresponsabilità 123
— morale nell’uso dei mezzi di comunicazione 44
— di disponibilità del direttore verso i confratelli 49
— dei capitolari di assistere alle adunanze del capitolo generale 123
— dell’Assemblea dei confratelli 184
Economo generale
norme generali per l’— 185-189 compiti 139 190 192 elezione 141
Indice analitico285
durata in carica 142 Economo ispettoriale
norme generali per l’— 185-189
compiti 164 169 193-196
requisiti di elegibilità 166
nomina 167 154
corsi di specializzazione 186
norme amministrative demandate alle ispettorie 190
Economo locale
nomina 183
funzioni 184
membro del Consiglio locale 179
norme generali 187-191
norme per l’amministrazione locale 198-202
corsi di specializzazione 186
riunione annuale 194,3
Ecumenismo 8 22 Edifici 188,5 Educazione
il nostro servizio educativo pastorale 31-39 4-14
— e promozione integrale 31
— e promozione personale 32
— e promozione sociale e collettiva 33
— alla fede 6 29 34 35 38 45 7 13; nei paesi non cristiani 22
— e opere educative 41 42 11-17
— e comunicazione sociale 43
— e formazione salesiana 99 102 82 86
— all’amore 81 6
— all’impegno e alla speranza 63
— e orientamento alle scelte vocazionali 37 42 9 16-17
collaborazione con organismi civili per I’ — 48
286Indice analitico
Elezione/i
— del Rettor Maggiore e dei membri dei Consiglio generale 128 129 141 143 147 153 126-133
— dei delegati e supplenti al Capitolo ispettoriale 174 186 161-166 169 — dei delegati al Capitolo generale (e supplenti) 171,5 114 115-118 161-166 169
— eventuale dei membri del Consiglio locale 180 186
— dei moderatori del Capitolo generale 120
— della commissione centrale del Capitolo generale 121
Equilibrio
— del salesiano 15
— di Don Bosco e del salesiano 19 — psicologico e castità 82
Eredità,
lasciti o donazioni 188,3
Esame di coscienza — quotidiano 90
Esercizi spirituali
— annuali 91 72 — nel noviziato 92 case per — 42
Esperienza
— di vita ecclesiale dei giovani 35
— unica di vita per educatori e giovani nel Sistema Preventivo 38
Esperienza formativa
natura e modalità dell’ — salesiana 98 102 104 109 110 114 119 Eucaristia
forza che unifica la comunità 88 — e castità 84
Indice
analitico287
— nella pastorale giovanile 36 celebrazione quotidiana della — 88 70 presenza dell’ — nelle nostre case 88
Evangelizzazione
— e catechesi nella nostra missione 6 34
— e gioia 17
— e Sistema Preventivo 20
— e comunicazione sociale 43
— e opere salesiane 41 11 12 13
— negli ambienti popolari 29
— e azione missionaria 30 22
— e promozione integrale 31 13 26
— e complementarità delle vocazioni 45
— e pratica dei consigli 62 63
— e vocazione salesiana 96
— nucleo centrale del progetto educativo pastorale 7
cura dei laici responsabili della — 29
v. anche: Educazione alla fede
Exallievi
— nella Famiglia salesiana 5
rapporti della comunità con gli — 39
Famiglia
spirito di — componente dello spirito salesiano 16 51 65
clima di — nelle comunità e opere 37 38 49 53 56 61 83 103 136,1
clima di — nella comunità educativa pastorale 47
direttore e spirito di — 173
rapporti con la — dei confratelli 47 176
azione pastorale verso la — 29
Famiglia salesiana
Maria guida della — 92
Don Bosco all’origine della — 5
288Indice analitico
la nostra Società nella — 5
servizio vocazionale e — 28
Rettor Maggiore centro di unità della — 126
l’ispettore e la — 147
condivisione della missione nella — 47 48
— e Chiesa particolare 48
il servizio alla —
sensibiIizzazione e servizio della comunità 36
servizi e collaborazione con le FMA 37
doveri di ogni comunità verso i Salesiani Cooperatori 38
rapporti con gli Exallievi 39
assistenza spirituale alle VDB e ad altri istituti della — 40 funzione del Bollettino salesiano nella — 41 riconoscimento dei l’appartenenza alla — 40
Fede
— nell’origine da Dio della Società 1
— nella presenza di Maria SS. 8
— di Maria e nostra 92
— e rapporti vicendevoli nella comunità 16 37 66 94 103
— di Don Bosco nostro modello 21
— e testimonianza di vita 62
— e obbedienza 67 69
— e castità 80
— e Parola di Dio 87 91
approfondimento della vita di — 114
— anzianità e malattia 53
educazione alla — 6 29 34 35 38 45 7 13 22
— del popolo e comunicazione sociale 43
— nelle risorse dell’uomo 17
formatori, uomini di — 104
— e Costituzioni 196
— e elezioni 127
— e comunione con i fratelli defunti 94
Fedeltà
Dio fonte della nostra — 1 24 195
Indice analitico289
— come risposta a Dio 22 195
— al Vangelo 146
— alla nostra missione 6 44 94
— al carisma del Fondatore 118 126 146
— alle Costituzioni 103
impegno quotidiano di — 84
benessere minaccia alla — 75
Festa/e
senso della — 17
Eucaristia come — quotidiana 88 — mariane 92
