5791 / Crevacore Alfonso / 1962-9-4 /
a Don Alfonso Crevacore, suo Direttore a Chofu
Chofu, 4 settembre 1962
Carissimo D. Alfonso,
Come ti avevo detto, anche questa volta ti prego di accettare il mio piccolo rendiconto mensile per iscritto – mi è più facile – e non voglio farti impiegare troppo tempo a detrimento dei rendiconti degli altri confratelli. Poche cose.
l. - Sanità: al solito. Ho potuto usufruire in pieno il riposo estivo – senza disturbi organici speciali. Ho potuto vivere regolarmente in pieno la vita di comunità. Grazie a te di avere usufruito di questo dono: il Signore rimeriti. Solo una pena… vedere gli altri confratelli di Chofu al lavoro… ed io, al riposo.
2. - Studio e lavoro. Ho potuto compiere il programma che mi ero proposto: un po’ di ripasso di teologia – preparazione di materiale per la pastorale e altre lezioni – una buona lettura ascetica – collezione di piante qualche centinaio e altro materiale – preparazione degli indirizzi ai benefattori (un migliaio) – aiuto ai piccoli lavori di casa. Deo gratias!
3. - Pietà e lavoro spirituale. In queste condizioni ho potuto dare un po’ di impulso allo spirito di pietà in tutte le sue manifestazioni – non sono riuscito a molto, ma qualche cosa si è fatto. Niente per i santi voti. Regolari le pratiche di pietà e disciplina della vita comune – e per la carità idem.
4. - Note speciali. Per quanto vidi mi pare che i nostri allievi (teologi e filosofi, coad. di Chofu) si siano comportati bene nella loro vita religiosa. Il bravo D. Suchan mi domandò qualche impressione sulle vacanze di Nojiri per scrivere sul Quaderno dell’Esperienze. Gli dissi come ut supra 4.
Certo per la formazione dei nostri e pel maggior affiatamento fra Superiori e allievi, la presenza dei Superiori – l’assistente per i filosofi, sarebbe ideale, ma non dipende da noi, dalle necessità del momento – e si fa come si può. Così pure studiare qualche mezzo per la conferenza settimanale e per la lettura a tavola (sia pure un po’ più breve): è chiaro che anche questo bisogna considerarlo in dipendenza a varie circostanze (luce, ospiti, ecc.)… e si fa come si può e fino a quanto si può.
Prega per me e senza timore avvisatemi e correggete quanto (sia pure involontariamente) possa essere di non buon esempio ai confratelli.
Così pure non temere di affidarmi qualche lavoro che possa essere utile alla casa e all’anima mia. Ti ricordo cotidie.
Tuo
Don Vincenzo Cimatti