Cimatti|Crevacore Alfonso

5721 / Crevacore Alfonso / 1962-3-15 /


a Don Alfonso Crevacore, nuovo Direttore dello studentato di Chofu



Scusa la scrittura… e lo stile… Habe me excusatum!


Chofu, 15 marzo 1962

Carissimo D. Alfonso1,


Sai che mi è tanto difficile di parlare e non riesco ad esprimere decorosamente i miei poveri pensieri… permetti dunque mi serva della penna.

Alcuni giorni fa seppi dietro richiesta mia dal nostro caro Ispettore la tua nomina a Direttore per la nostra casa. Deo gratias, e grazie ai Superiori per questa felice scelta.

Da tre giorni non faccio che ringraziare il Signore: “Te Deum laudamus!” e invocare da Lui, intercedenti la Mamma nostra Ausiliatrice e D. Bosco, l’abbondanza delle sue grazie sulla tua anima e sulle tue forze per l'adempimento dei tuoi doveri nuovi, a che riescano davvero per la gloria sua e per il bene dell’anima tua e per le anime a te affidate.

Il nostro Ispettore unitamente mi accennava che sarei restato a Chofu per aiutare in quel che posso i lavori di casa.

Ne ho ringraziato il Signore e fin d’ora sono tutto a tua disposizione in assoluta obbedienza: sopportami ed aiutami a salvarmi l’anima e aiutami a prepararmi ad una buona morte, quando il Signore mi chiamerà. Ed accetta il mio primo rendiconto.

1. - Salute: non trovo nulla di cambiato dall’ultima visita, continuo il regime alimentare e le medicine consigliate; l'occhio mi pare vada a posto, le funzioni della vita organica sono regolari – la testa mi serve ancora – e per il lavoro anche le mani – e le gambe ancora mi reggono.

2. - Lavoro. Mi accennava il Sig. Ispettore di organizzare con D. Suchan e D. Bellucci l’anno di pastorale. Si sta combinando e cercando l’aiuto di qualche elemento estraneo.

Al sottoscritto sarebbe affidata l’ascetica salesiana, e potendo parlare in italiano (gli allievi di questo anno mi possono capire) non ho difficoltà, salvo il “kurushimeru” (= far soffrire gli…) degli allievi: mi sopporteranno.

Accennavo da tempo però al Consigliere scolastico che il corso di Patristica e Ascetica per i teologi fatto dal sottoscritto, era davvero “mendo na koto” (pesante) per gli allievi e per l’insegnante. Bisogna trovare un sostituto.

Altro lavoro di occupazione: potrei aiutare in biblioteca (mi permetterebbe di ordinare la biblioteca D. Castagna) – ordinare le nostre collezioni artistiche, anche per soddisfare a varie domande. 2

Se credi utile, coltivare la modesta propaganda all’estero a favore dello studentato. Aiutare per la musica, ecc. e per altri lavori occasionali di casa, ecc. E altri lavori, che ritenessi utili o possibili alle mie forze. Ti prego (che senza timore) di consigliarmi, di comandarmi, di sgridarmi: sono pronto; aiutami, sopportami in tutto. Quanto non posso fare, mancandomi la parola, sarà supplito dall’esempio e più dalla preghiera.

3. - Per la mia vita spirituale mi lavoro sempre per rafforzare la mia vita sacerdotale (studio e pratica) e la perfezione nella regola. Non posso donarmi totalmente all’apostolato della parola (predicazione e confessioni, specialmente in giapponese (per la povertà mia nella lingua e nella difficoltà di pronuncia), idem per la stampa (traduzioni, ecc.) ma in quel pochissimo che posso, eccomi pronto. Nella posizione attuale certo potrò fare più regolarmente e con maggior diligenza e profitto i miei doveri con il Signore. Le pratiche di pietà giornaliere, settimanali, mensili e annuali sono quelle che hanno tonificato tutta la mia vita salesiana.

Non trovo difficoltà nell’osservanza delle regole e dei santi voti.

4. - In relazione poi all’andamento materiale e spirituale della casa: qualche cosa già ti è chiaro: quanto è mia cognizione:

a) per la parte materiale (edificio, migliorie, pulizia, igiene, ecc.) e parte amministrativa, sei più al corrente di me. Da quando lavoro in Giappone e a Chofu, devo dire grazie alla Provvidenza che mi ha sempre aiutato. Deo gratias.

b) per la parte spirituale non mi constano infrazioni alle regole o disordini che potrebbero essere fonti o occasioni di peccato, mi pare che i confratelli dei singoli gruppi, pratichino i doveri della carità fraterna, e si sforzino per l’adempimento dei loro doveri – e siano fedeli tutti nel rendiconto – e specialmente i superiori parlano e approfittano della direzione spirituale. Qualche ritardatario o dimenticone lo richiamavo almeno brevemente al suo dovere.

Le conferenze settimanali ai teologi (venerdì) e filosofi (martedì) in questi anni furono sul tema: osservanza delle regole (teoria e pratica, anche in funzione alla vita delle case) – formazione religiosa ecclesiastica e apostolica secondo la Sedes Sapientiae – il buon sacerdote (secondo le encicliche dei Papi S. Pio X - Pio XI - Pio XII - Giovanni XXIII): il buon chierico salesiano e l’assistenza salesiana. Materiali dagli atti del Capitolo e Volumi di formazione salesiana (Don Ricaldone).

Non furono regolari le quindicinali conferenze per il personale della casa (invitato qualche volta i confratelli alle conferenze dei teologi o in occasione delle nostre adunanze dicevo qualche buona parola o leggevo parte degli atti).