Figlie di Maria Ausiliatrice
— nella Famiglia salesiana 5
servizi e collaborazione con le — 37
Flessibilità
componente dello spirito salesiano 19 41
Forma della nostra Società 4 Formatori
preparazione 101 78
ruolo dei — nelle comunità formatrici 103 78 — ed esperienze pastorali 86
Formazione salesiana
vocazione e — 96
orientamento specifico della — 97 l’esperienza formativa 98
impegno personale e comunitario 99 — unitaria e diversificata 100 comunità ispettoriale e — 101 161 Ratio e direttori ispettoriali 87 consigliere per la — 135
290Indice analitico
Formazione iniziale
complessità e unità 102
comunità formatrici 103 78
formatori: ruolo 104
il salesiano in — 105
curriculo paritario 106
periodi di —107 88-102
colloquio durante la — 79
orario flessibile 80
scrutini o verifiche 81
formazione intellettuale nella — 82-85
esperienze pastorali 86
Formazione intellettuale — del salesiano
a tutti i livelli 82
nella formazione iniziale 102 104 105 83-85
nel noviziato 91
nell’immediato postnoviziato 114 95
nella formazione specifica 116 97 98
permanente 118 99 100 — dei giovani 6 v. anche: Cultura
Formazione permanente
esigenza della — 118
— come atteggiamento personale 119 99 100
iniziative a livello ispettoriale 101
tempi periodici di rinnovamento 102
Formazione specifica
— dei salesiano presbitero e del salesiano laico 116 v. anche: Salesiano presbitero; Salesiano coadiutore
Francesco di Sales
la Società salesiana e — 4 9
il salesiano e — 17
— nella formula della professione 24
Indice analitico291
Gemellaggi competenza 24
Generosità
— dei giovani salesiani 46 Genitori
— nella comunità educativa 47 5 rapporti del confratello con i — 46 suffragi per i — 76
Gesù Cristo
— nostra regola vivente 196
— del Vangelo sorgente dello spirito salesiano 11
chiamata personale di — 96
sequela radicale di — 3 30 60 71 72 80
— e la missione del salesiano 31 33 34 36
presenza di — nella comunità 52 61
entusiasmo per — 103
partecipazione alla Pasqua di
nella vita secondo i consigli 60 63 71
nella preghiera e nella liturgia 85 88 89
nella morte 54 94
la comunità segno di — 57
— e l’esperienza formativa 98 104
— e il significato dell’obbedienza 64 71
— e il significato della povertà 72
testimoni della predilezione di — per i giovani 81
v. anche: Eucaristia
Gioia
la nostra — come quella di Maria 92 — nel rivelare il mistero di Cristo 34 componente dello spirito salesiano 17 40 — nella comunità 37 51 110
292Indice analitico
— nell’obbedienza 65
— nella povertà 75
— nella castità 83
— nella preghiera 86
— del perdono 90
domenica, giorno della — 89
Giovani
Don Bosco per i — 1 2 14 19 20 21
mandati da Dio ai — 3 15 24
predilezione per i — elemento dello spirito salesiano 14 39
servizio ai — progetto unitario di vita 14 21 23 96
— poveri destinatari della nostra missione 2 6 24 26 61 1
conoscenza dei — 39 86 2
amore ai — e castità 81
— apostoli degli stessi — 20 35
scoperta dei frutti dello Spirito nei — 95
— del mondo del lavoro 27 2
— chiamati per un servizio nella Chiesa (cura) 28
i — nella comunità educativa 47
— in difficoltà 42
il nostro servizio educativo pastorale ai — 31 32 39 98 142,3
iniziazione dei — alla vita ecclesiale 35
iniziazione dei — alla vita liturgica 36
presenza in mezzo ai — 14 20 39 119
i voti e il nostro servizio ai — 61
— e perseveranza del salesiano 195
— salesiani
apporto specifico 46
aspirazioni 103
cura 161 v. anche: Promozione
Giuseppe (san)
— patrono della nostra Società 9
— nella formula della professione 24
Indice analitico293
Giustizia
testimonianza e impegno per la — 7 27 33 73 79 rifiuto dell’ingiustizia 33
Governo
strutture fondamentali 120
— delle comunità 121
unità nel — 122
corresponsabilità nel — 123
— sussidiarietà nel — 124
— della visitatoria 158
— della delegazione ispettoriale 159
potestà di — del Rettor Maggiore 127 105
potestà di — del vicario del Rettor Maggiore 134 143
potestà di — dell’ispettore 162 149
potestà di — del vicario ispettoriale 168
potestà di — del direttore 176
potestà di — del vicario locale 183
— “ad interim” della Società 143
per la funzione coadiuvante dei Consigli nel —: v. Consiglio
Gratitudine
— a Dio, al Padre 1 11 52 80 93
— al Signore 195
— allo Spirito Santo 95
— ai benefattori 79 76
— ai confratelli defunti 94 76
— celebrata nella giornata annuale della comunità 42
— verso la famiglia del confratello 46 76
Grazia
la nostra vita — del Padre 3
— e natura in Don Bosco 21; nel salesiano 52 67 assistenza della — nella vita del salesiano 24 96 lo Spirito Santo fonte di — 25
il celibato dono della — 80
294Indice analitico
riconoscere l’azione della — 86 ritiri ed esercizi momenti di — 91 sviluppo dei doni della — 99
