1904 / Ricaldone Pietro BS / 1937-8-31 /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Un ArDEnte VoTO DEl S. PADRE AI MISSIONARI CONSOLANTE REALTÀ PER NOI1
31 Agosto 1937
Amatissimo Padre,
Il Signore non lascia mai senza consolazione i suoi missionari e viene mirabilmente alternando alle croci le sue gioie.
Sono di tal genere la recente visita del suo rappresentante il M.R. Sig. Don Candela e dell’amatissimo Sig. Don Berruti, che ci portarono la benedizione, la parola, le direttive del Rettor Maggiore. Solo chi risiede all’estero, lontano da tante persone e cose cristiane – il missionario specialmente – può sperimentare e dire di quali ineffabili consolazioni, di quale incitamento santo si riempia il cuore nel vedere volti amati, nell’udire la parola confortatrice e ammonitrice del Padre lontano… Sono momenti in cui l’anima si bea e affranca.
Grazie, grazie, amatissimo Padre, di questa immensa carità; sono sicuro che la sua parola non è caduta invano, e colla grazia di Dio produce e produrrà i suoi frutti. E proprio durante la visita un’altra grande consolazione ci ha elargito il Signore, vedere cioè realizzata anche nella nostra Prefettura Apostolica la formazione di una Congregazione religiosa femminile indigena secondo i voti ardenti del S. Padre, che nell’enciclica “Rerum Ecclesiae” così esorta gli Ordinari delle Missioni:
“È necessario… che fondiate congregazioni religiose indigene dell’uno e dell’altro sesso i cui soci professino i consigli evangelici”. E nel passato Giugno la S. Congregazione di Propaganda Fide concessane licenza, al 22 agosto si iniziava canonicamente la vestizione delle prime cinque novizie, che il 29 iniziavano il noviziato regolare.
La formazione di buoni elementi indigeni, che coll’esempio e colle opere coadiuvino il lavoro del missionario è di tale utilità, per non dire necessità in Giappone, che direi condizione indispensabile per realizzare e specialmente stabilizzare il lavoro di apostolato.
Il nostro buon Don Cavoli può godere nel Signore, che la santa ispirazione avuta di tale fondazione per dare stabilità all’Ospizio di Miyazaki e per moltiplicare l’opera di bene iniziata, comincia ad avere la sua prima attuazione.
Le brave Suore giapponesi della Carità, come furono zelanti nella primiera condizione, lo saranno ancor di più, quando in modo speciale consacrate a Dio, potranno zelare la gloria sua come religiose.
Scopo della nuova Congregazione è la propagazione della fede colle opere di carità sia corporali che spirituali tanto negli istituti di beneficenza per vecchi, orfani, infanzia abbandonata, quanto negli ospedali, nella visita e cura degli infermi a domicilio, e in ogni sorta di opere di assistenza sociale per ogni genere di persone.
Sorta dagli umili inizi della Conferenza locale di S. Vincenzo de’ Paoli, rafforzatasi nel sacrificio e nel lavoro di assistenza dei poveri vecchi ed orfanelli dell’Ospizio di Miyazaki, conta già le prime novizie; una quindicina di altre, che attendono con ansia il loro turno, ed altrettante giovani aspiranti, che vengono preparandosi nello studio e nel lavoro alla futura missione. Raccomando questa nascente pianticella (a cui tutti di gran cuore auguriamo l’estendersi della pianta di senapa del Vangelo) alle sue ardenti preghiere ed a quanti amano unirsi con noi in spirito ed opera alla dilatazione del regno di Dio in questo grande impero.
È la domenica 22 Agosto, ottava dell’Assunzione, e nella chiesa di Miyazaki si svolge la commovente funzione della vestizione delle prime novizie. Visi protesi, occhi intenti e imperlati di lacrime, labbra mormoranti preghiera… È difficile cogliere l’espressione dei sentimenti dal volto giapponese… Ma in questa manifestazione che loro interessa, di cui si sentono di essere gran parte, i cui protagonisti sono giapponesi autentici… si nota in tutti, preghiera, soddisfazione, ringraziamento, speranza.
Il buon Don Cavoli, che più di tutti può spiegare il genuino spirito della nuova Congregazione, ha preparato gli animi. Graziosi fanciulletti biancovestiti seguono le fortunate, che, adorne dei loro sgargianti “kimono” nascoste nei grandi veli, col cero acceso in mano, si prostrano davanti a Dio, fanno pubblicamente la loro franca dichiarazione di voler scegliere per loro porzione Gesù… Cambia la scena. Tra i canti, inneggianti alla mistica unione con Gesù, rientrano vestite dell’abito nero di noviziato e presentano al Signore le loro promesse…2
È una nuova fonte di attività propagatrice di bene. È un nuovo passo che a suo tempo darà i suoi frutti.
Il dare più o meno copiosi frutti dipenderà dalla corrispondenza che le religiose daranno alla grazia di Dio, ma anche dagli aiuti dei buoni che invoco per mezzo suo.
E ci benedica tutti, affinché possiamo tutti corrispondere alle grandi grazie del Signore. Come figlio,
Suo aff.mo
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 835: manosc., pubblicato in BOLLETTINO SALESIANO GENNAIO 1938.
2 Il 22 agosto 1937 Don Cimatti nella sua Cronaca scrive: “Le prime cinque novizie della Congregazione dell’ospizio pigliano l’abito ed iniziano a Fukuoka il Noviziato. Che voglia dire l’inizio di una nuova Congregazione indigena è presto capito... Oh, che il Signore conduca a termine gli sforzi del nostro D. Cavoli per questa opera di capitale importanza”. Come abbiamo notato, la “santa ispirazione” fu di Don Cimatti, ma egli, come sempre, mette davanti i suoi confratelli.