Sempre irregolare l’istruzione per i coadiutori: bisogna certo provvedere in qualche modo.

Insistenza nelle conferenze annuali sulla osservanza della vita comune – osservanza dell’orario – brontolamenti, critiche, ecc., permessi, ecc., silenzio e difetti generali nell’andamento della casa.

Mi pare non ci siano vacillanti nella vocazione (ma su questo punto pochi parlavano col sottoscritto – più chiari e aperti coll’Ispettore.

Penso anche perché il sottoscritto – specie in questi ultimi anni dopo la malattia – non poteva parlare bene e chiaro in giapponese. Ci vuol maggior contatto tra superiori e allievi – nei tempi possibili, ricreazioni, passeggi, ecc. Parlare… parlare con loro.

Altre osservazioni sono dipendenti dalle consuetudini, tradizioni, orari, ecc. Le vedrai nella vita di Chofu e ne hai già notate tu stesso (cibo, vestito, divertimenti, radio e connessi, ecc.). Il personale insegnante mi pare faccia bene il suo dovere: il modo di fare non garba a tutti gli allievi vorrebbero che l’insegnamento fosse facilitato (la difficoltà su per giù del latino per tutti), ecc. Mi pare facciano quel che possono tutti: consigliare, aiutare, eccitare, ecc.

Mi pare facciano tutti bene il loro dovere secondo le rispettive cariche.

Per te (come fu per me) sarà una buona guida sia spirituale, e per la pratica dei tuoi doveri verso gli altri (confratelli ed estranei) la lettura della vita di D. Bosco, le circolari dei Superiori da D. Rua fino agli A.C. attuali – e specialmente il prezioso manuale del Direttore del Sig, D. Albera e l’unione cordiale con l’Ispettore e coi confratelli che ti aiutano.

Le mie relazioni con l’esterno:

1. - Colle autorità religiose (Internunzio, Cardinale, ecc. auguri natalizi pasquali, onomastici, ecc. per lettera o personali) e rispondere a eventuali domande.

2. - Per le autorità civili (Chofu e polizia) buone relazioni. In qualche occasione furono invitate alle feste nostre, ma erano a disagio per la conversazione. Rispondere sempre alle pratiche la questione dei passaporti – permessi di permanenza.

3. - Per l’ambasciata italiana sei tu più al corrente di me. Quid utilius…

4. - Potendo, aderivo a tutti gli inviti di feste, manifestazioni, di genere religioso, educativo, caritatevole e istruttivo, ecc. Facendovi partecipare, quando era conveniente, confratelli e allievi.

5. Buone relazioni specie con le comunità religiose (Gesuiti, PIME, S. Paolo, Carmelitani, Redentoristi, Francescani, ecc. Istituti femminili – S. Cuore ecc. F.M.A., Charitas, ecc. e con le case salesiane (le nostre compagnie in occasione di feste offrivano o domandavano preghiere).

6. - Riuscii a far poco sia per i Cooperatori e per la propagazione della devozione a Maria A.

7. - Occhio alla questione stampa (abbonamenti, letture, ecc. della casa e degli individui –allievi).

8. - In connessione alla biblioteca il problema dei libri proibiti (acquisti e lettura e conservazione).

9. - Il problema “lavoro apostolico per i cristiani e per 1’oratorio”. Relazioni col Parroco.

10. Cura della Casa F.M.A. “Casa Mamma Margherita” e del noviziato F.M.A., Setagaya, e Cappellanie: Carmelo, Notre Dame ed eventualmente aiuto ad altre. Al momento non ricordo altro: ma grazie a Dio siamo in casa – e ci è facile intenderci.

Caro D. Alfonso, preghiamo ad invicem, specie per me in questi Ss. spirituali esercizi… ad perfectam meam conversionem. Scusami se ti lascio subito in mezzo al lavoro: ad ogni modo in necessitatibus, in dubiis sono sempre pronto, “adsum”.

Con l’aiuto di Dio e la con la tua buona volontà e colla cooperazione di tutti, in grande carità e in preghiera tutto procederà bene. Non temere.

Nelle ultime conferenze lasciai a tutti come ricordo di vita a Chofu, quanto avevo ripetuto tante volte:

Allegri (= pace con Dìo e cogli uomini, purezza di anima).

Laboriosi (= esecuzione cordiale attiva dei doveri giornalieri, con Dio, per Dio, in Dio).

Tutti uniti in carità e preghiera con Dio, con le anime a noi affidate e fra noi.

Caro D. Alfonso, calmo e sereno, buttati nella volontà di Dio, e con Lui e per Lui e in Lui inizia senza timore il tuo apostolato.


Riconoscente tuo:

Don Vincenzo Cimatti, sales.



1 Ufficialmente la nomina del successore di Mons. Cimatti venne resa pubblica il giorno 19 Marzo 1962, festa di San Giuseppe. Il nuovo Direttore che si trovava in casa entrò subito in carica, e nella medesima giornata trovò in ufficio lo scritto sopra riportato. Inoltre in un “Pro-memoria” l’inventario dell’ufficio con in dettaglio il contenuto dei vari armadi, cassetti, ecc.. D’ora in poi Don Cimatti farà ogni mese il suo rendiconto al nuovo direttore che era stato suo allievo. Spesso lo farà per lettera avendo difficoltà a parlare. Questo rendiconto ha un sapore di testamento spirituale.

2 Ci sono 2 grossi registri dell’inventario della biblioteca scritti di sua mano, spesso tremante. Ci lavorò fino al maggio 1963, quando divenne malato.