Gruppi giovanili
promozione dei — 35 42 8
— nell’oratorio e nel centro giovanile 11 12 — nei convitti e pensionati 15
— per l’orientamento vocazionale 16
Gruppi di ispettorie
scopo, natura e costituzione 154 138 Informazione
promozione della — per la corresponsabilità 123 — interna ed esterna alla Famiglia salesiana 33 41 — interna
a livello mondiale 59 103
a livello ispettoriale 179 196
a livello locale 175 180 182 184
sulla situazione economica locale 184,5
sui lavori del Capitolo generale 124
per le elezioni al Capitolo generale 127
Iniziazione dei giovani
— alla vita ecclesiale 35 — alla vita liturgica 36
Ispettore
compiti e responsabilità 108 161 144 153 160 consultazione per la nomina 143
nomina, requisiti di eleggibilità e potestà 132,§1 162 durata in carica e trasferimento 163
rapporti con il Rettor Maggiore 161 163 167 24 25 144 rapporti con il parroco salesiano 27 28
rapporti con i direttori 145 179
Indice
analitico295
casi in cui gli occorre il voto deliberativo del Consiglio ispettoriale 156
casi in cui gli occorre il voto consultivo 157 158
compiti amministrativi 190 193 194 196 197 201 202
cambio di sede dell’ — 153
— e procure missionarie e gemellaggi 24
— e promozione della comunicazione sociale 31
Ispettoria/e
natura e finalità 157
cambio di — 151
erezione o soppressione 132,§1 156
gruppi di — 154 138
v. anche: Conferenze ispettoriali
Istituti religiosi (altri)
collaborazione con — 13 48 84 Laici
collaborazione con i — nella Chiesa 13 — associati al nostro lavoro 29 47 55 interessamento dell’ispettore per i — 148 apertura ai — dei nostri centri di studio 84 cura dei — nella casa salesiana 55 199 — e Cooperatori 38
Lasciti 188,3 Lavoro
— e temperanza: elementi dello spirito salesiano 18 84
— ordinato 18 43
— come espressione della povertà 78 64
— e preghiera 95
strumenti personali di — 58
cura dei giovani del mondo del — 27 2
Lettera mortuaria 177
296Indice analitico
Lettura spirituale 71 Libertà
— e professione religiosa 63 67 — e iniziativa di Dio 105
clima di — nella comunità 173 educazione per la — 32 36 38 39 — e aiuti economici 79
Liturgia
iniziazione dei giovani alla — 36
— delle ore e anno liturgico nella comunità salesiana 89 70 — della vita 95
v. anche: Eucaristia; Riconciliazione
Maestro dei novizi
compiti 110
qualità e nomina 112 165,3
— al Capitolo ispettoriale 173,6
Malattia v. Ammalati Manuale di preghiera 77
Maria SS.
presenza di — nella nostra Società 8 20
— patrona principale della nostra Società 9
— nell’evangelizzazione 34
— nella vita e nella preghiera del salesiano 84 87 92 74
— nell’esperienza formativa del salesiano 98
— modello di pastorale 20 92 98
FMA e dimensione mariana del carisma salesiano 37
Maturazione
— dei giovani destinatari 28 32 38
— dei confratelli 46 52 67 82 98 102 109 113 114 117 118 81 86 90
Indice analitico297
Meditazione quotidiana 93 71 99 Messa v. Eucaristia Mezzi
di comunicazione sociale: v. Comunicazione sociale
di trasporto 63
di lavoro 77
di formazione 119
Missionari
preparazione specifica e aggiornamento dei — 138 19 comunità di — 20
ritorno in patria dei — 21
Missione salesiana
— della Società salesiana 2 3 26
— elemento della consacrazione 3
la Famiglia salesiana continua la — di Don Bosco 5
destinatari della — 26-30
criteri di azione per la — 40-43
corresponsabíli della — 44-48 99 175
— e orientamento della formazione iniziale 82
— e comunione fraterna 50
— e confratelli anziani o ammalati 53
— e obbedienza 64
— e povertà 73
— e castità 82
— e preghiera 85
— e servizio dell’autorità 121 126 130
— educativa: v. Educazione
Missioni
— tra i destinatari 6 30 42 consigliere generale per le — 138 azione per le — in ogni ispettoria 18
298Indice analitico
forme varie di — 22
convenzioni con l’autorità ecclesiastica per le — 23 procure missionarie e gemellaggi 24
Mondo
missione salesiana nel — 6 7 35 62 76 95 130 apertura ai valori del 17 39 45 57
Morte
— del salesiano 54
— del Rettor Maggiore 143
— di un membro del Consiglio generale 132,§1,7
— dell’ispettore 168
— del direttore 183
— v. anche: Suffragi
Mortificazione v. Ascesi; Penitenza Movimenti
promozione di — 35 8 v. anche: Gruppi
Musica 32 Mutui 191 Natura
— e grazia in Don Bosco 21 — e grazia nel salesiano 52 67 — della Società salesiana 2
Necrologico
lettura quotidiana 47 Nomina/e
— dell’ispettore (o del superiore di visitatorie e di altre circoscrizioni) 132,§1 158 162 143
Indice
analitico299
— del sostituto di un membro del Consiglio generale 132,§1 142
— del segretario generale 132,§1 144
— del procuratore e del postulatore generale 132,§1 145
— dei direttori 165 177 156 170
— del maestro dei novizi 112 165
