2908 / Ricaldone Pietro / 1942-7-… /
a Don Pietro Ricaldone, Rettor Maggiore dei salesiani
Luglio 1942
Rev.mo ed amat.mo Sig. Don Ricaldone,1
Un breve notiziario del mese per la Cronaca, e per non perdere l’abitudine di star unito con Lei, coi confratelli, allievi e cooperatori nostri, anche in questa forma.
Come già prima si riuscì a mettere in salvo dall’internamento qualche confratello straniero, così ritornano i nostri Don Dumeez (belga) e Don De Kruyft (olandese) dopo vari mesi di internamento. Avranno la fortuna di arrivare a porto? Di rivedere i Superiori, i loro cari? È quanto auguriamo loro con intense preghiere.
Il Signore mi dà occasione di musicare alcune canzoni per un’operetta (Jagatara) del P. Heuvers S. J. di grande attualità in questi momenti, che sceneggiano un episodio storico cristiano dei tempi delle persecuzioni.2
Ho detto di attualità, perché la guerra si svolge ora proprio in quella zona insulare; è pure di questi giorni la scoperta del documento (una lettera) che dà motivo alla breve rappresentazione (uso bozzetto).
Una compagnia drammatica musicale gira specialmente nel Nord del Giappone con l’esecuzione (uso oratorio) delle due operette ad argomento storico cristiano, già eseguite sui teatri di Tokyo: Donna Grazia Hosokawa e Hasekura Rokuemon di cui ebbi a parlare in altre relazioni. Si va in generale nelle scuole o nelle sale pubbliche. Si distribuiscono le parti alle allieve che declamano (leggendo) la parte loro assegnata, e giunti al coro, alla romanza, alla canzone, al duetto, ecc., si canta. Forma di riunione assai gradita, serve per buona istruzione storico-religiosa e ottima propaganda. In questo periodo di tempo il governo vede assai bene questo movimento musicale, che dà occasione seduta stante di insegnare agli adunati i canti della Patria.
Usano un sistema assai semplice ed eminentemente didattico.
Si distribuisce a tutti gli intervenuti un foglio con le parole e l’incaricato canta la prima frase che per eco viene ripetuta da tutti.
Se la canzone è davvero popolare in pochi minuti è appresa dalla massa.
Il nostro Don Marega lavora attivamente per la decifrazione e catalogazione di antichi manoscritti, interessanti la storia di un villaggio cristiano al tempo delle persecuzioni. Formeranno due volumi certo interessantissimi e di gran valore per la storia della Chiesa in Giappone.
Come pure sono frequenti le sue scoperte di resti del cristianesimo in zona di Oita, di cui dà ragione volta per volta sul giornale di Oita.
E spero che col tempo saranno pubblicati anche in Italiano o sugli annali della missione o su Riviste di studio.
Termina il mese coll’inizio dei nostri esercizi per cui, non riuscendo ad avere i suoi ricordi, stabilii come ricordo: “Siamo uomini di preghiera, di azione e di sacrificio” che mi pare esprima ciò che è indispensabile per il momento ad ognuno di noi per la buona riuscita del nostro apostolato. Deo gratias!
Suo come figlio
Don V. Cimatti, sales.
1 R. M. 2008: manoscritto in matita, fotocopia.
2 Di questa operetta “Jagatara” si sono trovati alcuni canti ma non il libretto, per cui non si riesce a mettere insieme la narrazione. Si tratta dei numeri 711, 712, 725, 727, 734, 745 del catalogo. Jagatara e l’antico nome di Giacarta dove, nel 1636 furono esiliate le giapponesi che avevano sposato uno straniero da cui non vollero separarsi, insieme con i loro figli. - In data 11 luglio nel Diario Don Cimatti scrive: “Rappresentazione ben riuscita di “Jagatara”, nuova operetta. La società gira l’alto e basso Giappone, dato uso oratorio. Grazie a Date Masamune, buona propaganda di idee”.
L’iniziativa per la rappresentazione fu presa da un bravo musico ammiratore di Don Cimatti di nome Jinguji. Risulta che fu rappresentata in parecchie città insieme con musiche di “Hosokawa Gratia”.