Cimatti|Ricaldone Pietro /1943-2-…

2950/ Ricaldone Pietro / 1943-2-…

a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani

la festa patronale del seminario1


Febbraio 1943

Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,

Mentre i nostri cari seminaristi per rallegrare la festa patronale del Seminario dedicato ai Santi Martiri giapponesi stanno allegramente battendo i “mochi” [mochi = riso cotto pestato], le invio le notizie mensili di cronaca. Lei certo nella breve permanenza fatta in Giappone 16 anni fa (eh! si diventa vecchi… e Lei più di me) ha gustato questo manicaretto di cui sono ghiottissimi i giapponesi, ed anche noi… Specie se insieme a molto zucchero. Si cuoce a vapore una qualità di riso speciale, e quando è al punto lo si mette in un mortaio, e poi in due o più lo si viene battendo ritmicamente con specie di martelli di legno fino a ridurlo in una pasta soda che si stira, si spezza e si forgia in forme svariate. Vi si possono mettere anche sostanze coloranti o ripieni di vario genere. Lo si mangia o fresco o abbrustolito sulla graticola o in umido o fritto ecc.

Naturalmente la giornata del 6 Febbraio è in Seminario giorno di gran festa e fra salesiani col contorno di quanto si è soliti fare fra noi, in chiesa, in teatro e… in refettorio. In quel giorno si fa festa di famiglia, e si invitano anche gli insegnanti esterni e i principali benefattori.

Sull’altare laterale è esposto un quadro disegnato con gusto da un seminarista rappresentante il martirio dei beati. Non è difficile vedere durante il giorno qualche seminarista che vi si prostra innanzi e prega. La più parte dei nostri seminaristi sono di Nagasaki, e discendenti dei vecchi cristiani dei tempi delle persecuzioni. Che passi nel loro cuore in quelle visite lo vede il Signore.

Non c’è che pregare Dio affinché conceda loro la forza dei martiri e la costanza “usque ad mortem” nella loro vocazione.

La festa è finita. Nei giorni seguenti, lavori ai campi, sotto la guida dei loro superiori, divisi in squadre preparano il terreno e seminano le patate.

Hanno pregato S. Giuseppe all’inizio liturgico del suo mese che al momento concedesse due grazie che si ritenevano necessarie per il bene materiale e spirituale del Seminario:


    1. Trovare campi in affitto (assai difficile in questi tempi).

    2. Il riconoscimento della casa come casa religiosa in conformità alle nuove leggi sulla religione. S. Giuseppe non si smentì.


I campi che lavoravano erano appunto fra quelli ottenuti dalla loro preghiera.

Giunge l’annuncio che l’Amministratore Apostolico ha dato parere favorevole per la pratica richiesta.

Secondo le direttive delle Autorità civili ed ecclesiastiche anche nelle singole residenze i terreni adibibili a campo sono trasformati e seminati a verdura.

Il Signore benedice anche questi lavori agricoli fatti dai suoi ministri – patate, pomodori, insalate, spinaci, cavoli, zucche ecc. prosperano; tanto che se ne parla anche sui giornali, additando la valenza degli stranieri, ed il buon popolo commenta: “Oh, come è buono il Dio dei cattolici!”. Si poté con questa risorsa venire in aiuto alla popolazione in momenti di mancanza o scarsità di verdura. Nei luoghi vicino al mare si trovano anche buoni supplementi alimentari colla raccolta di erbe marine, conchiglie, gamberi e granchi durante la bassa marea. Un avvenimento caratteristico chiude il mese. Un vecchio pianoforte quasi inusabile fu venduto e si fece acquisto di una vacca, che assicura il latte alla comunità. Oggetto per noi più che altro ornamentale dà luogo a qualche cosa di più utile. La musica è bella, ma “carmina (e penso anche musica) non dant panem”. Mi perdoni, buon Padre, l’argomento è un po’ materiale, e preghi per noi: “panem nostrum cotidianum da nobis hodie”. Mi sembra che Lei mi faccia risuonare all’orecchio: “Bravo! Aiutati, che il ciel t’aiuta!”.

Suo nel Signore

Don V. Cimatti, sales.

1 R. M. 2015, manosc. . Si tratta del Piccolo Seminario o aspirantato di Miyazaki.