— del delegato dell’ispettore 159 165
— dei consiglieri locali 180
— del vicario, economo e responsabili di settori locali 183
— del parroco o moderatore 27 157
— di un delegato personale del Rettor Maggiore per una delegazione
106 138
— del regolatore (e della commissione tecnica) del Capitolo generale 112
— della commissione precapitolare 113
— dei segretari e altri ufficiali del Capitolo generale 116
— del regolatore del Capitolo ispettoriale 156 168
— del segretario ispettoriale 157 159
Noviziato
natura e obiettivi 110 erezione 11 132,§1 sede 89
durata e assenze 111
ammissioni e dimissioni 90 93
studi 91
esercizi spirituali 92
v. anche: Maestro dei novizi
Obbedienza
significato evangelico 64
stile salesiano di — 65
corresponsabilità e — 66
— e libertà 67
esigenze del voto 68
— e doni personali 69
— e mistero della croce 71
assenze e impegni extracomunitari 69 50
300Indice analitico
Opere della Congregazione
criterio permanente di discernimento 40
criteri ispiratori 41 77
tipi di attività e opere 42 11-35
— e comunità ispettoriale 58
modifiche dello scopo delle — 132,§1 165,5 181,2
Oratorio
— di Don Bosco, criterio permanente di azione salesiana 40 — fra le attività della nostra missione 42
caratteristiche dell’ — 11
— e parrocchia salesiana 26
Orazione mentale v. Meditazione Orientamento
— vocazionale dei giovani 37 9 centro di — e servizi vocazionali 16 17
Ospiti
accoglienza 56 45
Ottimismo v. Gioia Pace
impegno per la — 33 73 — nel salesiano 65
Papa
— supremo superiore della nostra Società 125 senso ecclesiale e amore al — 13
Parere del Consiglio: v. Voto consultivo
Parola di Dio
la comunità in ascolto della — 36 66 85 87 88
Indice analitico301
— chiamata ad una continua conversione 90 momenti di particolare ascolto della — 91 — durante il noviziato 91
Parrocchie
— tra le opere in cui realizziamo la nostra missione 42
accettazione 25
caratteristiche delle — salesiane 26
parroco: nomina e responsabilità 27
stabilità e avvicendamento 28
rapporti fra direttore e parroco 29
rapporti amministrativi 30
Partecipazione
— all’azione di Dio 18
— alla Pasqua di Cristo 54 60
— alla vita e missione della Chiesa 24 31 33 73 80
— alla missione salesiana 5 45 47 53 8
— alla comunione salesiana mondiale 59
— dei superiori a un’unica autorità 122
— alla preparazione del Capitolo generale 112
— alla scelta dei responsabili di governo e alle decisioni 123
— dei confratelli in formazione iniziale 78
— alla beatitudine dei poveri 75
— alla vita e all’azione della comunità locale 123
superiori animatori della — nella comunità 44 66
— comunitaria e preghiera 86 95
— dei giovani nel progetto educativo pastorale 5,
— dei confratelli nel progetto educativo pastorale 184
— aspetto caratteristico della nostra pedagogia 6
iniziazione dei giovani alla — ecclesiale 35 36
— alla vita dei giovani 32 39 95
Pasqua: v. Gesù Cristo
Pastorale
moventi della nostra — 7
302Indice analitico
la carità — al centro dello spirito salesiano 10 14
— verso i giovani e i ceti popolari 26 29
il nostro servizio educativo — 31
il Sistema Preventivo nella nostra — 38
il progetto educatìvo — 4
comunità educativa e — 47 5
discernimento — 44
— e consigli evangelici 61 62 82 49 60 66
— e preghiera 95
— e formazione 102 115 116 118 82 84 86
— e servizio dell’autorità 121 161 176 103 142 146 184
— coordinamento interispettoriale della — 142
collaborazione alla — della Chiesa particolare 42 48 57 2 25 35
Maria modello di — 92 98
consigliere per la — giovanile 133 136
preparazione e aggiornamento per la — 115 119 10 19 82 100 101142,2
— nei paesi non cristiani 22
— nel settore della comunicazione sociale 31
Pastorale giovanile v. Pastorale; Giovani Pastorale vocazionale: v. Vocazione/i Paternità
— di Dio: v. Dio Padre
— di Don Bosco 1 21
— del Rettor Maggiore 126
— del direttore 55
— del salesiano 15
Patroni e protettori della nostra Società 9 Penitenza
— quotidiana 18 90 — comunitaria 73 — e obbedienza 71 — e castità 84
Indice analitico303
Pensionato
caratteristica e servizi 15
Pensioni 76
Perdono quotidiano 16 90
Perseveranza 93 195 v. anche: Fedeltà
Pluralità
— di forme della nostra azione apostolica 41 — pluralismo del contesto in cui viviamo 118
Popolo (ceto popolare)
— destinatario della nostra missione 6 7 29 33 42 43 118 119 25 promozione sociale e collettiva del — 33 43
scuola salesiana e — 14
parrocchia salesiana e — 26
Postnoviziato (immediato) natura e obiettivi 114 95
Postulatore generale
scelta e compiti 132,§1 145
Potestà v. Governo Poveri
sollecitudine di Maria SS. e nostra per i — 92 solidarietà con i — 73 77 78 79 196 73 i giovani — nostri destinatari 2 6 11 23 26 33 41 1 2
