2930 / Ricaldone Pietro / 1942-11-…
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Alcune tradizioni nostre
Novembre 1942
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,
Da quando ci troviamo in Giappone abbiamo tentato di conservare tra noi quanto più era possibile delle nostre tradizioni. Non intendo parlare di quelle che più sono inerenti al nostro spirito (la forma della nostra pietà, lo svolgersi delle nostre feste, la forma della nostra assistenza, dell’insegnamento, le nostre ricreazioni, ecc.), ma di alcune altre, che ricordo di aver appreso fin dai primi anni di collegio e che ho sempre veduto nelle nostre case.
Già le notificai in altre relazioni le festicciole onomastiche non solo del Direttore (quella è una festona), ma anche dei singoli confratelli. Via… un battimano, l’annuncio alla comunità per preghiere, un vasetto con fiori davanti al festeggiato in refettorio et similia… non costano molto, sono gradite a tutti ed è anche un buon insegnamento per i nostri giapponesi… Ed anche un richiamo liturgico per tutti ad alcuni santi poco noti, di cui si è così obbligati a ricordare dati di vita, sempre interessanti ed utili.
Il nostro Don Arri ha per abitudine di ricordare nella lettura del martirologio il nome del santo più caratteristico del giorno, ed uscendo per la visita ai suoi ammalati o catecumeni, se gli riesce di dare qualche battesimo, assegna come protettore del neofito, quel santo poco ricordato.
Un’abitudine che si conserva tra noi è la festa di S. Cecilia. Ricordo della festa nella buona notte, canti alla messa e alla benedizione. Accademiola alla sera col debutto dei pianisti ed armonisti (tutti devono dare un saggio), saggi di canto, ed alle volte audizione di musica sacra polifonica, discorso d’occasione e alla fine distribuzione di qualche cosa… Oh, le tradizionali caramelle… non si trovano certo fra noi… In pratica vi partecipa tutta la comunità, perché per l’occasione tutti pensano di essere musici, e d’altra parte fra noi… almeno in chiesa… tutti cantano. Sappiamo tutti perché Don Bosco ha voluto che si festeggiasse S. Cecilia, e ne constatiamo tutti i buoni effetti fra noi.
Il Carnevale… Penso che anche all’estero sia scomparso. In Giappone non c’è.
Festa che si potrebbe dire ricorrenza analoga è quella della fine e principio d’anno. Nei primi anni del Seminario a Miyazaki si faceva mezza giornata, impiegando la mattinata nell’adorazione in chiesa, fatta per turno dagli allievi. Poi decadde e penso che non c’è nessun male, se davvero possiamo dire: “Il Carnevale è morto”. Così pur non essendo propriamente tradizioni salesiane, entrano nella tradizione salesiana in Giappone non solo le feste nazionali (questo come naturalmente in tutte le nazioni), ma alcune feste religiose, care al cuore ed alla pietà del popolo cristiano e che è bene fondare nell’animo cristiano giapponese. La festa dei 26 Martiri giapponesi (6 febbraio), della scoperta dei cristiani (17 marzo), del Cuore purissimo di Maria (2a domenica di agosto), S. Michele (29 sett.), feste che ricordano date storiche caratteristiche e che la Chiesa vuole siano ricordate.
Tra noi se ne parla, si canta Messa ed anche se ne fa particolare ricordo fuori chiesa. Oh, quanto servono queste date, che richiamano punti salienti della storia della Chiesa in Giappone, a rinfocolare gli animi nella fede ed a far riudire le gesta dei primi missionari, che evangelizzarono questa terra di martiri.
Benché in altro campo accenno ad un divertimento da noi introdotto, e che ormai è divenuto tradizionale fra le nostre opere. Il gioco della tombola – desideratissima ed economicissima per quanti ambi, terne, quaterne e tombole si vogliono fare. Per gli oratoriani, allievi interni… ed anche per i nostri confratelli (specie a Natale, Capodanno ed Epifania) è gioco che tiene in quiete anche le masse per lungo tempo… Si divertono un mondo…
Non parlo di una tradizione tutta propria e sola del Giappone… I “mochi” di cui parlo in altra relazione.
Chiude il mese presso la residenza di Tano l’inaugurazione di un’opera per assistenza dell’infanzia iniziata dalla Congregazione delle Suore della Carità di Miyazaki anche per rafforzare un po’ le varie sezioni dell’Ospizio, sfollando la sezione piccini, che ne guadagneranno anche in salute, data la salubrità, la miglior possibilità di nutrimento e la tranquillità del luogo.
Desiderata anche dalle autorità provinciali, si spera possa essere utile anche per i bambini delle numerose famiglie cristiane della zona.
Benedica questo ampliamento di attività di bene e noi tutti.
Suo nel Signore
Don V. Cimatti, sales.