Povertà (consiglio evangelico) significato evangelico 72
304Indice analitico
— e missione salesiana 73 139
esigenze del voto 74 51-54
— e impegno personale 75 55
comunione dei beni 76 56
testimonianza di — 77
— e lavoro 78
— e solidarietà coi poveri 79
possesso di beni immobili 59
— e amministrazione dei beni 51
— e servizio alla zona 60
vitto e arredamento 61
manutenzione e servizi 62 64
mezzi di trasporto 63
diritti di autore 57
testamento 74 52
rinuncia definitiva ai beni personali 74 53
competenza dei Capitoli ispettoriali in materia di — 58
verifiche periodiche della — 65
abitudini contrarie allo spirito di — 55
Predilezione
— per i piccoli e i poveri 11 — per i giovani 14 81
Preferenza
— per la gioventù povera 2 6 24 26 Preghiera
il dono della — e la comunità salesiana 85
esigenza della — 12
— salesiana: caratteristiche 86
— liturgica 88 89 90 70
— personale 93
— e Parola di Dio 87
meditazione comune 71
programmazione comunitaria della — 69 73 74
ritmi e pratiche comunitarie 72-76
Indice analitico305
manuale di — 77
verifica periodica della — 174
la vita come — 95
— a sostegno della vocazione dei fratelli 54 101
— sostegno dell’orientamento vocazionale 37
Preparazione immediata al noviziato
natura e obiettivi 109 durata e modalità 88
Preparazione immediata alla professione perpetua 117 Presenza
— di Dio 12 20 33 84 95
— dello Spirito Santo 1 12
— di Maria SS. 8
— di Cristo in Don Bosco 196
— di Cristo nella comunità 52 57 61
— complementarie nella comunità 45
— tra i giovani 20 38 39 119
— nella comunicazione sociale 31
— in istituzioni non salesiane 35
— di estranei in comunità 45
— richiesta per la validità degli atti del Capitolo generale 152 Prestiti 188,2 188
Priorità
la comunicazione sociale tra le — apostoliche 43
Procuratore generale
nomina e compiti 132,§1 145
Procure missionarie 24 156
Professione
cura della competenza professionale 118 119
306Indice analitico
Professione religiosa salesiana
suo significato 3 23 195
formula 24
— temporanea 113 — perpetua 117 — fonte di santificazione 25 v. anche: Ammissioni
Progetto
— apostolico di Don Bosco 2
— di Dio sulla Società salesiana 1
— di vita: di Don Bosco 21, del salesiano 99 — educativo pastorale:
a livello ispettoriale 44 4-10
a livello locale 44 4-6 184
Programmazione comunitaria
responsabilità 123
— e assenze dei confratelli 50
— dei ritmi di preghiera 69
— periodica delle comunità formatrici 78
— annuale della vita e delle attività della comunità 181 184 202
— ispettoriale della preparazione del personale 10 102
Promozione integrale
— nella missione salesiana 31
— dei giovani lavoratori 27
— negli ambienti popolari 29
— nel Sistema Preventivo 38
— criterio ispiratore delle opere 41-43
— nelle parrocchie salesiane 26
— nella scuola salesiana 13
Promozione personale — dei giovani 32
Indice analitico307
Promozione sociale
— dei giovani 26 27 33
collaborazione con organismi civili per la — 48
Promulgazione
— delle deliberazioni del Capitolo generale 148
Proprietà
— personale dei beni materiali 74 Qualificazione (e riqualificazione)
— dei confratelli 119 100 — dei collaboratori laici 148
Quaresima
pratica comunitaria 73
Ratio fundamentalis institutionis et studiorum 87 Regionali: v. Consiglieri regionali Regno (di Dio)
lavoriamo alla costruzione del — 3 11 18 28 31 la promozione segno della presenza del — 33 consigli evangelici e — 63 80
Regolamenti generali
— e competenze del Capitolo ispettoriale 170 171 173 161
— e competenze del direttore 176
— e amministrazione dei beni temporali 190
— e diritto proprio della Società 191
Regolatore
— del Capitolo generale 112 113 115 117 118 120 121 122 134 — del Capitolo ispettoriale 156 168
308Indice analitico
Rendiconto amministrativo
— della Congregazione 192 — dell’ispettoria 196 — delle case 202
Responsabilità
— dei salesiani nella Famiglia salesiana 5
— nella comunità 99
— e obbedienza 66 67
— e, povertà 75 55 56
— dei formatori 104
— personale progressiva nella formazione iniziale 99 105
educazione dei giovani alla — 33 35 38 15
Rettor Maggiore
funzione e potestà 126 127
requisiti di eleggibilità 128 129
elezione 128 153
dimissioni 128
rapporti con la Congregazione e con i confratelli 103
rapporti con l’UPS 105
rapporti con il Consiglio generale 131
visite ordinarie e straordinarie 104
interprete delle Costituzioni 192
casi in cui si richiede il voto del Consiglio generale: v. Voto consultivo,
deliberativo
Revisione ecclesiastica — delle pubblicazioni 34
Riconciliazione
sacramento della — 84 90
licenza dell’ispettore per il ministero della — 152
Riconoscenza: v. Gratitudine
Indice analitico309
Rinnovamento
sforzo continuo di — personale e comunitario 99 101
tempi per il — dei confratelli 91 102
criteri di — delle attività e opere 40 41
— della dedizione al volere divino 66
— del senso religioso della vita 119
Rinuncia
definitiva ai beni personali 74 53
Ritiri
— mensili, trimestrali e annuali 91 72
Riunioni
— e spirito di famiglia 51
Rosario quotidiano 92 74
Sacerdote v. Salesiano presbitero Sacra Scrittura: v. Parola di Dio Sacramenti
incontro con Cristo nei — 36
v. anche: Battesimo; Eucaristia; Riconciliazione
Sacrificio
— nell’obbedienza 69 71 — nella povertà 75 — nel lavoro 78
Salesiani Cooperatori
— nella Famiglia salesiana 5
doveri di ogni comunità verso i — 38 39
310Indice analitico
Salesiano coadiutore (laico)
suo apporto specifico alla missione salesiana 45 formazione paritaria 106
formazione specifica del — 116 98 — nei Capitoli e nei Consigli 169
Salesiano diacono permanente 106 Salesiano presbitero
suo apporto specifico alla missione salesiana 45 formazione specifica del — 116 97
— e servizio dell’autorità 121 129 162 166 177 183
Salute
cura della — 84 43 176 colloquio e — 49
— per l’ammissione alla Società 90
Salvezza
— della gioventù 1 12 20 21
la nostra opera nella Chiesa come sacramento di — 6 la nostra missione nel disegno di — di Dio 31 la comunità salesiana segno della — di Cristo 57 Maria nella storia della — 92
Santificazione — Santità
— tipica di Don Bosco 1 21
la missione via di — 2
la professione fonte di — 25
— nel servizio di obbedienza e di autorità 65
la formazione iniziale tempo di — 105
Scrutini: v. Verifiche Scuola salesiana
caratteristiche 13
indole popolare e servizi zonali 14
Indice
analitico311
approva le Costituzioni e le deliberazioni del Capitolo generale 148 interprete autentica delle Costituzioni 192
il Rettor Maggiore rappresenta la — presso l’UPS e viceversa 105 espletamento delle pratiche con la — 145 109
consenso della — per le dimissioni del Rettor Maggiore 128
Segni
— dell’more di Cristo ai giovani 2 49 81 attenzione ai — dei tempi 19 41
discernimento dei — dei tempi 119 146
Segretariati centrali
dipendenti direttamente dal Rettor Maggiore 108 Segretario generale
nomina, compiti e durata in carica 132,§1 144 cura degli “Atti del Consiglio generale” 110
Sequela di Cristo: v. Gesù Cristo Servizio
— di Dio 10
— del Vangelo 72
— ai fratelli 73
— alla missione della Chiesa 6
— permanente ai giovani 21 23
— educativo pastorale ai giovani 38 41
apertura dei giovani al — 32 36
finalità di — dei mezzi per il nostro lavoro 77
— dell’autorità: v. Autorità
Sistema Preventivo
— componente dello spirito salesiano 20 — nella nostra missione 38
312Indice analitico
assistenza salesiana come atteggiamento e metodo nel — 39 — e laici associati al nostro lavoro 47
cura della fedeltà al — 136
— nel tirocinio 115
Società (civile)
educazione dei giovani per la — 26 27 portata sociale dell’opera salesiana 33 cooperazione per una — più degna dell’uomo 33 animazione di gruppi di azione sociale 35 v. anche: Promozione integrale
Società salesiana
origine 1
natura e missione 2 44
forma 4
— nella Famiglia salesiana 5
— nella Chiesa 4 6
— nel mondo contemporaneo 7
presenza di Maria SS. nella — 8
patroni e protettori della — 9
— e vocazione personale del salesiano 22 23
— e lavoro missionario 30
solidarietà delle ispettorie con la — 58
significato e stile dell’obbedienza nella — 64 65
la comunione dei beni nella — 76
la castità segno distintivo della — 81
strutture fondamentali della — 120
l’autorità nella — 121 122
il Sommo Pontefice superiore supremo della — 125
il Rettor Maggiore superiore della — 126
— e beni temporali 139 187
diritto proprio della — 191 192
— e parrocchie 25 ss
incorporazione nella — 23 107 93 94
uscita dalla — 194 57
v. anche: Unità; Informazione; Governo
Indice analitico313
Solidarietà
— con il mondo e la sua storia 7 57
— tra ispettorie e nella Famiglia salesiana 58
— economica nell’ispettoria 76 58 197
— e comunione dei beni 76
— nelle iniziative apostoliche 59
— con gli uomini, specie con i giovani 39 95
Speranza
lo Spirito Santo sostegno della nostra — 1 Maria infonde — 34
morte del salesiano e — 54
il salesiano, educatore che stimola alla — 63 anno liturgico tempo di — 89
Sperimentazioni 181,2 142,4 Spirito di famiglia: v. Famiglia Spirito salesiano
elementi costitutivi:
carità pastorale 10
Cristo del Vangelo 11
unione con Dio 12
senso di Chiesa 13
predilezione per i giovani 14
amorevolezza salesiana 15
spirito di famiglia 16
ottimismo e gioia 17
lavoro e temperanza 18
creatività e flessibilità 19
Sistema Preventivo 20
Don Bosco modello 21 laici e approfondimento dello — 47 — nelle comunità formatrici 103
314Indice analitico
Spirito Santo
azione dello — in Don Bosco e nella nostra Società 1 2 3 21 146 attenzione allo — 12 64 95 99 146
— e formazione 96 99
azione dello — fonte permanente di grazia per il professo 25 professione dei consigli e — 60
Strutture
— fondamentali della nostra Società 120 — a livello mondiale:
Rettor Maggiore 126-129 103-106
Consiglio generale 130-145 107-110
Capitolo generale 146-153 111-134 — a livello regionale: 154-155 135-142 — a livello ispettoriale:
circoscrizioni giuridiche 156-159
ispettore 161-163 143-153
Consiglio ispettoriale 164-169 154-160
Capitolo ispettoriale 170-174 161-169 — a livello locale:
direttore 176 177 170-179
Consiglio locale 178-185 180-183
Assemblea dei confratelli 186 184
Studi: v. Formazione intellettuale
Studentati
ambienti formativi preferenziali 95 97
Suffragi 76 Superiore
— e stile salesiano dell’autorità 65
— e esercizio della corresponsabilità nell’obbedienza 66
— manifestazione della volontà di Dio 67
— e esigenze del voto di obbedienza 68
— e responsabilità di discernimento 69
Indice analitico315
— e colloquio 70
— ai vari livelli 120
— supremo: il Sommo Pontefice 125
il Rettor Maggiore — 126
v. anche: Governo
Sussidi 76
Sussidiarietà e decentramento 124
Teatro 32
Testamento 74 52
Tempo libero 11 13
Temperanza 18
Testimonianza
— dello spirito di famiglia 16
— per la giustizia e la pace 33
— della comunità salesiana per l’orientamento vocazionale 37
— della presenza di Dio nel nostro modo di vivere 62
— del mondo futuro 63
— della nostra povertà 73 77
— del valore del lavoro 78
preghiera e — 86
— dell’amore del Padre e di Cristo ai giovani 2 8 62 81 95
— della carità di Dio 95
— per sostenere e rinnovare la vocazione dei fratelli 101
v. anche: segni
Tirocinio
natura e obiettivi 115 durata e requisiti 96
Titoli di studio
conseguimento di — durante la formazione iniziale 83
316Indice analitico
Trasferimento
— dell’ispettore 163 — del direttore 165
— del socio a un’altra circoscrizione 160
Trinità
— e vita comunitaria 49 Uffici tecnici
— a servizio del Consiglio generale 107
— a livello interispettoriale 142
— a livello ispettoriale 157 160
— per l’amministrazione dei beni temporali 185
Unione con Dio
— in Don Bosco 21
— nello spirito salesiano 12 95
Unità
— di spirito nella Famiglia salesiana 5
— della Congregazione e formazione 97 100
— della Congregazione nella diversità delle culture 100
— e governo della Società 65 120 122 124 130
il Rettor Maggiore centro di — 126
il Capitolo generale segno di — 146
— della comunione fraterna 11
— nella comunità locale 53 55 85 88 99 103 175
i vincoli della — 50 88
— con i fratelli defunti 94
— e decentramento 124
Unità vitale
— in Don Bosco 21
— in ogni confratello 3 12 21 91 102
— nei giovani 37
— nella formazione iniziale 102 114 115
Indice
analitico317
Uscita
dalla Società 194 54
v. anche: Dìmissione; Dispensa
Vacanze
— dei confratelli 50 55 58 Valori
apertura ai — delle varie culture 7
apertura ai — del mondo 17
i — del Vangelo, base della nostra vita 60
il missionario salesiano assume i — dei popoli non ancora evangeliz‑
zati 30
apertura dei giovani ai — autentici 32
testimonianza dei — del lavoro 78
Vangelo
lettura salesiana del — 11 98
— e professione dei consigli 25 60 72 Sistema Preventivo e — 20 34
— e promozione integrale 31 41 42 — e orientamento vocazionale 37 — e esperienza formativa 98
Capitolo generale e fedeltà al — 146 Gesù Cristo nel — regola suprema 196 v. anche: Evangelizzazione; Parola di Dio
Venerdì
penitenza comunitaria 73 Verifiche (scrutini)
— periodiche dell’ispettoria sul lavoro apostolico 58 — circa i destinatari 1
318Indice analitico
— sull’attuazione delle deliberazioni del Capitolo generale 171,3
— degli orientamenti del Capitolo ispettoriale 167,2
— periodiche sulla povertà 65
— periodiche sulla preghiera 174
— della programmazione annuale locale 184,3
— periodiche personali della propria azione 19
— periodiche delle comunità formatrici 78
— o scrutini durante la formazione iniziale 81
— delle esperienze pastorali nella formazione iniziale 86
— dell’inserzione dei laici nelle nostre opere 148
— periodiche della validità della scuola salesiana 13
— periodiche della validità delle varie opere 41
Verità
educazione dei giovani alla — 32 Vescovo
collaborazione con il — 13 48 3 25 27 28 35 144 156,2 v. anche: Chiesa particolare; parrocchie
Vicario
— del Rettor Maggiore:
compiti nel Consiglio generale 134
governo “ad interim” 143 150 112-115 120 — dell’ispettore:
nomina 167
requisiti di eleggibilità 166
consultazioni per la nomina 154
funzioni 164 168 — del direttore:
nomina 183
funzioni e compiti specifici 179 183 182
Visita/e
— ordinaria e straordinaria del Rettor Maggiore 104 — ispettoriale 146
Indice analitico319
Visitatoria
natura e modalità di governo 132,§1 158 Vitto 55 61
Vocazione/i
Gesù all’origine della nostra — 96
— salesiana e Chiesa 6
— salesiana e mondo contemporaneo 7
— salesiana unica vissuta in modi diversi 4 5 45 100
— comune e corresponsabilità 45 123
— salesiana e predilezione per i giovani 14
— e Parola di Dio 87
— e vita di comunità 49
sviluppo della — personale del salesiano 22 55 98 99 101 113 119
— e formazione salesiana 96 97 98
sviluppo della — dei giovani 37
cura delle — 6 28 58
orientamento dei giovani alle scelte vocazionali 37 9 16
cura delle — adulte 28
comunità suscitatrici di — 16 57
Volontà di Dio
— all’origine della Società salesiana 1
— e obbedienza 64 66 67
attenzione alla — 89
discernimento della — 66 87 91 107 121 146
Volontarie Don Bosco (VDB)
assistenza spirituale dei salesiani 40 v. anche: Famiglia salesiana
Voti
— e sequela di Cristo 60 — e comunione fraterna 50
— e amore fraterno e apostolico 61
320Indice analitico
— e testimonianza 62 63
per i singoli voti v. Obbedienza; Povertà; Castità
Voto
— deliberativo:
del Consiglio generale 132,§1-2 188 106
del Consiglio ispettoriale 165 156 193
del Consiglio locale 181 200 — deliberativo collegiale 132,§3 — consultivo:
del Consiglio ispettoriale 188 157
del Consiglio locale 188 181
Zelo
— ispirato a san Francesco di Sales 4
— per i popoli non ancora evangelizzati 30
— di Don Bosco e del salesiano per ottenere aiuti per i bisognosi 79
INDICE GENERALE
Presentazione 5
Presentazione della terza edizione 8
Sigle e abbreviazioni 10
COSTITUZIONI
della Società di san Francesco di Sales
PROEMIO 13
Parte Prima:
I SALESIANI DI DON BOSCO NELLA CHIESA
La Società di san Francesco di Sales 17
Lo spirito salesiano 23
La professione del salesiano 30
Parte Seconda:
INVIATI Al GIOVANI - IN COMUNITÀ AL SEGUITO DI CRISTO
Inviati ai giovani 37
I destinatari 37
Il nostro servizio educativo pastorale 40
Criteri di azione salesiana 45
I corresponsabili della missione 48
In comunità fraterne e apostoliche 51
Al seguito di Cristo obbediente povero casto 57
La nostra obbedienza 59
La nostra povertà 64
La nostra castità 68
In dialogo con il Signore 72
322Indice generale
Parte Terza:
FORMATI PER LA MISSIONE DI EDUCATORI PASTORI
Aspetti generali della nostra formazione 81
La formazione salesiana 81
La formazione iniziale 84
Il processo formativo 88
Parte Quarta:
IL SERVIZIO DELL’AUTORITÀ NELLA NOSTRA SOCIETÀ
Principi e criteri generali 97
Servizio dell’autorità nella comunità mondiale 100
Servizio dell’autorità nella comunità ispettoriale 112
Servizio dell’autorità nella comunità locale 120
Amministrazione dei beni temporali 125
CONCLUSIONE 128
REGOLAMENTI GENERALI
Parte Prima:
INVIATI AI GIOVANI - IN COMUNITÀ - Al SEGUITO DI CRISTO
I destinatari 135
Il nostro servizio educativo pastorale 137
Attività e opere 140
L’oratorio
e il centro giovanile 140
La
scuola, i centri professionali e le istituzioni di edu‑
cazione superiore 140
Il convitto e il pensionato 141
Iniziative a servizio delle vocazioni 142
Indice generale323
Le missioni 142
Le parrochie 145
La comunicazione sociale 147
Il servizio in strutture non salesiane 148
Il servizio alla Famiglia salesiana 149
Comunità fraterne e apostoliche 152
Al seguito di Cristo obbediente povero casto 154
La nostra obbedienza 154
La nostra povertà 154
La nostra castità 159
In dialogo con il Signore 161
Parte Seconda:
FORMATI PER LA MISSIONE DI EDUCATORI PASTORI
Aspetti generali della formazione 167
Comunità formatrici 167
Formazione intellettuale 168
Esperienze pastorali 169
Guida pratica per la formazione 170
Il processo formativo 171
Preparazione immediata al noviziato 171
Il noviziato 171
Formazione dopo il noviziato 173
Formazione permanente 174
Parte Terza:
IL SERVIZIO DELL’AUTORITÀ NELLA NOSTRA SOCIETÀ
Il servizio dell’autorità nella comunità mondiale 179
Il Rettor Maggiore e il suo Consiglio 179
Il Capitolo generale 182
Strutture regionali 189
324Indice generale
Il servizio dell’autorità nella comunità ispettoriale 193
L’ispettore e il suo Consiglio 193
Il Capitolo ispettoriale 199
Il servizio dell’autorità nella comunità locale 204
Il direttore e il suo Consiglio 204
L’Assemblea dei confratelli 208
L’amministrazione dei beni temporali 209
Norme generali 209
La direzione generale 211
Le ispettorie 212
Le case 214
SCRITTI DI DON BOSCO
Ai soci salesiani 219
Il Sistema Preventivo nella educazione della gioventù 238
Lettera da Roma 245
Ricordi di san Giovanni Bosco ai primi missionari 255
Dal testamento spirituale di san Giovanni Bosco 257
INDICI
Indice analitico 263
Indice generale 321